Il Fronte del Cielo - Emeroteca - Il Corriere della Sera

 

 
   

     
1 giugno Le lusinghiere prove fornite dai nostri dirigibili
     
2 giugno Idrovolante austriaco catturato da un incrociatore
     
3 giugno Il "raid" aviatorio su Pola
     
6 giugno Nuove conferme austriache dei danni a Pola ...
     
8 giugno Un dirigibile su Pola
     
9 giugno Aeroplano nemico su Venezia ...
     
10 giugno I volontari aviatori
     
11 giugno Falsa affermazione tedesca ...
     
13 giugno Comunicato del Comando Supremo
     
14 giugno Chi comandava il dirigibile che bombardò Fiume
     
18 giugno Il nodo ferroviario di Divaccia bombardato ...
     
19 giugno Bombardamenti dai monti, dal mare e dall'aria
     
21 giugno Bomba su un treno sanitario
     
23 giugno Comunicato del Comando Supremo
     
29 giugno Aeroplani nemici bombardano ...
     
     
     
  Attenzione, le pagine di questa sezione contengono solo la stampa del 1915, cioè L'Arena, Il Corriere della Sera e La Lettura; per visitare le altre pagine mostrate in indice entrare dalla sezione "La Memoria" dal menù principale.  


 

 

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IL CORRIERE DELLA SERA 1 GIUGNO 1915

POLA BOMBARDATA DA UN DIRIGIBILE

La stazione, il deposito di nafta colpiti. L'Arsenale incendiato. Il Capo di Stato Maggiore della Marina comunica da Roma il 31: Iersera 30 maggio un nostro dirigibile ha volato su Pola, lasciando cadere bombe sulla stazione ferroviaria, sul deposito di Nafta, sull'Arsenale: tutte sono scoppiate sui bersagli. Un forte incendio è divampato nell'Arsenale.Il dirigibile, fatto segno ad un intenso fuoco di artiglieria contraerea, non è stato ma colpito ed è ritornato incolume.

Le lusinghiere prove fornite dai nostri dirigibili Roma, 31 maggio, notte Non una bomba ha dunque fallito il bersaglio; e poiché relativamente breve è la distanza che ci separa da Pola – e quindi il minor peso di combustibile necessario al percorso può essere utilizzato con altrettanto peso di esplosivi da Lanciare – non devono essere state poche le bombe gettate e, di conseguenza, i bersagli fatti. Il comandante del dirigibile riferisce che un grave incendio si è sviluppato nell’arsenale. Noi non sappiamo in qual punto: ma l’aver potuto assumere così rapidamente vaste proporzioni, dinota non soltanto che l’esplosivo è caduto dove esisteva materiale facile a infiammarsi, ma altresì che il dirigibile deve essersi con mirabile ardimento abbassato a breve quota sulla terra per ottenere tale efficacia nel tiro. Pochi giorni or sono una competente autorità inglese, descrivendo sul Times l’organizzazione dei nostri servizi aerei militari e navali, esaltava in particolar modo la perfezione del nostro materiale e più ancora la perizia e il valore dei nostri piloti, come risulta dal fatto che – nonostante i continui e prolungati voli e navigazioni aeree – l’Italia conta, in confronto di tutte le altre nazioni, una bassissima percentuale di incidenti. Noi vediamo dal notevole avvenimento odierno, come dalle altre brillanti prove che in pochissimi giorni di guerra hanno già fornito i nostri dirigibili (ricordiamo l’azione di uno di questi contro le navi austriache che il 24 maggio tentarono l’attacco delle nostre coste e l’altra, il 27 maggio, di un aeronave che volò su Sebenico, bombardando i cacciatorpediniere raccolti alla foce del Buzuc) luminosamente confermato il lusinghiero giudizio del maggior giornale britannico e possiamo trarne ottimi auspici per l’avvenire.

Un “raid” aereo su Bari e Brindisi. Un ragazzo ucciso Roma, 1 giugno mattina (Ufficiale). Questa mattina è comparso su Bari un aeroplano nemico e un altro è comparso su Brindisi, lasciando cadere entrambi bombe sulle città. A Bari una bomba ha esploso sul tetto di un fabbricato privato, da cui è caduta una tegola ferendo gravemente un ragazzo quindicenne che poco dopo è morto. A Brindisi due cittadini sono stati leggermente feriti e due case private lievissimamente danneggiate ((Stefani).

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IL CORRIERE DELLA SERA 2 GIUGNO 1915

IDROVOLANTE AUSTRIACO CATTURATO DA UN INCROCIATORE
GLI AVIATORI AUSTRIACI CONTRO LE CITTA' COSTIRE D'ITALIA

Bombe su Molfetta Roma, 1 giugno (Ufficiale) L’aeroplano austriaco che ha questa mattina gettato bombe su Bari si è diretto in seguito verso Molfetta dove ha fatto cadere qualche bomba uccidendo un operaio (Stefani). La scorreria su Bari Bari, 1 giugno, ore 13.15 Stamane alle 4,30 alcuni cittadini che si trovavano in diversi punti della città hanno udito un rumore di elica proveniente dall’alto, dapprima lontano e poi sempre più chiaro e distinto, sinchè alle 4,45 è apparso ai loro occhi un biplano, che aveva a bordo due persone. L’apparecchio avanzava rapidamente all’altezza di circa 1500 metri, proveniente da oriente. Dopo una breve evoluzione per orientarsi, eseguita sulla spiaggia, l’aeroplano, che i pescatori avevano creduto fosse italiano si è spinto sulla stazione ferroviaria dove ha gettato una bomba. In quel momento, però l’apparecchio compiva rapidi giri e l’ordigno, anziché cadere sulla tettoia della ferrovia, sotto la quale erano in movimento parecchi treni, si è abbattuto più innanzi in piazza Roma presso il palazzo dell’on. Vito Nicola De Tullio. All’urto contro il tetto dell’edificio la bomba ha avuto una formidabile esplosione che ha destato i cittadini, gettando l’allarme. Tre bombe. Dall’apparizione dell’apparecchio alla sua rapida avanzata e discesa sino a meno di mille metri e poi allo scoppio della bomba erano trascorsi pochi minuti, durante i quali i primi a notare l’aeroplano erano rimasti collo sguardo in su, assolutamente tranquilli. Dopo la prima esplosione, al balcone principale del palazzo della Camera di commercio, un ufficiale di marina dava l’annuncio della presenza di un aeroplano nemico e subito le squadre di ciclisti, che prestano servizio permanente di guardia, si sono spinte velocemente in direzioni diverse facendo echeggiare dappertutto la sirena d’allarme. I balconi si sono popolati al primo momento di donne vestite alla meglio saltate dal letto: poi i portoni e tutti i locali a pianterreno sono stati invasi dagli inquilini dei piani superiori. Pochi minuti dopo la prima esplosione una seconda ha echeggiato in direzione di ponente; subito dopo ancora una terza! Quindi il rumore dell’elica è andato lentamente allontanandosi sino a quando non si è più udito. L’apparecchio nemico dopo essere passato sopra la cosidetta “Spiaggia del Filosofo” aveva raggiunto la stazione ferroviaria, e quindi, facendo rotta verso ponente, aveva gettato in via Crisanzio la seconda bomba e la terza presso Picone. Abbassandosi, poi, aveva volato sulla città, aveva girato sulla piazza della Prefettura tenendosi ad una quota di 500 metri d’altezza. Spintosi allora verso S. Cataldo, si era elevato sino a 2000 metri sulla stazione radiotelegrafica: quindi aveva ripreso infine la direzione di ponente. Alle 5,30 i cittadini, definitivamente rassicurati della fine del pericolo, hanno abbandonato i loro rifugi e si sono riavviati per le vie principali. Il ragazzo ucciso. In piazza Roma presso la facciata del palazzo De Tullio, che si trova di fronte alla stazione ferroviaria, si è raccolta subito una folla enorme che faceva ressa presso il, portone dinanzi al quale giaceva un giovanetto, che aveva trascorso la notte dormendo sulla terra presso il portone stesso. Il ragazzo, colpito al petto, è stato identificato per Michele Ranieri, di anni 14. Gli accorsi hanno provveduto al trasporto dell’infelice alla sala della stazione ferroviaria dove ha cessato di vivere pochi minuti dopo. Il Ranieri che conduceva vita randagia e dormiva tutte le notti per le strade, era stato colto nel sonno. Gli agenti hanno raccolto presso il punto dove riposava il giovanetto Ranieri la bomba, che ha una forma cilindrica, chiusa da una parte da un cerchio forato e dell’altra da un collo alto pochi centimetri, intorno al quale si notano parecchie punte ritorte. Nel centro dell’ordigno sono quattro aperture rettangolari a forma di sfogatoi. Cadendo sul tetto del palazzo De Tullio la bomba aveva causato la rottura di tegole che sono tutte precipitate nella piazza sottostante, provocando un grande frastuono che ha reso maggiore l’allarme degli abitanti del palazzo e dei dintorni, dove gli edifici hanno avuto una fortissima scossa che ha causato la rottura di molti vetri. Le autorità, che si sono fermate parecchio tempo in piazza Roma, si sono recate poi negli altri punti sui quali l’apparecchio nemico aveva fatto cadere esplosivi. La seconda bomba esplosa in via Crisanzio, in prossimità della vecchia via Bitritto, ha sfondato il tetto della casa di proprietà Vito Nicola Nardulli, che vi teneva dentro una trebbiatrice e una macchina per l’espurgo che sono state entrambe gravemente danneggiate. Una scheggia staccatasi dalla boma ha ucciso un cavallo. La terza bomba è caduta nell’interno di un fondo in contrada Picone, dove ha sfondato per un certo raggio il terreno. Durante la mattinata moltissima gente è rimasta sempre raccolta in piazza Roma commentando il “raid” aereo compiuto dal nemico, e manifestando in ogni maniera il proprio alto sentimento d’italianità. E’ da rilevare, infatti, che, superato il primo momento di pericolo durante il quale la calma non è stata turbata, la popolazione, ritornata serena e animata da alti sensi di patriottismo, ha acclamato in vari punti all’Italia. L’episodio di Molfetta Bari, 1 giugno, ore 13,30. Apprendo che il medesimo apparecchio ha volato prima su Mola e su altre città litoranee, e, dopo Bari si è spinto sino a Molfetta, dove ha gettato quattro bombe: la popolazione ha conservato anche qui una mirabile calma. Un operaio elettricista che si trovava in istrada, colpito da una scheggia staccatasi da una bomba, è rimasto ucciSo; una donna è rimasta ferita. Idroplano nemico raccolto in mare e portato a Brindisi da un incrociatore Brindisi, 1 giugno, ore 20 Alle ore 19 è entrato in porto un nostro incrociatore con a bordo un idroplano nemico, rinvenuto in alto mare. E’ un apparecchio di marca tedesca, distinto con l’indicazione “L32”; ha leggere avarie. Dal fatto di documenti rinvenuti a bordo si desume che gli aviatori siano annegati. Si sono trovate anche tre bombe, armi, munizioni e una mitragliatrice. L’entrata dell’incrociatore in porto è stata salutata da frenetici evviva della popolazione e dalle sirene delle altre navi. Si ritiene che l’apparecchio sia quello stesso che ha volato stamattina su Brindisi, lanciando sei bombe, di cui qualcuna rimase inesplosa. I danni recati dal bombardamento sono insignificanti: il tetto di una casa rustica è rimasto sfondato e due persone sono ferite. Il velivolo, subito fatto segno a un vivo fuoco di fucileria e di mitragliatrici, si allontanò rapidamente. La popolazione è rimasta tranquilla anche per le larghe misure protettrici prese dalle autorità. Gli ingiustificabili metodi degli aviatori austriaci Roma, 1 giugno, notte. La Tribuna, a commento dei bombardamenti odierni, scrive: “Brindisi è piazzaforte, e tutti i bombardamenti vi sono leciti. Resta, però, da osservare che, invece che dirigere il suo fuoco sul porto militare e sui depositi della R. Marina, l’aviatore austriaco si è tenuto prudentemente al largo e si è limitato a danneggiare case private e ad offendere cittadini pacifici. Nulla, all’infuori della brutale malvagità, giustifica invece il lancio di bombe su Bari, che è città aperta e completamente indifesa. L’unica vittima infatti di questa passeggiata aerea, che vedremo domani comparire nei comunicati austriaci come un’eroica impresa, è un ragazzo quindicenne, colpito al capo da una tegola. Gli austriaci devono essere ormai convinti che nessuna intimidazione morale può infiacchire gli spiriti dei nostri rivieraschi, che le rappresaglie contribuiscono soltanto a persuadere della necessità della guerra. Nel bombardare le città aperte, gli ufficiali nemici non cercano evidentemente che allori a buon mercato con vigliacche imprese, non soltanto proibite dal diritto internazionale, ma riprovate dal più elementare senso di umanità.” E il Giornale d’Italia scrive: “E’ grave la constatazione fatta dalle nostre autorità della frode usata dagli austriaci per eludere le pacifiche popolazioni della nostra costa contro le quali lanciano, con stupida barbarie, la loro flotta aerea. Ora si sa da un comunicato ufficiale che il ponte sul Marecchia non è stato danneggiato dalle navi nemiche, ma da un dirigibile austriaco che batteva bandiera italiana. Così i nostri vicini continuano a far uso degli stessi sistemi di guerra inaugurati col raid del 24 corrente e indegni di popoli civili.”

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IL CORRIERE DELLA SERA 3 GIUGNO 1915

IL RAID AVIATORIO SU POLA

Roma, 2 giugno, mattino. Il Messaggero riceve da Ginevra: “Le prime notizie giunte qui da Trieste danno notizia dell’importanza del successo del raid aviatorio compiuto il 30 maggio da un dirigibile italiano su Pola … L’Arsenale di Pola ha avuto danni enormi dall’incendio sviluppatosi in seguito alla caduta di quattro bombe. Più grave ancora è stato l’incendio al deposito di nafta, data la scarsezza che se ne ha in Austria e le difficoltà di rifornimento. L’aeroplano che gettò bombe su Bari portava la bandiera italiana Roma 2 giugno, mattino Il Messaggero ha da Bari che l’aeroplano austriaco, che ieri gettò bombe su quella città, faceva sventolare il tricolore italiano.

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IL CORRIERE DELLA SERA 6 GIUGNO 1915

NUOVE CONFERME AUSTRIACHE DEI DANNI A POLA

Roma 5 giugno, sera. Il Piccolo Giornale d’Italia ha da Zurigo: “Notizie viennesi confermano che grandissimi danni sono stati prodotti dal bombardamento dei nostri dirigibili a Pola … L’Arsenale di Pola fu realmente in fiamme per alcune ore e a stento coi moderni sistemi di estinzione di cui sono forniti gli arsenali, potè essere domato l’incendio. I danni sono stati grandi e avranno conseguenze notevoli.

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IL CORRIERE DELLA SERA 8 GIUGNO 1915

UN DIRIGIBILE SU POLA

Un dirigibile ha fatto una nuova incursione su Pola, gettando bombe su punti di carattere militare. Roma,7 giugno, notte. Nella notte precedente una nuova incursione su Pola è stata eseguita da un nostro dirigibile. L’aeronave ha lasciato cadere varie bombe, che hanno tutte esploso sopra punti di carattere militare. Firmato: Thaon Di Revel.

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IL CORRIERE DELLA SERA 9 GIUGNO 1915

AEROPLANO NEMICO SU VENEZIA E SU PUNTI INTERNI DELLA COSTA

La situazione Per la terza volta un aeroplano austriaco è apparso su Venezia gettando bombe: alcune case sono state lievemente danneggiate e due donne contuse. L’aeroplano, questa volta, prima di riprendere la via del mare, si è spinto sulla terraferma lanciando altre bombe: v’è un morto, v’è qualche ferito. Aeroplano nemico su Venezia e su punti interni della costa Pochi danni e un morto. Venezia, 8 giugno, sera. (Ufficiale). Stamattina un aeroplano nemico ha volato sopra Venezia gettando bombe che hanno lievemente danneggiato alcune case private, Solo una donna ha riportato una lieve contusione ad un braccio ed una ragazza è stata colpita alla testa da una pallottola di rimbalzo. Poche bombe sono state anche lanciate in punti più interni della costa. I danni si limitano ad un morto e a qualche ferito. (Stefani

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IL CORRIERE DELLA SERA 10 GIUGNO 1915

I VOLONTARI AVIATORI

La situazione Da quando la nostra guerra aerea è iniziata, le flottiglie aeree – sebbene le condizioni atmosferiche siano state spesso sfavorevoli – hanno svolto una attivissima azione contro le basi navali, gli stabilimenti militari, le ferrovie della costa orientale dell’Adriatico. Nella notte dal 26 al 27 maggio una squadra di aeronavi bombardava la linea ferroviaria Trieste-Narbesina danneggiandola, forse interrompendola, il 27 il dirigibile navale M2 volava sopra Sebenico e colpiva con le sue bombe vari cacciatorpediniere; il 30 maggio un dirigibile della Marina bombardava la stazione ferroviaria, il deposito di nafta e l’arsenale di Pola: un grande incendio divampava nell’arsenale; e il bombardamento veniva ripetuto nella notte dal 6 al 7 giugno. Di contro a questa intensa efficace attività, gli aeronauti austriaci hanno ben poco da vantare: qualche casa privata danneggiata, qualche innocente borghese ucciso o ferito. Finora le nostre aeronavi eran tornate illese dalle loro scorrerie sfuggendo alle insidie delle correnti, alle offese dei cannoni antiaerei; ma non v’ha successo in guerra che non costi sacrificio. La mattina dell’8 giugno un dirigibile italiano che si era recato sopra Fiume, il gran porto italiano dell’Ungheria, per bombardarvi gli stabilimenti militari (il grande cantiere Danubius, il silurificio Whitehead, la stazione aeronautica) dovette per avaria calare sul mare vicino all’isola di Lussin e si incendiò. L’equipaggio, secondo notizie austriache, è stato salvato e fatto prigioniero. La nostra perdita è lieve assolutamente rispetto alla molteplicità e alla importanza delle operazioni svolte dalle nostre flottiglie aeree; è lieve, con tutta probabilità, poiché i nostri lanciatori di bombe mirano bene, anche di fronte ai danni che il dirigibile avrà certamente arrecati agli stabilimenti navali di Fiume, eccellenti infiammabili bersagli. I volontari aviatori 700 domande presentate. Torino, 9 giugno, sera. Uno dei corpi militari ai quali sono pervenute le domande più numerose per l’ammissione di volontari è il battaglione aviatori che, per molteplici ragioni, ha dovuto sospendere le iscrizioni. Le domande furono 700. Attualmente al campo di aviazione del battaglione stanno esercitandosi ben 150 allievi. Sono tutti semplici soldati, animati dal più ardente patriottismo. La scuola raccoglie volontari di ogni classe: vi sono soldati semplici provenienti da nobilissime famiglie, professionisti, commercianti e milionari, come pure semplici operai, tutti avvinti dal più simpatico cameratismo. Tra i volontari è il figlio dell’ex-sindaco di Roma, Nathan.




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IL CORRIERE DELLA SERA 11 GIUGNO 1915

FALSA AFFERMAZIONE TEDESCA ...

Falsa affermazione tedesca di preparativi antiaerei sul Duomo di Milano e su San Marco Roma, 10 giugno, notte. L’Agenzia Stefani comunica: La Vossische Zeitung riferisce che furono piazzati sul Duomo di Milano e sopra San Marco a Venezia apparati radio-telegrafici e cannoni antiaerei, ciò che giustificherebbe eventualmente attacchi aerei austriaci. La notizia è completamente falsa e sembra diretta allo scopo di preparare l’opinione pubblica ad attacchi consimili a quelli di Reims e di Louvain. Mancando ogni base alla notizia tendenziosa, è chiaro che tali attacchi sarebbero invece pienamente ingiustificati ed in diretto contrasto colle regole del diritto di guerra relativo ai bombardamenti e coi più elementari principi di civiltà.

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IL CORRIERE DELLA SERA 13 GIUGNO 1915

COMUNICATO DEL COMANDO SUPREMO

Dal comunicato del Comando Supremo, 12 giugno: Sul fronte da Tolmino al mare i nostri ottimi aviatori continuano ad esplicare con abilità ed ardimento la loro opera di scoperta e di offesa. Firmato: Generale Cadorna

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IL CORRIERE DELLA SERA 14 GIUGNO 1915

CHI COMANDAVA IL DIRIGIBILE CHE BOMBARDO' FIUME

Ancona, 13 giugno, sera. E’ giunta alla famiglia Castracane di fano notizia ufficiale dal Ministero della guerra che il comandante conte Ludovico Castruccio Castracane, che era a bordo del dirigibile incendiatosi giorni orsono in prossimità dell’isola di Lussini, è prigioniero. Il comandante Castracane appartiene a nobile e antica famiglia fanese; ha viva la vecchia madre e altri congiunti ufficiali di marina.

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IL CORRIERE DELLA SERA 18 GIUGNO 1915

IL NODO FERROVIARIO DI DIVACCIA BOMBARDATO DA UN DIRIGIBILE

Roma, 17 giugno Il capo dello Stato Maggiore della Marina comunica: Un nostro dirigibile, sorpassando campi trincerati nemici, ha ieri notte lanciato bombe di grande potenza sull’importante nodo ferroviario di Divaccia, producendo gravi danni. L’aeronave è ritornata incolume, nonostante il vivo fuoco di fucileria e delle mitragliere del nemico.

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IL CORRIERE DELLA SERA 19 GIUGNO 1915

BOMBARDAMENTI DAI MONTI, DAL MARE E DALL'ARIA

Bombardamenti dai monti, dal mare e dall’aria contro le posizioni austriache La lotta intorno a Plava si sviluppa. … L’azione terrestre contro la resistenza austriaca sull’Isonzo è completata dal mare e dal cielo. … mentre un aeronave della marina bombardava il nodo ferroviario di Divaccia, i dirigibili dell’esercito bombardavano le posizioni di Monte Santo (682 m.) al nord di Gorizia, la stazione di Ovcja Draga, sulla ferrovia che venendo da Gorizia si biforca a Dornberg per Aidussina e per Trieste, e i trinceramenti situati davanti a Gradisca. La lotta a Plava L’incursione dei dirigibili sulle linee austriache. Dal comunicato del Comando Supremo, 18 giugno: Nella notte del 17, mentre una aeronave della R. Marina compieva la distruzione della stazione di Divaccia, i nostri dirigibili eseguivano incursioni in territorio nemico, bombardando, pare con efficacia, le posizioni di Monte Santo e i trinceramenti di fronte a Gradisca e recando danni gravissimi alla stazione di Ovcja Draga sulla ferrovia Gorizia-Dornberg. Rientrarono incolumi. Firmato Generale Cadorna

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IL CORRIERE DELLA SERA 21 GIUGNO 1915

BOMBA SU UN TRENO SANITARIO

Dal comunicato del Comando Supremo, 22 giugno: Aeroplani nemici lanciarono qualche bomba. Non si ebbero danni. Firmato Generale Cadorna

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IL CORRIERE DELLA SERA 23 GIUGNO 1915

COMUNICATO DEL COMANDO SUPREMO

Dal comunicato del Comando Supremo, 12 giugno: Sul fronte da Tolmino al mare i nostri ottimi aviatori continuano ad esplicare con abilità ed ardimento la loro opera di scoperta e di offesa. Firmato: Generale Cadorna

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IL CORRIERE DELLA SERA 29 GIUGNO 1915

AEROPLANI NEMICI BOMBARDANO CON SCARSO RISULTATO

Dal comunicato del Comando Supremo, 28 giugno: Si viene manifestando una certa attività per parte degli aeroplani nemici che bombardano alcune delle posizioni da noi conquistate recentemente, generalmente però con scarso risultato. Firmato Generale Cadorna

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