La Grande Guerra Aerea - 5.3 - 1918 - La Battaglia del Solstizio

Anche se non si incontravano nemici in cielo, il rischio era sempre in agguato e spesso assumeva le forme insidiose di un guasto meccanico. Così accadde ad Alessandro Resch. Il 22 aprile il giovane pilota della 70^ Squadriglia di Istrana era in volo con un Hanriot per una banale missione nel corso della quale avrebbe dovuto lanciare pacchi di manifestini sulle linee avversarie. La malasorte però lo attendeva al varco. Il serbatoio del carburante cedette e lo stesso Resch si ritrovò inzuppato di benzina. La situazione era davvero preoccupante ma il pilota riuscì comunque a portare l'aereo al suolo. Fu un atterraggio drammatico. Il velivolo si sfasciò ma per fortuna non prese fuoco e Resch ne uscì miracolosamente illeso. Il 23 Aprile 1918 il Camel E5401 britannico fu costretto dalla contraerea all'atterraggio sul torrente Stizzon vicino al paese di Rasai frazione nel comune di Seren del Grappa (BL). Il pilota inglese fu preso prigioniero. La sera del 25 Aprile poi, in occasione della festa di San Marco, il pilota veneto Lodovico Andreuzzi della 115^ Squadriglia di San Luca partì con Molaschi per un'altra missione che prevedeva il lancio di manifestini. Anche lui ebbe una panne al motore col suo SAML 3075. L'aereo cadde e Andreuzzi morì mentre il compagno rimase ferito. Dieci giorni più tardi, il 5 Maggio, fu Giovanni Nicelli della 79^ Squadriglia di San Luca a pagare con la vita il proprio tragico tributo alla sorte. Giovanni Nicelli che era un esperto acrobata fu invitato a dare una dimostrazione agli alleati inglesi. Mentre si esibiva l'aereo ebbe un cedimento strutturale e il pilota cadde da una quota di 700 metri nel centro del paese di Porcellengo. Venne sepolto nel cimitero locale. Il 17 Maggio 1918 fu una giornata fortunata per le squadriglie trevigiane: Cosimo Rennella della 78^ Squadriglia ebbe ragione di un caccia avversario sulle Grave del Piave. Quindi Flaminio Avet della 70^ con Mario Fucini e ancora con l'assistenza di Rennella ebbero un'altra vittoria nella zona di Maserada sul «Brandemburg C.1» 229.30 della Flik 12, pilotato dal Johan Valenta e da Viktor Herzog, che furono entrambi presi prigionieri. Lo stesso giorno Guido Nardini, Gastone Novelli e Cesare Magistrini della 91^ Squadriglia, con Antonio Chiri della 78^ Squadriglia, Antonio Reali e Edmondo Lucentini della 79^ abbatterono a Però nel comune di San Biagio di Callalta (TV), l'«Albatros» 153.221 dell'asso austriaco Franz Graser in forza alla Flik 61J di Motta. Quando nel dopoguerra il generale Luigi Bongiovanni stilò la classifica degli assi italiani, in riferimento a questa azione, si scordò di Antonio Reali che se la vide così depennare. La vittoria non gli verrà quindi assegnata. Il 22 Maggio 1918, nel corso di una manifestazione a Padova, il generale Giuseppe Pennella, premiò i piloti della 2^ Armata. Con questa cerimonia, l'alto ufficiale che ne era divenuto il comandante, intendeva iniettare nuova fiducia in una grande unità che era uscita con le ossa rotte dal disastro di Caporetto. Lo sfondamento avversario infatti era avvenuto proprio nel suo settore e sui suoi soldati. Cadorna si era vergognosamente affrettato a gettare la responsabilità del disastro nel tentativo di allontanare da se e dai colleghi Capello e Badoglio le gravi colpe che con loro condivideva. Pennella si adoperò quindi per ricostruire moralmente e materialmente l'armata che il 1 giugno 1918 diverrà l'8^. La sfortuna però continuerà a perseguitarla visto che pochi giorni dopo, nell'epica «battaglia del solstizio» sarà proprio sul suo settore che gli austriaci otterranno i migliori risultati. A sud-ovest di Verona e a nord della strada che porta a Mantova, fu creato un grande campo a Ganfardine, nel comune di Villafranca, dove vennero dislocate la 61^ e la 75^ Squadriglia da caccia, la 134^ da ricognizione e la 1^ Sezione SVA. Per i bombardieri fu invece approntato un campo arretrato a Cà degli Oppi, anch'esso nella bassa veronese, in comune di Oppeano, appena a nord di Bovolone. Qui fecero base i Caproni della 4^ e 6^ squadriglia. A Maggio del 1918 era stato ultimato un campo per i reparti costieri della 3^ Armata. Fu realizzata l'aviosuperficie di Malcontenta, che divenne sede delle squadriglie 38^ squadriglia, 39^ squadriglia e 28^ equipaggiate con i Pomilio e i SIA. Questi ultimi però erano causa di frequenti incidenti, e in breve tempo la 38^ squadriglia rimase priva di mezzi. Gli osservatori poterono allora volare su quattro Re.8 che il Royal Flying Corps prestò al reparto costretto alla forzata inattività. Ad est del Brenta, tra San Giorgio in Bosco e Campo San Martino, venne realizzato in giugno il campo di Busiago, che ospiterà due squadriglie da caccia, la 72^ e la 75^ Squadriglia e la 89^ SVA. Le imprese degli SVA della 87^ Squadriglia "Serenissima" e, più in genere, quelle delle sezioni equipaggiate con tale aereo, erano ormai all'ordine del giorno. Il Savoia Verduzio Ansaldo si dimostrò un velivolo affidabile che permetteva operazioni fino ad allora ritenute impossibili. Con la sua velocità, questa macchina poteva farsi beffe dell'interdizione aerea avversaria. Tra la metà di maggio e il giugno del 1918, i piloti che volavano sul robusto biplano da ricognizione e bombardamento si resero autori di azioni di assoluto rilievo. Il 16 maggio Natale Palli, partito da Brindisi, giunse fino a Cattaro, portando a termine un memorabile volo di ricognizione. Il successivo giorno 25, Antonio Locatelli e Francesco Ferrarin decollati da Ghedi, raggiunsero Friedrichshafen sul lago di Costanza, località importante perché il conte Ferdinand von Zeppelin vi aveva impiantato la sua fabbrica di dirigibili che inizialmente faceva assemblare su una piattaforma di montaggio galleggiante sul lago, che poteva essere allineata ai venti in modo da favorire la problematica manovra di decollo. Il 1 giugno poi, ancora Natale Palli dopo essersi levato in volo da Jesi, eseguì una ricognizione su Zara, Sebenico e Spalato ritornando infine alla base attraverso il Gargano.

 La battaglia iniziò la notte del 15 giugno. L'artiglieria italiana anticipò quella austriaca sulla base delle notizie che il servizio informazioni era riuscito a carpire. Lo stesso giorno gli austriaci attraversarono il fiume gettando 60 ponti in vari punti e occupando una parte del Montello. La penetrazione proseguì il 16 e il 17. Anche nella zona di Ponte di Piave e sulla foce del fiume gli attaccanti riuscirono a creare piccole teste di ponte. Il 18 però, con l'arrivo dei rinforzi, la resistenza si consolidò e nei giorni successivi esse furono tutte eliminate. A partire dal 19 giugno il contrattacco italiano mise in seria difficoltà gli austroungarici che non riuscirono ad abbattere il muro eretto dinanzi a loro. Tra il 22 e 23 il Montello era ripreso e le sacche di resistenza italiana rimaste vennero soccorse. Le forze attaccanti attuarono allora una ben riuscita manovra di sganciamento e si ritirarono oltre fiume. Il Piave si era rivelato un ostacolo insormontabile. La sua piena e la continua distruzione di ponti e passerelle attuata mediante tiro d'artiglieria e attacchi aerei aveva reso impossibile alimentare le teste di ponte che lo avevano superato. Ai primi di giugno del 1918, il controllo del territorio trevigiano era suddiviso tra la 4^ armata (nella estrema parte nord-ovest della provincia fino a Castelfranco), la 3^ (che difendeva la città e la parte sud-est della Marca) e la 2^ da poco divenuta 8^. L'aeronautica era organizzata in 4 gruppi. Il X del maggiore Gino Matteucci, col comando a Gazzo Padovano, aveva alle proprie dipendenze le squadriglie 70^ e 82^ basate nella stessa Gazzo e la 91^ Squadriglia a Quinto di Treviso. Il comando del I gruppo si trovava invece nei pressi della base di Fossalunga ed era affidato al capitano Stella, che coordinava l'attività dei due reparti che da essa operavano: la 117^ Squadriglia e la V sezione SVA. Il XV gruppo era quindi ubicato alle porte di Treviso, presso Casa Onesti in comune di Paese. L'unità, comandata dal tenete colonnello Glauco Visconti, controllava le squadriglie 78^ Squadriglia, 79^ Squadriglia, 115^ Squadriglia e 139^ Squadriglia nonché la IV sezione SVA, tutte dislocate a San Luca. Il XIX gruppo infine aveva sistemato il proprio comando a Falzè di Trevignano. Lo dirigeva il capitano Ottorino Mutti che poteva disporre delle squadriglie 23^ Squadriglia, 114^ Squadriglia, 118^ Squadriglia e della III sezione della 24^ Squadriglia. Tutte le formazioni erano acquartierate presso l'aeroporto di Istrana. Alle dipendenze della 3^ Armata oltre al I gruppo erano il V ed il XIII con reparti dislocati tra Marcon e Malcontenta. Gli inglesi operavano sul Piave, dai campi di Gazzo con il 45th Squadron e il 28th Squadron che allineavano un totale di 36 Camel. Il 34th Squadron da ricognizione con i suoi 18 Re.8 faceva base Villaverla (VI), mentre il 66th era a San Pietro in Gù presso Casa Piazza. Da Nove di Bassano invece decollavano le squadriglie Francesi 22^ e 254^ equipaggiate coi ricognitori Dorand e Salmson. I gruppi di palloni frenati rimanevano pressoché nelle medesime posizioni stabilite in febbraio. Il raggruppamento aerostieri era comandato dal tenente colonnello Giacomo Miari de Cumani padovano di adozione ma di origini bellunesi. Alla vigilia della «Battaglia del Solstizio» l'aviazione austriaca in questo settore era organizzata su una serie di campi molto piccoli, nati con la stessa filosofia di quelli italiani di San Luca e Quinto di Treviso. Si trattava cioè di installazioni non fisse, completamente mimetizzate che impiegavano le case e le baracche del posto per i servizi. Nella zona di Conegliano erano operative le aviosuperfici di S. Fior di Sopra, Godega Sant'Urbano, Pianzano, Belcorvo, San Vendemiano-Visnadello, Campagnola e Ca' San Felice di Vazzola. Su di esse operavano le Flik 2, Flik 26, Flik 28, Flik 57, Flik 65 da ricognizione e la Flik 68 da caccia. Nella zona Oderzo-Motta funzionavano invece i campi di Portobuffolè, Rivarotta, Passo Tremeque, San Martino, Ghirano, Ca' Francescotto, Mansuè, Fossabiuba-Navolé, Motta di Livenza e Stradatta-Corbolone dov'erano basate le Flik 19, Flik 22, Flik 32, Flik 49, Flik 58 da ricognizione e Flik 43, Flik 51, 61 e 63 da caccia. Lungo questo settore del fronte operarono famosi piloti austroungarici fra i quali si devono ricordare Franz Rudorfer della Flik 19, nonché Franz Graser e Franz Schachinger della 61. Presso aviosuperfici più arretrate, nella zona di Portogruaro, facevano inoltre base l'asso degli assi Godwin Brumowsky e Kurt Gruber della 41J di Toreselle. Nella zona di Feltre, Santa Giustina e Belluno si trovavano i campi italiani che dopo la ritirata di Caporetto erano caduti in mani avversarie e dai quali agivano ora le Flik 2, 8, 11, 14, 16, 39, 53, 66 e 70 da ricognizione oltre alla 30 e alla 60 da caccia. I piloti più noti alle cronache che volavano in questo settore del fronte erano Frank Linke-Crawford della 60 e Karoly Kaszala della 14. In Valsugana infine le forze aeree della duplice monarchia erano dislocate sui campi di Pergine, Ospedaletto, Grigno e Levico. Da qui velivoli con la croce di ferro decollavano per operare sugli Altipiani e sul Grappa con le Flik 7, 15, 17, 21, 24, 31, 36 e 48 da ricognizione. Le Flik da caccia erano invece le 9 e la 55. Anche qui erano presenti alcune stelle di prima grandezza dell'aviazione imperiale: gli assi Alexander Kasza, Josef Kiss, Josef von Maier e Julius Arigi della 55. Nel giugno del 1918 le forze della duplice monarchia avrebbero dunque giocato la loro ultima carta. La «battaglia del solstizio» rappresentò infatti l'estremo tentativo di vibrare all'Italia il colpo che avrebbe dovuto abbatterla. Purtroppo per loro, gli austroungarici non erano riusciti a tenere nascosti i preparativi dell'imminente offensiva. I particolari del grande attacco erano ben noti ai comandi del Regio Esercito. Nella raccolta di informazioni l'aviazione non mancò di fare la sua parte. Nella notte fra il 29 e il 30 maggio, il capitano Umberto Gelmetti, decollato a bordo di un Voisin dalla base veneziana di Marcon, aveva condotto oltre le linee avversarie due agenti italiani incaricati di raccogliere notizie. I cosiddetti “missionari” erano bersaglieri in abiti civili. Si trattava del tenente Camillo De Carlo e del soldato Giovanni Bottecchia, fratello del famoso campione di ciclismo. Con un rocambolesco volo notturno Gelmetti si avventurò nel territorio ostile scendendo in un campo nella piana di Roveredo a poca distanza da Aviano. Lì il pilota sbarcò i due avventurosi bersaglieri che portavano con loro una gabbietta di piccioni viaggiatori indispensabili per trasmettere al comando i loro messaggi. Le forze italiane, consapevoli dei piani avversari si organizzarono di conseguenza. L'aviazione allestì una “massa da bombardamento” ai comandi del maggiore Ernesto La Polla e una “massa da caccia” agli ordini di Pier Ruggero Piccio. I due raggruppamenti furono posti alle dirette dipendenze del Comando Supremo. La massa da caccia era formata dalle squadriglie 70^, 82^, 91^, 75^, 72^, 76^, 79^ e 80^ per un totale di 120 aerei. I reparti provenivano dalle armate del settore Garda-Piave e avevano il compito di intervenire sui settori più esposti, con azioni mirate e pattugliamenti regolari. Il periodo tra febbraio e giugno fu speso anche per preparare i piloti al combattimento. Il giorno 6 giugno, il tenente colonnello Piccio, diramava una circolare intitolata «Istruzione provvisoria d'impiego delle squadriglie da caccia», che conteneva le indicazioni sull'uso della specialità. Tale documento è importante perché dimostra il progresso fatto nel campo della strategia dall'aviazione italiana in sette anni, dalla guerra di Libia. L'esercito austriaco aveva schierato in Trentino la 11^ Armata del generale Conrad mentre lungo il Piave erano disposte la 6^ armata dell' arciduca Giuseppe e l'«Isonzo Armée» del generale Wurm, alle dipendenze di Boroevic. Nel complesso 50 divisioni di fanteria e 5 di cavalleria, una brigata costiera e 500 aerei per un'azione a tenaglia tra gli Altipiani e il Piave. Gli italiani contrapposero le armate 3^, 4^, 6^, 7^ e 8^, per un totale 56 divisioni (di cui 3 inglesi e 12 Francesi) e 600 aerei (20 francesi e 80 inglesi). Nelle retrovie erano a disposizione la 9^ armata e una divisione ceka in formazione. A fronteggiare le forze austroungariche sulla linea del Piave tra Pederobba e il mare erano il generale Pennella che guidava l'8^ armata e il duca d'Aosta con la 3^. La battaglia iniziò la notte del 15 giugno. L'artiglieria italiana anticipò quella austriaca sulla base delle notizie che il servizio informazioni era riuscito a carpire. Lo stesso giorno gli austriaci attraversarono il fiume gettando 60 ponti in vari punti e occupando una parte del Montello. La penetrazione proseguì il 16 e il 17. Anche nella zona di Ponte di Piave e sulla foce del fiume gli attaccanti riuscirono a creare piccole teste di ponte. Il 18 però, con l'arrivo dei rinforzi, la resistenza si consolidò e nei giorni successivi esse furono tutte eliminate. A partire dal 19 giugno il contrattacco italiano mise in seria difficoltà gli austroungarici che non riuscirono ad abbattere il muro eretto dinanzi a loro. Tra il 22 e 23 il Montello era ripreso e le sacche di resistenza italiana rimaste vennero soccorse. Le forze attaccanti attuarono allora una ben riuscita manovra di sganciamento e si ritirarono oltre fiume. Il Piave si era rivelato un ostacolo insormontabile. La sua piena e la continua distruzione di ponti e passerelle attuata mediante tiro d'artiglieria e attacchi aerei aveva reso impossibile alimentare le teste di ponte che lo avevano superato.  

 


Illustrazione: Da: Nel Cielo, supplemento de "Il secolo Illustrato", dicembre 1918
13. Fiume 15. Ortigara

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91^ SQUADRIGLIA

La 91ª Squadriglia possiede una caratteristica che la rende forse unica nella storia delle forze aeree di tutto il mondo, giacché Francesco Baracca ebbe il privilegio di poter scegliere uno per uno “I SUOI” uomini. Nell'esercitare tale indubbio privilegio, l'asso romagnolo cercò negli altri aviatori quelle stesse caratteristiche di eccellenza quale uomo, soldato ed aviatore che pure lui possedeva. Baracca, era un professionista serio ed equilibrato, ben lontano da tronfi fanatismi ed animato da grande rispetto per i suoi stessi nemici. A tal fine conviene ricordare come la contessa Paolina Biancoli, sua madre, avesse definito in una lettera gli aviatori austriaci "birbanti". Baracca la riprese pregandola di non chiamarli in quel modo, giacché lui li considerava semplicemente dei soldati che compivano il loro dovere nei confronti del loro paese. In un esercito allora fortemente strutturato in senso gerarchico, si curava poco anche dei gradi, conscio come era che in aria non contasse la presenza od il numero delle stelle da ufficiale sulle maniche. In questo fu simile al suo grande amico Pier Ruggero Piccio, suo superiore quale comandante del X Gruppo ed Ispettore della Caccia e futuro primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica quale Arma indipendente. La figura di Piccio a rigor di logica esulerebbe dalla trattazione poiché l'ufficiale romano non faceva parte della 91ª ma la sua storia è talmente legata ad essa che davvero non si può prescindere dal citarlo. Piccio univa un'enorme competenza ad un carattere focoso che lo rendeva pronto alla lode ed al biasimo senza riguardo alcuno al grado dell'interlocutore. Gli aviatori della 91ª erano uomini con storie, provenienze e caratteri diversi, uniti come si è detto dalle non comuni abilità nell'arte del volo e del combattimento aereo. Fra loro, e solo per citarne alcuni, si possono ricordare figure come Fulco Ruffo di Calabria, di nobilissima famiglia del Mezzogiorno, il padre dell'attuale Regina dei Belgi, che pure mai fece pesare il suo rango e rimase al suo posto scontando l'impegno con una grave forma di esaurimento fisico, assumendo anche la guida del reparto dopo la morte di Baracca. La 91ª Squadriglia possiede una caratteristica che la rende forse unica nella storia delle forze aeree di tutto il mondo, giacché Francesco Baracca ebbe il privilegio di poter scegliere uno per uno “I SUOI” uomini. Nell'esercitare tale indubbio privilegio, l'asso romagnolo cercò negli altri aviatori quelle stesse caratteristiche di eccellenza quale uomo, soldato ed aviatore che pure lui possedeva. Baracca, era un professionista serio ed equilibrato, ben lontano da tronfi fanatismi ed animato da grande rispetto per i suoi stessi nemici. A tal fine conviene ricordare come la contessa Paolina Biancoli, sua madre, avesse definito in una lettera gli aviatori austriaci "birbanti". Baracca la riprese pregandola di non chiamarli in quel modo, giacché lui li considerava semplicemente dei soldati che compivano il loro dovere nei confronti del loro paese. In un esercito allora fortemente strutturato in senso gerarchico, si curava poco anche dei gradi, conscio come era che in aria non contasse la presenza od il numero delle stelle da ufficiale sulle maniche. In questo fu simile al suo grande amico Pier Ruggero Piccio, suo superiore quale comandante del X Gruppo ed Ispettore della Caccia e futuro primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica quale Arma indipendente. La figura di Piccio a rigor di logica esulerebbe dalla trattazione poiché l'ufficiale romano non faceva parte della 91ª ma la sua storia è talmente legata ad essa che davvero non si può prescindere dal citarlo. Piccio univa un'enorme competenza ad un carattere focoso che lo rendeva pronto alla lode ed al biasimo senza riguardo alcuno al grado dell'interlocutore. Gli aviatori della 91ª erano uomini con storie, provenienze e caratteri diversi, uniti come si è detto dalle non comuni abilità nell'arte del volo e del combattimento aereo. Fra loro, e solo per citarne alcuni, si possono ricordare figure come Fulco Ruffo di Calabria, di nobilissima famiglia del Mezzogiorno, il padre dell'attuale Regina dei Belgi, che pure mai fece pesare il suo rango e rimase al suo posto scontando l'impegno con una grave forma di esaurimento fisico, assumendo anche la guida del reparto dopo la morte di Baracca.(Vedi scheda)




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79^ SQUADRIGLIA CACCIA

Ne viene iniziata la costituzione nel novembre del 1916 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade e fu dichiarata pronta il 12 gennaio 1917. L'unità montata sui Nieuport 80 hp effettua le prime missioni di guerra intorno al 20 gennaio. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre l'unità riceve i nuovi Niieuport 27 e il 2 novembre si trasferisce a Nove di Bassano. Nel 1917 la squadriglia compie 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti. Nel marzo del 1018 si trasferisce sul campo di S. Luca di Treviso, dove si trova schierata all'armistizio. La 79^ il cui distintivo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, durante il 1918 eseguì 2910 voli di guerra e 158 combattimenti aerei.




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HANSA BRANDENBURG C-I




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN LUCA (TV)


Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fi n da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78a, 79a, 115a e 139a. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75a e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infi ne, anche il 34th Squadron e 6 Bristolfi ghter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79a. La 78a invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115a e la 139a operavano con i robusti SAML. La 139a poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75a nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79a era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78a era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafi ca che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto (rif.26), di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo . Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fi no agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115a e 139a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli uffi ciali risiedevano nelle case signorili vicine. Racconta Mario Fucini di ritorno da una licenza: «..Trovai la 78a stabilita a San Luca, insieme con la 79a, bellissimo gruppo, conosciuto per la fedeltà nelle scorte, per la maestria dei piloti, alcuni già assi, cioè abbattitori di cinque o più aeroplani… In paese noi della squadriglia abbiamo una villetta per la mensa e l'alloggio». Lo stabile occupato da Fucini e compagni è la villa Vettorello ora Scarpa, sita nella frazione di Porcellengo. La mensa si trovava invece ubicata presso la scuola elementare di Padernello. Con ogni probabilità, anche il complesso di Casa Onigo, nel Borgo di S.Luca era stato requisito dai militari. Sul lato Nord-Ovest del borgo, intorno alla cappella, erano posizionati i magazzini con le riserve di munizioni e l'autoparco inglese. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th- Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fi ancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole. Tutte le installazioni erano ben mimetizzate e non furono rilevate dalla ricognizione austrotedesca almeno fi no al maggio del 1918. Agli inizi di giugno la 6a AK imperiale scoprì infi ne la base, mentre l'11a collocò nella sua cartografi a il campo in una posizione errata. Gli austriaci dell'armata trentina lo supponevano ad est della strada Paese-Porcellengo. L'errore fu con ogni probabilità causato dal fatto che in quella zona erano stati realizzati complessi lavori per la costruzione del Campo Trincerato di Treviso, le cui tracce sono individuabili ancora oggi. I resti dei trinceramenti sono visibili a sud del campo dove esiste ancora il rudere di una piazzola (fortino) in cemento armato. Il 22 giugno 1918, l'aeroporto fu bombardato. Alla fi ne dell'anno il XXIII° gruppo venne trasferito a Fossalunga e a guerra fi nita, nell'aprile del 1919, San Luca risultava non più utilizzato. Negli anni '50 la zona ospitò poi nell'aerea del comando di gruppo un deposito munizioni. (Immagine: Lo schieramento della 79^ a San Luca. ArchiBallista. Tratta da "Il Fronte del Cielo").

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1^ Sezione SVA

La 1^ Sezione si costituisce formalmente a Castenedolo nel dicembre 1917, teoricamente della 86^ Squadriglia che però non viene mai formata. Passa poi alla 71^ Squadriglia di Sovizzo. Nel mese di marzo 1918 si sposta a Verona e il 12 maggio va a Ganfardine. A settembre passa al comando di Aldo Finzi. (Da: http://www.umbertosolettieditore.com/drupal/sites/default/files/palma%20di%20cesnola.pdf)




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GASTONE NOVELLI 1895 - 1919

Dopo aver completato gli studi fu assegnato ai Lancieri di Montebello. Chiese ed ottenne di essere destinato al Corpo aeronautico militare, prima come Osservatore d'aeroplano e poi come pilota, dopo avere frequentato un corso di pilotaggio alla scuola di Busto Arsizio. Viene assegnato ad un reparto caccia solamente nell'aprile 1917, la 81ª Squadriglia. Ottenne quindi la sua prima vittoria in combattimento il 3 giugno 1917, abbattendo un biposto Hansa-Brandenburg C.I. Dopo altre due vittorie e molte missioni di volo, nel giugno 1917 gli venne conferito il comando della 76ª Squadriglia Caccia. La 91ª Squadriglia aeroplani da caccia. Da sinistra; serg. Mario D'Urso, serg. Gaetano Aliperta, ten. Gastone Novelli, ten. Cesare Magistrini, cap. Bartolomeo Costantini, cap. Fulco Ruffo di Calabria, col. Pier Ruggero Piccio, ten. Guido Keller, magg. Francesco Baracca, ten. Ferruccio Ranza, ten. Mario de Bernardi, ten. Adriano Bacula, serg. Guido Nardini, sott. Eduardo Olivero. Successivamente, rimase ferito in un combattimento aereo e quindi in convalescenza per breve tempo, ma dopo la rotta di Caporetto ritornò al fronte, assegnato ora alla 91ª Squadriglia aeroplani da caccia, comandata da Francesco Baracca. Qui ottenne le altre vittorie, abbattendo cinque velivoli nemici, alcuni in collaborazione con altri piloti della squadriglia, ed effettuando svariate missioni di attacco al suolo e ricognizione. Alla fine della guerra con un totale di otto vittorie ufficialmente riconosciute, rimase al medesimo reparto quale ufficiale di carriera. Venne sanzionato con 10 giorni di rigore per avere eseguito acrobazie aeree sull'ippodromo dei Parioli a Roma. Morì il 3 giugno 1919 per un incidente di volo: in decollo da Padova, il motore si bloccò per un guasto e, nel tentativo di rientrare sul campo, l'aeroplano stallò e si capovolse al suolo urtando l'argine di un fosso; venne trasportato in ospedale, ma le lesioni subite risultarono mortali. L'aeroporto di Ravenna, il 19 giugno 1921, nel corso della prima edizione della Coppa Baracca (Trofeo Aviatorio collegato alle manifestazioni in memoria dell’asso italiano) fu intitolato a Gastone Novelli.




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CESARE MAGISTRINI 1895 - 1958

Dopo aver servito per breve tempo nella 2ª Squadriglia(Parasol), Magistrini fu trasferito alla 78ª Squadriglia presso la quale, dopo essere stato gravemente ferito nel cielo di Podgora, guadagnò la promozione a sergente e la sua prima medaglia d'argento al valor militare. Durante la sua permanenza nella 78ª, Magistrini ottenne 3 vittorie, di cui una ufficiale e due non confermate. A novembre fu nuovamente trasferito, questa volta nella famosa Squadriglia degli assi, comandata da Francesco Baracca. Il mese dopo, in occasione della sua quarta vittoria ufficiale, ottenne la seconda medaglia d'argento. In tutto, Magistrini totalizzò 10 vittorie, di cui 6 ufficiali, ottenendo così la qualifica di asso; a conflitto terminato, sfruttò le sue doti aviatorie lavorando come pilota per la Transadriatica, la SAM e l'Ala Littoria. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Magistrini riprese servizio nei Servizi Aerei Speciali, adibiti al trasporto di materiale bellico. Dopo la guerra, riprese nuovamente il lavoro come pilota di aerei civili, prima per il Re dello Yemen, poi per l'Egyptian Airlines. Durante la sua carriera Magistrini volò per 22.000 ore, totalizzando più di 2 milioni di chilometri percorsi.

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GUIDO NARDINI 1881 - 1928

Nacque a Firenze e prese il brevetto di pilota numero 590 in Francia il 22 agosto 1911 sul campo di Betheny. Il primo anno dopo l'entrata in guerra lo passò come meccanico collaudatore addestratore e dovette attendere il 26 maggio 1916 prima di poter essere assegnato alla 75ª Squadriglia da caccia, basata sul campo di Tombetta. L'11 maggio un ricognitore fu messo in fuga, mentre il 16, aiutato da Buzio e Consonni, Nardini non solo fece ritirare in tutta fretta il ricognitore nemico, ma questi stretto fra i tre arei italiani perse l'apparecchio fotografico che finì in un campo vicino a Borgo Venezia. Il 27 maggio invece fu il giorno della prima vittoria di Nardini: aiutato da De Bernardi, Buzio e Consonni, costrinse un ricognitore, un Brandemburg C.1 ad atterrare. Tutti e due i piloti austriaci furono catturati. I veronesi, entusiasti per il primo abbattimento della 75ª, donarono 1.750 lire a ciascuno dei quattro piloti autori della vittoria, i quali, all'unanimità, li ridonarono al fondo per i mutilati di guerra. Verso la fine dell'anno Nardini passò alla 78ª squadriglia caccia, sempre con Nieuport 11. Dopo un breve passaggio alla 131ª su Pomilio PC, inizialmente concepito come caccia di scorta e poi da ricognizione, il pilota fiorentino tornò a Istrana alla 78ª e alla caccia. Pur volando ancora con un Nieuport 11, ormai obsoleto, nel 1917, sul fronte trentino, Nardini ritrovò la vittoria: il 14 giugno, fra l'altopiano di Asiago e la Valsugana, alle 8.20, obbligò un velivolo nemico ad atterrare e venti minuti dopo ne abbatté un secondo, facendolo precipitare in fiamme nella Valsugana. Il 18 luglio, grazie anche all'aiuto di Magistrini, costrinse all'atterraggio un Brandemburg C.1, il pilota sopravvisse, l'osservatore rimase invece ucciso nel duello aereo. Finalmente, nella tarda estate del 1917, Nardini passò all'Hanriot HD.1.Con questo velivolo Nardini rivendicò tre vittorie ma gliene venne riconosciuta solo una. Ferito in duello l'asso fiorentino stette lontano dal fronte per diversi mesi. Nel 1918 tornò in attività in forza alla 91ª squadriglia, quella di Francesco Baracca. Gli inizi però non furono fra i più gloriosi, atterrando con il suo nuovo SPAD S.VII matricola 5807, per un guasto al motore cappottò distruggendo l'aereo. Evidentemente Nardini non fece mai pace con lo Spad visto che si fece assegnare un Nieuport 27 con il quale tornò alla vittoria il 3 maggio in qualità di gregario proprio di Francesco Baracca. Il 23 agosto ebbe un grave incidente, e non recuperò più l'operatività che ebbe prima dell'infortunio. A conflitto finito, a fronte delle 11 vittorie da lui rivendicate, gliene vennero confermate solo 6. Il pilota fiorentino meritò in totale una medaglia d'argento al valor militare e due di bronzo.(da: http://guidonardini.it/index.html)




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ANTONIO REALI 1891 - 1975

Antonio Reali fu un asso dell’aviazione italiana durante la Guerra mondiale del 1915-18. Gli furono attribuite undici vittorie, mentre altre 22 non furono poi confermate. Nato a Ozegna fu arruolato come soldato nel Genio. Successivamente fu trasferito al Corpo Aeronautico Militare dove frequentò la scuola di volo di Coltano (Pi). Conseguì il brevetto di base su un Farman 1912 in data 1 luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Reali fu assegnato alla 79^ Squadriglia il 14 gennaio 1917. La prima vittoria aerea, non confermata, giunse il 3 giugno 1917, e per vedersi riconosciuta una vittoria ufficiale, dovette attendere la quarta, il 14 gennaio 1918. Il 1 febbraio 1918 era già un asso, con quattro vittorie confermate su cinque. Poi, dal 4 febbraio al 17 giugno ebbe nove vittorie consecutive non confermate. Dal giorno successivo e fino all’8 ottobre, Reali reclamò undici vittorie, solo due delle quali gli furono riconosciute. Fu decrato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lasciò il servizio nel 1919 e rientrò in aviazione nel 1923.




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HANRIOT Hd.1

Questo celebre caccia di costruzione mista legno e metallo, biplano monoposto con ala superiore di maggiore apertura e dotata di un discreto diedro positivo, progettato dall'ing. Dupont, fu scelto da una commissione italiana nel 1916 per equipaggiare la linea caccia grazie alle sue doti di grande maneggevolezza e di robustezza. Piccolo e compatto, dalle linee sobrie ed eleganti, ottimo arrampicatore, fu il velivolo preferito di molti assi della prima guerra mondiale tra cui ricordiamo Silvio Scaroni, trenta vittorie aeree, Mario Fucini e Giorgio Michetti





Hd.1 CON IL ROSSO LEONE DELLA 72^ SQUADRIGLIA, CASTENEDOLO 1918

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CAMPO DI ISTRANA (TV)

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. Il Battaglione Aviatori aveva ricercato in quest'area terreni da trasformare in campi di volo fin dal 1913. Il 21 giugno del 1915, il capitano Attilio Ranza fu a Vedelago per verificare alcuni siti segnalati allo scopo. L'area su cui realizzare la base venne decisa ai primi di giugno dell'anno successivo. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani, su di una superficie rettangolare che aveva il lato maggiore di 620 metri e quello minore di 480. Il campo, che può essere considerato un tipico esempio di struttura aeroportuale dell'epoca, era provvisto di una baracca Ufficiali e di uffici di compagnia, costruiti interamente in legno, compresi i pavimenti. Vi erano poi gli hangar per i velivoli. Due accoppiati di tipo Centocelle, che misuravano 36,2 metri di lunghezza e 25,53 metri di larghezza. Erano realizzati con ritti in legno e capriate, sempre in legno, della misura di 18,1 metri. La struttura era prefabbricata con pareti sia in muratura che in legno, con il pavimento in catrame spalmato e con portoni scorrevoli sempre in legno. Vi era poi, come previsto, un terzo hangar, destinato all'alloggiamento della truppa, dello stesso tipo e dimensioni dei due precedenti ma edificato più a sud, alla prevista distanza di 18,2 metri, tale che lo spazio fra le strutture potesse agevolmente venire ricoperto per installare un quarto hangar. Era stata inoltre realizzata una tettoia chiusa a cinque elementi per il ricovero di aerei. Le strutture erano completate dal corpo di guardia con l'annesso deposito carburanti, una costruzione di forma quadrata alta quattro metri e con un lato di 7 m. e 75 cm. La prova delle armi di bordo aveva reso inoltre necessaria la realizzazione di due parapalle che si trovavano nel lato sud dell'aeroporto. Infine numerosi baraccamenti furono approntati fra gli hangar ed altre infrastrutture costruite attorno a casa Quaglia. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. La «battaglia di Istrana» vide affrontarsi decine di velivoli italiani e tedeschi e l'eco di quell'episodio fu tale da fargli conquistare un'illustrazione di Achille Beltrame, sulla prima pagina della Domenica del Corriere, onore che spettava solo agli avvenimenti di assoluto rilievo. L'incursione dei velivoli con la croce di ferro causò sensibili danni alle strutture del campo. Andarono distrutti l'hangar che veniva utilizzato come alloggiamento per la truppa e la baracca degli ufficiali. Divenne allora chiara la necessità di decentrare gli aerei su piste secondarie per renderli meno vulnerabili a futuri, sempre più probabili, attacchi. Tra gennaio e febbraio del 1918 le operazioni di spostamento dei mezzi ebbero inizio, verso i nuovi campi all'uopo realizzati, presso Paese (S.Luca) e Quinto. Nel successivo mese di aprile l'intero campo sembrò in procinto di essere trasferito a sud della Postumia Romana e, più precisamente, sui terreni ad est della Casa Rossi. Vennero iniziati i lavori per la costruzione delle necessarie fondazioni. Verso la fine del mese gli hangar della «vecchia» base, furono mimetizzati con motivi diversi. Appare lecito ipotizzare che questi lavori debbano avere in qualche modo tratto in inganno la ricognizione austrotedesca poiché i bombardieri germanici diminuirono la frequenza dei loro attacchi su ciò che restava del campo originale per andare a concentrarsi sulle infrastrutture in corso di realizzazione a sud della Postumia Romana che, nella notte, risultavano più evidenti. In breve tempo tutte le costruzioni furono mimetizzate e stando a quanto riferiscono le testimonianze raccolte in loco, venne iniziata la costruzione di nuove strutture che fra la popolazione che viveva intorno al campo erano note come «hangar finti». La complessa serie di mascheramenti che vennero posti in atto sembra avere effettivamente dato i frutti sperati. La carta della zona che fu compilata dalla ricognizione austriaca a seguito della missione 33/998 del 26 agosto 1918, non riesce infatti più a dare una chiara collocazione al campo di Istrana il cui posizionamento in precedenza era perfettamente noto. Su Istrana operarono anche reparti inglesi e squadriglie italiane da ricognizione.




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AEROPORTO DI PADOVA

L’area su cui è attualmente ubicato l’Aeroporto “Gino Allegri” di Padova è la stessa che un tempo con la denominazione di “Piazza d’Armi” era utilizzata dai vari reggimenti dell’esercito, di stanza in città, per l’effettuazione delle diverse attività addestrative. Il 1 luglio 1913 fu costituita la VII Squadriglia Aeroplani Bleriot al comando del Cap. Armando Armani, già decorato per meriti bellici durante la guerra italo-turca. Il 28 gennaio 1914, oltre alla VII a Padova furono assegnate altre due squadriglie di aeroplani: la IV Squadriglia Bleriot, comandata dal Cap. Olivo Guidi, e l’VIII Squadriglia comandata dal Cap. Pilota Resio Adolfo. Allo scoppio della guerra, il 24 maggio 1915, la VII Squadriglia Nieuport fu trasferita a Campoformido alla dipendenza del II Gruppo Squadriglie Aviatori, mentre la IV Bleriot venne dislocata sul campo veneziano di Bazzera a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia




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ALESSANDRO RESCH 1892 - 1966

Nato a Avezzano, soldato di leva in un battaglione di ciclisti, divenne autista di camion sul fronte isontino. Promosso sergente frequentò il corso di pilotaggio e si brevettò sul Voisin il 1 luglio 1916. L'8 luglio 1916, arrivò presso la 26^ Squadriglia. Il 15 agosto partecipò al bombardamento della stazione di Reifenberg ed ebbe uno scontro con due Fokker E.III. Uno fu abbattuto. Il 22 agosto fu colpito dalla contraerea e poco dopo fu insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare. Nel maggio del 1917 fu addestrato come pilota da caccia sul velivolo Nieuport, poi sul Savoia-Pomilio SP.2 nel mese di settembre. Assegnato alla 70^ Squadriglia in ottobre non fu impiegato fino al 12 dicembre 1917. Il 17 april 1918, a bordo di un Hanriot HD.1 condivise una triplice vittoria notturna su Valdobbiadene. Cinque giorni dopo il serbatoio dell'Hanriot HD.I 6252 si ruppe in volo. Inzuppato di carburante riuscì in un atterraggio di fortuna a motore spento. Il 12 luglio 1918 riuscì ad abbattere un Albatros D.III. Divenne un asso con 5 vittorie accreditate (in realtà erano 6) due anni dopo la sua prima vittoria. Fu insignito di una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e due Croci al merito di guerra




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ALBATROSS D.III




Apparso per la prima volta nella primavera del 1917 sul fronte occidentale, fu prodotto in circa 1900 esemplari. LUNGHEZZA: 7,33 m; LARGHEZZA: 9,05 m; ALTEZZA: 2,98 m; PESO: 886 kg a pieno carico; MOTORE: 1 Mercedes D.III a 6 cilindri in linea raffreddato a liquido di 175 HP; VELOCITA': 175 km/h; DISTANZA: 350 KM; QUOTA MAX: 5500 M; VELOCITA' ASCENSIONALE: 886 piedi/minuto

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CAMPO DI AVIAZIONE DI MOTTA DI LIVENZA (TV)

Al 24 maggio 1915 era sede di un parco di rifornimenti della 3^ armata. Dopo Caporetto fu sede di due aerodromo austro-ungarici: a nord est dell'abitato fu stanziata la Flik 35D, la 42J e la 28. Nel giugno del 1918 arrivò anche la Flik 63, la Flik 35. Vi furono inoltre basate la Flik G1 e G3.Phönix D. I 228.40 E Albatros D. III 153.136 sul campo di Motta. (Da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_35.htm)




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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FLAMINIO AVET 1890 - 1928

Nato a Bendejun presso Nizza e laureatosi in legge a Roma, lasciò la toga per una sella del reggimento Lancieri di Firenze. Con la guerra passò alle pietraie del Carso con il 37° Reggimento Artiglieria, dove fu decorato con la prima Medaglia d'Argento al Valor Militare. Volontario in aviazione nel maggio del 1916, divenne pilota e fu assegnato il 3 febbraio 1917 alla 73^ Squesdriglia, a Verona. Alla fine di agosto ottenne di passare alla caccia tornado al fronte giusto in tempo per la ritirata di Caporetto. Assegnato alla 82^ Squadriglia conseguì la prima, la seconda e anche una terza vittoria aerea non riconosciuta il 17 aprile 1918. La quarta il 3 maggio, mentre diventò un asso il 17 maggio quando abbattè un Br. C 1 presso Maserada. Dopo altre due vittorie, ottenne l'ottava e ultima senza sparare un colpo, quando ebbe l'arma inceppata ma l'avversario preferì arrendersi atterrando sul campo di Arcade. Al termine delle ostilità era il comandante della 70^ Squadriglia con al suo attivo più di 200 voli di guerra. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)




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78^ SQUADRIGLIA


La 78^ Squadriglia Caccia si mobilita sul campo della Comina il 15 agosto 1916 con velivoli Nieuport Bebè. Il 3 settembre si trasferisce sul campo di Istrana, equipaggiata+con sette Nieuport XII e un Nieuport 10. Inizia i voli di guerra il 9 settembre 1916. Il 10 agosto 1917 la squdriglia si trasferisce al campo di Borgnano (Cormons) per appoggiare la grande offensiva sull'Isonzo che porta alla conquista della Bainsizza. Con la ritirata la 78^ passa il 28 ottobre al campo della Comina, distruggendo a terra 12 Hanriot. Poi si sposta ad Aviano e Arcade, fino a ristabilirsi a Istrana il 9 novembre. Alla data del 15 maggio 1918, stanziata a S. Luca partecipa alla battaglia del Solstizio e in quel campo si trva alla data dell'armistizio. Dal novembre 1917 la 78^ effettuò 784 voli di caccia, 2420 di crociera, 839 d scorta, 217 mitragliamenti, 31 lanci di bombe e spezzoni, 273 lanci di manifestini, 337 combattimenti aerei con 70 vittorie.

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SOPWITH CAMEL




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LUIGI BONGIOVANNI 1866 - 1941

Nato a Reggio Emilia è stato un generale e politico italiano. Dopo gli studi all'Accademia militare di Torino, fu nominato sottotentente di Artiglieria. Entrato nel Corpo di Stato Maggiore come capitano, partecipò dal 1901 al 1905 alla missione italiana in Giappone. Tra il 1911 e il 1912 partecipò con il ruolo di Capo di Stato Maggiore della seconda divisione speciale alla guerra italo-turca, guadagnandosi la promozione a tenente colonnello nel novembre del 1912. Nel 1914 fu inviato a Berlino come addetto militare, ruolo che ricoprirà fino all'anno successivo. Nel 1915, dopo che fu promosso colonnello, partecipò alla prima guerra mondiale con il ruolo di capo di Stato Maggiore del sesto e poi del secondo corpo d'armata, meritandosi numerosi riconoscimenti e la promozione a maggior generale. Esercitò il ruolo di comandante della brigata Firenze sul fronte dell'Isonzo, mentre comandò la terza divisione nelle battaglie di Kuk – Vodice e Bainsizza. Divenuto capo del settimo corpo d'armata il 7 ottobre 1917, partecipò alla battaglia di Caporetto difendendo la dorsale del Kolovrat. Nell'estate del 1919 fu preposto al comando del Corpo di spedizione italiano in Anatolia. Nel 1922 fu nominato governatore della Cirenaica, mantenendo tale carica fino al 1924. Nel 1929 fu nominato senatore del Regno d'Italia. Morì a Roma nel 1941. Fu amico di Gabriele D'Annunzio con il quale ebbe una corrispondenza epistolare.

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118^ SQUADRIGLIA


Formata nell'aprile del 1917 a Torino su SAML 6 montanti, la 112^ Squadriglia viene radunata presso il Centro di Formazione di Arcade per poi proseguire per Villaverla. La squadriglia, assegnata al fronte settentrionale della 1^ armata riceve i primi aerei il 23 aprile e il primo volo di guerra fu compiuto il 23 maggio con una ricognizione sul Pasubio. Il 20 luglio 1917 si trasferisce in volo a A LAvariano (Chiasellis) e prende i SAML a quattro montantial servizio della 3^ armata. Il 20 ottobre l'unità viene trasferita al campo di Bolzano del Friuli. Sopravvenuto Caporetto si ritira a S. Maria La Longa il 25 ottobre, alla Comina il 26. Poi va a Istrana mentre il 3 novembre è a Padova. A dicembre la 112^ non ha pi aerei efficienti. Al 4 febbraio 1918 si sposta a Fossalunga con due PE e un SAML, ma nel marzo (19) è trasferita a Castenedolo dove si trova anche all'armistizio. (Immagine: Aerei SAML ed aviatori della 118^ Squadriglia da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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FLIEGERKOMPAGNIE 60J (FLIK 60J)


Squadriglia di punta dell'aviazione austro-ungarica, fu formata sul fronte italiano nel 1917 ed ebbe come comandante il famoso Linke-Crowford. Fu basata sull'aeroporto di Feltre

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MARIO FUCINI 1891 - 1977

Nato a Empoli, Mario Fucini si arruolò nel 1915. Divenne pilota il 13 marzo 1916 e nella primavera l'ufficiale arrivò al fronte assegnato alla 25^ Squadriglia, ed ebbe il battesimo del fuoco sui Voisin. Dopo averla scampata di stretta misura il 16 febbraio 1917, quando dovette tornare planando entro le linee italiane dopo che un caccia avversario gli aveva forato il serbatoio, Fucini decise di passare alla caccia. Dopo un intermezzo di tre mesi in una Sezione difesa, Fucini tornò al fronte e il 13 novembre 1917, con la 76^ Squadriglia, ottenne la sua prima vittoria ai danni di un velivolo tedesco in collaborazione con altri piloti. Ottenne il suo secondo successo il 26 dicembre durance la battaglia aerea di Istrana. La terza vittoria arrive il 28 gennaio 1918. Gli ultimi due abbattimenti furono rivendicati il 25 luglio e il 31 agosto. Passato l'll febbraio alla 78" Squadriglia. con cui sarebbe rimasto fino alla fine delle ostilita, il 16 giugno ottenne altre due vittorie.(Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)




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ANTONIO CHIRI 1894 - 1971

Nato a Locana allo scoppio della guerra fu arruolato in un reggimento di artiglieria. Ottenuto il brevetto di pilota nel magio del 1916, fu assegnato, nel novembre, alla 78^ Squadriglia. Sergente, ottenne la sua prima vittoria il 19 marzo 1917 sull'altopiano di Asiago. Due altre vittorie, con la quinta per farne un asso, l'ottenne durante la battaglia di Istrana. Il 18 agosto 1918, ottenne la sesta ed ultima vittoria. Decorato con tre Medaglie d'Argento al Valor Militare. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale.)




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ANTONIO REALI 1891 - 1975

Antonio Reali fu un asso dell’aviazione italiana durante la Guerra mondiale del 1915-18. Gli furono attribuite undici vittorie, mentre altre 22 non furono poi confermate. Nato a Ozegna fu arruolato come soldato nel Genio. Successivamente fu trasferito al Corpo Aeronautico Militare dove frequentò la scuola di volo di Coltano (Pi). Conseguì il brevetto di base su un Farman 1912 in data 1 luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Reali fu assegnato alla 79^ Squadriglia il 14 gennaio 1917. La prima vittoria aerea, non confermata, giunse il 3 giugno 1917, e per vedersi riconosciuta una vittoria ufficiale, dovette attendere la quarta, il 14 gennaio 1918. Il 1 febbraio 1918 era già un asso, con quattro vittorie confermate su cinque. Poi, dal 4 febbraio al 17 giugno ebbe nove vittorie consecutive non confermate. Dal giorno successivo e fino all’8 ottobre, Reali reclamò undici vittorie, solo due delle quali gli furono riconosciute. Fu decrato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lasciò il servizio nel 1919 e rientrò in aviazione nel 1923.




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ALBATROSS D.III




Apparso per la prima volta nella primavera del 1917 sul fronte occidentale, fu prodotto in circa 1900 esemplari. LUNGHEZZA: 7,33 m; LARGHEZZA: 9,05 m; ALTEZZA: 2,98 m; PESO: 886 kg a pieno carico; MOTORE: 1 Mercedes D.III a 6 cilindri in linea raffreddato a liquido di 175 HP; VELOCITA': 175 km/h; DISTANZA: 350 KM; QUOTA MAX: 5500 M; VELOCITA' ASCENSIONALE: 886 piedi/minuto

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CAMPO DI AVIAZIONE DELLA GROSSA - GAZZO PADOVANO

Sull'esteso appezzamento di terreno, di forma quasi rettangolare, annesso a Palazzo Traverso, a sud di Grossa e a Est di Grantorto, sulla strada che congiunge Grossa a Camisano Vicentino, proprio al confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, fu approntato nei primi mesi del 1918 un aeroporto che trovava in Palazzo Traverso una naturale ed adattissima infrastruttura logistica, con i suoi immensi fienili, stalle e magazzini. Il campo fu assegnato agli alleati inglesi. Dirimpetto al Palazzo del Bertotti, dall'altra parte del campo, furono impiantati gli hangar e le baracche, mentre nei magazzini dello stesso furono sistemate le officine e gli alloggi della truppa. Gli ufficiali erano invece acuqrtierati nell'ala padronale del complesso. Tra il giugno e l'ottobre del 1918 vi fu basato il 28th e il 45th Squadron dotato di Sopwith Camel. Fu anche sede del 139th Bristol.

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139^ SQUADRIGLIA


Nasce da due pre esistenti sezioni di Pomilio per la Regia Marina, la 1^ e la 2^, formate a Ghedi nell'estate del 1917 e dislocate a Cascina farello. Formata da sei Pomilio, venne concepita per fornire una scorta di apparecchi veloci agli idrovolanti che si spingono sul golfo di Trieste. Unite alla 3^ Sezione PD, costituita sempre a Ghedi nell'ottobre del 1917, formano la 139^ che si riunisce la prima volta il 20 novembre 1917 sul campo di Nove di Bassan. Il 14^ dicembre entra a far parte del nuovo XV Gruppo di San Pietro in Gù assegnata al servizio Truppe degli Altipiani. Il 15 marzo 1918 si trasferisce sul campo di S. Luca, mentre nel luglio raggiunge Villaverla. Nel corso del conflitto effettuò 108 missioni di guerra. (Immagine: Un Pomilio PE della 139^, decorato con il giglio di Firenze. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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72^ SQUADRIGLIA

La 72^ Squadriglia nasce dalla 3^ Squadriglia Caccia sul campo di Brescia il 15 aprile 1916. Dotata di 4 velivoli Aviatik e di una sezione di Farman (2 velivoli), fu assegnata al Capitano Gino Matteucci per condurre azioni offensive sul Trentino e crociere di protezione nel cielo di Brescia. Insieme a Matteucci ci sono i piloti tenente Umberto Re, il sergente Angelo Alberto, il sergente Remigio Robino, il caporale Gustavo Rizzoli, il caporale Adriano Cargiani, il caporale Umberto Ferro e il soldato Mario Moccafiche. Il 10 giugno durante un volo di prova rimane ferito il sergente Ferro con il Farman 758. Il 29 giugno un incursione austriaca su Brescia viene contrastata da 5 Aviatik e un Farman che decollano su allarme. Durante il mese di settembre la sezione Farman lascia la squadriglia che rimane equipaggiata con i soli Aviatik. (Continua la lettura su www.ilfrontedelcielo.it/files_6/46.72.htm)




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AEROPORTO DI NOVE DI BASSANO (VI)

Nel mese di maggio 1916era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. La base era situata lungo la riva destra del Brenta all'altezza dell'attuale ponte per Cartigliano. Fu sede delle squadriglie 46a Farman e 49a Caudron per l'artiglieria e delle squadriglie 26a, 33a, 115a e 139a da ricognizione, nonché della 79a squadriglia da caccia. Nei primi mesi del 1918, il campo sarà assegnato ai francesi che vi opereranno con varie formazioni: AR22, AR254, BR221, SOP206 e 214.87 Con il loro ausilio i transalpini colmeranno i vuoti di uomini e mezzi accusati dall'aviazione italiana a causa delle perdite subite. A partire da marzo alcuni reparti francesi torneranno oltralpe, ma resteranno le squadriglie AR22 e AR254.


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LUIGI CAPELLO 1859 - 1941


Nato a Roma, durante la Prima guerra mondiale si distinse guidando le sue truppe in una serie di costose offensive sul fronte dell'Isonzo che si conclusero con limitati successi tattici soprattutto a Gorizia e sulla Bainsizza. Assegnato al comando della II Armata, venne sorpreso nelle fasi iniziali della battaglia di Caporetto e non riuscì a fermare l'avanzata del nemico prima di essere costretto a cedere il comando per seri motivi di salute. Considerato responsabile della disfatta, non ritornò più in servizio. Nonostante la sconfitta, Luigi Capello è stato ritenuto uno dei migliori generali alleati della prima guerra mondiale[1]; dotato di una personalità dominante e di un carattere irrequieto e passionale, il generale dimostrò intelligenza e capacità tattica e strategica. Dotato di grande spirito offensivo, prescrisse una serie di attacchi frontali che costarono elevatissime perdite ai suoi soldati, ma secondo lo scrittore Mario Silvestri egli fu, per perspicacia, spirito d'iniziativa e capacità di analisi, "di gran lunga il migliore dei comandanti d'armata dell'esercito italiano"[2]. Dopo la fine della Grande Guerra, si accostò in un primo tempo al Fascismo per poi divenirne fermo oppositore ed essere coinvolto nel 1925 nel fallito attentato contro Mussolini organizzato dal deputato social-unitario Tito Zaniboni

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117^ SQUADRIGLIA


La 117^ Squadriglia SAML viene costituita nel settembre del 1917 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade. Viene mobilitata il 3 ottobre 1917 sull'aeroporto di S. Giustina (Belluno) al servizio della 4^ armata. Dopo Caporetto la squadriglia si ritira dal Cadore e viene trasferitra a Padova. A metà dicembre alla squadriglia viene ordinato di spostarsi a Fossalunga, riassegnata alla 1^ armata, dove si trasferisce a metà febbraio del 1918. A giugno riceve l'ordine di convertirsi sui Pomilio. (Immagine: Il ten. Carlo Scavini, un valoroso pilota della 117^, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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70^ SQUADRIGLIA CACCIA

L'Unità nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Santa Caterina di Udine. La linea di volo è composta da otto biplani Nieuport. All'alba del 16 maggio la squadriglia intercetta una dozzina di velivoli austriaci reduci da un incursione su Udine. I piloti erano Tacchini, Baracca, Olivati e Bolognesi. ...




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34° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Castle Hooskow il 7 gennaio 1916, da elementi del 19° Squadron, fu inviato in Francia come unità da ricognizione equipaggiata con velivoli BE.2 e RE.8 dal gennaio 1917. Fu trasferita sul fronte italiano dove vi rimase fino al termine del conflitto.

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45° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Gosport il 1 marzo 1916 fu equipaggiato con apparecchi Sopwith 1½ Strutters. Dispiegata in Grancia nell'ottobre dello stesso anno subì pesanti perdite fino alla sostituzione del velivolo con il Sopwith Camel nella metà del 1917. Trasferita sul fronte italiano alla fine del 1917 vi rimase fino a settembre quando fece ritorno in Francia.

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S.A.M.L. S.2




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PIETRO BADOGLIO 1871 - 1956


Nato a Nizza Monferrato, Capitano di S. M. durante la guerra libica, ten. col. all'inizio della guerra italo-austriaca, dopo la ritirata del nov. 1917 fu chiamato dal comando del 27º corpo d'armata alla carica di sottocapo dello Stato Maggiore generale. Capo di S. M. dell'esercito nel 1919, fu poi (1924-25) ambasciatore in Brasile; quindi (1925) capo di S. M. generale e (1926) maresciallo d'Italia. Governatore della Libia dal 1929 al 1933, nel 1935-36 condusse rapidamente a termine, in qualità di Alto Commissario per le colonie dell'Africa Orientale, la campagna contro l'Etiopia. Riassunte nel 1936 le funzioni di capo di S. M. generale, che giuridicamente non aveva mai lasciate, si dimise durante la seconda guerra mondiale quando, espresso parere contrario alla guerra contro la Grecia, fu incolpato in seguito dell'insuccesso. Dal 1937 al 1941 fu presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. Ritornò sulla scena politica il 25 luglio 1943, allorché venne chiamato dal re a sostituire Mussolini. Costituito un ministero di funzionari, concluse con gli Alleati l'armistizio di Cassibile (3 sett. 1943) e - reso noto questo dagli Alleati l'8 sett. - abbandonò la capitale trasferendosi col re e le più alte autorità militari a Brindisi. Osteggiato per il suo passato e per la sua politica ambigua dalle forze antifasciste non monarchiche, costretto ad accettare il 29 sett. il "lungo armistizio", ostile all'abdicazione del re, il B. dovette proseguire nel sistema di un ministero tecnico (rimaneggiamento del 16 nov. 1943; gabinetto dell'11 febbr. 1944), finché il ritorno di P. Togliatti dalla Russia e l'atteggiamento da questo assunto gli permisero il 22 apr. 1944 di costituire - accordatisi i partiti sulla luogotenenza del principe Umberto - un nuovo gabinetto su più larga base, durato fino alla liberazione di Roma e alla costituzione del ministero Bonomi (10 giugno 1944). Si ritirò allora a vita privata. Senatore del regno dal 1919, fu dichiarato decaduto nel 1946, ma il provvedimento fu annullato dalla Cassazione nel 1948.

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87^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Il 10 dicembre 1917 l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo, approva la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 97^ fu poi costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA "ad ali strette" sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Lionello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze del XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. (Vedi scheda)




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61^ SQUADRIGLIA

La squadriglia fu costituita nell'agosto del 1917 ad Arcade su Savoia Pomilio S.P.4 e fu mobilitata il 5 settembre a Villaverla. Agli inizi di dicembre 1917 passa a Verona Tombetta. A maggio del 1918 va a Ganfardine dove rimane fino alla fine del conflitto. Nel 1918 effettuò solo 61 missioni.

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LUIGI CADORNA 1850 - 1928

Nominato capo di stato maggiore nel luglio 1914, impose all'esercito una dura disciplina militare e fu destituito dopo la disfatta di Caporetto (nov. 1917). Senatore dal 1913, dopo la guerra fu collocato a riposo e nominato maresciallo d'Italia (1924). Nel luglio 1914 fu chiamato a sostituire il gen. A. Pollio come capo di stato maggiore, durante i dieci mesi di neutralità si adoperò a restituire all'esercito l'efficienza necessaria per partecipare, occorrendo, alla guerra. Entrata l'Italia in guerra (1915), C., perseguendo una tattica di logoramento dell'avversario, si pose in difensiva dallo Stelvio al medio-alto Isonzo e passò all'offensiva nella regione isontina. I principali successi ottenuti sotto il suo comando (caratterizzato peraltro da durissima disciplina e da scarsa considerazione delle esigenze umane del soldato) furono: l'arresto dell'offensiva austriaca nel Trentino (primavera 1916), la conquista di Gorizia, dovuta a un'improvvisa azione ad oriente, e la vittoria alla Bansizza (estate 1917). L'offensiva di Caporetto (ott. 1917) costrinse C. a ordinare il ripiegamento dello schieramento orientale dell'esercito dietro il Piave. Lasciato il comando l'8 nov. 1917 in seguito a questi avvenimenti e sostituito dal gen. A. Diaz, fu nominato membro del Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, ma nel febbr. 1918 fu richiamato in Italia, a disposizione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto, e nel 1919 collocato a riposo. Senatore del Regno dal 1913, nel 1924 fu nominato maresciallo d'Italia. (www.treccani.it)




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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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134^ SQUADRIGLIA

La squadriglia fu costituita nel settembre del 1917 a Ghedi e arriva a Campoformido il 25 ottobre con nove Pomilio PD. Il 30 si trasferisce a Villaverla con due sezioni mentre la terza va a Castenedolo. Il 1 novembre si trasferisce a Verona Piazza d'Armi. Il 4 settembre 1918, una parte della squadriglia si gtrasferisce a Castelgomberto, mentre il resto rimane sul campo di Ganfardine.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI CA' DEGLI OPPI (VR)

Aviosuperfice realizzata nella primavera del 1918 nel comune di Oppeano e destinata ad accogliere i bombardieri Caproni dell'XI Gruppo. La 4^ e la 6^ Squadriglia Caproni vi arrivarono nel maggio 1918 e rimasero sul campo per circa un mese compiendo azioni sul fronte trentino. Fu abbandonato alla fine delle ostilità.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI MALCONTENTA (VE)

Aviosuperfice realizzata nella primavera del 1918 sulle cuidimensioni non si sono reperiti dati precisi. Conoscendo però i limiti ad esso imposti dalla strada e dagli edifici che quasi lo circondavano, ed il tipo di strutture che certamente vi trovarono posto a lavori finiti – fra le quali spiccavano i tre hangars di costruzione francese tipo “Bessaneau”, destinati ad altrettante squadriglie di ricognitori – è possibile presumerne una superficie almeno uguale a quello di Marcon, realizzato per farvi operare la 77a e l’80a Sql. da caccia, che aveva la zona di atterraggio, decollo e rimessaggio degli aerei, segnata su carte dell’epoca, in 600 m per 250. Una superficie simile venne ottenuta a Malcontenta tagliando tutti gli alberi che potevano dare fastidio al movimento dei velivoli, e colmando qualche fossato; la giusta consistenza del terreno, messa in quel periodo a dura prova dalle abbondanti piogge, venne infine ottenuta con opportuni lavori di drenaggio e qualche strato di ghiaia. A completare il campo, non potevano certo mancare le baracche destinate ad ospitare le camerate per i piloti ed il personale di servizio, ma anche un’officina per la manutenzione degli aeroplani e un’aula dove gli allievi osservatori proseguirono il corso di studio, già iniziato a Carpenedo, di cartografia, fotografia e norme per segnalare a terra la correzione del tiro d’artiglieria. E poi la cucina, la sala mensa ed i servizi igienici4. I contatti con Marcon ed i suoi cacciatori rimasero comunque a Malcontenta sempre intensi, facilitati da una linea telefonica diretta, mentre un’altra rete assicurava le comunicazioni con Ca’ Tessera e la locale stazione radiotelegrafica, alla quale giungevano i messaggi in codice Morse inviati da quei pochi nostri velivoli dotati di apparati trasmettitori.




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38^ SQUADRIGLIA

Quasi pronta per la mobilitazione nell'agosto 1916 la prima 38^ su Farman, diventa invece 101^ per la difesa di Bari. Una nuova 38^ è costituita a Taliedo nel dicembre 1916 su Savoia Pomilio S.P.2 e si mobilita agli inizi del 1917, cioè il 30 gennaio a Campoformido. Inizia i voli di guerra da Risano il 4 marzo 1917. Nel settembre si converte interamente sullo S.P.3, si ritira, dopo Caporetto attraverso Arcade fino a Ponte San Pietro (Bg). Il 3 novembre viene rimandata in linea a Ca' Tessera e inizia a riequipaggiarsi sul SIA 7b. Nel corso del 1917 effettua circa 150 voli di guerra. Il velivolo è problematico e gli incidenti falcidiano il reparto. Ad aprile viene dotata del nuovo modello SIA 7b2 ma le cose non migliorano. Il 28 maggio 1918 si sposta a Malcontenta e si impegna nel corso della battaglia del Piave. A giugno la squadriglia inizia a convertirsi sul Pomilio. Vola anche con i velivoli inglesi Re.8. Nel corso dell'ultimo anno di guerra compie 291 voli bellici, che portano il totale a 433. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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39^ SQUADRIGLIA

Quasi pronta per la mobilitazione nell'agosto 1916 la prima 39^ su S.P.2, diventa invece 102^ per la difesa TERRITORIALE. Una nuova 39^ è costituita a aRCADE nel GENNAIO 1917 su Savoia Pomilio S.P.2 e si mobilita alla fine di marzo a Sammarderchia. Inizia i voli di guerra l'11 aprile 1917. Si ritira, dopo Caporetto attraverso Aviano fino a Ghedi. Il 3 novembre viene rimandata in linea a Marcon e poi a Ca' Tessera e inizia a riequipaggiarsi sul SIA 7b. Nel corso del 1917 effettua circa 150 voli di guerra. Il velivolo è problematico e gli incidenti falcidiano il reparto. Ad aprile viene dotata del nuovo modello SIA 7b2 ma le cose non migliorano. Il 28 maggio 1918 si sposta a Malcontenta e si impegna nel corso della battaglia del Piave. A giugno la squadriglia inizia a convertirsi sul Pomilio. Vola anche con i velivoli inglesi Re.8. Nel corso dell'ultimo anno di guerra compie 291 voli bellici, che portano il totale a 433. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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82^ SQUADRIGLIA

Costituita a Roncade nel marzo del 1917 fu mobilitata nel mese di aprile armata di velivoli Nieuport 11. Arriva in zona di guerra il 25 maggio sul campo di Santa Caterina di Udine. Fortemente impegnata durante il ripiegamento di Caporetto si ritrova ad Arcade il 5 novembre 1917. il giorno 10 si porta a Istrana dove vi rimane fino al 9 gennaio quando raggiunge il campo di San Pietro in Gù. Il 21 maggio è trasferita a Gazzo.

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GIOVANNI NICELLI 1893 - 1918

Nato a Lugugnano Val d'Arda (Pc) arruolato come motorista nel Battaglione Aviatori, frequentò il corso di pilotaggio e nel gennaio 1917 conseguì il brevetto di pilota militare. Con il grado di caporale fu assegnato alla 79^ squadriglia caccia sul campo di Istrana. Promosso sergente in giugno ottenne la sua prima vittoria il 25 ottobre, ma entro la fine dell'anno ne aveva aggiunte altre due al suo palmares. Il 30 gennaio 1918 abbattè insieme a Reali un biposto, visto cadere in vite e perdere le ali presso Costalunga. Il 5 febbraio , da solo, fece precipitare un Brandenburg C.I presso Case Girardi e il 22 abbattè un Phonix. Le ultime due vittorie le ottenne il 4 maggio. Il giorno successivo a Nicelli venne chiesto dal suo comandante di effettuare un'esibizione di fronte ad un gruppo di ufficiali alleati in visita. L'asso, giunto al vertice di un looping, perse una delle ali inferiori e si fracassò nel cortile di una casa di Porcellengo. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale, Nell'immagine: Nicelli, a sinistra, con Cerutti)




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4^ SQUADRIGLIA CAPRONI

Viene costituita il 17 ottobre 1915 a Pordenone e il 15 dicembre si trasferisce sul campo di Aviano. L'attività della squadriglia procede intensamente per tutta l'estate del 1916 battendo vie di comunicazione ed aeroporti nemici. Nel 1916 compie 43 voli bellici. Il 1 novembre 1917 l'unità si sposta sul campo di Padova e a fine anno raggiunge Ghedi. Il 28 gennaio si trasferisce a Verona, mentre il 14 maggio la troviamo a Cà degli Oppi. Il 1 novembre viene rischierata sul campo di Padova da dove supporta validamente le ultime azioni offensive delle truppe italiane. Nel 1918 compì 71 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI FOSSALUNGA (TV)

Campo di aviazione estensione di quello di Istrana o Trevignano (come lo chiamavano gli austriaci)




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6^ SQUADRIGLIA CAPRONI



L'unità nasce a Verona l'11 novembre 1915 e arriva ad Aviano, in zona di guerra, il 18 dicembre. Nel 1916 compie 36 voli bellici. Il 31 ottobre, in seguito al ripiegamento si trasferisce sul campo di Padova. Il 13 passa a Ghedi e poi, il 29 gennaio 1918 a Verona. Il 13 agosto l'unità si reca a Taliedo a ritirare i nuovi Ca.5 da 600 Hp che arrivano al reparto il 4 ottobre. L'ultima azione della guerra vede il bombardamento della stazione di S. Giovanni Monzano il 2 novembre 1918. Nel corso dell'ultimo anno di guerra l'unità aveva volato 147 voli bellici. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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4^ SEZIONE SVA

Formata il 23 aprile 1918 a S. Luca - Fossalunga è nominalmente parte della 88^ Squadriglia mai mobilitata. Il 20 ottobre si trasforma in 56^ Squadriglia SVA. Complessivamente compie 391 voli di guerra.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI GANFARDINE (VR)

Costruito nella primavera del 1918 fu sede della 61^, 75^ 134^ Squadriglia e della 1^ Sezione SVA. Iniziò a funzionare dai primi di maggio del 1918 quando si decise di alleggerire il campo di Verona Tombetta. Compreso tra le frazioni di Ganfardine, Case Bassi e Colombare nel comune di Villafranca di Verona era costituito da un terreno a forma di "L" e divenne il più importante campo di volo veronese.




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28^ SQUADRIGLIA

Già 11^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento diventa 28^ il 15 aprile 1916. Il 24 aprile si trasferisce a Villaverla nell'ambito del III Gruppo e va in azione sul fronte trentino. Alla fine di maggio si sposta sul campo di Bassano, mentre il 30 luglio è trasferita a Chiasellis riassegnata al I gruppo sul fronte isontino. Nel corso del 1916 effettua 340 voli di guerra, di cui 24 da bombardamento. Il 10 marzo 1917 arriva l'ordine di scioglimento e la squadriglia versa i vecchi Farman a Taliedo. Nel 1917 aveva eseguito 51 voli di guerra. Si ricostituisce a Arcade il 7 luglio 1917 e il 9 luglio è di nuovo a Chiasellis. Il 15 va a Santa Maria La Longa e il 17 entra in azione. Con la ritirata la 28^ viene rimandata a Tessera e il 9 novembre si sposta sul campo di Marcon. Il 3 febbraio 1918 riceve i primi SIA 7b1. Dopo il bombardamento del campo di Marcon, il 24 luglio, la squadriglia si trasferisce a Malcontenta e rientra in azione alla fine di luglio con nuovi aerei. (da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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POMILIO P.E.




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FRANZ GRASER 1892 - 1918

Entrò nell'esercito nel 1914 e partecipò alle operazioni sul fronte orientale finchè non venne ferito. Volontario nel servizio aereo nel 1916 entrò comne osservatore nella Flik 2 sul fronte isontino. Quì conseguì la sua prima vittoria a bordo dell'Hansa Brandenburg C.I (28.58). Passato alla Flik 32 nel maggio del 1917, fu informalmente istruito al pilotaggio dal Feldwebel Franz Frauneder che lo descrisse come "un pilota nato". Il 1 ottobre 1917 fu trasferito alla Flik 42J come pilota e volando con l'Albatross D.III conseguì ben 16 vittorie. Fu ucciso in azione vicino Treviso da Antonio Chiri.

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AEROPORTO DI FELTRE




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SIA 7b


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ROYAL AIRCRAFT FACTORY R.E.8




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ROYAL FLYING CORPS R.F.C.

Il Royal Flying Corps venne ufficialmente costituito il 13 marzo 1912 come parte dell'esercito britannico (British Army). Il primo comandante fu il brigadiere generale Sir David Henderson e fu diviso in due parti. La prima era rappresentata dall'arma aerea dell'esercito (Army Wing)) e l'altra della marina (Naval Wing). Nel 1914, il Naval Wing fu posto sotto il diretto comando della Royal Navy e fu pertanto costiuito il Naval Air Service. Il Royal Flying Corp entrò in azione il 19 agosto 1914, sei giorni dopo aver lasciato il Regno Unito e posto la sua base operativa in Francia.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI BUSIAGO (PD)

Venne realizzato, a partire da dicembre 1917 nella proprietà requisita a Cesare Busetto ad est del Brenta, tra San Giorgio in Bosco e Campo San Martino, nel giugno del 1918. Ospiterà due squadriglie da caccia, la 72^ e la 75^ e la 89^ SVA. La pista, lunga circa 500 metri in direzione nord - est, porta diritta alle colline del Montello. Per gli aviatori italiani pochi minuti di volo in linea retta sono sufficienti per giungere in zona di combattimento. Rimase in funzione fino all'estate del 1919. (Immagine: SVA della 89^ squadriglia. Da:http://www.lerisare.it/italian/galleria_aviocampo.php?iExpand1=22)




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89^ SQUADRIGLIA SVA

La squadriglia viene costituita il 6 luglio 1918 con 18 SVA 6 ad ali larghe come reparto sperimentale a Ponte San Pietro. Viene mobilitata il 14 ottobre 1918 a Busiago (Tv). Durante la battaglia di Vittorio Veneto esegue un gran numero di missioni di spezzonamento su stazioni, aeroporti e truppe in movimento.. Agli inizi del 1919 si trasferisce in Libia. (da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, di Roberto Gentilli e Paolo Varriale, Ufficio Storico Aeronautica Militare)




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ANSALDO S.V.A.

La serie dei velivoli SVA segna una pietra miliare per la tecnica aeronautica italiana con il passaggio dalla fase empirica al calcolo su precise basi scientifiche delle caratteristiche aerodinamiche e strutturali dell'aeromobile. Con lo SVA si giunse infatti a determinare sulla carta quali sarebbero state le caratteristiche dell'esemplare realizzato. Come ricognitore e bombardiere leggero fu insuperato, ed ammirato anche dagli avversari. La progettazione del nuovo aereo impegna, nell'estate 1916, gli ingegneri Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, con la collaborazione dell'ingegner Celestino Rosatelli. Nel dicembre 1916, al cantiere di Borzoli Mare cominciava la costruzione del primo esemplare, che differiva dal progetto originale per una diversa forma degli impennaggi e per l'adozione di un radiatore frontale unico. Il primo SVA venne trasferito da Borzoli al campo di Grosseto, dove, con l'allora sergente Mario Stoppani ai comandi, si staccò per la prima volta da terra il 19 marzo. Nell'estate, i primi esemplari venivano collaudati dai piloti militari. Ne emergeva un giudizio negativo sulle qualità manovriere dello SVA, anche se la sua velocità risultava ben superiore a quella dei caccia alleati Hanriot HD.1 e Spad S.VII. Alla luce di queste considerazioni, la D.T.A.M. e l'Ansaldo presero in considerazione l'opportunità di utilizzare lo SVA come aereo polivalente, adattandolo al bombardamento e alla ricognizione.




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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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ANTONIO LOCATELLI 1895 - 1936




Alpinista, giornalista, politico ma soprattutto grande aviatore, Antonio Locatelli nasce a Bergamo il 19 aprile 1895. Nel 1931, dopo aver terminato gli studi tecnici, viene assunto all’Ansaldo di Cornigliano Ligure, dove, per la bravura ed il notevole impegno, gli viene subito affidato l’incarico di Capotecnico. Il soggiorno nella regione ligure, vicino alle grandi vette, gli permette di coltivare una delle sue grande passioni: l’alpinismo. Così, insieme al fratello Carlo, riesce a scalare le cime dell’Adamello, del Monte Rosa e del Cervino; questa passione, grande tanto quella per il volo, lo accompagnerà per tutta la vita, fino ad assumere, negli anni Venti, la Presidenza del Club Alpino Italiano di Bergamo. Il ten. Locatelli Medaglia d'Oro al Valor MilitareNel gennaio del 1915, allo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, viene chiamato alle armi ed assegnato al Battaglione Aviatori, dove, dopo aver conseguito il brevetto di pilota militare, viene impiegato in ben 523 voli di ricognizione e di combattimento, attività per le quali viene decorato con tre Medaglie d’Argento al Valor Militare. Il 2 febbraio 1918 entra a far parte della Squadriglia “La Serenissima” di Gabriele D’Annunzio con la quale, il 9 agosto dello stesso anno, porta a compimento l’impresa ardita di volare su Vienna, culminata con il lancio sulla città austriaca di migliaia di volantini propagandistici. Il 15 settembre 1918, durante un volo in territorio nemico, viene abbattuto e successivamente internato in un campo di prigionia dal quale però riesce rocambolescamente a fuggire travestito da soldato austriaco e con falsi documenti a rientrare in Italia. Al termine della guerra, viene decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ma l’impresa che ha reso famoso Locatelli è senz’altro il sorvolo della Cordigliera delle Ande. Il 2 giugno 1919, nell’ambito di una missione militare di propaganda nell’America del Sud per pubblicizzare le fabbriche di aerei italiane, il pilota bergamasco svolge numerosi voli sul territorio uruguaiano e argentino fino a quando decide di tentare la trasvolata delle Ande, tra il Cile e l’Argentina in condizioni climatiche proibitive con venti che raggiungevano la velocità di oltre 200 km/h e temperature fino a 35 gradi sottozero. Partito da Buenos Aires con un apparecchio SVA per raggiungere Valparaìso, Locatelli vola sopra le Ande, ma viene costretto ad un atterraggio di emergenza a causa di un improvviso e violento uragano; ritenta l’impresa il 30 luglio e, dopo aver sorvolato la Cordigliera a quota 6.500 metri, atterra finalmente a Viña del Mar, presso Valparaìso. L’impresa lo rende famoso in tutto il mondo. Durante la trasvolata, Locatelli trasporta sul suo aeroplano un sacco pieno di posta da recapitare dopo aver valicato le Ande; primo esperimento di quello che diventerà poi una attività molto diffusa: la posta aerea. Nel 1923 decide di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, per dedicarsi ad una altra sua grande passione, la fotografia; il viaggio è documentato infatti da numerose foto, taccuini ed annotazioni su diari, cartoline illustrate raccolti in Egitto, India, Cina, Giappone e Stati Uniti. Data la sua abilità di fotografo, collabora negli anni seguenti con la “Rivista di Bergamo”, giornale del quale, nel 1929 diviene il Direttore, e il “Corriere della Sera”, in qualità di Redattore. Nel 1924, “l’Aquilotto di Bergamo”, come veniva simpaticamente soprannominato dai suoi concittadini, tenta una nuova impresa, la traversata in aereo dell’Atlantico del Nord, da Est a Ovest. Decide così di volare fra l’Islanda e la Groenlandia con un idrovolante bimotore Dornier-Wal in alluminio; purtroppo però una fitta nebbia lo costringe ad ammarare in pieno oceano, al largo di Capo Farewell. Locatelli contava di ripartire non appena le condizioni meteo glielo avessero permesso, ma non fu possibile; venne recuperato ben quattro giorni dopo dall’incrociatore americano “Richmond”. Per il tentativo ricevette in premio 65.000 lire, che il pilota devolse interamente in opere di beneficenza per la città di Bergamo. Alla sua carriera di pilota si affianca anche quella di politico: infatti, dal 1924 al 1928 viene eletto Deputato al Parlamento nella XXVII Legislatura, partecipando ai lavori in particolare per il settore aeronautico. Nel 1932 viene designato quale Conservatore della Rocca di Bergamo e del Museo del Risorgimento, per il quale elabora il progetto di riallestimento. Nel 1935-36, viene decorato con una seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare durante la Guerra d’Etiopia. L’impresa più rilevante fu il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, ma la presa di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, e la proclamazione dell’Impero non posero fine alle ostilità. Fu decisa quindi una spedizione aerea verso Lekempti per preparare una base adatta a ricevere i successivi avio-sbarchi per contrastare la nascita di un nuovo governo etiopico. Così, il 26 giugno 1936, Locatelli al comando di uno dei due Caproni Ca.133, che componevano la spedizione guidata dal Generale di Brigata Aerea Vincenzo Magliocco, arriva a Lekempti, dove viene allestito un accampamento di fortuna. Durante la notte, però, un gruppo di ribelli abissini prende proditoriamente d’assalto l’equipaggio che, colto di sorpresa, non riesce a organizzare una adeguata controffensiva. In pochi minuti, sotto il fuoco di numerosi colpi di moschetto, tutti i componenti della spedizione, Locatelli compreso, vengono barbaramente trucidati ed i velivoli dati alle fiamme. In Italia, la notizia della morte di Locatelli scuote l’intera opinione pubblica, tanto che l’anno successivo, nel 1937, viene decorato con la terza Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria insieme a tutti i compagni deceduti nell’impresa. Antonio Locatelli rimane oggi l’unico militare della Regia Aeronautica decorato per ben tre volte della più alta onorificenza al valore. Gabriele D’Annunzio volle che fosse seppellito al Vittoriale degli Italiani presso Gardone Riviera (BS) e per questo motivo mise a disposizione un’arca funeraria. I resti di uno dei due Ca.133, successivamente recuperati, furono trasformati in un monumento ai caduti. Paradossalmente “l’Aquilotto di Bergamo” non trovò la morte nel suo elemento preferito: l’aria ma come una persona qualunque, con i piedi per terra, lui, aviatore ardito ed eroe di imprese memorabili. (http://www.aeronautica.difesa.it)

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FRANCESCO FERRARIN 1896 - 1964




Nacque a Thiene, in provincia di Vicenza, in una famiglia di industriali. Chiamato alle armi nel novembre 1915 venne inviato al Battaglione Aviatori e nel settembre 1917 fu nominato pilota. Trasferito presso la 87^ Squadrigia SVA di Ghedi, il 21 maggio 1918 compie il volo di ricognizione sul Lago di Costanza. Impresa che gli vale il conferimento della Medaglia d'Argento al Vaor Militare. Partecipò al volo su Vienna del 9 agosto 1918 ma fu costretto al ritiro per noie al motore.

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FLIK 12

A disposizione del Comando d'Armata dell'Isonzo presso l'aerodromo di St. Veit e Wippach fu poi convertita per la ricognizione e l'osservazione a livello divisionale. Sul fronte del Piave divenne un reparto per la ricognizione fotografica a breve raggio e poi, sul campo di Cleris, S.Vito, del tipo Rb, cioè adatta alla ricognizione tattica dell'immediato campo di battaglia.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI GHEDI (BS)

Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale. Con lo scoppio della Grande Guerra, l’aeroporto di Ghedi divenne un’importante base di difesa aerea contro gli aerei austriaci che, partendo dalle loro basi in Trentino, attaccarono a più riprese Brescia e i centri della provincia (accadde per la prima volta il 25 agosto 1915 quando un aereo austriaco sganciò quattro bombe sullo stabilimento Tempini di Brescia uccidendo quattro operai). Ghedi, insieme a Ganfardine (Verona) servì anche da trampolino di lancio per i ricognitori SVA e Pomilio destinati a penetrare in territorio ostile e fotografare le principali installazioni nemiche (trincee, aeroporti, stazioni ferroviarie). In particolare, il 21 maggio 1918, due SVA al comando dei Ten. Francesco Ferrarin e Antonio Locatelli (87^ Squadriglia) compirono un raid bellico di oltre 780 chilometri sorvolando le Alpi e la Valle del Reno, il Lago di Costanza e le città di Bregenz e di Lindau giungendo sino a Friedrichshafen, importante centro aeronautico nemico, per una ricognizione sugli stabilimenti Zeppelin. fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA.




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23^ SQUADRIGLIA


Reparto valoroso la 23^ squadriglia da ricognizione fu costityuita ad Arcade nel febbraio del 1917 e si disloca il 10 aprile sul campo di Santa Maria La Longa. E' equipaggiata con SP.3 e fa parte del I Gruppo. Ritirata a Ghedi dopo la rotta di Caporetto, il 5 novembre è di nuovo a Bazzera e il 7 novembre a Marcon nell'ambito del V Gruppo. Il 22 marzo 1918 si trasferisce a Medole e il 25 maggio arriva ad Istrana. Nel corso del 1918 la 23^ effettua 239 voli di guerra. (Immagine: Un Pomilio PE della 23^, da "I reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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24^ SQUADRIGLIA

Viene costituita nel febbraio del 1917 su velivoli S.P.2 e assegnata al campo di Cavazzo Carnico. Il 7 giugno è trasferita a Casoni per partecipare all'offensiva sull'Ortigara e ritorna a Cavazzo dal 21 luglio. Dopo Caporetto viene inviata nelle retrovie per essere ricostituita. Nel 1917 eseguì 179 voli di guerra. Ricostituita a Ghedi nel febbraio del 1918 con i velivoli SIA 7b torna in zona di guerra a Cavazzo il 2 marzo 1918. Viene divisa in tre sezioni, la 1^ a Marcon, la seconda a Casoni, e la terza a Nove di Bassano.




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CAMPO DI AVIAZIONE DELLA GROSSA - GAZZO PADOVANO


Sull'esteso appezzamento di terreno, di forma quasi rettangolare, annesso a Palazzo Traverso, a sud di Grossa e a Est di Grantorto, sulla strada che congiunge Grossa a Camisano Vicentino, proprio al confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, fu approntato nei primi mesi del 1918 un aeroporto che trovava in Palazzo Traverso una naturale ed adattissima infrastruttura logistica, con i suoi immensi fienili, stalle e magazzini. Il campo fu assegnato agli alleati inglesi. Dirimpetto al Palazzo del Bertotti, dall'altra parte del campo, furono impiantati gli hangar e le baracche, mentre nei magazzini dello stesso furono sistemate le officine e gli alloggi della truppa. Gli ufficiali erano invece acuqrtierati nell'ala padronale del complesso. Tra il giugno e l'ottobre del 1918 vi fu basato il 28th e il 45th Squadron dotato di Sopwith Camel. Fu anche sede del 139th Bristol.

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CAMPO DI QUINTO (TV)

Il campo di Quinto di Treviso era in pratica ad uso esclusivo della 91a Squadriglia che era conosciuta come «Squadriglia degli Assi». D'Annunzio per essa coniò il motto «Esce dal petto il mio fuoco». La base era stata realizzata su un'area quasi rettangolare di 600 m. per 500 m., oltre alle dipendenze esterne. L'aeroporto era costituita da 9 hangar tenda mimetizzati di cui 2 piccoli monoposto di tipo Mercandino. Tutto intorno erano distribuite una serie di baracche in legno. Le case esistenti furono riutilizzate per i servizi del campo. Nella parte sud della via Trevisana erano alloggiati i servizi tecnici, le officine e i magazzini e un viottolo in direzione nord-sud collegava il resto della struttura a questa parte. Ai due lati del tratturo erano posizionati almeno altrettanti accantonamenti, che consistevano in ricoveri singoli, in legno, con tetto in lamiera. Le pareti erano rivestite in arelle. Tali ricoveri furono montati sul fondo di piccole cave da cui era stato estratto il materiale ghiaioso necessario a preparare il fondo delle baracche e della zona di atterraggio. Probabilmente anche sugli altri lati del campo, lo spazio esterno alla zona di decollo era utilizzato per depositi e servizi. L'area di casa Murer era usata per i servizi destinati alla truppa e nelle abitazioni confinanti come il palazzo Lino casa Fantin, gli ufficiali in servizio di allarme avevano riservato alcune stanze per potervi dormire. Il deposito delle munizioni era stato costruito all'interno di una buca. A sinistra del convento dei frati di San Parisio era presente un secondo avvallamento del terreno dove, in alcuni hangar, venivano ricoverati gli apparecchi.




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4^ SEZIONE SVA

Formata il 23 aprile 1918 a S. Luca - Fossalunga è nominalmente parte della 88^ Squadriglia mai mobilitata. Il 20 ottobre si trasforma in 56^ Squadriglia SVA. Complessivamente compie 391 voli di guerra.

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5^ SEZIONE SVA

Formata il14 maggio 1918 a S. Luca - Fossalunga è nominalmente parte della 88^ Squadriglia mai mobilitata. Inizia i voli di guerra il 30 maggio.Il 5 novembre si trasforma in 58^ Squadriglia SVA. Complessivamente compie 275 voli di guerra.

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28° SQUADRON R.F.C.

Arrivato in Italia tra il 12 e il 28 nove 1917, partecipò alle operazioni fino al termine del conflitto. Fu rimpatriato nel febbraio 1919. Dotato di velivoli Camel, era un reparto da caccia e di attacco al suolo. Ebbe come base Sarcedo (Tv).

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34° SQUADRON R.F.C.

L'Formato a Castle Hooskow il 7 gennaio 1916, da elementi del 19° Squadron, fu inviato in Francia come unità da ricognizione equipaggiata con velivoli BE.2 e RE.8 dal gennaio 1917. Fu trasferita sul fronte italiano dove vi rimase fino al termine del conflitto.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI VILLAVERLA (VI)

Alla fine dell’estate del 1915 L’Esercito decise di allestire un campo di aviazioni ai piedi dell’altopiano di Asiago, identificando un vasto appezzamento appena fuori il paese di Villaverla, delimitato a sud dalla roggia Verlata, a ovest dalla strada che collegava Villaverla a Thiene e a est dalla Villa Cà Ghellina. Quest’aerea si presentava con una sufficientemente lunga e piana radura con fondo abbastanza compatto per consentire le operazioni di volo e in posizione logisticamente ideale. Nei primi mesi del 1917 il campo disponeva di una pista lunga quasi 800 metri, la caratteristica torre di osservazione in legno, tre grandi aviorimesse miste in legno e muratura e almeno due hangar del tipo Mercandino oltre una serie di baracche di legno adibite a officine e locali di lavoro.(Immagine da: C'era una volta un campo di volo.. di Luigino Caliaro)




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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AEROPORTO DI NOVE DI BASSANO (VI)

Nel mese di maggio 1916era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. La base era situata lungo la riva destra del Brenta all'altezza dell'attuale ponte per Cartigliano. Fu sede delle squadriglie 46a Farman e 49a Caudron per l'artiglieria e delle squadriglie 26a, 33a, 115a e 139a da ricognizione, nonché della 79a squadriglia da caccia. Nei primi mesi del 1918, il campo sarà assegnato ai francesi che vi opereranno con varie formazioni: AR22, AR254, BR221, SOP206 e 214.87 Con il loro ausilio i transalpini colmeranno i vuoti di uomini e mezzi accusati dall'aviazione italiana a causa delle perdite subite. A partire da marzo alcuni reparti francesi torneranno oltralpe, ma resteranno le squadriglie AR22 e AR254.


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114^ SQUADRIGLIA

La quarta squadriglia SAML fu costituita a Campoformido il 1 luglio 1917. Il primom volo di guerra ha luogo il 9 luglio per la difesa di Udine. Il 1 novembre si ritira a Nove di Bassano e il 10 si sposta a Casoni. Nel 1917 compie 279 missioni. Dal 17 al 26 febbraio 1918 è basata a Isola di Carturo. Dal 26 febbraio al 30 marzo a San Pelagio quando si spsosta a Istrana. Nel 1918 compie 195 missioni belliche, 474 in tutto il conflitto. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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ESCADRILLE AR. 22

Costituita nel giugno 1914 con sei velivoli Dorand. Arrivò a Ghedi dal 21 novembre 1917. L' 11 dicembre 1917 si trasferì a Verona per proseguire due giorni dopo a Castelgomberto per un periodo di addestramento e familiarizzazione, l’AR 22 si trasferì a Castello di Codego, dove rimarrà fino al 13 marzo, quando si mosse a Nove di Bassano. Effettuò missioni di ricognizione specialmente sull’altopiano di Asiago. Partecipò anche al bombardamento di stazioni ferroviarie e all’offensiva del Piave. Rientrò in Francia il 18 marzo 1919. (nella foto, la squadriglia a Nove di Bassano) Immagine: Personale della 51^ Sezione Fotografia Aerea integrata nella 22^ Squadriglia, Nove di Bassano. Da: http://albindenis.free.fr/Site_escadrille/escadrille022.htm




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ESCADRILLE AR. 254

Costituita l'11 novembre 1917 per divisione della AR 22 e spedita subito in Italia armata con velivoli Salmson a supporto del XII Corpo d'Armata. Rimase fino al termine delle ostilità a Nove di Bassano. Da:http://www.asoublies1418.fr/Default.asp?397332D3741663E62673366332D36E

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DORAND AR.1




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SALMSON 2A2




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GODECA SANT'URBANO (TV)




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FLIEGERKOMPANIE 2 (FLIK 2)

Dapprima a Brezowo Polje sul fronte orientale, fu trasformata in squadriglia da ricognizione lontana (D) a Haidenschaft, Veldes, poi sul fronte isontino come 6.AK a Pianzano, San Pietro in Campo, Belluno

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FLIEGERKOMPANIE 26 (FLIK 26)

Mobilitata sul fronte orientale, si trasserì s quello isontino dopo la rotta di Caporetto. Operò dal campo di San Giacomo di Veglia

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FLIK 28

A disposizione del 2° Comando d'Armata dell'Isonzo presso l'aerodromo di Prosecco fu poi convertita per la ricognizione e l'osservazione a livello divisionale a Ajello. Sul fronte del Piave fu messa a disposizione del VI Corpo d'Armata sul campo di Codega Sant'Urbano.

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FLIK 57

Formata come unità da ricognizione a livello divisionale per l'11° Corpo d'Armata sulla base di Oberloitsch. Fu convertita in unità da ricognizione strategica per il 6° Corpo d'Armata dal campo di Codega Sant'Urbano. Sul finire del 1918 fu trasformata del tipo Rb, cioè adatta alla ricognizione tattica dell'immediato campo di battaglia.

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FLIK 65

Formata come unità da ricognizione a livello divisionale per il 6° Corpo d'Armata operò dal campo di Santa Giustina (Bl).

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FLIK 68

Formata come unità da caccia a livello divisionale per il 6° Corpo d'Armata operò dai campi di Campoformido, San Godega, Aviano, San Giustina.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI PORTOBUFFOLE (VE)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI PIANZANO (TV)




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FLIK 19

Unità a disposizione dell'armata isontina basata a Aidussina (Haidenschaft) dal 23 maggio 1915.Impiegata a livello divisionale per l'osservazione e la direzione del tiro di artiglieria, più tardi trasformata in squadriglia a livello di corpo di armata con base a Ghirano. A questa unità, nel gennaio 1916 fu assegnato in qualità di osservatore-mitragliere l'asso Benno Fiana Von Fernbrugg. Il reparto era al comando del capitano Adolf Heyrowsky. Il 4 maggio 1916 Benno Fiala e il pilota capitano Adolf Heyrowsky abbatterono, in collaborazione con altri, il dirigibile italiano M4 nei pressi di Merna. (da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_19.htm)




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FLIEGERKOMPANIE 22 (FLIK 22)

Squadriglia da ricognizione dapprima a livello divisionale poi di corpo. Operò dal campo di Corbolone.

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FLIEGERKOMPANIE 32 (FLIK 32)

Squadriglia da ricognizione dapprima a livello divisionale poi di corpo. Operò dai campi di Haidenschaft, Wippach, e Mansue.

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FLIEGERKOMPANIE 49 (FLIK 49)

Squadriglia da ricognizione dapprima a livello divisionale poi di corpo. Proveniente dal fronte orientale operò dai campi di Navole e Ghirano

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FLIK 58

Formata come unità da caccia sul fronte isontino sull'aerodromo di Haidenschaft, passò a Casarza e successivamente fu convertita per la ricognizione e l'osservazione a livello reggimentale dal campo di Ghirano.

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FLIK 43

Formata come unità da caccia sul fronte isontino sull'aerodromo di San Lorenzo, Mansue, Porto Buffole, Fossabiuba, Aviano

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FLIK 51

Formata come unità da caccia sul fronte isontino sull'aerodromo di Haidenschaft, operò successivamente da Ghirano, Porto Buffole, Campoformido.

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FLIEGERKOMPANIE 63 (FLIK 61)

Squadriglia da caccia formata a Motta di Livenza, Porto Buffole, Istrago

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FRANZ RUDORFER 1897 - 1919

Volontario prima dell'inizio delle ostilità, fu assegnato al reggimento di fanteria n. 59 come tenente nell'agosto del 1916. Fu trasferito in aviazione nel maggio del 1917 e frequentò il corso di osservatore presso la scuola di Wiener-Neustadt e successivamente assegnato nella squadriglia da caccia 19 sul fronte italiano. Ottenne la sua prima vittoria a spese di un pallone aerostatico il 15 novembre 1917. Nella stessa squadriglia iniziò ad addestrarsi come pilota. Nell'aprile 1918 fu ftrasferito presso la Flik 53J dotata di Albatros D.III. DAl 17 aprile al 27 ottobre conseguì otto vittorie aeree e due altri abbattimenti di palloni. Partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto. Cadde in Italia durante l'armistio.

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KURT GRUBER 1896 - 1918

All'undicesimo posto nella gradutaoria degli assi austro-ungarici, il Maresciallo GrubeR totalizzò 11 vittorie tra il fronte orientale e quello italiano. Assegnato alla Flik 11 sul fronte orientale, il 23 dicembre 1917 Gruber fu assegnato alla Flik 60J presso l'aeroporto di Grigno, nel Trentino dove conseguì altre 5 vittorie. Kurt Gruber venne insignito della terza medaglia d'oro. Il 1º aprile 1918 fu promosso Offizierstellvertreter. Il 4 aprile 1918 sopra Primolano, dopo aver abbattuto il suo undicesimo avversario, il suo velivolo precipitò dopo essere stato colpito da una raffica di mitragliatrice: la caduta fu fatale. Fu sepolto con tutti gli onori militari nel cimitero militare di Feltre. Postuma gli venne attribuita una quarta medaglia d'oro.




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FLIEGERKOMPANIE 41 (FLIK 41)

Una delle più famose squadriglia da caccia dell'esercito austroungarico sul fronte italiano. Nel febbraio del 1917 il comando fu affidato a Brumowski. Prima di lui avevano volato con il reparto grandi piloti come Frank Linke-Crawford, Kurt Gruber, Karl Kaszala, Friedrich Navratil, Josef Novak e temporaneamente Julius Arigi e Benno Fiala. Operò dai campi di Sesana, Ajello, Campoformido, Torresella, e Porto Buffole

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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELLUNO

L'aviosuperficie di Belluno fu realizzata a San Pietro al Campo dove si trova tuttora, tra la città e Ponte nelle Alpi e tra la strada regionale 50 ed il Piave. Essa ospitò le squadriglie 48a e 83a e dopo Caporetto diventò una base austriaca con le Flik 2D, 8D, 11D, 30J, 39D, e 53D.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SANTA GIUSTINA (BL)




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AEROPORTO DI FELTRE




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FLIEGERKOMPANIE 8 (FLIK 8)

Attiva sul fronte isontino dall'inizio delle ostilità, in occasione della Strafexpedition fu inviata presso l'3^ Armata. Da agosto del 1916 al gennaio del 1918 fu sul fronte russo. Dopo la firma della pace di Brest-lituano viene nuovamente inviata al fronte italiano su un campo d'aviazione vicino alla città di Feltre. (Tratto da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_8.htm. Immagine: Kasra su Phonix D.1 a Pergine)

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FLIEGERKOMPANIE 15 (FLIK 15)

Attiva sul fronte russo e serbo dal 1914 fu inviata, nel marzo del 1916 nel Trentino sul campo di Pergine, per la preparazion dell'offensiva di maggio e posta sotto il comando della 3^ armata. Nel 1917 ritornò sul fronte russo.

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FLIK 11

Squadriglia divisionale del 11° Corpo d'Armata schierata a Santa Giustina (Bl). Impiegata per l'osservazione del tiro di artiglieria e la ricognizione era dotata di velivoli biposto. Successivamente fu convertita in tipo F a disposizione del quartier generale per la ricognizione a lungo raggio e basata a Feltre.

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FLIEGERKOMPANIE 14 (FLIK 14)

Attiva sul fronte russo e serbo dal 1914 fu inviata a Feltre come squadriglia da caccia dell'11° Corpo d'Armata auastroungarico

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FLIEGERKOMPANIE 16 (FLIK 16)

Squadriglia da ricognizione dell'11° Corpo d'Armata austriaco di stanza a Seebach vicino Villach fu poi trasformata a livello divisionale a Feltre.

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FLIK 39

A disposizione dell'11° Comando d'Armata dell'Isonzo presso l'aerodromo di Seebach presso Villach fu poi convertita per la ricognizione e l'osservazione a livello reggimentale dal campo di Feltre.

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FLIK 53

Formata come unità da caccia sul fronte isontino sull'aerodromo di Lees, operò successivamente da San Pietro in Campo, Belluno e San Giustina.

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FLIK 66

Squadriglia da ricognizione divisionale presso l'Armata dell'Isonzo sul campo di Casarza, trasferita a Feltre operò al servizio dell'11° Corpo d'Armata

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FLIK 70

Squadriglia da ricognizione divisionale presso il 6° Corpo d'Armata sul campo di Codega SAnt'Urbano, fu successivamente trasformata per la ricognizione fotografica tattica da San Giacomo di Veglia.

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FLIK 30

Attivata presso il fronte orientale a at Marmaros Szigeth con il 7 Corpo d'Armata, fu convertita per la ricognizione a livello divisionale e poi da caccia con il 6° Corpo d'Armata ad Aviano, La Comina, San Pietro in Campo, San Giustina

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FRANK LINKE-CRAWFORD 1893 - 1918

Frank Linke-Crawford fu trasferito al Corpo Aereo dell'esercito austro-ungarico nel dicembre dell 1915, proveniente da un reggimento di cavalleria con il quale aveva combattuto sul fronte orientale. Avviato alla frequenza del corso di pilotaggio nel settembre del 1916, giunse al reparto, la Flik 12, nel gennaio del 1917. Sul fronte isontino partecipò a numerose missioni di ricognizione e bombardamento. Il 2 agosto 197, a bordo dell'Aviatik C.I 37-08 senza osservatore, fu abbattuto probabilmente da Pier Ruggero Piccio. Il 4 agosto fu inviato presso la Flik 14 e fino alla fine dell'anno ottenne 13 vittorie complessive. Nel dicembre del 1917 assunse il comando della Flik 60J, con la quale ottenne altre 14 vittorie prima di essere colpito a morte il mattino del 30 luglio 1918 a bordo del velivolo Aviatik D.I., nel corso di un combattimento con due apparecchi italiani Hanriot Hd.1 della 81^ squadriglia. Era soprannominato il Falco di Feltre (Der Falke von Feltre).




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FLIEGERKOMPANIE 61 (FLIK 61)

Squadriglia da caccia formata a Motta di Livenza. Fu poi a Ghirano.

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KAROLY KASZALA 1894 - 1932

Arruolato nel 1914 arrivò da sergente sul fronte italiano nella prestigiosa squadriglia n. 41 al comando di Brumowsky. Il 13 dicembre 1916 ottine la sua prima vittoria a bordo di un Brandemburg.




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CAPRONI CA.450




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CIRE' DI PERGINE

Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione costruì uno dei suoi più importanti aeroporti del fronte italiano, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Nel Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell’I.R. Aviazione, la ‘’Flik 24’’ e la ‘’Flik 55j’’, in cui ebbero la sorte di incontrarsi tre dei più famosi ‘’assi’’ che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché József Kiss (ungherese).




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CAMPO DI AVIAZIONE DI OSPEDALETTO

Campo di aviazione all'estremo della bassa Valsugana, diventato operativo nel 1918, ospitava la Flik 9.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GRIGNO

Il campo di Grigno, come quello di Levico, era di emergenza. Una volta atterrati i velivoli venivano smontati, caricati su mezzi di trasporto e riportati alle loro basi. Fu allestito nel 1918.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI LEVICO

Il campo di Levico era un campo di emergenza situato al centro della valle vicino all'abitato di Barco. Da qui operò la 55^ Flik con l'asso austriaco Josef Kiss.




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FLIEGERKOMPANIE 7 (FLIK 7)

Ai primi di settemnre del 1915 la Flik 7 venne posta alle dipendenze del Landesverteidigungkommando Tirol (Comando della Difesa territoriale del Tirolo). Impiegata nel 1914 sul fronte galiziano alla fine dell'estate del 1915 fu trasferita ad Aspern, vicino Vienna, per poi raggiungere l'Alto Adige. Intorno alla metà del 1916 fu trasferita in Transilvania. Dal luglio 1917 fu ridenominata Flik 7D e trasferita in Trentino sul campo di Gardolo. Il 27 settembre 1917 l'equipaggio Bohumil / Gottfried Russ, su velivolo Albatros D.II 53.16 abbattè un apparecchio italiano. A metà febbraio 1916, insieme alle Flik 17 e 16, effettuò un incursione su Milano. (Tratto da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_7.htm)




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FLIEGERKOMPANIE 17 (FLIK 17)

Ai primi di giugno del 1915 la neocostituita Flik 17 venne posta alle dipendenze del Landesverteidigungkommando Tirol (Comando della Difesa territoriale del Tirolo), montata su apparecchi Fokker per la ricognizione d'artiglieria e apparecchi Lloyd per le ricognizioni a distanza. A metà giugno venne dislocata, dopo alcune ricognizioni di campi non adatti presso la Mendola e il Bondone, sul campo di esercitazione a ovest di gardolo. Per la ricognizione d'artiglieria le venne messo a disposizione un campo di volo sull'altopiano di Folgaria, che utilizzò fino a metà luglio 1915. A metà febbraio 1916, insieme alle Flik 7 e 16, effettuò un incursione su Milano. Dal 20 maggio 1916 fu posta sotto la 11^ Armata. Il primo velivolo italiano abbattuto dal reparto, da un Lohner B.VII (17.36) con a bordo il tenente Rudolf Szepessy-Sokollu Baron e Negyes Reno, fu un Caudron. Nel marzo del 1917 fu trasferito all'unità l'asso Otto Jäger, che ai primi di maggio, dopo una serie di incidenti, ebbe le gambe rotte dall'impatto con un elica in rotazione. la sua carriera militare. Un'elica in rotazione è purtroppo rotto entrambe le gambe. Il 13 lug 1917, József Bacio della Flik 24 velivoli costrinse un Savoia-Pomilio etichettato SP 4530 SP2 della 26^ Squadriglia ad atterrare a Levico. Al combattimento partecipò anche il pilota della Flik 17, Karl Mayer con l'osservatore Erich Kuehne a bordo di un Hansa-Brandenburg CI. Dal luglio 1917 fu ridenominata 17D (Tratto da: L'Aeronautica italiana nella Grande Guerra, 2007, di Gerald Penz)


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FLIEGERKOMPANIE 21 (FLIK 21)

Nel marzo del 1916 fu inviata nel Trentino sul campo di Gardolo, per la preparazion dell'offensiva di maggio e posta sotto il comando della 11^ armata.

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FLIEGERKOMPANIE 24 (FLIK 24)

Attiva sul fronte isontino dal 23 giugno 1916. Nel marzo del 1916 fu inviata nel Trentino sul campo di Pergine, per la preparazion dell'offensiva di maggio e posta sotto il comando della 11^ armata. Fu la squadriglia dell'asso Josef Kiss che arrivò al reparto nell'aprile 1916. La prima vittoria giunse il 20 giugno 1916, quuando Kiss e Georg von Kenzian Kenzianhausen a bordo di un velivolo Hansa-Brandenburg CI abbatterono un Farman italiano. Dal luglio 1917 fu ridenominata Flik 24D.

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FLIEGERKOMPANIE 31 (FLIK 31)

Sul fronte orientale operò a Kezdi Vasarhely con il 1° Corpo d'Armata, sulla base di Lees fu convertita in reparto da ricognizione per l'armata isontina, trasferita sul fronte tirolese con l'11° Corpo d'Armata fu trasformata in reparto da fotorignizione tattica dal campo di Ospedaletto.

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FLIEGERKOMPANIE 36 (FLIK 36)

Sul fronte orientale operò a Karansebes, Pipera, Braila, Csik-Szerada con il 1° Corpo d'Armata, sulla base di Lees fu convertita in reparto da ricognizione divisionale e poi di corpo a Novaledo con l'11° Corpo d'Armata.

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FLIK 48

Squadriglia divisionale del 11° Corpo d'Armata schierata a Pergine (Tn). Impiegata per l'osservazione del tiro di artiglieria e la ricognizione era dotata di velivoli biposto. Successivamente fu convertita in tipo S per la scorta e il supporto tattico alle fanterie.

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FLIK 9

Sul fronte orientale operò a Kevevara con il 2° Corpo d'Armata, fu convertita in reparto da caccia sul fronte trentino a Ospedaletto con l'11° Corpo d'Armata.

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FLIEGERKOMPANIE 55J (FLIK 55J)

Al comando di Josef von Maier opera sul fronte isontino dall'aeroporto di Aisovizza (Ajdovščina). Della squadriglia fanno parte assi come Julius Arigi e George Von Kenzian. Nel novembre del 1917 si sposta sul fronte trentino a Pergine, dove arriva anche un altro asso, Josef Kiss. Il 15 novembre 1917, Arigi, in collaborazione con Von Maier e Kiss abbatte tre trimotori italiani e nei tre giorni successivi rivendicano altre 6 vittorie. (Immagine e testo tratti da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_55.htm)




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VOISIN


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AEROPORTO DI AVIANO

Con l’entrata in guerra le Squadriglie del 1° Gruppo di Aviano furono subito in azione segnalando la presenza di truppe nemiche e iniziando i primi bombardamenti contro ammassamenti di truppe e contro batterie nemiche. Spettò ad un equipaggio della XIV Squadriglia Bleriot il primo avvistamento di un velivolo nemico e alla 3^ Squadriglia l’onore di avere il primo pilota ferito dal tiro dei fucili austriaci. Nell’agosto del 1916 Aviano divenne sede delle squadriglie del IV Gruppo Caproni ed un seguito anche dell’XI Gruppo. Al 1 gennaio del 1917 cinque delle nove squadriglie del IV Gruppo erano di stanza ad Aviano (2^, 3^, 4^ 6^ e 7^). Da Aviano partirono molte audaci azioni; Ricordiamo quella del 2 agosto 1916 quando 24 trimotori attaccarono in tre ondate successive la città di Fiume; quella del 2 agosto 1917 quando l’attacco fu portato contro la piazzaforte di Pola, e poi azioni su Trieste, Vippach, Lubiana, Idria, Assling e Villach, tanto per citarne alcune. Al 18 agosto 1917 al campo di Aviano erano stanziate le seguenti Squadriglie: 2^, 3^, 4^, 6^, 7^ e 15^. Il 31 ottobre 1917, a seguito del disastro di Caporetto, giunse l’ordine di abbandonare l’aeroporto. L’ultimo Caproni si levò in volo alle 18.00 per raggiungere Padova. Il campo fu occupato dagli austriaci che vi basarono i reparti da bombardamento notturno, le Flik 103/G, 104/G e 105/G (Da: Aviano Nido di Aquile, 1911-2001 di Carlo Lucchini)




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ERNESTO LA POLLA




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TEN. COL. PILOTA PIER RUGGERO PICCIO

Pier Ruggero Piccio nasce a Roma il 27 settembre 1880; il 29 ottobre 1898 entra alla Scuola Militare di Modena, da dove esce l’8 settembre del 1900 con il grado di sottotenente del 43° Reggimento fanteria. Nel 1903 viene inviato al Ministero degli Affari Esteri: dal novembre del 1903 fino al febbraio del 1907 è in missione a Kalambari (Africa). Rientrato in Italia, da marzo del 1908 al luglio del 1909 viene assegnato alla 2a Compagnia mista di Creta; dal 14 novembre 1911 al 2 dicembre 1912 viene assegnato al 37° fanteria durante la Guerra di Libia; come capo di una sezione di artiglieria ottiene una medaglia di bronzo al valor militare; il 31 marzo 1913 viene assegnato al 19° fanteria con il grado di capitano. Nel luglio del 1913 consegue il brevetto di volo su monoplano Nieuport, mentre nell’ottobre consegue il brevetto di pilota militare, venendo assegnato alla 5a Squadriglia. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene assegnato al Corpo Aeronautico Militare. Consegue una prima medaglia di bronzo al valor militare per le azioni di ricognizione effettuate dal maggio all’agosto del 1915. Inviato alla Malpensa per conversione su bombardieri Caproni, diviene comandante della 3a Squadriglia su Caproni 300.Nella primavera del 1916 viene inviato a Parigi per conversione su Nieuport biplano e nel giugno dello stesso anno assume il comando ad Istrana della 77a Squadriglia Nieuport. Nell’ottobre del 1916 viene decorato di medaglia d’argento al valor militare per l’abbattimento di un pallone Draken. Promosso maggiore nel dicembre del 1916, nell’aprile del 1917 viene assegnato in qualità di comandante al 10° Gruppo Squadriglie (vola con la 77a e con la 91a Squadriglia); promosso tenente colonnello per meriti in servizio nell'ottobre del 1917, diviene in seguito Ispettore delle squadriglie da caccia e nell’estate del 1918 viene decorato di medaglia d’oro e di medaglia d’argento al valor militare; con le sue 24 vittorie è uno dei principali Assi dell’aviazione italiana.




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76^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene formata sul campo della Comina il 25 maggio 1916 con i velivoli Nieuport e il 29 maggio si trasferisce sul campo di Santa Maria La Longa. Il primo contatto con l'aviazione austroungarica avviene il 1 giugno durante un vlo di scorta a due Voisin su Vogersko.Nel corso del suo primo anno di guerra compie 624 voli sostenendo 39 combattimenti. Il 25 febbraio 1917 viene trasferita sul campo di Borgnano, detto anche di Langoris. Il 27 ottobre è a Campoformido ma il giorno dopo arretra alla Comina e il 1 novembre si porta a Arcade. Il 10 novembre si trasferisce sul più arretrato campo di Istrana. Il 2 febbraio 1918 si porta a Isola di Carturo e il 10 a Casoni. Nell'ultimo anno di guerra la squadriglia aveva compiuto 2464 voli di guerra sostenendo 101 combattimenti. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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80^ SQUADRIGLIA


Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ Squadriglia Caccia sul campo di Cascina Farello con una linea di volo composta da Nieuport.Il 23 maggio si trasferisce a Villaverla. In conseguenza dello sfondamento di Caporetto una sezione viene distaccata a presso la 82^ di Campoformido e in cambio riceve una sezione SAML tratta dalla 121^. La sezione lascerà la squadriglia nel mese di novembre. Il 23 novembre, per precauzione la squadriglia arretra al campo di Sovizzo una quindicina di km a sud di Villaverla. Il 16 dicembre riceve i nuovi velivoli SPAD. Il 10 maggio 1918 la pioggia torrenziale trasforma il campo di Sovizzo in un mare di fango, per cui la squadriglia si traferisce un pò più al nord, a Castelgomberto. Il 16 ottobre, l'unità si trasferisce sul campo di Gazzo. All'atto dell'armistizio la 71^ è sul campo di Quinto con 14 SPAD e 7 Ni.27. Nell'ultimo anno di gurra aveva totalizzato 1183 voli bellici sostenendo 46 combattimenti. (Immagine: Il Il Tenente Agostino Consigli, al centro, battezza con champagne il suo SPAD "Enrica" da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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FRANZ CONRAD VON HOTZENDORF 1852 - 1925


Feldmaresciallo austriaco, nato l'11 novembre 1852 a Penzing presso Vienna, morto a Mergentheim il 25 agosto 1925. Nel 1906 fu nominato capo di Stato maggiore. Tedesco di stirpe, egli era prettamente austriaco per sentimento, e considerava un furto le rivendicazioni dell'Italia nel 1859 e nel 1866; e sotto lo stesso punto di vista considerava le agitazioni interne ed esterne delle varie nazionalità della duplice monarchia. Perciò egli vide l'unico mezzo di salvezza nella guerra preventiva contro l'Italia (da lui considerata come il nemico tradizionale) e contro la Serbia, sede dell'irredentismo slavo: nel 1911 il ministro Aehrenthal, in seguito a un nuovo tentativo d'indurre alla guerra contro l'Italia impegnata a Tripoli, ottenne dall'imperatore che si ponesse fine a una politica dallo stesso ministro qualificata "di banditismo", e il C. fu allontanato dalla carica di capo di Stato maggiore; alla quale fu però richiamato dopo la morte dell'Aehrenthal (1912). Il C., rimase spesso un solitario, chiuso nella propria superiorità intellettuale, lontano dalla realtà: fino a vedere, ad esempio, continui disegni di aggressione da parte dell'Italia, la quale invece sino a pochi anni prima della guerra mondiale non aveva avuto, verso oriente, che timidi progetti di mobilitazione a carattere difensivo. Allo scoppiare della guerra europea egli scrisse a Cadorna che il precedente capo di Stato maggiore, Pollio, gli aveva promesso di mandare truppe in Austria: il C. stesso nelle sue memorie, minute talvolta fino al superfluo, si guarda bene dal precisare dove il Pollio avrebbe fatto simile promessa, in realtà inesistente. Anche in guerra il C. si tenne, per abitudine, fuori del contatto con i comandi dipendenti: il generale Krauss, capo di Stato maggiore del comando della fronte verso l'Italia, durante i 27 mesi trascorsi in tale carica non vide mai il C.: così si spiega come questi non conoscesse a sufficienza né i comandi né le truppe. Tali caratteristiche negative, e i preconcetti teorici spiegano gl'insuccessi che il C. ebbe nel campo della realtà. Fu quasi sempre in disaccordo con lo Stato maggiore germanico: tipico il dissenso col Falkenhayn nel maggio 1916, contro il parere del quale attuò l'offensiva del Trentino, con grave danno per le operazioni alla fronte russa. Dopo la morte di Francesco Giuseppe, il nuovo imperatore volle assumere personalmente la direzione delle operazioni, ma non trovò un collaboratore gradito nel C., il quale d'altra parte aveva perduto molto del suo prestigio presso l'esercito in seguito all'insuccesso dell'offensiva del giugno 1916 contro l'Italia. L'imperatore Carlo lo mandò a comandare il gruppo di armate del Tirolo. La battaglia del Piave (v.) nel giugno del 1918, nella quale il C. sperava di attuare la sua antica concezione di scendere dagli Altipiani per prendere alle spalle il grosso dell'esercito italiano, fu un disastroso insuccesso per il maresciallo. L'imperatore lo esonerò dal comando, colmandolo tuttavia di onori. Il C. si ritrasse a vita privata e negli ultimi tempi attese a scrivere le sue memorie (Aus meiner Dienstzeit), dal 1906 fino a tutto il 1914, troncate dalla sua morte. Traspare in esse il malanimo contro l'Italia, diventato nel C. una seconda natura, ma le memorie sono un documento prezioso per la nostra storia mettendo in luce i progressi del nostro esercito negli anni precedenti la guerra. L'odio tolse a Conrad la serenità necessaria per apprezzare al giusto valore gli avversarî e questa fu non ultima ragione per la quale il successo raramente gli arrise. Si debbono però riconoscergli grandi doti d'intelletto, di operosità e di carattere. (www.treccani.it)

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SVETOZAR BOROEVIC VON BOJNA 1856 - 1920

Comandante del fronte dell'Isonzo nella Prima guerra mondiale, fu a capo delle truppe austriache che riuscirono a contenere l'assalto delle truppe italiane sul fronte del Carso. Consapevole della inferiorità numerica delle sue truppe rispetto a quelle dell'avversario (gli austriaci combattevano anche sul fronte russo), seppe preservarle mantenendo sempre una posizione difensiva e grazie alla superiorità di fuoco rispetto a quella italiana.




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ALEXANDER KAZCA 1896 - 1945

Nato a Tacskosuthfalva in Ungheria fu maresciallo pilota nella squadriglia da caccia 55J. Riportò un totale di 6 vittorie sul fronte italiano. Morì a Budapest durante il bombardamento sovietico della città . (Nell’immagine, Kazca al centro)




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JOSEF KISS 1896 - 1918

Ungherese di Pozsony (Bratislava) partì volontario all’inizio delle ostilità nel 72° Reggimento Fanteria con il quale combattè in Galizia. Ferito gravemente maturò in convalescenza l’intenzione di entrare in aviazione. Nell’aprile del 1916 conseguì il brevetto di volo e con i gradi di sergente arrivò sul fronte italiano con la Flik 24, come osservatore. Definito "Il Cavaliere del cielo" per via del suo comportamento leale e cavalleresco, aveva al suo attivo ben 113 missioni di guerra con 19 vittorie . La sua prima missione di volo avvenne il 20 giugno 1916, e il 25 agosto costringe all’atterragio un Caproni Ca.3 italiano. La prima vittoria come cacciatore la ottine a bordo di un Brandemburg il 10 giugno nel cielo di Asiago a scapito di un Nieuport italiano. Nel novembre fu trasferito alla 55J e nei successivi due mesi e mezzi ottenne 12 vittorie. Ferito all’addome il 25 gennaio 1918 in un duello aereo con l’asso italiano Scaroni si salvò con un atterraggio di emergenza. Il 24 maggio 1918 non ancora completamente ristabilito partì a bordo di un nuovo Phoenix D.III fu abbattuto dal canadese Gerald Birks. A ventiquattro ore dalla morte l'imperatore Carlo I decretò motu proprio la promozione di Kiss a Tenente della riserva, caso unico nella storia dell'Imperiale-Regio esercito austro-ungarico. (Nell’immagine, Kiss a sinistra)




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JOSEF VON MAYER 1895 - 1981

Comandante della Flik 55J operante da Cirè di Pergineconseguì un totale di 7 vittorie aeree.




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JULIUS ARIGI 1895 - 1981

Con 32 vittorie conseguite nel corso della Guerra Europea, Arigì è il secondo asso dell’aviazione austro-ungarica. Nato in Boemia divenne pilota il 23 novembre 1914 e trasferito presso la Flik 6 nei Balcani. Verso la fine del 1916 raggiunse il fronte italiano. Grazie ai brillanti successi fu trasferito alla prestigiosa Flik 41 da caccia e subito dopo alla 55J che nel novembre del 1917, in piena offensiva da Caporetto al Piave, fu trasferita a Pergine in Valsugana




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UMBERTO GELMETTI

Bersagliere, nativo di Bardolino, effettivo al 7° Reggimento Bersaglieri come sottotenente, nel giugno del 1916 arrivò alla Scuola di Pilotaggio di Mirafiori per conseguire il brevetto di pilota miltare. L'11 ottobre viene assegnato alla 103^ Squadriglia Voisin sull'aeroporto di Brindisi. . Basato a Brindisi dal novembre 1916 era al servizio della Regia Marina per la protezione della base navale. Nell'aprile del 1917 è in servizio presso la la 25a sul campo di Pozzuolo. Durante i mesi di maggio e giugno compì numerose missioni tali da essere encomiato. Nei giorni di Caporetto partecipa al bombardamento delle truppe avversarie che hanno sfondato. Durante uno di questi, il 25 ottobre, Gelmetti è l'unico a ritornare alla base di quattro velivoli partiti. Nel 1917 viene decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare. Fu tra i fondatori della "Giovane Italia" il reparto segreto che atterrava oltre le linee nemiche a depositare informatori in abiti civili. Infatti è ricordato per essere stato il primo pilota utilizzato per infiltrare agenti destinati a raccogliere dati oltre le linee avversarie, e fu lui a trasportare con il suo Voisin Camillo De Carlo e Giovanni Bottecchia nella prima impresa del servizio informazioni della 3a Armata. Gelmetti venne selezionato per la sua grande esperienza con il Voisin, velivolo ai comandi del quale era in grado di reggere il confronto anche con uno Spad. Col grado di capitano passò il 30 aprile del 1918 al comando della 80a Squadriglia a Marcon. Il 17 maggio va in crociera dal mare al Montello con uno SPAD prestato dalla 77^ Squadriglia e per un guasto al motore è costretto ad atterrare fuori campo sfasciando l'aereo. Il 17 giugno costringe ad atterrare entro le linee italiane, nei pressi di Capo D'Argine, un biposto con la mimetica "screziata come lo SPAD 200 hp". Si trattava del Phonix C.1 121.22 , che recuperato, sarà fonte di contenzioso tra Gelmetti ed una sezione di mitraglieri che da terra ne rivendicavano l'abbattimento. Dopo la guerra continuò la carriera fino a diventare generale.




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CAMILLO DE CARLO 1892 - 1968

Tenente di cavalleria del Regio Esercito durante la Prima guerra mondiale, ricoprì il ruolo di osservatore su velivoli del Corpo Aeronautico Militare e fattosi trasportare in aeroplano al di là del Piave (1918), vi rimase tre mesi organizzando, con l'aiuto della popolazione italiana, un efficace servizio d'informazioni; per questo gli fu conferita la medaglia d'oro. Nel periodo interbellico, dal 1931 al 1938, fu a capo dell'amministrazione comunale di Vittorio Veneto . «In un momento grave e decisivo per le sorti d'Italia, offrivasi per primo, con sublime ardimento, per farsi trasportare, di nottetempo, in aeroplano al di là del Piave, per iscoprire direttamente quanto il nemico macchinasse su quel lembo di Patria strappatoci e accuratamente celato agli altri ordinari mezzi di informazione. Per quasi tre mesi, sostenuto dal vigile affetto delle popolazioni, ma sospettato e ricercato dalla polizia nemica, riusciva, vivendo vita di leggenda, a mandare preziose informazioni e ad organizzare un efficace servizio. Falliti i tentativi di ritorno per via aerea, scelse quella di mare, rientrando per riferire di persona ed offrirsi nuovamente al rischioso cimento. Fulgido esempio di valore e di audacia, rinnovava imprese che già, nei tempi tristi della straniera tirannide, avevano fatto tremare gli oppressori ed aperto la via alla redenzione.» — Fronte del Piave, giugno - agosto 1918. (data conferimento: 29 aprile 1923)




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EMANULE FILIBERTO VITTORIO DI SAVOIA-AOSTA 1869 - 1931

Tra le maggiori figure italiane della Grande Guerra fu il comandante della 3^ Armata riportando numerose vittorie che gli valsero il singolare soprannome di Duca Invitto. Iniziò la carriera militare a Napoli nel 1905 col grado di capitano e nella guerra fu generale. La Terza Armata, insieme alla Seconda, riuscì ad effettuare un parziale sfondamento delle linee austriache ed a conquistare Gorizia nella sesta battaglia dell'Isonzo (Battaglia di Gorizia). Dopo la disfatta di Caporetto la sua Armata dovette ritirarsi insieme alle altre sulla linea del Piave.




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GIUSEPPE AUGUSTO MARIA DI AUSTRIA 1872 - 1962

Dopo aver iniziato la sua carriera militare nel 1890, durante la prima guerra mondiale combatté in Galizia e sui Carpazi. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia fu trasferito in Carinzia e combatté sull’Isonzo. Nel novembre 1916 fu posto al comando delle operazioni contro le forze russe e rumene ed infine fu trasferito nei Balcani. Nel tentativo di placare le spinte separatiste dei nazionalisti ungheresi, fu nominato dall’Imperatore Carlo I d'Austria Feldmaresciallo dell’esercito dell’Impero Austro-Ungarico.




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6^ SQUADRIGLIA CAPRONI



L'unità nasce a Verona l'11 novembre 1915 e arriva ad Aviano, in zona di guerra, il 18 dicembre. Nel 1916 compie 36 voli bellici. Il 31 ottobre, in seguito al ripiegamento si trasferisce sul campo di Padova. Il 13 passa a Ghedi e poi, il 29 gennaio 1918 a Verona. Il 13 agosto l'unità si reca a Taliedo a ritirare i nuovi Ca.5 da 600 Hp che arrivano al reparto il 4 ottobre. L'ultima azione della guerra vede il bombardamento della stazione di S. Giovanni Monzano il 2 novembre 1918. Nel corso dell'ultimo anno di guerra l'unità aveva volato 147 voli bellici. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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WENZEL FREIHERR VON WURM 1859 - 1921

Quando l’Italia dichiarò guerra all'Impero Austro-Ungarico, ebbe l'ordine diretto di: fermare gli italiani con tutti i mezzi il più presto possibile, rallentando la loro avanzata e provocando loro ogni danno possibile. Di sua iniziativa posizionò le truppe a ovest di Gorizia e lungo l’Isonzo. Questa decisione pose la base del suo successo durante le successive quattro battaglie difensive. Rimase al comando del 16º Corpo d'armata sul fronte dell'Isonzo fino al 2 giugno del 1917, quando fu al fronte orientale, come comandante della 4ª Armée. Il 23 agosto ritornò in Italia come comandante della 5ª Isonzo Armée. Dopo l'offensiva che portò alla vittoriosa battaglia di Caporetto, attaccò frontalmente i Corpo d'armata italiani XI e XIII. Il 1º dicembre 1918 fu messo in pensione, e il 1º gennaio successivo si ritirò a vita privata nella città di Vienna, dove si spense il 21 marzo 1921.




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GIACOMO MIARI DE CUMANI 1870 - 1946

Patavino, è stato un imprenditore, generale e politico italiano. È il fondatore della prima industria automobilistica italiana. Dopo il conseguimento della laurea in ingegneria, insieme al compagno di studi Francesco Giusti, decise di avviare la produzione industriale del prototipo di autovettura con motore a benzina realizzato dal professor Bernardi e, nel 1894, fondò la Miari & Giusti, prima casa automobilistica d'Italia. Nel 1898 lasciò l'impresa per la carriera militare nella neonata sezione aeronautica del Genio. Venne messo in congedo nel 1934, con il grado di generale di brigata.




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75^ SQUADRIGLIA


La squadriglia viene formata sul campo di Tombetta il 1° maggio 1916 al comando del capitano Maffeo Scarpis ed assegnata al III Gruppo col compito della difesa aerea di Verona, sede di alti comandi e depositi militari. Alla nascita il reparto dispone dei piloti sottotenente Alessandro Buzio, sottotenente Mario De Bernardi e caporale Elia Liut, cui si aggiungeranno entro la fine del mese il capitano Ettore Croce, il sottotenente Paolo Mi­chetti, il caporale Guido Consonni ed il volontario soldato Guido Nardini. In carico al reparto sono i Nieuport 1455, 1456, 1457, 1458 ed 1459. Il 3 maggio la squadriglia distacca una sezione, composta da Michetti, Croce e Liut, sul campo di Villaverla. La prima attività bellica del reparto ha luogo il 10 maggio, quando De Bernardi e Buzio compio­no tre voli su allarme, senza pero incontrare il nemico... vedi scheda

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GODWIN BRUMOWSKI 1889 - 1936


Brumowski fu l'asso degli assi dell'Impero austro-ungarico totalizzando 35 vittorie riconosciute. Ufficiale di un reggimento di artiglieria, si distinse in combattimento sul fronte orientale. e nel luglio del 1915 entrò nel corpo aereo. Assegnato alla Flik 1, volò frequentemente come osservatore sul velivolo di Otto Jindra pime di conseguire, egli stesso, il brevetto di volo, il 3 luglio 1916. Nel novembre del 1916, Brumowski fu trasferito sul fronte italiano presso la Flik 12. In meno di due mesi ottenne 5 vittorie e fu uno dei pochi piloti a ricevere la Medaglia d'Oro al coraggio. Nel marzo 1917, dopo un periodo presso la squadriglia tedesca Jasta 24, a studiare tattche aeree su fronte occidentale, assunse il comando della Flik 41J, la prima unità da caccia austriaca. Sebbene continuasse a preferire l'Hansa-Brandenburg D.I, Brumowski iniziò a volare con l'Albatros D.III già nell'estate del 1917. Il 17 agosto, conseguì la sua prima vittoria con il nuovo velivolo. Nell'ottobre del 1917 dipinse il suo velivolo di rosso, e il suo Albatros era facilmente riconoscibile per il teschio bianco su sfondo nero dipinto in fusoliera. Ritenuto un leader straordinario gli fu affidato l'intero settore della caccia sul fronte isontino a partire dl 11 ottobre 1918. Dopo il conflittoAfter the war, Brumowski tentò la conduzione dell'azienda materna in Transylvania. Dopo il fallimento del'impresa si trasferì a Vienna, dove condusse una scuola di volo fino al fatale incidente aereo che pose fine alla sua vita, nel 1936, presso l'aeroporto di Schiphol, Olanda.

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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN FIOR DI SOPRA (TV)

Il campo di aviazione di San Fior viene attivato dal dicembre 1917 per ospitare le squadriglie tedesche giunte in occasione dell'offensiva di Caporetto. L'11 febbraio 1918 fu bombardato dal dirigibile M15. Il 16 marzo 1918 la ricognizione segnala complessivamente 20 hangar presenti sul campo di aviazione. Nella primavera arrivano anche le Flik 72J e 74J. Il 6 ottobre 1918 viene bombardato dal dirigibile M14. Viene abbandonato dopo la seconda metà di ottobre.


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115^ SQUADRIGLIA




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PALLONI FRENATI

Palloni frenati per la difesa di Venezia (da: Ufficio Storico stato Maggiore della Marina Militare)




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