La Grande Guerra Aerea - 5.2 - 1918 - La Riorganizzazione

Fra le misure di ritorsione poste in atto dalla nostra aeronautica per rispondere ai bombardamenti subiti da Treviso, Padova e Venezia, vi fu il 18 febbraio 1918 un'azione realizzata dai velivoli della 87^ Squadriglia. Decollati dall'aviosuperficie patavina di S. Pelagio e sorvolato Borgo Valsugana (TN) e la Val Fiemme, attaccarono la stazione di Bolzano. Dopo avere attaccato il capoluogo altoatesino gli aerei raggiunsero e bombardarono Innsbruck. Sulla via del ritorno si divisero sopra Glorenza. Uno di essi, ai comandi di Palma di Cesnola raggiunse Castenedolo (BS) dopo una ricognizione fotografica, mentre gli altri attraversarono la Valtellina e la Val Seriana raggiugendo Ponte San Pietro (BG). In tutto percorsero circa 500 Km. Due giorni dopo la 1^ Sezione ripeté l'impresa da Sovizzo (VI). La formazione era composta da Orsini, Natale Palli, Palma di Cesnola e Bartolomeo Arrigoni. Altri 400 Km di volo percorsi senza intoppi per andare a colpire lo scalo ferroviario di Innsbruck. Missioni di queste durata diventavano ora possibili grazie al nuovo SVA, veloce e affidabile. I tempi dei voli incerti sui traballanti Farman erano ormai lontani. Il 24 febbraio 1918 l'aeroporto del Lido di Venezia fu pesantemente attaccato dall'aviazione imperiale austriaca. Un aereo italiano venne distrutto al suolo e altri 7 danneggiati. Intanto le incursioni inglesi sui campi tedeschi non davano più i risultati sperati. L’effetto sorpresa era finito e in una di queste azioni, il 22 febbraio K. Montgomery del 66° Squadron veniva abbattuto dalla contraerea a Rustignè (vicino al Draken Austriaco) finendo prigioniero. La vita del pilota è sempre appesa ad un filo. Il 26 febbraio Alessandro Resch con Leopoldo Eleutieri e il sergente Giuseppe Ghislanzoni della 70^ Squadriglia partirono per una missione su Gallio, Foza e Monte Lisser. Ghislanzoni ebbe subito problemi al motore e tornò a terra mentre gli altri due lo attesero in volo sul campo. Dopo la riparazione Ghislanzoni riprese il volo. Raggiunto il Monte Melago, la pattuglia entrò in una nube ma all'uscita il sottufficiale era sparito. Si saprà poi che, rimasto da solo, fu abbattuto in fiamme da tre caccia in Val Chiana. La vittoria venne accreditata all'asso austriaco Kurt Gruber con il Phoenix D-I 228.24 della Flik 60J di Feltre. Lo stesso giorno i velivoli con la croce di ferro portarono su Venezia il più pesante attacco aereo di tutta la guerra. 50 bombardieri apparvero sul cielo dellacittà lagunare lasciandovi precipitare sopra 200 bombe. Altri 22 ordigni furono quindi sganciati su Mestre. Anche due navi risultarono colpite, il cacciatorpediniere Giovanni Acerbi, classe «Sirtori», che dislocava 845 tonnellate e l'esploratore leggero Aquila da 1750 tonnellate di stazza. I danni in città furono notevoli, soprattutto al patrimonio artistico, ma per fortuna si lamentò una sola vittima. L'attacco subito dall'aeroporto di 34° Squadron a dicembre del 1917 aveva fatto sì che alcune squadriglie ne venissero allontanate. A fine febbraio infatti, presso la base alle porte di Treviso rimaneva solo il Istrana britannico. Nell'area decentrata di Fossalunga erano invece sistemati la nostra 70^ Squadriglia da caccia, la 112^, 117^ e 131^ Squadriglia da ricognizione ed il 45° Squadron inglese. Ciò conferma l'ipotesi che era già in atto la decisione di smobilitare il campo per spostarlo sotto la Postumia Romana. Questa scelta però non ebbe mai pratica realizzazione e si preferì invece mimetizzare opportunamente le infrastrutture già esistenti. Tra la fine di febbraio e gli inizi di aprile ripresero i bombardamenti italiani su Pola. Trieste fu invece risparmiata. A partire dal marzo del 1918 il Corpo Aereo dell'Esercito affrontò l'ennesima ristrutturazione. Inoltre, per l'intensificarsi delle operazioni sul fronte francese, parte delle truppe inglesi presenti sul nostro fronte furono spostate su quello occidentale. Per quel che riguarda però le forze aeree, va sottolineato che grazie alle pressioni del generale Armando Diaz, solo il 42° Squadron britannico di stanza a Grossa fu fatto rientrare. Il settore degli altipiani infatti, in quel periodo necessitava di tutto il sostegno possibile. Anche i tedeschi della 14^ Armata tornarono sul fronte occidentale. Lungo quello italiano le azioni rallentarono e l'aviazione approfittò del periodo di stasi per completare la sua ennesima riorganizzazione in vista di ciò che sarebbe accaduto nell'estate ormai prossima. Le squadriglie da bombardamento distribuite alcune tra Padova e S. Pelagio ed altre tra Brescia e Ca' degli Oppi a Oppeano nel veronese furono poste alla dipendenze del Comando Supremo come anche il X Gruppo Caccia, forte delle squadriglie 70^ Squadriglia, 82^ Squadriglia e 91^ Squadriglia. Dal Comando Supremo dipendevano anche la difesa di Padova e la 87^ Squadriglia SVA da ricognizione strategica. La 1^ Armata disponeva di due gruppi (III e XVI) in cui si distinguevano le squadriglie 71^ e 75^ Squadriglia, dislocate tra Verona e Vicenza. La 4^ Armata, schierata sul settore del Grappa, aveva invece alle proprie dipendenze i gruppi II°, VI° e XII°, con una famosa coppia di reparti da caccia formata dalle squadriglie 76^ Squadriglia e 81^ basate a Casoni di Mussolente. Le altre squadriglie (da ricognizione) erano dislocate tra la stessa Casoni di Mussolente, Isola di Carturo e Castello di Codego. Da quest'ultimo campo operava anche l'inossidabile 48^ Squadriglia con i suoi vecchi Caudron. Alla 4^ Armata faceva inoltre capo il II gruppo di palloni frenati con comando a San Vito di Asolo. Quando il Comando Truppe degli Altipiani fu abolito, il settore venne coperto sia dai mezzi aerei della 1^ Armata che da quelli della 4^. Va però ricordato che sugli altipiani operarono anche i velivoli della 6^ che pur disponeva solo del VII gruppo da caccia con comando a S. Pietro in Gù e del VI gruppo aerostatico organizzato su due sezioni. La 6^ armata poteva comunque contare sul supporto dei velivoli inglesi che operavano nel vicentino e di quelli francesi dislocati a Nove di Bassano. La 3^ Armata era in linea fra Treviso e il mare e il suo comando era ubicato a Mogliano Veneto. La cittadina alle porte di Treviso era sede di numerosi comandi non solo dell'Esercito ma anche della Marina. Quest'ultima vi aveva collocato la sede della 3^ Squadriglia dirigibili che disponeva di un campo di volo presso Villa Grapputo. Era stato costruito un hangar smontabile e un pilone per l'attracco di aeronavi da osservazione tipo «DE». La 3^ Armata poteva fare affidamento su tre gruppi aerei: I, V e XIII. Quest'ultimo era costituito dall'ottima coppia di squadriglie 77^ e 80^ Squadriglia basate a Marcon. Gli altri due allineavano invece reparti da ricognizione schierati tra Fossalunga, Marcon e Ca' Tessera. La 5^ e la 7^ armata disponevano infine di reparti aerei basati nel bresciano, come la 72^ Squadriglia Caccia disposta sul campo di Castenedolo. A Treviso giunse la 79^ Squadriglia seguita dalla 78^ Squadriglia entrambe provenienti dalla base di Nove di Bassano. Le due formazioni furono dislocate presso il campo di San Luca. Anche la 115^ e la 139^ erano destinata a lasciare S. Pietro in Gù, da dove avevano fino a quel momento operato, per portarsi a San Luca, e formare con le altre due il XV Gruppo Caccia. Al gruppo venne aggiunta anche una sezione, la IV Sezione SVA, con compiti di ricognizione strategica per la 2^ armata. Il reparto era suddiviso tra San Luca e Fossalunga. Alle porte di Treviso giunse anche la 75^ Squadriglia proveniente da Verona Tombetta. Era dotata di Nieuport 17 e di qualche Nieuport Ni-27. Aveva in carico anche alcuni Farman che però rimasero a Verona. La formazione resterà a San Luca sino a metà maggio, per poi far ritorno a Ganfardine nei pressi del capoluogo scaligero. Il comando d'aviazione della 2^ Armata era stato nel frattempo ricostituito e da S. Pietro in Gù furono trasferite ad Istrana una serie di squadriglie destinate a formare il XIX Gruppo, da porre alle sue dipendenze. Tali squadriglie erano l' 82^ Squadriglia fino ad allora basata a S. Pietro in Gù, la 118^, la 114^ Squadriglia, 23^ ed una sezione della 24^. Il nuovo gruppo fu posto agli ordini di Ottorino Mutti e la sede del suo comando venne stabilita a Falzè di Trevignano. 

  Il primo marzo 1918, venne formata sul campo del Lido di Venezia 1^ Squadriglia Navale S.A. (Siluranti Aeree), alle dipendenze della Marina. D'Annunzio non si era rassegnato al fallimento della missione del 2 settembre precedente e con insistenza fece creare un reparto specifico, dotato di due vecchi Caproni 450 e di alcuni nuovissimi Ca.5. Egli stesso se ne fece assegnare il comando. Già alle prime prove però i Ca.5 furono vittime di una serie di inconvenienti e incidenti. Anche sostituendo i motori Fiat, soggetti ad improvvisi incendi, con gli Isotta Fraschini, non si ebbero sensibili miglioramenti. Con simili premesse non era certo possibile immaginare di usare il bombardiere come silurante. Alla fine lo stesso D'Annunzio esasperato dai continui intoppi, in una delle sue tipiche lettere, definì il reparto un «aborto di squadriglia». Gli furono quindi assegnati dei nuovi potenti SIA 9b, ma anche questi velivoli erano ancora a livello sperimentale e per tutto il conflitto la Squadriglia Navale S.A effettuò solo poche azioni di bombardamento classico con perdite fuori della norma. In settembre, al suo interno venne anche costituita una sezione SVA per indicare la quale il poeta si servì per la prima volta del termine stormo. Il 12 marzo del 1918 Giannino Ancillotto che era decollato da Marcon ebbe una piantata al motore e dovette atterrare a Monastier. Franz Graser della Flik 61J rivendicò l'abbattimento su quel luogo di un aereo italiano. Il successivo 29 marzo Ernesto Cabruna della 77^ Squadriglia era con una formazione in volo di pattugliamento tra Ponte di Piave e Grisolera (Eraclea). Nonostante la foschia notò un gruppo di caccia austriaci che puntavano verso Ponte di Piave. Si staccò dai suoi compagni e si accodò agli ultimi e sopra il ponte che unisce le due sponde del Piave attaccò di sorpresa i velivoli nero crociati che chiudevano la formazione. L'iniziativa di Ernesto Cabruna, del tutto inattesa, seminò lo scompiglio fra le fila austriache. Il pilota italiano continuò l'attacco mitragliando i caccia di testa che erano dipinti di rosso. Uno di essi era quello con il teschio sulla fusoliera che apparteneva al famoso asso Godwin Brumowsky. La formazione austriaca perdette uno dei propri velivoli che, colpito dalle pallottole di Ernesto Cabruna, cadde malamente verso le proprie linee. Gli altri, presi alla sprovvista, non furono in grado di reagire. Qualche istante dopo sul cielo di Ponte di Piave giunsero anche i commilitoni del nostro pilota e gli ultimi caccia asburgici rimasti si dispersero. L'impresa ebbe una notevole eco ed attirò le attenzioni della stampa meritando una copertina della Domenica del Corriere. Sempre in quel mese di marzo del 1918, presso la 70^ Squadriglia basata a Fossalunga, vennero approntati a titolo sperimentale due 2 Hanriot per compiti speciali. Uno fu reso in grado di lanciare spezzoni e l'altro venne invece affidato ad Alessandro Resch per il volo notturno. Contemporaneamente il reparto tornò a operare dalla base di Istrana. Poteva contare su 16 aerei efficienti. Uno dei suoi velivoli si trovava però distaccato a Padova per la Sezione Difesa della città.


Illustrazione: Da: Nel Cielo, supplemento de "Il secolo Illustrato", marzo 1918
13. Fiume 15. Ortigara

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91^ SQUADRIGLIA

La 91ª Squadriglia possiede una caratteristica che la rende forse unica nella storia delle forze aeree di tutto il mondo, giacché Francesco Baracca ebbe il privilegio di poter scegliere uno per uno “I SUOI” uomini. Nell'esercitare tale indubbio privilegio, l'asso romagnolo cercò negli altri aviatori quelle stesse caratteristiche di eccellenza quale uomo, soldato ed aviatore che pure lui possedeva. Baracca, era un professionista serio ed equilibrato, ben lontano da tronfi fanatismi ed animato da grande rispetto per i suoi stessi nemici. A tal fine conviene ricordare come la contessa Paolina Biancoli, sua madre, avesse definito in una lettera gli aviatori austriaci "birbanti". Baracca la riprese pregandola di non chiamarli in quel modo, giacché lui li considerava semplicemente dei soldati che compivano il loro dovere nei confronti del loro paese. In un esercito allora fortemente strutturato in senso gerarchico, si curava poco anche dei gradi, conscio come era che in aria non contasse la presenza od il numero delle stelle da ufficiale sulle maniche. In questo fu simile al suo grande amico Pier Ruggero Piccio, suo superiore quale comandante del X Gruppo ed Ispettore della Caccia e futuro primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica quale Arma indipendente. La figura di Piccio a rigor di logica esulerebbe dalla trattazione poiché l'ufficiale romano non faceva parte della 91ª ma la sua storia è talmente legata ad essa che davvero non si può prescindere dal citarlo. Piccio univa un'enorme competenza ad un carattere focoso che lo rendeva pronto alla lode ed al biasimo senza riguardo alcuno al grado dell'interlocutore. Gli aviatori della 91ª erano uomini con storie, provenienze e caratteri diversi, uniti come si è detto dalle non comuni abilità nell'arte del volo e del combattimento aereo. Fra loro, e solo per citarne alcuni, si possono ricordare figure come Fulco Ruffo di Calabria, di nobilissima famiglia del Mezzogiorno, il padre dell'attuale Regina dei Belgi, che pure mai fece pesare il suo rango e rimase al suo posto scontando l'impegno con una grave forma di esaurimento fisico, assumendo anche la guida del reparto dopo la morte di Baracca. La 91ª Squadriglia possiede una caratteristica che la rende forse unica nella storia delle forze aeree di tutto il mondo, giacché Francesco Baracca ebbe il privilegio di poter scegliere uno per uno “I SUOI” uomini. Nell'esercitare tale indubbio privilegio, l'asso romagnolo cercò negli altri aviatori quelle stesse caratteristiche di eccellenza quale uomo, soldato ed aviatore che pure lui possedeva. Baracca, era un professionista serio ed equilibrato, ben lontano da tronfi fanatismi ed animato da grande rispetto per i suoi stessi nemici. A tal fine conviene ricordare come la contessa Paolina Biancoli, sua madre, avesse definito in una lettera gli aviatori austriaci "birbanti". Baracca la riprese pregandola di non chiamarli in quel modo, giacché lui li considerava semplicemente dei soldati che compivano il loro dovere nei confronti del loro paese. In un esercito allora fortemente strutturato in senso gerarchico, si curava poco anche dei gradi, conscio come era che in aria non contasse la presenza od il numero delle stelle da ufficiale sulle maniche. In questo fu simile al suo grande amico Pier Ruggero Piccio, suo superiore quale comandante del X Gruppo ed Ispettore della Caccia e futuro primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica quale Arma indipendente. La figura di Piccio a rigor di logica esulerebbe dalla trattazione poiché l'ufficiale romano non faceva parte della 91ª ma la sua storia è talmente legata ad essa che davvero non si può prescindere dal citarlo. Piccio univa un'enorme competenza ad un carattere focoso che lo rendeva pronto alla lode ed al biasimo senza riguardo alcuno al grado dell'interlocutore. Gli aviatori della 91ª erano uomini con storie, provenienze e caratteri diversi, uniti come si è detto dalle non comuni abilità nell'arte del volo e del combattimento aereo. Fra loro, e solo per citarne alcuni, si possono ricordare figure come Fulco Ruffo di Calabria, di nobilissima famiglia del Mezzogiorno, il padre dell'attuale Regina dei Belgi, che pure mai fece pesare il suo rango e rimase al suo posto scontando l'impegno con una grave forma di esaurimento fisico, assumendo anche la guida del reparto dopo la morte di Baracca.(Vedi scheda)




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79^ SQUADRIGLIA CACCIA

Ne viene iniziata la costituzione nel novembre del 1916 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade e fu dichiarata pronta il 12 gennaio 1917. L'unità montata sui Nieuport 80 hp effettua le prime missioni di guerra intorno al 20 gennaio. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre l'unità riceve i nuovi Niieuport 27 e il 2 novembre si trasferisce a Nove di Bassano. Nel 1917 la squadriglia compie 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti. Nel marzo del 1018 si trasferisce sul campo di S. Luca di Treviso, dove si trova schierata all'armistizio. La 79^ il cui distintivo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, durante il 1918 eseguì 2910 voli di guerra e 158 combattimenti aerei.




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IDROSCALO DI POLA




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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GUIDO PALMA DI CESNOLA

Il 24 maggio del 1915 è destinato al Battaglione Squadriglie Aviatori presso la 5ª Squadriglia su velivoli Nieuport sul Campo di Santa Maria la Longa, comandata dal capitano Pier Ruggero Piccio.Compie numerose azioni contro il nemico nella zona di Monfalcone. La squadriglia è sciolta il 31 luglio 1915 ed i suoi piloti, tra i quali lo stesso Palma, transitano nella 3^ squadriglia montata sui nuovi Caproni, dislocata sul campo di Aviano e comandata ancora dal capitano pilota Pier Ruggero Piccio. Il 2 di settembre del 1915 è promosso al grado di capitano e viene collocato a disposizione del Ministero della Guerra fino al 17 febbraio del 1916. Il 18 febbraio 1916 partecipa al raid su Lubiana con lancio di bombe sulla stazione ferroviaria; attaccati da un velivolo Aviatik al rientro, lo respingono con intenso fuoco difensivo. Con lo stesso aereo, a settembre, opererà un bombardamento notturno sull’Arsenale di Trieste. Il 29 febbraio del 1916 assume il comando della III Squadriglia Caproni. A metà del mese di giugno il suo Caproni 1229, dopo avere colpito Opicina, rientrando è assalito da un velivolo nemico nei pressi del Monte Longara, ma a seguito della pronta ed efficace reazione del mitragliere, il caccia è colpito e si allontana rapidamente. IL 26 di agosto lascia il territorio di guerra perché nuovamente comandato al Comando Aeronautica. Il 1° novembre del 1916 è comandante della Scuola Idrovolanti di Sesto Calende dove permane fino al 20 giugno del 1917 per poi passare a disposizione dell’Aeronautica di Torino e il 30 luglio al campo di Cascina Malpensa per passaggio su apparecchio Nieuport. Il 15 ottobre del 1917 è destinato alla 87ª Squadri- glia aeroplani. Altre numerose incursioni lo vedono tenace protagonista, fino alle drammatiche ore di Caporetto che lo spingono ad animare le nostre forze in ogni settore del fronte, incitando instancabilmente alla reazione. Palma non parteciperà alla famosa azione su Vienna, perché nel frattempo trasferito, in qualità di comandante, al 16° Gruppo aeroplani dislocato a Sovizzo. (Da: http://www.umbertosolettieditore.com/drupal/sites/default/files/palma%20di%20cesnola.pdf)




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1^ Sezione SVA

La 1^ Sezione si costituisce formalmente a Castenedolo nel dicembre 1917, teoricamente della 86^ Squadriglia che però non viene mai formata. Passa poi alla 71^ Squadriglia di Sovizzo. Nel mese di marzo 1918 si sposta a Verona e il 12 maggio va a Ganfardine. A settembre passa al comando di Aldo Finzi. (Da: http://www.umbertosolettieditore.com/drupal/sites/default/files/palma%20di%20cesnola.pdf)




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GIORGIO ORSINI 3 MBVM

La 1^ Sezione si costituisce formalmente a Castenedolo nel dicembre 1917, teoricamente della 86^ Squadriglia che però non viene mai formata. Passa poi alla 71^ Squadriglia di Sovizzo. Nel mese di marzo 1918 si sposta a Verona e il 12 maggio va a Ganfardine. A settembre passa al comando di Aldo Finzi. (Da: http://www.umbertosolettieditore.com/drupal/sites/default/files/palma%20di%20cesnola.pdf)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI PONTE SAN PIETRO (BG)

Dalla primavera del 1916, nel comujne di Brembate di Sopra, viene allestito un campo di aviazione destinato alla difesa delle città del nord dalle frequenti incursioni aeree austriache. Fu inaugurato l'11 maggio 1916. Fu sede di un Centro di Formazione Squadriglie. Tra i reparti che videro la luce sul campo bergamascola 65^ Squadriglia, la 67^. la 68^, la 87^,88^, la 89^.




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KENNETH BARBOUR MONTGOMERY

Capitano pilota, nato nel 1898 a Oxfordshire. Fu in Italia con il 66° Squadron dal 5 gennaio 1918 al 22 febbraio 1918 sul campo di Castello di Codego.

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ANSALDO S.V.A.

La serie dei velivoli SVA segna una pietra miliare per la tecnica aeronautica italiana con il passaggio dalla fase empirica al calcolo su precise basi scientifiche delle caratteristiche aerodinamiche e strutturali dell'aeromobile. Con lo SVA si giunse infatti a determinare sulla carta quali sarebbero state le caratteristiche dell'esemplare realizzato. Come ricognitore e bombardiere leggero fu insuperato, ed ammirato anche dagli avversari. La progettazione del nuovo aereo impegna, nell'estate 1916, gli ingegneri Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, con la collaborazione dell'ingegner Celestino Rosatelli. Nel dicembre 1916, al cantiere di Borzoli Mare cominciava la costruzione del primo esemplare, che differiva dal progetto originale per una diversa forma degli impennaggi e per l'adozione di un radiatore frontale unico. Il primo SVA venne trasferito da Borzoli al campo di Grosseto, dove, con l'allora sergente Mario Stoppani ai comandi, si staccò per la prima volta da terra il 19 marzo. Nell'estate, i primi esemplari venivano collaudati dai piloti militari. Ne emergeva un giudizio negativo sulle qualità manovriere dello SVA, anche se la sua velocità risultava ben superiore a quella dei caccia alleati Hanriot HD.1 e Spad S.VII. Alla luce di queste considerazioni, la D.T.A.M. e l'Ansaldo presero in considerazione l'opportunità di utilizzare lo SVA come aereo polivalente, adattandolo al bombardamento e alla ricognizione.




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HANRIOT Hd.1

Questo celebre caccia di costruzione mista legno e metallo, biplano monoposto con ala superiore di maggiore apertura e dotata di un discreto diedro positivo, progettato dall'ing. Dupont, fu scelto da una commissione italiana nel 1916 per equipaggiare la linea caccia grazie alle sue doti di grande maneggevolezza e di robustezza. Piccolo e compatto, dalle linee sobrie ed eleganti, ottimo arrampicatore, fu il velivolo preferito di molti assi della prima guerra mondiale tra cui ricordiamo Silvio Scaroni, trenta vittorie aeree, Mario Fucini e Giorgio Michetti





Hd.1 CON IL ROSSO LEONE DELLA 72^ SQUADRIGLIA, CASTENEDOLO 1918

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CAMPO DI ISTRANA (TV)

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. Il Battaglione Aviatori aveva ricercato in quest'area terreni da trasformare in campi di volo fin dal 1913. Il 21 giugno del 1915, il capitano Attilio Ranza fu a Vedelago per verificare alcuni siti segnalati allo scopo. L'area su cui realizzare la base venne decisa ai primi di giugno dell'anno successivo. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani, su di una superficie rettangolare che aveva il lato maggiore di 620 metri e quello minore di 480. Il campo, che può essere considerato un tipico esempio di struttura aeroportuale dell'epoca, era provvisto di una baracca Ufficiali e di uffici di compagnia, costruiti interamente in legno, compresi i pavimenti. Vi erano poi gli hangar per i velivoli. Due accoppiati di tipo Centocelle, che misuravano 36,2 metri di lunghezza e 25,53 metri di larghezza. Erano realizzati con ritti in legno e capriate, sempre in legno, della misura di 18,1 metri. La struttura era prefabbricata con pareti sia in muratura che in legno, con il pavimento in catrame spalmato e con portoni scorrevoli sempre in legno. Vi era poi, come previsto, un terzo hangar, destinato all'alloggiamento della truppa, dello stesso tipo e dimensioni dei due precedenti ma edificato più a sud, alla prevista distanza di 18,2 metri, tale che lo spazio fra le strutture potesse agevolmente venire ricoperto per installare un quarto hangar. Era stata inoltre realizzata una tettoia chiusa a cinque elementi per il ricovero di aerei. Le strutture erano completate dal corpo di guardia con l'annesso deposito carburanti, una costruzione di forma quadrata alta quattro metri e con un lato di 7 m. e 75 cm. La prova delle armi di bordo aveva reso inoltre necessaria la realizzazione di due parapalle che si trovavano nel lato sud dell'aeroporto. Infine numerosi baraccamenti furono approntati fra gli hangar ed altre infrastrutture costruite attorno a casa Quaglia. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. La «battaglia di Istrana» vide affrontarsi decine di velivoli italiani e tedeschi e l'eco di quell'episodio fu tale da fargli conquistare un'illustrazione di Achille Beltrame, sulla prima pagina della Domenica del Corriere, onore che spettava solo agli avvenimenti di assoluto rilievo. L'incursione dei velivoli con la croce di ferro causò sensibili danni alle strutture del campo. Andarono distrutti l'hangar che veniva utilizzato come alloggiamento per la truppa e la baracca degli ufficiali. Divenne allora chiara la necessità di decentrare gli aerei su piste secondarie per renderli meno vulnerabili a futuri, sempre più probabili, attacchi. Tra gennaio e febbraio del 1918 le operazioni di spostamento dei mezzi ebbero inizio, verso i nuovi campi all'uopo realizzati, presso Paese (S.Luca) e Quinto. Nel successivo mese di aprile l'intero campo sembrò in procinto di essere trasferito a sud della Postumia Romana e, più precisamente, sui terreni ad est della Casa Rossi. Vennero iniziati i lavori per la costruzione delle necessarie fondazioni. Verso la fine del mese gli hangar della «vecchia» base, furono mimetizzati con motivi diversi. Appare lecito ipotizzare che questi lavori debbano avere in qualche modo tratto in inganno la ricognizione austrotedesca poiché i bombardieri germanici diminuirono la frequenza dei loro attacchi su ciò che restava del campo originale per andare a concentrarsi sulle infrastrutture in corso di realizzazione a sud della Postumia Romana che, nella notte, risultavano più evidenti. In breve tempo tutte le costruzioni furono mimetizzate e stando a quanto riferiscono le testimonianze raccolte in loco, venne iniziata la costruzione di nuove strutture che fra la popolazione che viveva intorno al campo erano note come «hangar finti». La complessa serie di mascheramenti che vennero posti in atto sembra avere effettivamente dato i frutti sperati. La carta della zona che fu compilata dalla ricognizione austriaca a seguito della missione 33/998 del 26 agosto 1918, non riesce infatti più a dare una chiara collocazione al campo di Istrana il cui posizionamento in precedenza era perfettamente noto. Su Istrana operarono anche reparti inglesi e squadriglie italiane da ricognizione.




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AEROPORTO DI PADOVA

L’area su cui è attualmente ubicato l’Aeroporto “Gino Allegri” di Padova è la stessa che un tempo con la denominazione di “Piazza d’Armi” era utilizzata dai vari reggimenti dell’esercito, di stanza in città, per l’effettuazione delle diverse attività addestrative. Il 1 luglio 1913 fu costituita la VII Squadriglia Aeroplani Bleriot al comando del Cap. Armando Armani, già decorato per meriti bellici durante la guerra italo-turca. Il 28 gennaio 1914, oltre alla VII a Padova furono assegnate altre due squadriglie di aeroplani: la IV Squadriglia Bleriot, comandata dal Cap. Olivo Guidi, e l’VIII Squadriglia comandata dal Cap. Pilota Resio Adolfo. Allo scoppio della guerra, il 24 maggio 1915, la VII Squadriglia Nieuport fu trasferita a Campoformido alla dipendenza del II Gruppo Squadriglie Aviatori, mentre la IV Bleriot venne dislocata sul campo veneziano di Bazzera a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia




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ALESSANDRO RESCH 1892 - 1966

Nato a Avezzano, soldato di leva in un battaglione di ciclisti, divenne autista di camion sul fronte isontino. Promosso sergente frequentò il corso di pilotaggio e si brevettò sul Voisin il 1 luglio 1916. L'8 luglio 1916, arrivò presso la 26^ Squadriglia. Il 15 agosto partecipò al bombardamento della stazione di Reifenberg ed ebbe uno scontro con due Fokker E.III. Uno fu abbattuto. Il 22 agosto fu colpito dalla contraerea e poco dopo fu insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare. Nel maggio del 1917 fu addestrato come pilota da caccia sul velivolo Nieuport, poi sul Savoia-Pomilio SP.2 nel mese di settembre. Assegnato alla 70^ Squadriglia in ottobre non fu impiegato fino al 12 dicembre 1917. Il 17 april 1918, a bordo di un Hanriot HD.1 condivise una triplice vittoria notturna su Valdobbiadene. Cinque giorni dopo il serbatoio dell'Hanriot HD.I 6252 si ruppe in volo. Inzuppato di carburante riuscì in un atterraggio di fortuna a motore spento. Il 12 luglio 1918 riuscì ad abbattere un Albatros D.III. Divenne un asso con 5 vittorie accreditate (in realtà erano 6) due anni dopo la sua prima vittoria. Fu insignito di una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e due Croci al merito di guerra




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LEOPOLDO ELEUTIERI 1894 - 1926

Nato a Castel Ritardi (Pg), allo scoppio della guerra, già arruolato, si offrì volontario in aviazione. Ottenuto il brevetto di volo il 26 marzo 1917 fu assegnato, con il grado di sottotenente ad una squadriglia da ricognizione. Sfuggito ad un attacco della famosa Flik 55 composta da Arigi, Mayer e Kiss, sull'altopiano di Asiago, passò poi alla caccia e nel febbraio 1918 arrivò presso la 70^ Squadriglia. Conseguì la quinta vittoria il 4 ottobre, la sesta l'8 ottobre e la settima il 28. (Nell'immagine: piloti della 70^ Squadriglia a Gazzo Padovano. Eleutieri è il terzo da destra con la pipa in mano)




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GIUSEPPE GHISLANZONI 1897 - 1918

Nato a Calco (Como) allo scoppio della Prima guerra mondiale, ottiene di entrare in aviazione frequentando la scuola di pilotaggio di Pisa e quella di Busto Arsizio. Nel gennaio 1916 è al fronte e, dopo essersi rimesso da un incidente aereo, fa il passaggio su velivolo Nieuport. Con la 70a squadriglia caccia, la mattina del 26 febbraio 1918 decolla dall’altipiano di Asiago, ma in seguito a un malfunzionamento del motore deve rientrare alla base per il cambio del velivolo. Tenta nuovamente di raggiungere i compagni di squadriglia, ma viene intercettato da aerei austriaci, con i quali ingaggia un combattimento. Viene sopraffatto e precipita nei pressi di Melago, perdendo la vita. Per questa azione il tenente Ghislanzoni è decorato con medaglia d’argento con la seguente motivazione: «Abile pilota, eseguì numerose ricognizioni, dimostrando alto sentimento del dovere e sprezzo del pericolo. Assegnato ad una squadriglia di caccia, dié, in varie circostanze bella prova di ardire e di calma. Il 26.2.1918 partito in crociera, avendo perso di vista i compagni di pattuglia a causa delle cattive condizioni atmosferiche, ed essendo stato attaccato improvvisamente da tre apparecchi nemici, oppose, da solo, valida resistenza, finché colpito a morte da proiettili di mitragliatrici, cadde con l' apparecchio in fiamme.» — M. Melago, 26 febbraio 1918. — R.D. 14 agosto 1919.




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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SERG. PILOTA GIOVANNI BARTOLOMEO ARRIGONI M.A.V.M. (3)




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KURT GRUBER 1896 - 1918

All'undicesimo posto nella gradutaoria degli assi austro-ungarici, il Maresciallo GrubeR totalizzò 11 vittorie tra il fronte orientale e quello italiano. Assegnato alla Flik 11 sul fronte orientale, il 23 dicembre 1917 Gruber fu assegnato alla Flik 60J presso l'aeroporto di Grigno, nel Trentino dove conseguì altre 5 vittorie. Kurt Gruber venne insignito della terza medaglia d'oro. Il 1º aprile 1918 fu promosso Offizierstellvertreter. Il 4 aprile 1918 sopra Primolano, dopo aver abbattuto il suo undicesimo avversario, il suo velivolo precipitò dopo essere stato colpito da una raffica di mitragliatrice: la caduta fu fatale. Fu sepolto con tutti gli onori militari nel cimitero militare di Feltre. Postuma gli venne attribuita una quarta medaglia d'oro.




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81^ SQUADRIGLIA CACCIA


La 81^ viene costituita ad Arcade il 20 marzo 1917 e si trasferisce al campo di Langoris, detto anche Borgnano, ad ovest di Gorizia, il 20 aprile. Il primo combattimento avviene il 24 aprile. La linea di volo è composta da 12 Nieuport. Sotto l'incalzare delle truppe tedesche, nei giorni di Caporetto, l'unità raggiunge Aviano il 27 ottobre per poi proseguire per Arcade il 31. Alla fine del 1917 la squadriglia ha compiuto 1650 voli di guerra sostenendo 150 combattimenti con 15 vittorie confermate. Al termine delle ostilità l'unità è sul campo di Casoni e dispone di 21 Hanriot ed un Nieuport. L'impegno del reparto nell'ultimo anno di guerra è quantificabile in 2468 missioni con 80 combattimenti e 19 vittorie riconosciute. (Immagine: Uno dei Nieuport abbandonati e caduto in mano austriaca nei giorni di Capotretto. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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PHONIX D-I


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118^ SQUADRIGLIA


Formata nell'aprile del 1917 a Torino su SAML 6 montanti, la 112^ Squadriglia viene radunata presso il Centro di Formazione di Arcade per poi proseguire per Villaverla. La squadriglia, assegnata al fronte settentrionale della 1^ armata riceve i primi aerei il 23 aprile e il primo volo di guerra fu compiuto il 23 maggio con una ricognizione sul Pasubio. Il 20 luglio 1917 si trasferisce in volo a A LAvariano (Chiasellis) e prende i SAML a quattro montantial servizio della 3^ armata. Il 20 ottobre l'unità viene trasferita al campo di Bolzano del Friuli. Sopravvenuto Caporetto si ritira a S. Maria La Longa il 25 ottobre, alla Comina il 26. Poi va a Istrana mentre il 3 novembre è a Padova. A dicembre la 112^ non ha pi aerei efficienti. Al 4 febbraio 1918 si sposta a Fossalunga con due PE e un SAML, ma nel marzo (19) è trasferita a Castenedolo dove si trova anche all'armistizio. (Immagine: Aerei SAML ed aviatori della 118^ Squadriglia da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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FLIEGERKOMPAGNIE 60J (FLIK 60J)


Squadriglia di punta dell'aviazione austro-ungarica, fu formata sul fronte italiano nel 1917 ed ebbe come comandante il famoso Linke-Crowford. Fu basata sull'aeroporto di Feltre

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REGIA NAVE GIOVANNI ACERBI


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REGIA NAVE AQUILA


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CAMPO DI AVIAZIONE DELLA GROSSA - GAZZO PADOVANO

Sull'esteso appezzamento di terreno, di forma quasi rettangolare, annesso a Palazzo Traverso, a sud di Grossa e a Est di Grantorto, sulla strada che congiunge Grossa a Camisano Vicentino, proprio al confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, fu approntato nei primi mesi del 1918 un aeroporto che trovava in Palazzo Traverso una naturale ed adattissima infrastruttura logistica, con i suoi immensi fienili, stalle e magazzini. Il campo fu assegnato agli alleati inglesi. Dirimpetto al Palazzo del Bertotti, dall'altra parte del campo, furono impiantati gli hangar e le baracche, mentre nei magazzini dello stesso furono sistemate le officine e gli alloggi della truppa. Gli ufficiali erano invece acuqrtierati nell'ala padronale del complesso. Tra il giugno e l'ottobre del 1918 vi fu basato il 28th e il 45th Squadron dotato di Sopwith Camel. Fu anche sede del 139th Bristol.

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139^ SQUADRIGLIA


Nasce da due pre esistenti sezioni di Pomilio per la Regia Marina, la 1^ e la 2^, formate a Ghedi nell'estate del 1917 e dislocate a Cascina farello. Formata da sei Pomilio, venne concepita per fornire una scorta di apparecchi veloci agli idrovolanti che si spingono sul golfo di Trieste. Unite alla 3^ Sezione PD, costituita sempre a Ghedi nell'ottobre del 1917, formano la 139^ che si riunisce la prima volta il 20 novembre 1917 sul campo di Nove di Bassan. Il 14^ dicembre entra a far parte del nuovo XV Gruppo di San Pietro in Gù assegnata al servizio Truppe degli Altipiani. Il 15 marzo 1918 si trasferisce sul campo di S. Luca, mentre nel luglio raggiunge Villaverla. Nel corso del conflitto effettuò 108 missioni di guerra. (Immagine: Un Pomilio PE della 139^, decorato con il giglio di Firenze. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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72^ SQUADRIGLIA

La 72^ Squadriglia nasce dalla 3^ Squadriglia Caccia sul campo di Brescia il 15 aprile 1916. Dotata di 4 velivoli Aviatik e di una sezione di Farman (2 velivoli), fu assegnata al Capitano Gino Matteucci per condurre azioni offensive sul Trentino e crociere di protezione nel cielo di Brescia. Insieme a Matteucci ci sono i piloti tenente Umberto Re, il sergente Angelo Alberto, il sergente Remigio Robino, il caporale Gustavo Rizzoli, il caporale Adriano Cargiani, il caporale Umberto Ferro e il soldato Mario Moccafiche. Il 10 giugno durante un volo di prova rimane ferito il sergente Ferro con il Farman 758. Il 29 giugno un incursione austriaca su Brescia viene contrastata da 5 Aviatik e un Farman che decollano su allarme. Durante il mese di settembre la sezione Farman lascia la squadriglia che rimane equipaggiata con i soli Aviatik. (Continua la lettura su www.ilfrontedelcielo.it/files_6/46.72.htm)




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AEROPORTO DI NOVE DI BASSANO (VI)

Nel mese di maggio 1916era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. La base era situata lungo la riva destra del Brenta all'altezza dell'attuale ponte per Cartigliano. Fu sede delle squadriglie 46a Farman e 49a Caudron per l'artiglieria e delle squadriglie 26a, 33a, 115a e 139a da ricognizione, nonché della 79a squadriglia da caccia. Nei primi mesi del 1918, il campo sarà assegnato ai francesi che vi opereranno con varie formazioni: AR22, AR254, BR221, SOP206 e 214.87 Con il loro ausilio i transalpini colmeranno i vuoti di uomini e mezzi accusati dall'aviazione italiana a causa delle perdite subite. A partire da marzo alcuni reparti francesi torneranno oltralpe, ma resteranno le squadriglie AR22 e AR254.


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NIEUPORT NI.27




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117^ SQUADRIGLIA


La 117^ Squadriglia SAML viene costituita nel settembre del 1917 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade. Viene mobilitata il 3 ottobre 1917 sull'aeroporto di S. Giustina (Belluno) al servizio della 4^ armata. Dopo Caporetto la squadriglia si ritira dal Cadore e viene trasferitra a Padova. A metà dicembre alla squadriglia viene ordinato di spostarsi a Fossalunga, riassegnata alla 1^ armata, dove si trasferisce a metà febbraio del 1918. A giugno riceve l'ordine di convertirsi sui Pomilio. (Immagine: Il ten. Carlo Scavini, un valoroso pilota della 117^, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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70^ SQUADRIGLIA CACCIA

L'Unità nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Santa Caterina di Udine. La linea di volo è composta da otto biplani Nieuport. All'alba del 16 maggio la squadriglia intercetta una dozzina di velivoli austriaci reduci da un incursione su Udine. I piloti erano Tacchini, Baracca, Olivati e Bolognesi. ...




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34° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Castle Hooskow il 7 gennaio 1916, da elementi del 19° Squadron, fu inviato in Francia come unità da ricognizione equipaggiata con velivoli BE.2 e RE.8 dal gennaio 1917. Fu trasferita sul fronte italiano dove vi rimase fino al termine del conflitto.

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45° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Gosport il 1 marzo 1916 fu equipaggiato con apparecchi Sopwith 1½ Strutters. Dispiegata in Grancia nell'ottobre dello stesso anno subì pesanti perdite fino alla sostituzione del velivolo con il Sopwith Camel nella metà del 1917. Trasferita sul fronte italiano alla fine del 1917 vi rimase fino a settembre quando fece ritorno in Francia.

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ARMANDO DIAZ 1861 - 1928

Maresciallo d'Italia nel 1912 durante la guerra libica, comandante di un reggimento, si distinse a Zanzur; rimpatriato, fu segretario del gen. A. Pollio, capo di S. M. dell'esercito, e tale rimase con L. Cadorna dopo la morte del Pollio (1914). Scoppiata la prima guerra mondiale, fu capo del reparto operazioni presso il comando supremo. Nel 1917 diresse con perizia il 33º corpo d'armata sul Carso; l'8 nov. 1917, dopo la battaglia di Caporetto e il ripiegamento italiano, sostituì il Cadorna nell'ufficio di capo di S. M. e superò con successo la prima e più critica fase, quella della stabilizzazione, sulla linea Grappa-Piave. Seppe rinsaldare l'esercito che poté prima affrontare vittoriosamente l'urto offensivo austriaco nel giugno 1918 e quindi dar vita all'offensiva finale italiana del 24 ott.-3 nov. 1918. Senatore dal febbr. 1918, collare dell'Annunziata il 4 nov. dello stesso anno, socio onorario dei Lincei il 9 marzo 1919, duca della Vittoria nel dicembre 1921, ministro della Guerra nel primo gabinetto Mussolini (dal 1922 al 1924), maresciallo d'Italia nel 1924.




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AEROPORTO DI SAN PELAGIO

Nelle praterie che si stendevano dietro il castello di San Pelagio, tra la fine del 1917 ed i primi mesi del 1918, venne allestito, in seguito alla ritirata di Caporetto, uno dei tanti campi di aviazione che dovevano sostituire quelli persi dopo l’arretramento del fronte. Funzionò dapprima come deposito , almeno fino al 26 febbraio, poi divenne sede di reparti, ad iniziare dalle squadriglie Caproni. Sul campo di San Pelagio fu pagato un notevole contributo di vite umane da parte dei piloti, che lo consideravano un aeroporto difficile a causa della pista corta e da due ostacoli esistenti a fondo pista, una montagnola e un laghetto. San Pelagio fu sede della 87^ Squadriglia SVA. (tratto da "Padova nella storia del volo, di Luigi Luppi) di Roberto Bassi)


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87^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Il 10 dicembre 1917 l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo, approva la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 97^ fu poi costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA "ad ali strette" sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Lionello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze del XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. (Vedi scheda)




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DRAKEN

Un pallone frenato o drachen, termine usato specificamente per i palloni frenati d'impiego militare, è un particolare tipo di aerostato che si distingue per essere vincolato al suolo mediante uno o più cavi. Il termine drachen deriva dalla denominazione tedesca dei primi palloni militari di questo tipo: drachenballon.




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42° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Filton il 1 aprile 1916 da equipaggi del 19° Squadron. Fu un reparto da ricognizione armato con velivoli BE.2 e successivamente BE.2. Fu sul fronte italiano

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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CA' DEGLI OPPI (VR)

Aviosuperfice realizzata nella primavera del 1918 nel comune di Oppeano e destinata ad accogliere i bombardieri Caproni dell'XI Gruppo. La 4^ e la 6^ Squadriglia Caproni vi arrivarono nel maggio 1918 e rimasero sul campo per circa un mese compiendo azioni sul fronte trentino. Fu abbandonato alla fine delle ostilità.




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DIRIGIBILE DE (Dirigibile Esploratore)

Costruito dall'Ing. Verduzio in numerosi modelli, di tipo semirigido con diverse motorizzazioni e volumi variabili a secondo del modello. Utilizzato dalla Regia Marina nella 1^ G.M. con compiti di esplorazione. I dirigibili D.E. tipo Verduzio vennnero numerati dal n. 1 al n. 13; al n. 18-19; 24-25.Volume: da 1700 a 2600 mcubi, Motore: 1 Fiat A-10 DA 105 CV oppure 1 Fiat A1-10 da 120 CV, Velocità: da 50 a 65 km/k(Da: Palloni, Dirigibili ed Aerei del Regio Esercito 1884-1923. Chiusano - Saporiti. SME 1998).Nell'immagine, il dirigibile DE10 nel 1917 a Campalto.




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112^ SQUADRIGLIA


Formata nell'aprile del 1917 a Torino su SAML 6 montanti, la 112^ Squadriglia viene radunata presso il Centro di Formazione di Arcade per poi proseguire per Villaverla. La squadriglia, assegnata al fronte settentrionale della 1^ armata riceve i primi aerei il 23 aprile e il primo volo di guerra fu compiuto il 23 maggio con una ricognizione sul Pasubio. Il 20 luglio 1917 si trasferisce in volo a A LAvariano (Chiasellis) e prende i SAML a quattro montantial servizio della 3^ armata. Il 20 ottobre l'unità viene trasferita al campo di Bolzano del Friuli. Sopravvenuto Caporetto si ritira a S. Maria La Longa il 25 ottobre, alla Comina il 26. Poi va a Istrana mentre il 3 novembre è a Padova. A dicembre la 112^ non ha pi aerei efficienti. Al 4 febbraio 1918 si sposta a Fossalunga con due PE e un SAML, ma nel marzo (19) è trasferita a Castenedolo dove si trova anche all'armistizio. (Immagine: I Pomilio PE della 112^ Avevano come insegna un aggressiva pantera nera, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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71^ SQUADRIGLIA


Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ Squadriglia Caccia sul campo di Cascina Farello con una linea di volo composta da Nieuport.Il 23 maggio si trasferisce a Villaverla. In conseguenza dello sfondamento di Caporetto una sezione viene distaccata a presso la 82^ di Campoformido e in cambio riceve una sezione SAML tratta dalla 121^. La sezione lascerà la squadriglia nel mese di novembre. Il 23 novembre, per precauzione la squadriglia arretra al campo di Sovizzo una quindicina di km a sud di Villaverla. Il 16 dicembre riceve i nuovi velivoli SPAD. Il 10 maggio 1918 la pioggia torrenziale trasforma il campo di Sovizzo in un mare di fango, per cui la squadriglia si traferisce un pò più al nord, a Castelgomberto. Il 16 ottobre, l'unità si trasferisce sul campo di Gazzo. All'atto dell'armistizio la 71^ è sul campo di Quinto con 14 SPAD e 7 Ni.27. Nell'ultimo anno di gurra aveva totalizzato 1183 voli bellici sostenendo 46 combattimenti. (Immagine: Il Il Tenente Agostino Consigli, al centro, battezza con champagne il suo SPAD "Enrica" da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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82^ SQUADRIGLIA

Costituita a Roncade nel marzo del 1917 fu mobilitata nel mese di aprile armata di velivoli Nieuport 11. Arriva in zona di guerra il 25 maggio sul campo di Santa Caterina di Udine. Fortemente impegnata durante il ripiegamento di Caporetto si ritrova ad Arcade il 5 novembre 1917. il giorno 10 si porta a Istrana dove vi rimane fino al 9 gennaio quando raggiunge il campo di San Pietro in Gù. Il 21 maggio è trasferita a Gazzo.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI ISOLA DI CARTURO (PD)

Il campo nasce nella primavera del 1918 su un terreno accanto a Villa Rigon nella odierna frazione di Villa Mantegna, comune di Piazzola sul Brenta. Vi fu basata la 3^ sezione SVA, la 132^ e la 133^ Squadriglia da ricognizione dotate di velivoli Pomilio PE. Nell'ottobre del 1918 arriva anche la 21^ Squadriglia SAML.

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80^ SQUADRIGLIA


Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ Squadriglia Caccia sul campo di Cascina Farello con una linea di volo composta da Nieuport.Il 23 maggio si trasferisce a Villaverla. In conseguenza dello sfondamento di Caporetto una sezione viene distaccata a presso la 82^ di Campoformido e in cambio riceve una sezione SAML tratta dalla 121^. La sezione lascerà la squadriglia nel mese di novembre. Il 23 novembre, per precauzione la squadriglia arretra al campo di Sovizzo una quindicina di km a sud di Villaverla. Il 16 dicembre riceve i nuovi velivoli SPAD. Il 10 maggio 1918 la pioggia torrenziale trasforma il campo di Sovizzo in un mare di fango, per cui la squadriglia si traferisce un pò più al nord, a Castelgomberto. Il 16 ottobre, l'unità si trasferisce sul campo di Gazzo. All'atto dell'armistizio la 71^ è sul campo di Quinto con 14 SPAD e 7 Ni.27. Nell'ultimo anno di gurra aveva totalizzato 1183 voli bellici sostenendo 46 combattimenti. (Immagine: Il Il Tenente Agostino Consigli, al centro, battezza con champagne il suo SPAD "Enrica" da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI FOSSALUNGA (TV)

Campo di aviazione estensione di quello di Istrana o Trevignano (come lo chiamavano gli austriaci)




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CAMPO DI AVIAZIONE VENEZIA LIDO

A causa del pericolo di bombardamenti aerei a cui era esposto il patrimonio artistico di Venezia, si rese necessario trovare un'area vicina alla città dove realizzare un campo di aviazione per ospitare l'aviazione francese giunta in soccorso. Inizialmente i caccia Neuport 10 e i veloci biplani Spad S VII francesi si schierarono nel campo di Bazzera, nei pressi di Mestre, ma questa locazione non si dimostrò adatta a tempestivi interventi di intercettazione di aerei nemici. Fu così che il Comando della Marina decise di ricavare un campo di aviazione dalla piazza d’armi del Forte di S. Nicolò al Lido. Lo spazio, ampliato con la demolizione di alcuni fabbricati minori, dimostrò la praticabilità del progetto il primo dicembre, dopo tre mesi di lavori, la squadriglia francese si trasferì nella nuova sede segnando così la nascita dell’aeroporto lidense. L'aeroporto ebbe visitatori illustri quali il Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII, lo scrittore Celine, ed una madrina d’eccezione, l’affascinante baronessa Nicola Winspeare Guicciardi. Anche Gabriele D’Annunzio diventerà un abitué del luogo dopo il suo trasloco nella celebre Casetta Rossa sul Canal Grande.




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4^ SEZIONE SVA

Formata il 23 aprile 1918 a S. Luca - Fossalunga è nominalmente parte della 88^ Squadriglia mai mobilitata. Il 20 ottobre si trasforma in 56^ Squadriglia SVA. Complessivamente compie 391 voli di guerra.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI GANFARDINE (VR)

Costruito nella primavera del 1918 fu sede della 61^, 75^ 134^ Squadriglia e della 1^ Sezione SVA. Iniziò a funzionare dai primi di maggio del 1918 quando si decise di alleggerire il campo di Verona Tombetta. Compreso tra le frazioni di Ganfardine, Case Bassi e Colombare nel comune di Villafranca di Verona era costituito da un terreno a forma di "L" e divenne il più importante campo di volo veronese.




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SIA 9B




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GIANNNO ANCILLOTTO
SAN DONA' DEL PIAVE (VE)

Giannino Ancillotto (1896-1924) detto «Nane». Era figlio di un facoltoso imprenditore di San Donà, che ebbe il merito di essere il primo ad estrarre il Metano in Italia. Allo scoppio del conflitto si arruolò volontario nel Battaglione Aviatori. Ottenne IL brevetto nel 1916 assieme a Fornagiari e Chiri. Prestò servizio a Verona presso la 30a Squadriglia Farman, per passare poi alla 27a e all'80a di Aiello. Dopo la rotta di Caporetto, giungo al campo di Marcon, «Nane» dimostrò una predilezione per i Draken, con un serie di abbattimenti culminati con quello del 5 Dicembre 1917 che lo renderà famoso facendolo fi nire sulla prima pagina della Domenica del Corriere il 24 Marzo 1918. Fece anche pratica di volo notturno, intercettando i bombardieri tedeschi. Lo sforzo continuo cui si sottoponeva gli causò un forte stress che lo costrinse a riposo per un po' di tempo. Dopo la battaglia del solstizio rientrò nei ranghi e abbatté due aerei avversari durante una missione notturna. Finito il confl itto con 11 vittorie all'attivo, si trasferì a Roma presso il Nucleo di Comunicazioni Aeree, un reparto per servizi postali veloci. Volò in Italia e all'estero con lo SVA e partecipò all'esperienza di Fiume. Nel 1921 fu con la missione Ansaldo in America Latina e poi in Africa. Tornato in Italia, durante un trasferimento in auto da Torino a Treviso, all'altezza di Caravaggio ebbe un incidente che lo fermò per sempre. Il secondo asso del nordest per numero di vittorie è Antonio Riva (1896- 1951). Riva era veneto per metà. Nacque a Shangai dove il padre Achille gestiva una fi orente attività commerciale. Sua madre Teresa Barbaran Capra era una nobildonna Veneta. La gioventù la trascorse però a Firenze. Passò all'aviazione nel settembre del 1916 dopo aver militato nella fanteria e dopo essere stato ferito due volte. La sua prima destinazione fu la 29a Squadriglia a Cavazzo Carnico equipaggiata con Farman. In seguito fu trasferito a Villaverla, con la 71a a caccia. A metà ottobre del 1917 è al comando della 78a prima in Friuli e poi a Istrana. In dicembre è fra i protagonisti della famosa battaglia del giorno di Santo Stefano, combattuta sui cieli dell'aeroporto trevigiano. Nel 1918 in marzo viene trasferito alla base di San Luca dove rimane sino all'armistizio. Sembra che sia stato proprio Riva ad inziare l'uso della fi amma colorata (guidoncino) come insegna della squadriglia. La sua era rossa. Riva, che aveva una moglie americana e conosceva, perfettamente l'inglese ebbe sempre buoni rapporti con i piloti degli Squadron britannici. Nelle scuole italiane allora si insegnava il francese e questo ostacolò non poco i rapporti con i piloti inglesi. Nel dopoguerra Antonio Riva partecipò in appoggio al raid Roma-Tokio e nello stesso anno fu posto in congedo. Ritornato nella lontana Cina, continuò i commerci di famiglia, tentando anche la vendita di aerei al governo di quell'instabile paese. All'avvento di Mao-Tse-Tung, temendo il peggio, inviò i fi gli in Italia, pensando di essere al sicuro. In casa sua venne però trovato un reperto bellico, forse un ricordo di guerra. Tratto in arresto venne assassinato con altri il 17 agosto 1951.


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FRANZ GRASER 1892 - 1918

Entrò nell'esercito nel 1914 e partecipò alle operazioni sul fronte orientale finchè non venne ferito. Volontario nel servizio aereo nel 1916 entrò comne osservatore nella Flik 2 sul fronte isontino. Quì conseguì la sua prima vittoria a bordo dell'Hansa Brandenburg C.I (28.58). Passato alla Flik 32 nel maggio del 1917, fu informalmente istruito al pilotaggio dal Feldwebel Franz Frauneder che lo descrisse come "un pilota nato". Il 1 ottobre 1917 fu trasferito alla Flik 42J come pilota e volando con l'Albatross D.III conseguì ben 16 vittorie. Fu ucciso in azione vicino Treviso da Antonio Chiri.

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AEROPORTO DI FELTRE




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ERNESTO CABRUNA 1889 - 1960

Tenente dei Carabinieri nato a Tortona (Al). Era già vice brigadiere quando nel 1911, volontario, partecipò alla campagna italo-turca e alle operazioni che, nel maggio 1912, un contingente di nostre truppe condusse nell'Egeo per la occupazione delle isole di Rodi e Coo. Lo scoppio della Grande Guerra, nel 1915, trovò Cabruna nel grado di brigadiere, ancora una volta volontario, venne assegnato alla 10' Compagnia Carabinieri Mobilitata, con cui raggiunse il fronte il 5 ottobre 1915. Nel maggio del 1916 chiese di diventare aviatore ed il 12 luglio venne assegnato al Deposito dell'Aeronautica di Torino. Dopo tre mesi era pilota di apparecchio Farman 14 e il 10 dicembre 1916 era già in zona di guerra, assegnato alla 29' Squadriglia aeroplani da ricognizione Farman. Nel giugno dei 1917, conseguì il brevetto di pilota dei Nieuport biplani. Tornato subito in prima linea, venne assegnato alla 84^ Squadriglia da caccia, per poi passare all'80^ e infine alla gloriosa 77^ sui campi di Aiello e di Marcon, con velivoli Nieuport e Spad. Per il ciclo di operazioni portate a termine nei cieli del Carso e del Piave Cabruna ottenne la Medaglia d'Argento al Valor Militare. L'intensa attività di volo e le vittorie riportate fece guadagnare nel 1918 al Cabruna la seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare. Il 31 ottobre, in volo di crociera sulle difese austriache, si spinse fino al suo vecchio campo di Aiello, ormai in mano avversaria, ed attaccò una squadriglia di caccia mentre rullava per il decollo: riuscì a colpire due apparecchi che si incendiarono. Fu la sua ultima impresa. Per l'azione, particolarmente meritoria perché compiuta in condizioni fisiche assai precarie, venne insignito della Croce di Guerra al Valor Militare. Al termine del conflitto a Cabruna venne concessa, in commutazione della seconda Medaglia d'Argento, la Medaglia d'Oro al Valor Militare: «Magnifico asso cacciatore dell'aviazione, nella perfetta esecuzione di ordini, come in arditissime iniziative, in combattimenti sostenuti e vinti con incredibile audacia anche da solo contro un numero stragrande di temuti e ben agguerriti avversari, spesso in stato cagionevole di salute, prodigò in ogni circostanza di guerra la sua meravigliosa instancabile attività con tempra di romano eroismo. Nell'ultima grande offensiva, cui volle ad ogni costo partecipare, uscendo dall'ospedale ove era degente per ferita, pur avendo ancora il braccio destro immobilizzato e dolorante e perciò trovandosi in condizioni di assoluta inferiorità, con inarrivabile tenacia di volere ed animosità, attaccava in lontano campo d'aviazione vari apparecchi nemici pronti a partire e ne incendiava due. In altra occasione si lanciava in mezzo a un gruppo di trenta apparecchi nemici, abbattendone uno ed ostacolando agli altri il raggiungimento del loro obiettivo, essendo per lui la superiorità numerica del nemico stimolo ad ingaggiare la lotta. Nelle più varie e difficili circostanze, compiendo in complesso oltre 900 ore di volo, senza esitare di fronte alle più audaci imprese, rese alla Patria grandi e segnalati servizi. - Aiello, ottobre 1918 - Cielo del Piave, giugno, luglio, novembre 1918».




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AEROPORTO DI CASONI DI MUSSOLENTE (VI)

A giugno del 1917 risultava in attività anche il campo di Casoni di Mussolente che era stato ricavato in un'ampia zona agricola a sudest dell'abitato ed tra la strada che conduce verso ca' Rainati (lato sud), l'attuale via Aeroporto - chiamata allora «strada Nuova» (lato est) e Villa Bergamo, conosciuta a quell'epoca come Villa Barbieri. Il campo aveva una larghezza di 400 m. Era una base organica è molto usata per la vicinanza con il monte Grappa. Qui ebbero sede le squadriglie: 26a bis (conosciuta per avere come insegna un fumetto allora in voga e il motto «come ti erudisco il pupo»), 22a, 24a, 36a, 62a, 113a, 114a, 132a e 133a. I reparti che però più segnarono la storia di questo aeroporto furono la coppia di squadriglie 76a e 81a, che seppero battersi ottenendo risultati anche migliori di altri reparti più noti.(Immagine dal sito http://www.pfarrout.com/index.html)


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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTELLO DI CODEGO (TV)

Nel giugno del 1916 è operativo anche il campo di Castello di Godego, presso il quale si insedia la 43a Squadriglia Farman. La sua posizione è a poco più di un chilometro ad est del centro abitato. Vi si accede dal lato destro della strada che porta a Vallà. La base di Castello di Godego farà parte del complesso dei campi di fortuna previsti nella rotta aerea Torino - Pordenone per la consegna velivoli al fronte. Oltre alla 43a, ospiterà anche le squadriglie 35a, 27a e 48a con gli indistruttibili Caudron.


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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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23^ SQUADRIGLIA


Reparto valoroso la 23^ squadriglia da ricognizione fu costityuita ad Arcade nel febbraio del 1917 e si disloca il 10 aprile sul campo di Santa Maria La Longa. E' equipaggiata con SP.3 e fa parte del I Gruppo. Ritirata a Ghedi dopo la rotta di Caporetto, il 5 novembre è di nuovo a Bazzera e il 7 novembre a Marcon nell'ambito del V Gruppo. Il 22 marzo 1918 si trasferisce a Medole e il 25 maggio arriva ad Istrana. Nel corso del 1918 la 23^ effettua 239 voli di guerra. (Immagine: Un Pomilio PE della 23^, da "I reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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24^ SQUADRIGLIA

Viene costituita nel febbraio del 1917 su velivoli S.P.2 e assegnata al campo di Cavazzo Carnico. Il 7 giugno è trasferita a Casoni per partecipare all'offensiva sull'Ortigara e ritorna a Cavazzo dal 21 luglio. Dopo Caporetto viene inviata nelle retrovie per essere ricostituita. Nel 1917 eseguì 179 voli di guerra. Ricostituita a Ghedi nel febbraio del 1918 con i velivoli SIA 7b torna in zona di guerra a Cavazzo il 2 marzo 1918. Viene divisa in tre sezioni, la 1^ a Marcon, la seconda a Casoni, e la terza a Nove di Bassano.




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131^ SQUADRIGLIA

La 131^ fu la prima unità ad essere dotata dei nuovi ricognitori Pomilio e fu costituita a Torino il 20 marzo 1917. Prenderà sede sul campo di lavariano di Chiasellis il 17 luglio 1917. Il 22 dello stesso mese aveva luogo il primo volo di guerra. Nel corso della ritirata di Caporetto la 131^ si trasferisce il 27 ottobre alla Comina, e poi il 31, si ritira ad Arcade.. Il 6 novembre si porta a Padova. Il 4 febbraio 1918 la squadriglia si sposta a Fossalunga e il 31 maggio raggiunge Marcon. Nel corso dell'ultimo anno di guerra, la 131^ esegue 188 voli di guerra. (da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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77^ SQUADRIGLIA


La 77^ Squadriglia Nieuport è formata il 31 maggio 1916 al campo della Comina. Assegnata al Comando Supremo e basata a Istrana, si mobilita il 18 giugno 1916 armata con Nieuport 10. In agosto la 77^ si trasferisce al campo di Cascina Farello, Aquileia. Nel marzo del 1917 l'unità si trasferisce al campo di Aiello e riceve i primi SPAD. Dopo Caporetto,la 77^ si ritira ordinatamentealla Comina, quindi ad Arcade e infine si assesta a Marcon. Dal 1 novembre 1917 al 4 novembre 1918 la 77^ fece 372 voli di caccia, 667 scorte, 1466 crociere e 44 ricognizioni fotografiche.

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GABRIELE D'ANNUNZIO 1863 - 1938

Scrittore, poeta, soldato, statista, esteta, Gabriele d'Annunzio interpreta, forse meglio di qualunque contemporaneo, il ruolo di protagonista dell'Italia dagli anni Ottanta dell'Ottocento agli anni Trenta del Novecento. In un tempo di sconvolgimenti politici, bellici e sociali, d'Annunzio fece della sua intera esistenza una manifestazione del "vivere inimitabile" e fra le sue intuizioni sta la scoperta delle potenzialità dei nuovi mezzi di trasporto come l'automobile e l'aeroplano. Fin dai primi e incerti esperimenti compiuti in Italia, il volo rappresentò per d'Annunzio un potente mezzo espressivo: per le valenze artistiche - in quanto massima esperienza di movimento nello spazio – e per le implicazioni più concrete sulla vita e sulla storia. Durante la Grande Guerra, d'Annunzio è interprete privilegiato della riscoperta del gesto individuale attraverso imprese aviatorie e navali in grado di trasmettere messaggi simbolici forti e pervasivi. Le imprese nel corso del primo conflitto mondiale sono tali da valergli la fama di "poeta aviatore", anche se è vero che egli non fu mai pilota e dovette sempre affidare a uomini di fiducia i comandi di volo.D'Annunzio è impegnato a favore dell'intervento italiano nel conflitto, e in seguito coinvolto in guerra come volontario. Il suo ruolo in aviazione è quello di ufficiale osservatore, ma sempre più rilevante diviene il suo contributo di ideatore e comandante di azioni aeree. Al 1915 risalgono i voli di d'Annunzio con lanci di volantini sulle città "irredente" di Trieste (7 agosto) e Trento (20 settembre). Alla fine del 1916 d'Annunzio ritorna a combattere e a volare. Nel 1917 l'esperienza di d'Annunzio in guerra si intreccia a quella dell'ingegnere Gianni Caproni, a capo di un'importante industria specializzata nella produzione di aerei per il bombardamento. Il "Volo su Vienna" è sicuramente l'impresa aviatoria più clamorosa fra quelle ispirate e condotte da d'Annunzio durante la Grande Guerra. L'idea di un'incursione aerea nei cieli della capitale nemica accompagna d'Annunzio sin dall'epoca del volo su Trento, nel settembre 1915, quando nasce il motto "Donec ad metam: Vienna!".




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114^ SQUADRIGLIA

La quarta squadriglia SAML fu costituita a Campoformido il 1 luglio 1917. Il primom volo di guerra ha luogo il 9 luglio per la difesa di Udine. Il 1 novembre si ritira a Nove di Bassano e il 10 si sposta a Casoni. Nel 1917 compie 279 missioni. Dal 17 al 26 febbraio 1918 è basata a Isola di Carturo. Dal 26 febbraio al 30 marzo a San Pelagio quando si spsosta a Istrana. Nel 1918 compie 195 missioni belliche, 474 in tutto il conflitto. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN LUCA (TV)


Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fi n da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78a, 79a, 115a e 139a. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75a e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infi ne, anche il 34th Squadron e 6 Bristolfi ghter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79a. La 78a invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115a e la 139a operavano con i robusti SAML. La 139a poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75a nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79a era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78a era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafi ca che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto (rif.26), di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo . Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fi no agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115a e 139a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli uffi ciali risiedevano nelle case signorili vicine. Racconta Mario Fucini di ritorno da una licenza: «..Trovai la 78a stabilita a San Luca, insieme con la 79a, bellissimo gruppo, conosciuto per la fedeltà nelle scorte, per la maestria dei piloti, alcuni già assi, cioè abbattitori di cinque o più aeroplani… In paese noi della squadriglia abbiamo una villetta per la mensa e l'alloggio». Lo stabile occupato da Fucini e compagni è la villa Vettorello ora Scarpa, sita nella frazione di Porcellengo. La mensa si trovava invece ubicata presso la scuola elementare di Padernello. Con ogni probabilità, anche il complesso di Casa Onigo, nel Borgo di S.Luca era stato requisito dai militari. Sul lato Nord-Ovest del borgo, intorno alla cappella, erano posizionati i magazzini con le riserve di munizioni e l'autoparco inglese. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th- Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fi ancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole. Tutte le installazioni erano ben mimetizzate e non furono rilevate dalla ricognizione austrotedesca almeno fi no al maggio del 1918. Agli inizi di giugno la 6a AK imperiale scoprì infi ne la base, mentre l'11a collocò nella sua cartografi a il campo in una posizione errata. Gli austriaci dell'armata trentina lo supponevano ad est della strada Paese-Porcellengo. L'errore fu con ogni probabilità causato dal fatto che in quella zona erano stati realizzati complessi lavori per la costruzione del Campo Trincerato di Treviso, le cui tracce sono individuabili ancora oggi. I resti dei trinceramenti sono visibili a sud del campo dove esiste ancora il rudere di una piazzola (fortino) in cemento armato. Il 22 giugno 1918, l'aeroporto fu bombardato. Alla fi ne dell'anno il XXIII° gruppo venne trasferito a Fossalunga e a guerra fi nita, nell'aprile del 1919, San Luca risultava non più utilizzato. Negli anni '50 la zona ospitò poi nell'aerea del comando di gruppo un deposito munizioni. (Immagine: Lo schieramento della 79^ a San Luca. ArchiBallista. Tratta da "Il Fronte del Cielo").

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CAPRONI CA.5




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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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78^ SQUADRIGLIA


La 78^ Squadriglia Caccia si mobilita sul campo della Comina il 15 agosto 1916 con velivoli Nieuport Bebè. Il 3 settembre si trasferisce sul campo di Istrana, equipaggiata+con sette Nieuport XII e un Nieuport 10. Inizia i voli di guerra il 9 settembre 1916. Il 10 agosto 1917 la squdriglia si trasferisce al campo di Borgnano (Cormons) per appoggiare la grande offensiva sull'Isonzo che porta alla conquista della Bainsizza. Con la ritirata la 78^ passa il 28 ottobre al campo della Comina, distruggendo a terra 12 Hanriot. Poi si sposta ad Aviano e Arcade, fino a ristabilirsi a Istrana il 9 novembre. Alla data del 15 maggio 1918, stanziata a S. Luca partecipa alla battaglia del Solstizio e in quel campo si trva alla data dell'armistizio. Dal novembre 1917 la 78^ effettuò 784 voli di caccia, 2420 di crociera, 839 d scorta, 217 mitragliamenti, 31 lanci di bombe e spezzoni, 273 lanci di manifestini, 337 combattimenti aerei con 70 vittorie.

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FLIEGERKOMPANIE 61 (FLIK 61)

Squadriglia da caccia formata a Motta di Livenza. Fu poi a Ghirano.

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CAPRONI CA.450




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75^ SQUADRIGLIA


La squadriglia viene formata sul campo di Tombetta il 1° maggio 1916 al comando del capitano Maffeo Scarpis ed assegnata al III Gruppo col compito della difesa aerea di Verona, sede di alti comandi e depositi militari. Alla nascita il reparto dispone dei piloti sottotenente Alessandro Buzio, sottotenente Mario De Bernardi e caporale Elia Liut, cui si aggiungeranno entro la fine del mese il capitano Ettore Croce, il sottotenente Paolo Mi­chetti, il caporale Guido Consonni ed il volontario soldato Guido Nardini. In carico al reparto sono i Nieuport 1455, 1456, 1457, 1458 ed 1459. Il 3 maggio la squadriglia distacca una sezione, composta da Michetti, Croce e Liut, sul campo di Villaverla. La prima attività bellica del reparto ha luogo il 10 maggio, quando De Bernardi e Buzio compio­no tre voli su allarme, senza pero incontrare il nemico... vedi scheda

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76^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene formata sul campo della Comina il 25 maggio 1916 con i velivoli Nieuport e il 29 maggio si trasferisce sul campo di Santa Maria La Longa. Il primo contatto con l'aviazione austroungarica avviene il 1 giugno durante un vlo di scorta a due Voisin su Vogersko.Nel corso del suo primo anno di guerra compie 624 voli sostenendo 39 combattimenti. Il 25 febbraio 1917 viene trasferita sul campo di Borgnano, detto anche di Langoris. Il 27 ottobre è a Campoformido ma il giorno dopo arretra alla Comina e il 1 novembre si porta a Arcade. Il 10 novembre si trasferisce sul più arretrato campo di Istrana. Il 2 febbraio 1918 si porta a Isola di Carturo e il 10 a Casoni. Nell'ultimo anno di guerra la squadriglia aveva compiuto 2464 voli di guerra sostenendo 101 combattimenti. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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GODWIN BRUMOWSKI 1889 - 1936


Brumowski fu l'asso degli assi dell'Impero austro-ungarico totalizzando 35 vittorie riconosciute. Ufficiale di un reggimento di artiglieria, si distinse in combattimento sul fronte orientale. e nel luglio del 1915 entrò nel corpo aereo. Assegnato alla Flik 1, volò frequentemente come osservatore sul velivolo di Otto Jindra pime di conseguire, egli stesso, il brevetto di volo, il 3 luglio 1916. Nel novembre del 1916, Brumowski fu trasferito sul fronte italiano presso la Flik 12. In meno di due mesi ottenne 5 vittorie e fu uno dei pochi piloti a ricevere la Medaglia d'Oro al coraggio. Nel marzo 1917, dopo un periodo presso la squadriglia tedesca Jasta 24, a studiare tattche aeree su fronte occidentale, assunse il comando della Flik 41J, la prima unità da caccia austriaca. Sebbene continuasse a preferire l'Hansa-Brandenburg D.I, Brumowski iniziò a volare con l'Albatros D.III già nell'estate del 1917. Il 17 agosto, conseguì la sua prima vittoria con il nuovo velivolo. Nell'ottobre del 1917 dipinse il suo velivolo di rosso, e il suo Albatros era facilmente riconoscibile per il teschio bianco su sfondo nero dipinto in fusoliera. Ritenuto un leader straordinario gli fu affidato l'intero settore della caccia sul fronte isontino a partire dl 11 ottobre 1918. Dopo il conflittoAfter the war, Brumowski tentò la conduzione dell'azienda materna in Transylvania. Dopo il fallimento del'impresa si trasferì a Vienna, dove condusse una scuola di volo fino al fatale incidente aereo che pose fine alla sua vita, nel 1936, presso l'aeroporto di Schiphol, Olanda.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI SOVIZZO (VI)

Il campo d'aviazione militare di Sovizzo fu attivo dal 16 dicembre 1917 e fu teatro di volo per il XVI gruppo aeroplani al comando del regio esercito con le squadriglie 31° con velivoli Savoja Pomilio SP3, 71° con velivoli Spad VIII e Hanriot Hd1, 121° con velivoli SAML di fabbricazione nazionale e, dal 13 febbraio 1918, 135° con velivoli Pomilio PE. Vi fu anche una sezione di velivoli da ricognizione su lunghe distanze SVA (Savoja Verduzio Ansaldo: Savoja Umberto e Verduzio Rodolfo furono i progettisti, mentre l'Ansaldo fu l'azienda costruttrice). Sono proprio i piloti dello Sva che divennero molto famosi con i loro monoposto da ricognizione assegnati al III gruppo aeronautica della 1° armata, contrassegnati con il simbolo del gallo. Il reparto era piccolo ma formato da piloti eccezionali e iniziò subito a distinguersi. Il 4 gennaio 1918 Natale Palli di Casale Monferrato e Giovanni Bartolomeo Arrigoni partirono da Sovizzo e volarono fino ad Innsbruck, ma per la nebbia non poterono sorvolare i monti e deviarono così su Bolzano, dove bombardarono la stazione ferroviaria. Il 20 febbraio 1918 la sezione Sva ritentò l'impresa e stavolta riuscì a bombardare Innsbruck prima di rientrare regolarmente a Sovizzo.




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NIEUPORT 17




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115^ SQUADRIGLIA




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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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PALLONI FRENATI

Palloni frenati per la difesa di Venezia (da: Ufficio Storico stato Maggiore della Marina Militare)




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VERONA TOMBETTA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Il giornale cittadino, L'Arena, canta immediatamente vittoria, cos' riportando il 14 novembre: "Un campo militare d'aviazione a Verona". Poi: "Come i lettori ricorderanno, noi da queste colonne abbiamo sempre propugnato perchè anche Verona, come le principali città del Regno, avesse ad essere centro di uno dei tanti disputati campi militari d'aviazione, per avere il quale molte consorelle del Settentrione hanno fatto tanti quanto inutili sforzi. Siamo quindi ora lieti di annunciare che questo nostro vivissimo desiderio è stato consacrato dai fatti e quindi Verona avrà fra breve il suo ambito aerodromo alle porte della città". Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman.... (continua: http://www.quellidel72.it/storie/aeroporti/tombetta.htm)




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CAUDRON G.4




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