La Grande Guerra Aerea - 3.4 - 1916 - Fiume
Il 1 maggio 1916 presso il campo di volo di Tombetta, Verona, a seguito della riorganizzazione del corpo aereo, venne costituita la 75^ Squadriglia equipaggiata con i Nieuport 11. Vi presteranno servizio ottimi piloti, che poi ritroveremo in altre formazioni: Alessandro Buzio, che sarà alla 76^ Squadriglia presso Istrana, Mario De Bernardi, in forza alla 91^ di Quinto (dopo essere stato collaudatore alla Pomilio), l'asso Guido Nardini che farà parte della 78^ Squadriglia e, in seguito, della 91^ e il capitano Mario Gordesco poi comandante della 77^ Squadriglia, a Marcon. Faranno inoltre parte della 75^ Squadriglia anche il tenente Giovanni De Briganti (in seguito famoso collaudatore), Natale Palli che si metterà in luce alla 48^ Squadriglia presso Belluno ed infine il valoroso Bartolomeo Arrigoni. Dopo Mario Gordesco il reparto avrà alla sua direzione Antonio Bosio che a San Luca sarà il primo comandante del XXIII Gruppo. La 75^ Squadriglia, dopo i 5 Nieuport 11 iniziali, avrà anche 2 SVA e 2 vecchi Farman per la difesa notturna di Verona. Il 15 maggio 1916, un bombardamento colpì la stazione di Mestre dove, per caso, stava sostando anche il treno reale. La contraerea riuscì a tenere lontano gli aggressori. I velivoli attaccanti furono costretti a rientrare con alcune bombe ancora a bordo. Sorvolando Roncade, un bombardiere lanciò l'ordigno rimasto e uccise una persona. Il caso si ripeté identico tre mesi dopo, il successivo 21 agosto, quando un altro bombardiere, transitando sopra il paese alle porte di Treviso, lasciò cadere un singolo ordigno che causò un'altra vittima. Il giorno dopo, 16 maggio, il capoluogo della Marca visse un'altra giornata di paura. Subì infatti due incursioni aeree che fecero piovere sulla città altre 37 bombe. Il successivo 26 luglio la città venne di nuovo e ancor più pesantemente attaccata. Questa volta i bombardieri con la croce di ferro lasciarono cadere su di essa ben 105 ordigni. In giugno, la squadriglia francese che faceva base presso il forte San Nicolò al Lido di Venezia fu rinominata da N92/I in N392. Ciò fu dovuto al fatto che la formazione passò dai Nieuport 10 ai Nieuport 11 e nel successivo ottobre ai Nieuport 17. I Francesi avevano infatti un sistema di numerazione delle squadriglie che dipendeva dal tipo di aereo in dotazione e imponeva la rinomina ad ogni cambio di mezzi. Con l'entrata in funzione della base di Istrana a poca distanza dal capoluogo della Marca, la prima unità presente sul nuovo campo fu la 77^ Squadriglia che, nata a Pordenone (Comina) il 31 maggio 1916, venne schierata sul campo trevigiano il 18 giugno 1916 alle dipendenze del comando supremo. Il mese seguente essa iniziò le operazioni. Poteva contare su biposto Nieuport 10 ed era al comando del capitano Pier Ruggero Piccio, che con 24 vittorie diventerà uno dei maggiori assi dell'aviazione militare italiana durante il primo conflitto. Non appena la 77^ Squadriglia divenne operativa ad Istrana, subito cambiò i vecchi Nieuport 10 con i più veloci Nieuport 11. Durante il mese di luglio il reparto effettuò 22 azioni. Frattanto nel mese di maggio era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. Nel giugno del 1916 divenne operativo anche il campo di Castello di Godego, presso il quale si insedia la 43^ Squadriglia Farman; oltre alla 43^ Squadriglia, ospiterà anche le squadriglie 35^, 27^ e 48^ con gli indistruttibili Caudron. Il 27 giugno 1916 da Tombetta decollarono 3 Nieuport 11 della 75^ Squadriglia con a bordo i piloti sottotenente Mario De Bernardi, soldato Nannini e caporale Consonni. Scopo della missione era quello di intercettare il Brandemburg (Albatros) C-I 26.11, che fu costretto da Mario De Bernardi a scendere di quota. Il velivolo avversario fu poi attaccato anche dagli altri due aviatori e dovette atterrare ad Arpignano. I suoi piloti riuscirono però ad incendiarlo prima di essere catturati dai tre italiani frattanto accorsi sul posto. Gli abitanti della città di Verona, che già avevano sperimentato gli attacchi dell'aviazione avversaria, vollero premiare l'impresa dei nostri tre piloti ed offrirono loro 1750 lire a testa. Mario De Bernardi, Nannini e Consonni però nobilmente rifiutarono per donare la cifra al fondo mutilati di guerra. Nel mese di luglio del 1916, la 43^ Squadriglia Farman venne spostata sul nuovo campo di Feltre, seguita poi dalla 46^. Il campo di aviazione diverrà poi sede della sfortunata 113^ Squadriglia e di una sezione delle squadriglie 48^ e 115^. Il 27 luglio 1916 il sottotenente Ranza e il tenente Savio decollati da Istrana, abbatterono un Brandemburg (Albatros) vicino a Marter, Valsugana, probabilmente colpendo l'osservatore austriaco a cui scivolò la macchina fotografica e le carte che caddero in territorio italiano. Gli aviatori avversari Alois Jezek e Georg Kenzian Edler Von Kenzianhausen furono feriti. Il 1 agosto 1916, una grossa formazione di 24 Caproni partiti da Aviano e Pordenone, con la scorta di alcuni idrovolanti, fu inviata su Fiume ad attaccare una fabbrica di siluri. I caccia asburgici si levarono naturalmente in volo per intercettare i velivoli italiani. Era con loro anche uno degli assi delle forze aeree imperiali, Gottfried Freiherr von Banfield che, a bordo del suo idrovolante Lohner L16, abbatté ben 4 dei nostri velivoli. Tre giorni dopo vi fu la ritorsione austriaca, con un raid sulla stazione di Bassano. Venne centrato un convoglio che trasportava munizioni. Gli esisti furono disastrosi: 13 vagoni distrutti da continue esplosioni durate per ben tre ore e che fecero danni anche nell'area circostante. Il numero delle vittime fu per fortuna limitato e si registrarono un solo morto e alcuni feriti. Il successivo 9 agosto la guerra aerea proseguì con un nuovo, violento, attacco avversario su Venezia. Venne affondato il sommergibile inglese B10; le bombe austriache danneggiarono un cotonificio provocando numerosi incendi con danni al patrimonio artistico. Lo stesso giorno 18 bombardieri Caproni Ca.3 attaccarono le stazioni di Prevacina e di Dornberg nell'attuale Slovenia. Il 12 agosto quindi, gli apparecchi austriaci tornarono a colpire installazioni militari italiane attaccando l'idroscalo dell'isola di Gorgo a Grado e la stazione dirigibili di Campalto dove venne distrutta l'aviorimessa con l' Aeronave P4 che si trovava ricoverata al suo interno. La reazione alleata non si fece attendere. Il giorno di Ferragosto 6 idrovolanti italiani e 2 francesi, scortati da 4 caccia transalpini, decollarono da Venezia facendo rotta verso Trieste con obiettivo l'idroscalo del capoluogo giuliano. Tutti riportarono danni a causa del fuoco contraereo. Inoltre in zona operava il Banfield, che proprio a Trieste era di base. Il pilota austriaco di origine scozzese attaccò due velivoli francesi F.B.A. abbattendoli entrambi. Alla cloche di uno degli aerei colpiti era il comandante della squadriglia, Jean Roulier che perse la vita in quell'azione. Il 16 agosto 1916 la 77^ Squadriglia lasciò il campo di Istrana trasferendosi su quello di Cascina Farello, vicino ad Aquileia. Passò alle dipendenze della 3^ Armata sul basso Isonzo, dove con le sue azioni acquisirà grande notorietà. Fra le sue fila e in quelle della gemella 80^ Squadriglia presteranno servizio nomi di primo piano delle nostre forze aeree. Il posto della 77^ Squadriglia a Istrana fu preso dai piloti della 78^ Squadriglia che giunsero presso l'aviosuperficie trevigiana il 3 settembre. In precedenza avevano fatto base alla Comina ed erano equipaggiati con 7 Nieuport 11 e un Nieuport 10. La formazione cominciò ad operare il 9 settembre e agli inizi del 1917 il numero dei velivoli di cui potrà disporre salirà a 13. Anche questa squadriglia si trovava alle dirette dipendenze del Comando Supremo. Alla sua guida era stato nominato il capitano Domenico Bolognesi che poteva fare affidamento sui piloti Bortolo Costantini (tenente originario di Vittorio Veneto), Giacomo Brenta e Francesco di Rudinì (sottotenenti), sui sergenti Vittorio Aquilino, Antonio Chiri e Teresio Marcellino e sui caporali Augusto Vola e Cesare Magistrini. Tra settembre e la fine dell'anno il reparto effettuò numerose missioni di pattugliamento e di scorta ai bombardieri. I piloti ebbero modo di scontrarsi con gli austriaci in diverse occasioni mettendo sempre in fuga l'avversario. In queste operazioni Francesco di Rudinì si distinse in modo particolare tanto da meritarsi una medaglia di bronzo. Il 13 settembre 1916, 12 idrovolanti italiani colpirono Parenzo con successo. I velivoli erano scortati da 4 Nieuport francesi partiti dalla base del Lido di Venezia ai comandi dei piloti Chambarière, Bignon, Trouvè e Garros. Un idrovolante austriaco il K163, che si era levato in volo nel tentativo di sbarrare il passo ai velivoli incursori fu abbattuto da Chambarière. Il 31 ottobre un grave incidente colpiva la base idrovolanti di S. Andrea (VE); una bomba cadde dall’ F.B.A. n321 francese, persero la vita 15 francesi e 3 italiani oltre a 17 feriti.
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Il Sergente pilota Marcellino con personale specialista della 78^ Squadriglia