La Grande Guerra Aerea - 3.1 - 1916 - Il secondo anno di guerra

Durante i mesi invernali e nella primavera del 1916 sul lungo fronte dallo Stelvio al mare non si ebbero azioni di vasta portata. La stagione non lo permetteva e in attesa del ritorno del bel tempo i due eserciti utilizzarono la lunga stasi operativa per riorganizzarsi e rafforzarsi. I primi programmi di potenziamento dell'aviazione italiana furono indirizzati da un lato ad estendere la presenza dello strumento aereo, dall'altro a incrementarne la capacità di offesa. Il 16 gennaio fu così costituita una 5^ Squadriglia da caccia montata su Aviatik e dislocata a Taliedo per la difesa da Milano. Due giorni dopo vennero attivate a Pordenone la 4^ squadriglia da ricognizione e combattimento, su Farman, e la 7^ Squadriglia da offesa, portando a sei il numero delle squadriglie Caproni a disposizione del Comando Supremo dai campi di Aviano e della Comina. Il 22 gennaio la sezione idrovolanti di Desenzano si trasformò nella 1^ squadriglia.  Una nuova squadriglia Caccia, la 2^, fu costituita a La Comina con il compito di scortare i bombardieri Caproni Era dotata di velivoli Nieuport e nel marzo fu trasferita a Cascina Farello per operare, insieme ai francesi, nel settore adriatico.  Nelle prime settimane del 1916 le squadriglie Caproni furono impiegate in ricognizioni in profondità intese ad accertare la fondatezza delle voci relative all'arrivo di nuovi reparti austriaci e se, nei dintorni di Fiume, fosse in costruzione un nuovo hangar per dirigibili. Il 3 gennaio 1916, Verona difesa dalla 1^ Squadriglia del capitano Bonazzi, divenne nuovamente obiettivo di un raid aereo austriaco. Questa volta però la difesa fu all'altezza della situazione e gli incursori dovettero sganciare le bombe a caso sulla zona di Castelfranco Veneto. L'11 gennaio 9 idrovolanti austriaci attaccarono Rimini causando qualche danno agli edifici ed ottenendo l'effetto di spingere il Comando Supremo a dare il via al raid su Lubiana, da tempo individuata quale obiettivo per una possibile azione di rappresaglia. In un contesto che vedeva l'aviazione italiana subire l'iniziativa dell'avversario, il 12 febbraio idrovolanti austro-ungarici attaccarono la stazione di pompaggio di Codigoro, dove si contarono 6 morti, e Ravenna, dove le vittime furono 15. Il 14 febbraio velivoli decollati dai campi del Trentino attaccarono Schio, dove si ebbero 5 morti, e Milano, attaccata dalla Flik 17 di Gardolo, mirando alle centrali elettriche del capoluogo lombardo. Lo stesso giorno il Comando Supremo ordinò di tornare ad attaccare Lubiana non appena le condizioni atmosferiche lo avessero permesso. All'inizio di dicembre del 1915 l' VIII^ Squadriglia Nieuport era stata rinominata 1^ squadriglia ed equipaggiata con i Ni.10 mono-biposto. La sua base si trovava a Santa Caterina, nei pressi di Campoformido e il compito ad essa assegnato era la difesa di Udine. A febbraio del 1916 venne dotata di alcuni nuovi Ni.11 "Bebè". Del reparto faceva parte il capitano Francesco Baracca. Alla fine dell'anno l'unità divenne a tutti gli effetti una squadriglia da caccia secondo il nuovo ordinamento. Il 7 aprile Francesco Baracca colpì e costrinse all'atterraggio il Brandenburg Albatros 61.57 della Flik 19. Il futuro asso ottenne così la sua prima vittoria, che fu anche la prima ufficiale della caccia italiana. Nello stesso mese il reparto cambierà il nome in 70^ Squadriglia secondo la nuova denominazione adottata dall'8 aprile 1916. Fra il marzo e l'aprile del 1916 fu collaudato a Sant'Andrea l'aerosilurante di Luigi Bresciani. Si trattava di un «Ca3» completamente riprogettato che aveva in comune con il «Caproni» solo la formula trimotore con fusoliera a due travi. I risultati del volo furono incoraggianti, ma il 3 aprile l'aereo dopo il decollo precipitò e tutto l'equipaggio, formato dallo stesso Luigi Bresciani e da Roberto Prunas in qualità di piloti e dai meccanici Fausto Lari e Vittorio Pontoni, perse la vita. Il progetto venne poi abbandonato.

L'8 Aprile 1916 tutte le squadriglie furono rinominate secondo un nuovo, unico sistema, destinato a rimanere valido fino alla fine della guerra. Nella primavera del 1916 vennero allestiti i nuovi campi di Belluno e Villaverla (VI). Nel primo fu sistemata la 48^ Squadriglia e nel secondo le formazioni 27^, 28^ e 32^, tutte equipaggiate con velivoli Farman. La 48^ Squadriglia diventerà famosa e, passata sui velivoli Caudron G.4 bimotori, avrà tra le sue file piloti di primo piano come Felice Porro, Aldo Finzi, Natale Palli, Pietro Massoni e Giuseppe Sarti che legheranno la propria storia personale a quella di un'altra famosa squadriglia, l'87^ Squadriglia Serenissima, ricordata per il suo epico Volo su Vienna cui partecipò anche D'Annunzio.  La 48^ Squadriglia risultò particolarmente impegnata su un fronte molto ampio, compreso tra Feltre ed il Cadore, con missioni molto lunghe e a quote costantemente superiori ai 3000 metri, con temperature polari. Il 20 aprile 1916, 7 Caproni colpirono l'idroscalo di Trieste lanciando 60 bombe e causando molti danni. Vi furono anche 9 vittime civili.  Con la primavera lungo tutto il fronte e sopratutto nella regione dell'Isonzo, l'aviazione austro-ungarica continuava ad avere l'iniziativa, pur senza sviluppare un'attività di ricognizione tattica al livello di quella svolta dalle squadriglie italiane, e concentrando piuttosto i suoi sforzi nella ricognizione in profondità e in azioni di bombardamento. Negli ultimi giorni di marzo fu impostata un incursione sui ponti ferroviari del Piave che avrebbe dovuto infliggere un duro colpo alle linee di comunicazione dell'esercito italiano. Il via all'operazione, concepita per ostacolare il trasferimento di forze dall'Isonzo al Trentino e appoggiare così indirettamente l'offensiva in preparazione tra Adige e Brenta, fu dato il 15 marzo con il concorso di tutte le compagnie d'aviazione, o Flik, e degli idrovolanti della Marina. Il maltempo e alcuni dubbi dei comandi, congiurarono nel far sì che l'ordine esecutivo venisse dato soltanto la sera del 26 marzo ma gli 83 velivoli che l'indomani, tra le 4 e le 5 del mattino, si alzarono in volo dai campi dell'Isonzo e del Trentino, e dalla stazione idrovolanti di Trieste, trovarono sulla pianura veneta condizioni atmosferiche proibitive. I tre ponti di San Donà, di Ponte di Piave e della Priula erano nascosti da una fitta nebbia. Non migliore era la situazione sugli obiettivi secondari, individuati negli scali ferroviari veneti. Nonostante lo sforzo prodotto i risultati furono quindi trascurabili e andarono perduti 4 velivoli, atterrati entro le linee italiane per problemi ai motori o per aver perso la rotta. Sul fronte trentino i rigori della stagione ebbero un riflesso immediato nell'attività di volo delle squadriglie del settore (III Gruppo). Dopo l'incursione del 10 gennaio 1916, quando tre trimotori della 5^ squadriglia e alcuni Farman della 1^ e della 12^ attaccarono il campo di aviazione di Gardolo, per oltre tre mesi non si ebbero altre azioni di bombardamento. Sugli altopiani di Lavarone e Folgaria continuava a svolgere la sua attività di ricognizione quella che era ancora la 12^ squadriglia, affiancata in misura crescente dalla 1^.

 


Illustrazione: Da: La Domenica del Corriere, 9-16 aprile 1916
9. Aeronavi all'attacco 11. Lubiana

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VERONA

14 novembre 1915: fra le 8,10 e le 8,40 di quella mattina, tre aerei austriaci, tre «Tauben », apparvero nel cielo e mentre – troppo tardi – due aerei italiani si alzarono in volo, il bombardamento venne effettuato indiscriminatamente: le bombe caddero in più punti, ma lo spettacolo più impressionante era in Piazza delle Erbe. L’allarme dato dalla Torre dei Lamberti aveva fatto accorrere la gente che numerosissima affollava la piazza, sotto il volto Barbaro e i portichetti adiacenti, oltre che sulle gradinate della Camera di Commercio. D’improvviso, un grande fragore: una bomba era caduta all’ angolo di via Pellicciai, ad un metro dal primo arco della Camera di Commercio. Sul fragore dello scoppio, si udì lo scroscio delle vetrate che andavano in pezzi, sullo scroscio le grida, i lamenti dei feriti, le urla delle donne impazzite dalla paura e dalla vista del sangue che lento scorreva lungo i gradini, scendeva in rivali verso la strada. Per la prima volta nell’ era moderna, Verona vedeva il sangue della sua gente scorrere per le sue strade. Sotto il porticato e all’intorno, uno spaventoso gruppo di cadaveri e di moribondi. Ecco il racconto dell’episodio che illuminò la terribile giornata: «Eravamo attorno alla catasta orrenda dei morti e dei moribondi, innanzi al porticato della Camera di Commercio, muti, impietriti dal raccapriccio, mentre si organizzavano i primi soccorsi. D’un tratto un giovane, robusto sacerdote, il curato di S. Anastasia, s’avvicinò a noi correndo, gettò a terra il cappello, indossò la stola e ginocchioni, carponi, piangendo a calde lacrime, singhiozzò le parole del supremo conforto spargendo l’Olio Santo su quell’informe ammasso di sanguinolenti brandelli di carni, qua e là dove pareva si delineasse una testa, un volto umano. Sulle orme della morte si inoltrava, immortale, la Fede ». Furono queste le parole del cronista de « L’Arena ». che non disse neppure il nome di don Adolfo Bassi, di colui che diverrà il santo parroco della basilica di Sant’ Anastasia. I 29 morti e 48 feriti saranno ricordati e commemorati nel 1920 elevando nella piazzetta appunto dedicata al « I4 novembre» un monumento in bronzo rappresentante la «figura simbolica della giustizia ultrice », opera egregia dello scultore concittadino Egidio Girelli. Una lampada votiva per i Caduti venne appesa nel I926 all’angolo della Camera di Commercio, di fronte alla targhetta in bronzo che ricorda il triste avvenimento.




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VIII SQUADRIGLIA

L’VIII Squadriglia Nieuport allo scoppio della guerra è a Campoformido. Svolge la prima missione di guerra il 24 maggio con tre ricognizioni. Il 9 luglio il tenente De Bratti sul Nieuport pilotato da Resio, combatte su Gorizia con due aerei nemici usando la sua pistola Mauser. Il 12 luglio tre velivoli effettuano un ardito bombardamento di accampamenti nemici a Gorizia. In scioglimento a fine luglio, l’VIII Squadriglia si sposta il 6 agosto a Trevignano a disposizione del XIV Corpo di Armata. Và poi a Clauriano ed è sciolta il 27 agosto quando aveva compiuto 95 voli. Viene rimpiazzata da una nuova VIII Squadriglia con Nieuport biplani che giunge a fine luglio ad Aviano. Fa parte della squadriglia il tenente Francesco Baracca. Il 9 settembre il reparto al completo si trasferisce sul campo di Santa Caterina presso Udine e lo stesso giorno ha luogo il primo scontro con un aereo nemico. Il 1 dicembre 1915, secondo il nuovo ordina memento, l’VIII Squadriglia Nieuport, classificata come squadriglia da caccia, diviene 1^ Squadriglia da Caccia. (Tratto da: I Reparti dell’aviazione italiana nella Grande Guerra, 1999, di Roberto Gentilli, Paolo Varriale).


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NIEUPORT 10




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SANTA CATERINA (UD)

Sui campi di Campoformido erano di stanza la 10° squadriglia da bombardamento su trimotori biplani quadripolo Caproni, la 10°, poi 27° squadriglia da ricognizione d’armata e la 2°, poi 33° squadriglia da difesa su biplani biposto Farina 14, la 35° squadriglia da ricognizione d’armata su biplani biposto Voisn III e la I°, poi 70° squadriglia da caccia su sesquiplani monoposto Nieuport 10, 11 “Bebè” e 17. Il campo di Santa Caterina veniva utilizzato come campo d’appoggio per le stesse squadriglie di stanza a Campoformido. Dopo la ritirata di Caporetto i campi d’aviazione di Campoformido e di Santa caterina vennero utilizzati dalle forze aeree austro-ungariche. Sul campo di Santa Caterina viene formata la 91^ Squadriglia e Baracca ne diviene comandante il 6 giugno. E’ dotata di quattro Spad, tre Nieuport 110 HP, tre autovetture e tre motociclette. Viene inserita nel X Gruppo Aeroplani. Il reparto sceglie come proprio emblema il grifone. Definita la “Squadriglia degli Assi”, comprende alcuni fra i migliori piloti da caccia dell’epoca: Fulco Ruffo di Calabria (20 vittorie); Ferruccio Ranza (17) e Pier Ruggero Piccio (24)




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AEROPORTO DI CAMPOFORMIDO

L’attività di volo in Friuli con i più pesanti dell’aria ha inizio sul campo de La Comina nel 1910. Nel 1911 viene costruito, nel campo di San Quirino dalla Società milanese Helios, il monoplano “Friuli”. Il 9 luglio 1911 il primo aeroplano sorvola la città di Udine dopo essere decollato dalla Piazza d’Armi cittadina. Il pilota è il palmarino Alfredo Cavalieri titolare del brevetto italiano n° 17. Alle 06.45 del 31 luglio 1913 atterra il primo aeroplano a Campoformido. E’ il Bleriot del Cap. Gino Zanuso che prende terra nei prati di San Canciano. Per tutto il 1913 i prati di San Canciano sono sede di attività aeronautica addestrativa da parte delle unità di volo del Battaglione Aviatori del Regio Esercito Nel 1915 il conflitto per l’Italia è inevitabile e vengono condotte delle prove di mobilitazione generale. La Direzione Generale per l’Aeronautica incarica il S.Ten. Pilota Giulio Laureati di individuare in Friuli i terreni più idonei per ospitare dei campi d’atterraggi Laureati segnala, nei pressi di Campoformido , quattro distese prative: Due nei pascoli di San Canciano, Una fra Bressa e Campoformido e una posta a 1 Km da Campoformido. Il 18 maggio 1915 a Campoformido iniziano ad insediarsi le Squadriglie italiane con velivoli monoplani Nieuport , poi sostituiti dai biplani Farman 1914 e dai Nieuport 10. Alle originarie aviorimesse in legno si uniscono hangar metallici, in cemento armato e muratura. Alle squadriglie da ricognizione e da caccia, si affiancano quelle da bombardamento equipaggiate con i Caproni Ca.3. A seguito dello sfondamento della Conca di Plezzo ,i campi di volo di Campoformido e Santa Caterina vengono abbandonati. Viene distrutto tutto il possibile. Le aviorimesse in legno vengono date alle fiamme e i velivoli inefficienti resi ulteriormente inservibili o incendiati . Nel 1918, l’aeroporto, occupato dalle truppe austriache diviene sede di Squadriglie da addestramento, scuola di volo per piloti e osservatori, deposito di materiali aeronautici e sede di supporto per unità aeree di passaggio. Dopo un anno ha termine l’occupazione austroungarica e il 1 novembre 1918 gli ultimi reparti di volo nero crociati lasciano Campoformido. (tratto da "Il Cielo di Campoformido, di Roberto Bassi)


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V SQUADRIGLIA CACCIA

La 5^ Squadriglia Caccia è mobilitata il 16 gennaio 1916 per la difesa di Milano. Ha in dotazione velivoli Farman e Aviatik. Si trova sul campo di Taliedo. Il 15 aprile 1916 diventa la 74^ Squadriglia. (Immagine: Un Aviatikt della 5^ Squadriglia, tratta da " I Reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico Aeronautica Militare).

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AEROPORTO DI AVIANO

Con l’entrata in guerra le Squadriglie del 1° Gruppo di Aviano furono subito in azione segnalando la presenza di truppe nemiche e iniziando i primi bombardamenti contro ammassamenti di truppe e contro batterie nemiche. Spettò ad un equipaggio della XIV Squadriglia Bleriot il primo avvistamento di un velivolo nemico e alla 3^ Squadriglia l’onore di avere il primo pilota ferito dal tiro dei fucili austriaci. Nell’agosto del 1916 Aviano divenne sede delle squadriglie del IV Gruppo Caproni ed un seguito anche dell’XI Gruppo. Al 1 gennaio del 1917 cinque delle nove squadriglie del IV Gruppo erano di stanza ad Aviano (2^, 3^, 4^ 6^ e 7^). Da Aviano partirono molte audaci azioni; Ricordiamo quella del 2 agosto 1916 quando 24 trimotori attaccarono in tre ondate successive la città di Fiume; quella del 2 agosto 1917 quando l’attacco fu portato contro la piazzaforte di Pola, e poi azioni su Trieste, Vippach, Lubiana, Idria, Assling e Villach, tanto per citarne alcune. Al 18 agosto 1917 al campo di Aviano erano stanziate le seguenti Squadriglie: 2^, 3^, 4^, 6^, 7^ e 15^. Il 31 ottobre 1917, a seguito del disastro di Caporetto, giunse l’ordine di abbandonare l’aeroporto. L’ultimo Caproni si levò in volo alle 18.00 per raggiungere Padova. Il campo fu occupato dagli austriaci che vi basarono i reparti da bombardamento notturno, le Flik 103/G, 104/G e 105/G (Da: Aviano Nido di Aquile, 1911-2001 di Carlo Lucchini)




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AEROPORTO LA COMINA (PN)




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NIEUPORT NI.11 BEBE




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FRANCESCO BARACCA 1888 - 1918




Nato a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888, da Enrico e da Paola dei conti Bianchi, uscì dalla Scuola militare di Modena, nel sett. 1909, col grado di sottotenente di cavalleria. Passato a sua richiesta nelle file dell'aviazione militare, il 28 apr. 1912 fu assegnato al battaglione "Specialisti d'aviazione" e inviato a seguire i corsi della scuola di pilotaggio dell'aviazione militare francese a Reims, dove il 9 luglio 1912 conseguì il brevetto di pilota. Nel 1913, partecipando alle manovre dell'arma di cavalleria, dimostrò le grandi possibilità militari che l'impiego del mezzo aereo apriva sul piano tattico, e gli fu affidato il compito d'istruire gli allievi piloti. Già completamente padrone della tecnica acrobatica, perfezionò continuamente le sue conoscenze e il suo addestramento tattico, abituandosi a pilotare apparecchi di tipi diversi. Con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa, il 24 maggio 1915, il B. accelerò la sua preparazione sugli aerei tipo "Nieuport", dotati di una velocità eccezionale per l'epoca, presso l'aeroporto parigino di Le Bourget. Rientrato nel luglio 1915 in Italia, fu subito mandato al fronte per collaborare all'organizzazione di una difesa contro i già operanti velivoli austriaci. Compì diverse missioni con vari compiti e ottenne la sua prima vittoria in un duello aereo il 7 apr. 1916, costringendo ad atterrare, ancora quasi intatto, all'interno delle linee italiane un velivolo austriaco tipo "Aviatik" : questa azione, che poneva in mano italiana un apparecchio di uno dei modelli più recenti da ricognizione e da combattimento, gli valse la prima medaglia di argento al V. M. Seguirono numerose altre vittorie: nel 1917, all'ottavo aereo nemico abbattuto, gli fu conferita la croce dell'Ordine Militare di Savoia. Dopo aver combattuto con la 70ª squadriglia, di base al campo di S. Caterina (Udine), passò nella primavera del 1917 alla 91ª squadriglia, una unità di nuova costituzione, nella quale confluirono i migliori piloti della 70a e che fu poi chiamata "la squadriglia degli assi". La nuova formazione ebbe in dotazione apparecchi tipo "Spad", superiori ai "Nieuport", con i quali collezionò una serie straordinaria di vittorie: dopo avere svolto attività assai intensa con base prima a Istrana (Treviso) e poi a S. Caterina, i piloti della 91ª squadriglia potevano vantare alla fine del settembre 1917 diciannove velivoli abbattuti dal B., comandante della squadriglia, tredici da Fulco Ruffo di Calabria, dodici ciascuno da P. R. Riccio e L. Olivari, sette da F. Ranza. La 91ª divenne in breve la squadriglia più famosa del fronte; i suoi piloti s'impegnavano anche in azioni di bombardamento con apparecchi "Caproni", ma la specialità, nella quale il B. e i suoi aviatori eccellevano, era la caccia: la tattica preferita dal B. consisteva nell'attaccare dall'alto il nemico, sfruttando soprattutto la propria eccezionale abilità nella manovra dell'aereo e delle armi di bordo. Altre due medaglie d'argento vennero a premiare l'audacia del B., che durante la battaglia di Caporetto e la ritirata s'impegnò a fondo per ostacolare il nemico con azioni rischiosissime di mitragliamento a bassa quota, anche nelle strade di Udine, che le colonne austro-tedesche stavano attraversando. Trasferitasi la gia squadriglia a Pordenone, e poi a Padova, la stretta collaborazione con la lotta delle truppe di terra continuò, sia nel campo dell'intervento tattico, sia in quello della ricognizione strategica e dei bombardamento. Il 7 dic. 1917 il B. abbatteva il suo trentesimo aereo nemico, un "Albatros" austriaco, sull'altopiano di Asiago. Per questa vittoria, il B. ebbe la croce di ufficiale della Corona belga, dal re Alberto in persona, il 6 febbr. 1918, sul campo di aviazione di Padova, e la medaglia d'oro al valor militare: seguì la promozione a maggiore per merito straordinario di guerra. Il cavallo rampante e il motto "ad maiora", che il B. aveva dipinto sulla carlinga, contribuivano a creare attorno all'aviatore un'atmosfera romantica, come del resto era accaduto ad altri famosi cacciatori di quella guerra, come il tedesco von Richtofen sul fronte francese e l'austriaco Brumowscky sul fronte italiano. La sua figura diveniva estremamente popolare tra i soldati e contribuiva notevolmente all'affermazione della nuova aviazione italiana. La offensiva austriaca e il contrattacco italiano nel giugno 1918 impegnarono a fondo la gia squadriglia. Il 15 giugno il B. abbatté il suo trentaquattresimo apparecchio nemico. Il 19 giugno, uscito al tramonto con altri due aerei della squadriglia per un'azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, l'apparecchio del B. fu colpito da due pallottole incendiarie di fucile, che perforarono il serbatoio, e una delle quali raggiunse alla testa l'asso dell'aviazione italiana. (www.treccani.it)

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HANSA BRANDENBURG 61-57




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AEROPORTO DI TALIEDO

Nel 1910 dove attualmente sorge l’aeroporto di Linate la località si chiamava Taliedo e venne scelta per svolgere il Circuito Aereo Internazionale, gara di velocità aperta a piloti e apparecchi stranieri. L’area venne attrezzata con hangars e officine di manutenzione, e nell’Aerodromo d’Italia, come venne pomposamente chiamato, venne ricavato un percorso di gara chiuso di forma triangolare. Vennero requisite ed abbattute tutte le cascine della zona ad eccezione della Cascina Taliedo che venne abbattuta successivamente. Lo scalo occupava un milione di metri quadrati di terreno, in una vasta zona agricola di proprietà della Società Immobiliare Lombardo Veneta la quale, dopo una iniziale breve parentesi aeronautica, sperava di avviare operazioni di speculazione urbanistica. La struttura, era gestita dalla Società Italiana di Aviazione (fondata a Milano nel 1908) e per sua iniziativa il 26 aprile 1911 venne inaugurata, sempre a Taliedo, la Scuola di Aviazione. Il nuovo aerodromo aveva come riferimento diurno il piazzale di cemento costituente il piano di atterraggio e come riferimento notturno lo scalo ferroviario di Porta Vittoria, un chilometro ad Est, e la Stazione di Rogoredo, due chilometri a Sud. I sedimi erano circondati da elettrodi ad alta tensione, da un terrapieno, da condutture telegrafiche e da canali di irrigazione: benché vi si potesse atterrare da tutte le direzioni, le piste di terra battuta erano utilizzate da Sud-Est a Nord-Ovest. Nel 1913 il campo di volo divenne aeroporto militare, con due squadriglie del Battaglione Aviatori del regio esercito. Tra le strutture necessarie figurava la stazione aerologica, che effettuava due osservazioni giornaliere e poteva integrare telefonicamente le informazioni da Torino, Padova e Roma, nonché la prima scuola di volo. L’aerodromo ospitò un insediamento industriale produttore di biplani e monoplani in lega metallica: le Officine Caproni, ubicate a Taliedo grazie alla esistenza del campo militare, di manodopera adeguata e della vicinanza alla città.




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FLIK 19

Unità a disposizione dell'armata isontina basata a Aidussina (Haidenschaft) dal 23 maggio 1915.Impiegata a livello divisionale per l'osservazione e la direzione del tiro di artiglieria, più tardi trasformata in squadriglia a livello di corpo di armata con base a Ghirano. A questa unità, nel gennaio 1916 fu assegnato in qualità di osservatore-mitragliere l'asso Benno Fiana Von Fernbrugg. Il reparto era al comando del capitano Adolf Heyrowsky. Il 4 maggio 1916 Benno Fiala e il pilota capitano Adolf Heyrowsky abbatterono, in collaborazione con altri, il dirigibile italiano M4 nei pressi di Merna. (da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_19.htm)




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70^ SQUADRIGLIA CACCIA

L'Unità nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Santa Caterina di Udine. La linea di volo è composta da otto biplani Nieuport. All'alba del 16 maggio la squadriglia intercetta una dozzina di velivoli austriaci reduci da un incursione su Udine. I piloti erano Tacchini, Baracca, Olivati e Bolognesi. ...




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BOMBARDAMENTO DI MILANO

Un rumore, quasi un ronzio, che arriva da lontano. Le sagome scure nel cielo. Il rumore sempre più forte, fastidioso, ostile. Poi le bombe, la distruzione, il terrore, la morte. Il 14 febbraio del 1916 Milano subisce il primo bombardamento aereo della sua storia. Al mattino, attorno alle nove, due aerei vengono avvistati. La gente pensa ad un' esercitazione. La guerra è in trincea, è lontana dalle strade e dalle piazze. Gli aerei si avvicinano minacciosi, sono austriaci. I piloti sganciano il loro carico di morte a Porta Romana e a Porta Volta. La zona più colpita è quella di piazzale Adige (in via Tiraboschi un monumento ricorda ancora le vittime di quella mattina di sangue). Il bilancio è spaventoso: sedici morti e una quarantina di feriti. Si alzano subito in volo dal campo di Taliedo i caccia Caproni, Farman e Caneron. Ma i due incursori austriaci sono già lontani. L' attacco dal cielo spaventa Milano. Nessuno si sente più sicuro. Le mitraglie, i cannoni, le baionette e gli assalti al fronte sono ben più terribili, ma gli aerei portano la morte sin dentro le case. Quasi per esorcizzare la paura si pensa di istituire una specie di taglia. Viene deciso di offrire un premio all' aviatore o all' artigliere che per primo riuscirà ad abbattere un aereo nemico. Sottoscrivono, con mille lire ciascuno, l' associazione dei proprietari di case, i commercianti e gli industriali. Intanto i prezzi lievitano, il biglietto del tram dal 1914 al 1917 viene triplicato, la vita costa sempre di più e in città cominciano anche ad arrivare le prime colonne di profughi. Il pane è razionato: duecento grammi agli impiegati e quattrocento per gli operai. Molti convivono ormai anche con il timore di vedere presto le truppe nemiche sfilare per le strade di Milano. La guerra è dolore, è morte, è incertezza, miseria, ma per molte imprese si trasforma in prosperità. Gli operai aumentano sempre di più, sono 120 mila nel 1917, e le donne sostituiscono gli uomini che vanno al fronte in mille lavori e mansioni. La Breda negli stabilimenti di Sesto, Niguarda e Milano fabbrica proiettili, aeroplani, motori, cannoni, siluri. Non ci si può fermare. La Marelli produce magneti e le officine Romeo veicoli e motori d' aviazione. Un rumore che arriva da lontano. Dal cielo. E pensare che per molti quelle straordinarie macchine volanti erano un sogno meraviglioso Poi le bombe. La morte. L' incubo. ftettamanti@rcs.it.(http://archiviostorico.corriere.it) (Immagine: I bombardatori di Milano)




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FLIEGERKOMPANIE 17 (FLIK 17)

Ai primi di giugno del 1915 la neocostituita Flik 17 venne posta alle dipendenze del Landesverteidigungkommando Tirol (Comando della Difesa territoriale del Tirolo), montata su apparecchi Fokker per la ricognizione d'artiglieria e apparecchi Lloyd per le ricognizioni a distanza. A metà giugno venne dislocata, dopo alcune ricognizioni di campi non adatti presso la Mendola e il Bondone, sul campo di esercitazione a ovest di gardolo. Per la ricognizione d'artiglieria le venne messo a disposizione un campo di volo sull'altopiano di Folgaria, che utilizzò fino a metà luglio 1915. A metà febbraio 1916, insieme alle Flik 7 e 16, effettuò un incursione su Milano. Dal 20 maggio 1916 fu posta sotto la 11^ Armata. Il primo velivolo italiano abbattuto dal reparto, da un Lohner B.VII (17.36) con a bordo il tenente Rudolf Szepessy-Sokollu Baron e Negyes Reno, fu un Caudron. Nel marzo del 1917 fu trasferito all'unità l'asso Otto Jäger, che ai primi di maggio, dopo una serie di incidenti, ebbe le gambe rotte dall'impatto con un elica in rotazione. la sua carriera militare. Un'elica in rotazione è purtroppo rotto entrambe le gambe. Il 13 lug 1917, József Bacio della Flik 24 velivoli costrinse un Savoia-Pomilio etichettato SP 4530 SP2 della 26^ Squadriglia ad atterrare a Levico. Al combattimento partecipò anche il pilota della Flik 17, Karl Mayer con l'osservatore Erich Kuehne a bordo di un Hansa-Brandenburg CI. Dal luglio 1917 fu ridenominata 17D (Tratto da: L'Aeronautica italiana nella Grande Guerra, 2007, di Gerald Penz)


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CAMPO DI AVIAZIONE DI GARDOLO (TN)

Già dall’anno 1914 i tecnici dell’aviazione austriaca avevano individuato la possibilità di costruire nel comune di Gardolo un aeroporto militare e precisamente a nord dell’abitato di Roncafort. Nella primavera del 1915 iniaziarono i lavori per il livellamento del terreno. All’inizio furono costruite delle baracche di emergenza per rendere possibile alle prime squadriglie di operare, successivamente furono sostituite da hangar di ferro e legno. Vennero anche realizzati locali atti ad alloggiare la truppa, depositi per materiali, ecc. A protezione del campo erano poste diverse mitragliatrici antiaeree e sul Soprassasso una batteria di cannoni. La prima squadriglia ad arrivare a Gardolo, nel giugno del 1915, fu la Flik 17 comandata dal Capitano Eugen Steiner Goltl Edler Von Aurig a cui seguirono poi la Flik 7 - 10 - 23 - 101. Quasi tutti gli aerei presenti a Gardolo erano da ricognizione (c’erano solo pochi caccia) con compiti di osservazione aerea e di rilievi fotografici. (continua: vedi scheda)




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CAPRONI CA.300




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AEROPORTO DI AVIANO

Con l’entrata in guerra le Squadriglie del 1° Gruppo di Aviano furono subito in azione segnalando la presenza di truppe nemiche e iniziando i primi bombardamenti contro ammassamenti di truppe e contro batterie nemiche. Spettò ad un equipaggio della XIV Squadriglia Bleriot il primo avvistamento di un velivolo nemico e alla 3^ Squadriglia l’onore di avere il primo pilota ferito dal tiro dei fucili austriaci. Nell’agosto del 1916 Aviano divenne sede delle squadriglie del IV Gruppo Caproni ed un seguito anche dell’XI Gruppo. Al 1 gennaio del 1917 cinque delle nove squadriglie del IV Gruppo erano di stanza ad Aviano (2^, 3^, 4^ 6^ e 7^). Da Aviano partirono molte audaci azioni; Ricordiamo quella del 2 agosto 1916 quando 24 trimotori attaccarono in tre ondate successive la città di Fiume; quella del 2 agosto 1917 quando l’attacco fu portato contro la piazzaforte di Pola, e poi azioni su Trieste, Vippach, Lubiana, Idria, Assling e Villach, tanto per citarne alcune. Al 18 agosto 1917 al campo di Aviano erano stanziate le seguenti Squadriglie: 2^, 3^, 4^, 6^, 7^ e 15^. Il 31 ottobre 1917, a seguito del disastro di Caporetto, giunse l’ordine di abbandonare l’aeroporto. L’ultimo Caproni si levò in volo alle 18.00 per raggiungere Padova. Il campo fu occupato dagli austriaci che vi basarono i reparti da bombardamento notturno, le Flik 103/G, 104/G e 105/G (Da: Aviano Nido di Aquile, 1911-2001 di Carlo Lucchini)




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CA.478 "AQUILA ROMANA"




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1^ SQUADRIGLIA CAPRONI

Nata sul campo della Comina nell'agosto del 1915, compie la prima azione di guerra il 20 agosto con l'ordine di bombardare il campo di aviazione austriaco di Aisovizza. Il 31 ottobre 1917 l'unità ripiega sul campo di San Pelagio. L'ultima azione di guerra avviene nel pomeriggio del 30 ottobre 1918 con il bombardamento della rotabile Sacile-Pordenone.




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AEROPORTO LA COMINA (PN)




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AVIATIK (SALM)




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FOKKER E-III




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FLIK 4

A fine maggio 1915 fu schierata a sostegno della Flik 12 sul fronte isontino probabilmente a Rogatica come reparto operante a livello divisionale per l'osservazione e la direzione del tiro di artiglieria.Fu sul campo di Wippach, Santa Maria La longa dopo Caporetto, a Giai e Gajarine

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AEROPORTO DI GONARS

Gonars fu sede, durante la Grande Guerra, di uno dei numerosi campi d’aviazione realizzati dal Regio Esercito a ridosso del Fronte per consentire l’attività di volo delle Squadriglie che componevano la neonata Aviazione Militare. Il campo, la cui denominazione era “di Gonars”, in quanto il comando del reparto che lo occupava aveva sede in paese, sorgeva in un’area nota con il toponimo Vieris, situata in buona parte sul territorio del limitrofo comune di Bicinicco. Era una vasta area di terreni incolti a nord-ovest del paese compresa fra le strade che portano da Gonars a Gris (l’attuale strada provinciale n. 85) e da Gonars a Chiasiellis (strada sterrata). Le prime notizie certe di utilizzo dell’area dei Vieris da parte dell’aviazione risalgono al giorno in cui vi si trasferì la 4° Squadriglia da Ricognizione per Artiglieria (5 ottobre 1915). Il campo, sede della 4° Squadriglia (poi 44a) e per alcuni mesi della 3a(poi 43a), rimase operativo per i successivi due anni di guerra, fino al suo abbandono in seguito alla ritirata di Caporetto (dagli archivi parrocchiali risulta che i primi austriaci siano entrati a Gonars alle 15:00 del 30 ottobre 1917). L’area, di circa nove ettari, in cui sorgeva l’aeroporto comprendeva una zona utilizzata come “pista” per i decolli e gli atterraggi lunga circa 350 metri, larga 100 e con un orientamento di 040°-220°. Sui prati adiacenti alla pista sorgevano cinque aviorimesse in legno, una palazzina in muratura, una torretta di avvistamento ed altre costruzioni non identificate, presumibilmente baracche di legno




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4^ SQUADRIGLIA CAPRONI

Viene costituita il 17 ottobre 1915 a Pordenone e il 15 dicembre si trasferisce sul campo di Aviano. L'attività della squadriglia procede intensamente per tutta l'estate del 1916 battendo vie di comunicazione ed aeroporti nemici. Nel 1916 compie 43 voli bellici. Il 1 novembre 1917 l'unità si sposta sul campo di Padova e a fine anno raggiunge Ghedi. Il 28 gennaio si trasferisce a Verona, mentre il 14 maggio la troviamo a Cà degli Oppi. Il 1 novembre viene rischierata sul campo di Padova da dove supporta validamente le ultime azioni offensive delle truppe italiane. Nel 1918 compì 71 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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VENEZIA SANT'ANDREA

La disponibilità di un primo nucleo di piloti addestrati portò alla creazione di una scuola di pilotaggio a Venezia (1 febbraio 1913) che nel marzo seguente fu presa in carico dalla Regia Marina ed inaugurata il 25 aprile. (Direzione Generale di Artiglieria e Armamenti); battezzata “Squadriglia San Marco” l’unità disponeva di otto idro (un idro Ginocchio, tre Borel 100Hp, un Borel 80 Hp, due Curtiss Paulham 1912 e un Bréguet), sui quali si brevettarono per primi Brivonesi, Mendozza, Viotti e Cavalieri. In un primo tempo l’attività della scuola si svolge in Canale delle Vergini, presso l’Arsenale, ma poco dopo viene trasferita sul nuovo idroscalo realizzato nel canale del forte di S. Andrea, sull’isola delle Vignole, situato presso la bocca di porto del Lido. In quei primi anni d’attività è utilizzato anche l’adiacente idroscalo di Punta Sabbioni che, è ancora in uso quando l’Italia entra in guerra nel maggio 1915 ma poi viene abbandonato.




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CA.3 AEROSILURANTE




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LUIGI BRESCIANI 1880 - 1916

Luigi Bresciani nacque a Verona nel 1888. Il 17 settembre 1910 si laureò in ingegneria industriale e nel 1910 fu chiamato alle armi e dopo essere stato nominato Tenente del Genio Navale. Il 17 maggio 1914 Bresciani conseguì il brevetto di pilota militare presso la stessa Scuola di Aviazione di Venezia dove aveva ottenuto il primo brevetto. In quell’anno la Regia Marina organizzò le manovre per coordinare le operazioni della flotta con l’attività degli aerei e per mettere a punto l’utilizzo del mezzo aereo per l’avvistamento dei sommergibili. Il primo luglio del 1914 Bresciani fu promosso Capitano del Genio Navale e nominato Capo reparto aviazione dell’Arsenale di Venezia. Bresciani partecipò a diverse operazioni in Adriatico: Fu incaricato di modificare cinque trimotori Caproni per renderli idonei all’impiego marittimo. Bresciani invece di limitarsi a sostituire il carrello con dei galleggianti, modificò a tal punto il velivolo che ne ricavò un modello completamente diverso, che aveva in comune con il Caproni solo la formula trimotore con fusoliera a due travi. L’aereo alimentò subito grandi speranze nella Marina facendo ipotizzare la possibilità di costituirne diversi stormi per il bombardamento marittimo. L’urgenza dovuta alle necessità belliche per la quale la Marina aveva avuto bisogno di mettere il bombardiere in linea, aveva portato alla mancata effettuazione di alcune prove di rottura a terra e durante un volo di collaudo, Bresciani perì a causa di un incidente.




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IDROSCALO DI DESENZANO

Alla periferia orientale della cittadina sul Benaco fu stanziata dall'inizio del conflitto una sezione idrovolanti dotata di un velivolo Farman, che poi divenne la 1^ Squadriglia idrovolanti, dotata di velivoli FBA. L'idroscalo ospitò il reparto fino al novembre 1917 e poi, di nuovo un reparto di volo a partire dal giugno 1918 fino alla fine delle ostilità. Nel dopoguerra, dopo qualche anno di sostanziale abbandono, l'idroscalo balzò agli onori delle cronache quale sede della Scuola Alta Velocità, unità sperimentale della Regia Aeronautica per la messa a punto degli idovolanti da corsa.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELLUNO

L'aviosuperficie di Belluno fu realizzata a San Pietro al Campo dove si trova tuttora, tra la città e Ponte nelle Alpi e tra la strada regionale 50 ed il Piave. Essa ospitò le squadriglie 48a e 83a e dopo Caporetto diventò una base austriaca con le Flik 2D, 8D, 11D, 30J, 39D, e 53D.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI VILLAVERLA (VI)

Alla fine dell’estate del 1915 L’Esercito decise di allestire un campo di aviazioni ai piedi dell’altopiano di Asiago, identificando un vasto appezzamento appena fuori il paese di Villaverla, delimitato a sud dalla roggia Verlata, a ovest dalla strada che collegava Villaverla a Thiene e a est dalla Villa Cà Ghellina. Quest’aerea si presentava con una sufficientemente lunga e piana radura con fondo abbastanza compatto per consentire le operazioni di volo e in posizione logisticamente ideale. Nei primi mesi del 1917 il campo disponeva di una pista lunga quasi 800 metri, la caratteristica torre di osservazione in legno, tre grandi aviorimesse miste in legno e muratura e almeno due hangar del tipo Mercandino oltre una serie di baracche di legno adibite a officine e locali di lavoro.(Immagine da: C'C'era una volta un campo di volo.. di Luigino Caliaro)




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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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27^ SQUADRIGLIA

Nata il 1° aprile 1913 come 10° Squadriglia Farman e divenuta il 15 aprile 1916 27a Squadriglia Aeroplani. Durante quel conflitto la squadriglia compì 925 voli di guerra fra ricognizioni e bombardamenti. Sciolta il 29 novembre 1918 veniva ricostituita attorno al 1923.




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28^ SQUADRIGLIA

Già 11^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento diventa 28^ il 15 aprile 1916. Il 24 aprile si trasferisce a Villaverla nell'ambito del III Gruppo e va in azione sul fronte trentino. Alla fine di maggio si sposta sul campo di Bassano, mentre il 30 luglio è trasferita a Chiasellis riassegnata al I gruppo sul fronte isontino. Nel corso del 1916 effettua 340 voli di guerra, di cui 24 da bombardamento. Il 10 marzo 1917 arriva l'ordine di scioglimento e la squadriglia versa i vecchi Farman a Taliedo. Nel 1917 aveva eseguito 51 voli di guerra. Si ricostituisce a Arcade il 7 luglio 1917 e il 9 luglio è di nuovo a Chiasellis. Il 15 va a Santa Maria La Longa e il 17 entra in azione. Con la ritirata la 28^ viene rimandata a Tessera e il 9 novembre si sposta sul campo di Marcon. Il 3 febbraio 1918 riceve i primi SIA 7b1. Dopo il bombardamento del campo di Marcomn, il 24 luglio, la squadriglia si trasferisce a Malcontenta e rientra in azione alla fine di luglio con nuovi aerei. (da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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32^ SQUADRIGLIA


La 32^ Farman nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Villaverla. Il 4 luglio 1917 si trasferisce sul campo di S. Pietro in Gù. Il 24 febbraio 1918 l'unità va a Nove di Bassano dove in marzo finalmente si riequipaggia con gli S.P.3. Il 13 marzo però torna a San. Pietro in Gù. In aprile si riequipaggia con i SIA 7b ma ad aprile i voli sono sospesi e la squadriglia rimane inattiva per un breve periodo. (Immagine: I SIA 7b della 32^ con lo stemma di reparto, un cupido vestito col frac come un frequentatore di tabarin, tratto da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM).

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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CAUDRON G.4




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FELICE PORRO 1891 - 1975

Felice Porro nasce a Pavia l'8 ottobre 1891. Il 15 aprile 1916 fu assegnato, in qualità di osservatore, alla neocostituita 43ª Squadriglia, del V Gruppo, dotata di Caudron G.3 e basata sul campo d'aviazione di Gonars. Dall'autunno dello stesso anno, in qualità di capitano, assunse il comandò la 48ª Squadriglia, dell'VII Gruppo, dotata di bimotori Caudron G.4, basata sul campo d'aviazione di Belluno. Mantenne tale incarico fino alla rotta di Caporetto del novembre 1917, volando spesso come osservatore d'artiglieria a bordo dei velivoli, in particolare facendo coppia con Natale Palli, allora Capo pilota della squadriglia. In seguito fu assegnato alla 1ª Squadriglia Aeronavale al comando del maggiore Gabriele D'Annunzio. Il 27 febbraio 1918 eseguì, insieme al tenente Francesco Brach Papa, un bombardamento su Merano utilizzando un velivolo SIA 9B ancora in fase sperimentale.




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ALDO FINZI 1891 - 1944

(Legnago 1891-Fosse Ardeatine 1944) Motociclista sportivo e volontario di guerra, divenne pilota nel 1916 e partecipò nel 1918 al celebre volo su Vienna di Gabriele D'Annunzio. Nel dopoguerra aderì al fascismo, divenendo nel 1922 sottosegretario agli Interni e vicecommissario all'Aeronautica. Con questa duplice veste scrisse i provvedimenti che portarono nel marzo 1923 alla costituzione della Regia Aeronautica come arma indipendente. Allontanato dal governo nel 1924, in seguito al caso Matteotti, si ritirò a vita privata. Divenuto partigiano nel 1943, fu catturato dai tedeschi e fucilato alle Fosse Ardeatine.




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NATALE PALLI 1895 - 1923

Natale Palli si era arruolato a vent’anni nell’aviazione italiana, mettendosi subito in evidenza per le sue eccezionali doti di coraggio e di bravura come pilota. Combatté durante la prima guerra mondiale (1915-18) volando nei cieli del Tirolo, della Dalmazia, dell’Isonzo ecc. Ben presto divenne il pilota prediletto di Gabriele D’Annunzio che lo volle con lui nei leggendari voli su Fiume, su Pola e su Vienna.Rimasto in servizio alla fine del conflitto, portò a termine varie missioni per conto degli alti comandi della nostra aviazione. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. di Chambery.




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PIETRO MASSONI 1896 - 1956

Il Tenente di complemento Pietro Massoni, pilota militare dal 21 novembre 1915, fu assegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 87^ Squadriglia vi compì otto ricognizzioni strategiche una delle quali su Lubiana e alcune scorte ai Caproni Ca.3. Il 9 agosto partecipando al raid su Vienna, fu costretto all'atterraggio su un campo nemico in prossimità della capitale austriaca per un guasto al motore. Prigioniero tornò dopo la fine del conflitto.




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GIUSEPPE SARTI 1895 - 1953

Il Tenente di complemento Giuseppe Sarti, fu decorato con la Medaglia d'Argento al valor Militare per numerosi voli di ricognizione dal novembre del 195 all'agosto 1917. Ottenne anche la Croce di Guerra al Valor Militare. dal ssegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 48^ Squadriglia armata con i bimotori G.4, compì oltre 110 missioni di guerra. Nella primavera del 1918 arrivò presso la 87^ Squadriglia SVA. Partecipò al Volo su Vienna. Decorato con due , la prima per i voli fino al settembre del 1917, la seconda per aver partecipato al volo su Vienna.




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87^ SQUADRIGLIA

La squadriglia viene posta in formazione nell'agosto 1917 come 182^, fino a quando questo numero viene assegnato ai Ca.4 ed il reparto assume la denominazione di 87^ Squadriglia. Il 10 dicembre 1917 l'Ufficio Servizi Aeronautici del Comando Supremo, approva la costituzione di una squadriglia da ricognizione lontana montata sui veloci monoplani SVA. Formalmente la 97^ fu poi costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti ed altrettanti SVA "ad ali strette" sul campo di Ponte S. Pietro (Bg). Il nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano Alberto Masprone, è composto dai tenenti Giordano Bruno Granzarolo, Aldo Finzi ed Antonio Locatelli, coi sottotenenti Francesco Ferrarin, Carlo Fornasari, Alberto Grazzini, Lionello Marani e Guglielmo Vianini. La squadriglia composta essenzialmente da veneti per volontà del Comando Supremo, adotta il nome di "Serenissima" e sulle fusoliere degli SVA compare il gonfalone scarlatto della Repubblica di Venezia. L'unità è inizialmente basata a S. Pelagio, nei pressi di Padova, alle dipendenze del X Gruppo, ma il 21 febbraio riceve l'ordine di trasferirsi, eccetto la 3^ sezione, per ferrovia a Ghedi, alle dipendemze del XI Gruppo, come squadriglia autonoma del Comando Raggruppamento Squadriglie da Bombardamento. (Vedi scheda)




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IV SQUADRIGLIA

La IV Squadriglia Bleriot, allo scoppio della guerra viene dislocata da Padova a Bazzera, Mestre, a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia, dove arriva il 23 maggio. Per tutta la primavera e l’estate vola molto poco,, facendo al massimo uno o due voli di esercizio al giorno, mentre tre piloti su cinque sono comandati al campo scuola della Malpensa. La IV Squadriglia viene sciolta l’8 settembre, quando la difesa di Venezia passa ai Francesi. Era l’ultima squadriglia Bleriot. Una nuova IV Squadriglia Ricognizione e Combattimento nasce al campo della Comina il 18 gennaio 1916 ed è assegnata a Cavazzo Carnico dove si reca il 20 gennaio, prima e per molto tempo unica squadriglia ad operare nel settore della Carnia. Compie il primo volo di guerra il 21 febbraio 1916. Si trasferisce a Tolmezzo, ma non vola per il cattivo tempo fino al 18 marzo. Il 15 aprile 1916 viene ridenominata 29^ Squadriglia.(Da:I Reparti dell'aviazione italaiana nella Grande Guerra, di Roberto Gentilli, Paolo Varriale)

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VOLO SU VIENNA

« Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposto, al comando del maggiore D'Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1.000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5:50, dopo aver superato non lievi difficoltà atmosferiche, raggiungevano alle ore 9:20 la città di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti. Sulle vie della città era chiaramente visibile l'agglomeramento della popolazione. I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno ad alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener-Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia partì compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientrò al campo di aviazione alle 12:40. Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt. »(Dal Comunicato del Comando Supremo del 10 agosto 1918)




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GABRIELE D'ANNUNZIO 1863 - 1938

Scrittore, poeta, soldato, statista, esteta, Gabriele d'Annunzio interpreta, forse meglio di qualunque contemporaneo, il ruolo di protagonista dell'Italia dagli anni Ottanta dell'Ottocento agli anni Trenta del Novecento. In un tempo di sconvolgimenti politici, bellici e sociali, d'Annunzio fece della sua intera esistenza una manifestazione del "vivere inimitabile" e fra le sue intuizioni sta la scoperta delle potenzialità dei nuovi mezzi di trasporto come l'automobile e l'aeroplano. Fin dai primi e incerti esperimenti compiuti in Italia, il volo rappresentò per d'Annunzio un potente mezzo espressivo: per le valenze artistiche - in quanto massima esperienza di movimento nello spazio – e per le implicazioni più concrete sulla vita e sulla storia. Durante la Grande Guerra, d'Annunzio è interprete privilegiato della riscoperta del gesto individuale attraverso imprese aviatorie e navali in grado di trasmettere messaggi simbolici forti e pervasivi. Le imprese nel corso del primo conflitto mondiale sono tali da valergli la fama di "poeta aviatore", anche se è vero che egli non fu mai pilota e dovette sempre affidare a uomini di fiducia i comandi di volo.D'Annunzio è impegnato a favore dell'intervento italiano nel conflitto, e in seguito coinvolto in guerra come volontario. Il suo ruolo in aviazione è quello di ufficiale osservatore, ma sempre più rilevante diviene il suo contributo di ideatore e comandante di azioni aeree. Al 1915 risalgono i voli di d'Annunzio con lanci di volantini sulle città "irredente" di Trieste (7 agosto) e Trento (20 settembre). Alla fine del 1916 d'Annunzio ritorna a combattere e a volare. Nel 1917 l'esperienza di d'Annunzio in guerra si intreccia a quella dell'ingegnere Gianni Caproni, a capo di un'importante industria specializzata nella produzione di aerei per il bombardamento. Il "Volo su Vienna" è sicuramente l'impresa aviatoria più clamorosa fra quelle ispirate e condotte da d'Annunzio durante la Grande Guerra. L'idea di un'incursione aerea nei cieli della capitale nemica accompagna d'Annunzio sin dall'epoca del volo su Trento, nel settembre 1915, quando nasce il motto "Donec ad metam: Vienna!".




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PORDENONE

Durante la Prima guerra mondiale, l'Italia utilizzò l'aeroporto di Aviano (insieme a quello della Comina) come base delle Squadriglie da bombardamento, alle dipendenze del Comando Battaglione Aviatori di Pordenone e dotate di velivoli Caproni Ca300 e 450. La posizione strategica ne fece base principale per le missioni contro le forze austro-germaniche che combattevano sul Cadore, sul fronte dell'Isonzo, con azioni che si spinsero fino a Lubiana (febbraio 1916) e Pola (agosto 1917). Alla fine di ottobre del 1917, con la disfatta di Caporetto, gli Austro-Ungarici occuparono tutto il territorio fino al fiume Piave e presero possesso dell'aeroporto. Da esso partivano gli aerei austriaci diretti a bombardare, spesso di notte, le città italiane. Nei pressi dell'aeroporto medesimo, vicino a Forcate di notte vi atterrava la medaglia d'oro De Carlo che assieme al fido Bottecchia ( fratello del ciclista) ebbe un ruolo determinate, ai fini di spiare i movimenti delle truppe, poco prima della Battaglia del Solstizio ( giugno 1918). Gli equipaggi e gli aerei italiani efficienti vennero trasferiti sugli aeroporti intorno a Padova ed Abano Terme. Durante il conflitto, nell'arco del 1917, si distinsero due aviatori italiani, il capitano Maurizio Pagliano ed il tenente Luigi Gori, che con l'osservatore/navigatore Barbarisi condussero un'incursione non autorizzata in un'area non autorizzata, ma di grande successo, contro i cantieri navali austriaci di Pola in Istria. Tale azione venne ripetuta da Pagliano e Gori nell'agosto del 1917, con a bordo Gabriele D'Annunzio in persona. Con il poeta i due aviatori effettuarono innumerevoli azioni, tanto da essere ricordati nel Notturno come "l'eroica coppia alata". Il loro destino si compì il 30 dicembre del 1917, quando furono abbattuti vicino a Susegana (TV) dall'asso austro-ungarico Benno Fiala.

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ROBERTO PRUNAS

Prunas De Quesada Enrico Roberto, nato a Sassari il 28 luglio 1885. Capitano del genio navale partecipò alla guerra contro l’Austria e volontario prese parte alle esperienze del capitano Bresciani per il collaudo dell’idrovolante Bre. 1. (Nella foto: da sinistra Gravina, Bresciani, Prunas, Hemery. Archivio Giovanni Solli




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1^ SQUADRIGLIA

La 1^ Squadriglia Caccia nasce il 1 dicembre 1915 per trasformazione dall'8^ Nieuport di santa Caterina. Fa parte del Gruppo Squadriglie per la difesa di Udine. Nel mese di febbraio sostiuisce i Farman con i Bleriot XI. All'inizio del 1916 diviene autonoma. E' al comando del capitano Tacchini e tra gli altri, ha i piloti Baracca e Bolognesi. Il 15 aprile 1916 diventa la 70^ Squadriglia Caccia.


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7^ SQUADRIGLIA CAPRONI



La squadriglia si forma sul campo di Aviano il 26 gennaio 1916 e partecipa al bombardamento di Lubiana del 18 gennaio. Nel generale rischieramento dei reparti conseguente la ritirata la squadriglia si trasferisce a Marcon il 31 ottobre e poi, il 7 novembre , a Ghedi. Il 4 gennaio l'unità si porta sul campo di Padova. Il 22 luglio 1918 la squadriglia è trasferita al campo di Arquà Petrarca dove rimarrà fino al termine delle operazioni. Durante la guerra aveva compiuto 121 voli bellici. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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5^ SQUADRIGLIA CAPRONI



Viene costituita il 22 novembre 1915 ad Aviano e il 16 dicembre si trasferisce sul campo di Verona inquadrata nel III Gruppo. Inizia le operazioni il 10 gennaio 1916 bombardando il campo di aviazione di Gardolo. Nel 1916 esegue 45 bombardamenti, 50 voli di crociera e 6 ricognizioni sostenendo 12 combattimenti. Il 23 maggio 1917 la %^ si trasferisce sul campo della Comina per appoggiare le operazioni della dcima battaglia dell'Isonzo. Torna a Verona il 1 giugno. Il 3 ottobre 1917 la squadriglia si trasferisce ad Aviano. L'ultimo giorno di ottobre si rischiera a Padova con quattro velivoli Caproni. L'8 dicembre raggiunge Ghedi e torna a Padova nel gennaio 191 prima di essere spostata a San Pelagio.L'ultima missione di guerra avviene il 31 ottobre con con il bombardamento della rotabile Sacile-Pordenone. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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1^ SQUADRIGLIA FARMAN

Una nuova 1^ Squadriglia nasce a luglio a Pordenone, equipaggiata con Farman 1914 a motore Renault 80 Cv. Dapprima inquadrata nel III Gruppo il 23 agosto 1915 si trasferisce sul campo di Santa Maria La Longa nell’ambito del II Gruppo per ritornare al gruppo originale dopo pochi giorni. Il 25 agosto compie il suo primo volo di guerra con una ricognizione su Aisovizza del capitano Ferraro. Dopo il bombardamento austriaco di Brescia avvenuto nello stesso giorno, la 1^ Farman viene mandata d’urgenza alla difesa della città. Il 28 agosto effettua il primo volo di guerra da Brescia. Trasferita a Verona il 6 ottobre, compie il giorno successivo la prima azione . Il 20 e il 21 dicembre bombarda i baraccamenti a nord di Forte Por iniziando una serie di attacchi che la fanno diventare uno dei reparti di punta. Nel 1915 eseguì complessivamente 151 voli di guerra. Il 10 gennaio 1916 bombarda gli accampamenti nemici a Calliano e il 21 febbraio due velivoli hanno un breve scontro con un aereo nemico. Il 27 marzo decollano su allarme per contrastare un incursione e riescono ad attaccare un velivolo che fugge. L’inferiorità tecnica del Farman non permette di stare alla pari con i Brandemburg e i Lloyd nemici. Il 10 aprile un equipaggio ha un combattimento con due aerei nemici sul Monte Finocchio e uno viene forse colpito. Lo stesso giorno un aòtro velivolo ha un combattimento su Verona. Il 15 aprile la 1^ Farman diventa la 31^ Squadriglia. (tratto da: I Reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra. Gentilli e Varriale)
Nella foto il Ten. Cottino, caduto inn un incidente a Mantova il giorno del trasferimento a Verona.




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XII SQUADRIGLIA

La XII Squadriglia Farman (modello 1912), alla data dell’entrata in guerra si trovava a Verona per effettuare il passaggio sui Farman 1914 dotati di motore da 80 CV. Comandata dal cap. De Masellis il 6 giugno raggiunse il fronte sul campo di Asiago, a disposizione della 1^ Armata. Il primo volo di guerra fu compiuto il 12 giugno con una ricognizione. I Farman si dimostrano subito inadatti al teatro operativo in quota, giacchè alcuni non riescono neanche a sollevarsi in volo a causa della scarsa potenza motrice. Il 30 giugno la XII^ invia un velivolo ad intercettare la prima azione aerea nemica su Asiago. Il 20 settembre 1915 un aereo di questa squadriglia effettua un volo su Trento con un passeggero speciale, Gabriele D’Annunzio, che lancia messaggi sulla città irredenta. Il primo dicembre 1915 la squadriglia si sposta sul campo di Villaverla (Vi). Nel corso del primo anno di guerra effettuò 137 voli di guerra. Una sezione della squadriglia fu formata a Verona nel febbraio del 1916, prima di passare alla 1^ Squadriglia. L’unità divenne la 32^ Squadrigia Aeroplani il 15 aprile 1916. (Tratto da: I Reparti dell’aviazione italiana nella Grande Guerra, 1999, di Roberto Gentilli, Paolo Varriale).

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IDROSCALO DI TRIESTE




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASCINA FARELLO/BELIGNA

Realizzato nel febbraio del 1916, ad un chilometro a sud-est di Aquileia. Nel marzo vi arrivò la 2^ Squadriglia Nieuport, poi 71^. Fu poi la volta della 77^ Squadriglia. Anche la squadriglia francese del Lido di Venezia operò per una stagione da questo campo. Dopo Caporetto fu sede per breve tempo delle Flik 46F e 42J




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FERDINANDO BONAZZI 1886 - 1919

Ferdinando Bonazzi è nato a Reggio Emilia il 4 marzo del 1886. Dopo un periodo di studi si arruola al Regio Esercito. Assegnato alle armi di fanteria venne mandato in Libia dove si stava svolgendo la battaglia di Ettangi. Al termine della guerra ritorna a casa e chiese il brevetto per diventare un pilota e far parte del primo nucleo dei piloti italiani (Corpo Aeronautico Militare). Nel 1914 venne promosso capitano della 35ª Squadriglia Ricognizione con sede ad Asiago. Decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare gli venne inizialmente dedicato il Campo di volo di Campoformido. Alla sua memoria, nel 1939, venne intitolato l'Aeroporto di Reggio Emilia.




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