Il Fronte del Cielo - Il Bombardamento - Da Caporetto a Vittorio Veneto

Con un offensiva scattata a partire dal 24 ottobre 1917 gli austriaci, appoggiati da forze tedesche, riuscirono a sfondare le linee italiane nei pressi di Caporetto, costringendo l'intera linea difensiva italiana a retrocedere sino alla sponda destra del Piave. In quei tragici giorni l'aviazione italiana venne coinvolta a fondo, nel tentativo di ostacolare le avanzate dei reparti austriaci e di garantire appoggio e rifornimenti alle forze italiane rimaste dietro le linee avversarie. Tutte le basi avanzate, con i velivoli ivi presenti, dovettero essere precipitosamente abbandonate per ripiegare su campi di emergenza frettolosamente preparati. Il forzato ripiegamento e l'intensificarsi delle operazioni condotte logorarono fortemente il materiale di volo di tutte le specialità dell'aviazione; i reparti da bombardamento, in particolare dovettero soffrire, nel volgere di poche settimane, perdite nell'ordine del 20-25% del loro organico. Con l'arresto dell'avanzata sul Piave i reparti di volo poterono consolidarsi con il seguente schieramento: Il IV Gruppo Aeroplani a San Pelagio con le squadriglie 1^, 8^, 13^ e 15^; l'XI Gruppo a Padova con le squadriglie 4^5^ e 6^; il XIV Gruppo  a Ghedi con le squadriglie 2^, 3^, 7^, 9^, 10^ e 14^. L'VIII Gruppo con la 11^ squadriglia era in Albania sul campo di Tahiraqua. Nel giugno del 1918 gli austro-ungarici scatenarono quella che doveva essere la loro ultima offensiva sul fronte "italiano"; il tentativo di sfondamento del fronte e l'attraversamento del Piave non si concretizzarono a causa della ostinatissima resistenza delle armate italiane. A seguito della rotta di Caporetto l'aviazione aveva subito una profonda ristrutturazione: il neocostituito Comando Superiore d'Aeronautica aveva messo in atto la riorganizzazione dei reparti da caccia e da bombardamento in accordo ai nuovi criteri d'impiego di massa. La nuova organizzazione potè essere messa alla prova per la prima volta durante la già ricordata battaglia del Piave del giugno 1918, in cui l'aviazione  conseguì risultati immediati e di grande influenza sullo svolgimento delle operazioni terrestri: i circa centoventi velivoli costituenti la Massa da Caccia conseguirono in breve tempo, e conservarono per tutta la durata dell'offensiva, la superiorità aerea sul fronte al punto che, nelle fasi finali i velivoli di tutte le specialità poterono essere distolti dagli usuali compiti per eseguire operazioni di appoggio alla fanteria e di mitragliamento al suolo. Per la battaglia del Piave, il bombardamento fu così organizzato: il IV Gruppo rimase con le sue squadriglie a San Pelagio, la 15^, trasferita in Francia era stata sostituita dalla 5^; l'XI Gruppo, composto dalla 4^ e 6^ Squadriglia, si era spostato a Cà degli Oppi, ma nelle ultime fasi della battaglia operò da Verona; il XIV si spostò da Ghedi a Padova perdendo la 14^ squadriglia che fu invita sul fronte francese; L'VIII Gruppo rimase in Albania. Furono costituiti tre nuovi Gruppi: il III Gruppo Aeroplani con sede a Verona e composto dalla 1^ sezione bombardieri e ricognitori SVA operante da Ganfardine, il XV Gruppo con sede a Paese e composto dalla 4^ sezione bombardieri e ricognitori SVA operante dal campo di San Luca (Tv), ed infine il nuovo XVIII Gruppo schierato sul fronte francese, a Ochey, composto dalla 3^, 14^ e 15^ squadriglia bombardieri Caproni. Il dominio dell'aria imposto dalla caccia agli austriaci consentì agevoli operazioni di ricognizione e identificazione dei concentramenti di truppe avversarie, ma sopratutto, libertà di azione per la Massa da Bombardamento che, sfruttando le esigue forze disponibili in maniera più rapida e organica e inviando ingenti aliquote dei velivoli disponibili, potè effettuare operazioni diurne con un gran numero di velivoli aumentando, di conseguenza, l'efficacia delle missioni. I migliori risultati si conseguirono contro le infrastrutture avversarie, in particolar modo sui ponti e sulle vie di comunicazione, letteralmente intasate di rifornimenti per le truppe in prima linea. A dimostrazione della grande rilevanza dei risultati conseguiti dall'intenso impiego della Massa da Bombardamento, appare utile riportare una parte del rapporto n. 6264 del comando d'aviazione austro-ungarico, che si vide costretto ad ammettere che: " Apparecchi nemici da ricognizione e squadriglie da bombardamento volteggiarono ininterrottamente sopra il fiume, distruggendo, con le bombe e il tiro di artiglieria da loro con precisione diretto, i ponti con tanta fatica costruiti durante la notte e rendendo così impossibile la comunicazione fra le rive. Tale situazione fu la causa principale del cattivo esito della nostra azione."

Esauritasi con un nulla di fatto l'ultima offensiva austro-ungarica sul Piave, il Comando Supremo italiano, consapevole del profondo stato di crisi dell'avversario, iniziò a concepire un piano offensivo destinato a rompere il fronte per recuperare i territori perduti dopo la ritirata di Caporetto e, possibilmente, porre fine alle ostilità. Massima cura venne impiegata nella preparazione dei piani operativi e nell'addestramento delle truppe. In particolare venne posta in rilievo la necessità di migliorare la cooperazione tra i reparti a terra e le squadriglie dell'aviazione, pertanto quando le formazioni di prima linea erano inviate a effettuare il previsto addestramento intensivo, a queste venivano aggregati quegli stessi reparti aerei che li avrebbero assistiti durante l'offensiva. Visti gli ottimi risultati ottenuti durante la battaglia del Piave, l'Arma Aerea mantenne l'organizzazione precedentemente impostata, ovvero: i reparti da ricognizione e di coordinamento del tiro artiglierie alle dipendenze dei vari Corpi d'Armata, mentre la Massa da Caccia, la Massa da Bombardamento congiuntamente a specifiche squadriglie e sezioni destinate alla ricognizione strategica sarebbero rimasti a disposizione del Comando Supremo. Come ultimo passo prima dell'inizio dell'ormai imminente offensiva, il Comando Supremo emise un bollettino contenente le modalità d'impiego per l'aviazione, specialità per specialità; il comunicato si concludeva con alcune istruzioni operative destinate ai comandanti di Gruppo e di Squadriglia: "Bollettino n. 90139 del 21 ottobre 1918. L'Aeronautica nella futura battaglia aerea. ...La partecipazione diretta alla battaglia deve costituire la caratteristica più spiccata del'impiego dell'aviazione nella futura azione, la quale, sarà improntata a criteri decisamente offensivi. Essa va intesa nel senso più lato ed estesa a tutte le specifiche dei velivoli. All'uopo questo Comando ha già disposto perchè tutti gli apparecchi da caccia, da ricognizione e del servizio di artiglieria e di fanteria siano provvisti di mezzi occorrenti per il lancio di spezzoni Settica di tipo perfezionato, oltre che bombe sferiche, in modo che occorrendo, TUTTA LA NOSTRA AVIAZIONE POSSA DIVENIRE ARMA DA BOMBARDAMENTO. I mitragliamenti a bassa quota debbono integrare l'azione dei bombardamenti ed essere praticati da ogni specie di apparecchi. Questo Comando segnalerà volta  a volta alle masse (da caccia e da bombardamento) e alle aeronautiche di armata le occasioni di intervento nel combattimento; ma indipendentemente da ciò, sappiano i comandanti di ogni grado che tale partecipazione costituisce un preciso dovere e un impegno d'onore per le nostre squadriglie tutte le volte che il concorso dell'arma aerea possa rappresentare un valido aiuto per il conseguimento del successo tattico. Affinchè la partecipazione diretta dell'aviazione alla battaglia sia realmente efficace è necessario esplicarla razionalmente; a parte quindi i casi in cui velivoli isolati o in pattuglia siano dal loro spirito d'iniziativa attratti a gettarsi in una azione terrestre che si svolge a loro portata, occorre che le azioni in massa siano preparate... che il lancio di bombe e il mitragliamento si facciano a quota conveniente... Le azioni debbono ripetersi e il limite al numero dei voli che ogni apparecchio dovrà eseguire nei giorni di battaglia sarà segnato esclusivamente dalle esigenze tattiche e dalla materiale possibilità di compierli." Emerge chiara la percezione del Comando Supremo di essere a un punto di svolta del conflitto, pertanto ogni velivolo disponibile doveva essere impiegato ogniqualvolta risultasse possibile; preferenza veniva data all'impiego in massa dell'Arma Aerea consentendo però ampia autonomia ai comandanti di squadriglia. Gli effetti del periodo di addestramento e l'impiego dell'aviazione con carattere "intensivo" non si fecero attendere, ben presto le linee austro-ungariche furono sfondate e, col costante appoggio dell'aviazione, le armate avversarie furono travolte e frantumate; le operazioni della Massa da Bombardamento seminarono panico e confusione nelle retrovie, già intasate dai rifornimenti e dai reparti in ritirata. Per evitare ulteriori danneggiamenti alle infrastrutture presenti sul territorio italiano occupato, le operazioni di bombardamento dei Caproni vennero sospese dalla fine di ottobre del 1918 e i velivoli destinati a operazioni di mitragliamento a bassa quota delle colonne in ritirata. L'aviazione austriaca, avendo subito pesanti perdite sia a terra che in cielo, venne ridotta all'inazione sin dai primi giorni dell'offensiva.  L'aviazione da bombardamento alla battaglia di Vittorio Veneto (20 ottobre 1918) era così organizzata:  Dal Comando Supremo dipendevano direttamente IV Gruppo a San Pelagio era schierato il  con le quadriglie 1^, 5^, 8^ e 13^; l'XI Gruppo era a Verona con la 4^ e la 6^ squadriglia; Il XIV Gruppo  era a Arquà Petrarca con la 2^, la 7^ e la 10^ squadriglia; il XXII Gruppo a Busiago con la 89^ squadriglia da ricognizione e bombardamento dotata di velivoli SVA, e la 87^ Squadriglia da ricognizione e bombardamento "La Serenissima" sul campo di San Pelagio. Alle armate erano invece assegnati i seguenti reparti da bombardamento: il III Gruppo era sul campo di Ganfardine con la 1^ sezione bombardieri e ricognitori SVA assegnato alla 1^ armata; alla 3^ armata faceva capo la la 5^ sezione, appartenente al I Gruppo  operativa sull'aeroporto di Marcon e  a Cà Tessera  operava il Comando gruppo Speciale d'aviazione con una sezione bombardieri e ricognitori SVA biposto; alla 4^ armata la 57^ squadriglia bombardieri e ricognitori SVA dislocata a Isola di Carturo; alla 6^ armata la 2^ sezione bombardieri ricognitori SVA del XIV Gruppo; alla 7^ armata la 6^ sezione bombardieri e ricognitori SVA del IX Gruppo con sede a Castenedolo; all'8^ armata la 57^ squadriglia bombardieri ricognitori SVA di Fossalunga e la 1^ squadriglia siluranti aeree dotata di SIA 9B e Caproni di Venezia, appartenenti al XV Gruppo; al Comando Truppe Italiane in Albania rimaneva la 11^ squadriglia Caproni, mentre l'aviazione italiana in Francia poteva contare sul XVIII Gruppo composto dalla 3^ e 14^ squadriglia Caproni basate a Longvic.

 


Da: La specialità bombardieri dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, di Paolo Miana, 2007
L'Esordio La 4^ Squadriglia

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SAVOIA VERDUZIO ANSALDO SVA V




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN PELAGIO (PD)

Nella seconda metà del 1917 fu realizzato il campo di San Pelagio (già progettato nel 1916). La struttura sorse di fronte al castello dei conti Zaborra in località Due Carrare e fu costruita leggermente spostata verso sud. Oggi confina con l'autostrada Padova-Bologna ed è sede di un bel museo del volo. Il campo era provvisto di una superficie di volo molto corta e l'atterraggio risultava difficoltoso oltre che per la presenza del castello, anche per quella di una collinetta artificiale che nascondeva una ghiacciaia ed un laghetto e che sembrava fatta apposta perché i piloti ci finissero contro con i loro aerei. I timori erano giustificati dal fatto che sul campo operavano i pesanti bombardieri Caproni delle squadriglie 1a, 5a, 8a, 13a e 15a, per le cui operazioni l'area era appena sufficiente. Con maggiore comodità vi decollavano e atterravano invece gli apparecchi dell'87a squadriglia «Serenissima», il reparto che volò su Vienna con D'Annunzio. Tra i primi utilizzatori del campo furono gli Inglesi degli squadron 28°, 34°, 42° e 45°, partiti in treno dal fronte francese il 12 dicembre arrivarono a Padova il 18, gli aerei portati a S.Pelagio, furono rimontati e iniziarono i voli di ambientamento. L'87^ squadriglia “La Serenissima”, rimase sul campo dal suo insediamento avvenuto il 15 maggio 1918 al maggio 1919, anno in cui fu trasferita sul campo di Padova.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CA' DEGLI OPPI (VR)

Costruito nella primavera del 1918 fu sede del comando dell'XI Gruppo ed ospitò le squadriglie Caproni 4^ e 6^ dalla metà di maggio alla metà del giugno, quando a causa delle difficili condizioni ambientali, fu deciso di trasferire i velivoli sul campo di Verona Tombetta. Situato nel comune di Oppeano era costiuito da quattro hangar di grosse dimensioni dislocati a coppie ai lati corti dell'aviosuperficie e da altre costruzioni di servizio. Fu definitivamente abbandonato alla cessazione delle ostilità.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GANFARDINE (VR)

Costruito nella primavera del 1918 fu sede della 61^, 75^ 134^ Squadriglia e della 1^ Sezione SVA. Iniziò a funzionare dai primi di maggio del 1918 quando si decise di alleggerire il campo di Verona Tombetta. Compreso tra le frazioni di Ganfardine, Case Bassi e Colombare nel comune di Villafranca di Verona era costituito da un terreno a forma di "L" e divenne il più importante campo di volo veronese.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CA TESSERA (VE)

Agli inizi del 1918 vicino al campo della Bazzera, fu allestito quello di Ca'Tessera, nell'area compresa tra l'odierna statale Venezia-Trieste e la strada che da Tessera conduce a Favaro Veneto. Esso ospitò due reparti da ricognizione: la 38a squadriglia e la gemella 39a. Dal settembre del 1918 vi fece base anche la «Squadriglia Mista» costituita da una sezione Voisin e dalla Ia sezione SVA. La «Squadriglia Mista», assieme alla 9a da bombardamento costituì il cosiddetto gruppo «I» agli ordini del maggiore Luigi Carnevali, che doveva fornire trasporto e assistenza ai nostri agenti infiltrati oltre le linee avversarie.

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CAPRONI CA.300




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CAMPO DI AVIAZIONE DI ARQUA' PETRARCA

Il borgo medievale di Arquà Petrarca, precisamente nella valle tra Comezzara e Monte Bignago, sotto la Villa Bignago, ospitò dalla primavera del 1918 un campo di aviazione destinato al XIV Gruppo Aeroplani. I lavori proseguirono a rilento e, secondo il Porro, al 18 giugno si trovava in sede solo il Comando di Gruppo. Le squadriglie costituenti l’unità, cioè la 2^, 7^, e 10^ arrivarono il 21 luglio 1918. Il campo euganeo fu smobilitato nella primavera del 1919.




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AEROPORTO DI MARCON (VE)

Il campo di volo di Marcon (VE) fu costruito nell’estate 1917, nel quadro della politica di potenziamento della forza aerea della marina e fu operativo dall'estate 1917 al 4 novembre 1918. Il 22 luglio del 1917 entrò in servizio sul campo di volo di Marcon la 201° squadriglia di bombardieri Caproni alle dipendenze dei Servizi Aeronautici della Regia Marina venendo subito impegnata in missioni di sorveglianza ed avvistamento lungo le coste istriane. Situato a pochi km dal fronte del Piave, disponeva di alcuni hangar, abitazioni, uffici, una piccola prigione ed una mensa. Nel campo di volo venne costituito l'8 novembre 1917 il 13° Gruppo Aeroplani, sotto il Comando Aeronautica III Armata, cui vennero accreditati 283 scontri aerei; in esso operò la 77a Squadriglia Aerea e la 10a Squadriglia Bombardieri Caproni. Il campo di volo di Marcon fu tra i più grandi e più importanti campi di volo edificati al di qua del Piave e per questo motivo sede di numerosi attacchi da parte dell’aviazione austriaca.




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AEROPORTO DI ISOLA DI CARTURO (VE)

L'aviosuperficie di Isola di Carturo - oggi Isola Mantegna - fu ricavata di fronte a Villa Rigon. Vi fecero base le squadriglie da ricognizione, 21a, 132a, 133a, e la III° sezione SVA poi trasformata in 57a Squadriglia, un reparto che ebbe tra le sue file piloti eccellenti: Ferruccio Marzari, Carlomagno Grandinetti, Gino Allegri e Guido Masiero.

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1^ SQUADRIGLIA CAPRONI

Nata sul campo della Comina nell'agosto del 1915, compie la prima azione di guerra il 20 agosto con l'ordine di bombardare il campo di aviazione austriaco di Aisovizza. Il 31 ottobre 1917 l'unità ripiega sul campo di San Pelagio. L'ultima azione di guerra avviene nel pomeriggio del 30 ottobre 1918 con il bombardamento della rotabile Sacile-Pordenone.




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56^ SQUADRIGLIA SVA

La 56^ squadriglia SVA è costituita il 20 ottobre 1918, traendone le forze dalla 4^ Sezione SVA cui si aggiunge la nuova 50^ squadriglia SVA. Equipaggiata con 4 SVA monoposto e 5 SVA 10 biposto, nonché numerosi SVA 3 bis, SVA 6 e SVA 9. Al 4 novembre 1918 è a Fossalunga. Come 4^ sezione e come 56^ squadriglia compie 391 voli di guerra, lancia 1600 bombe e 705.000 volantini.

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2^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Unità formata sul campo Pordenone il 17 ottobre 1915 al comando del capitano Carta. Prende sede sul campo di Aviano e partecipa all'attacco dell'aeroporto austriaco di Aisovizza. La prima missione del 1917 viene compiuta il 2 aprile con il bombardamento di Adelsberg. In maggio e giugno la squadriglia è impegnata nel settore degli altipiani. In agostyo viene bombardato l'Arsenale di Trieste. In tutto il 1916 la squadriglia compie 35 voli di guerra. Nel 1917 compie la prima zione l'8 gennaio con il bombardamento nei pressi di S.Daniele del carso. La notted el 2 agosto prende parte al bombardamento di Pola e a fine ottobre viene trasferita ad Arcade. Prosegue poi per Ghedi e Padova. Nel 1917 compie in totale 139 missioni di guerra.L'ultima azione di guerra è compiuta nel pomeriggio del 30 ottobre lungo la rotabiole Sacile Pordenone. Nel 1918 l'unità compie 88 voli di guerra e si trova sul campo di Arquà. Viene sciolta nel merzo del 1919. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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3^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Unità formata sul campo della Malpensa l'8 ottobre 1915 al comando del capitano Piccio. Il 17 otobre si trasferisce sul campo della Comina e partecipa all'attacco dell'aeroporto austriaco di Aisovizza. Il 2 novembre viene trasferita ad Aviano. Il 18 febbraio 1916 partecipa al raid su Lubiana. In maggio e giugno la squadriglia è impegnata nel settore degli altipiani e il 13 settembre partecipa al completo al bombardamento dell'Arsenale di trieste. Il 3 agosto 1917 esegue il bombardamento della piazzaforte di Pola e in seguito ai fatti di Caporetto si trasferisce sul campo di Padova. Si sposta poi ad Arcade eil 6 novembre e a Ghedi. Torna a Padova il 5 dicembre. Da qui nel gennaio 1918 viene trasferita in Francia. Dal campo di Ocheley inizia le operazioni il 23 marzo battendo obiettivi su Mertz. Dal campo di Villeneuve il reparto si sposta il 5 agosto a Chernizey nel dipartimenti dei Vosgi. L'ultima azione di bombardamento avviene il 30 ottobre con il bombardamento di Longuyon. La 3^ squadriglia non ritorna più in Italia e viene sciolta in Francia il 6 novembre 1918. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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4^ SQUADRIGLIA CAPRONI

Viene costituita il 17 ottobre 1915 a Pordenone e il 15 dicembre si trasferisce sul campo di Aviano. L'attività della squadriglia procede intensamente per tutta l'estate del 1916 battendo vie di comunicazione ed aeroporti nemici. Nel 1916 compie 43 voli bellici. Il 1 novembre 1917 l'unità si sposta sul campo di Padova e a fine anno raggiunge Ghedi. Il 28 gennaio si trasferisce a Verona, mentre il 14 maggio la troviamo a Cà degli Oppi. Il 1 novembre viene rischierata sul campo di Padova da dove supporta validamente le ultime azioni offensive delle truppe italiane. Nel 1918 compì 71 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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AEROPORTO DI TOMBETTA DI VERONA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman da ricognizione comandata dal Capitano Musellis. Partita la squadriglia nel giugno del 1915 e stabilitasi ad Asiago, il campo rimase libero e nell'agosto-settembre successivo vista la necessità di aumentare sensibilmente il numero di squadriglie in quel di Verona, si mise mano a diverse altre costruzioni di hangars, tanto nella pista di Tombetta quanto nel Capo di Marte, prossimo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e confinante con l'altro campo. Il 16 dicembre 1915 giunse da Aviano la 5^ Squadriglia da bombardamento Caproni che iniziò le operazioni belliche il 10 gennaio 1916 con una missione sul campo austriaco di Gardolo (Trento). Verso la fine del 1916, ultimati i lavori, il campo poteva ospitare 6 o 7 squadriglie. Il campo era limitato a nord dalla ferrovia, ad est dalla strada per Rovigo e Mantova che divergevano proprio davanti a Forte Porta Nuova. La strada per Mantova delimitava il campo a ovest. Lo spazio destinato alla pista da volo, in terra battuta, era sistemato lungo il lato maggiore del campo, in direzione est-ovest. I fari della stazione radioelettrica erano sistemati al fondo della pista di involo. Numerose le missioni degli equipaggi di Tombetta ha battere le posizioni austo-ungariche, in particolare sulle Giudicarie, sulle linee della Valle Isarco e sui campi di aviazione trentini, come Pergine, dove il 16 aprile del '16 trovò la fine un Farman italiano. L'aeroporto fu impiegato per tutto il conflitto ed ospitò numerosi reparti come la 1^ squadriglia Farman, dal 6 ottobre 1915. Nel 1916 sul campo erano schierate, oltre alla già menzionata 5^, la 30^ e la 31^ Squadriglia Farman, la 73^ e la 75^ Squadriglia Caccia. Nel 1917 arrivò anche la 9^ Squadriglia Caproni. Il campo di Tombetta fu demolito agli inizi degli anni '20 per far posto alla nuova stazione di Porta Nuova.




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89^ SQUADRIGLIA SVA

La squadriglia viene costituita il 6 luglio 1918 con 18 SVA 6 ad ali larghe come reparto sperimentale a Ponte San Pietro. Viene mobilitata il 14 ottobre 1918 a Busiago (Tv). Durante la battaglia di Vittorio Veneto esegue un gran numero di missioni di spezzonamento su stazioni, aeroporti e truppe in movimento.. Agli inizi del 1919 si trasferisce in Libia. (da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, di Roberto Gentilli e Paolo Varriale, Ufficio Storico Aeronautica Militare)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GHEDI (BS)

Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale. Con lo scoppio della Grande Guerra, l’aeroporto di Ghedi divenne un’importante base di difesa aerea contro gli aerei austriaci che, partendo dalle loro basi in Trentino, attaccarono a più riprese Brescia e i centri della provincia (accadde per la prima volta il 25 agosto 1915 quando un aereo austriaco sganciò quattro bombe sullo stabilimento Tempini di Brescia uccidendo quattro operai). Ghedi, insieme a Ganfardine (Verona) servì anche da trampolino di lancio per i ricognitori SVA e Pomilio destinati a penetrare in territorio ostile e fotografare le principali installazioni nemiche (trincee, aeroporti, stazioni ferroviarie). In particolare, il 21 maggio 1918, due SVA al comando dei Ten. Francesco Ferrarin e Antonio Locatelli (87^ Squadriglia) compirono un raid bellico di oltre 780 chilometri sorvolando le Alpi e la Valle del Reno, il Lago di Costanza e le città di Bregenz e di Lindau giungendo sino a Friedrichshafen, importante centro aeronautico nemico, per una ricognizione sugli stabilimenti Zeppelin. fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA.




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AEROPORTO DI PADOVA

L’area su cui è attualmente ubicato l’Aeroporto “Gino Allegri” di Padova è la stessa che un tempo con la denominazione di “Piazza d’Armi” era utilizzata dai vari reggimenti dell’esercito, di stanza in città, per l’effettuazione delle diverse attività addestrative. Il 1 luglio 1913 fu costituita la VII Squadriglia Aeroplani Bleriot al comando del Cap. Armando Armani, già decorato per meriti bellici durante la guerra italo-turca. Il 28 gennaio 1914, oltre alla VII a Padova furono assegnate altre due squadriglie di aeroplani: la IV Squadriglia Bleriot, comandata dal Cap. Olivo Guidi, e l’VIII Squadriglia comandata dal Cap. Pilota Resio Adolfo. Allo scoppio della guerra, il 24 maggio 1915, la VII Squadriglia Nieuport fu trasferita a Campoformido alla dipendenza del II Gruppo Squadriglie Aviatori, mentre la IV Bleriot venne dislocata sul campo veneziano di Bazzera a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia




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CAMPO DI VOLO DI SAN LUCA DI PAESE (TV)

Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fin da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78a, 79a, 115a e 139a. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75a e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infine, anche il 34th Squadron e 6 Bristol fighter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79a. La 78a invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115a e la 139a operavano con i robusti SAML. La 139a poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75a nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79a era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78a era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafica che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto, di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo. Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fino agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115a e 139a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli ufficiali risiedevano nelle case signorili vicine. Lo stabile occupato da Fucini e compagni è la villa Vettorello ora Scarpa, sita nella frazione di Porcellengo. La mensa si trovava invece ubicata presso la scuola elementare di Padernello. Con ogni probabilità, anche il complesso di Casa Onigo, nel Borgo di S.Luca era stato requisito dai militari. Sul lato Nord-Ovest del borgo, intorno alla cappella, erano posizionati i magazzini con le riserve di munizioni e l'autoparco inglese. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th-Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fiancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole. Tutte le installazioni erano ben mimetizzate e non furono rilevate dalla ricognizione austrotedesca almeno fino al maggio del 1918. Agli inizi di giugno la 6a AK imperiale scoprì in fine la base, mentre l'11a collocò nella sua cartografia il campo in una posizione errata. Gli austriaci dell'armata trentina lo supponevano ad est della strada Paese-Porcellengo. L'errore fu con ogni probabilità causato dal fatto che in quella zona erano stati realizzati complessi lavori per la costruzione del Campo Trincerato di Treviso, le cui tracce sono individuabili ancora oggi. I resti dei trinceramenti sono visibili a sud del campo dove esiste ancora il rudere di una piazzola (fortino) in cemento armato. Il 22 giugno 1918, l'aeroporto fu bombardato. Alla fine dell'anno il XXIII° gruppo venne trasferito a Fossalunga e a guerra finita, nell'aprile del 1919, San Luca risultava non più utilizzato. Negli anni '50 la zona ospitò poi nell'aerea del comando di gruppo un deposito munizioni.




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8^ SQUADRIGLIA CAPRONI



L'unità viene formata il 25 marzo 1916 sul campo della Comina e riceve i primi Caproni il 26 aprile. Il 15 maggio 1916 compie la prima azione di guerra per bombardare Ovcia-Draga. Il 2 novembre 1917 l'unità si trasferisce sul campo di San Pelagio. Durante la guerra l'unità compie 260 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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13^ SQUADRIGLIA CAPRONI



L'unità viene formata nell'agosto del 1916 sul campo della Comina e diviene operativa nell'ottobre dello stesso anno. La squadriglia compie il primo volo di guerra il 3 novembre quando viene bombardata la stazione di Dottogliano. Il 15 maggio 1916 compie la prima azione di guerra per bombardare Ovcia-Draga. Il 31 ottobre 1917 l'unità si trasferisce sul campo di San Pelagio. Le ultime bombe lanciate dalla squadriglia sono quelle dl pomeriggio del 30 ottobre con il bombardamento della rotabile Sacile-Pordenone.(Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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10^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Unità formata il 25 maggio 1916 sul campo di Villaverla al comando del capitano De Riso. I voli di guerra iniziano il 10 giugno con un bombardamento nel settore trentino. Il 30 giugno il reparto è trasferito a Campoformido. Partecipa al contrasto della Strafexpedition con azioni di bombardamento su Calliano, Campolungo e Monte Erio. In agosto veiene attacacta la piazza di Fiume e l'arsenale Lloyd a Trieste. Nel 1916 la squadriglia compie 45 voli di guerra. Nella primavera dell'anno successivo è attiva nel settore carsico e nell'agosto partecipò al bombardamento di Pola. Dopo Caporetto l'unità si rischiera a Marcon per poi passare, il 2 novembre a Ghedi. Il 13 dicembre, dopo aver compiuto azioni sul fronte trentino, l'unità si rischiera a Padova. Nel corso del 1917 ha volato 141 missioni di guerra. Il 2 luglio 1918 si rischiera a Arquà Petrarca e compie l'ultima missione di guerra il 1 novembre. L'insegna della 10^ squadriglia, un quadrifoglio, è ora a rappresentare la specialità del bombardamento nello stemma dell'Aeronautica Militare. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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14^ SQUADRIGLIA CAPRONI


L'unità si costituisce a Ghedi nel novembre del 1916. Il 25 gennaio 1917 viene trasferita sul campo di Aviano inquadrata nel IV Gruppo. Viene impiegata negli attacchi preparatori per la decima battaglia dell'Isonzo e compie il primo volo di guerra il 13 aprile con il bombardamento di Vippacco. In seguito ai fatti di Caporetto la squadriglia dappprima riceve l'ordine, il 26 ottobre, di trasferirsi a Verona, poi il 4 novembre di passare a Ghedi. Da qui passa a Padova. Il 24 dicembre in seguito alla decisione di uitilizzare l'unità in Francia, si trasferisce a Taliedo per essere riequipaggiata. Nel 1917 la squadriglia ha effettuato 140 voli di guerra. L'11 gennaio 1918 prende posizione sul campo francese di Longvic nei pressi di Digione. Il 15 febbraio si trasferisce in volo sul campo di Ochey, da dove compie i primi voli di guerra. Torna in Italia il 10 giugno a Riva di Chieri per essere riequipaggiata con i Ca.5 da 600 hp. Con i nuovi velivoli si riporta in Francia dal 20 ottobre, dove rimane fino alla fine del conflitto. Il(Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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6^ SQUADRIGLIA CAPRONI



L'unità nasce a Verona l'11 novembre 1915 e arriva ad Aviano, in zona di guerra, il 18 dicembre. Nel 1916 compie 36 voli bellici. Il 31 ottobre, in seguito al ripiegamento si trasferisce sul campo di Padova. Il 13 passa a Ghedi e poi, il 29 gennaio 1918 a Verona. Il 13 agosto l'unità si reca a Taliedo a ritirare i nuovi Ca.5 da 600 Hp che arrivano al reparto il 4 ottobre. L'ultima azione della guerra vede il bombardamento della stazione di S. Giovanni Monzano il 2 novembre 1918. Nel corso dell'ultimo anno di guerra l'unità aveva volato 147 voli bellici. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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7^ SQUADRIGLIA CAPRONI



La squadriglia si forma sul campo di Aviano il 26 gennaio 1916 e partecipa al bombardamento di Lubiana del 18 gennaio. Nel generale rischieramento dei reparti conseguente la ritirata la squadriglia si trasferisce a Marcon il 31 ottobre e poi, il 7 novembre , a Ghedi. Il 4 gennaio l'unità si porta sul campo di Padova. Il 22 luglio 1918 la squadriglia è trasferita al campo di Arquà Petrarca dove rimarrà fino al termine delle operazioni. Durante la guerra aveva compiuto 121 voli bellici. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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15^ SQUADRIGLIA CAPRONI


Ne viene iniziata la formazione nel dicembre del 1916 a Ghedi. Il 10 apprile l'unità è ad Aviano, e il 17 iniziano i voli di guerra col bombardamento di Chiapovano. Il 26 settembre si trasferisce a Campoformido. Con la ritirata , passa il 27 ottobre 1917 a Verona per poi proseguire verso Ghedi. Il 17 novembre rientra a San Pelagio (Pd). Nel 1917 compie 124 voli di guerra. Destinata in Francia, compie la prima azione di guerra il 17 marzo dal campo di Ochey. Il 2 aprile passa a Villeneue e il 7 agosto a Chernizey. Torna in Italia il 14 ottobre per riequipaggiarsi sui Ca.5 da 600 hp, dove viene colta dall'armistizio. Durante la guerra l'unità compì 233 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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5^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Viene costituita il 22 novembre 1915 ad Aviano e il 16 dicembre si trasferisce sul campo di Verona inquadrata nel III Gruppo. Inizia le operazioni il 10 gennaio 1916 bombardando il campo di aviazione di Gardolo. Nel 1916 esegue 45 bombardamenti, 50 voli di crociera e 6 ricognizioni sostenendo 12 combattimenti. Il 23 maggio 1917 la %^ si trasferisce sul campo della Comina per appoggiare le operazioni della dcima battaglia dell'Isonzo. Torna a Verona il 1 giugno. Il 3 ottobre 1917 la squadriglia si trasferisce ad Aviano. L'ultimo giorno di ottobre si rischiera a Padova con quattro velivoli Caproni. L'8 dicembre raggiunge Ghedi e torna a Padova nel gennaio 191 prima di essere spostata a San Pelagio.L'ultima missione di guerra avviene il 31 ottobre con con il bombardamento della rotabile Sacile-Pordenone. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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9^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Unità mobilitata il 22 maggio 1916 sul campo di Verona al comando del capitano Reggio. Partecipa al contrasto della Strafexpedition con azioni di bombardamento su Calliano, Campolungo e Monte Erio. Fino alla fine dell'anno viene impegnata in azioni di sostegno alle truppe italiane nel settore degli Altipiani compiendo 62 voli bellici. Il 23 maggio 1917 viene trasferita a Campoformido per la decima battaglia dell'Isonzo. Il 29 settembre partecipa al raid su Pola. Il 2 novembre il reparto si trasferisce ad Arcade. Nel 1917 compie 50 voli di guerra. Il 21 luglio 1918 è trasferita sul campo di Arquà Petrarca. Per tutta l'estate la squadriglia effettua ricognizioni nel settore del Piave e bombardamenti sui campi di aviazione austriaci. Il 15 settembre passa a Marcon. La squadriglia viene sciolta il 5 dicembre 1918 dopo aver compiuto un totale di 197 voli di guerra durantre il conflitto. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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11^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Nell'estate del 1916 viene costituita questa unità specificamente per il fronte albanese. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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87^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Il 10 dicembre 1917 l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo, approva la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 97^ fu poi costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA "ad ali strette" sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Lionello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze del XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. (Vedi scheda)




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CAPRONI CA.33 450 HP




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57^ SQUADRIGLIA

La nuova 57^ Squadriglia SVA è costituita il 20 ottobre 1918 dalla 3^ sezione SVA biposto e SVA monoposto. Assegnata alla IV armata è stanziata a Isola di Carturo. Il 12 dicembre và a Ganfardine e viene sciolta nel 1919.




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AEROPORTO DI TOMBETTA DI VERONA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman da ricognizione comandata dal Capitano Musellis. Partita la squadriglia nel giugno del 1915 e stabilitasi ad Asiago, il campo rimase libero e nell'agosto-settembre successivo vista la necessità di aumentare sensibilmente il numero di squadriglie in quel di Verona, si mise mano a diverse altre costruzioni di hangars, tanto nella pista di Tombetta quanto nel Capo di Marte, prossimo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e confinante con l'altro campo. Il 16 dicembre 1915 giunse da Aviano la 5^ Squadriglia da bombardamento Caproni che iniziò le operazioni belliche il 10 gennaio 1916 con una missione sul campo austriaco di Gardolo (Trento). Verso la fine del 1916, ultimati i lavori, il campo poteva ospitare 6 o 7 squadriglie. Il campo era limitato a nord dalla ferrovia, ad est dalla strada per Rovigo e Mantova che divergevano proprio davanti a Forte Porta Nuova. La strada per Mantova delimitava il campo a ovest. Lo spazio destinato alla pista da volo, in terra battuta, era sistemato lungo il lato maggiore del campo, in direzione est-ovest. I fari della stazione radioelettrica erano sistemati al fondo della pista di involo. Numerose le missioni degli equipaggi di Tombetta ha battere le posizioni austo-ungariche, in particolare sulle Giudicarie, sulle linee della Valle Isarco e sui campi di aviazione trentini, come Pergine, dove il 16 aprile del '16 trovò la fine un Farman italiano. L'aeroporto fu impiegato per tutto il conflitto ed ospitò numerosi reparti come la 1^ squadriglia Farman, dal 6 ottobre 1915. Nel 1916 sul campo erano schierate, oltre alla già menzionata 5^, la 30^ e la 31^ Squadriglia Farman, la 73^ e la 75^ Squadriglia Caccia. Nel 1917 arrivò anche la 9^ Squadriglia Caproni. Il campo di Tombetta fu demolito agli inizi degli anni '20 per far posto alla nuova stazione di Porta Nuova.




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SIA 9B




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CAMPO DI AVIAZIONE DI BUSIAGO (TV)

Venne realizzato ad est del Brenta, tra San Giorgio in Bosco e Campo San Martino, nel giugno del 1918. Ospiterà due squadriglie da caccia, la 72^ e la 75^ e la 89^ SVA. La pista, lunga circa 500 metri in direzione nord - est, porta diritta alle colline del Montello. Per gli aviatori italiani pochi minuti di volo in linea retta sono sufficienti per giungere in zona di combattimento. Rimase in funzione fino all'estate del 1919. (Immagine: SVA della 89^ squadriglia. Da:http://www.lerisare.it/italian/galleria_aviocampo.php?iExpand1=22)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI FOSSALUNGA (TV)




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