Il Fronte del Cielo - Emeroteca - L'Arena di Verona

 

 
   

 

3 -4 agosto Nuova efficace incursione aerea su Riva
     
7 - 8 agosto L'azione dei nostri dirigibili sul Carso
     
8 - 9 agosto Comune di Verona per la Difesa Aerea
     
15 - 16 agosto Velivoli nemici...
     
20 - 21 agosto Assidue ed audaci imprese dei nostri aviatori
     
22 - 23 agosto Una nostra ardita e felice incursione aerea su Aisovizza
     
23 - 24 agosto Una nostra squadriglia scaglia altre 60 bombe sul campo...
     
25 - 26 agosto Alcune bombe d'un aeroplano austriaco su Schio
     
26 - 27 agosto Gesta austriache. Un aeroplano nemico lancia 4 bombe su Brescia
     
26 - 27 agosto Verona nelle descrizioni dei corrispondenti
     
28 - 29 agosto Gli idrovolanti italiani bombardano di nuovo il gruppo fortificato di Riva
     
28 - 29 agosto Come i nostri aviatori distrussero ad Aisovizza...
     
30 - 31 agosto Altre 120 bombe sul campo austriaco di aviazione
     
  Attenzione, le pagine di questa sezione contengono solo la stampa del 1915, cioè L'Arena, Il Corriere della Sera e La Lettura; per visitare le altre pagine mostrate in indice entrare dalla sezione "La Memoria" dal menù principale  


L'Arena - luglio 1915

L'Arena - settembre 1915

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L'ARENA 3-4 AGOSTO 1915

UNA NUOVA EFFICACE INCURSIONE

Comando Supremo 2 agosto - I nostri idrovolanti, la sera del 31 luglio, fecero una nuova incursione su Riva, lanciando bombe con ottimi risultati e sfuggendo alle offese di nutrita fucileria dell'avversario.

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L'ARENA 7-8 AGOSTO 1915

L'AZIONE DEI NOSTRI DIRIGIBILI SUL CARSO
UN ACCAPPAMENTO NEMICO E IL NODO FERROVIARIO DI OPICINA BOMBARDATI
UN IDROVOLANTE AUSTRIACO MESSO IN FUGA

Comando Supremo 6 agosto - Nella passata notte un nostro dirigibile bombardava gli accampamenti nemici intorno al lago di Doberdò. Fatto segno al fuoco di artiglieria nemica, rientrava incolume in cantiere Un altro dirigibile bombardava con molta efficacia il nodo ferroviario di Opcina. Sulla via del ritorno, assalito da un idrovolante austriaco che gli lanciava dall'alto tre bombe incendiarie, riusciva a metterlo in fuga col fuoco del proprio bordo e rientrava incolume alle nostre linee. Firmato Generale Cadorna

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L'ARENA 8-9 AGOSTO 1915

COMUNE DI VERONA PER LA DIFESA AEREA

La relazione all'Ordinanza 19 giugno 1915, n. 3 di S.E. il Tenente Generale Comandante la Fortezza di Verona. Presi gli opportuni accordi con l'Autorità Militare:
IL SINDACO
allo scopo di evitare alle persone i danni che potrebbereo essere causati dalla caduta dei proiettili lanciati dai posti di protezione della città contro aeromobili nemici. Invita i cittadini a sgombrare dalle strade e piazze e a rimanere nelle proprie abitazioni appena sia avvertito il pericolo di bombardamenti aerei. Rende noto che di tale pericolo la popolazione sarà avvertita, se di notte, dal repentino oscuramento della città, nonchè dai segnali di cornette dati dai militari percorrenti di corsa le vie principali; se di giorno, dal segnale del "rengo" che sarà suonato a rintocchi brevi e vibranti, oltrechè dalle cornette nei quartieri eccentrici. Ad avvisare la popolazione del cessato pericolo, varrà, nottetempo, la riaccenzione della pubblica illuminazione, e, di giorno, il suono a distesa del "rengo". Verona 7 agosto 1915, Il Sindaco T. Zanella

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L'ARENA 15-16 AGOSTO 1915

COMUNICATO DEL GEN. CADORNA

Velivoli nemici hanno in questi giorni volato con frequenza sulla regione dell'Isonzo. Le nostre batterie antiaeree li ricacciarono sempre con tiri efficaci.

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L'ARENA 20-21 AGOSTO 1915

ASSIDUE ED AUDACI IMPRESE DEI NOSTRI AVIATORI

Comunicato del Gen. Cadorna: ...Il nemico spiega sempre maggiore attività nell'impiego dei suoi aeroplani come scoperta e come mezzo di offesa. I nostri aviatori, i quali colle loro assidue ed audaci imprese tanto contribuiscono al buon andamento delle operazioni, costituiscono, anche in unione alle artigliere antiaeree, una efficace difesa contro tali tentativi nemici. Firmato Generale Cadorna

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L'ARENA 22-23 AGOSTO 1915

UNA NOSTRA ARDITA E FELICE INCURSIONE AEREA SU AISOVIZZA - GLI AVIATORI NEMICI, PER INIQUA RAPPRESAGLIA, BOMBARDANO UDINE

All'alba del 20 la nostra squadriglia di aeroplani, volava sul campo nemico di aviazione in Aisovizza ad oriente di Gorizia e lo bombardava per circa 30 minuti con successo. Nonostante il fuoco di tre batterie antiaeree, i nostri velivoli rientravano nelle linee perfettamente incolumi. Sulla via del ritorno, avvistato un draken nemico, lo sottoponevano al fuoco delle proprie mitragliatrici obbligandolo ad abbassarsi. Mentre l'ardite e felice nostra incursione aerea era stata diretta contro un obiettivo militare in perfetta osservanza ad usi di guerra, nel pomeriggio del giorno stesso, per iniqua rappresaglia, una squadriglia di aeroplani nemici volava sulla città di Udine e lanciava su di essa quattordici bombe. Il risultato di tale impresa fu l'uccisione di cinque cittadini fra i quali una donna e di una bambina e di tre carabinieri. Furono anche apportati alcuni danni a case di privati e proprietà. Generale Cadorna

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L'ARENA 23-24 AGOSTO 1915

UNA NOSTRA SQUADRIGLIA SCAGLIA ALTRE 60 BOMBE SUL CAMPO AVIATORIO NEMICO DI AISOVIZZA

Comando Supremo 22 agosto - I nostri velivoli rinnovarono ieri mattina l'incursione sul campo nemico di aviazione in Aisovizza sul quale lanciarono 60 bombe devastandolo. La nostra ardita squadriglia fu fatta segno ai consueti tiri degli antiaerei ma rientrò incolume. Generale Cadorna

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L'ARENA 25-26 AGOSTO 1915

ALCUNE BOMBE D'UN AEROPLANO AUSTRIACO SU SCHIO

Comando Supremo. Il mattino del 22, un aeroplano nemico volò su Schio e vi lanciò alcune bombe uccidendo una donna. Generale Cadorna

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L'ARENA 26-27 AGOSTO 1915

GESTA AUSTRIACHE. UN AEROPLANO NEMICO LANCIA 4 BOMBE SU BRESCIA: 6 MORTI E PARECCHI FERITI

Comando Supremo. Stamane un aeroplano austriaco volò sopra Brescia e riuscendo a sfuggire ai tiri aerei, potè lanciare quattro bombe, che uccisero sei persone e ne ferirono parecchie tutte apparteneneti alla popolazione civile. Generale Cadorna - ALCUNI PARTICOLARI DELLA NUOVA BARBARIE AUSTRIACA Togliamo dalla "Provincia di Brescia": L'aeroplano austriaco, era proveniente, a quanto pare, da Riva da dove è partito di prima mattina avrebbe seguito la grande strada del Garda, proseguendo verso Desenzano e la bassa bresciana. Infatti l'apparecchio apparì su Brescia dalla parte di Castenedolo. Si trattava di un biplano di grandi dimensioni, tutto nero con a bordo due uffuciali. L'aeroplano è giunto su Brescia verso le sei. Quivi, mantenendosi ad una quota di qualche centinaio di metri, ha descritto vari larghi giri per orizzontarsi. A quell'ora le vie erano già bastamente affollate: così fu subito scorto da molti ma non riconosciuto come nemico. La gente per altro, il naso all'aria, non si dimostrava per nulla impressionata. Girò sulla stazione venendo dalla parte del Castello, passò sullo stabilimento Togni, e poi giunto sullo stabilimento Tempini lasciò andare la prima bomba. Erano le 6,34. A quell'ora si cambiavano i turni, così lo stabilimento non era affollato come nelle ore piene di lavoro. Alla prima bomba ne seguì una seconda alla distanza di pochi secondi, e poi l'aeroplano riprese di nuovo il suo giro verso piazza d'armi, piazza del Comune, la Stazione, lo stabilimento Togni e poi di nuovi ripassò sugli stabilimenti della metallurgia, e lanciò le altre due bombe precisamente alle 6 e 40. Le bombe scoppiarono tutte al primo urto, infrangendosi in minutissimi pezzi. Si è raccolto un frammento che mostra la traccia di un tubetto di vetro, in cui era forse l'esplosivo, e un anello che ancora presentava un pezzetto di corda. Probabilmente gli aviatori portavano appese al loro apparecchio le bombe, così per gittarle altro non han dovuto fare che sporgersi un tantino dal loro bordo, per tagliare la cordicella. Al fracasso del primo scoppio, che fu seguito da un rinvio di vetri, si determinò un fuggi fuggi nello stabilimento. E poichè le porte erano chiuse una parte degli operai si affollarono verso la parte posteriore dello stabilimento, cha dà verso il Cimitreo, e scavalcarono il muro di cinta. Nello stabilimento intanto l'operaio Giacomo Corini rimaneva morto sul colpo, e un altro, Pasquino Rovella, che si era precipitato sulla via, trovava qui la morte, che la quarta bomba gli scoppiò a due passi, scavando una buca di un trenta centimeti di profondità e di un metro circa di diametro e proiettando tutto intorno i suoi frammenti, così che il muro dello stabilimento in quel punto ne è tutto costelato e un palo di una conduttura elettrica appare come crivellato. Nel fuggi fuggi un certo numero di operai rimanevano investiti dal grandinare dei vetri delle tettoie, e qualcuno ancora più disgraziato dalle schegge di bombe. Di questi, tre feriti assai gravemente, sono purtroppo decessi all'Ospedale Civile dove furono portati. Essi sono il capo officina Angelo Tettamanti e gli operai Angelo Decca e Alceste Simonelli. Gli altri riportarono ferite insignificanti. I danni si riducono atutti i vetri dello stabilmento infranti, tanto che oggi si riprende la lavorazione in tutti i reparti. Contro il velivolo nemico vennero pure sparati colpi di fucile e di cannone da posti di vedetta: ma senza che ciò valesse a impedirgli la fuga. Peraltro da due persone, che ebbero ad osservarlo in luoghi distanti fra loro, mentre era sul ritorno, ci venne assicurato che il suo volo appariva incerto e entrambi gli osservatori credettero rilevare che da una parte pendesse. Da tignale ci è pervenuta notizia che verso le 8 l'aeroplano austriaco sarebbe stato colà avvistato.

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L'ARENA 26-27 AGOSTO 1915

VERONA NELLE DESCRIZIONI DEI CORISPONDENTI DI GUERRA

UN BIPLANO... Non è finita. Un nuovo rombo, assieme più pieno e piùdolce, sale nel cielo. Un biplano s'innalza sul lago fra i m onti e la pianura e in pochi minuti è scomparso in fondo, verso la città austriaca che dovrà essere italiana e che ci guarda dall'altra sponda del tranquillo specchio d'acqua. Un altro lo segue a breve distanza. Due colpi di cannone lontano annunziano che il nemico li ha visti. Un'ora dopo sono di ritorno incolumi, ma è impossibile sapere i dettagli del loro viaggio. Eppure la valel è così tranquilla! ...IN ARIA E IN ACQUA Il collega Benedetti scrive al "Giornale d'Italia": In un tramonto magnifico che tingeva di colori delicati le tranquille acque del lago ho assistito al ritorno di un nostro aviatore. Il cielo di Riva si era tutto punteggiato di "shrapnells" fra le quali navigava la sottile linea dell'apparecchio con una immobilità illusoria. La angoscia degli spettatori avrebbe voluto infondere una maggiore velocità al velivolo. Ma l'aeroplano si attardava con una persistenza snervante nel cielo minacciato. Dopo pochi minuti il cielo si sgombrò dalle nuvolette mortali e parve lasciare una signoria incontrastata al velivolo che ritornava velocissimo alle nostre posizioni ingigandendo rapidamente. La guerra d'aria si era chiusa ancora un avolta con una nostra contesa vittoria e la parte anteriore dell'apparecchio aveva i sottili sostegni delle bombe completamente vuoti. Meno movimentata ....

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L'ARENA 28-29 AGOSTO 1915

GLI IDROVOLANTI ITALIANI BOMBARDANO DI NUOVO IL GRUPPO FORTIFICATO DI RIVA

Comando Supremo 2 agosto - In sera del giorno stesso (25 agosto) col favore del ...unio nostri idrovolanti lanciarono bombe sul grupp fortificato di Riva e fuggendo ai tiri delle batterie antiaeree nemiche, ritornarono incolumi alle linee

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L'ARENA 30-31 AGOSTO 1915

COME I NOSTRI AVIATORI DISTRUSSERO AD AISOVIZZA GLI HANGAR AUSTRIACI

Togliamo dal "Secolo": Aisovizza. La località dove gli austriaci hanno il campo di aviazione militare donde partirono gli aeroplani che lanciarono bombe su Udine, massacrando persone innocenti e gli aeroplani che quotidianamente operano nella zona contrastata dell'Isonzo, è una piccola località in pianura di poco più che quattro case e un'osteria, all'est di Gorizia presso l'imbocco della "Val di Rose" e del famoso bosco demaniale do Passowitz. Il vicino campo di aviazione è su di un grande spiazzo erboso. I 9 capannoni che lo formavano erano divisi in tre gruppi. La squadriglia nostra che, come fu pubblicato, compì l'audace impresa, era comandata da un maggiore e forte di due apparecchi guidato ciascuno da un capitano aviatore. Gli aviatori iotaliani che erano partiti allo spuntar del giorno dal campo di P... salirono subito alla quota di 2500 metri e navigarono di conserva il basso Isonzo. Allorchè furono sopra Doberdò vennero avvistati dagli austriaci e fatti segno ad un violentissimo fuoco di artiglieria. Ma ne rimasero immuni e e riuscirono anzi a far perdere agli austriaci la loro direzione. Filando a velocià quasi fantastica i due velivoli italiani attraversarno il Carso, la piana del Vipacco, le pendici dello Staragora, raggiunsero la valle in fondo alla quale era il nido degli avvoltoi nemici, dei massacratori di donne e bambini. Erano le quattro del mattino. I due apparecchi italiani si abbassarono a 1500 metri e presero a descrivere numerosi "otto" con abilità perfetta: gruppo per gruppo i capannoni furono fatti segno a tiro di bombe, piene di una potente carica di esplosivi che scoppiarno tutte con grande fragore. Nuvoli enormi di fumo, di terriccio, si levarono dai luoghi dove erano scoppiate le bombe: in più punti i capannon incominciarono a bruciare. Gli aviatori italiani, inesorabili, continuarono il loro bombardamento. Dal bordo degli apparecchi vennero lanciate sul campo nemico le trenta bombe di cui uno era provvisto, dall'altro 29 bombe (una non si staccò dall'ordegno di lancio). Quindi gli aviatori ripresero quota e si allontanarono a grandissima velocità. Erano rimasti nel campo di Aisovizza 25 minuti. Le cannonate nemiche non produssero danni ai nostri velivoli nè ferirono i valorosi aviatori. L'apparecchio a bord del qale era il comandante la squadriglia ebbe un ala forata da una pallottola di shrapnel. Gli aviatori allorchè rientrarono al campo, ebbero dai colleghi le più cordiali e calorose felicitazioni. Il Generale Cadorna di persona si congratulò con loro e volle encomiare gli ufficiali. .

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L'ARENA 30-31 AGOSTO 1915

ALTRE 120 BOMBE SUL CAMPO AUSTRIACO DI AVIAZIONE

Comando Supremo 2 agosto - Le esplorazioni aeree risultando che il nemico già si affrettava a porre riparo ai danni arrecati dalla recente incursione dei nostri velivoli sul campo di aviazione in Aisovizza, questo veniva ieri mattina nuovamente bombardato da una nostra squadra. Furono lanciate 120 bombe: due hangar furono colpiti in pieno, tutto il campo devastato, provocato qua e là qualche incendio. I nostri velivoli furono fatti segno per oltre mezz'ora al fuoco di numerose batterie. Ritornarono incolmi dall'ardita missione. Generale Cadorna

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