Il Fronte del Cielo - 87^ Squadriglia S.V.A. "La Serenissima" - Cenni Storici

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Tale numeroazione, tipica della caccia, riflette più le speranze dell'Ansaldo, casa costruttrice degli SVA, che le valutazioni operative compiute alla 91^ nel settembre del 1917. Baracca, Ranza e gli altri che provano l'aereo, sono concordi nel giudicarlo veloce, stabile, sicuro, ma poco maneggevole, di scarsa visibilità anteriore e con un infelice sistemazione dell'armamento. In parole povere l'Ansaldo, pensando di realizzare un caccia, aveva fallito lo scopo, ma in compenso aveva costruito un ottimo ricognitore ed uno splendido aereo. L'idea della "Serenissima" nacque dallo spirito di iniziativa del veronese Alberto Masprone, il quale facendosi interprete dei sentimenti di rivalsa dei veneti che vivevano con gli austro-ungarici in casa, propose al Comando del Regio Esercito di costituire una squadriglia da caccia composta esclusivamente da piloti veneti. Tali idee furono espresse in una lettera inviata dal tenente Masprone alla Direzione Tecnica dell'Aeronautica. Il capitano Croce, destinatario della missiva, trovò l'idea degna di nota e inoltrò il documento verso l'alto. Secondo Croce il nuovo reparto avrebbe dovuto essere denominato "2^ Squadriglia SVA". Allegata alla lettera Masprone aveva posto un elenco di 12 piloti veneti, da lui interpellati, volontari per dar vita alla nuova formazione. Si trattava del tenente pilota Aldo Finzi, di Umberto Gelmetti, di Alberto Grazzini, Giordano Bruno Granzarolo, Francesco Ferrarin, Sebastiano Bedendo, Leonello Marani, del sergente pilota Bottazzoni, e dei soldati piloti Angeli, Rossi e sottotenente Guglielmo Vianini. Alla luce di quanto esposto, l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo approva il 10 dicembre 1917 la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 87^ fu poi costituita il 12 gennaio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA ad ali strette sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è in parte diverso da quello proposto ed è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Leonello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze dell'XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. La prima missione ebbe luogo  il 30 marzo, quando Antonio Locatelli compie una ricognizione fotografica sulla Val Lagarina. Nel mese di maggio compie missioni di ricognizione e di bombardamento. Il 20 maggio torna a S. Pelagio e viene rinforzata da altri uomini. Alla fine del mese si aggiungono infatti i piloti tenenti Ludovico Censi, Pietro Massoni, Domenico Pastorello ed i sottotenenti Umberto Garelli, Giuseppe Sarti e Gioacchino Sartor. In questo periodo la 87^ esegue un completo rilevamento del fronte del Piave spingendosi fino a Zagabria, Fiume e Pola. Nel frattempo i comandi superiori stavano progettando di compiere una missione di eccezionale importanza propagandistica, il volo su Vienna di una formazione di aerei italiani per lanciarvi manifestini di propaganda. L'idea in realtà non era nuova, e spesso veniva propugnata da D'Annunzio, che vi pensava addirittura dal 1915. La sera del 1 agosto tutto è pronto e si decise di tentare l'impresa il giorno successivo. Ma il 2 la formazione, decollata regolarmente è costretta dal maltempo a rinunciare quando è già sulle Alpi, e per la stessa causa, quasta volta sull'Isonzo, deve tornare indietro anche il giorno 8. Il volo fu coronato da successo solo al terzo tentativo, il 9 agosto. (vedi scheda). Dopo il raid, e per far luce sui motivi che portarono all'annullamento di una missione di ricognizione ordinata il 16 agosto, il colonnello Carta, del Comando Aeronautica a Disposizione, si reca presso il reparto per scoprire perchè di 22 aerei in carico ne fossero a disposizione solo 2, e scopre con sconcerto che tra aerei del volo su Vienna bisognosi di una completa revisione, quelli danneggiati od in montaggio e quelli surcompressi, che scontavano la maggiore potenza con minore affidabilità, la 87^ è assolutamente inefficiente ai fini bellici. Dall'episodio della mancata ricognizione del 16 agosto, Carta venne a sapere che Finzi aveva opposto violente proteste e che l'animoso pilota di Legnago, si era anche rifiutato di firmare l'ordine di presa visione, giudicando la missione non eseguibile e contraria al buon senso del servizio. Il Comandante Masprone viene rimosso e altri piloti, come Finzi e Locatelli furono trasferiti. Al comando dell'unità, viene destinato, il 7 settembre 1918, Palli. In data 16 agosto il reparto aveva in carico i velivoli 6840, 6846, 6775, 6778, 11713, 11714, 11722, 11721, 11726, 11736, 11737, 11777, 11779, 11780, 11800, 11805, 11806, 11853, 11895, 11911, 11912, 11916 e 12736 (quest'ultimo biposto). Le cure di Palli sono efficaci e rapide. perchè un congruo numero di aerei bombardano Osoppo e Casarza, rispettivamente il 16 e il 17 settembre. Nel frattempo la 87^ è passata al IV Gruppo. Al cessare delle ostilità il reparto dispone, al comando di Palli, dei piloti Granzarolo, Grazzini, Pietro Massoni, Guglielmo Vianini, Costa Sanseverino, Criscuoli e Vedovelli. La linea di volo era composta da 14 SVA. La 87^ rimase in attività fino alla seconda guerra mondiale.

 

Tratto da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra" di Roberto Gentilli e Paolo Varriale - Ed. Ufficio Storico Aeronautica Militare

L'aviazione Imperiale Le Missioni

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ALDO FINZI
LEGNAGO

Nato nel 1891, 21° Reggimento Artiglieria Campagna allo scoppio della guerra Finzi, pur già riformato per deficienza toracica, riuscì a frasi accettare dal Regio Esercito. Il 29 giugno 1915 era soldato volontario nella 6^ compagnia automobilisti del Reggimento Artiglieria a Cavallo con funzioni di staffetta motociclistica. Aspirante ufficiale di complemento in artiglieria del 21° Artiglieria da Campagna nel gennaio 1916. Ma vi rimase poco, perché riuscì presto a farsi comandare al Battaglione Aerostieri, poi al Corpo Aeronautico, giungendo al Battaglione Scuole Aviatori dove divenne infine Allievo Pilota il 30 giugno di quell’anno. Proprio il pilotaggio costituì un punto chiave della vita di Finzi. Infatti, promosso tenente, venne assegnato alla 48^ Squadriglia Aeroplani, dove iniziò subito un intensa attività di ricognizione, pericolosa e poco gratificante perché condotta con i già superati biplani Caudron G.3 e G.4. Presso la 48^ conobbe Natale Palli, che a fine 1917 lo avrebbe invitato a raggiungerlo a Ponte San Pietro (Bergamo) ove era in corso di costituzione la 87^ Squadriglia. Una ricognizione strategica in Val d’Adige e fino a Bolzano del 24 aprile 1917 gli valse, con la successiva missione su Fortezza e Bressanone, una medaglia di bronzo sul campo, e due mesi dopo la foto di Finzi col suo aereo comparve sul Secolo Illustrato. Il 16 agosto 1917 fu trasferito alla 43^ Squadriglia, dove rimase fino a novembre. Il 17 dicembre Finzi raggiunse definitivamente la 87^ Squadriglia. Composta quasi interamente di giovani aviatori veneti, che la battezzarono “La Serenissima” ed adottarono l’augusta insegna del Leone di S. Marco, l’87^ fu dotata del nuovo e velocissimo ricognitore Ansaldo SVA. Fu qui che Finzi entrò pienamente nell’ambiente al tempo stesso esaltato e patriottico, tecnici stico ed informale che, mescolato ad altre tendenze già presenti nella società italiana, nel dopoguerra avrebbe partorito quel cocktail di insoddisfazione e violenza che Mussolini cavalcò spregiudicamente sino a plasmare il fascismo. Come recita la motivazione della sua prima medaglia d’argento, nella primavera del 1918 Finzi “di ritorno da una ricognizione durata quasi tre ore, avvertito da colpi antiaerei che apparecchi nemici volavano sul nostro territorio, nei pressi di Mori, vi accorreva, trovando un apparecchio da ricognizione, scortato da due caccia. Attaccava risoluto, metteva in fuga gli apparecchi da caccia ed abbatteva l’apparecchio da ricognizione”. Quando nel 1918 D’Annunzio scelse l’87^ Squadriglia per realizzare l’antica ambizione di violare il cielo di Vienna, Finzi fu uno dei sette piloti che riuscirono a portare a termine l’impresa. Durante la permanenza con l’87^ il pilota polesano unì all’intensa attività di volo anche funzioni tecniche: sua è ad esempio la Relazione sul Funzionamento e Consumo di apparecchio e motore nel volo S. Pelagio-Vienna e ritorno. L’ardita missione gli valse una seconda medaglia d’argento. Alcuni documenti illuminano il carattere dell’aviatore polesano. Un rapporto informativo in data 25 agosto 1918 gli attribuiva “carattere vivace, facilmente eccitabile, spirito critico ma in fondo buono”. Cosa queste parole indicassero è chiarito dal rapporto sull’87^ Squadriglia redatto il 20 agosto 1918 dal Tenente Colonnello Carta. Esaminando l’imbarazzante inefficienza in cui il reparto era precipitato dopo il celebre volo, Carta scoprì come l’autorità del Capitano Masprone, che comandava il reparto ma volava pochissimo, fosse contestata da Finzi e Locatelli che per la loro maggiore esperienza intervenivano nella gestione del reparto contro ogni norma disciplinare. La situazione degenerò al punto che Masprone fu esonerato dal comando (passato a Palli), Finzi trasferito alla 1^ Armata, e Locatelli alla squadra Siluranti Aeree di D’Annunzio. Altri quattro piloti furono trasferiti per scarso rendimento. L’episodio conferma un po’ tutte le sfaccettature di Aldo Finzi:capace, deciso, irruento. Caratteristiche che avrebbe mantenuto sino alla morte. Medaglia d'Argento al Valor Militare: Superando ogni precedente ardimento, con magnifico volo, affermava su Vienna la potenza delle ali d'Italia, esempio meraviglioso di fede, di tenacia e di superbo valore. – Cielo di Vienna, 9 agosto 1918. Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Pilota ardito, tenace e valoroso, si offriva costantemente per qualsiasi impresa, anche la più arrischiata. Rientrando da una ricognizione durata quasi 3 ore, accortosi che apparecchi nemici volavano sul nostro territorio, li attaccava risolutamente, mettendone in fuga due da caccia e abbattendone uno da ricognizione. - Cielo del Trentino-Alto Adige-Piave, 14 marzo-30 giugno 1918.

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GIORDANO BRUNO GRANZAROLO 1894 - 1992
VILLA BARTOLOMEA

Giordano Bruno Granzarolo nacque a Carpi di Villa Bartolomea (Vr) il 12 giugno 1894 da Lino, agricoltore e da Teresa Zanibello. Ancora fanciullo andò ad abitare con la famiglia a San Vito di Legnago, prima in contrada Nogara e poi in via Piazza. Prese parte alla prima guerra mondiale dove raggiunse il grado di Capitano. Era inquadrato nel 9° reggimento Artiglieria da Fortezza e divenne sottotenete il 6 gennaio 1916. Appartenne alla Serenissima dai giorni della fondazione. Fu ammesso alla scuola di pilotaggio l'11 gennaio 1917, e nel luglio fu giudicato idoneo come allievo di Voisin 140 HP. Divenne pilota militare il 15 agosto 1917. Passò successivamente diversi campi e pilotò i più diversi tipi di aeroplani. Fu prima a Gioia del Colle dove ottenne i primi due brevetti con velivolo Voisin. Passò quindi al campo di Busto Arsizio dove volò con l’Aviatik e con il SAML, da Busto venne inviato alla Malpensa. Da qui, dopo aver ottenuto il brevetto con il Nieuport e con lo SVA, fu trasferito a Ponte San Pietro (Bg). Il suo vero maestro fu Locatelli con il quale doveva poi dividere fraternamente la gioia dei successi e l’ansia dei pericoli. Giunto in zona di guerra il 12 febbraio 1918 Granzarolo compì il suo primo volo di guerra con Aldo Finzi il 24 marzo successivo con una ricognizione strategica sulla Valle del Sarca, Thione e Bolzano. Poco dopo, il 4 maggio, per incarico del Comando Superiore d’Aeronautica compiva assieme a Locatelli una importante ricognizione sul golfo di Trieste e Monfalcone eseguendo 48 fotografie. Nello stesso mese eseguiva inoltre diverse incursioni lontane, e il 2 giugno si spinse fino sui cieli di Lubiana. Nella battaglia del Solstizio compì numerose missioni di scorta ai bombardieri Caproni del IV Gruppo. Il 15 giugno ebbe il velivolo colpito durante una ricognizione e crociera sulla valle del Brenta e Feltre. Durante una scorta ai bombardieri, il 19 luglio, fu costretto ad atterrare a Campo San Luca per un guasto al motore. Ancora il 17 agosto ebbe l’apparecchio colpito nel corso di un mitragliamento a terra. Granzarolo realizzò un grande numero di riuscite azioni compiendo anche cinque partenze nel giro di dodici ore. Insieme a Locatelli e Finzi era capo sezione della 87^. Partecipò oltre che allo storico raid alle successive ricognizioni spinte in profondità del mese di settembre. Nell’ultima settimana di ottobre ebbe il velivolo colpito da schegge di proiettili antiaerei e da colpi di mitragliatrice. In particolare il 22 ottobre, fu colpito da una granata durante una ricognizione nella zona di Casarza. Atterrato e ripartito alla volta di Fonzago, fu nuovamente colpito e costretto a prendere terra a Campo San Luca. Stessa sorte il 27 ottobre nel corso di una azione tra Porto Buffole ed Oderzo. E’ decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Superando ogni precedente ardimento, con magnifico volo, affermava su Vienna la potenza delle Ali d’Italia, esempio meraviglioso di fede, tenacia, e superbo valore. Cielo di Vienna 9 agosto 1918. Ottenne anche una decorazione bronzea con la seguente motivazione: “Pilota nuovo alle vicende della Guerra, iniziava brillantemente e valorosamante i suoi voli alla fronte, distinguendosi per costanza ed aggressività. Audacemente si spingeva in ricognizioni strategiche su Trieste e Lubiana, compiendo sempre lodevolmente il mandato affidatogli”. Cielo del Trentino, 1 marzo – 30 giugno 1918. Dopo la morte di Natale Palli, nel 1919 divenne il comandante della 87^ Squadriglia con sede a Padova. Grande aviatore partecipò a numerose manifestazioni sportive nel dopoguerra, come le prime edizioni della Coppa Baracca. Il 9 agosto 1918 partecipò al volo su Vienna con la Squadriglia Serenissima insieme a Gabriele D'Annunzio. Dopo la morte di Palli divenne il comandante della squadriglia Serenissima, sull'aeroporto di Padova. Il 28 dicembre 1926 sposò Jose Donella, figlia dell'avvocato Guerrino di Villabartolomea e si trasferì a Padova, dove morì il 19 dicembre 1948. Fu posto in ausiliaria e in riposo con il grado di Capitano. L'Ansaldo SVA 11721 con il quale Granzarolo effettuò il volo su Vienna è oggi esposto al Museo dell'Aeronautica di Vigna di Valle.

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ALBERTO MASPRONE
POIANO

Alberto Masprone nacque a Poiano (Verona) il 30 maggio 1884. Da giovane fu un grande sportivo e con i colori del "Istituzione Bentegodi" divenne, nel 1906, campione nazionale per la specialità lancio del disco. Questo traguardo gli permise di partecipare, sempre nel 1906, alle Olimpiadi del Decennale o "Intermedie" di Atene. L'anno successivo vinse il celebre "Pentathlon Reale in occasione dell'Esposizione di Venezia battendo l'atleta genovese Coscia, suo maestro. Si cimentò anche in altre discipline, come il calcio. Fu tra l'altro giocatore, allenatore e dirigente della società Hellas di Verona, per la cui fondazione si impegnò personalmente. Nel giugno 1915, più che trentenne divenne sottotenente M.T. nel 83° Battaglione Intendenza Generale. Chiese di essere ammesso al corso di pilota e nel luglio del 1916 fu inviato a Mirafiori al corso su velivolo Caudron. Il corso di addestramento durò esattamente due mesi e l'8 settembre concluse felicemente l'ultima prova per il brevetto. Il 15 dello stesso mese iniziò l'addestramento sul velivolo Aviatik sul quale si brevettò a gennaio del 1917 a Cascina Costa. Con il grado di tenente passò alla scuola idrovolanti di Sesto Calende e il 1 maggio ottenne l'abilitazione al pilotaggio del velivolo FBA. Nello stesso mese di maggio, per le eccezionali capacità dimostrate fu inviato in qualità di istruttore alla scuola di Orbetello. Nel mese di novembre in pochi giorni effettuò il passaggio sul velivolo Nieuport a Cascina Malpensa, e dopo un breve periodo a Furbara presso la scuola tiri effettuò anche il passaggio sul nuovo velivolo SVA (estate 1917) presso la scuola di volo di Ponte San Pietro (Bergamo) dove conobbe molti giovani piloti, delusi e sbandati in seguito alle tristi giornate di Caporetto.  A metà dicembre fu assegnato al Comando d'Aeronautica e propose l'idea di costituire una squadriglia di soli veneti. La proposta fu accettata e nel gennaio del 1918 fu costituita la 87^ Squadriglia Serenissima. Masprone ne divenne il comandante. La squadriglia, dotata del veloce velivolo SVA, ebbe il compito di effettuare ricognizioni strategiche ed operò sui campi di San Pelagio (Pd), Ghedi (Bs) e dal 15 maggio 1918 di nuovo e definitivamente dal campo patavino. Capace tecnico e grande organizzatore, si dimostrò tuttavia poco adatto al comando e nel settembre 1918 fu rimosso, a seguito di gravi inefficienze e problemi disciplinari sorti in seno alla squadriglia. Trasferito alla nuova 90^ Squadriglia SVA ne assume il comando sul campo di Busiago il 14 ottobre 1918. Nel dicembre del 1918 raggiunse la 60^ Squadriglie sul campo di Ganfardine (Vr). Masprone fu un convinto assertore della celebre impresa di Vienna per la quale pretese ed ottenne l'impiego di tutta l'unità. Dopo la guerra si trasferì a Milano e intraprese una attività industriale. In questa città si è spento nel 1964 all'età di 80 anni.

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ANTONIO LOCATELLI 1895 - 1936




Alpinista, giornalista, politico ma soprattutto grande aviatore, Antonio Locatelli nasce a Bergamo il 19 aprile 1895. Nel 1931, dopo aver terminato gli studi tecnici, viene assunto all’Ansaldo di Cornigliano Ligure, dove, per la bravura ed il notevole impegno, gli viene subito affidato l’incarico di Capotecnico. Il soggiorno nella regione ligure, vicino alle grandi vette, gli permette di coltivare una delle sue grande passioni: l’alpinismo. Così, insieme al fratello Carlo, riesce a scalare le cime dell’Adamello, del Monte Rosa e del Cervino; questa passione, grande tanto quella per il volo, lo accompagnerà per tutta la vita, fino ad assumere, negli anni Venti, la Presidenza del Club Alpino Italiano di Bergamo. Il ten. Locatelli Medaglia d'Oro al Valor MilitareNel gennaio del 1915, allo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, viene chiamato alle armi ed assegnato al Battaglione Aviatori, dove, dopo aver conseguito il brevetto di pilota militare, viene impiegato in ben 523 voli di ricognizione e di combattimento, attività per le quali viene decorato con tre Medaglie d’Argento al Valor Militare. Il 2 febbraio 1918 entra a far parte della Squadriglia “La Serenissima” di Gabriele D’Annunzio con la quale, il 9 agosto dello stesso anno, porta a compimento l’impresa ardita di volare su Vienna, culminata con il lancio sulla città austriaca di migliaia di volantini propagandistici. Il 15 settembre 1918, durante un volo in territorio nemico, viene abbattuto e successivamente internato in un campo di prigionia dal quale però riesce rocambolescamente a fuggire travestito da soldato austriaco e con falsi documenti a rientrare in Italia. Al termine della guerra, viene decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ma l’impresa che ha reso famoso Locatelli è senz’altro il sorvolo della Cordigliera delle Ande. Il 2 giugno 1919, nell’ambito di una missione militare di propaganda nell’America del Sud per pubblicizzare le fabbriche di aerei italiane, il pilota bergamasco svolge numerosi voli sul territorio uruguaiano e argentino fino a quando decide di tentare la trasvolata delle Ande, tra il Cile e l’Argentina in condizioni climatiche proibitive con venti che raggiungevano la velocità di oltre 200 km/h e temperature fino a 35 gradi sottozero. Partito da Buenos Aires con un apparecchio SVA per raggiungere Valparaìso, Locatelli vola sopra le Ande, ma viene costretto ad un atterraggio di emergenza a causa di un improvviso e violento uragano; ritenta l’impresa il 30 luglio e, dopo aver sorvolato la Cordigliera a quota 6.500 metri, atterra finalmente a Viña del Mar, presso Valparaìso. L’impresa lo rende famoso in tutto il mondo. Durante la trasvolata, Locatelli trasporta sul suo aeroplano un sacco pieno di posta da recapitare dopo aver valicato le Ande; primo esperimento di quello che diventerà poi una attività molto diffusa: la posta aerea. Nel 1923 decide di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, per dedicarsi ad una altra sua grande passione, la fotografia; il viaggio è documentato infatti da numerose foto, taccuini ed annotazioni su diari, cartoline illustrate raccolti in Egitto, India, Cina, Giappone e Stati Uniti. Data la sua abilità di fotografo, collabora negli anni seguenti con la “Rivista di Bergamo”, giornale del quale, nel 1929 diviene il Direttore, e il “Corriere della Sera”, in qualità di Redattore. Nel 1924, “l’Aquilotto di Bergamo”, come veniva simpaticamente soprannominato dai suoi concittadini, tenta una nuova impresa, la traversata in aereo dell’Atlantico del Nord, da Est a Ovest. Decide così di volare fra l’Islanda e la Groenlandia con un idrovolante bimotore Dornier-Wal in alluminio; purtroppo però una fitta nebbia lo costringe ad ammarare in pieno oceano, al largo di Capo Farewell. Locatelli contava di ripartire non appena le condizioni meteo glielo avessero permesso, ma non fu possibile; venne recuperato ben quattro giorni dopo dall’incrociatore americano “Richmond”. Per il tentativo ricevette in premio 65.000 lire, che il pilota devolse interamente in opere di beneficenza per la città di Bergamo. Alla sua carriera di pilota si affianca anche quella di politico: infatti, dal 1924 al 1928 viene eletto Deputato al Parlamento nella XXVII Legislatura, partecipando ai lavori in particolare per il settore aeronautico. Nel 1932 viene designato quale Conservatore della Rocca di Bergamo e del Museo del Risorgimento, per il quale elabora il progetto di riallestimento. Nel 1935-36, viene decorato con una seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare durante la Guerra d’Etiopia. L’impresa più rilevante fu il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, ma la presa di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, e la proclamazione dell’Impero non posero fine alle ostilità. Fu decisa quindi una spedizione aerea verso Lekempti per preparare una base adatta a ricevere i successivi avio-sbarchi per contrastare la nascita di un nuovo governo etiopico. Così, il 26 giugno 1936, Locatelli al comando di uno dei due Caproni Ca.133, che componevano la spedizione guidata dal Generale di Brigata Aerea Vincenzo Magliocco, arriva a Lekempti, dove viene allestito un accampamento di fortuna. Durante la notte, però, un gruppo di ribelli abissini prende proditoriamente d’assalto l’equipaggio che, colto di sorpresa, non riesce a organizzare una adeguata controffensiva. In pochi minuti, sotto il fuoco di numerosi colpi di moschetto, tutti i componenti della spedizione, Locatelli compreso, vengono barbaramente trucidati ed i velivoli dati alle fiamme. In Italia, la notizia della morte di Locatelli scuote l’intera opinione pubblica, tanto che l’anno successivo, nel 1937, viene decorato con la terza Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria insieme a tutti i compagni deceduti nell’impresa. Antonio Locatelli rimane oggi l’unico militare della Regia Aeronautica decorato per ben tre volte della più alta onorificenza al valore. Gabriele D’Annunzio volle che fosse seppellito al Vittoriale degli Italiani presso Gardone Riviera (BS) e per questo motivo mise a disposizione un’arca funeraria. I resti di uno dei due Ca.133, successivamente recuperati, furono trasformati in un monumento ai caduti. Paradossalmente “l’Aquilotto di Bergamo” non trovò la morte nel suo elemento preferito: l’aria ma come una persona qualunque, con i piedi per terra, lui, aviatore ardito ed eroe di imprese memorabili. (http://www.aeronautica.difesa.it)

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FRANCESCO FERRARIN
THIENE

era cugino di Arturo e portava il nome di un suo fratello maggiore morto giovane. Volò anche lui con lo SVA e fece parte dell'87^ Squadriglia «Serenissima» a San Pelagio. Partecipò al volo su Vienna dovendo però rientrare per difficoltà al motore. L'inconveniente che lo costrinse ad abbandonare l'impresa lo segnò psicologicamente al punto da causargli perfino problemi di salute. Decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare: "Pilota nuovo alle vicende della guerra, emergeva subito per elevato sentimento del dovere, capacità ed ardire. In condizioni atmosferiche avverse si offriva per una importante missioni, che portava a termine abilmente ed arditamente. Con serena fermezza raggiungeva in ricognizione una munita base a 300 chilometri dalle nostre linee, e rimediando ad un incidente al motore, con calma e perizia rientrava dopo cinque ore di volo".- Cielo di Trento (Friederich) , 30 giugno 1918.

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CARLO FORNASARI
MELARA

Classe 1889, Tenente pilota del 3° Reggimento Fanteria dal 21 giugno 1918 presta servizio presso la 76^ Squadriglia Caccia. Era stato nominato sottotenente il 3 novembre 1915 e tenente il 31 agosto 1916. La data di decorrenza degli assegni da pilota è il 5 marzo 1918 per cui si presume che poco tempo dopo fosse arrivato alla 87^ Squadriglia Serenissima, reparto da ricognizione, ma era giudicato non idoneo a tale mansione e inviato presso la 76^, dove rimane fino al termine delle ostilità. Medaglia di Bronzo al Valor Militare:Pilota da caccia, volenteroso, ardito, disciplinato, coscienzioso, compì in breve periodo di tempo numerosi voli di guerra, in ogni servizio bravo, valoroso sempre. – Cielo di Monte Grappa, medio Piave, giugno-nevembre 1918.

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ALBERTO GRAZZINI
TRIESTE

Il Ten. Col. Pilota di complemento Lionello Marani nacque a Verona il 13 gennaio 1894. Prese parte al primo tentativo di volo su Vienna. Per mancanza di di aerei efficienti non potè decollare il 9 agosto 1918. Decorato con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Audacissimo pilota d'aeroplano, effettuava due lunghi voli in territorio nemico, per bombardare da 2oo metri di quota gli impianti ferroviari di Franzensfeste e Villach, colpendo i bersagli con grande esattezza. Eseguiva altre numerose difficili missioni di guerra, dando prova di ardimento e valore, – Cielo di Franzensfeste-Cielo di Villach, 31 agosto 1917-7 settembre 1918. Croce di Guerra.

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LEONELLO MARANI
VERONA

Il Ten. Col. Pilota di complemento Leionello Marani nacque a Verona il 13 gennaio 1894. Prese parte al primo tentativo di volo su Vienna. Per mancanza di aerei efficienti non potè decollare il 9 agosto 1918. Decorato con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Audacissimo pilota d'aeroplano, effettuava due lunghi voli in territorio nemico, per bombardare da 200 metri di quota gli impianti ferroviari di Franzensfeste e Villach, colpendo i bersagli con grande esattezza. Eseguiva altre numerose difficili missioni di guerra, dando prova di ardimento e valore, – Cielo di Franzensfeste-Cielo di Villach, 31 agosto 1917-7 settembre 1918. Croce di Guerra.

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GUGLIELMO VIANINI 1896 - 1947
VERONA

Sottotenente pilota della 87^ Squadriglia dal 12 febbraio 1918. Ha iniziato i voli di guerra il 23 marzo del 1918 su apparecchio SVA. Ebbe all'attivo 18 ricognizioni strategiche, 3 scorte, 1 bombardamento e 3 crociere. Sostenne 3 combattimenti aerei ed ebbe una volòta l'apparecchio colpito. Il 13 maggio ebbe un combattimento nel corso del quale si scontrò con altro apparecchio nazionale e fu costretto ad atterrare sul campo di Lodrone. Decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare: Pilota di grande perizia e di mirabile audacia, effettuava con ottimo successo numerosi bombardamenti da 200 metri di quota su importanti obiettivi, superando le più terribili insidie nemiche con animo incomparabilmente sereno e rissoluto. Cielo delle tere invase, ottobre 1918. Croce di Guerra

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GIOACCHINO SARTOR (LINO)
MONTEBELLUNA

Il 21 luglio 1916 il sergente maggiore Sartor è a Chiasiellis con la 30^ Squadriglia che viene sciolta il 15 luglio 1917. Passa come aspirante ufficiale alla 70^ Squadriglia, mentre nel maggio del 1918 è presso la 5^ Sezione Difesa di Padova per pochi giorni, perchè il 20 maggio transita presso la 87^ Squadriglia SVA. Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare: Ardito pilota d'aeroplano compì numerosi voli su territorio nemico, sfidando gravi difficoltà e pericoli, noncurante del preciso fuoco dell'artiglieria antiaerea, che colpì un ala in più parti il suo velivolo o. Con grande calma e perizia, dopo lunga lotta contro forte vento e raffiche impetuose che minacciavano la stabilità dell'apparecchio condusse brillantemente a termine una importante ricognizione. Cielo del Carso e della Valle del Baca, 24 luglio 1916 - 29 gennaio 1917. Cielo del Trentino e della fronte Giulia, 6 agosto 1916 - 4 settembre 1917.

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ARTURO FERRARIN
THIENE

(1895-1941), era nato a Thiene (VI) da Antonio, industriale tessile. Fece gli studi classici al «Foscarini» di Venezia e quelli tecnici a Vicenza e ancora nella città lagunare. Cresciuto nella provincia che diede i natali ai diversi pionieri del volo italiano, nutrì dall'infanzia una smisurata passione aviatoria. Allo scoppio della guerra venne arruolato nel Corpo Aeronautico e destinato al pilotaggio il 29 gennaio 1916. Fu prima mitragliere a Verona e poi come pilota istruttore a Cascina Costa e alla Malpensa. Mantenne questo incarico fino al giorno del disastro di Caporetto. L'attività di volo era incessante ma fare l'istruttore non era la sua massima aspirazione. Nel dicembre del 1917 Ferrarin riuscì fi nalmente a transitare alla 82a Squadriglia basata a San Pietro in Gu. Prestò poi servizio a Istrana e quindi a Gazzo Padovano fino alla fine della guerra. Nei giorni dell'armistizio ebbe un incidente con la moto, come racconta nella sua autobiografia. «Il giorno stesso, dell'armistizio andai verso Vicenza a salutare i miei congiunti, partendo in motocicletta dal campo di Gazzo Padovano. Nell'attraversare verso Vicenza un cavalcavia inaugurato proprio in quei giorni, fui avvolto in una fitta nebbia di fumo che saliva da un treno in manovra e che toglieva la vista a ogni cosa all'intorno. Forse perché a trovarmi qualche volta durante i voli i simili circostanze, continuai a correre con la mia motocicletta e andai a sbattere violentemente contro un autocarro carico di ferro spinato. Me la cavai con una lesione al naso della quale ancora porto i segni, per ricordare a me stesso che la pace e la terra presentano spesso i medesimi pericoli che si incontrano in cielo e in guerra». In seguito fu aggregato alla 91a Squadriglia di Quinto dove rimase fino al maggio 1919. Partecipò alle onoranze a Francesco Baracca organizzate a Roma volando con una formazione di 32 apparecchi guidata da Pier Ruggero Piccio. Fu quindi protagonista di una serie di missioni di propaganda all'estero. All'ultimo momento venne recuperato per il progettato il volo Roma-Tokio, ideato da D'Annunzio. L'impresa fu eccezionale per l'epoca e si concluse nella capitale nipponica dopo circa 17000 km. Dei molti piloti che tentarono la sfi da Ferrarin fu il solo che la portò completamente a termine. Masiero infatti percorse in nave un tratto del viaggio. Il pilota vicentino partecipò poi alla Coppa Schneider del 1926 e del 1927 e al raid Italia-Brasile. Conquistò anche il primato di durata volando ininterrottamente per 58 ore e 43 minuti, dal 31 maggio al 2 giugno del 1928. In seguito poi per divergenze con lo stato maggiore dell'aeronautica e per altre sfortunate vicende che lo riguardarono, la partecipazione di Ferrarin alle grandi imprese, si ridusse sempre di più. Lavorò come collaudatore presso varie. Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare:"Pilota da caccia abile ed animoso, in numerosi voli dava bella prova di ardimento e di calma. Il 28 gennaio e il 2 maggio 1918, dopo aspro combattimento, abbatteva due apparecchi nemici". – Cielo di Gallio, di Spresiano e del Piave, 28 gennaio – 2 luglio 1918. B.U 65 del 16 agosto 1919, pag. 4514.

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MICHELANGELO RICCARDINI

Il sergente pilota Riccardini il 1 gennaio 1917 è a Belluno con la 48^ Squadriglia su velivolo Caudron G3. Il 12 agosto 1917 ha uno scontro con un apparecchio nemico e torma al campo danneggiato. Il 5 novembre attacca per ben tre volte un velivolo nemico che mette in fuga. Il 18 novembre si sposta a Castel di Godego. Dopo una breve parentesi con la 78^ squadriglia Caccia transita alla 87^ SVA sul campo di S. Pelagio. Il 9 maggio si ferisce cappottando con lo SVA 11806. Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare: Ardito e abile pilota, ha compiuto numerose importanti ricognizioni, assolvendo sempre il mandato affidatogli, nonostante fosse più volte ostacolato da condizioni atmosferiche avverse e cattivo funzionamento dei motori. Ebbe parecchie volte l'apparecchio colpito dal tiro d'artiglieria e mitragliatrici antiaeree. Sostenne due combattimenti aerei ; in uno di questi, attaccato da velivolo nemico molto più veloce e meglio armato, riportò l'apparecchio colpito in 80 punti. Ad onta di ciò, continuò la ricognizione, finchè l'osservatore ebbe ultimato il proprio compito. – Cielo delle Dolomiti, ottobre 1916 -settembre 1917.

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VINCENZO CONTRATTI 1884 - 1964

Pilota militare dal 17 novembre 1911 fa parte della 43^ Squadriglia fino dalla sua fondazione. Dal novembre 1917 ai primi mesi del 1918 è in Cadore con la 48^ Squadriglia e poi passa alla 87^ Serenissima. Cade a fine ottobre nel corso di una missione insieme al Tenente Pastorello.




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LODOVICO CENSI 1895 - 1964

Ludovico Censi nasce a Fermo da una nobile famiglia; Presta servizio come ufficiale di cavalleria, ma allo scoppio della prima guerra mondiale è volontario con il grado di tenente nell’aviazione militare; Entra nella 76^ Squadriglia dove arriva nella primavera del 1918 partecipa a diverse azioni di guerra e si distingue per la sua abilità e il suo coraggio di pilota, per cui gli vengono assegnate due Medaglia d’Argento al Valor Militare. A fine maggio 1918 è assegnato alla 87^ Squadriglia “La Serenissima” e fornisce un significativo contributo al Volo su Vienna. E’, infatti, uno dei sette piloti che riescono a compiere questa impresa, ma il giorno prima del Volo è anche il protagonista di un episodio che poteva trasformarsi in tragedia. L’8 agosto il comandante D’Annunzio decide di effettuare un secondo tentativo di volo con gli undici arei che sono rimasti dopo la prima disastrosa prova di volo, ma ancora una volta il maltempo costringe la squadriglia a ritornare indietro. In questa fase è particolarmente coinvolto il tenente Ludovico Censi che è partito in ritardo per noie al motore e che sta volando a tutta velocità per cercare di raggiungere la squadriglia. Non riesce ad avvistarli perché nel frattempo gli altri aerei sono ritornati indietro. Sopra le Alpi Giulie le condizioni atmosferiche sono diventate impossibili a causa di una vera e propria bufera e Censi, per cercare di salvarsi, è costretto ad alleggerire l’aereo sganciando nel vuoto i volantini. Egli riesce con grande difficoltà a fare ritorno a San Pelagio, ma si prospetta il pericolo che i manifestini gettati in territorio austriaco possano allertare le difese avversarie; per evitare questa possibilità d’Annunzio decide allora di compiere il volo il giorno successivo. Il 19 agosto 1918 passa alla 122^ Squadriglia presso il campo di Ponte San Pietro (Bg). Nel 1919 Censi, con uno stormo di aerei, segue D’Annunzio nella spedizione di Fiume. Ritornato in patria, Ludovico Censi lascia l’Aereonautica militare e intraprende la carriera diplomatica con l’incarico di Console d’Italia che ricopre in diverse città e capitali del mondo. Il 5 maggio 1950 viene collocato in pensione e si stabilisce a San Severino Marche. Medaglia di Bronzo al valor Militare: Pilota da caccia ardito e volenteroso, con sei mesi di servizio alla fronte, compiva numerosi voli di guerra e cooperava all'abbattimento di due aerei nemici. Cielo del Piave e del Brenta, 14 dicembre 1917 ; 7 giugno 1918; Col d'Astico e Monte Asolone, 17 marzo 3 maggio 1918.




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PIETRO MASSONI 1896 - 1956

Il Tenente di complemento Pietro Massoni, pilota militare dal 21 novembre 1915, fu assegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 87^ Squadriglia vi compì otto ricognizzioni strategiche una delle quali su Lubiana e alcune scorte ai Caproni Ca.3. Il 9 agosto partecipando al raid su Vienna, fu costretto all'atterraggio su un campo nemico in prossimità della capitale austriaca per un guasto al motore. Prigioniero tornò dopo la fine del conflitto.




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PASTORELLO DOMENICO
PADOVA

di Giuseppe, tenente pilota del 6° reggimento Ferrovieri, pilota della 38^ e 87^ Squadriglia. Decorato con MAVM e MBVM. Cadde in volo il 27 ottobre 1918 colpito dalla contraerea. Motivazione: Pilota d'aeroplano, dopo aver bombardato le retrovie nemiche, discendeva a bassa quota permettendo all'aeroplano di sparare circa 400 colpi di mitragliatrice sulle truppe avversarie. Rimasto gravemente danneggiato il suo velivolo ed arrestato il motore, con calma e mestria, riusciva ad atterare in posto sicuro. Cielo di Timavo, 19 agosto 1918. Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Pilota di eccezionale ardimento, volò in missioni di ricognizioni e di bombardamenti sui più lontani centri di vita del nemico, dall'Istria al Tirolo. Colpì con grande efficacia i suoi difficili bersagli, recò utili notizie, riportando spessissimo, i segni della lotta sul suo apparecchio. – Cielo dell'Istria-Carinzia-Tirolo, 12 luglio-12 ottobre 1918.

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GIUSEPPE SARTI 1895 - 1953

Il Tenente di complemento Giuseppe Sarti, fu decorato con la Medaglia d'Argento al valor Militare per numerosi voli di ricognizione dal novembre del 195 all'agosto 1917. Ottenne anche la Croce di Guerra al Valor Militare. dal ssegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 48^ Squadriglia armata con i bimotori G.4, compì oltre 110 missioni di guerra. Nella primavera del 1918 arrivò presso la 87^ Squadriglia SVA. Partecipò al Volo su Vienna. Decorato con due , la prima per i voli fino al settembre del 1917, la seconda per aver partecipato al volo su Vienna.




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TEN. PILOTA GEROLAMO ALLEGRI
VENEZIA

Nato nel 1893 volò con lo SVA. Fu soprannominato "Fra Ginepro" da D'Annunzio per la lunga barba rossiccia e l'incipiente calvizie. Figlio di un noto avvocato che fu anche sindaco di Venezia, compì i suoi studi nella città lagunare e a Vienna.. Di carattere emotivo ma coraggioso fu richiamato a metà del 1916, dopo essere stato volontario tre anni prima, in artiglieria da fortezza. Passato in aviazione, fu in servizio per la difesa a Cairo Montenotte, per approdare poi alla caccia sul nuovo SVA a Ponte San Pietro. Come molti altri colleghi, dopo i fatti di Caporetto fu spedito in tutta fretta al fronte. Giunse a Istrana presso l'81a Squadriglia. Ai primi del 1918 assieme a Guido Masiero passò alla III° Sezione SVA di Isola di Carturo. Il 7 giugno 1918, durante una ricognizione a bassa quota sul campo di Feltre, ebbe una piantata al motore e non riuscendo a metterlo in moto, puntò sugli hangar sotto il fuoco austriaco. Pensando di dover morire, decise che era meglio farlo arrecando il massimo danno all'avversario. Il motore però riprese improvvisamente e Gino Allegri se ne ritornò a casa. Il fatto passò poi alla storia come «la beffa di Feltre». Contattato da D'Annunzio, «Fra Ginepro» si trasferì San Pelagio presso l'87a Squadriglia, per far parte del gruppo di uomini che voleranno su Vienna il 9 Agosto. L'87a fu battezzata la Serenissima per l'alto numero di piloti veneti da cui era composta. Il 5 ottobre 1918, Allegri festeggiò il ritorno da una missione su Portogruaro, eseguendo una serie di manovre acrobatiche, che inavvertitamente lo portarono ad urtare il collega Vianini in atterraggio. Purtroppo per lui aveva ancora alcuni spezzoni appesi alle ali che all'urto esplosero disintegrando l'aereo e il povero «Fra Ginepro». Dopo il funerale che fu celebrato a Battaglia Terme, il giornalista Ugo Ojetti scrisse che la cassa in cui erano contenuti i pochi resti ritrovati dopo l'esplosione, era così leggera da avere solo «il peso di un'anima». Alla mesta cerimonia fu presente anche Gabriele D'Annunzio che pronunciò un'orazione. Le spoglie mortali di Gino Allegri sono a San Michele a Venezia. Medaglia d'Oro al Valor Militare: Pilota di raro ardire e di virtù eccezionali iniziava, per primo, una serie di bombardamenti e mitragliamenti di grande efficacia, eseguiti tutti a quota bassissima su importanti centri di vita del nemico, alcuni dei quali nelle più remote retrovie avversarie. Non ancora ristabilito da recente malattia, pur di partecipare ad una di queste importantissime azioni sopra scalo ferroviario importante, partiva in volo di propria iniziativa, e con audacia e perizia effettuava il bombardamento riuscito efficacissimo. Al ritorno, per causa accidentale, precipitava al suolo sullo stesso campo di partenza, chiudendo così il servizio di magnifico soldato dell'aria con olocausto della sua valorosa esistenza. Già decorato con tre medaglie d'argento ed una di bronzo al valor militare. – Cielo di La Comina - Franzenefeste - Casarza - Portogruaro, agosto-ottobre 1918. MAVM: "Pilota di aeroplano di rara perizia e audacia, in ogni volo aveva votato la sua balda giovinezza al bene della Patria. Il 17 giugno 1918 ricevuto l'ordine di riconoscere un campo di aviazione nemico, vi si portava a meno di 300 metri d'altezza per fotografarlo; arrestatosi il motore dell'apparecchio, scendeva a pochi metri da terra continuando imperturbabile la sequenza fotografica.: perduta la speranza di salvarlo, drizzava il suo velivo contro un'hangar contenente molti aeroplani, per cozzarvi contro, mandando tutti in frantumi. Il sacrificio della sua vita avrebbe così conservato all'Italia il segreto del nuovo apparecchio che Allegri pilotava. All'ultimo momento il motore riprendeva miracolosamente a funzionare dando modo di portare a compimento il proprio mandato e riportava al proprio comando informazioni del più alto interesse. Eccezionale esempio di calma, audcia e abnegazione. Cielo di Feltre, 7 giugno 1918." MAVM: Pilota di ardire e valore impareggiabili, esempio mirabile di elette virtù militari, primo in Italia si accinse a dar caccia di notte ad apparecchi avversari, superando con tenacia ed ardimento, grandi difficoltà, e dando valore di possibilità all'arduo problema. E di notte, alzatosi a volo, al primo segnale di allarme, dell'avvicinarsi di velivoli nemici, bombardieri d'inermi città, in pochi minuti riusciva, con audace manovra ed esito felice, a colpire ed abbattere, l'uno dopo l'altro, due di tali apparecchi. – Cielo del Piave, 24 luglio 1918.

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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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FERRUCCIO MARZARI
BRENDOLA

Prestò servizio con Gabbin e Gelmetti alla 25a Squadriglia Voisin sino alla fine del 1917. Il 25 maggio 1916 lancia freccie incendiarie su un Draken a Kastanjevica, azione che ripetè il 18 giugno. Sempre nel 1916, il 14 novembre, insieme ad un altro velivolo della squadriglia, esegue un bombardamento notturno. Il 1 gennaio 1917 si trova a Pozzuolo del Friuli e il 1 marzo il suo velivolo viene colpito, durante una ricognizione, dal fuoco antiaereo ed è costretto ad atterrare a Lucinico. Passò poi sul campo di Nove di Bassano con la nuova 86^ Squadriglia equipaggiata con velivoli SVA. La formazione fu divisa in sezioni e la III° venne affidata al suo comando. I velivoli furono inizialmente dislocati a Ponte San Pietro nel bergamasco e poi spostati a Isola di Carturo. Terminato il suo compito alla III° SVA, Marzari passò a dirigere la I° a Ganfardine nell'agosto del 1918, mantenendo questo incarico fino alla fine del conflitto. La III° Sezione, poi divenuta 57a Squadriglia, aveva come simbolo un gatto nero, anticipazione di quello che volerà sui nostri cieli dipinto sui velivoli del 51° Stormo di Istrana. Decorato con tre M.A.V.M.. Queste le motivazioni delle decorazioni: "Ottimo pilota noncurante del fuoco avversario che numerose volte ebbe a colpire l’apparecchio, compì un’audace ed importante ricognizione aerea su Adelsberg (23 settembre 1916) e bombardò efficacemente in piena notte, un campo di aviazione nemico. (14 novembre 1916). Avendo un proiettile spezzato il timone di direzione, con ardite manovre riuscì ad atterrare nelle nostre linee. In combattimenti con velivoli nemici, dette raro esempio di calma ed audacia". – Cielo del Carso, marzo 1916-1917. B.U 10 15 febbraio 1918, pag. 689. "Pilota d’aeroplano, di rara perizia, in numerosissime brillanti ricognizioni strategiche, si addentrava in territorio nemico per centinaia di chilometri, riportando sempre informazioni e serie fotografiche del più alto interesse; mirabile per ardire, attività ed entusiasmo si abbassava spesso a pochi metri da terra per meglio offendere con bombe e colpi di mitragliatrice truppe e barconi nemici sul Piave, durante l’offensiva avversaria di del giugno 1918". Zona di Guerra, febbraio - giugno 1918. "Pilota esploratore d’aeroplano di rara ed ardimentosa bravura, non appena iniziata l’ultima grande battaglia, per quanto ancora convalescente e debole per recentissima malattia, volle partecipare e cooperare alla vittoria delle armi nostre come già aveva in tanti voli partecipato e cooperato alla paziente preparazione. Mentre ancora il nemico tenacemente resisteva sul Grappa, ne segnalò per primo il ripiegamento e lo insegui quindi ostinatamente, fin nelle più lontane retrovie, da Longarone e Bolzano; ed ovunque rilevò e documentò i disordinari movimenti dei vinti, e lanciò su di essi le ultime bombe, precedendo, colla sua invitta ala tricolore la marcia di liberazione e di redenzione delle truppe italiane".- Cielo del Grappa, Piave, Tagliamento, Belluno e Bolzano, agosto - novembre 1918.

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SEBASTIANO BEDENDO
ROVIGO

(1895-1935). Rodigino di nascita fu arruolato come artigliere allo scoppio della guerra ma diventò quasi subito osservatore presso la 7^ Sezione Aerostatica. Nell'aprile del 1916 transitò nel Battaglione Aviatori. Fu prima a Belluno con la 48^ Squadriglia e in dicembre a Gonars in forza alla 42^. Nel 1917, in dicembre, lo troviamo a Castenedolo dove presta servizio presso la 72^, per poi passare agli inizi del '18 a Sovizzo con l'82a ed essere infine aggregato alla 71^. Concluse il confl itto con 5 vittorie. Finita la guerra frequentò un corso al centro sperimentale francese di Villacoublay. Lasciò quindi l'aviazione e nel 1922 si laureò a Padova in ingegneria. Rientrò in servizio l'anno successivo nel Genio Aeronautico e fu destinato all'Ufficio Sorveglianza presso la Fiat. Nel frattempo, mantenendo fede alla promessa che aveva fatto al suo carissimo amico Gastone Novelli, morto nel 1919, ne sposò nel '24 la compagna che era rimasta sola con un figlio. Negli anni compresi tra il 1931 e il 1934 collaudò gli aerei costruiti da Prospero Nuvoli. Il 24 agosto del '35 l'ultimo modello, un quadriposto, fu vittima di un cedimento strutturale. Le ali si staccarono e Sebastiano Bedendo perse la vita. Decorato con Medaglia di bronzo al Valor Militare: Arditissimo pilota da caccia, nei numerosi voli di guerra compiuti con fermezza pari all'entusiasmo dimostrò di possedere doti singolari di sereno coraggio e di alto sentimento del dovere. Cacciatore instancabile, in combattimento con due aerei nemici da caccia, nel cielo di Col Santo, ne abbatteva uno nei pressi di Noviglio. Capo pattuglia abile e coscienzioso, durante la vittoriosa offensiva del 24 ottobre 1918, in numerosi voli di mitragliamento eseguiti a quote minime, si prodigava instancabilmente e vittoriosamente, avendo come scopo supremo il compimento del proprio dovere. – Cielo di Col Santo-del Trentino e del Piave, 22 agosto-settembre-ottobre 1918.

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FRANCESCO COSTA SANSEVERINO

Tenente pilota di Napoli, giunge alla 87^ il 17 settembre 1918 e inizia i voli di guerra il 29 settembre 1918 con una missione in cui riporta l'apparecchio colpito. Costa Sanseverino viene colpito da pallottole in altre due occasioni: il 20 ottobre nel corso di una ricognizione strategica tra Latisana e Codroipo e il 27 quando esegue il bombardamento della stazione di S. Stino. Ha compiuto 12 ricognizioni o bombardamenti, di cui 2 oltre 40 km dalle linee.

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GIOACCHINO CRISCUOLI

Tenente pilota di Barletta, inizia i voli di guerra nel settembre 1918 compiendo 2 crociere, 1 scorta e 7 ricognizioni o bombardamenti. Riportò per 2 volte l'apparecchio colpito. Croce di Guerra al Valor Militare: Pilota esemplare per tenacia ed ardimento effettuava numerosi voli sui centri più insidiosi del nemico. Eseguiva da 2oo metri di quota il bombardamento dell'arsenale di Muggia validamente difeso da innumerevoli artiglierie, con grande sprezzo del pericolo. – Cielo di Muggia, 12 ottobre 1918.

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FRANCESCO BARACCA 1888 - 1918




Nato a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, da Enrico e da Paola dei conti Bianchi, uscì dalla Scuola militare di Modena, nel sett. 1909, col grado di sottotenente di cavalleria. Passato a sua richiesta nelle file dell'aviazione militare, il 28 apr. 1912 fu assegnato al battaglione "Specialisti d'aviazione" e inviato a seguire i corsi della scuola di pilotaggio dell'aviazione militare francese a Reims, dove il 9 luglio 1912 conseguì il brevetto di pilota. Nel 1913, partecipando alle manovre dell'arma di cavalleria, dimostrò le grandi possibilità militari che l'impiego del mezzo aereo apriva sul piano tattico, e gli fu affidato il compito d'istruire gli allievi piloti. Già completamente padrone della tecnica acrobatica, perfezionò continuamente le sue conoscenze e il suo addestramento tattico, abituandosi a pilotare apparecchi di tipi diversi. Con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa, il 24 maggio 1915, il B. accelerò la sua preparazione sugli aerei tipo "Nieuport", dotati di una velocità eccezionale per l'epoca, presso l'aeroporto parigino di Le Bourget. Rientrato nel luglio 1915 in Italia, fu subito mandato al fronte per collaborare all'organizzazione di una difesa contro i già operanti velivoli austriaci. Compì diverse missioni con vari compiti e ottenne la sua prima vittoria in un duello aereo il 7 apr. 1916, costringendo ad atterrare, ancora quasi intatto, all'interno delle linee italiane un velivolo austriaco tipo "Aviatik" : questa azione, che poneva in mano italiana un apparecchio di uno dei modelli più recenti da ricognizione e da combattimento, gli valse la prima medaglia di argento al V. M. Seguirono numerose altre vittorie: nel 1917, all'ottavo aereo nemico abbattuto, gli fu conferita la croce dell'Ordine Militare di Savoia. Dopo aver combattuto con la 70ª squadriglia, di base al campo di S. Caterina (Udine), passò nella primavera del 1917 alla 91ª squadriglia, una unità di nuova costituzione, nella quale confluirono i migliori piloti della 70a e che fu poi chiamata "la squadriglia degli assi". La nuova formazione ebbe in dotazione apparecchi tipo Spad, superiori ai Nieuport, con i quali collezionò una serie straordinaria di vittorie: dopo avere svolto attività assai intensa con base prima a Istrana (Treviso) e poi a S. Caterina, i piloti della 91ª squadriglia potevano vantare alla fine del settembre 1917 diciannove velivoli abbattuti dal B., comandante della squadriglia, tredici da Fulco Ruffo di Calabria, dodici ciascuno da P. R. Riccio e L. Olivari, sette da F. Ranza. La 91ª divenne in breve la squadriglia più famosa del fronte; i suoi piloti s'impegnavano anche in azioni di bombardamento con apparecchi "Caproni", ma la specialità, nella quale il B. e i suoi aviatori eccellevano, era la caccia: la tattica preferita dal B. consisteva nell'attaccare dall'alto il nemico, sfruttando soprattutto la propria eccezionale abilità nella manovra dell'aereo e delle armi di bordo. Altre due medaglie d'argento vennero a premiare l'audacia del B., che durante la battaglia di Caporetto e la ritirata s'impegnò a fondo per ostacolare il nemico con azioni rischiosissime di mitragliamento a bassa quota, anche nelle strade di Udine, che le colonne austro-tedesche stavano attraversando. Trasferitasi la gia squadriglia a Pordenone, e poi a Padova, la stretta collaborazione con la lotta delle truppe di terra continuò, sia nel campo dell'intervento tattico, sia in quello della ricognizione strategica e dei bombardamento. Il 7 dic. 1917 il B. abbatteva il suo trentesimo aereo nemico, un "Albatros" austriaco, sull'altopiano di Asiago. Per questa vittoria, il B. ebbe la croce di ufficiale della Corona belga, dal re Alberto in persona, il 6 febbr. 1918, sul campo di aviazione di Padova, e la medaglia d'oro al valor militare: seguì la promozione a maggiore per merito straordinario di guerra. Il cavallo rampante e il motto "ad maiora", che il B. aveva dipinto sulla carlinga, contribuivano a creare attorno all'aviatore un'atmosfera romantica, come del resto era accaduto ad altri famosi cacciatori di quella guerra, come il tedesco von Richtofen sul fronte francese e l'austriaco Brumowscky sul fronte italiano. La sua figura diveniva estremamente popolare tra i soldati e contribuiva notevolmente all'affermazione della nuova aviazione italiana. La offensiva austriaca e il contrattacco italiano nel giugno 1918 impegnarono a fondo la gia squadriglia. Il 15 giugno il B. abbatté il suo trentaquattresimo apparecchio nemico. Il 19 giugno, uscito al tramonto con altri due aerei della squadriglia per un'azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, l'apparecchio del B. fu colpito da due pallottole incendiarie di fucile, che perforarono il serbatoio, e una delle quali raggiunse alla testa l'asso dell'aviazione italiana. (www.treccani.it)

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UMBERTO GELMETTI
BARDOLINO

Bersagliere, nativo di Bardolino, diventò poi pilota e prestò servizio nella 103^ Squadriglia Voisin. Basato a Brindisi dal novembre 1916 era al servizio della Regia Marina per la protezione della base navale. Nell'aprile del 1917 è in servizio presso la la 25^ sul campo di Pozzuolo. Durante i mesi di maggio e giugno compì numerose missioni tali da essere encomiato. Nei giorni di Caporetto partecipa al bombardamento delle truppe avversarie che hanno sfondato. Durante uno di questi, il 25 ottobre, Gelmetti è l'unico a ritornare alla base di quattro velivoli partiti. Nel 1917 viene decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare: Pilota d'aeroplano, con grande perizia e coraggio, eseguiva, tra il fuoco di numerose batterie antiaeree e di mitragliatrici, ricognizioni fotografiche a bassissima quota, che furono prezioso elemento di giudizio per i comandi di grande unità nel giudicare delle distruzioni apportate alle difese nemiche. – Altipiano Carsico, 14-15 maggio 1917. Fu tra i fondatori della "Giovane Italia" il reparto segreto che atterrava oltre le linee nemiche a depositare informatori in abiti civili. Infatti è ricordato per essere stato il primo pilota utilizzato per infiltrare agenti destinati a raccogliere dati oltre le linee avversarie, e fu lui a trasportare con il suo Voisin Camillo De Carlo e Giovanni Bottecchia nella prima impresa del servizio informazioni della 3a Armata. Gelmetti venne selezionato per la sua grande esperienza con il Voisin, velivolo ai comandi del quale era in grado di reggere il confronto anche con uno Spad. Col grado di capitano passò il 30 aprile del 1918 al comando della 80a Squadriglia a Marcon. Il 17 maggio va in crociera dal mare al Montello con uno SPAD prestato dalla 77^ Squadriglia e per un guasto al motore è costretto ad atterrare fuori campo sfasciando l'aereo. Il 17 giugno costringe ad atterrare entro le linee italiane, nei pressi di Capo D'Argine, un biposto con la mimetica "screziata come lo SPAD 200 hp". Si trattava del Phonix C.1 121.22 , che recuperato, sarà fonte di contenzioso tra Gelmetti ed una sezione di mitraglieri che da terra ne rivendicavano l'abbattimento. Dopo la guerra continuò la carriera fino a diventare generale. Medaglia d'Argento al Valor Militare: Ardito e calmo pilota, in numerosi voli di guerra dava prova di alto valore. Volontariamente eseguiva un volo notturno per compiere importante, ardita operazione e la conduceva a termine con rara perizia e meraviglioso ardimento in circostanze eccezionalmente difficili. – Cielo del Carso, maggio 1917; Basso Piave, 31 maggio 1918.

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FERRUCCIO RANZA 1892 - 1973




Nato a Fiorenzuola D'Arda, dopo gli studi di ragioneria si arruolò frequentando nel 1914 il primo corso per allievi ufficiali del Battglione Aviatori. Nell'ottobre del 1915 volò con i Caudron della 3^ Squadriglia d'artiglieria e ottenne poi il trasferimento alla 77^ Squadriglia da caccia dove si vide confermare la sua prima vittoria il 14 settembre 1916. Altre due vittorie vennero il 25 novembre e nel gennaio 1917 fu nominato comandante della 77^ squadriglia. . Il 1 maggio fu trasferito alla 91^ squadriglia e diventò un asso il 23 settembre condividendo con Sabelli l'abbattimento di un Brandenburg C.I.. Prima della fine dell'anno ottenne altre due vittorie, l'ultima delle quali, il 30 dicembre. La prima vittoria del 1918 fu ottenuta il l2 gennaio ai danni di un aereo tedesco, un Rumpler C.IV. Una doppietta fu rivendicata il 10 febbbraio e il 15 giugno, primo giorno dell'ultima offensiva austroungarica, abbettè un Brandenburg C.I... In settembre Ranza subentrò a Ruffo nel comando della 91^ Squadriglia ottenenendo le sue ultime due vittorie il 29 ottobre. In tre anni di voli di guerra aveva compiuto 465 voli di guerra con 17 vittorie confermate in 57 combattimenti. Rimasto sotto le armi e passato nella regia aeronautica, proseguì la sua carriera partecipando a voli operativi in Libia e in Africa Orientale. Durante la seconda guerra mondiale , con il grado di Generale di Squadra Aerea ebbe il comando dell'Aeronautica dell'Albania durante la sciagurata campagna di Grecia. All'armistizio Ranza era a Bari al comando della 4^ Squadra Aerea e non perse la testa, rimanendo al suo posto e riuscendo prima a mantenere la saldezza delle truppe evitando il sabotaggio degli aeroporti da parte dei tedeschi, collaborando poi con gli Allearti per mostrare la volontà degli italiani a liberare il proprio paese.. In congedo dal 1952, morì a Bologna nel 1973. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)

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GASTONE VEDOVELLI
BOVOLONE

Tenente pilota di complemento classe 1893. Nato il 3 luglio da Giuseppe e Maria Ferrari, fu arruolato nell'8° Reggimento Bersaglieri con il grado di sottotenente (1 ottobre 1916). Il 1 novembre 1917 fu promosso Tenente e il 14 dicembre dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio di 1°. il 29 gennaio successivo quello di 2°. Arrivò alla 87^ Squadriglia SVA nel settembre del 1918. Il 3 aprile 1919 giunse alla 56^ Squadriglia SVA.

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