Il Fronte del Cielo - I campi di atterramento della rotta Torino - Pordenone

Nel maggio del 1917 l'Ufficio Rotte Aeree della Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare di Torino diede alle stampe una elegante brochure contenente 32 schede in cartoncino ognuna delle quali rappresentava in pianta e in posizione un campo di emergenza o di atterramento posto lungo la rotta aerea Torino Pordenone. E’ forse il primo “portolano” di questo tipo realizzato nel nostro paese. I campi furono allestiti lungo la direttrice Torino-Pordenone, per facilitare la consegna di apparecchi in volo. La rotta Torino-Pordenone era quella che si prevedeva più trafficata e su questa direttrice, all'inizio delle ostilità, fu intensificata la ricerca di campi di appoggio. Dieci giorni dopo l'inizio delle ostilità, la Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare di Torino inviò una circolare riservata e urgente a tutti i comuni della fascia pedemontana, chiedendo di segnalare i terreni potenzialmente idonei all'atterraggio degli aeroplani, con una dimensione minima utile di 300 x 100 metri. Questo il testo della Circolare del 2 giugno 1915: "L'attuale intensa attività a cui l'Aviazione militare è portata per lo svolgimento del compito affidatole per la difesa nazionale , rende necessario il passaggio di aeroplani in volo sul territorio di codesto Comune. E' di somma importanza per l'Aviatore di possedere l'indicazione esatta, segnata sulla carta che gli serve per dirigere il proprio volo, dei luoghi dove possa eventualmente atterrare in caso di necessità, colla sicurezza di trovarvi le necessarie favorevoli condizioni. Per un buon atterramento, occorre un campo o, preferibilmente, un prato che misuri almeno 300 metri per 100, possibilmente piano, non attraversato da fossi, nè interrotto da arbusti o da piante e lontano da condutture elettriche o fili di qualunque specie, comunque distesi alle altezze consuete. Questa Direzione si rivolge pertanto alla cortesia della S. V., non meno che al patriottismo di codesto Comune, certo non secondo ad alcun altro nel recare il proprio contributo alla difesa della patria. affinchè voglia, con tutta la maggior sollecitudine che le sarà possibile, comunicare a quetsa Direzione la precisa indicazione di un campo nel proprio territorio che risponda ai requisiti accennati e possibilmente non sia molto distante da una stazione ferroviaria o tranviaria. Anche se una località non rispondesse completamente a tutti i requisiti indicati può ugulamente venire resa nota, con l'indicazione di quegli eventuali provvedimenti di adattamento che la renderebbero adoperabile. Sarebbe utilissimo che l'indicazione richiesta fosse accompagnata da uno schizzo fotografico della località designata, estratto dalla mappa catastale o dalla carta al 25.000 dell'Istituto Geografico Militare. Questa Direzione dopo aver ricevuto un cortese cenno di risposta, si riserva di compiere un sopraluogo per giudicare circa l'opportunitò di approfittare della località che verrà designata e circa la possibilità di compiere nella stessa quelle piccole operazioni di adattamento come abbattimento di alberi, colmata di piccoli fossi, ecc e le semplici opere di segnalazioni, che la rendono facilmente reperibile per parte degli aviatori." I campi di emergenza, secondo le intenzioni, avrebbero limitato la probabilità di danni dovuti ad atterraggi precauzionali o per avaria. Le caratteristiche principali di questi campi, intervallati  tra loro di 10-20 km in media, erano il basso costo, le ridotte dimensioni (appena 300 per 100 metri),  e l’assenza di qualsiasi infrastruttura. Considerata l’urgenza di avere la rotta in efficienza, si procedette all’occupazione dei terreni e della loro sistemazione servendosi dell’ausilio dei vari Comuni, previa compilazione dello “stato di consistenza” e del verbale di occupazione. Ai proprietari o conduttori di terreni furono imposti il passaggio della coltivazione a prato asciutto e il divieto di pascolo, in attesa di stabilire la cifra dovuta per le spese di sistemazione, i danni ai frutti pendenti e il compenso della servitù militare. L'individuazione dei vari terreni fu portata a termine probabilmente già verso la fine dell'anno 1914. Nell'archivio comunale di Sona, nel veronese, sono conservati vari documenti, tra questi, una lettera della Direzione Tecnica, del gennaio 1915, che chiede la notifica alla proprietà di alcuni atti, altre successive riguardanti lavori da eseguire e la notifica delle spese da liquidare nell'ottobre 1915. Su proposta della Direzione Tecnica Aeronautica Militare, l’osservanza di queste norme fu demandata alle stazioni dei Carabinieri più vicine ai campi stessi, con periodici controlli del personale della Direzione Tecnica AM e l’aiuto dei membri della Lega Aerea Nazionale “la quale si prestò gentilmente nella ricerca dei terreni, mettendo a disposizione dell’Amministrazione militare il proprio personale e i mezzi di locomozione”. Non si hanno purtroppo dati sull’effettiva utilizzazione di tale rotta e sul suo eventuale abbandono, anche se la nutrita corrispondenza degli anni 1917-1918 riguardo le spedizioni di aerei per ferrovia, sembrano indicare un ben modesto sfruttamento della rotta aerea. (Gregory Alegi, da”La Grande Guerra Aerea 1915-1918, Rossato Editore). Tuttavia nel giugno del 1918 un documento del Comando Militare del Presidio di Mantova ci informa che il campo di atterramento di Cerlongo risulta ben vigilato mentre problemi vengono riscontrati per la sorveglianza su quello di Marengo (non compreso nell’elenco originale, ma che forse sostituì quello di Roverbella), e che al fine di mettere fine al disservizio la stazione dei Carabinieri di quest’ultima località, venne rinforzata con due elementi. I campi d’atterramento furono realizzati in pianura lungo la linea pedemontana e tracciavano una linea congiungente i principali campi allora esistenti, come Torino Mirafiori, Lonate Pozzolo, Taliedo, Brescia, Desenzano, Verona, Vicenza, Pordenone La Comina. Furono anche previste dei tratti alternativi o bypass come quello realizzato intorno al lago di Garda; una rotta più meridionale tra Brescia e Verona comprendente i campi di Montichiari, Medole, Goito Cerlongo, Roverbella e Villafranca.

In tempi successivi fu realizzata anche una linea diretta a Padova attraverso il campo di atteramento di Grisignano di Zocco e Borgoricco. I campi erano visibili dall’alto con una forma realizzata in ghiaino chiaro o altri mezzi rappresentante un bilanciere della lunghezza totale di 92 metri. Le sfere terminali, di diametro rispettivamente di 12 e 22 metri mentre la sbarra di congiunzione era larga 4 metri e lunga 58. Il segnale indicava la direzione di atterraggio. Il cerchio più grande era lo spazio dove un velivolo avrebbe dovuto posare le ruote, mentre la sbarra indicava la direzione consigliata. In totale la rotta era servita da 44 campi di aviazione, 31 dei quali sulla rotta diretta: Torino Mirafiori, Settimo Torinese, Chivasso, Saluggia, Bianzè, Viancino (Crova), Olcenengo, Albano Vercellese, San Pietro Mosezzo, CAMERI, Arconate, Pogliano, TRENNO, BAGGIO, TALIEDO, Albignano Trucazzano, Bariano, Chiari, BRESCIA PIAZZA D'ARMI, Virle Treponti, Bedizzole, PESCHIERA, Palazzolo di Sona, VERONA TOMBETTA, Belfiore d'Adige, Montebello Vicentino, VICENZA, Bolzano Vicentino (Quinto Vicentino), Castello di Godego, ISTRANA, ARCADE, Mareno di Piave, Godega Sant'Urbano, Sacile, AVIANO, LA COMINA. Come detto la derivazione di Goito comprendeva 5 campi: Montichiari, Medole, Goito (Vasto), Roverbella, Villafranca. Quella di Padova 3 campi: Grisignano di Zocco e Borgoricco e PADOVA. In totale i 400 km della rotta erano supportati da 44 campi si atterramento e di aviazione.

ROTTA TORINO MIRAFIORI - PORDENONE (LA COMINA)

 
     
Ruolino di bordo avvolgibile della Lega Aerea Nazionale, edizione 1917, con 42 campi, di cui 29 di atterarmento riportati in mappa come da figura in destra in alto, e 13 militari non riportati in mappa come quello di Istrana
     
Gli alletai: americani Il Fronte Italiano

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CAMPO DI VOLO DI SARCEDO

Campo provisorio allestito per il Royal Flyng Corps che nel marzo del 1918 vi aveva posto il comando del 14° Wing. Costruito in località Moraro-Vegre operò fino alla partenza dei reparti inglesi nel febbraio del 1919. (Tratto da: I Nidi delle Aquile, di Renato Callegari, 2015).




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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CAMPO DI AVIAZIONE DELLA GROSSA - GAZZO PADOVANO

Sull'esteso appezzamento di terreno, di forma quasi rettangolare, annesso a Palazzo Traverso, a sud di Grossa e a Est di Grantorto, sulla strada che congiunge Grossa a Camisano Vicentino, proprio al confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, fu approntato nei primi mesi del 1918 un aeroporto che trovava in Palazzo Traverso una naturale ed adattissima infrastruttura logistica, con i suoi immensi fienili, stalle e magazzini. Il campo fu assegnato agli alleati inglesi. Dirimpetto al Palazzo del Bertotti, dall'altra parte del campo, furono impiantati gli hangar e le baracche, mentre nei magazzini dello stesso furono sistemate le officine e gli alloggi della truppa. Gli ufficiali erano invece acuqrtierati nell'ala padronale del complesso. Tra il giugno e l'ottobre del 1918 vi fu basato il 28th e il 45th Squadron dotato di Sopwith Camel. Fu anche sede del 139th Bristol.




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CAMPO DI VOLO DI ARCADE

Nonostante debba la sua denominazione alla località di Arcade, il campo di volo conosciuto con il nome del paese trevigiano si trovava in effetti molto più vicino ai centri di Povegliano e Visnadello. L'aviosuperficie era stata realizzata su un'area di 460 per 380 metri circa, conosciuta come i campi bianchi , toponimo che con ogni probabilità aveva tratto origine dalle caratteristiche del terreno che si presentava sassoso, in quanto anticamente interessato dal corso del fiume Piave. I lavori per la costruzione del nuovo aeroporto iniziarono 26 ottobre 1916. Il campo divenne operativo nelle settimane seguenti venendo scelto per addestrarvi la nuova 79^ Squadriglia poi destinata a Istrana e successivamente a Paese (San Luca). (Vedi scheda)




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CLIFFORD MCEWEN

Canadese nato nel 1896, divenne Air Vice Marshall dell'aviazione canadese. Morì nel 1967.




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28° SQUADRON RFC

Arrivato in Italia tra il 12 e il 28 nove 1917, partecipò alle operazioni fino al termine del conflitto. Fu rimpatriato nel febbraio 1919. Dotato di velivoli Camel, era un reparto da caccia e di attacco al suolo. Ebbe come base Sarcedo (Tv).




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ANTONIO RIVA

(1896- 1951). Riva era veneto per metà. Nacque a Shangai dove il padre Achille gestiva una fi orente attività commerciale. Sua madre Teresa Barbaran Capra era una nobildonna Veneta. La gioventù la trascorse però a Firenze. Passò all'aviazione nel settembre del 1916 dopo aver militato nella fanteria e dopo essere stato ferito due volte. La sua prima destinazione fu la 29a Squadriglia a Cavazzo Carnico equipaggiata con Farman. In seguito fu trasferito a Villaverla, con la 71a a caccia. A metà ottobre del 1917 è al comando della 78a prima in Friuli e poi a Istrana. In dicembre è fra i protagonisti della famosa battaglia del giorno di Santo Stefano, combattuta sui cieli dell'aeroporto trevigiano. Nel 1918 in marzo viene trasferito alla base di San Luca dove rimane sino all'armistizio. Sembra che sia stato proprio Riva ad inziare l'uso della fiamma colorata (guidoncino) come insegna della squadriglia. La sua era rossa. Riva, che aveva una moglie americana e conosceva, perfettamente l'inglese ebbe sempre buoni rapporti con i piloti degli Squadron britannici. Nelle scuole italiane allora si insegnava il francese e questo ostacolò non poco i rapporti con i piloti inglesi. Nel dopoguerra Antonio Riva partecipò in appoggio al raid Roma-Tokio e nello stesso anno fu posto in congedo. Ritornato nella lontana Cina, continuò i commerci di famiglia, tentando anche la vendita di aerei al governo di quell'instabile paese. All'avvento di Mao-Tse-Tung, temendo il peggio, inviò i fi gli in Italia, pensando di essere al sicuro. In casa sua venne però trovato un reperto bellico, forse un ricordo di guerra. Tratto in arresto venne assassinato con altri il 17 agosto 1951.




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PETER CARPENTER 1891 - 1971

Capitano di Cardiff fu nel 45° e nel 66° Squadron. Decorato con DFC e Medaglia di Bronzo al Valor Militare italiana

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MATTHEW BROWN FREW 1895 - 1974

Air Vice Marshall di Gasglow fu nel 45° e nel 6° Squadron. Decorato con Cavalierato dell'Ordine dell'Impero Britannico, DFC e Medaglia di Argento al Valor Militare italiana

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CEDRIC ERNEST HOWELL 1896 - 1919

Capitano di Adelaide fu nel 45° Squadron. Decorato DSO, DFC e Croce Militare (nell'immagine a destra)




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34° SQUADRON


Il 34° Squadron fu costituito a Castle Bromwich il 7 gennaio 1916 da un nucleo iniziale fornito dal 19° Squadron. Nel luglio 1916 fu inviato sul fronte francese equipaggiato con velivoli B.E.2 come unità da ricognizione. Dotato dei velivoli R.E. 8 fu trasferito in Italia nel gennaio 1918, dove operò come unità da ricognizione e bombardamento. Rimase in Italia fino al termine delle ostilità. Rimpatriato nel maggio del 1919, fu sciolto il 25 settembre 1919.

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ROYAL AIRCRAFT FACTORY R.E.8




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HARRY GOODE 1892 - 1942

Capitano di Birminghan fu nel 66° Squadron. Decorato DSO, e DFC (Al centro in visita a soldati italiani)




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THOMAS FREDERIC WILLIAMS 1885 - 1995

Capitano di iNGERSOLL (oNTARIO) fu nel 28° Squadron. Decorato Medaglia d'Argento al Valor Militare italiana e Croce Militare

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139th SQUADRON




Reparto della RAF costituito a Villaverla il 3 luglio 1918 ed equipaggiato con velivoli Bristol F2B. Al comando della nuova unità fu posto il Maggiore Billy Barker.

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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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CAMPO DI AVIAZIONE DI MOTTA DI LIVENZA (TV)

Al 24 maggio 1915 era sede di un parco di rifornimenti della 3^ armata. Dopo Caporetto fu sede di due aerodromo austro-ungarici: a nord est dell'abitato fu stanziata la Flik 35D, la 42J e la 28. Nel giugno del 1918 arrivò anche la Flik 63, la Flik 35. Vi furono inoltre basate la Flik G1 e G3.Phönix D. I 228.40 E Albatros D. III 153.136 sul campo di Motta. (Da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_35.htm)




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AEROPORTO DI TOMBETTA DI VERONA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman da ricognizione comandata dal Capitano Musellis. Partita la squadriglia nel giugno del 1915 e stabilitasi ad Asiago, il campo rimase libero e nell'agosto-settembre successivo vista la necessità di aumentare sensibilmente il numero di squadriglie in quel di Verona, si mise mano a diverse altre costruzioni di hangars, tanto nella pista di Tombetta quanto nel Capo di Marte, prossimo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e confinante con l'altro campo. Il 16 dicembre 1915 giunse da Aviano la 5^ Squadriglia da bombardamento Caproni che iniziò le operazioni belliche il 10 gennaio 1916 con una missione sul campo austriaco di Gardolo (Trento). Verso la fine del 1916, ultimati i lavori, il campo poteva ospitare 6 o 7 squadriglie. Il campo era limitato a nord dalla ferrovia, ad est dalla strada per Rovigo e Mantova che divergevano proprio davanti a Forte Porta Nuova. La strada per Mantova delimitava il campo a ovest. Lo spazio destinato alla pista da volo, in terra battuta, era sistemato lungo il lato maggiore del campo, in direzione est-ovest. I fari della stazione radioelettrica erano sistemati al fondo della pista di involo. Numerose le missioni degli equipaggi di Tombetta ha battere le posizioni austo-ungariche, in particolare sulle Giudicarie, sulle linee della Valle Isarco e sui campi di aviazione trentini, come Pergine, dove il 16 aprile del '16 trovò la fine un Farman italiano. L'aeroporto fu impiegato per tutto il conflitto ed ospitò numerosi reparti come la 1^ squadriglia Farman, dal 6 ottobre 1915. Nel 1916 sul campo erano schierate, oltre alla già menzionata 5^, la 30^ e la 31^ Squadriglia Farman, la 73^ e la 75^ Squadriglia Caccia. Nel 1917 arrivò anche la 9^ Squadriglia Caproni. Il campo di Tombetta fu demolito agli inizi degli anni '20 per far posto alla nuova stazione di Porta Nuova.




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SOPWITH CAMEL




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CAMPO DI ISTRANA (TV)

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. Il Battaglione Aviatori aveva ricercato in quest'area terreni da trasformare in campi di volo fin dal 1913. Il 21 giugno del 1915, il capitano Attilio Ranza fu a Vedelago per verificare alcuni siti segnalati allo scopo. L'area su cui realizzare la base venne decisa ai primi di giugno dell'anno successivo. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani, su di una superficie rettangolare che aveva il lato maggiore di 620 metri e quello minore di 480. Il campo, che può essere considerato un tipico esempio di struttura aeroportuale dell'epoca, era provvisto di una baracca Ufficiali e di uffici di compagnia, costruiti interamente in legno, compresi i pavimenti. Vi erano poi gli hangar per i velivoli. Due accoppiati di tipo Centocelle, che misuravano 36,2 metri di lunghezza e 25,53 metri di larghezza. Erano realizzati con ritti in legno e capriate, sempre in legno, della misura di 18,1 metri. La struttura era prefabbricata con pareti sia in muratura che in legno, con il pavimento in catrame spalmato e con portoni scorrevoli sempre in legno. Vi era poi, come previsto, un terzo hangar, destinato all'alloggiamento della truppa, dello stesso tipo e dimensioni dei due precedenti ma edificato più a sud, alla prevista distanza di 18,2 metri, tale che lo spazio fra le strutture potesse agevolmente venire ricoperto per installare un quarto hangar. Era stata inoltre realizzata una tettoia chiusa a cinque elementi per il ricovero di aerei. Le strutture erano completate dal corpo di guardia con l'annesso deposito carburanti, una costruzione di forma quadrata alta quattro metri e con un lato di 7 m. e 75 cm. La prova delle armi di bordo aveva reso inoltre necessaria la realizzazione di due parapalle che si trovavano nel lato sud dell'aeroporto. Infine numerosi baraccamenti furono approntati fra gli hangar ed altre infrastrutture costruite attorno a casa Quaglia. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. La «battaglia di Istrana» vide affrontarsi decine di velivoli italiani e tedeschi e l'eco di quell'episodio fu tale da fargli conquistare un'illustrazione di Achille Beltrame, sulla prima pagina della Domenica del Corriere, onore che spettava solo agli avvenimenti di assoluto rilievo. L'incursione dei velivoli con la croce di ferro causò sensibili danni alle strutture del campo. Andarono distrutti l'hangar che veniva utilizzato come alloggiamento per la truppa e la baracca degli ufficiali. Divenne allora chiara la necessità di decentrare gli aerei su piste secondarie per renderli meno vulnerabili a futuri, sempre più probabili, attacchi. Tra gennaio e febbraio del 1918 le operazioni di spostamento dei mezzi ebbero inizio, verso i nuovi campi all'uopo realizzati, presso Paese (S.Luca) e Quinto. Nel successivo mese di aprile l'intero campo sembrò in procinto di essere trasferito a sud della Postumia Romana e, più precisamente, sui terreni ad est della Casa Rossi. Vennero iniziati i lavori per la costruzione delle necessarie fondazioni. Verso la fine del mese gli hangar della «vecchia» base, furono mimetizzati con motivi diversi. Appare lecito ipotizzare che questi lavori debbano avere in qualche modo tratto in inganno la ricognizione austrotedesca poiché i bombardieri germanici diminuirono la frequenza dei loro attacchi su ciò che restava del campo originale per andare a concentrarsi sulle infrastrutture in corso di realizzazione a sud della Postumia Romana che, nella notte, risultavano più evidenti. In breve tempo tutte le costruzioni furono mimetizzate e stando a quanto riferiscono le testimonianze raccolte in loco, venne iniziata la costruzione di nuove strutture che fra la popolazione che viveva intorno al campo erano note come «hangar finti». La complessa serie di mascheramenti che vennero posti in atto sembra avere effettivamente dato i frutti sperati. La carta della zona che fu compilata dalla ricognizione austriaca a seguito della missione 33/998 del 26 agosto 1918, non riesce infatti più a dare una chiara collocazione al campo di Istrana il cui posizionamento in precedenza era perfettamente noto. Su Istrana operarono anche reparti inglesi e squadriglie italiane da ricognizione.




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELFIORE/CALDIERO

Il campo di aviazione di Belfiore d'Adige era un campo di emergenza ancora in uso nel 1926. Non era dotato di hangar. Viene citato nel lavoro di Renato Callegari, "I nidi delle Aquile" 2015, Si può ritenere che il campo denominato in alcuni documenti come "Caldiero" è quello di Belfiore. Tra il febbraio e il maggio del 1919 vi sostò il 66th Squadron inglese in attesa di essere rimpatriato.

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ROYAL FLYING CORPS R.F.C.

Il Royal Flying Corps venne ufficialmente costituito il 13 marzo 1912 come parte dell'esercito britannico (British Army). Il primo comandante fu il brigadiere generale Sir David Henderson e fu diviso in due parti. La prima era rappresentata dall'arma aerea dell'esercito (Army Wing)) e l'altra della marina (Naval Wing). Nel 1914, il Naval Wing fu posto sotto il diretto comando della Royal Navy e fu pertanto costiuito il Naval Air Service. Il Royal Flying Corp entrò in azione il 19 agosto 1914, sei giorni dopo aver lasciato il Regno Unito e posto la sua base operativa in Francia.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI POGGIO RENATICO

La Direzione dei Servizi Aeronautici Alto Adriatico di Venezia, iniziò nei primi mesi del 1918, tra le località di Poggio Renatico, Coronella e Mirabello, i lavori per la costruzione di un aeroporto militare. Il campo d’aviazione venne situato in località Cascina Nuova distante 2,5 km a nord di Poggio Renatico, ed era composto da undici hangar a tre capannoni, un magazzino, alloggi per ufficiali e truppa, mentre la pista d’atterraggio misurava metri 800x550. All’esterno vennero sistemati i depositi di munizioni. Con l’arrivo delle squadriglie 181^ e 182^ di triplani Ca.4 Caproni da bombardamento e delle squadriglie 202^ e 203^ di biplani Caproni da bombardamento, venne istituito alla fine di settembre del 1918, sotto il comando del Ten. Col. Armando Armani, il Distaccamento Aereo di Poggio Renatico. (Storia dell'aviazione a Ferrara e Poggio Renatico, di Alessio Canessa)

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WILLIAM GEORGE BARKER 1894 - 1930

William George "Will" Barker è il soldato canadese più decorato di tutti i tempi. Fu pilota da caccia durante il primo conflitto mondiale.




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AEROPORTO DI PADOVA

L’area su cui è attualmente ubicato l’Aeroporto “Gino Allegri” di Padova è la stessa che un tempo con la denominazione di “Piazza d’Armi” era utilizzata dai vari reggimenti dell’esercito, di stanza in città, per l’effettuazione delle diverse attività addestrative. Il 1 luglio 1913 fu costituita la VII Squadriglia Aeroplani Bleriot al comando del Cap. Armando Armani, già decorato per meriti bellici durante la guerra italo-turca. Il 28 gennaio 1914, oltre alla VII a Padova furono assegnate altre due squadriglie di aeroplani: la IV Squadriglia Bleriot, comandata dal Cap. Olivo Guidi, e l’VIII Squadriglia comandata dal Cap. Pilota Resio Adolfo. Allo scoppio della guerra, il 24 maggio 1915, la VII Squadriglia Nieuport fu trasferita a Campoformido alla dipendenza del II Gruppo Squadriglie Aviatori, mentre la IV Bleriot venne dislocata sul campo veneziano di Bazzera a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia




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SIDNEY JOSEPH COTTLE "JACK" 1894 - 1967

Capitano del 45° Squadron. La mattina del 31 agosto 1918 riuscì ad abbattere tre Albatros D.III, uccidendo l'asso austro-ungarico Josef Pürer e catturando Otto Forster della Flik 3J.




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FRANCIS STANLEY SYMONDSON 1897 - 1975

Capitano di Sutton (UK). Decorato di Croce di guerra e della Medaglia d'Argento al Valor Militare italiana.

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STANLEY STANGER 1894 - 1967

Capitano di Montreal (Canada). Decorato di Croce di guerra e DFC.

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HAROLD BYRON HUDSON 1898 - 1982

Tenente di Cobham (UK). Decorato di Croce di guerra.

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RAYMOND JAMES BROWNELL 1894 - 1974

Capitano di New Town (Tasmania). Decorato di Croce di guerra.

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KENNETH BARBOUR MONTGOMERY 1897 - NC

Capitano di Birkenhead (UK). Decorato di Croce di guerra e Croce di Guerra Italiana.

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45° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Gosport il 1 marzo 1916 fu equipaggiato con apparecchi Sopwith 1½ Strutters. Dispiegata in Grancia nell'ottobre dello stesso anno subì pesanti perdite fino alla sostituzione del velivolo con il Sopwith Camel nella metà del 1917. Trasferita sul fronte italiano alla fine del 1917 vi rimase fino a settembre quando fece ritorno in Francia.

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GERALD ALFRED BIRKS 1894 - 1991

Tenente di Toronto (Canada). Decorato di Croce di guerra. Arruolato nel Corpo di spedizione canadese il 3 agosto 1915, era tenente del 73° Battalion (Royal Highlanders of Canada), e fu ferito nel novembre del 1916 durante la battaglia della Somme. Entrò nel Royal Flying Corps l'8 marzo 1917 come pilota. Arrivò in Italia il 10 marzo 1918 con un cospicuo numero di ore di volo e divenne il compagno di volo preferito di Barker. Il 18 marzo ottenne la prima vittoria distruggendo un Rumpler da ricognizione sopra Pravisdomini. Sei giorni dopo mise a segno un colpo simile. La terza vittoria arrivò il 2 maggio e e due giorni dopo distrusse due Albatros catturando i piloti Karl Patzelt, e F. Frisch.Una settimana più tardi mise in fiamme un altro C.V mentre il 19 maggio distrusse in meno di cinque minuti due velivoli Berg. Il giorno successivo, insieme a Barker, riuscì ad abbattere l'asso austriaco József Kiss. Il 9 giugno fu la volta di un altro D.V e il 21 un D.V sopra Motta. Lasciò il 66th Squadron il 1 luglio 1918 ritornando in Inghilterra come istruttore

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AEROPORTO DI SAN PELAGIO

Nelle praterie che si stendevano dietro il castello di San Pelagio, tra la fine del 1917 ed i primi mesi del 1918, venne allestito, in seguito alla ritirata di Caporetto, uno dei tanti campi di aviazione che dovevano sostituire quelli persi dopo l’arretramento del fronte. Funzionò dapprima come deposito , almeno fino al 26 febbraio, poi divenne sede di reparti, ad iniziare dalle squadriglie Caproni. Sul campo di San Pelagio fu pagato un notevole contributo di vite umane da parte dei piloti, che lo consideravano un aeroporto difficile a causa della pista corta e da due ostacoli esistenti a fondo pista, una montagnola e un laghetto. San Pelagio fu sede della 87^ Squadriglia SVA. (tratto da "Padova nella storia del volo, di Luigi Luppi) di Roberto Bassi)


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JOHN CHARLES BRADLEY FIRTH 1894 - 1936

Maggiore di Idsworth (UK). Decorato di Croce militare divenne pilota militare il 17 aprile 1917. Assegnato al 45th Squadron quale pilota di Sopwith 1 1/2 Strutter, conseguì la sua prima vittoria il 12 luglio 1917; partecipò all'abbattimento di un Albatros D.III tedesco a est di Messines. Dieci giorni dopo ne abbattè un'ltro sopra Menen. Le altre nove vittorie le conseguì sul caccia Camel. Iniziò con un Albatros bisposto da ricognizione sopra Passchendaele il 25 settembre 1917. Il giorno successivo distrusse un Albatros D.III nella stessa zona. L'8 ottobre 1917 divenne comandante e il 26 ottobre 1917 incendiò un Albatros D.III. Insieme a Peter Carpenter abbattè un ricognitore il 31 dello stesso mese. Il 2 gennaio 1918, in Italia, Firth condivise l'abbattimento di un ricognitore nei pressi di Conegliano.

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DRAKEN

Un pallone frenato o drachen, termine usato specificamente per i palloni frenati d'impiego militare, è un particolare tipo di aerostato che si distingue per essere vincolato al suolo mediante uno o più cavi. Il termine drachen deriva dalla denominazione tedesca dei primi palloni militari di questo tipo: drachenballon.




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42° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Filton il 1 aprile 1916 da equipaggi del 19° Squadron. Fu un reparto da ricognizione armato con velivoli BE.2 e successivamente BE.2. Fu sul fronte italiano

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MANSELL RICHARD JAMES 1893 - 1919

Capitano di Leamington (Ontario). Decorato di DFC divenne pilota e assegnato al 45 Squadron in Italia il 12 febbario 1918. Il 3 giugno ebbe la sua prima vittoria ai danni di un Albatros D.V sopra Feltre. Quattro giorni più tardi abbattè due Albatros D.III, uno nel cielo di san Martino, l'altro sopra Colicella. Le successive due vittorie furono degli Albatros D.V che distrusse a est di Feltre il 10 luglio. Il 5 agosto colpì anche un ricognitore, un AEG. Il giorno successivo abbattè due Albatros D.V sopra Segusino e poi ne distrusse un terzo. L'ultimo giorno di agosto altre due vittorie vicino ad Arsiero, due Albatros D.V.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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JAMES HART MITCHELL 1899 - 1921

Capitano di Hereford (UK9. Decorato di croce Militare, DFC, e Medaglia di Bronzo al Valor Militare Italiana. Prima di essere trasferito al Royal Flying Corps nel 1917, militava nel reggimento Essex. Fu assegnato al 28 Squadron e dprima di essere trasferito in Italia aveva già conseguito tre vittorie sul fronte francese. Sul fronte italiano conseguì altre otto vittorie fino al luglio del 1918, quando fu rimpatriato.




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CHARLES MIDGLEY MAUD 1898 - 1974

Comandante di Stormo, Rodley (UK). Sottotenente di artiglieria dal 5 agosto 1915 fu trasferito al Royal Flying Corps nel luglio 1917. Divenuto pilota il 23 dicembre 1917, il 3 gennaio 1918 fu assegnato all'addestramento avanzato e di tito. L'8 marzo 1918 arrivò al 66th presso il campo di San Pietro in Gu e guadagnò la sua prima vittoria il 1 maggio distruggendo un Albatros D.III sud-ovest di Conegliano. Distrusse poi un LVG C a sud di Oderzo il giorno successivo. Costrinse all'atterraggio un Albatros D.V sopra Caldonazzo il 10 maggio , e abbattè un Albatros D.III il 18 maggio. Il 20 maggio fu la volta di un altro D.V sopra Alano di Piave. Abbattè poi un Albatros D.III a sud di Stino di Livenza l'8 giugno, un LVG C sopra Bellunoil 10 luglio. Seguirono altre tre vittorie in agosto, un LVG a ovest di Feltre e sopra Vittorio, il 5 e il 22, e un DFW C il 23 sopra Vidor. L'undicesima vittoria la conseguì il, 7 ottobre a scapito di un'altro Albatros D.V sopra Oderzo.

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BRISTOL F2B


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CAMPO DI AVIAZIONE DI GHEDI (BS)

Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale. Con lo scoppio della Grande Guerra, l’aeroporto di Ghedi divenne un’importante base di difesa aerea contro gli aerei austriaci che, partendo dalle loro basi in Trentino, attaccarono a più riprese Brescia e i centri della provincia (accadde per la prima volta il 25 agosto 1915 quando un aereo austriaco sganciò quattro bombe sullo stabilimento Tempini di Brescia uccidendo quattro operai). Ghedi, insieme a Ganfardine (Verona) servì anche da trampolino di lancio per i ricognitori SVA e Pomilio destinati a penetrare in territorio ostile e fotografare le principali installazioni nemiche (trincee, aeroporti, stazioni ferroviarie). In particolare, il 21 maggio 1918, due SVA al comando dei Ten. Francesco Ferrarin e Antonio Locatelli (87^ Squadriglia) compirono un raid bellico di oltre 780 chilometri sorvolando le Alpi e la Valle del Reno, il Lago di Costanza e le città di Bregenz e di Lindau giungendo sino a Friedrichshafen, importante centro aeronautico nemico, per una ricognizione sugli stabilimenti Zeppelin. fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI VILLAVERLA (VI)

Alla fine dell’estate del 1915 L’Esercito decise di allestire un campo di aviazioni ai piedi dell’altopiano di Asiago, identificando un vasto appezzamento appena fuori il paese di Villaverla, delimitato a sud dalla roggia Verlata, a ovest dalla strada che collegava Villaverla a Thiene e a est dalla Villa Cà Ghellina. Quest’aerea si presentava con una sufficientemente lunga e piana radura con fondo abbastanza compatto per consentire le operazioni di volo e in posizione logisticamente ideale. Nei primi mesi del 1917 il campo disponeva di una pista lunga quasi 800 metri, la caratteristica torre di osservazione in legno, tre grandi aviorimesse miste in legno e muratura e almeno due hangar del tipo Mercandino oltre una serie di baracche di legno adibite a officine e locali di lavoro.(Immagine da: C'era una volta un campo di volo.. di Luigino Caliaro)




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CIRE' DI PERGINE

Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione costruì uno dei suoi più importanti aeroporti del fronte italiano, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Nel Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell’I.R. Aviazione, la ‘’Flik 24’’ e la ‘’Flik 55j’’, in cui ebbero la sorte di incontrarsi tre dei più famosi ‘’assi’’ che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché József Kiss (ungherese).




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN LUCA (TV)


Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fin da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78^, 79^, 115^ e 139^. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75^ e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infine, anche il 34th Squadron e 6th Bristol Fighter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79^. La 78^ invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115^ e la 139^ operavano con i robusti SAML. La 139^ poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75^ nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79^ era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78^ era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafica che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto (rif.26), di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo. Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fino agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115^ e 139^a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli ufficiali risiedevano nelle case signorili vicine. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th- Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fiancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole.(Immagine: Lo schieramento della 79^ a San Luca. ArchiBallista. Tratta da "Il Fronte del Cielo").

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JOSEF KISS 1896 - 1918

Ungherese di Pozsony (Bratislava) partì volontario all’inizio delle ostilità nel 72° Reggimento Fanteria con il quale combattè in Galizia. Ferito gravemente maturò in convalescenza l’intenzione di entrare in aviazione. Nell’aprile del 1916 conseguì il brevetto di volo e con i gradi di sergente arrivò sul fronte italiano con la Flik 24, come osservatore. Definito "Il Cavaliere del cielo" per via del suo comportamento leale e cavalleresco, aveva al suo attivo ben 113 missioni di guerra con 19 vittorie . La sua prima missione di volo avvenne il 20 giugno 1916, e il 25 agosto costringe all’atterragio un Caproni Ca.3 italiano. La prima vittoria come cacciatore la ottine a bordo di un Brandemburg il 10 giugno nel cielo di Asiago a scapito di un Nieuport italiano. Nel novembre fu trasferito alla 55J e nei successivi due mesi e mezzi ottenne 12 vittorie. Ferito all’addome il 25 gennaio 1918 in un duello aereo con l’asso italiano Scaroni si salvò con un atterraggio di emergenza. Il 24 maggio 1918 non ancora completamente ristabilito partì a bordo di un nuovo Phoenix D.III fu abbattuto dal canadese Gerald Birks. A ventiquattro ore dalla morte l'imperatore Carlo I decretò motu proprio la promozione di Kiss a Tenente della riserva, caso unico nella storia dell'Imperiale-Regio esercito austro-ungarico. (Nell’immagine, Kiss a sinistra)




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