Il Fronte del Cielo - Osservazione e Ricognizione - 7.2 - Nascita di una specialità
La costituzione del Gruppo Squadriglie Aviatori per l'Artiglieria, avvenuta a Roma il 1° aprile 1915, si inquadra tra i provvedimenti adottati in rapida successione a partire dall'autunno dell'anno precedente per portare le forze armate del Regno, ed in particolare il Regio Esercito, ad un livello di preparazione rispondente alle esigenze di un sempre più probabile intervento nel conflitto in atto. Lo strumento a disposizione del generale Luigi Cadorna, da poco succeduto al generale Alberto Pollio nell' incarico di Capo di Stato Maggiore, soffriva infatti di carenze strutturali e materiali, causate sia dai limitati stanziamenti di bilancio degli anni precedenti sia dal logoramento subito nella pur vittoriosa campagna di Libia. Il complesso dei provvedimenti individuati come necessari per l'aviazione includeva la creazione di quattro magazzini avanzati di rifornimento presso le armate, quale anello intermedio tra il centro di mobilitazione di Cascina Malpensa ed i reparti, la sostituzione dei Farman MF1912 con il modello 1914, l'acquisizione di mezzi di trasporto per la trasformazione delle squadriglie da posizione in reparti mobili, la costituzione di squadriglie da ricognizione strategica, per le quali si dovevano acquisire 20 Caproni Parasol da 100 cv, di squadriglie da combattimento, previo l'approvvigionamento di 40 Voisin-Unne da 130 cv, di squadriglie da bombardamento, da equipaggiare con 12 esemplari dei nuovi plurimotori Caproni, ed infine di squadriglie da osservazione per l'artiglieria. Nell'ambito dell'attenzione rivolta al problema della ricognizione, in parte dovuta alle non ancora tramontate aspettative di guerra di movimento, un ruolo particolare veniva attribuito proprio a quest'ultima specialità. Era questa una conseguenza degli avvenimenti verificatisi sul fronte occidentale che ne avevano visto la prepotente affermazione già nelle fasi iniziali del conflitto. In sostanza dalla fine del 1914, in uno scenario che vede l'aeroplano operare soprattutto quale "occhio del comandante", sostituendosi in questo ruolo alla cavalleria, con il repentino ed inatteso passaggio da una guerra di movimento ad una guerra di posizione si deve registrare la sempre maggiore importanza dell'esplorazione minuziosa di settori del fronte e dell'osservazione del tiro rispetto all'esplorazione a largo raggio, inizialmente predominante. Ciò comporta anche il crescente impiego di mezzi tecnici sussidiari quali Ia fotografia, indispensabile per un esame accurato delle aree di interesse, e la radiotelegrafia, essenziale per la tempestiva trasmissione dell'esito delle osservazioni. L'attenzione con cui, attraverso i rapporti degli addetti militari, venivano seguite le vicende sul fronte occidentale, è la migliore dimostrazione di come le alte gerarchie del Regio Esercito, spesso tacciate di conservatorismo ed immobilismo, fossero invece orientate a trarre il massimo vantaggio dall'esperienza dei belligeranti. Che poi queste intenzioni non sempre abbiano avuto seguito è certamente vero, ma al riguardo bisogna considerare anche la preesistente situazione di crisi del Regio Esercito, da cui nasceva la necessità di soddisfare in breve tempo molteplici esigenze, ed il carattere innovativo del conflitto in atto, le cui caratteristiche smentirono le più accreditate previsioni. Fu proprio sulla base dei rapporti pervenuti che il 17 novembre 1914 l'Ispettorato Aeronautico inviò alla Direzione Generale di Artiglieria e Genio una lettera dal tenore estremamente significativo: "Le notizie finora pervenute circa le condizioni in cui si svolge la guerra attuale dimostrano il largo sviluppo che ha avuto il sussidio dell'aeroplano nell' impiego dell'artiglieria sia d'assedio come campale, per la necessità di giovarsi di tale osservatorio aereo sia nel cercare il bersaglio e significarlo, sia nell'osservare e regolare il tiro. Informazioni attendibili sia da parte tedesca come da quella francese assicurano che l'utilità di tale sussidio si è dimostrata in tal modo da esprimere il desiderio di avere sul campo di battaglia un aeroplano per ogni batteria. Si può ritenere come dato sicuro che in Francia si stanno allestendo ben 600 aeroplani a questo scopo. Della questione questo Ispettorato si era preoccupato fin dall'anno scorso favorendo l'impiego dell'aeroplano alla Scuola Centrale di Tiro di Nettuno e studiando le modalità per facilitarne l'impiego". Sulla base di queste premesse ed in considerazione della necessità di studiare senza indugio il problema per provvedere senza indugio ad una necessità sempre più impellente veniva trasmessa una "Memoria relativa all'istruzione di squadriglie d'aviazione specialmente addette all'artiglieria" in cui venivano per la prima volta affrontati tutti gli aspetti della questione, inclusi quelli finanziari, particolarmente delicati in un momento che vedeva il contemporaneo manifestarsi di tante disparate esigenze. Lo studio, individuati i compiti delle squadriglie nella scoperta e nella segnalazione di obiettivi defilati, nonchè nella direzione del tiro, si soffermava sull'opportunità che questi reparti fossero permanentemente addetti a tale specifico servizio, cosi da permetterne l'addestramento dedicato ed garantirne il tempestivo intervento a supporto dell'artiglieria, senza i ritardi che sarebbero inevitabilmente derivati da una diversa dipendenza.
In merito ai velivoli se ne individuavano le caratteristiche fondamentali nella capacità di far quota rapidamente e di atterrare e decollare in spazi ristretti, nella stabilità e nella visibilità, relegando in secondo piano l'autonomia, comunque non inferiore alle due ore, nell'ipotesi che le zone di operazione sarebbero state relativamente vicine alle basi di partenza. Veniva quindi affrontato il problema delle comunicazioni, in relazione sia al collegamento tra i campi di lancio e le posizioni dell'artiglieria, sia al dialogo tra I'aeroplano in volo ed i posti a terra. Nel primo caso la risposta veniva con chiarezza individuata nel ricorso al telefono, a strumenti di segnalazione ottici, a mezzi di trasporto rapidi, nel secondo lo studio rivela invece una qualche incertezza, probabilmente motivata dalla consapevolezza delle difficoltà esistenti, limitandosi a suggerire il lancio di messaggi nelle ricognizioni più complesse ed a raccomandare negli altri casi semplicità e brevità delle segnalazioni, da farsi sulla base di un cifrario da definire, utilizzando mezzi ottici "leggeri, poco ingombranti e di maneggio facile e sicuro". Evidenziata la necessità che lo scopo delle missioni fosse chiaramente definito, sulla base di indicazioni a carattere generale ottenute per altra via, venivano infine sottolineati due problemi strettamente collegati quali quelli dell'addestramento e dell'affiatamento con i reparti dell'arma per cui le squadriglie dovevano operare. Dal punto di vista organico veniva proposta la costituzione di una squadriglia per ogni armata, articolata in due o tre sezioni, ognuna con due velivoli pronti ed uno di riserva ed in grado di operare autonomamente, potendo cosi essere assegnata a questa od a quella unità d'artiglieria in funzione delle circostanze. Nel tempo questa organizzazione avrebbe dovuto essere ampliata fino ad arrivare a disporre di una di tali squadriglie per ciascun corpo d'armata. L'indisponibilità di personale e la difficoltà a reperire i mezzi necessari portavano però a suggerire di creare inizialmente solo un primo nucleo di formazione, creando una sola squadriglia sul modello di quella in costituzione a Piacenza per il parco d'assedio. Presso questa squadriglia, che dovrebbe dare origine alle altre e che potrebbe essere basata a Centocelle, dove esistono già infrastrutture aeronautiche, si sarebbero tenuti i corsi per il personale e le esercitazioni e le sperimentazioni indispensabili per definire nel dettaglio organizzazione, metodi e procedure di impiego. Nell'intento di disporre di materiale di volo moderno ed idoneo a soddisfare le esigenze della nuova specialità ci si era rivolti alla ditta Macchi, ordinando 30 esemplari del monoplano biposto Parasol, primo velivolo progettato dalla casa di Varese. Il numero di squadriglie da costituire, era stato fissato in cinque, due delle quali da approntare in aprile e le altre in maggio, riunite in un gruppo comandato da un ufficiale superiore d'artiglieria e basato inizialmente a Centocelle.
A fronte di un'esigenza di 170 piloti, dei quali 60 solo per le squadriglie d'artiglieria, ve ne erano disponibili soltanto 116 ed altri 86 avrebbero potuto essere pronti ad entrare in linea non prima di cinque o sei mesi. Ancora peggiore era la situazione degli osservatori in quanto, nonostante reiterate disposizioni, al corso sperimentale tenuto nel marzo 1914 non ne erano seguiti altri ed anzi si parlava di un ulteriore rinvio di quello pianificato nella primavera. Tutto ciò, considerate anche le deficienze in termini di materiale, carente sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo, e tenuto conto dei tempi necessari per porvi rimedio, faceva si che anche le 16 squadriglie di impiego generale previste dai piani di mobilitazione fossero in effetti indisponibili. Per fronteggiare i ritardi nella fornitura dei mezzi aerei necessari, ci si rivolse alla Francia per acquisire alcuni esemplari e la licenza di produzione del biplano Caudron G.3, che equipaggiava i reparti di artiglieria attivi su quel fronte. I primi 15 velivoli di questo tipo sarebbero stati consegnati in giugno e nello stesso mese venne presentato al collaudo anche il primo esemplare costruito dalla ditta AER di Torino sulla base di un contratto per la fornitura di un lotto iniziale di 40 macchine. Per quanto riguarda il personale ebbero nuovo impulso i già programmati corsi di osservazione aerea, da tenersi presso la 5^ Squadriglia di Busto Arsizio, la 6^ di Taliedo, la 7^ di Padova e la 9^ di Centocelle, montate su monoplani Nieuport le prime tre e su biplani Farman la quarta. A similitudine di quanto fatto oltralpe il compito di osservatore, ritenuto più delicato, venne riservato ai soli ufficiali, mentre era offerta anche ai sottufficiali ed alla truppa la possibilità di accedere ai corsi di pilotaggio. Nonostante tutto il problema del personale non potè essere risotto, rendendo cosi inattuabile il programma a suo tempo impostato. Malgrado ciò, ed in presenza di difficoltà non trascurabili anche nell'approvvigionamento dei materiali, causate delle limitate capacità dell'industria nazionale, venne deciso di procedere comunque alla creazione di un primo nucleo della specialità e il 18 marzo 1915 la Direzione Generale di Aeronautica decretava la costituzione sull'aeroporto di Centocelle, "in via di esperimento e provvisoria" ed a far data dal 1° aprile, di un gruppo di squadriglie di aviazione per l'artiglieria. Anche la definizione delle procedure da seguire rappresentava un altro problema da risolvere. Erano all'epoca in vigore le direttive a carattere generale che in uno scarno paragrafo dedicato alle segnalazioni per il tiro d'artiglieria diceva semplicemente: "...lo zenith delle postazioni sarà segnato usando la scatoletta di nerofumo in attesa degli apparecchi Donath, la segnalazione del risultato sarà fatta per ora mediante lancio di nastri od evoluzioni in volo". Si trattava di disposizioni generiche non indirizzate alle squadriglie di specialità che, del resto, a quella data ancora non esistevano. Una seconda circolare fu emessa a firma del maggiore Piazza, comandante del Reparto Manovra del Battaglione Aviatori. Le indicazioni fornite anche se più organiche e complete, hanno ancora un carattere provvisorio. Sulla base di esperienze effettuate presumibilmente presso la squadriglia d'assedio viene raccomandato di "usare primariamente le nuvolette di nerofumo (soltanto per indicare la direzione del bersaglio e per qualche altra comunicazione dal velivolo alla batteria) e speciali caratteristici viraggi in volo compiuti dall'aeroplano indicanti il risultato di ogni singolo colpo o salva fino al completo aggiustamento del tiro in direzione e gittata...". L'esecuzione di un segnale convenuto da parte del velivolo all'istante dell'eventuale sorvolo del bersaglio avrebbe poi permesso agli osservatori a terra di determinarne la direzione traguardando il velivolo e di calcolarne la distanza in funzione della quota di sorvolo prestabilita e dell'angolo zenitale corrispondente. Interessanti sono infine l'indicazione di usare comuni lenzuola di casermaggio distese al suolo per effettuare segnalazioni dalle batterie al velivolo ed il suggerimento, avanzato dal tenente colonnello Dohuet, di impiegare a bordo una pistola lanciarazzi Very, mezzo che non sarebbe però mai divenuto di uso corrente. Che tutti fossero consapevoli dell'esigenza di studiare per le squadriglie d'artiglieria in via di formazione procedure di impiego meno empiriche e più organiche, è comunque evidenziato dal fatto che le "Norme per l'impiego delle squadriglie aviatori" diramate in maggio escludessero di proposito qualunque riferimento a questo particolare servizio, precisando che disposizioni in materia sarebbero state diramate separatamente. Nel provvedervi la Direzione Generale d'Aeronautica si soffermò sui metodi da adottare per precisare la posizione dell'obiettivo rispetto ad un punto di riferimento prestabilito o ad una direzione di base ed all'osservatorio a terra, per il rilievo dei colpi in prossimità del bersaglio e per la determinazione delle correzioni, dettando in proposito minuziose disposizioni per l'osservatore, ma riprese nelle sostanza il contenuto delle preesistenti circolari per tutto ciò che si riferiva agli aspetti più propriamente aviatori. Venne in particolare affrontato piuttosto sommariamente il problema del dialogo tra il velivolo e le batterie, rimandando all'uso di un cifrario apposito, creato in via sperimentale proprio per le esigenze dell'osservazione del tiro e basato su fumate, segnalazioni luminose e manovre del velivolo. Non si chiuse però la porta a soluzioni diverse, convenute tra chi richiedeva la missione e chi la doveva eseguire, in grado di condurre più rapidamente all'aggiustamento del tiro e tali da permettere all'osservatore in volo di dirigerlo personalmente con efficacia, lasciando cosi intendere che le disposizioni emanate erano solo il primo passo di un lungo cammino.
Da: "Ali
sulle trincee, Ricognizione tattica ed osservazione aerea nell'aviazione
italiana durante la Grande Guerra, di Basilio Di Martino, 1999,
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare. Immagine: Macchi Parasol da:
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