La Grande Guerra Aerea - 4.2 - 1917 - Ortigara

Dopo poco più di un anno dalla «Strafexpedition» austriaca, il generale Luigi Cadorna decise un'azione energica sul settore degli Altipiani in modo da ridurre la pressione austriaca sull'Isonzo. Il tenente Natale Palli della 48^ Squadriglia fu incaricato di svolgere una missione di ricognizione sopra le retrovie avversarie. A bordo del suo Caudron G4 decollò da Belluno e dopo un lungo volo tra le Dolomiti atterrò a Castenedolo (Bs). Le operazioni di allestimento dell'imminente attacco non erano sfuggite agli austriaci e il 9 giugno del 1917 i 20 battaglioni italiani lanciati all'assalto sulla desolata pietraia dell'Ortigara trovarono l'avversario pronto ad attenderli. Alle operazioni parteciparono anche le squadriglie 78^ e 79^ (di recente costituzione) entrambe basate a Fossalunga. Fu inoltre impegnata una sezione della 91^ Squadriglia appena entrata in attività nel Friuli. Dal 6 giugno quella che era destinata a diventare famosa come la Squadriglia degli Assi, comandata da Francesco Baracca, si insediò a Istrana. Arrivarono 7 aerei e 11 piloti, tra cui Fulco Ruffo di Calabria, Luigi Olivari, Goffredo Gorini, Ferruccio Ranza e Giovanni Sabelli. Tre aviatori rimasero ad Udine a disposizione di Pier Ruggero Piccio e Guido Tacchini. La formazione rientrò ad Udine il successivo 4 luglio con 13 vittorie in circa 100 missioni all'attivo. L'offensiva, condotta dalla 6^ armata, fu supportata dalle artiglierie e dai due gruppi di aeroplani della 1^ armata. La 50^ Squadriglia fu messa a disposizione e le altre, in particolare le due squadriglie da bombardamento e le squadriglie 31^, 73^ e 112^ da ricognizione e 71^ e 76^ da caccia, parteciparono alle azioni dei giorni 10 e 19 giugno in concomitanza con i due attacchi sferrati dalle truppe. Gli aerei della 1^ armata si affiancarono nell'occasione ai Caproni del Raggruppamento da Bombardamento ed ai velivoli della 6^ armata per battere i centri logistici e le vie di comunicazione dell'altopiano di Asiago. Le incursioni, che tra bombardieri, ricognitori e caccia vedono impegnati oltre 140 velivoli, furono fortemente ostacolate dal tempo coperto. La 6^ Armata, nel settore degli altopiani, era stata costituita per riconquistare il bastione naturale di Cima Portule e allontanare la minaccia di un invasione austriaca della pianura veneta. La componente aerea era formata dalla 79^ Squadriglia Caccia, parte del VII Gruppo Aeroplani, dalla 32^ Squadriglia Farman, la 49^ Caudron G.3, con l’aggiunta della 26^ che in quel momento stava ricevendo i velivoli S.P.3. Era inoltre previsto l’intervento dei bombardieri Caproni del X e del III Gruppo, i quali dipendevano direttamente dal Comando Supremo. La battaglia ebbe inizio alle 5.15 del 10 giugno 1917 imperversando un cattivo tempo che condizionò fortemente l’attività aerea. Il 10 giugno furono eseguite 141 missioni, di cui 32 di bombardamento, 53 di ricognizione E 56 di caccia. Furono persi due bombardieri Caproni, uno della 2^ Squadriglia attaccato e abbattuto presso Arsiero e uno, per incidente, presso la Val Galmarata. Fino al 14 giugno il maltempo impedì di volare, e nella giornata si dovette affrontare una intensa attività aerea nemica. Un SAML della 113^ Squadriglia venne abbattuto in combattimento sulla Val d’Assa. Il 15 giugno i Caproni del IV Gruppo attaccarono i baraccamenti e i depositi di Baza di Madreja. Alle otto del mattino del 18 giugno si tentò la battaglia decisiva per la conquista di quota 2015, e il giorno successivo, in concomitanza con l’assalto delle fanterie, entrarono in azione 30 Caproni, 61 caccia e 54 ricognitori. Fallito il tentativo, come è noto, il 29 giugno iniziò il ripiegamento sulle posizioni di partenza. La 32^ e la 49^ Squadriglia effettuarono missioni di ricognizione fotografica ed a vista per fornire alle artiglierie indicazioni sugli obiettivi da battere e per la correzione del tiro.

Sul fronte dell'Isonzo furono anche sperimentate operazioni di guerra psicologica, con il lancio, nel mese di luglio, di pacchi di manifestini in lingua ceca. Il testo faceva leva sul tema dell'irredentismo per scuore il morale di uomini che i comandi austriaci guardavano con sospetto, ritenendoli sensibili alla cuasa dell'indipendenza ceca e slovacca. Verso la fine di giugno del 1917 la squadriglia francese di idrovolanti di Venezia fu sciolta ed i piloti tornarono in patria. Con l'ultima formazione costituita, la 259^, i reparti di idrovolanti italiani avevano infatti raggiunto una sufficiente consistenza. Secondo la regola in base alla quale i reparti francesi d'oltremare dovevano avere una numerazione superiore al 500, la squadriglia di Nieuport N 392 che faceva base a S. Nicolò diventò la N 561^. Il pomeriggio del 25 giugno 1917 un FBA italiano della 252^ Squadriglia decollò da Venezia. A bordo, oltre al pilota era imbarcato anche il tenente francese Marcel Zuber, della Escadrille N 392 del Lido. La sua presenza sul velivolo era stata autorizzata dal tenente di vascello Giovanni Roberti di Castelvero, che comandava la Stazione Idrovolanti della città lagunare. Zuber si trovava sull'apparecchio pilotato dal capo Daniele Minciotti per osservare le tecniche usate dagli idrocaccia austriaci. Al rientro dalla missione, quando il velivolo stava per ammarare, cadde improvvisamente al centro del canale, Minciotti si salvò ma l'ufficiale francese morì tre giorni dopo. Il 30 giugno, durante la notte, gli idrovolanti della stazione «Miraglia» di Sant'Andrea sferrarono il più corposo attacco di tutta la guerra su Trieste con 15 aeroplani. Al ritorno però i piloti furono colti da una tempesta che li obbligò ad ammaraggi forzati. A fine luglio la 31^ equipaggiata con gli S.P.3 arrivò sul campo di Castelgomberto. Durante l'estate iniziarono anche le consegne dei primi Hanriot di costruzione Macchi. Il 22 Luglio la 201^ Squadriglia dotata di Caproni Ca.3, dopo la sua formazione a Ghedi raggiunse Marcon nel veneziano. Il nuovo reparto richiesto dalla Marina, aveva il compito di pattugliare la costa istriana, annotando il traffico navale in arrivo e partenza dai porti austriaci. Il 28 luglio 1917 Furono bombardate le miniere di Idria, da dove si estraeva il cinabro per ricavare il mercurio necessario a produrre il fulminato di mercurio impiegato nella fabbricazione degli inneschi degli ordigni esplosivi. All'inizio di agosto del 1917 cominciò una serie di bombardamenti continui su Pola, secondo le insistenti richieste di D'Annunzio, che era convinto che in tal modo si sarebbero potute mettere in ginocchio l'Aviazione e la Marina austriache. Il primo attacco fu portato il 2 agosto da una formazione di 36 velivoli Caproni Ca.3. Raid di tali dimensioni anticiparono in modo esemplare ciò che sarebbe poi accaduto nel secondo conflitto mondiale. Le azioni martellanti dureranno fino ad ottobre. L'8 agosto lo stesso D'Annunzio partecipò ad una incursione e la sera precedente, al momento del brindisi augurale, sostituì il barbaro «Hippy hurrà» con il nuovo «EjaEja Alalà». Il primo settembre 1917, Arturo Dell'Oro della II^ sezione dell' 83^ Squadriglia di Belluno, era in volo vicino allo Schiara. Intercettato un Brandenburg proveniente dalla base di Pergine, iniziò l'attacco. A questo punto sembra che l'arma del pilota italiano si sia inceppata e che Arturo Dell'Oro abbia tentato di gettarsi contro il velivolo avversario provando forse a colpirlo con il suo carrello. L'azzardata manovra non riuscì e tutto si concluse tragicamente con un impatto tra i due velivoli che si incastrarono. Entrambi gli aviatori caddero insieme sul monte Pelf perdendo la vita. Arturo Dell'Oro, di famiglia piemontese ma nato in Cile dove il padre era emigrato, ottenne la Medaglia d'Oro al Valor Militare.

 


Illustrazione: Da: Nel Cielo, supplemento de "Il secolo Illustrato", marzo 1918
14. Il terzo anno di Guerra 16. Isonzo

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78^ SQUADRIGLIA


La 78^ Squadriglia Caccia si mobilita sul campo della Comina il 15 agosto 1916 con velivoli Nieuport Bebè. Il 3 settembre si trasferisce sul campo di Istrana, equipaggiata+con sette Nieuport XII e un Nieuport 10. Inizia i voli di guerra il 9 settembre 1916. Il 10 agosto 1917 la squdriglia si trasferisce al campo di Borgnano (Cormons) per appoggiare la grande offensiva sull'Isonzo che porta alla conquista della Bainsizza. Con la ritirata la 78^ passa il 28 ottobre al campo della Comina, distruggendo a terra 12 Hanriot. Poi si sposta ad Aviano e Arcade, fino a ristabilirsi a Istrana il 9 novembre. Alla data del 15 maggio 1918, stanziata a S. Luca partecipa alla battaglia del Solstizio e in quel campo si trva alla data dell'armistizio. Dal novembre 1917 la 78^ effettuò 784 voli di caccia, 2420 di crociera, 839 d scorta, 217 mitragliamenti, 31 lanci di bombe e spezzoni, 273 lanci di manifestini, 337 combattimenti aerei con 70 vittorie.

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AEROPORTO DI ISTRANA

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. continua nel sito (vedi aeroporti: Istrana)


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79^ SQUADRIGLIA CACCIA

Ne viene iniziata la costituzione nel novembre del 1916 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade e fu dichiarata pronta il 12 gennaio 1917. L'unità montata sui Nieuport 80 hp effettua le prime missioni di guerra intorno al 20 gennaio. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre l'unità riceve i nuovi Niieuport 27 e il 2 novembre si trasferisce a Nove di Bassano. Nel 1917 la squadriglia compie 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti. Nel marzo del 1018 si trasferisce sul campo di S. Luca di Treviso, dove si trova schierata all'armistizio. La 79^ il cui distintivo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, durante il 1918 eseguì 2910 voli di guerra e 158 combattimenti aerei.




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CAMPO DI VOLO DI ARCADE

Nonostante debba la sua denominazione alla località di Arcade, il campo di volo conosciuto con il nome del paese trevigiano si trovava in effetti molto più vicino ai centri di Povegliano e Visnadello. L'aviosuperficie era stata realizzata su un'area di 460 per 380 metri circa, conosciuta come i campi bianchi , toponimo che con ogni probabilità aveva tratto origine dalle caratteristiche del terreno che si presentava sassoso, in quanto anticamente interessato dal corso del fiume Piave. I lavori per la costruzione del nuovo aeroporto iniziarono 26 ottobre 1916. Il campo divenne operativo nelle settimane seguenti venendo scelto per addestrarvi la nuova 79° Squadriglia poi destinata a Istrana e successivamente a Paese (San Luca). (Vedi scheda)




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NIEUPORT NI.11




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MARZIALE CERUTTI 1895 - 1946

Sergente pilota gli furono accreditate 17 vittorie nella Grande Guerra, inclusa la 13^, un draken abbattuto il 31 giugno 1918. Bresciano, appartenente alla 79^ Squadriglia, il suo velivolo era caratterizzato dalle lettere "MIR" dipinte sulla fusoliera posteriore, che stavano per "Marziale Imperatore Romano", più una carta da gioco stilizzata.




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ANTONIO REALI 1891 - 1975

Antonio Reali fu un asso dell’aviazione italiana durante la Guerra mondiale del 1915-18. Gli furono attribuite undici vittorie, mentre altre 22 non furono poi confermate. Nato a Ozegna fu arruolato come soldato nel Genio. Successivamente fu trasferito al Corpo Aeronautico Militare dove frequentò la scuola di volo di Coltano (Pi). Conseguì il brevetto di base su un Farman 1912 in data 1 luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Reali fu assegnato alla 79^ Squadriglia il 14 gennaio 1917. La prima vittoria aerea, non confermata, giunse il 3 giugno 1917, e per vedersi riconosciuta una vittoria ufficiale, dovette attendere la quarta, il 14 gennaio 1918. Il 1 febbraio 1918 era già un asso, con quattro vittorie confermate su cinque. Poi, dal 4 febbraio al 17 giugno ebbe nove vittorie consecutive non confermate. Dal giorno successivo e fino all’8 ottobre, Reali reclamò undici vittorie, solo due delle quali gli furono riconosciute. Fu decrato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lasciò il servizio nel 1919 e rientrò in aviazione nel 1923.




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VENEZIA SANT'ANDREA

La disponibilità di un primo nucleo di piloti addestrati portò alla creazione di una scuola di pilotaggio a Venezia (1 febbraio 1913) che nel marzo seguente fu presa in carico dalla Regia Marina ed inaugurata il 25 aprile. (Direzione Generale di Artiglieria e Armamenti); battezzata “Squadriglia San Marco” l’unità disponeva di otto idro (un idro Ginocchio, tre Borel 100Hp, un Borel 80 Hp, due Curtiss Paulham 1912 e un Bréguet), sui quali si brevettarono per primi Brivonesi, Mendozza, Viotti e Cavalieri. In un primo tempo l’attività della scuola si svolge in Canale delle Vergini, presso l’Arsenale, ma poco dopo viene trasferita sul nuovo idroscalo realizzato nel canale del forte di S. Andrea, sull’isola delle Vignole, situato presso la bocca di porto del Lido. In quei primi anni d’attività è utilizzato anche l’adiacente idroscalo di Punta Sabbioni che, è ancora in uso quando l’Italia entra in guerra nel maggio 1915 ma poi viene abbandonato.




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252^ SQUADRIGLIA


Nasce nell'aprile del 1917 all'idroscalo di S. Andrea con personale misto dell'esercito e della marina. La linea di volo è formata da idrovolanti FBA. A metà ottobre del 1917 questi ultimi vengono sostituiti con i Macchi L.3. Il reparto compie l'ultima missione bellica il 4 novembre 1918. (Immagine: Il Macchi n. 28 della 252^ in volo primavera 1918. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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STAZIONE IDROVOLANTI DI VENEZIA

Nel 1914 la Regia Marina possedeva due stazioni di idrovolanti: una a Venezia e l’altra a La Spezia, con 14 apparecchi tipo Borel, Brèguet, Curtiss, Albatros, Farman e Guidoni (alcuni dei quali imbarcati su navi). Al 24 maggio 1915 la Stazione Idrovolanti di Venezia disponeva di sei aeroplani di tipo diverso con due aviorimesse, che si trovavano a Punta Sabbioni (Sant’Andrea).




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F.B.A (FRANCO-BRITISH AVIATION)




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IDROSCALO DI GORGO A GRADO

Nel luglio 1915, la Regia Marina che disponeva di 15 idrovolanti suddivisi tra i Comandi dell’Alto e del Basso Adriatico, provvede a organizzare nell’isola di Gorgo, nella laguna di Grado, una Stazione idrovolanti. Più tardi questa verrà dislocata vicino al porto in concomitanza con l’arrivo di un gruppo di idrovolanti dell’aviazione francese, che collaboreranno con gli italiani fino all’inizio del 1917 quando saranno sostituiti da un gruppo di volo italiano. Nel febbraio del 1916 alcuni idrovolanti di Grado sono in missione su Trieste con a bordo l’Ufficiale osservatore Gabriele d’Annunzio. Fu in questa missione, nella fase di ammaraggio d’emergenza, che d’Annunzio perse l’uso di un occhio. Intanto, la presenza di idrovolanti italiani a così breve distanza dalle basi austriache di idrovolanti di Trieste non poteva essere tollerata dagli Austriaci, e Grado è sottoposta a molti bombardamenti, in particolare dall’inizio del 1916 l’isola di Gorgo e nei mesi successivi Punta Sdobba e di nuovo Grado.




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NIEUPORT 17




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CAMPO DI AVIAZIONE VENEZIA LIDO

A causa del pericolo di bombardamenti aerei a cui era esposto il patrimonio artistico di Venezia, si rese necessario trovare un'area vicina alla città dove realizzare un campo di aviazione per ospitare l'aviazione francese giunta in soccorso. Inizialmente i caccia Neuport 10 e i veloci biplani Spad S VII francesi si schierarono nel campo di Bazzera, nei pressi di Mestre, ma questa locazione non si dimostrò adatta a tempestivi interventi di intercettazione di aerei nemici. Fu così che il Comando della Marina decise di ricavare un campo di aviazione dalla piazza d’armi del Forte di S. Nicolò al Lido. Lo spazio, ampliato con la demolizione di alcuni fabbricati minori, dimostrò la praticabilità del progetto il primo dicembre, dopo tre mesi di lavori, la squadriglia francese si trasferì nella nuova sede segnando così la nascita dell’aeroporto lidense. L'aeroporto ebbe visitatori illustri quali il Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII, lo scrittore Celine, ed una madrina d’eccezione, l’affascinante baronessa Nicola Winspeare Guicciardi. Anche Gabriele D’Annunzio diventerà un abitué del luogo dopo il suo trasloco nella celebre Casetta Rossa sul Canal Grande.




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MACCHI L.3 (M.3)




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32^ SQUADRIGLIA


La 32^ Farman nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Villaverla. Il 4 luglio 1917 si trasferisce sul campo di S. Pietro in Gù. Il 24 febbraio 1918 l'unità va a Nove di Bassano dove in marzo finalmente si riequipaggia con gli S.P.3. Il 13 marzo però torna a San. Pietro in Gù. In aprile si riequipaggia con i SIA 7b ma ad aprile i voli sono sospesi e la squadriglia rimane inattiva per un breve periodo. (Immagine: I SIA 7b della 32^ con lo stemma di reparto, un cupido vestito col frac come un frequentatore di tabarin, tratto da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM).

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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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26^ SQUADRIGLIA


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2^ SEZIONE SVA


Formata su sei apparecchi a Ponte San Pietro alla fine del 1917, nel gennaio del 1918 si trova a Nove di Bassano. Nel febbraio va a Castenedolo in riposo. Nell'aprile del 1918 si sposta a S. Pietro in Gu, dove rimane fino alla fine della guerra. Ebbe accreditate nove vittorie aeree. Il 5 dicembre 1918 diviene 62^ Squadriglia. Una nuova 2^ sezione SVA viene messa in formazione a Ponte San Pietro il 15 ottobre 1918. Al 19 novembre è a Montichiari. (Immagine: SVA di prima produzione della 2^ Sezione, con mitragliatrice Vickers esterna. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM. Foto De Vicari).

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83^ SQUADRIGLIA

Questa squadriglia è un reparto particolare in quanto viene costituita il 5 maggio 1917, con più sezioni che operano separatamente. La 1^ sezione è costituita per la Macedonia. Il 10 dicembre questa sezione viene trasformata in squadriglia, assumento il numero 73. La 2^ e la 3^ sezione sono costiuite ad Arcade e inviate, rispettivamente, a S. Pietro in Campo (Belluno, e a Cavazzo Carnico. Il primo volo di guerra della 2^ sezione ha luogo il 10 maggio 1917. La 3^ sezione arriva a Cavazzo il 16 maggio e compie il primo volo di guerra il 19. Dopo Caporetto la 83^ trasferisce tre aerei a Feltre. L'11 novembre le due sezioni si trasferiscono a Marcon. Il 1 dicembre l'unità riceve i primi Ni.27 Monocoque. Il 18 marzo 1918 si sposta da Marco, mandando la 1^ Sezione a S. Pietro in Gù e la 2^ a Castenedolo. Il 4 ottobre entra a far parte del nuovo XXIV Gruppo spostandosi da S. Pietro in Gù a Poianella. In totale nel corso del 1918 ha effettuato oltre 2500 voli.(Immagine: Nieuport XI della 83^ Squadriglia, 2^ Sezione a Belluno nell'estate del 1917. Da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELLUNO

L'aviosuperficie di Belluno fu realizzata a San Pietro al Campo dove si trova tuttora, tra la città e Ponte nelle Alpi e tra la strada regionale 50 ed il Piave. Essa ospitò le squadriglie 48a e 83a e dopo Caporetto diventò una base austriaca con le Flik 2D, 8D, 11D, 30J, 39D, e 53D.




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CAMPO DI VOLO DI CAVAZZO CARNICO (BL)




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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ROYAL FLYING CORPS R.F.C.

Il Royal Flying Corps venne ufficialmente costituito il 13 marzo 1912 come parte dell'esercito britannico (British Army). Il primo comandante fu il brigadiere generale Sir David Henderson e fu diviso in due parti. La prima era rappresentata dall'arma aerea dell'esercito (Army Wing)) e l'altra della marina (Naval Wing). Nel 1914, il Naval Wing fu posto sotto il diretto comando della Royal Navy e fu pertanto costiuito il Naval Air Service. Il Royal Flying Corp entrò in azione il 19 agosto 1914, sei giorni dopo aver lasciato il Regno Unito e posto la sua base operativa in Francia.




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50^ SQUADRIGLIA


Viene costituita il 10 maggio 1917 dalla seconda sezione della 46^, di base a Trissino con velivoli Farman. Il 31 luglio 1917 va a Villaverla ma rimane ferma un mese per mancanza di apparecchi. Cessa le attività dal servizio di guerra il 7 ottobre e viene impiegata in un corso di addestramento per allievi osservatori. Il 25 novembre va da Villaverla a Verona ma viene sciolta l'11 novembre 1917. (Immagine: Il Farman Colombo MF 2692 della 50^ squadriglia nell'agosto del 1917 - Longoni. da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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CAMPO DI VOLO DI TRISSINO (VI)

Il campo che sino alla fi ne di luglio ospitò solo la 50a, era sistemato sulla riva destra dell'Agno a fi anco del paese e sovrastato dalla villa Marzotto. Rimarrà in quella posizione anche dopo il confl itto, sino agli anni '60 per essere poi ricostruito sulla riva opposta alla Colombara.

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AMEDEO MECOZZI 1892 - 1971

Pilota dell'aviazione militare dal 1915, "asso" dell'aviazione da caccia durante la prima guerra mondiale, dopo la guerra fu pilota collaudatore dell'Istituto sperimentale aeronautico. Comandante (1923) della 91ª squadriglia Baracca e (1927) del VII gruppo aviazione da caccia, dal 1929 si dedicò all'organizzazione di speciali reparti che nell'ottobre 1931 furono denominati reparti "d'assalto" ed ebbe il comando del V stormo; promosso (1937) generale di brigata aerea, comandò la V brigata aerea d'assalto. Fu successivamente (dal 1937 al 1938) comandante di un settore aereo in Somalia, direttore della Rivista Aeronautica, presidente dell'Aero Club d'Italia e presidente dell'Editoriale Aeronautica; collocato a riposo nel 1946. Il M. è soprattutto noto per le sue vedute sull'impiego bellico dell'aviazione da lui svolte (dal 1919) spesso in contrasto con le direttive ufficiali dei comandi e in aperta polemica con le idee affermate da G. Douhet nella sua opera Il dominio dell'aria (1921). Favorevole all'unità e autonomia tecnico-organizzativa dell'aviazione militare, affermò peraltro la necessità di una integrale cooperazione addestrativa-operativa delle tre forze armate terra-aria-mare, contestando l'opportunità e la possibilità di affidare esclusivamente all'arma aerea impiegata in massa il compito di risolvere il conflitto attraverso una "guerra aerea a sé stante". Obiettivo essenziale delle operazioni belliche debbono essere le forze armate nemiche; il bombardamento aereo di obiettivi civili deve essere escluso e pertanto sono da escludere o limitare i mezzi offensivi (aerei o missili) che non consentano la selezione degli obiettivi e la precisione nel colpirli. In relazione a queste vedute, il M. fu ardente fautore (fin dal 1926) di un particolare tipo di velivoli che egli chiamò d'assalto (gli attuali cacciabombardieri). (da: www.treccani.it)




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AEROPORTO DI SANTA GIUSTINA (BL)


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35^ SQUADRIGLIA


La 35^ Squadriglia Voisin viene allestita nell'aprile del 1916 a Padova e si sposta ad Aviano per addestrarsi. Il 1 maggio 1916 viene stanziata a Chiasellis ed iniziano i voli di guerra. Il 16 agosto la squadriglia si trasferisce a Campoformido. Per la sostituzione del Voisin la squadriglia viene ritirata dalla zona di guerra e sciolta in data 16 marzo. Dall'aprile del 1917 una nuova 35^ Squadriglia bis è in costituzione sull'aeroporto di Ghedi su velivoli Pomilio. La nuova squadriglia va al fronte solo in estate sul campo di S. Giustina. Per la incompletezza del campo, le due sezioni vengono portate a S. Piero (Belluno) e poi di nuovo a S. Giustina (28 giugno). La squadriglia esegue il primo volo di guerra il 12 luglio 1917. Ritirata dopo Caporetto riesce a portare 6 dei suoi 12 velivoli a Campoformido, e il 28 ottobre si sposta ad Aviano. Con un solo velivoli raggiunge poi Ponte San Pietro. Il 3 novembre viene rimandata a Istrana e dopo un breve periodo si sposta a Castel di Codego. All'inizio del 1918 inizia il passaggio sul SIA 7b. Il 14 maggio si sposta al campo di Piano di Camuno. Svolge l'ultima azione il 23 giugno e il 24 arriva l'ordine di versare i suoi SIA. L'ordine di scioglimento arriva il 10 luglio 1918. (Immagine: Voisin8 della 35^ Squadriglia a Campoformido. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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117^ SQUADRIGLIA


La 117^ Squadriglia SAML viene costituita nel settembre del 1917 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade. Viene mobilitata il 3 ottobre 1917 sull'aeroporto di S. Giustina (Belluno) al servizio della 4^ armata. Dopo Caporetto la squadriglia si ritira dal Cadore e viene trasferitra a Padova. A metà dicembre alla squadriglia viene ordinato di spostarsi a Fossalunga, riassegnata alla 1^ armata, dove si trasferisce a metà febbraio del 1918. A giugno riceve l'ordine di convertirsi sui Pomilio. (Immagine: Il ten. Carlo Scavini, un valoroso pilota della 117^, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CIRE' DI PERGINE

Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione costruì uno dei suoi più importanti aeroporti del fronte italiano, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Nel Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell’I.R. Aviazione, la ‘’Flik 24’’ e la ‘’Flik 55j’’, in cui ebbero la sorte di incontrarsi tre dei più famosi ‘’assi’’ che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché József Kiss (ungherese).




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FLIK 24

Squadriglia a disposizione dell'11° Corpo di Armata sul campo di Pergine, successivamente fu assegnata a livello divisionale

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HANSA BRANDENBURG C-I




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SAVOIA POMILIO SP.2




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S.A.M.L. S.2




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CAUDRON G.4




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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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STRAFEXPEDITION 14 MAGGI0 - 27 GIUGNO 1916

Conosciuta dalla storiografia italiana anche con il nome di Battaglia degli Altipiani, questa offensiva austro-ungarica fu voluta per punire il tradimento italiano alla Triplice Alleanza. Il termine Strafexpedition che vuol dire spedizione punitiva è stato coniato dagli italiani nel primo dopoguerra. Nei documenti e volumi austriaci non si parla mai di Strafexpedition ma di operazione di primavera. Quando nel pomeriggio del 14 maggio 1916, un fuoco d’artiglieria, mai visto prima, si scatenò sulle posizioni italiane, e il mattino del 15 il XX corpo austro-ungarico mosse all’attacco, le prime rapide conquiste fecero temere e presagire un travolgente successo del nemico. L’attacco colse allora le truppe italiane, fanterie ed artiglierie, troppo proiettate verso posizioni estremamente avanzate. L’intera massa di uomini dislocati a difesa del fronte continuò coraggiosamente e selvaggiamente a riconquistare qualsiasi posizione persa, fino a quando, abbruttiti e devastati dalla violenza degli attacchi, gli italiani dovettero necessariamente iniziare la ritirata. La Strafexpedition fu un errore di calcolo del capo di stato maggiore austriaco generale Conrad che, pur non potendo contare sull’appoggio dei tedeschi, ritenne di poter ottenere la vittoria decisiva sugli italiani, attaccandoli dal Trentino. La preparazione dell’operazione richiese il massiccio spostamento di uomini e mezzi dagli altri fronti. L’offensiva venne inoltre ritardata dal persistere della neve in alta montagna. Il comando supremo italiano, sebbene messo sull’avviso da numerosi rapporti che rivelano le manovre austriache, riuscì a farsi cogliere impreparato. Solo l’aiuto dei russi, che anticipano la propria offensiva a est, consentì agli italiani di evitare il peggio e di bloccare l’avanzata austriaca allo sbocco delle valli alpine. La spedizione punitiva di Conrad, costò comunque altre 147.000 perdite all’esercito italiano.




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LUIGI CADORNA 1850 - 1928

Nominato capo di stato maggiore nel luglio 1914, impose all'esercito una dura disciplina militare e fu destituito dopo la disfatta di Caporetto (nov. 1917). Senatore dal 1913, dopo la guerra fu collocato a riposo e nominato maresciallo d'Italia (1924). Nel luglio 1914 fu chiamato a sostituire il gen. A. Pollio come capo di stato maggiore, durante i dieci mesi di neutralità si adoperò a restituire all'esercito l'efficienza necessaria per partecipare, occorrendo, alla guerra. Entrata l'Italia in guerra (1915), C., perseguendo una tattica di logoramento dell'avversario, si pose in difensiva dallo Stelvio al medio-alto Isonzo e passò all'offensiva nella regione isontina. I principali successi ottenuti sotto il suo comando (caratterizzato peraltro da durissima disciplina e da scarsa considerazione delle esigenze umane del soldato) furono: l'arresto dell'offensiva austriaca nel Trentino (primavera 1916), la conquista di Gorizia, dovuta a un'improvvisa azione ad oriente, e la vittoria alla Bansizza (estate 1917). L'offensiva di Caporetto (ott. 1917) costrinse C. a ordinare il ripiegamento dello schieramento orientale dell'esercito dietro il Piave. Lasciato il comando l'8 nov. 1917 in seguito a questi avvenimenti e sostituito dal gen. A. Diaz, fu nominato membro del Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, ma nel febbr. 1918 fu richiamato in Italia, a disposizione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto, e nel 1919 collocato a riposo. Senatore del Regno dal 1913, nel 1924 fu nominato maresciallo d'Italia. (www.treccani.it)




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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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31^ SQUADRIGLIA


La 31^ Squadriglia, operante nel settore trentino e plasmata da ottimi comandanti, fu uno dei reparti ai vertici della nostra aviazione. Già 1^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento assun se il nuovo numero il 15 aprile 1916, a Verona, dove era di base. E' equipaggiata con velivoli Farman. Nel marzo del 1917 inizia a riequipaggiarsi con i velivoli S.P.2 e S.P.3 e 31 luglio si trasferisce sul campo di Castelgomberto.Il 10 dicembre, la 31^ S.P.3 viene dislocata a Sovizzo e ritornò a Castelgomberto il 10 aprile successivo, dove si trovava ancora alla data dell'armistizio. (Immagine: Un Savoia Pomilio S.P.3 della 31^ squadriglia, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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73^ SQUADRIGLIA


La 4^ squadriglia Caccia di verona, assume il 15 aprile 1916 la nuova designazione di 73^ Squadriglia. E' equipaggiata con gli Aviatik e con un Lloyd di preda bellica. Il 10 maggio il reparto va a Sant'Anna di Alfaedo, dove resta fino a settembre, quando ritorna a Verona dislocata come raparto di difesa. Viene riequipaggiata con i SAML e dopo la pausa invernale ricomincia i voli di crociera nel marzo 1917. Il 20 settembre 1917 diviene la 121^ Squadriglia SAML. (Immagine: Il Lloyd con le insegne italiane della 73^ Squadriglia, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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112^ SQUADRIGLIA


Formata nell'aprile del 1917 a Torino su SAML 6 montanti, la 112^ Squadriglia viene radunata presso il Centro di Formazione di Arcade per poi proseguire per Villaverla. La squadriglia, assegnata al fronte settentrionale della 1^ armata riceve i primi aerei il 23 aprile e il primo volo di guerra fu compiuto il 23 maggio con una ricognizione sul Pasubio. Il 20 luglio 1917 si trasferisce in volo a A LAvariano (Chiasellis) e prende i SAML a quattro montantial servizio della 3^ armata. Il 20 ottobre l'unità viene trasferita al campo di Bolzano del Friuli. Sopravvenuto Caporetto si ritira a S. Maria La Longa il 25 ottobre, alla Comina il 26. Poi va a Istrana mentre il 3 novembre è a Padova. A dicembre la 112^ non ha pi aerei efficienti. Al 4 febbraio 1918 si sposta a Fossalunga con due PE e un SAML, ma nel marzo (19) è trasferita a Castenedolo dove si trova anche all'armistizio. (Immagine: I Pomilio PE della 112^ Avevano come insegna un aggressiva pantera nera, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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71^ SQUADRIGLIA


Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ Squadriglia Caccia sul campo di Cascina Farello con una linea di volo composta da Nieuport.Il 23 maggio si trasferisce a Villaverla. In conseguenza dello sfondamento di Caporetto una sezione viene distaccata a presso la 82^ di Campoformido e in cambio riceve una sezione SAML tratta dalla 121^. La sezione lascerà la squadriglia nel mese di novembre. Il 23 novembre, per precauzione la squadriglia arretra al campo di Sovizzo una quindicina di km a sud di Villaverla. Il 16 dicembre riceve i nuovi velivoli SPAD. Il 10 maggio 1918 la pioggia torrenziale trasforma il campo di Sovizzo in un mare di fango, per cui la squadriglia si traferisce un pò più al nord, a Castelgomberto. Il 16 ottobre, l'unità si trasferisce sul campo di Gazzo. All'atto dell'armistizio la 71^ è sul campo di Quinto con 14 SPAD e 7 Ni.27. Nell'ultimo anno di gurra aveva totalizzato 1183 voli bellici sostenendo 46 combattimenti. (Immagine: Il Il Tenente Agostino Consigli, al centro, battezza con champagne il suo SPAD "Enrica" da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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76^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene formata sul campo della Comina il 25 maggio 1916 con i velivoli Nieuport e il 29 maggio si trasferisce sul campo di Santa Maria La Longa. Il primo contatto con l'aviazione austroungarica avviene il 1 giugno durante un vlo di scorta a due Voisin su Vogersko.Nel corso del suo primo anno di guerra compie 624 voli sostenendo 39 combattimenti. Il 25 febbraio 1917 viene trasferita sul campo di Borgnano, detto anche di Langoris. Il 27 ottobre è a Campoformido ma il giorno dopo arretra alla Comina e il 1 novembre si porta a Arcade. Il 10 novembre si trasferisce sul più arretrato campo di Istrana. Il 2 febbraio 1918 si porta a Isola di Carturo e il 10 a Casoni. Nell'ultimo anno di guerra la squadriglia aveva compiuto 2464 voli di guerra sostenendo 101 combattimenti. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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CAPRONI CA.300




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CAMPO DI AVIAZIONE DI FOSSALUNGA (TV)

Campo di aviazione estensione di quello di Istrana o Trevignano (come lo chiamavano gli austriaci)




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LA SQUADRIGLIA DEGLI ASSI




La 91ª Squadriglia possiede una caratteristica che la rende forse unica nella storia delle forze aeree di tutto il mondo, giacché Francesco Baracca ebbe il privilegio di poter scegliere uno per uno “I SUOI” uomini. Nell'esercitare tale indubbio privilegio, l'asso romagnolo cercò negli altri aviatori quelle stesse caratteristiche di eccellenza quale uomo, soldato ed aviatore che pure lui possedeva. Baracca, era un professionista serio ed equilibrato, ben lontano da tronfi fanatismi ed animato da grande rispetto per i suoi stessi nemici. A tal fine conviene ricordare come la contessa Paolina Biancoli, sua madre, avesse definito in una lettera gli aviatori austriaci "birbanti". Baracca la riprese pregandola di non chiamarli in quel modo, giacché lui li considerava semplicemente dei soldati che compivano il loro dovere nei confronti del loro paese. In un esercito allora fortemente strutturato in senso gerarchico, si curava poco anche dei gradi, conscio come era che in aria non contasse la presenza od il numero delle stelle da ufficiale sulle maniche. In questo fu simile al suo grande amico Pier Ruggero Piccio, suo superiore quale comandante del X Gruppo ed Ispettore della Caccia e futuro primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica quale Arma indipendente. La figura di Piccio a rigor di logica esulerebbe dalla trattazione poiché l'ufficiale romano non faceva parte della 91ª ma la sua storia è talmente legata ad essa che davvero non si può prescindere dal citarlo. Piccio univa un'enorme competenza ad un carattere focoso che lo rendeva pronto alla lode ed al biasimo senza riguardo alcuno al grado dell'interlocutore. Gli aviatori della 91ª erano uomini con storie, provenienze e caratteri diversi, uniti come si è detto dalle non comuni abilità nell'arte del volo e del combattimento aereo. Fra loro, e solo per citarne alcuni, si possono ricordare figure come Fulco Ruffo di Calabria, di nobilissima famiglia del Mezzogiorno, il padre dell'attuale Regina dei Belgi, che pure mai fece pesare il suo rango e rimase al suo posto scontando l'impegno con una grave forma di esaurimento fisico, assumendo anche la guida del reparto dopo la morte di Baracca. Al fronte rimase pure il fiorentino Nardini, che con i suoi 35 anni avrebbe pure potuto avere un incarico nelle retrovie, magari egualmente impegnativo ma meno rischioso. Lontano dal fuoco a lungo venne invece costretto dalla propria abilità di collaudatore De Bernardi, che poi ebbe modo di mettersi in luce dopo la guerra conquistando diversi record aviatori e che pure pilotò il celebre Campini Caproni, il primo velivolo a getto progettato e prodotto in Italia. Campano come Ruffo era Gaetano Aliperta, che gravemente ferito in uno scontro poco prima di Caporetto, affrontò una dolorosa marcia pur di sfuggire all'avanzata austriaca e tornare a combattere. Vi erano nella 91ª uomini come Ranza, che raggiunse nella maturità il grado di generale continuando a volare e fuggendo come il diavolo scartoffie e mene politiche, o Costantini, che in un’epoca di preparazione empirica aveva una solida conoscenza tecnica e dopo la guerra si diede alle corse automobilistiche, vincendo gare come la Targa Florio. D'Urso invece, un siciliano schivo e taciturno, passava ogni attimo del suo tempo libero allo studio del moto perpetuo. In aria era un acrobata estroso ed abile, capace di stupire i pur esperti compagni di squadriglia. Si è detto come Baracca badasse al sodo dei suoi uomini, curandosi solo che compissero al meglio il loro dovere e senza badare ad altro. Nulla meglio della figura di Guido Keller illustra tale fondamentale aspetto della personalità del cacciatore lughese. Keller era un futurista e di lui si disse che riusciva a coniugare in sé Gabriele d'Annunzio e San Francesco. E' difficile riassumere in breve una personalità tanto complessa, ma basti dire come gli aspetti più palesi della sua bizzarra personalità fossero il regalare denaro anche a perfetti sconosciuti e l'abitudine di girare nudo per il campo di aviazione. Sempre nudo nuotava in un torrente nei pressi, giocando quando capitava come diceva lui, al “satiro ed alle ninfette" con le donne che in quelle acque lavavano i panni. Se le ragazze, che lo conoscevano, stavano al gioco e fuggivano ridendo e dandosi la voce, il parroco del paese vicino mostrò di non gradire il turbamento del suo gregge e Baracca dovette intervenire. Giacché Keller, tanto era eccentrico a terra anche per una mentalità più aperta quale la nostra, quanto era preciso in volo. Non solo era maestro nel condurre a termine efficaci ricognizioni fotografiche, tenendo l'aereo dritto a quota ed a velocità costanti in mezzo alla contraerea più violenta ma verificava personalmente il proprio aereo prima del volo, "controllando i bulloncini” sempre nelle sue parole. A Keller si deve fra l'altro l'idea del Grifone quale insegna della Squadriglia e la vicenda ci mostra come Baracca oltre a grandi qualità di pilota e di soldato, possedesse precipue doti di leader, curandosi anche del morale dei suoi uomini. Dopo la ritirata oltre il Piave conseguente ai tristi giorni di Caporetto, in cui la 91ª aveva perso due piloti molto amati, l'asso Giovanni Sabelli ed il tenente Enrico Perreri, Baracca provvide a portare i suoi aviatori al ristorante “Lo Storione”, uno dei migliori di Padova. In quell'occasione i piloti presero a discutere quale stemma avrebbe potuto avere il reparto ed alla proposta di Keller per questo mitico animale, simbolo della forza in terra ed in aria, Baracca accordò la sua preferenza. Lo spirito di corpo forgiato dall'aviatore romagnolo fu fortissimo, tanto che gli uomini della 91ª continuarono negli anni ad incontrarsi nel ricordo del loro comandante. Baracca aveva scelto i suoi compagni in maniera tanto oculata che alla fine del conflitto, ben 11 dei 42 assi dell'aviazione del Regio Esercito avevano militato nelle fila della 91ª ed il Grifone passò poi a rappresentare la specialità della Caccia nello stemma dell'Aeronautica Militare, mentre la tradizione di eccellenza continuava fino ai giorni nostri.(Articolo di Paolo Varriale, Rivista Aeronautica , 2005)

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FRANCESCO BARACCA 1888 - 1918




Nato a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, da Enrico e da Paola dei conti Bianchi, uscì dalla Scuola militare di Modena, nel sett. 1909, col grado di sottotenente di cavalleria. Passato a sua richiesta nelle file dell'aviazione militare, il 28 apr. 1912 fu assegnato al battaglione "Specialisti d'aviazione" e inviato a seguire i corsi della scuola di pilotaggio dell'aviazione militare francese a Reims, dove il 9 luglio 1912 conseguì il brevetto di pilota. Nel 1913, partecipando alle manovre dell'arma di cavalleria, dimostrò le grandi possibilità militari che l'impiego del mezzo aereo apriva sul piano tattico, e gli fu affidato il compito d'istruire gli allievi piloti. Già completamente padrone della tecnica acrobatica, perfezionò continuamente le sue conoscenze e il suo addestramento tattico, abituandosi a pilotare apparecchi di tipi diversi. Con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa, il 24 maggio 1915, il B. accelerò la sua preparazione sugli aerei tipo "Nieuport", dotati di una velocità eccezionale per l'epoca, presso l'aeroporto parigino di Le Bourget. Rientrato nel luglio 1915 in Italia, fu subito mandato al fronte per collaborare all'organizzazione di una difesa contro i già operanti velivoli austriaci. Compì diverse missioni con vari compiti e ottenne la sua prima vittoria in un duello aereo il 7 apr. 1916, costringendo ad atterrare, ancora quasi intatto, all'interno delle linee italiane un velivolo austriaco tipo "Aviatik" : questa azione, che poneva in mano italiana un apparecchio di uno dei modelli più recenti da ricognizione e da combattimento, gli valse la prima medaglia di argento al V. M. Seguirono numerose altre vittorie: nel 1917, all'ottavo aereo nemico abbattuto, gli fu conferita la croce dell'Ordine Militare di Savoia. Dopo aver combattuto con la 70ª squadriglia, di base al campo di S. Caterina (Udine), passò nella primavera del 1917 alla 91ª squadriglia, una unità di nuova costituzione, nella quale confluirono i migliori piloti della 70a e che fu poi chiamata "la squadriglia degli assi". La nuova formazione ebbe in dotazione apparecchi tipo Spad, superiori ai Nieuport, con i quali collezionò una serie straordinaria di vittorie: dopo avere svolto attività assai intensa con base prima a Istrana (Treviso) e poi a S. Caterina, i piloti della 91ª squadriglia potevano vantare alla fine del settembre 1917 diciannove velivoli abbattuti dal B., comandante della squadriglia, tredici da Fulco Ruffo di Calabria, dodici ciascuno da P. R. Riccio e L. Olivari, sette da F. Ranza. La 91ª divenne in breve la squadriglia più famosa del fronte; i suoi piloti s'impegnavano anche in azioni di bombardamento con apparecchi "Caproni", ma la specialità, nella quale il B. e i suoi aviatori eccellevano, era la caccia: la tattica preferita dal B. consisteva nell'attaccare dall'alto il nemico, sfruttando soprattutto la propria eccezionale abilità nella manovra dell'aereo e delle armi di bordo. Altre due medaglie d'argento vennero a premiare l'audacia del B., che durante la battaglia di Caporetto e la ritirata s'impegnò a fondo per ostacolare il nemico con azioni rischiosissime di mitragliamento a bassa quota, anche nelle strade di Udine, che le colonne austro-tedesche stavano attraversando. Trasferitasi la gia squadriglia a Pordenone, e poi a Padova, la stretta collaborazione con la lotta delle truppe di terra continuò, sia nel campo dell'intervento tattico, sia in quello della ricognizione strategica e dei bombardamento. Il 7 dic. 1917 il B. abbatteva il suo trentesimo aereo nemico, un "Albatros" austriaco, sull'altopiano di Asiago. Per questa vittoria, il B. ebbe la croce di ufficiale della Corona belga, dal re Alberto in persona, il 6 febbr. 1918, sul campo di aviazione di Padova, e la medaglia d'oro al valor militare: seguì la promozione a maggiore per merito straordinario di guerra. Il cavallo rampante e il motto "ad maiora", che il B. aveva dipinto sulla carlinga, contribuivano a creare attorno all'aviatore un'atmosfera romantica, come del resto era accaduto ad altri famosi cacciatori di quella guerra, come il tedesco von Richtofen sul fronte francese e l'austriaco Brumowscky sul fronte italiano. La sua figura diveniva estremamente popolare tra i soldati e contribuiva notevolmente all'affermazione della nuova aviazione italiana. La offensiva austriaca e il contrattacco italiano nel giugno 1918 impegnarono a fondo la gia squadriglia. Il 15 giugno il B. abbatté il suo trentaquattresimo apparecchio nemico. Il 19 giugno, uscito al tramonto con altri due aerei della squadriglia per un'azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, l'apparecchio del B. fu colpito da due pallottole incendiarie di fucile, che perforarono il serbatoio, e una delle quali raggiunse alla testa l'asso dell'aviazione italiana. (www.treccani.it)

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AEROPORTO DI ISTRANA

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. continua nel sito (vedi aeroporti: Istrana)


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FULCO RUFFO DI CALABRIA 1884 - 1946

Nasce e dopo gli studi ed il servizio militare nell'XI reggimento cavalleggeri Foggia, si trasferisce in Somalia come vicedirettore di una società per la navigazione ed il commercio sul Giuba, dove rimane tre anni. Scoppiato il primo conflitto mondiale si arruola volontario nel reggimento cavalleria dal quale molto presto si allontana per entrare nel battaglione aviatori. Dopo aver frequentato il corso di Mirafiori e conseguito il brevetto, passa al pilotaggio in zona di guerra. Dalle prime squadriglie di aviazione per artiglieria raggiunge, già due volte decorato al valore, la squadriglia da caccia di Francesco Baracca della quale erediterà il comando. Il 20 Ottobre 1918 viene abbattuto dietro le linee nemiche. Riesce a far atterrare il suo Spad con il serbatoio squarciato, sotto il fuoco nemico, e ne esce incolume. Riesce a fuggire prima dell'arrivo dei soldati austriaci e riattraversa a piedi le linee. Cinque giorni dopo l'Austria firmerà l'armistizio. Sopravvissuto alla Guerra rimane nell'esercito nei reparti di cavalleria. Nel '25 lascia la vita militare per dedicarsi alla proria azienda agraria ed alla società italo belga per cui aveva già lavorato in Africa e di cui diviene presidente. A lui si deve nel campo della scienza agraria la scoperta di una varietà di trifoglio gigante, nominato appunto trifoglio Ruffo. Nel '34 è nominato Senatore del Regno. Fu decorato con il Cavalierato dell'Ordine Militare Savoia, la Medaglia d'Oro al Valor Militare, due Medaglie d'Argento al Valor Militare, quattro Medaglie di Bronzo al Valor Militare, e una Promozione per merito di Guerra (dal sito: http://www.ruffodicalabria.it/nonno.html)


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FERRUCCIO RANZA 1892 - 1973




Nato a Fiorenzuola D'Arda, dopo gli studi di ragioneria si arruolò frequentando nel 1914 il primo corso per allievi ufficiali del Battglione Aviatori. Nell'ottobre del 1915 volò con i Caudron della 3^ Squadriglia d'artiglieria e ottenne poi il trasferimento alla 77^ Squadriglia da caccia dove si vide confermare la sua prima vittoria il 14 settembre 1916. Altre due vittorie vennero il 25 novembre e nel gennaio 1917 fu nominato comandante della 77^ squadriglia. . Il 1 maggio fu trasferito alla 91^ squadriglia e diventò un asso il 23 settembre condividendo con Sabelli l'abbattimento di un Brandenburg C.I.. Prima della fine dell'anno ottenne altre due vittorie, l'ultima delle quali, il 30 dicembre. La prima vittoria del 1918 fu ottenuta il l2 gennaio ai danni di un aereo tedesco, un Rumpler C.IV. Una doppietta fu rivendicata il 10 febbbraio e il 15 giugno, primo giorno dell'ultima offensiva austroungarica, abbettè un Brandenburg C.I... In settembre Ranza subentrò a Ruffo nel comando della 91^ Squadriglia ottenenendo le sue ultime due vittorie il 29 ottobre. In tre anni di voli di guerra aveva compiuto 465 voli di guerra con 17 vittorie confermate in 57 combattimenti. Rimasto sotto le armi e passato nella regia aeronautica, proseguì la sua carriera partecipando a voli operativi in Libia e in Africa Orientale. Durante la seconda guerra mondiale , con il grado di Generale di Squadra Aerea ebbe il comando dell'Aeronautica dell'Albania durante la sciagurata campagna di Grecia. All'armistizio Ranza era a Bari al comando della 4^ Squadra Aerea e non perse la testa, rimanendo al suo posto e riuscendo prima a mantenere la saldezza delle truppe evitando il sabotaggio degli aeroporti da parte dei tedeschi, collaborando poi con gli Allearti per mostrare la volontà degli italiani a liberare il proprio paese.. In congedo dal 1952, morì a Bologna nel 1973. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)

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LUIGI OLIVARI 1891 - 1917

Nato a La Spezia, trascorse la gioventù a Torino e a S. Maurizio (TO). Appassionato di pattinaggio su ghiaccio e motociclismo, vinse numerose gare regionali. A Mirafiori potè ammirare i primi aeroplani e si iscrisse ad un corso di pilotaggio e ottenne facilmente il brevetto. Il 15 maggio 1915 si arruola volontario nell'aviazione considerata specialità del Genio. Venne assegnato alla 70a Squadriglia aeroplani. Nella primavera del 1916 era con la famosa 70a Squadriglia del Battaglione Aviatori, agli ordini del cap. Tacchini al campo di S. Caterina (Udine) con compagni di squadriglia come Bolognesi, Baracca e Ruffo di Calabria. Olivari fu il primo ad iniziare la serie delle vittorie aeree sul fronte italiano. Il 2 aprile 1916, al ritorno da una crociera, incrociò un velivolo austriaco. Una breve raffica e l'avversario cadde oltre l'Isonzo di fronte a Cormons.Cominciò così la serie delle sue vittorie: 7 aprile un Albatros su Casiello (Uine), 16 maggio un'altra vittoria su Gorizia, 9 luglio abbattimento su Salcano, il 25 agosto su Medea e finalmente il 6 settembre, abbattendo un Lohner sul monte Stariski, presso Caporetto, si laureò primo Asso italiano per il conseguimento della 5a vittoria. Considerato uno dei piloti più abili e coraggiosi, entra a far parte della 91ª Squadriglia conosciuta come la "Squadriglia degli assi". Gli vengono attribuiti 12 abbattimenti, benché ne reclamasse 19. Fu decorato con 3 Medaglie d'Agento al V. M. e con 3 di Bronzo. Fu anche insignito della Croce di Guerra francese con palme. Ritornato in Italia dopo un breve soggiorno in Francia, rimase ucciso a causa dello stallo del suo caccia SPAD S.VII durante il decollo, presso il campo di S.Caterina/Udine. I funerali si tennero a Udine.



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TEN. COL. PILOTA PIER RUGGERO PICCIO

Pier Ruggero Piccio nasce a Roma il 27 settembre 1880; il 29 ottobre 1898 entra alla Scuola Militare di Modena, da dove esce l’8 settembre del 1900 con il grado di sottotenente del 43° Reggimento fanteria. Nel 1903 viene inviato al Ministero degli Affari Esteri: dal novembre del 1903 fino al febbraio del 1907 è in missione a Kalambari (Africa). Rientrato in Italia, da marzo del 1908 al luglio del 1909 viene assegnato alla 2a Compagnia mista di Creta; dal 14 novembre 1911 al 2 dicembre 1912 viene assegnato al 37° fanteria durante la Guerra di Libia; come capo di una sezione di artiglieria ottiene una medaglia di bronzo al valor militare; il 31 marzo 1913 viene assegnato al 19° fanteria con il grado di capitano. Nel luglio del 1913 consegue il brevetto di volo su monoplano Nieuport, mentre nell’ottobre consegue il brevetto di pilota militare, venendo assegnato alla 5a Squadriglia. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene assegnato al Corpo Aeronautico Militare. Consegue una prima medaglia di bronzo al valor militare per le azioni di ricognizione effettuate dal maggio all’agosto del 1915. Inviato alla Malpensa per conversione su bombardieri Caproni, diviene comandante della 3a Squadriglia su Caproni 300.Nella primavera del 1916 viene inviato a Parigi per conversione su Nieuport biplano e nel giugno dello stesso anno assume il comando ad Istrana della 77a Squadriglia Nieuport. Nell’ottobre del 1916 viene decorato di medaglia d’argento al valor militare per l’abbattimento di un pallone Draken. Promosso maggiore nel dicembre del 1916, nell’aprile del 1917 viene assegnato in qualità di comandante al 10° Gruppo Squadriglie (vola con la 77a e con la 91a Squadriglia); promosso tenente colonnello per meriti in servizio nell'ottobre del 1917, diviene in seguito Ispettore delle squadriglie da caccia e nell’estate del 1918 viene decorato di medaglia d’oro e di medaglia d’argento al valor militare; con le sue 24 vittorie è uno dei principali Assi dell’aviazione italiana.




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GIOVANNI SABELLI 1886 - 1917

Giovanni Sabelli, allo scoppio della Grande Guerra, era già un pilota dotato di esperienza di combattimento. Nato a Napoli, studiò ingegneria a New York e imparò a volare in Inghilterra, nel 1912. Durante la prima guerra dei Balcani si arruolò volontario nell’esercito bulgaro per combattere i turchi. Sottotenente della riserva, allo scoppio della Grande Guerra, dovette ritornare presso le scuole di volo e si brevettò nel 1915. Il 1 febbraio 1916 fu assegnato ala 2^ Squadriglia Caccia. Trasferito successivamente in Albania, ritornò sul fronte italiano con un volo di 22 ore per unirsi alla 85^ Squadriglia. Chiamato da Baracca raggiunse la 91^ il 6 maggio 1917. La prima vittoria con questa unità giunse il 10 agosto ai danni di un Brandenburg. Il 25 ottobre 1917, durante la battaglia di Caporetto, in pattuglia con Piccio, attaccò un velivolo austriaco, ma fu sorpreso alle spalle da un altro cacciatore austriaco e abbattuto. Decorato di 2 Medaglie d'Argento al Valor Militare.

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GOFFREDO GORINI

Atleta polivalente aveva iniziato giovanissimo con l’atletica, passava quindi al ciclismo vincendo numerose gare tra cui la Milano-Busalla, la Coppa del Re ed il Giro del Piemonte. Chiamato alle armi, conseguiva il brevetto di pilota ed era destinato alla Malpensa in qualità di istruttore sugli aerei Newport e conseguiva anche un primato internazionale di altezza, volando a 6.750 metri. Si trasferiva quindi a Santa Caterina, nella squadriglia che diventerà poi quella di Francesco Baracca. Restava in servizio e nel 1930, trasferito al secondo Centro Sperimentale di Vigna di Valle, iniziava ad interessarsi di motonautica. Nel ’35 era secondo alla Pavia- Venezia che vinceva successivamente nel ’37 con il colonnello Donati, aggiudicandosi sia quella di classe che la vittoria assoluta. Lo stesso anno si aggiudica la Vienna-Budapest di 268 km. in 3.35’49’’ alla media di 74,440 km. Nel ’38 rivince la Pavia-Venezia nella categoria idroscivolanti. E si ripete nel 1939 superando anche il record della corsa. Nel ’39 è trasferito a Lecce, quindi nel ’40 all’Aeroporto dell’Urbe quale Comandante. Nel 1941 ottiene a Bracciano il Mondiale per le classi 800 e 1.200 cc. su un idroscafo dell’Aeronautica, in compagnia del Colonnello Dario Panizzi. La media della prestazione è di 146,816 km., il record precedente era del francese Fisher: 137,860 km. Nel 1938 aveva battuto un altro record, stavolta su aereo di velocità con e senza carico, lungo il tracciato Santa Marinella-Napoli-Monte Cavo. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale era comandante del 37° Stormo B. T.. Lasciava definitivamente l’Aeronautica con il grado di Colonnello nel maggio del ’42, ricevendo in carriera due medaglie di bronzo al Valor Militare conquistate nel 1917 durante la prima guerra mondiale. (Da: http://www.medagliedoro.org/atleta/goffredo-gorini)

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32^ SQUADRIGLIA


La 32^ Farman nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Villaverla. Il 4 luglio 1917 si trasferisce sul campo di S. Pietro in Gù. Il 24 febbraio 1918 l'unità va a Nove di Bassano dove in marzo finalmente si riequipaggia con gli S.P.3. Il 13 marzo però torna a San. Pietro in Gù. In aprile si riequipaggia con i SIA 7b ma ad aprile i voli sono sospesi e la squadriglia rimane inattiva per un breve periodo. (Immagine: I SIA 7b della 32^ con lo stemma di reparto, un cupido vestito col frac come un frequentatore di tabarin, tratto da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM).

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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49^ SQUADRIGLIA

Unità formata sul campo di Nove di Bassano il 191 luglio 1916 con elementi delle tre sezioni della 46^ lì lasciati. E' equipaggiata con nove Caudron G.3 al comando del capitano De Sanctis. A metà agosto riceve una sezione farman e continua ad operare per il rilevamento delle posizioni nemiche. Nel corso del 1916 la 49^ esegue 110 voli di guerra. La squadriglia è sciolta il 17 agosto 1917 avendo eseguito solo 87 voli bellici nel 1917. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAUDRON G.3




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26^ SQUADRIGLIA


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SAVOIA POMILIO S.P.3


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2^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Unità formata sul campo Pordenone il 17 ottobre 1915 al comando del capitano Carta. Prende sede sul campo di Aviano e partecipa all'attacco dell'aeroporto austriaco di Aisovizza. La prima missione del 1917 viene compiuta il 2 aprile con il bombardamento di Adelsberg. In maggio e giugno la squadriglia è impegnata nel settore degli altipiani. In agostyo viene bombardato l'Arsenale di Trieste. In tutto il 1916 la squadriglia compie 35 voli di guerra. Nel 1917 compie la prima zione l'8 gennaio con il bombardamento nei pressi di S.Daniele del carso. La notted el 2 agosto prende parte al bombardamento di Pola e a fine ottobre viene trasferita ad Arcade. Prosegue poi per Ghedi e Padova. Nel 1917 compie in totale 139 missioni di guerra.L'ultima azione di guerra è compiuta nel pomeriggio del 30 ottobre lungo la rotabiole Sacile Pordenone. Nel 1918 l'unità compie 88 voli di guerra e si trova sul campo di Arquà. Viene sciolta nel merzo del 1919. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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259^ SQUADRIGLIA

Il reparto nasce nel giugno del 1917 dalla trasformazione della 3^ Squadriglia Idrovolanti della Stazione di venezia, sullo scalo del canale di Sant'Andrea e montata su aerei FBA e Macchi L3. La costituzione del reparto è resa necessaria dalla partenza della squadriglia francese montata su FBA. Compito della 259^ è battere gli obiettivi austriaci della costa ed eseguire ricognizioni ed attacchi a sommergibili. (Tratto da: I Reparti dell’aviazione italiana nella Grande Guerra, 1999, di Roberto Gentilli, Paolo Varriale)




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NIEUPORT 10 ESCADRILLE N 92 I - 1915

La squadriglia francese, ribattezzata poi N.392 nell’estate del 1916 e N.561 nel 1917, per tutta la durata della guerra assolve sempre egregiamente il suo compito difensivo, raggiungendo nel 1918 una forza di diciotto piloti e schierando, dopo gli iniziali Nieuport 10, anche i Nieuport 11, 17, 23, 24, 27 e, verso la fine della guerra, anche gli Spad VII e XIII, oltre a un singolo Sopwith 1 1/2 Strutter usato per la ricognizione.




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CAMPO DI AVIAZIONE VENEZIA LIDO

A causa del pericolo di bombardamenti aerei a cui era esposto il patrimonio artistico di Venezia, si rese necessario trovare un'area vicina alla città dove realizzare un campo di aviazione per ospitare l'aviazione francese giunta in soccorso. Inizialmente i caccia Neuport 10 e i veloci biplani Spad S VII francesi si schierarono nel campo di Bazzera, nei pressi di Mestre, ma questa locazione non si dimostrò adatta a tempestivi interventi di intercettazione di aerei nemici. Fu così che il Comando della Marina decise di ricavare un campo di aviazione dalla piazza d’armi del Forte di S. Nicolò al Lido. Lo spazio, ampliato con la demolizione di alcuni fabbricati minori, dimostrò la praticabilità del progetto il primo dicembre, dopo tre mesi di lavori, la squadriglia francese si trasferì nella nuova sede segnando così la nascita dell’aeroporto lidense. L'aeroporto ebbe visitatori illustri quali il Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII, lo scrittore Celine, ed una madrina d’eccezione, l’affascinante baronessa Nicola Winspeare Guicciardi. Anche Gabriele D’Annunzio diventerà un abitué del luogo dopo il suo trasloco nella celebre Casetta Rossa sul Canal Grande.




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AEROPORTO DI CASTELGOMBERTO (VI)

Il campo di aviazione situato in località "Praderia" aveva un estensione di circa 60 campi vicentini. Attivo ne 1917-18 ospitò le squadriglie 31^, 121^, e 135^ da ricognizione. Vi fu inoltre stanziata la 71^ Squadriglia Caccia.




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HANRIOT HD.1




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201^ SQUADRIGLIA

In costituzione al Centro di Formazione Squadriglie di Ghedi all'inizio dell'estate 1917, è dotata di velivoli Caproni trimotori. Il 22 luglio il reparto si trasferisce in zona di guerra sul campo di Marcom. La squadriglia entra subito in azione con missioni di sorveglianza lungo la costa istriana ed è anche ompegnata a Venezia nello sperimetare il lancio di siluri.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GHEDI (BS)

Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale. Con lo scoppio della Grande Guerra, l’aeroporto di Ghedi divenne un’importante base di difesa aerea contro gli aerei austriaci che, partendo dalle loro basi in Trentino, attaccarono a più riprese Brescia e i centri della provincia (accadde per la prima volta il 25 agosto 1915 quando un aereo austriaco sganciò quattro bombe sullo stabilimento Tempini di Brescia uccidendo quattro operai). Ghedi, insieme a Ganfardine (Verona) servì anche da trampolino di lancio per i ricognitori SVA e Pomilio destinati a penetrare in territorio ostile e fotografare le principali installazioni nemiche (trincee, aeroporti, stazioni ferroviarie). In particolare, il 21 maggio 1918, due SVA al comando dei Ten. Francesco Ferrarin e Antonio Locatelli (87^ Squadriglia) compirono un raid bellico di oltre 780 chilometri sorvolando le Alpi e la Valle del Reno, il Lago di Costanza e le città di Bregenz e di Lindau giungendo sino a Friedrichshafen, importante centro aeronautico nemico, per una ricognizione sugli stabilimenti Zeppelin. fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA.




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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GABRIELE D'ANNUNZIO 1863 - 1938

Scrittore, poeta, soldato, statista, esteta, Gabriele d'Annunzio interpreta, forse meglio di qualunque contemporaneo, il ruolo di protagonista dell'Italia dagli anni Ottanta dell'Ottocento agli anni Trenta del Novecento. In un tempo di sconvolgimenti politici, bellici e sociali, d'Annunzio fece della sua intera esistenza una manifestazione del "vivere inimitabile" e fra le sue intuizioni sta la scoperta delle potenzialità dei nuovi mezzi di trasporto come l'automobile e l'aeroplano. Fin dai primi e incerti esperimenti compiuti in Italia, il volo rappresentò per d'Annunzio un potente mezzo espressivo: per le valenze artistiche - in quanto massima esperienza di movimento nello spazio – e per le implicazioni più concrete sulla vita e sulla storia. Durante la Grande Guerra, d'Annunzio è interprete privilegiato della riscoperta del gesto individuale attraverso imprese aviatorie e navali in grado di trasmettere messaggi simbolici forti e pervasivi. Le imprese nel corso del primo conflitto mondiale sono tali da valergli la fama di "poeta aviatore", anche se è vero che egli non fu mai pilota e dovette sempre affidare a uomini di fiducia i comandi di volo.D'Annunzio è impegnato a favore dell'intervento italiano nel conflitto, e in seguito coinvolto in guerra come volontario. Il suo ruolo in aviazione è quello di ufficiale osservatore, ma sempre più rilevante diviene il suo contributo di ideatore e comandante di azioni aeree. Al 1915 risalgono i voli di d'Annunzio con lanci di volantini sulle città "irredente" di Trieste (7 agosto) e Trento (20 settembre). Alla fine del 1916 d'Annunzio ritorna a combattere e a volare. Nel 1917 l'esperienza di d'Annunzio in guerra si intreccia a quella dell'ingegnere Gianni Caproni, a capo di un'importante industria specializzata nella produzione di aerei per il bombardamento. Il "Volo su Vienna" è sicuramente l'impresa aviatoria più clamorosa fra quelle ispirate e condotte da d'Annunzio durante la Grande Guerra. L'idea di un'incursione aerea nei cieli della capitale nemica accompagna d'Annunzio sin dall'epoca del volo su Trento, nel settembre 1915, quando nasce il motto "Donec ad metam: Vienna!".




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ARTURO DELL'ORO 1896 - 1917

Arturo Dell’Oro, sergente pilota nacque in Cile, e fu decorato con la massima ricompensa al Valor Militare per essersi eroicamente immolato nei cieli di Belluno ad appena vent’anni d’età. Nel maggio del 1915, appena avuta notizia dell’imminente ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale, il giovanissimo Arturo si precipitò a Valparaiso, ove nel frattempo era stato aperto un Comitato per il reclutamento dei giovani per il fronte europeo. Volontario nel Corpo Aeronautico, dopo aver completato il corso di pilotaggio e conseguito il relativo brevetto di pilota aviatore, fu destinato alla 2^ Sezione dell’83^ Squadriglia Caccia, ove si distinse, da subito, in rischiosissime missioni contro le frequenti incursioni nemiche. Già nello stesso 1915, il pilota italo-cileno conseguì una Medaglia d’Argento al Valor Militare per un azione eroica compiuta nel cielo della Val Clusa (Bellunese) mentre, qualche tempo dopo, si meritò anche la promozione per merito di guerra al grado di Sergente. Cadde il 1° settembre 1917 nei cieli di Belluno per conseguire l’abbattimento di un "Albatros" austriaco. Fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, avvenuta il 3 gennaio 1918 con la seguente motivazione: «Audacissimo pilota da caccia, infaticabilmente sorvolando le alte vette del Cadore, ardito fra gli arditi, piuttosto che rinunciare alla vittoria, si slanciava contro un velivolo nemico e lo abbatteva coll'urto, precipitando insieme col vinto; esempio altissimo di coraggio e di mirabile abnegazione - Cielo di Belluno, 1° settembre 1917».




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