Il Fronte del Cielo - 9.4 - Dirigibili e Draken - Lo scenario

Tenuto conto delle caratteristiche tecniche delle aeronavi a disposizione e dell’orografia delle regioni di confine, il settore delimitato a nord dall’alto corso dell’Adda ed a sud dalla valle del Chiese, compreso quindi tra lo Stelvio ed il lago di Idro, veniva ritenuto assolutamente inaccessibile per le aeronavi. Del tutto inadatto al loro impiego sia in chiave offensiva che in compiti di esplorazione era giudicato anche l’arco montano disteso dalla Valsugana al medio corso dell’Isonzo, subito a nord di Gorizia. Il tratto di fronte interposto tra questi due settori, compreso tra la valle del Chiese ad occidente e la Valsugana ad oriente, offriva maggiori opportunità e bersagli di sicuro interesse nella zona di Trento e lungo le vie di comunicazione che correvano nelle vallate dell’Adige e del Brenta. L’altezza media delle montagne della zona è però non inferiore ai 1500 metri, con cime che superano i 2000, il che rendeva rischioso anche per un dirigibile tipo M, potenzialmente in grado di operare a più di 2000 metri di quota, un’eventuale tentativo di attacco alle istallazioni militari del capoluogo trentino. L’aeronave, oltre alle difficoltà orografiche, avrebbe dovuto superare difese particolarmente temibili, considerate le numerose fortificazioni della regione, spesso sistemate in posizione elevata e comunque concentrate intorno alla via di penetrazione più facile, dal lago di Garda per la piana di Vezzano, ed alle vie alternative del Pian delle Fugazze e dall’Altopiano di Lavarone. Tutte queste direttrici erano infatti controllate da robuste opere permanenti e campali alla cui sorveglianza un dirigibile avrebbe potuto sfuggire solo in circostanze eccezionalmente favorevoli. Un’azione verso Trento od altri obiettivi in profondità poteva dunque essere tentata solo per colpire un bersaglio di importanza tale da giustificare la probabile perdita del dirigibile, mentre senz’altro più facile sarebbe stato il bombardamento delle opere della piazzaforte di Riva del Garda, raggiungibile percorrendo solo un piccolo tratto sul territorio nemico. Decisamente più adatto all’impiego delle aeronavi era il settore da Gorizia al mare, dove ad un’orografia più favorevole si accompagnava la presenza di numerosi obiettivi di ogni genere. Per il momento però quella regione, ed in particolare la regione compresa tra Gorizia, Trieste, Laibach, Pola e Fiume, poteva essere raggiunta soltanto dal dirigibile M1 di Campalto, ed a patto di incontrare condizioni atmosferiche favorevoli. In particolare si stimava che, navigando a 1500 metri, il dirigibile potesse arrivare a Laibach con 500 chilogrammi di bombe o coprire la distanza di 120 chilometri da Trieste con un carico bellico di 600-700 chilogrammi. Ovviamente più limitate le possibilità di azione del tipo P, anche partendo da quella base, e proprio dall’insieme di queste considerazioni prendevano forza le argomentazioni a favore dell’impianto di nuovi cantieri in posizione avanzata. Quanto alle condizioni meteorologiche, uno studio particolareggiato condotto dal direttore del Servizio Aerologico sulla base dei dati ricavati dagli annali meteorologici di Vienna e Trieste, permetteva di trarre alcune conclusioni in relazione ai venti dominanti nelle due regioni di interesse. Nella zona di Riva risultava che i venti dominanti soffiavano da nord e da nord-est nel semestre invernale e da nord-ovest tra marzo e ottobre. I dati statistici disponibili dimostravano che la loro velocità era di solito inferiore ai 22 km/h, limite che veniva superato molto di rado, e numerosi in tutte le stagioni erano i giorni di calma. Sul Carso e sull’Istria la situazione era resa più difficile dalle occasionali burrasche autunnali causate di venti di scirocco e soprattutto dalla presenza della bora, molto frequente nei mesi invernali e nel tardo autunno quando, attraversando l’altopiano e scendendo verso la costa, poteva raggiungere anche i 140 km/h. Nella zona di Trieste tra dicembre e febbraio la percentuale di giorni in cui il vento superava i 54km/h era compresa tra il 5% ed il 10% ed in tutti i mesi si aveva una identica probabilità di incontrare venti di velocità compresa tar 33 e 54 km/h. La forza del vento tendeva comunque sempre a calare dalla mezzanotte alle prime ore del mattino, dando la possibilità di evitare gli effetti peggiori della bora pianificando opportunamente la missione. Tenuto conto dello scenario e delle loro rispettive caratteristiche, mentre dai dirigibili tipo M potevano attendersi buoni risultati sia nell’esplorazione strategica, sia soprattutto nell’azione di bombardamento, ben poco avrebbero potuto offrire i dirigibili tipo P, per i quali si consigliava un impiego a squadriglia, dato il limitato carico di bombe trasportabile, i cui effetti sarebbero stati comunque più morali che materiali. Tutte le aeronavi avrebbero dovuto privilegiare rotte di avvicinamento e di allontanamento su regioni pianeggianti o sul mare, in modo da facilitare la navigazione e ridurre il rischio di offese da terra, e nel caso di attacchi da parte di velivoli nemici avrebbero potuto difendersi con l’aiuto di eventuali velivoli di scorta e con il fuoco delle mitragliatrici installate in navicella.

 


Da: "I Dirigibili Italiani nella Grande Guerra. Basilio Di Martino. Ufficio Storico Aeronautica Militare 2005

Armanemto Aeronave A1

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DIRIGIBILE M1

Tipo semirigido, progettato da Crocco e Rinaldoni nel 1912; fu assegnato al Regio Esercito e poi alla Regia Marina. Rimase in attività fino al 1920. Lunghezza: 83 m, Diametro: 17 m, Volume: 12500 mcubi, Motori: 2 Fiat S76-A da 250 CV, Velocità: 55 km/h (Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998)




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AEROSCALO DI CAMPALTO (VE)

Costruito tra il 1909 e il 1911, Campalto fu denominato “1° Cantiere “, aveva originariamente un hangar lungo 110 metri, largo 27 e alto 32, per ospitare dirigibili tipo M. Di proprietà del Regio Esercito, fu dotato di un secondo hangar che ospitò dirigibili della Regia Marina




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DIRIGIBILE P4 - P5

Realizzati a Vigna di Valle nel 1912, erano simili nelle caratteristiche tecniche. Il P.5 venne ritirato dalle operazioni belliche alla fine del 1915, mentre il P.4, assegnato alla Regia Marina, fu messo in disarmo nel luglio del 1918. Lunghezza: 60 m, Diametro: 18 m, Volume 4400 mcubi, Motore: 2 Fiat S 54-A da 180 CV, Velocità: 60 km/h (Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998).Immagine tratta dal sito www.delcampe.it




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IDROSCALO DI POLA




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GIUSEPPE VALLE 1886 -1975

Generale dell'aeronautica (Sassari 1886 - Roma 1975); tenente del Genio, partecipò alla guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale come pilota di dirigibili. Sottocapo (1929) e poi capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica (1930; 1934-39), fu sottosegretario di stato per l'Aeronautica (1933-39). Sotto la sua guida l'arma colse facili successi nella conquista dell'Etiopia, ma si presentò impreparata alla seconda guerra mondiale. www.treccani.it




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DIRIGIBILE M2 "CITTA'DI FERRARA"

Tipo semirigido, secondo il sistema Crocco e Rinaldoni fu costruito assegnato alla Regia Marina nel 1913. Basato a Jesi andò perduto il 7 giugno 1915 mentre tentava di bombardare il silurifio Whitehead di Trieste. Lunghezza: 83 m, Diametro: 17 m, Volume: 12100 mcubi, Motori: 4 Morseley 125 CV, Velocità max: 85 km/h (Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998)




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IDROSCALO DI SANTA CATERINA - POLA



Alla fine del 1911 la Stazione di Volo e di Collaudo fu trasferita da Altura all’isola di Santa Caterina, nella baia del porto di Pola. La superficie dell’isola fu spianata e col materiale di riporto fu ingrandita; furono costruiti un hangar e alloggi per ufficiali ed equipaggi. Il 23 febbraio 1912 la nuova stazione entrò in funzione. Ben presto si sviluppò un’intensa attività e venne messa a punto una pista per eseguire prove di decollo che sarebbero dovute servire per lanciare gli aerei dal ponte delle navi da guerra. Pola fu certamente la base operativa più importante, dove si approntavano i velivoli e dove partivano per gli attacchi all'Italia. La stazione Idrovolanti era comandata da Gottfried Von Banfield, asso dell'aviazione austro-ungarica (Da "L'Aviazione dell'Imperiale e Regia Marina,  k.u.k. Kriegsmarine di Mauro Antonellini, 2007; altri)

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DIRIGIBILE V1 "CITTA'DI JESI"

Tipo semirigido, dove "V" stà per Veloce, progettato da Rodolfo Verduzio fu costruito assegnato alla Regia Marina nel 1914-15. Basato a Ferrara andò perduto il 6 agosto 1915 mentre tentava di bombardare la piazzaforte di Pola. Lunghezza: 88 m, Diametro: 17 m, Volume: 15000 mcubi, Motori: 4 Maybach 220 CV, Velocità max: 85 km/h (Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998. immagine da: glaukonautes.xoom.it )




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DIRIGIBILE F3 "CITTA'DI MILANO II"

Progettato e costruito a Baggio dalla società Leonardo Da Vinci per conto della Gran Bretagna, fu requisito allo scoppio delle ostilità dal Regio Esercito. Portato a Jesi e poi a Ciampino, fu disarmato nel 1916. Lunghezza: 90 m, Diametro: 18 m, Volume: 13790 mcubi, Motori: 4 FIAT S.54-A da 80 C.V., Velocità max: 74 km/h (Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998. immagine da: glaukonautes.xoom.it )

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SILURIFICIO WHITEHEAD FIUME"

All'inizio della I Guerra Mondiale il Silurificio di Fiume lavorò esclusivamente per gli Imperi Centrali. In seguito all'entrata in guerra italiana (24 maggio 1915) le attrezzature di produzione di Fiume furono trasferite a St. Polten, vicino Vienna, mentre in città restarono solo le funzioni di poligono di lancio. I timori si rivelarono fondati in quanto il 2 agosto 1916 gli italiani bombardarono la fabbrica, che si trovava pochi Km ad ovest della città, tra il villaggio di Plase e quello di Cantrida. Nel corso del primo conflitto mondiale il Silurificio produsse 1.780 siluri da 450mm, 64 lanciasiluri e 94 compressori.




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AEROPORTO DI MIRAFIORI - TORINO

La necessità, affermata fin dal 1090, di dotare Torino di un campo di volo, in prossimità della zona abitata, si accentua dopo le gare aviatorie, svoltesi sul terreno dell’ippodromo. Nell’inverno 1910-11 nasce, su un area di circa 300.000 mq, l’aerodromo d Mirafiori, e fin dai primi mesi dell’anno alcuni capannoni, iniziano ad ospitare i velivoli dei costruttori torinesi Faccioli e Chiribiri. Sul campo il 1 luglio 1912, si costituisce il Battaglione Aviatori e l’attività sul campo va progressivamente aumentando. Accanto alla scuola Chiribiri, si costituisce la Scuola Asteria e arrivano i primi reparti militari. Nel 1915, con la Grande Guerra, Mirafiori divenne sede del Comando Aviatori e si costituisce la scuola aviatori della SIT, dedicata ai piloti volontari.




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AEROSCALO DI VIGNA DI VALLE

L’aeroporto di Vigna di Valle è il più antico insediamento aeronautico italiano. Nei primi anni del novecento il Maggiore del Genio Mario Maurizio Moris impiantò il primo cantiere sperimentale per le costruzioni aeronautiche. Nell’ottobre del 1908 volò da qui il primo dirigibile militare italiano N.1, opera degli ingegneri Gaetano Arturo Crocco e Ottavio Ricaldoni. Nel 1911, ad opera del Tenente Cristoforo Ferrari, venne installato un Osservatorio Aerologico per l’esplorazione dell’alta atmosfera: era la Regia Stazione Aerologica Principale di Vigna di Valle, la prima base costruita in Italia per questo tipo di ricerche. Nel 1912 fu portato in volo, per la prima volta, un idrovolante che sarà, qui a Vigna di Valle, l’indiscusso protagonista per oltre mezzo secolo. Durante la prima guerra mondiale sono stati collaudati e revisionati tutti i dirigibili militari di tipo “P” ed “M” in dotazione all’esercito.




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AEROSCALO DI BAGGIO (MI)

Era intitolato a Remo La Valle, comandante dei dirigibili, morto per l' abbattimento della sua aeronave nel 1917. Si chiamava allora Piazza d' armi di Baggio ed era stato teatro delle imprese dei pionieri dell' aviazione. A infervorare i milanesi sul volo aveva provveduto Gabriele d' Annunzio fin dal febbraio del 1910 con una conferenza al Lirico intitolata «Il dominio dei cieli». Ma accanto a biplani e monoplani, il Remo La Valle sarebbe divenuto famoso per i dirigibili. Fu di qui che all' 1.55 del 15 aprile 1928 decollò l' Italia, l' aeronave con cui, dopo il successo della spedizione del Norge, condotta a termine due anni prima assieme all' esploratore norvegese Roald Amundsen, Umberto Nobile si apprestava a raggiungere per la seconda volta il Polo Nord. Nel 1906 nella zona dell' aeroporto, collegato alla città da un tram a vapore, il mitico Gamba de legno, erano sorte le Officine Leonardo da Vinci, fondate da uno dei pionieri dell' aeronautica, Enrico Forlanini, l' inventore del tipo semirigido, che si contrapponeva agli Zeppelin tedeschi. Sotto le campate dell' hangar venne montato un dirigibile che Forlanini costruì con il contributo spontaneo dei cittadini di Milano e che per questo venne chiamato con il nome della città. Il 17 agosto 1913 fece il primo giro proprio sulla metropoli, incrociando per un' ora intorno al Duomo.(Da: Milano Sparita)




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AEROSCALO DI BOSCOMANTICO

L'Aeroporto di Boscomantico "Angelo Berardi", è situato sulla riva destra dell'Adige, a 7 km da Verona (Lat. 45° 28' N, Long. 10° 56' E, Alt. 98 m, dimensioni 1000 x 200). Il 28 ottobre 1910 si costituì presso il Battaglione Specialisti del Genio una sezione Aviazione. La sezione aveva tre basi o cantieri per dirigibili: Vigna di Valle, Campalto e Boscomantico. Nel gennaio del 1911, da Boscomantico, si sollevò il primo mezzo aereo, si trattava del dirigibile Ausonia bis progettato e costruito da Nino Piccoli. a fine gennaio il pallone fu smontato e spedito a Schio per lasciare posto al primo dirigibile militare in arrivo, il P3 che giunse in città il 25 marzo. Nel mese di maggio il P3 partì da Boscomantico per Tripoli, destinato alle operazioni in Libia durante il conflitto italo-turco. Nel 1913, dopo lavori di ristrutturazione fu sede dell'aeronave Parseval, cui si aggiunse il 20 aprile il nuovo P5, giunto da Vigna di Valle dopo un volo di 9 ore portato a termine senza inconvenienti, un impresa che ebbe una grande risonanza sulla stampa dell'epoca. Il 25 giugno il dirigibile P5 stabilì il primato mondiale di durata con un volo di 15 ore e il 31 luglio quello di velocità con 68,4 km/h lungo il percorso Verona-Bologna-Ancona-Venezia-Verona. All'inizio del conflitto il P5 era presente a Boscomantico. Il cantiere Dirigibili di Boscomantico era attrezzato con tutti i servizi accessori, nonchè fornito di alloggi in muratura per il personale, e disponeva di un ottimo campo di manovra che si prestava anche al decollo e all'atterraggio di velivoli. (In figura il dirigibile M3) continua: http://www.quellidel72.it/storie/aeroporti/bosco.htm




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DIRIGIBILE M3

Il terzo dirigibile "medio" fu completato a Roma nell'ottobre del 1913. Lunghezza: 83 m, Diametro: , Volume 12100 mcubi, Motore: 4 Clement-Bayard da 230 CV (Da: I Dirigibili Italiani nella Grande Guerra. Basilio Di Martino. Ufficio Storico Aeronautica Militare 2005)




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AEROSCALO DI FERRARA

Il 14 marzo 1911 venne deciso di acquistare dal marchese Pietro Revedin, un’area in località Sammartina, da cedere in uso gratuito all’Amministrazione militare per la costruzione di una nuova piazza d’armi con relativo hangar per dirigibili. A metà agosto 1912 i lavori per la costruzione dell’hangar sono praticamente finiti. La lunghezza raggiunge i 110 metri con una larghezza di circa 33 metri ed un’altezza di 36 metri. L’enorme porta, formata da due battenti che scorrono su rotaie, pesa 50 tonnellate. A Ferrara era stato destinato l’ultimo nato dei dirigibili della “classe M” (Media), costruito per conto del Ministero della Marina, l’ “M.2”. Il 16 aprile 1913 migliaia di persone si precipitano verso l’hangar per ammirare il famoso “M.2”. Invece era il dirigibile “P.2” (Piccolo), noto per aver svolto voli durante la campagna di Libia. Il 28 agosto 1913 l’immensa sagoma del dirigibile “M.2”, dopo aver sorvolato Ferrara entrò con manovra perfetta nel suo hangar. Passando sopra la piazza d’Armi, il Com. Ponzio aveva lanciato un messaggio augurale alla città. Le donne ferraresi consegnano la bandiera di combattimento al dirigibile che il 21 maggio 1914 muta il nome in “Città di Ferrara”. Col tempo l’aeroscalo diventò una vera e propria cittadella. Oltre a 2 hangar per dirigibili e due campi di atterraggio nel 1916 si ultimò un terzo hangar per potervi ospitare una squadriglia di aeroplani. Inoltre vennero costruiti edifici vari ad uso logistico e operativo. (Da: Da: I Dirigibili Italiani nella Grande Guerra, Basilio Di Martino, Ufficio storico Aeronautica Militare)




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AEROSCALO DI JESI

L’aeroscalo di Jesi è già pronto nel marzo del 1914 quando vi fa scalo il primo dirigibile in transito nei cieli della Regione; si tratta del P 5 impegnato nel raid Verona Roma. Invece la prima aeronave destinata alla base è l’M 3 che vi giunge nell’agosto seguente. La struttura inizialmente dipende dal Regio Esercito mentre in seguito passa sotto il controllo della Regia Marina. Dopo l’M 3 altri dodici dirigibili vengono basati a Jesi durante il periodo bellico per periodi più o meno lunghi; il loro compito principale è la ricognizione sul mare per l’ avvistamento della flotta avversaria. Tra le azioni particolari ve ne sono alcune di bombardamento della costa nemica. Nei quattro anni di guerra lo scalo subisce notevoli danni in tre distinte incursioni da parte di velivoli nemici. Terminato il conflitto perde di importanza e viene completamente smobilitato dall’ottobre 1919.




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DIRIGIBILE M4

Costruito a Mirafiori alla fine del 1914, il 29 novembre 1915 si trasferì a Casarza. La prima azione bellica avvenne il 4 maggio con il bombardamento del campo di Aisovizza. Scoperto dai proiettori fu preso di mira da diverse batterie. Immobile nel cielo per avaria fu un facile bersaglio. attaccato anche da velivoli nemici precipitò in fiamme con l'interop equipaggio.




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