La Grande Guerra Aerea - Aviazione Navale - 15.5 Le Stazioni Marittime

Stazioni di Grado e Cascina Farello
Nel luglio 1915 fu scelta l'isoletta di Gorgo della laguna di Grado come sede della stazione d'aviazione marittima più avanzata verso il nemico. La sistemazione fu da prima provvisoria poi, sul finire dell'anno, divenne fissa e vennero sviluppati tutti i servizi in modo che all'inizio del 1917 essa era in completa efficienza. Oltre gli hangars di Gorgo comprendeva, fino agli ultimi mesi del 1915, altri hangars innalzati a Grado città che ricoverarono, fino al principio del 1917, apparecchi francesi sostituiti in tale epoca da una squadriglia idrovolanti della Marina, armata da personale dell'Esercito. Negli ultimi giorni dell'ottobre 1917, in conseguenza della ritirata della III Armata sul Piave, venne abbandonata; gli apparecchi raggiunsero Venezia in volo nonostante le condizioni metereologiche proibitive, il materiale mobile fu asportato con pontoni per via di mare, e quello fisso venne incendiato.
La stazione di Grado subì numerosissimi bombardamenti aerei da parte del nemico; la sua difesa antiaerea era quella fornita dalla Difesa Marittima di Grado e dagli apparecchi da caccia di Cascina Farello, località presso Aquileia, ove aveva sede una squadriglia di apparecchi terrestri, francesi fino all'agosto 1916 distaccati da Venezia, e poscia dell'Esercito alle dipendenze della Marina. Il servizio guerresco disimpegnato da questa stazione era costituito da costante vigilanza ed esplorazione sul golfo di Trieste; collaborazione con le squadriglie di Venezia nei bombardamenti delle retrovie nemiche, Parenzo, Trieste (zona industriale e stazione idrovolanti), campo d'aviazione di Prosecco, regolazione del tiro delle batterie del basso Isonzo e dei monitori ed azioni di immediata rappresaglia agli attacchi avversari.
 
     
Stazione di Venezia Aveva già vita all'inizio della guerra trasformata da scuola, com'era organizzata durante la pace, in stazione guerresca. Il suo sviluppo fu grandioso ed incessante fino a raggiungere una sistemazione completa al termine delle ostilità; posta sotto la protezione della Piazza di Venezia ne subì le sorti specialmente in riguardo alle intense e numerose incursioni aeree nemiche, alcune delle quali erano condotte esclusivamente sulla base d'aviazione. Armata con apparecchi d'ogni tipo provvedeva a tutte le esigenze della guerra aerea: esplorazioni quotidiane sul mare, scorta a convogli, azioni di ricognizione e bombardamento sulle località maggiormente agguerrite del nemico, regolazione del tiro delle batterie prossime al fronte, pattuglie di sicurezza aeree ed appoggio alle fanterie durante operazioni terrestri.
Si può dire che tale stazione fosse un complesso di stazioni minori fra le quali primeggiava però quella dell'Isola S. Andrea, di poi denominata «Giuseppe Miraglia», a ricordo del primo ardito comandante morto per incidente aviatorio dopo una lunga, serie di missioni guerresche. Tralasciando quella di Bazzera, sede prima di una squadriglia Bleriot dell'Esercito e di poi di una francese, e quella di Marcon per aeroplani da bombardamento (una squadriglia Caproni alla dipendenza della, Marina) che ebbe breve vita dall'agosto all'ottobre 1917 e sostituita da una squadriglia S. I. A., sorse a nuova efficienza nell'estate 1918, e rimase come satellite della prima la stazione di S. Nicolò del Lido.
 
     
S. Andrea Sorge sull'isola delle Vignole fra Venezia od il Lido. Era già in funzione prima della guerra con un hangar e poche altre costruzioni. Mano mano, data la sua ottima posizione e configurazione e lo sviluppo preso dall'aviazione, occupò quasi totalmente l'isola. Sul canale banchinato a fondo cieco che si insinua in essa si protendono i pontili dei nove hangars (tre in cemento armato tipo incombustibile, tre in muratura e tre in muratura e legname) che possono ricoverare in tutto 78 apparecchi. Il massimo sviluppo dei lavori si ebbe nel 1917, benché in ogni periodo di tempo non sia mai mancato l'impulso per rendere sempre più completa la sua efficienza ed organizzazione.  
     
S. Nicolò del Lido Posta a sud-ovest del forte omonimo atta al ricovero di  squadriglie di aeroplani terrestri da caccia. Le costruzioni ed i baraccamenti avevano carattere provvisorio ed erano in legno. I lavori ebbero inizio nell'aprile 1918. I due hangars smontabili, tipo Pasqualini é Vienna, potevano ricoverare 20 apparecchi.  
     
Stazione di Ferrara Con le prime ordinazioni fatte dalla Marina di apparecchi Caproni ne era previsto l'impiego a Ferrara.; fu quindi nel maggio 1916 costruito un hangar nel recinto dell'aeroscalo; ma tale hangar non ebbe mai i tre apparecchi che avrebbe potuto ricoverare. Fu poscia, nel 1917, trasportato un chilometro a valle dell'aeroscalo e munito di campo e costruzioni ausiliarie proprie; fu adibito agli aereroplani da difesa della zona, dei quali ne poteva contenere 12, ed effettivamente ne ricoverò una squadriglia di Newport dal gennaio 1918, sostituita nel luglio da una di S. V. A.  
     
Stazione di Poggio Renatico  Questo campo di Caproni, posto sulla provinciale Ferrara-Bologna, a dodici chilometri circa dalla prima città, rappresentò la base delle incursioni in grande stile (avrebbe dovuto avere 80 apparecchi) contro Pola, Trieste, Fiume, in conseguenza del programma del 1917. I lavori furono iniziati nella primavera del 1918 presso omonimo campo dell'Esercito; nel settembre un hangar era pronto e gli edifici ausiliari in avanzata costruzione, in ottobre la prima squadriglia Caproni triplani poté esservi ricoverata; e quindi prendere parte all'offensiva di Vittorio Veneto.  
     
Stazione di Porto Corsini La sua posizione, quasi sul parallelo di Pola, rappresentava il posto di vedetta sull'ampia soglia dell'Adriatico centrale; fu
adibita quindi al servizio di vigilanza benché per qualche scorreria fosse da tale località condotta sul territorio nemico. Impiantata nel periodo della neutralità la stazione venne armata all'inizio della guerra con una sezione di idrovolanti; ma la
scarsità degli apparecchi e del personale resero la sua attività stentata dopo i primi' mesi fino al 1917, anno nel quale venne armata con personale dell'Esercito; lo sviluppo maggiore e confacente alla sua postura strategica l'ebbe nel 1918, quando, con dovizia di materiale italiano e personale americano, potè sopperire a tutte le necessità di esplorazione continuata ed offesa sul nemico. Le varie costruzioni non erano ancora totalmente completate all'armistizio, in dipendenza di questo nuovo sviluppo; a tale epoca comprendeva oltre i fabbricati ausiliari due hangars in ferro con ricopertura in legno, capaci di 18 apparecchi da ricognizione o 24 da caccia, e sei scivoli in legno per le operazioni della messa in acqua. Essa era posta sulla riva sinistra del canale Candiano presso la confluenza di questo col canale Baione a circa un chilometro dal mare; le operazioni di ammaraggio e partenza dall'acqua non erano facili per la vicinanza delle sponde, per le forti correnti e per la posizione degli scivoli posti naturalmente perpendicolarmente alla direzione delle correnti stesse. La stazione, posta presso località d'appoggio di sommergibili e torpediniere, ebbe a subire molti attacchi aerei avversari.
 
     
Stazione di Pesaro  In funzione, per l'esplorazione, all'inizio della guerra con un hangar in legno. Data la deficienza di apparecchi e quindi l'inattività della stazione, che sarebbe valso solo ad attirare offese nemiche, fu abolita nel luglio del 1915; l'hangar fu inviato a Brindisi.  
     
Stazione di Ancona impiantata quando con il programma del 1917 si prevedeva un largo approntamento di apparecchi, e quindi la possibilità di aumentare la vigilanza sul tratto costiero dell'Adriatico centrale privo di adatte basi navali e verso le opposte sponde delle isole dalmate. Alla fine del 1917 può già ricoverare una squadriglia venuta da Grado dopo l'abbandono, e benchè alcune sistemazioni fossero ancora da terminare all'armistizio, essa dava ricovero a 24 apparecchi in un hangar a tre tettoie costruito in muratura sul molo della Sanità.  
     
Stazione di Jesi Posta nel recinto dell'Areoscalo, ed adatta al ricovero di areoplani da caccia, serviva alla difesa antiaerea della località ed alla scorta dei dirigibili in missioni d'esplorazione. L'hangar, capace di una quindicina d'apparecchi, fu innalzato nel 1917 e ricoverò una squadriglia armata da personale dell'Esercito.  
     
Stazione di Pescara Situata alle foci del fiume Pescara nel maggio 1918 è in iniziale allestimento; quasi pronta all'armistizio avrebbe dovuto essere armata con personale americano. Constava di tre hangars capaci complessivamente di 40 apparecchi.  
     
Stazione di Varano La mancanza di una base navale fra Brindisi ed Ancona rendeva probabili e sicure, nell'effetto, le incursioni nemiche su tale sviluppato tratto di costa; inoltre per tal causa non era possibile sorvegliare in alcun modo le mosse nemiche riferentisi alla zona di Sebenico e delle isole Curzolari. Tale stato di cose rese necessario l'impianto della stazione di Varano in posizione strategica buona, per quanto possibile, data la conformazione delle opposte sponde. Fino dai primi giorni della guerra furono eseguiti rapidamente alcuni lavori a Vieste per una stazione volante di due Curtiss da sistemarsi in un hangar Mercandino, con lo scopo di eseguire rapide ricognizioni verso Sebenico, necessitando la conoscenza del dislocamento del naviglio nemico nelle sue basi.
I lavori però si protrassero fino al settembre e gli apparecchi impiegati non corrisposero all'attesa, si che scarso fu il frutto di tale impianto. Contemporaneamente si provvedeva alla sistemazione stabile della stazione di Varano nell'insenatura Sud Ovest del lago omonimo. Nell'aprile 1916 esse sono appunto per ricevere gli apparecchi che iniziano subito il servizio di vigilanza. Lo sviluppo di Varano è un crescendo continuo; nel maggio 1916 viene stabilito un notevole ingrandimento per poter rendere la stazione atta al ricovero d'apparecchi da bombardamento (in tale epoca erano previsti i Bresciani), così che dal settembre all'ottobre procedono alacremente i lavori per il nuovo hangar; nel 1917 sono eseguite sistemazioni ed ampliamenti, sia per accogliere altri apparecchi, sia per fornire le necessarie comodità al personale destinato a vivere in una zona isolata, malsana e priva di risorse. L'approntamento completo non è terminato all'armistizio, epoca nella quale sono efficienti due hangars in ferro e tre in cemento armato con una capacità complessiva di 36 apparecchi, mentre che l'ultimo progetto ne prevedeva una dotazione di 60. L'attività delle squadriglie seguì naturalmente passo passo le fasi   dell'approntamento della stazione; se nel 1916 le esplorazioni erano saltuarie e le azioni offensive limitate, nel 1917 le prime erano compiute due volte al giorno e le seconde condotte in squadriglia; nel 1918 si aggiunsero ricognizioni in largo stile nell'arcipelago delle isole opposte. Fu altresì provveduto con gli apparecchi della stazione alla difesa aerea della zona Garganica notando che per tale servizio era stata aggregata nel 1918 una squadriglia di aeroplani terrestri.
 
     
Stazione di Brindisi Nel 1915 ebbe sede in Brindisi la nave appoggio idrovolanti «Elba», sostituita negli ultimi mesi dall'Europa; il servizio della Piazza, esplorazione e difesa, era disimpegnato da tale unità e dalla squadriglia francese. La sistemazione in terra era provvisoria e serviva specialmente per ricovero di apparecchi in prova, d'altronde la mancanza di un centro nemico a
portata di volo (Cattaro era troppo lontano rispetto alla potenzialità degli apparecchi in uso) non rendeva necessaria la costituzione di una stazione fissa. La necessità però apparve all'inizio del 1916 quando la R. N. «Europa» si spostò a Valona, la squadriglia francese lasciò Brindisi, ed il nemico venne mano mano organizzando Durazzo come base di rifornimento del suo esercito in Albania e come scalo di aerei. Nel gennaio 1916 si formula un grande progetto per la stazione di Brindisi sospendendo i lavori delle sistemazioni provvisorie delle  quali erano già pronti due hangars, un pontile di lancio e qualche opera minore.
La nuova stazione doveva sorgere sul lato ovest della rada esterna alla sinistra uscendo dal canale Pigonati. La conformazione topografica rese necessari i lunghi lavori di sterro che nel marzo 1916 danno modo di iniziare l'impianto di
un grande hangar per Bresciani; nell'anno esso viene innalzato insieme con  un'officina ed una sala: motori. Alla fine dell'anno sono iniziate le fondazioni degli alloggi e dei servizi minori provvedendovi frattanto la R. N. “Bausan” ormeggiata nelle vicinanze; nel 1917 è studiato un ampliamento con costruzioni di di nuovi hangars, così che alla fine di esso ve ne sono altri due pronti, uno in costruzione, le abitazioni quasi allestite e la sistemazione del terreno in via di definitivo approntamento. Nel 1918 tutti i lavori sono compiuti, la stazione è ingrandita con lo spostamento a S. Vito dei Normanni della squadriglia dirigibili esploratori che aveva sede in essa, gli hangars sono portati a sei con una capienza complessiva di circa 70 apparecchi.
Degli attacchi aerei subiti da Brindisi alcuni ebbero per obiettivo la stazione idrovolanti, la cui difesa antiaerea rientrava nel sistema della difesa della Piazza; una squadriglia di aeroplani da caccia armati con personale del R. Esercito aumentò nel 1916 l'efficienza di tale sistema, ma del resto gli idrovolanti stessi di qualsiasi tipo concorrevano anch'essi per ricacciare gli aerei avversari.
Nel 1915 i pochi apparecchi della stazione si limitarono ad eseguire saltuarie esplorazioni sul mare; nel 1916 esse vennero intensificate e rese costanti mentre si avevano già sporadiche azioni di ricognizione oltre mare. Nell'agosto prima spedizione di bombardamento su Durazzo seguita da poche altre che servirono di preparazione all'assetto offensivo della stazione.
Così nel 1917 i bombardamenti eseguiti da Brindisi furono caratterizzati dal numero ragguardevole di apparecchi impiegati, sovente in concordanza con quelli di Valona e della preventiva ricognizione degli obiettivi, tutto ciò senza diminuire l'efficienza del servizio d'esplorazione e di difesa della Piazza. Nel 1918 il raggio d'azione estende fino su Cattaro con qualche saltuaria ricognizione e sulle retrovie dell'Esercito nemico in Albania, ma Durazzo rimane sempre l'obiettivo principale al quale ormai gli idrovolanti di Brindisi non danno più tregua.
 
     
Stazione di Otranto Nel maggio 1916 fu impiantato ad Otranto uno scalo dirifornimento per velivoli italiani ed alleati; ma non fu che nell'ottobre dello stesso anno che si pose in studio la fondazione di una stazione che doveva essere costituita da un hangar Bosco per 6 apparecchi. Già da allora il concetto dello sbarramento aereo del canale contro il passaggio dei sommergibili pose le sue radici. Queste sempre più si solidificarono dopo gli accordi interalleati che stabilivano la reciproca cooperazione navale ed aerea in tale importante servizio; e mentre gli inglesi alacremente compivano i loro impianti, ed Otranto assumeval'aspetto di una vera base di naviglio silurante e di aerei, la stazione idrovolanti accresceva la sua efficienza. Dal maggio al settembre 1917 si approntarono tutte le sistemazioni del primitivo progetto; nel dicembre si iniziò il montamento del secondo hangar tipo Colombo; nel 1918 vennero condotti prestamente i lavori del secondo progetto comprendente quattro hangars e sistemazioni fisse più ampie che, fra l'agosto ed il settembre, furono quasi totalmente compiute. La stazione posta a levante della città, comprendeva due hangars smontabili in legno tipo Colombo, uno in legno tipo Brëssoneau ed uno in ferro tipo Bosco, i quali complessivamente potevano ricoverare 31 apparecchi da ricognizione e sette da caccia. Il servizio principale delle squadriglie iniziato nel maggio 1917, fu quello di caccia ai sommergibili, di scorta alle navi nazionali ed alleate che transitavano nel Canale, di protezione ai lavori di ostruzione retale e di sorveglianza della costa; non furono però escluse alcune incursioni su Durazzo con scalo a Valona. La stazione subì parecchi bombardamenti aerei controbattuti dalle artiglierie antiaeree della base e dagli apparecchi da caccia inglesi ed italiani.  
     
Stazione di S. Maria di Leuca Fu studiata per la vigilanza delle rotte che convergono al Capo omonimo, e che erano battute specialmente da naviglio di
guerra diretto in Adriatico o proveniente da tale mare, e per la caccia ai sommergibili appena fuori della zona di Otranto. Nel dicembre 1916 venne formulato il piano d'impianto per un hangar da sei apparecchi e per i servizi accessori nel luglio 1917 la stazione entrò in effettivio servizio. Rimase amata con personale della Marina fino alla metà del 1917, esso poi venne sostituito da personale dell'Esercito che nell'aprile 1918 cedette tutto l'impianto agl'inglesi.
 
     
Stazione di Grottaglie Posta nel recinto dell'aeroscalo era adibita alla difesa di esso e della Piazza forte di Taranto. L'hangar per apparecchi terrestri da caccia, fu approntato nel luglio 1917 e poscia ingrandito nel 1918, in modo da contenerne nove. Il personale della squadriglia (Newport nel 1917 e SVA nel 1918) era dell'Esercito.  
     
Stazione di S. Vito di Taranto Progettata per i servizi di esplorazione nel golfo e per la difesa della Piazza era costituita da un hangar per 12 apparecchi e dai servizi accessori posti sulle rive del Mar Grande presso l'omonimo aeroscalo. I lavori furono iniziati nell'agosto 1917 e terminati nell'aprile 1918, ma la stazione non fu armata.  
     
Stazione di Valona Già nel 1915 le Autorità risiedenti a Valona sentivano la necessità di avere a disposizione mezzi aerei per una soddisfacente vigilanza delle acque e delle zone verso Cattaro. Un primitivo progetto per tre apparecchi fu abbandonato all'inizio del 1916 con l'arrivo della nave appoggio idrovolanti «Europa». Da tale nave, nell'aprile, venne innalzato in terra un hangar per ricovero di apparecchi smontati od in riparazione, usufruendo in parte di materiale del campo di aviazione dell'Esercito; ma alla fine dell'anno sorge la necessità di avere in questa base navale una stazione fissa completa, in previsione di un eventuale spostamento dell’«Europa» che è aggregata all'Armata. Così nel febbraio affluito il materiale dall'Italia, viene impiantata la stazione, ed in maggio armata una squadriglia idrovolanti con personale dell'Esercito. Da tale data in poi l'attività aviatoria di questa stazione ha la stessa storia di quella della R. N. «Europa», avendo le due squadriglie sempre cooperato insieme. La stazione era posta poco a nord della punta del faro e comprendeva tre hangars (uno Sovigliano, uno Pasqualini e Vienna ed uno Bosco) capaci di 36 apparecchi e aventi ognuno il proprio pontile di lancio. Le altre costruzioni secondarie erano in parte in muratura ed in parte in legno. La stazione per 30 idrocaproni (per il servizio antisommergibile) in costruzione a Treporti nell'aprile 1918 non era pronta all'armistizio.  
     
Stazione di Durazzo Il 20 ottobre 1918 da un sopraluogo presso la diroccata stazione austriaca d'aviazione, si potè stabilire che l'unico hangar (per quattro apparecchi) ancora esistente era riattabile in breve tempo. Infatti, prima dell'armistizio, alcuni velivoli di Valona vi ebbero sede.  
     
R. N. «Elba» appoggio idrovolanti  All'inizio delle ostilità essa si trovava a Brindisi alla dipendenza dell'Armata, per cooperare alle operazioni di questa con i suoi due idrovolanti ed il pallone frenato. Nel settembre del 1915 fu sostituita dall'Europa e posta in disarmo. Aveva due hangars per due apparecchi.  
     
R. N. «Europa», appoggio idrovolanti Allestita a Spezia nei primi mesi di guerra, trasformando il vecchio transatlantico «Quarto», giunse a Brindisi nel settembre 1915 e sostituì 1'«Elba». Concorse con la sua squadriglia ai servizi della Piazza ma il sette del gennaio 1916 venne inviata a Valona ove rimase per tutto il rimanente del periodo bellico. Nel 1916 l'impiego degli aerei, oltre che di esplorazioni sul mare, che grado grado divennero sistematiche, fu anche di qualche azione di ricognizione e bombardamento sulle zone che il nemico veniva rafforzando in Albania; azioni queste più di guerriglia che sistematiche, dato il materiale ancora scarso. Nel 1917 da un lato si ebbe un servizio perfettamente regolato, specialmente all'entrata in funzione della squadriglia con la base in terra, dall'altro un crescente sviluppo di ricognizioni e bombardamenti eseguiti nella maggioranza su Durazzo ed un costante servizio postale con Brindisi. Infine nel 1918 la potenzialità della base aviatoria di Valona si afferma sull'avversaria; le operazioni furono condotte in grande stile in concomitanza con quelle effettuate da Brindisi, e spesso anche sulle zone terrestri dell'Albania in correlazione con gli spostamenti di truppe. La R. N. «Europa» aveva due hangars, uno a poppa ed uno a prora, capaci complessivamente di otto apparecchi; la manovra di messa in mare e recupero era fatta con apposite mancine; ampie stive conservavano il materiale di consumo e di rispetto ed una ben fornita officina provvedeva alle urgenti riparazioni. La nave aveva la velocità oraria di dodici miglia.  
     
S. Severo di Foggia  Una delle località trovate più adatte per la formazione dei campi Caproni dei due nuclei di 80 apparecchi ciascuno, previsti
nel programma del 1917, per il centro e sud Adriatico, ilavori iniziati nei primi mesi del 1918 erano ancora molto arretrati nell'ottobre, ed all'armistizio la stazione si poteva considerare non pronta.
 
     
S. Vito dei Normanni Una delle località trovate più adatte per la formazione dei campi Caproni dei due nuclei di 80 apparecchi ciascuno, previsti nel programma del 1917, per il centro e sud Adriatico,  ilavori iniziati nei primi mesi del 1918 erano a buon punto nell'ottobre, epoca in cui furono intensificati. Nell'agosto qualche apparecchio vi era già desti nato col personale tecnico, e si provvedeva contemporaneamente all'invio del personale di manovra. Non fu però eseguita da tale campo alcuna missione. Esso era situato sulla carrozzabile Brindisi-San Vito ad un chilometro circa dalla stazione del paese, comprendeva, oltre i barraccamenti per i servizi ausiliari e i fabbricati, otto hangars tipo Pasqualini e Vienna per 16 biplani, e quattro per otto triplani, tutti Caproni, da bombardamento; all'armistizio però vi erano ricoverati alcuni apparecchi da caccia e ricognizione.  
     
S. Cesario di Lecce Località scelta nel giugno 1918 ed abbandonata nell'ottobre, dopo alcuni pochi lavori di adattamento del terreno, giacchè la sua posizione, con lo spostamento del fronte in Albania verso nord, era divenuta pleonastica.  
     
Tajraga Valona Presso il campo del R. Esercito; all'armistizio aveva già qualche apparecchio; doveva provvedere al ricovero di 12 Caproni, ma le sistemazioni non erano pronte all'armistizio.  
     
Stazione di Siracusa Posta sul Molo Zanogora. In esercizio nel novembre 1917 con un hangar in legno per 5 apparecchi e piccole baracche per officine e depositi; il resto dei servizi era in vari locali in affitto in città. Nel 1918 si ideò la nuova stazione sulla parte Nord del porto (Borgata S. Antonio) con due hangars e tutti i servizi inerenti di nuova costruzione; quest'ultima non pronta all'armistizio.  
     
Stazione di Marsala  In progetto, all'armistizio, per due hangars (quattro idrovolanti Caproni).  
     
Stazione di Trapani Sorta nel maggio 1917 sull'isolotto Zavorra davanti alla città, dalla quale è separato da un canale. Due hangars Pasqualini ed uno in legno per un ricovero massimo di 20 apparecchi. Qualche costruzione nuova in muratura ed altre requisite.  
     
Stazione di Palermo Fu una delle prime (fra quelle di esplorazione) ad essere impiantata (principio del 1917): era situata alla radice della banchina S. Lucia. Disponeva di un hangar in legno ed uno in cemento armato della capienza di 20 apparecchi; le costruzioni ausiliarie erano in parte requisite  
     
Stazione di Milazzo Situata dentro il porto a sud-est dell'abitato e poco distante da esso. Sorse il 17 luglio 1917 con un hangar in legno, poscia fu completata, nel maggio 1918, con un hangar in muratura; spazio disponibile per 11 apparecchi. Qualche baraccamento era situato nell'interno del recinto, altri locali erano in affitto  
     
Stazione di Giardini di Taormina Sulla spiaggia poco a sud-est del paese dì Giardini. Aveva due hangars Colombo per 14 apparecchi, qualche costruzione nuova in muratura, ma la maggior parte requisita. Entrò in attività nel dicembre 1917.  
     
Stazione di Catania Situata nel Porto Vecchio presso la Dogana con un hangar in legno a tre campate per sette apparecchi. Gli altri edifici erano in muratura. Prese servizio nel novembre 1917. All'armistizio era in progetto la sua sostituzione con un'altra più grande posta poco a sud del faro diBiscari.  
     
Stazione
di Sapri
(Golfo di Policastro)
In attività nel novembre 1917 posta presso il paese omonimo con un hangar in muratura ed uno in legno capaci di 13 apparecchi. Gli altri edifici erano in parte costruiti nuovi in parte requisiti.  
     
Stazione di Napoli Situata nell'area del cantiere Vitali ai Granili con tre hangars in legno nei quali erano ricoverabili 13 apparecchi. Entrò in servizio nella metà del 1917.  
     
Stazione di Ponza A  nord dell'insenatura di Ponza. Un hangar per otto apparecchi; gli altri fabbricati erano nelle vicinanze requisiti. Entrò in servizio nei primi mesi del 1918.  
     
Stazione di Civitavecchia (difesa traffico e posta aerea)
Edificata alla base del Molo del Bicchiere; comprendeva un hangar in legno ed uno in muratura della capacità di 12 apparecchi. Iniziò il servizio nel dicembre 1917.
 
     
Stazione di Piombino Posta nella baia omonima, località di Portovecchio. Aveva un hangar in legno per cinque apparecchi e le altre costruzioni in baracche. Pronta al servizio nei primi mesi del 1917  
     
Stazione di Orbetello Situata nell'immediato ovest della città con un hangar di quattro campate per 12 apparecchi. Le altre costruzioni erano nuove in muratura. Sostituì negli ultimi mesi del 1918, nel servizio, la stazione di Campiglia.  
     
Stazione di Campiglia Marittima  Presso il paese con un hangar per due idro-Caproni. In funzione nel settembre del 1917 viene sostituita alla fine del
1918 dalla stazione di Orbetello
 
     
Stazione di Sarzana (difesa aerea di Spezia) Posta a sud-est della città
sulla linea ferroviaria Sarzana-Pisa con un hangar di due campate per 18 apparecchi terrestri da caccia. Tutte le costruzioni erano in cemento armato e laterizi. Entrò in funzione all'inizio del 1918.
 
     
Stazione di Livorno Situata sulla testata sud dell'ex molo Mediceo con un hangar a tre campate per nove apparecchi e con costruzioni -nuove. All'inizio del servizio (dicembre 1917) l'hangar era posto sulla testata nord dello stesso molo. All'armistizio erano in costruzione due hangars, ciascuno per un idro-Caproni.  
     
Stazione di Spezia Posta al Muggiano con un hangar «Sorge» in muratura di cinque campate capace di 15 apparecchi; gli edifici accessori
all'armistizio erano ancora in parte in costruzione. La stazione entrò in servizio alla metà del 1917.
 
     
Stazione di Rapallo Situata nei giardini pubblici della città; alcuni edifici nuovi, altri requisiti. Due hangars per 14 apparecchi. Iniziò il servizio
nei primi mesi del 1918.
 
     
Stazione di Varazze Con un hangar per sei apparecchi e sistemazioni provvisorie, fu aperta al servizio nei primi mesi del 1917 e cessò di funzionare circa un anno dopo.  
     
Stazione di Porto Maurizio Sorse nel 1917 nella parte sud-ovest del porto. L'hangar era capace di 12 apparecchi; i servizi ausiliari erano sistemati in
edifici requisiti in città.
 
     
Stazione di S. Remo Situata nella parte sud-ovest del porto constava di un hangar per 16 apparecchi; gli edifici erano in muratura. Iniziò il servizio nei primi mesi del 1917.  
     
Stazione di Cagliari Situata nella parte nord-ovest del porto era costituita da un hangar in legno tipo Pasqualini per sei apparecchi e di alcuni edifici di nuova costruzione. Iniziò il servizio nel dicembre 1917.  
     
Stazione di Terranova Pausania Posta nella località Porto Romano; aveva tre hangars, dei quali due in legno ed uno in tela tipo Bressaneau capaci complessivamente di 20 apparecchi. Qualche baracca ed alcuni edifici in muratura completavano la stazione, che prese servizio nella prima metà del 1918.  
     
SCUOLE DI VOLO
     
Scuola di Taranto È posta nella località Pizzone sul Mar Piccolo. Sul principio del 1915 sorse come stazione d'idrovolanti e quindi la località angusta e ristretta poteva essere adeguata per il limitato impiego di una squadriglia ricoverata in un hangar che aveva pochi edifici alle dipendenze. I progetti di ampliamento, ideati nel 1917, per poter sopperire alle esigenze di una grande stabile scuola bene organizzata resero necessari lavori di escavo, di riporto e di adattamento del terreno. Mentre questi erano in corso la R. N. «Liguria» ormeggiata nelle vicinanze, provvedeva ai servizi ausiliari che non erano ancora sistemati in terra; di poi la scuola si rese autonoma perchè gli ampliamenti ideati nel 1917 poterono avere uno sviluppo considerevole nel 1918, con il compimento di molte opere. Alcune all'armistizio non erano pronte.
Gli hangars sono tre, uno in legno e due in cemento armato, possono contenere fino a 62 apparecchi.
 
     
Scuola di Bolsena Era posta sulla riva settentrionale del lago ed in prossimità del paese. Ivi erano istallati gli hangars, le officine, i magazzini ed una parte delle abitazioni; il resto delle abitazioni e degli uffici erano in paese in locali requisiti. Sei hangars, dei quali quattro tipo Pasqualini e due in muratura, con una capacità complessiva di 18 apparecchi. All'armistizio altri due hangars erano in costruzione. La scuola iniziò il funzionamento nel 1917.  
     
     

Tratto da: Ufficio Storico Marina Militare

WWW.ILFRONTEDELCIELO.IT