Il Fronte del Cielo -
Aeroporti - 12.10 - Documenti
Elenco campi maggio 1918
Elenco campi maggio 1918
Norme atterraggio settembre 1915
Segnali atterraggio ottobre 1916
Segnali atterraggio ottobre 1916
Segnali atterraggio ottobre 1916
Segnali atterraggio ottobre 1916
OdB auatriaco 1 ottobre 1918
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AEROPORTO DI AVIANO (PN)
Quello di Aviano è uno dei più vecchi aeroporti militari italiani: venne infatti realizzato per le nascenti forze aeronautiche militari
del Regno d'Italia nel 1911. Già nel 1910, a poca distanza, in località Comina, alla periferia di Pordenone, era sorta la prima scuola civile italiana di aviazione.
Constatata l'esigenza di creare una nuova scuola di volo, dopo Centocelle, lo Stato Maggiore dell'Esercito decise di utilizzare le praterie di Aviano, caratterizzate da
terreno pianeggiante, assenza di ostacoli ed ottime condizioni atmosferiche quale sede del nuovo aeroporto. Con lo sviluppo dell'aeroporto militare, la Comina, dove si
costruivano anche pezzi per aeroplani, divenne una dipendenza dell'aeroporto di Aviano.
La squadriglia viene formata sul campo della Comina il 25 maggio 1916 con i velivoli Nieuport e il 29 maggio si trasferisce sul campo di Santa Maria La Longa.
Il primo contatto con l'aviazione austroungarica avviene il 1 giugno durante un vlo di scorta a due Voisin su Vogersko.Nel corso del suo primo anno di guerra compie 624 voli sostenendo 39 combattimenti. Il 25 febbraio 1917 viene trasferita
sul campo di Borgnano, detto anche di Langoris. Il 27 ottobre è a Campoformido ma il giorno dopo arretra alla Comina e il 1 novembre si porta a Arcade. Il 10 novembre si trasferisce sul più arretrato campo di Istrana.
Il 2 febbraio 1918 si porta a Isola di Carturo e il 10 a Casoni. Nell'ultimo anno di guerra la squadriglia aveva compiuto 2464 voli di guerra sostenendo 101 combattimenti.
(Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)
La 82^ viene costituita ad Arcade il 20 marzo 1917 e si trasferisce al campo di Santa Caterina di Udine il 25 maggio con sette Nieuport. Il primo scontro con
gli austriaci avviene il giorno successivo, il 26. Solo nel mese di giugno il reparto compie 96 voli bellici con 4 combattimenti. Il 17 agosto una sezione della squadriglia viene dislocata
a Bolzano (Friuli). Il 28 ottobre si trasferisce a Pordenone e il 5 novembre su Arcade. Il 10 si porta a Istrana. Il 1917 si chiude con 889 voli di guerra e 47 combattimenti. Il 9 gennaio
1918 il reparto lascia Istrana per il campo di S. Pietro in Gù. Il 21 maggio si trasferisce sul campo di Gazzo
(Immagine: Questo bel volto di donna ingentilisce la coda dell'Hanriot "A" della 82^ Squadriglia. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)
L’attività di volo in Friuli con i più pesanti dell’aria ha inizio sul campo de La Comina nel 1910. Nel 1911 viene costruito, nel campo di San Quirino dalla Società milanese Helios,
il monoplano “Friuli”. Il 9 luglio 1911 il primo aeroplano sorvola la città di Udine dopo essere decollato dalla Piazza d’Armi cittadina. Il pilota è il palmarino Alfredo Cavalieri titolare del brevetto
italiano n° 17. Alle 06.45 del 31 luglio 1913 atterra il primo aeroplano a Campoformido. E’ il Bleriot del Cap. Gino Zanuso che prende terra nei prati di San Canciano. Per tutto il 1913 i prati
di San Canciano sono sede di attività aeronautica addestrativa da parte delle unità di volo del Battaglione Aviatori del Regio Esercito Nel 1915 il conflitto per l’Italia è inevitabile e vengono
condotte delle prove di mobilitazione generale. La Direzione Generale per l’Aeronautica incarica il S.Ten. Pilota Giulio Laureati di individuare in Friuli i terreni più idonei per ospitare dei
campi d’atterraggi Laureati segnala, nei pressi di Campoformido , quattro distese prative: Due nei pascoli di San Canciano, Una fra Bressa e Campoformido e una posta a 1 Km da Campoformido.
Il 18 maggio 1915 a Campoformido iniziano ad insediarsi le Squadriglie italiane con velivoli monoplani Nieuport , poi sostituiti dai biplani Farman 1914 e dai Nieuport 10. Alle originarie
aviorimesse in legno si uniscono hangar metallici, in cemento armato e muratura. Alle squadriglie da ricognizione e da caccia, si affiancano quelle da bombardamento equipaggiate con i Caproni Ca.3.
A seguito dello sfondamento della Conca di Plezzo, i campi di volo di Campoformido e Santa Caterina vengono abbandonati. Viene distrutto tutto il possibile. Le aviorimesse in legno vengono date
alle fiamme e i velivoli inefficienti resi ulteriormente inservibili o incendiati . Nel 1918, l’aeroporto, occupato dalle truppe austriache diviene sede di Squadriglie da addestramento, scuola di
volo per piloti e osservatori, deposito di materiali aeronautici e sede di supporto per unità aeree di passaggio. Dopo un anno ha termine l’occupazione austroungarica e il 1 novembre 1918
gli ultimi reparti di volo nero crociati lasciano Campoformido. (tratto da "Il Cielo di Campoformido, di Roberto Bassi)