La Grande Guerra Aerea - 5.5 - 1918 - Vienna

Questa storica missione fu concepita nell'estate del 1918 dal servizio propaganda del Comando Supremo, diretto dallo scrittore Ugo Oietti. Si stabilì che a effettuarla fosse la 87^ SVA «Serenissima» di San Pelagio. Il generale Bongiovanni confidò il progetto a D'Annunzio che aveva già proposto nel 1915 una missione di bombardamento su Vienna. La sua idea non trovò però mai pratica realizzazione. Quando il poeta-soldato apprese da Bongiovanni ciò che stava per accadere si fece aggregare alla 87^ per partecipare all'impresa. L'impresa che lo scrittore-soldato volle a tutti costi realizzare ha in se qualcosa che va oltre il significato del gesto "materiale"; ebbe bensì un risvolto psicologico devastante nell'animo del nemico Austriaco, con una forte carica di impresa romantica d'altri tempi; ebbene, l'aereo incarnava alla perfezione il pensiero dannunziano, sembrava infatti esser stato appositamente creato per metterlo in sintonia con il rischio del pericolo, con l'impresa impossibile, con il tentar ad ogni costo. Limpresa per D'Annunzio doveva essere stata affrontata con l'impiego del trimotore Caproni, (da ricordare che per la famiglia Caproni ideò il motto "Senza Cozzar Dirocco") ma il Comando Supremo, non era d'accordo proprio perché l'utilizzo del trimotore Caproni avrebbe significato mettere in pericolo la vita di molti uomini, senza considerare che il lavoro di preparazione sarebbe stato difficile e troppo invasivo. L'Ansaldo realizzò quindi un secondo SVA biposto con un serbatoio da 300 Lt, che permetteva di raggiungere la necessaria autonomia per la trasvolata sui cieli austriaci, ricavato da un esemplare di serie, dopo che il primo prototipo era caduto a Marcon con il collaudatore Luigi Bourlot che rimase ucciso. Il capitano Bourlot era stato scelto dal poeta come il pilota che avrebbe dovuto portarlo con sé a bordo nel raid verso la capitale austriaca. Prima del fortunato volo del 9 Agosto, furono compiuti ben due tentativi di raggiungerla. Il giorno 2 i 14 SVA trovarono le Alpi coperte e ritornarono alla base. A testimoniare le difficoltà dell'impresa basti ricordare che 3 di essi non riuscirono rientrare e andarono persi. Il successivo 8 Agosto, i rimanenti 11 SVA, ritrovarono ancora sulle Alpi una insuperabile barriera di nubi. Di nuovo furono costretti a rientrare ma questa volta, fortunatamente, non ci furono problemi. La mattina del 9 agosto 1918 alle ore 05:50 gli uomini dell' 87^ Squadriglia "La Serenissima" decollarono con undici aerei dieci dei quali erano monoposto, pilotati da Antonio Locatelli, Gino Allegri, Giuseppe Sarti, Francesco Ferrarin, Lodovico Censi, Aldo Finzi, Giordano Bruno Granzarolo, Alberto Masprone e Vincenzo Contratti ed il biposto pilotato dal Capitano Natale Palli; Gabriele D'Annunzio era posizionato nell'abitacolo anteriore. I velivoli di Ferrarin, Alberto Masprone e Contratti dovettero atterrare dopo poco, mentre Sarti per dei problemi tecnici al motore dovette atterrare sul campo viennese di Wiener-Neustadt sabotando prontamente il proprio velivolo prima della cattura. Lo stormo sorvola la valle della Drava e i monti della Carinzia, le città di Reichenfels, Kapfenberg e Nenberg, mentre ora il sole risplende nel cielo. La formazione non è attaccata dalla contraerea, solo due caccia austriaci l’avvistano e si affrettano ad avvertire il Comando, ma non sono creduti. Alle ore 9,20 i sette aerei italiani giungono sopra Vienna e cominciano a volteggiare nel cielo, mentre una folla è accorsa nelle vie e nelle piazze della capitale e si chiede con timore che cosa faranno quei velivoli italiani. La limpida giornata consente ai piloti di scendere al di sotto degli 800 metri di quota per sganciare migliaia di manifestini e scattare diverse fotografie. Si riprende quindi il viaggio di ritorno, scegliendo un altro percorso per evitare eventuali agguati dell’aviazione austriaca. Dopo avere superato le Alpi e volato sopra Trieste (dove un idrovolante si leva in volo, ma non riesce a raggiungere la formazione italiana), gli aerei sorvolano l’Adriatico e Venezia, dove D'Annunzio lascia cadere un suo messaggio augurale. Alle 12,35 il personale del campo di San Pelagio, dove sono presenti i generali La Polla e Bongiovanni, avvista la formazione in avvicinamento. Alle 12,40 il tenente Lodovico Censi, giunto sulla verticale del campo, ha ancora la lucidità per compiere con il suo aereo due looping perfetti, poi è il primo ad atterrare e, appena toccata terra. grida a gran voce ai compagni che sono corsi a festeggiarlo: “A settecento metri su Vienna”. Gli altri aerei si pongono in fila e atterrano uno dopo l’altro, ma i piloti sono così stremati e devono essere aiutati per usciere dagli abitacoli. e dopo aver effettuato delle foto ricognitive, inondarono il paese con il lancio di cinquantamila volantini scritti da D'Annunzio, e trecentocinquantamila volantini con traduzione in tedesco del testo scritto da Ugo Oietti. L'impresa come già accennato anche se militarmente irrilevante ebbe una notevole efficacia psicologica contribuendo a peggiorare il già pessimo umore del popolo austriaco provato da un lungo e sanguinoso conflitto. Dopo il ritorno dei velivoli sul campo di partenza, il Comando Supremo riportò il seguente comunicato ufficiale: « Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposto, al comando del maggiore D'Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1.000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5:50, dopo aver superato non lievi difficoltà atmosferiche, raggiungevano alle ore 9:20 la città di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti. Sulle vie della città era chiaramente visibile l'agglomeramento della popolazione. I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno ad alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener-Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia partì compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientrò al campo di aviazione alle 12:40. Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt.»

Il Volantino scritto e preparato da D'Annunzio riportava le seguenti frasi: « In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge. Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta. La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco. Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo. Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi. Viva l'Italia!» L’Ufficio Propaganda giudica il testo troppo lungo e poco efficace, per cui si affida a Ugo Oietti la stesura di un secondo volantino che sarà tradotto anche in tedesco: “Viennesi! Imparate a conoscere gli italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi Italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco, testardo, crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni. Viennesi! Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai lo vedete tutto il mondo s’è rivolto contro di voi. Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola. Viva la libertà! Popolo di Vienna, pensa ai tuoi casi. Svegliati! Viva l’Italia! Viva l’Intesa!”.

 

 


Illustrazione: Da: Nel Cielo, supplemento de "Il secolo Illustrato", agosto 1918
L'Ultima Estate La Preparazione

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ANSALDO S.V.A. 10




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LODOVICO CENSI 1895 - 1964

Ludovico Censi nasce a Fermo da una nobile famiglia; Presta servizio come ufficiale di cavalleria, ma allo scoppio della prima guerra mondiale è volontario con il grado di tenente nell’aviazione militare; Entra nella 76^ Squadriglia dove arriva nella primavera del 1918 partecipa a diverse azioni di guerra e si distingue per la sua abilità e il suo coraggio di pilota, per cui gli vengono assegnate due Medaglia d’Argento al Valor Militare. A fine maggio 1918 è assegnato alla 87^ Squadriglia “La Serenissima” e fornisce un significativo contributo al Volo su Vienna. E’, infatti, uno dei sette piloti che riescono a compiere questa impresa, ma il giorno prima del Volo è anche il protagonista di un episodio che poteva trasformarsi in tragedia. L’8 agosto il comandante D’Annunzio decide di effettuare un secondo tentativo di volo con gli undici arei che sono rimasti dopo la prima disastrosa prova di volo, ma ancora una volta il maltempo costringe la squadriglia a ritornare indietro. In questa fase è particolarmente coinvolto il tenente Ludovico Censi che è partito in ritardo per noie al motore e che sta volando a tutta velocità per cercare di raggiungere la squadriglia. Non riesce ad avvistarli perché nel frattempo gli altri aerei sono ritornati indietro. Sopra le Alpi Giulie le condizioni atmosferiche sono diventate impossibili a causa di una vera e propria bufera e Censi, per cercare di salvarsi, è costretto ad alleggerire l’aereo sganciando nel vuoto i volantini. Egli riesce con grande difficoltà a fare ritorno a San Pelagio, ma si prospetta il pericolo che i manifestini gettati in territorio austriaco possano allertare le difese avversarie; per evitare questa possibilità d’Annunzio decide allora di compiere il volo il giorno successivo. Il 19 agosto 1918 passa alla 122^ Squadriglia presso il campo di Ponte San Pietro (Bg). Nel 1919 Censi, con uno stormo di aerei, segue D’Annunzio nella spedizione di Fiume. Ritornato in patria, Ludovico Censi lascia l’Aereonautica militare e intraprende la carriera diplomatica con l’incarico di Console d’Italia che ricopre in diverse città e capitali del mondo. Il 5 maggio 1950 viene collocato in pensione e si stabilisce a San Severino Marche.




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GIORDANO BRUNO GRANZAROLO 1894 - 1964

Giordano Bruno Granzarolo nacque a Villa Bartolomea (Vr) Prese parte alla prima guerra mondiale dove raggiunse il grado di Capitano. Appartenne alla Serenissima dai giorni della fondazione. Entrato in aviazione nel febbraio del 1917, operò da diversi campi di volo e pilotò i più diversi tipi di aeroplani. Fu prima a Gioia del Colle dove ottenne i primi due brevetti con il velivolo Voisin. Passò quindi al campo di Busto Arsizio dove volò con l’Aviatik e con il SAML, da Busto venne inviato alla Malpensa. Da qui, dopo aver ottenuto il brevetto con il Nieuport e con lo SVA, fu trasferito a Ponte San Pietro (Bg). Giunto in zona di guerra il 12 febbraio 1918 Granzarolo compì il suo primo volo operativo con Aldo Finzi il 24 marzo con una ricognizione strategica sulla Valle del Sarca, Thione e Bolzano. Poco dopo, il 4 maggio, per incarico del Comando Superiore d’Aeronautica compiva assieme a Locatelli una importante ricognizione sul golfo di Trieste e Monfalcone eseguendo 48 fotografie. Nello stesso mese eseguiva inoltre diverse incursioni lontane, e il 2 giugno si spinse fino sui cieli di Lubiana. Nella battaglia del Solstizio compì numerose missioni di scorta ai bombardieri Caproni del IV Gruppo. Il 15 giugno ebbe il velivolo colpito durante una crociera di ricognizione sulla valle del Brenta e Feltre. Insieme a Locatelli e Finzi era capo sezione della 87^. Partecipò oltre che allo storico raid su Vienna. Nell’ultima settimana di ottobre ebbe il velivolo colpito da schegge di proiettili antiaerei e da colpi di mitragliatrice. In particolare il 22 ottobre, fu colpito da una granata durante una ricognizione nella zona di Casarza. Atterrato e ripartito alla volta di Fonzago, fu nuovamente colpito e costretto a prendere terra a Campo San Luca. Stessa sorte il 27 ottobre nel corso di una azione tra Porto Buffole ed Oderzo. E’ decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Superando ogni precedente ardimento, con magnifico volo, affermava su Vienna la potenza delle Ali d’Italia, esempio meraviglioso di fede, tenacia, e superbo valore. Cielo di Vienna 9 agosto 1918. Ottenne anche una decorazione bronzea con la seguente motivazione: “Pilota nuovo alle vicende della Guerra, iniziava brillantemente e valorosamente i suoi voli alla fronte, distinguendosi per costanza ed aggressività. Audacemente si spingeva in ricognizioni strategiche su Trieste e Lubiana, compiendo sempre lodevolmente il mandato affidatogli”. Cielo del Trentino, 1 marzo – 30 giugno 1918. Nel 1919 divenne il comandante della 87^ Squadriglia con sede a Padova. Grande aviatore partecipò a numerose manifestazioni sportive nel dopoguerra, come le prime edizioni della Coppa Baracca.




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UGO OIETTI 1871 - 1946

Scrittore e giornalista italiano. Novelliere e romanziere fino al dopoguerra, critico d'arte, giornalista e saggista, i pregi più evidenti e maggiori dell'opera di Oietti sono la proprietà, l'ordine, la chiarezza nelle idee e nelle immagini. La sua prosa, formatasi in un clima d'intelligente modernità toscana e italiana, è fluida, limpida e discorsiva; gusto dei classici e parlata viva s'integrano e trovano in essa fusione e lucente equilibrio. Con M. Sarfatti contribuì notevolmente a dare una veste ufficiale, nazionalistica e antimodernistica, al movimento artistico del Novecento. Volontario di guerra, decorato al valore militare e promosso per meriti speciali, fu incaricato dal Comando supremo di salvare e proteggere gli oggetti d'arte e i monumenti nella zona di guerra.




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ALBERTO MASPRONE 1884 - 1964

Nel giugno 1915, più che trentenne divenne sottotenente M.T. nel 83° Battaglione Intendenza Generale. Chiese di essere ammesso al corso di pilota e l'8 luglio del 1916 fu inviato a Mirafiori al corso di pilotaggio su velivolo Caudron. Il corso di addestramento durò esattamente due mesi e l'8 settembre concluse felicemente l'ultima prova per il brevetto. Il 15 dello stesso mese iniziò l'addestramento sul velivolo Aviatik sul quale si brevettò a gennaio del 1917 a Cascina Costa. Con il grado di tenente passò alla scuola idrovolanti di Sesto Calende e il 1 maggio ottenne l'abilitazione al pilotaggio del velivolo FBA. Nello stesso mese di maggio, per le eccezionali capacità dimostrate fu inviato in qualità di istruttore alla scuola di Orbetello. Nel mese di novembre in pochi giorni effettuò il passaggio sul velivolo Nieuport a Cascina Malpensa, e dopo un breve periodo a Furbara presso la scuola tiri effettuò anche il passaggio sul nuovo velivolo SVA (estate 1917) presso la scuola di volo di Ponte San Pietro (Bergamo) dove conobbe molti giovani piloti, delusi e sbandati in seguito alle tristi giornate di Caporetto. A metà dicembre fu assegnato al Comando d'Aeronautica e propose l'idea di costituire una squadriglia di soli veneti. La proposta fu accettata e nel gennaio del 1918 fu costituita la 87^ Squadriglia Serenissima. Masprone ne divenne il comandante. La squadriglia, dotata del veloce velivolo SVA, ebbe il compito di effettuare ricognizioni strategiche ed operò sui campi di San Pelagio (Pd), Ghedi (Bs) e dal 15 maggio 1918 di nuovo e definitivamente dal campo patavino. Capace tecnico e grande organizzatore, si dimostrò tuttavia poco adatto al comando e nel settembre 1918 fu rimosso, a seguito di gravi inefficienze e problemi disciplinari sorti in seno alla squadriglia. Fu un convinto assertore della celebre impresa di Vienna per la quale pretese ed ottenne l'impiego di tutta l'unità.




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VINCENZO CONTRATTI 1884 - 1964

Pilota militare dal 17 novembre 1911 fa parte della 43^ Squadriglia fino dalla sua fondazione. Dal novembre 1917 ai primi mesi del 1918 è in Cadore con la 48^ Squadriglia e poi passa alla 87^ Serenissima. Cade a fine ottobre nel corso di una missione insieme al Tenente Pastorello.




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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ERNESTO LA POLLA




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GEROLAMO ALLEGRI 1893 - 1918

Gino o "Fra Ginepro" come lo chiamò D'Annunzio, nacque a Mestre. Artista, trovò impiego come impiegato di banca in Inghilterra e a Vienna. Si arruolò poi nell'esercito come artigliere e prestò servizio nel 5° Artiglieria di Fortezza presso le batterie costiere del lido di Venezia. Divenne sergente e, su sua richiesta, pilota aviatore (1916). Arrivò alla 305^ Sezione come sergente pilota nel dicembre del 1916. Al 1 gennaio 1918 si trova presso la 81^ squadriglia caccia a Istrana. A fine gennaio Allegri lascerà il reparto per raggiungere la 86 ^ Squadriglia SVA, 3^ Sezione sul campo di San Pelagio. Il 17 luglio 1918 partecipa con la 87^ Squadriglia al bombardamento di Pola. Il 9 agosto è tra i piloti che partecipano alla famosa impresa di Vienna con D'Annunzio. Il sottotenente Allegri partecipa il 16 agosto ad una lunga ricognizione di 800 km in pattuglia con altri 3 SVA, che abortita per noie a due velivoli, darà origine alla famosa ispezione che smembrò la famosa squadriglia per motivi disciplinari. Il 5 ottobre , di ritorno da una missione su Aviano, gli SVA di Allegri e Vianini entrano in collisione nel cielo di Montecchia, una frazione di Montegrotto. Allegri vi perde la vita. Compì 119 voli di guerra in 11 mesi di attività. Fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare.




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LUIGI BONGIOVANNI 1866 - 1941

Nato a Reggio Emilia è stato un generale e politico italiano. Dopo gli studi all'Accademia militare di Torino, fu nominato sottotentente di Artiglieria. Entrato nel Corpo di Stato Maggiore come capitano, partecipò dal 1901 al 1905 alla missione italiana in Giappone. Tra il 1911 e il 1912 partecipò con il ruolo di Capo di Stato Maggiore della seconda divisione speciale alla guerra italo-turca, guadagnandosi la promozione a tenente colonnello nel novembre del 1912. Nel 1914 fu inviato a Berlino come addetto militare, ruolo che ricoprirà fino all'anno successivo. Nel 1915, dopo che fu promosso colonnello, partecipò alla prima guerra mondiale con il ruolo di capo di Stato Maggiore del sesto e poi del secondo corpo d'armata, meritandosi numerosi riconoscimenti e la promozione a maggior generale. Esercitò il ruolo di comandante della brigata Firenze sul fronte dell'Isonzo, mentre comandò la terza divisione nelle battaglie di Kuk – Vodice e Bainsizza. Divenuto capo del settimo corpo d'armata il 7 ottobre 1917, partecipò alla battaglia di Caporetto difendendo la dorsale del Kolovrat. Nell'estate del 1919 fu preposto al comando del Corpo di spedizione italiano in Anatolia. Nel 1922 fu nominato governatore della Cirenaica, mantenendo tale carica fino al 1924. Nel 1929 fu nominato senatore del Regno d'Italia. Morì a Roma nel 1941. Fu amico di Gabriele D'Annunzio con il quale ebbe una corrispondenza epistolare.

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ALDO FINZI 1891 - 1944

(Legnago 1891-Fosse Ardeatine 1944) Motociclista sportivo e volontario di guerra, divenne pilota nel 1916 e partecipò nel 1918 al celebre volo su Vienna di Gabriele D'Annunzio. Nel dopoguerra aderì al fascismo, divenendo nel 1922 sottosegretario agli Interni e vicecommissario all'Aeronautica. Con questa duplice veste scrisse i provvedimenti che portarono nel marzo 1923 alla costituzione della Regia Aeronautica come arma indipendente. Allontanato dal governo nel 1924, in seguito al caso Matteotti, si ritirò a vita privata. Divenuto partigiano nel 1943, fu catturato dai tedeschi e fucilato alle Fosse Ardeatine.




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GIUSEPPE SARTI 1895 - 1953

Il Tenente di complemento Giuseppe Sarti, fu decorato con la Medaglia d'Argento al valor Militare per numerosi voli di ricognizione dal novembre del 195 all'agosto 1917. Ottenne anche la Croce di Guerra al Valor Militare. dal ssegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 48^ Squadriglia armata con i bimotori G.4, compì oltre 110 missioni di guerra. Nella primavera del 1918 arrivò presso la 87^ Squadriglia SVA. Partecipò al Volo su Vienna. Decorato con due , la prima per i voli fino al settembre del 1917, la seconda per aver partecipato al volo su Vienna.




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AEROPORTO DI SAN PELAGIO

Nelle praterie che si stendevano dietro il castello di San Pelagio, tra la fine del 1917 ed i primi mesi del 1918, venne allestito, in seguito alla ritirata di Caporetto, uno dei tanti campi di aviazione che dovevano sostituire quelli persi dopo l’arretramento del fronte. Funzionò dapprima come deposito , almeno fino al 26 febbraio, poi divenne sede di reparti, ad iniziare dalle squadriglie Caproni. Sul campo di San Pelagio fu pagato un notevole contributo di vite umane da parte dei piloti, che lo consideravano un aeroporto difficile a causa della pista corta e da due ostacoli esistenti a fondo pista, una montagnola e un laghetto. San Pelagio fu sede della 87^ Squadriglia SVA. (tratto da "Padova nella storia del volo, di Luigi Luppi) di Roberto Bassi)


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87^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Il 10 dicembre 1917 l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo, approva la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 97^ fu poi costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA "ad ali strette" sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Lionello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze del XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. (Vedi scheda)




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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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ANSALDO S.V.A.

La serie dei velivoli SVA segna una pietra miliare per la tecnica aeronautica italiana con il passaggio dalla fase empirica al calcolo su precise basi scientifiche delle caratteristiche aerodinamiche e strutturali dell'aeromobile. Con lo SVA si giunse infatti a determinare sulla carta quali sarebbero state le caratteristiche dell'esemplare realizzato. Come ricognitore e bombardiere leggero fu insuperato, ed ammirato anche dagli avversari. La progettazione del nuovo aereo impegna, nell'estate 1916, gli ingegneri Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, con la collaborazione dell'ingegner Celestino Rosatelli. Nel dicembre 1916, al cantiere di Borzoli Mare cominciava la costruzione del primo esemplare, che differiva dal progetto originale per una diversa forma degli impennaggi e per l'adozione di un radiatore frontale unico. Il primo SVA venne trasferito da Borzoli al campo di Grosseto, dove, con l'allora sergente Mario Stoppani ai comandi, si staccò per la prima volta da terra il 19 marzo. Nell'estate, i primi esemplari venivano collaudati dai piloti militari. Ne emergeva un giudizio negativo sulle qualità manovriere dello SVA, anche se la sua velocità risultava ben superiore a quella dei caccia alleati Hanriot HD.1 e Spad S.VII. Alla luce di queste considerazioni, la D.T.A.M. e l'Ansaldo presero in considerazione l'opportunità di utilizzare lo SVA come aereo polivalente, adattandolo al bombardamento e alla ricognizione.




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ANTONIO LOCATELLI 1895 - 1936




Alpinista, giornalista, politico ma soprattutto grande aviatore, Antonio Locatelli nasce a Bergamo il 19 aprile 1895. Nel 1931, dopo aver terminato gli studi tecnici, viene assunto all’Ansaldo di Cornigliano Ligure, dove, per la bravura ed il notevole impegno, gli viene subito affidato l’incarico di Capotecnico. Il soggiorno nella regione ligure, vicino alle grandi vette, gli permette di coltivare una delle sue grande passioni: l’alpinismo. Così, insieme al fratello Carlo, riesce a scalare le cime dell’Adamello, del Monte Rosa e del Cervino; questa passione, grande tanto quella per il volo, lo accompagnerà per tutta la vita, fino ad assumere, negli anni Venti, la Presidenza del Club Alpino Italiano di Bergamo. Il ten. Locatelli Medaglia d'Oro al Valor MilitareNel gennaio del 1915, allo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, viene chiamato alle armi ed assegnato al Battaglione Aviatori, dove, dopo aver conseguito il brevetto di pilota militare, viene impiegato in ben 523 voli di ricognizione e di combattimento, attività per le quali viene decorato con tre Medaglie d’Argento al Valor Militare. Il 2 febbraio 1918 entra a far parte della Squadriglia “La Serenissima” di Gabriele D’Annunzio con la quale, il 9 agosto dello stesso anno, porta a compimento l’impresa ardita di volare su Vienna, culminata con il lancio sulla città austriaca di migliaia di volantini propagandistici. Il 15 settembre 1918, durante un volo in territorio nemico, viene abbattuto e successivamente internato in un campo di prigionia dal quale però riesce rocambolescamente a fuggire travestito da soldato austriaco e con falsi documenti a rientrare in Italia. Al termine della guerra, viene decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ma l’impresa che ha reso famoso Locatelli è senz’altro il sorvolo della Cordigliera delle Ande. Il 2 giugno 1919, nell’ambito di una missione militare di propaganda nell’America del Sud per pubblicizzare le fabbriche di aerei italiane, il pilota bergamasco svolge numerosi voli sul territorio uruguaiano e argentino fino a quando decide di tentare la trasvolata delle Ande, tra il Cile e l’Argentina in condizioni climatiche proibitive con venti che raggiungevano la velocità di oltre 200 km/h e temperature fino a 35 gradi sottozero. Partito da Buenos Aires con un apparecchio SVA per raggiungere Valparaìso, Locatelli vola sopra le Ande, ma viene costretto ad un atterraggio di emergenza a causa di un improvviso e violento uragano; ritenta l’impresa il 30 luglio e, dopo aver sorvolato la Cordigliera a quota 6.500 metri, atterra finalmente a Viña del Mar, presso Valparaìso. L’impresa lo rende famoso in tutto il mondo. Durante la trasvolata, Locatelli trasporta sul suo aeroplano un sacco pieno di posta da recapitare dopo aver valicato le Ande; primo esperimento di quello che diventerà poi una attività molto diffusa: la posta aerea. Nel 1923 decide di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, per dedicarsi ad una altra sua grande passione, la fotografia; il viaggio è documentato infatti da numerose foto, taccuini ed annotazioni su diari, cartoline illustrate raccolti in Egitto, India, Cina, Giappone e Stati Uniti. Data la sua abilità di fotografo, collabora negli anni seguenti con la “Rivista di Bergamo”, giornale del quale, nel 1929 diviene il Direttore, e il “Corriere della Sera”, in qualità di Redattore. Nel 1924, “l’Aquilotto di Bergamo”, come veniva simpaticamente soprannominato dai suoi concittadini, tenta una nuova impresa, la traversata in aereo dell’Atlantico del Nord, da Est a Ovest. Decide così di volare fra l’Islanda e la Groenlandia con un idrovolante bimotore Dornier-Wal in alluminio; purtroppo però una fitta nebbia lo costringe ad ammarare in pieno oceano, al largo di Capo Farewell. Locatelli contava di ripartire non appena le condizioni meteo glielo avessero permesso, ma non fu possibile; venne recuperato ben quattro giorni dopo dall’incrociatore americano “Richmond”. Per il tentativo ricevette in premio 65.000 lire, che il pilota devolse interamente in opere di beneficenza per la città di Bergamo. Alla sua carriera di pilota si affianca anche quella di politico: infatti, dal 1924 al 1928 viene eletto Deputato al Parlamento nella XXVII Legislatura, partecipando ai lavori in particolare per il settore aeronautico. Nel 1932 viene designato quale Conservatore della Rocca di Bergamo e del Museo del Risorgimento, per il quale elabora il progetto di riallestimento. Nel 1935-36, viene decorato con una seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare durante la Guerra d’Etiopia. L’impresa più rilevante fu il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, ma la presa di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, e la proclamazione dell’Impero non posero fine alle ostilità. Fu decisa quindi una spedizione aerea verso Lekempti per preparare una base adatta a ricevere i successivi avio-sbarchi per contrastare la nascita di un nuovo governo etiopico. Così, il 26 giugno 1936, Locatelli al comando di uno dei due Caproni Ca.133, che componevano la spedizione guidata dal Generale di Brigata Aerea Vincenzo Magliocco, arriva a Lekempti, dove viene allestito un accampamento di fortuna. Durante la notte, però, un gruppo di ribelli abissini prende proditoriamente d’assalto l’equipaggio che, colto di sorpresa, non riesce a organizzare una adeguata controffensiva. In pochi minuti, sotto il fuoco di numerosi colpi di moschetto, tutti i componenti della spedizione, Locatelli compreso, vengono barbaramente trucidati ed i velivoli dati alle fiamme. In Italia, la notizia della morte di Locatelli scuote l’intera opinione pubblica, tanto che l’anno successivo, nel 1937, viene decorato con la terza Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria insieme a tutti i compagni deceduti nell’impresa. Antonio Locatelli rimane oggi l’unico militare della Regia Aeronautica decorato per ben tre volte della più alta onorificenza al valore. Gabriele D’Annunzio volle che fosse seppellito al Vittoriale degli Italiani presso Gardone Riviera (BS) e per questo motivo mise a disposizione un’arca funeraria. I resti di uno dei due Ca.133, successivamente recuperati, furono trasformati in un monumento ai caduti. Paradossalmente “l’Aquilotto di Bergamo” non trovò la morte nel suo elemento preferito: l’aria ma come una persona qualunque, con i piedi per terra, lui, aviatore ardito ed eroe di imprese memorabili. (http://www.aeronautica.difesa.it)

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FRANCESCO FERRARIN 1896 - 1964




Nacque a Thiene, in provincia di Vicenza, in una famiglia di industriali. Chiamato alle armi nel novembre 1915 venne inviato al Battaglione Aviatori e nel settembre 1917 fu nominato pilota. Trasferito presso la 87^ Squadrigia SVA di Ghedi, il 21 maggio 1918 compie il volo di ricognizione sul Lago di Costanza. Impresa che gli vale il conferimento della Medaglia d'Argento al Vaor Militare. Partecipò al volo su Vienna del 9 agosto 1918 ma fu costretto al ritiro per noie al motore.

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GABRIELE D'ANNUNZIO 1863 - 1938




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CAPRONI CA.450




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