Il Fronte del Cielo - Osservazione e Ricognizione - 7.4 - Il 1916

Il 1916 consentì oltre al completamento della linea di velivoli nel numero di sette per squadriglia, anche la diffusione degli apparati radio e delle macchine fotografiche montate in posizione ventrale. Gli apparecchi forniti consentirono la diffusione della fotografia aerea con passaggio dalle macchine prospettiche alle macchine planimetriche, cioè ad una maniera diversa di inquadrare l'obiettivo: nel primo caso con una macchina cosidetta a pistola perchè lo scatto avveniva con un sistema simile, nel secondo caso la macchina planimetrica prendeva un immagine parallela al suolo da posizione ventrale sotto il velivolo. Uno dei problemi di questi primi eroici tempi era la scarsità di lastre a disposizione e il fatto che i caricatori contenessero all'inizio solo qualche lastra, che sarebbero diventate in seguito ben 48 con ricaricamento manuale ma automatizzato con lo scatto. Fu Giulio Dohuet a promuovere una macchina a pellicola che offriva enormi possibilità per la quantità di scatti che consentiva in una unica ricognizione, che tuttavia giunse troppo tardi. I laboratori di sviluppo delle lastre erano in genere a livello di comando di corpo d'armata; tuttavia, una volta consegnate e sviluppate le fotografie dovevano essere interpretate per poter fornire tramite gli uffici ITO (Informazioni Truppe Operanti, facenti parte della struttura informativa dell'esercito) le informazioni al comandante che doveva prendere decisioni operative. Nel gennaio del 1916 cominciarono ad avere successo i voli di supporto all'artiglieria raggiungendo rapidamente un'adeguata efficienza, fatti salvi naturalmente dei casi particolari che mettevano in luce come la diffusione della comprensione del mezzo aereo non fosse sufficiente. Nel marzo del 1916 il Comando Supremo riassunse le esperienze dei mesi precedenti per riorganizzare la materia della ricognizione aerea, poichè sentiva la necessità di "disciplinare il servizio di ricognizione e osservazione aerea" e "in particolare a quello dell'artiglieria" dato che la prova della guerra aveva posto problemi, ma confermato il ruolo dell'aviazione. Le fotografie,osservava la circolare, "analizzate con ingrandimento, mettono in evidenza particolari che sfuggono all'osservatore in volo". Fu ribadita la separazione dei ruoli tra le squadriglie assegnate alle armate cui competeva la ricognizione strategica ad ampio raggio e quelle assegnate ai corpi d'armata, destinate a "ricognizioni di portata limitata ma persistenti e molto minuziose". Il 15 maggio 1916 il settore montano difeso dalla 1^ Armata fu investito da una poderosa offensiva austriaca che raggiunse l'obiettivo della sorpresa startegica perchè mancarono conferme dei rapporti dell'Ufficio I della 1^ Armata, puntualmente contestati dall'Ufficio Situazioni e Operazioni del Comando Supremo che si arrogava la funzione che doveva essere dell'Ufficio Informativo del Comando Supremo. L'offensiva ebbe due fasi distinte, la prima dal 15 maggio al 4 giugno con lo sfondamento delle linee di difesa italiane e il successivo arresto dell'avanzata austro-ungarica, la seconda dal 5 al 18 giugno caratterizzata dal progressivo esuarimento dell'attacco e la successiva ritirata. L'alba del 15 maggio 196 trovò la 46^ Squadriglia articolata su due distaccamenti, uno a Verona, con due sezioni Farman, l'atro ad Asiago con una sezione Caudron/Farman. In aprile la 46^ aveva effettuato alcune missioni di ricognizione nella zona di Riva e nel settore Luserna-Vezzena. Qui era stata osservata e documentata fotograficamente un intensa attività, consistente sia in movimenti di truppe sia nell'esecuzione di lavori di approccio. Tre velivoli partono la mattina del 15 maggio dal campo di Asiago alla ricerca del grosso calibro che ha aggiustato il tiro sulla cittadina. L'intervento dei velivoli tenta anche di determinare la consistenza e le intenzioni delle forze austro-ungariche con ricognizioni su Monte Rovere e Vezzena e sulla zona Luserna-Costa Alta. Il 19 maggio si abbandona il campo di Asiago e la 46^ deve ripiegare a Nove di Bassano. Nel frattempo anche il distaccamento di Verona era entrato in azione provvedendo a rilevare la posizione di batterie posizionate sullo Zuech e sul Creino. In questo breve periodo la 46^ compie un notevole sforzo totalizzando alla dta del 22 maggio ben 98 sortite. Il 25 maggio un Farman inviato in ricognizione nella zona del Col Santo-Pasubio-Zugna Torta_marco viene abbattuto presso Ala e il 2 giugno un altro velivolo dello stesso tipo fu attaccato e seriamente danneggiato da caccia austriaci.

Il 20 giugno, ricevute una nuova sezione Farman il distaccamento veronese inizia un ciclo di missioni mirato al rilievo fotografico di tutta la linea avversaria fronteggiante le posizioni del III Corpo d'Armata dal Tonale al Garda. Entro il 15 luglio sono così effettuate 22 ricognizioni scattando un totale di 108 fotografie. Il distaccamento di Nove è invece chiamato ad agire nel quadro dei violenti combattimenti che infuriano nel settore Gallio-Posina. Nella seconda metà di giugno il VII Gruppo venne rinforzato dalla 42^ e dalla 43^ Squadriglia, rischierate rispettivamente presso Trissino e Castello di Codego. Anche la 46^ fu ulteriormente rafforzata con la temporanea cessione di una sezione Caudron. L'arrivo delle nuove squadriglie fu l'occasione per una riorganizzazione del servizio d'artiglieria, imposto anche dallos chieramento assunto dalla 1^ Armata e dall'intenzione di riprendere non appena possibile l'iniziativa delle operazioni in chieve offensiva. Il 14 giugno i mezzi aerei furono così ripartiti: la 46^ Squadriglia su 3 sezioni operante dal campo di Castenedolo assegnata al III Corpo d'Armata, al V fu assegnata la 42^ di Trissino su due sezioni, al Corpi X, XIV e XXIV le tre sezioni della 46^ distaccate a Nove, mentre al XVIII e la XX Corpo d'Armata la 43^ Squadriglia su 2 sezioni di stanza a Castello di Codego. Come conseguenza le Squadriglie 42^ e 43^ Squadriglia si trovarono ad agire l'una nel settore Pasubio-Altopiano di Tonezza, l'altra prima nella parte nord-orientale dell'Altopiano di Asiago, quindi trasferita il 9 luglio sul campo di Feltre, sopratutto nel settore Brenta-Cismon. Benchè giunte da una zona di operazioni con caratteristiche totalmente diverse furono ben presto in gardo di entrare in azione, eseguendo un totale di 40 misisoni, quasi tutte di rigognizione,prima di rientrare alla 3^ Armata tra il 20 e il 22 luglio. Di particolare rilievo l'attività svolta in giugno dalla 43^ Squadriglia per individuare le batterie campali nella regione M. Cucco-Cheserle, completamente nascoste agli osservatori terrestri. Ai comandi d'artiglieria viene raccomandato di utilizzare l'aeroplano per eseguire sì ricognizioni in campo tattico ma sopratutto per dirigere il tiro contro bersagli nascosti agli osservatori terrestri o per i quali gli stessi hanno difficoltà a rilevare le deviazioni dei copli. In proposito viene affermato a chiare lettere che il mezzo aereo, se impiegato in modo opportuno, potrebbe fornire in certi settori un rendimento ben maggiore, come provano i risultati già ottenuti da quei comandi d'artiglieria che se ne sono saputi servire. Le operazioni dell'estate 1916 segnarono una svolta importante. L'intervento dell'aeroplano da osservazione cominciò infatti ad essere richiesto con sempre maggiore fiducia man mano che i fatti confermavano la validità delle sue segnalazioni. Nel mese di luglio, stabilizzatosi il fronte, venne iniziato dal distaccamento di Nove un metodico lavoro di ricognizione fotografica indispensabile per consentire alle artiglierie di svolgere un azione efficace, dato il carattere dominante delle posizioni austriache. Le fotografie sviluppate e stampate presso le squadriglie erano analizzate dall'osservatore combinadole nella loro successione e tenendo conto sia dell'esito di precedenti ricognizioni sia delle altre informazioni disponibili. Su queste basi venivano elaborati dei lucidi, in scale 1:25000 o addirittura 1:10000, sovrapponibili alle carte topografiche di pari scala, sui quali erano riportati con segni convenzionali tutti gli elementi dell'organizzazione difensiva avversaria.

Per soddisfare le esigenze di un fronte esteso quale quello trentino, il 25 luglio la 46^ Squadriglia venne sdoppiata con la trasformazione del distaccamento di Nove in 49^ Squadriglia. Non appena ristrutturato il campo di Feltre vi fu trasferita una sezione della 46^, che con altre 3 sezioni a Castenedolo copriva tutto l'arco del fronte dal Tonale alla Val Lagarina. Il quadro delle attività dell'aviazione per l'artiglieria in Trentino si completa ricordando l'azione della 48^ Squadriglia di Belluno. Operante sul fronte della 4^ Armata fu impegnata nelle azioni offensive estive sui Lagorai e in autunno nel settore delle Alpi di Fassa. Per le caratteristiche orografiche del settore di impiego, tipicamente di alta montagna, la 48^ Squadriglia fu la prima unità a ricevere in dotazione il bimotore Caudron G.4 e fu anche l'unica squadriglia completamente equipaggiata con questa macchina. I primi due esemplari arrivarono a Belluno il 23 giugno.


Da: (1) "Ali sulle trincee, Ricognizione tattica ed osservazione aerea nell'aviazione italiana durante la Grande Guerra, di Basilio Di Martino, 1999, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare; (2) "L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale" Atti del convegno Roma 21-22 novembre 2007, La nascita e lo sviluppo dell'aviazione da ricognizione, di Alessandro Massignani. Aeronautica Militare - Ufficio Storico. Immagine. Ten. Pilota Pietro Massoni 1916 (Per gentile concessione della famiglia Galetto)


 
L'Esordio La 4^ Squadriglia

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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GIULIO DOUHET 1869 - 1930

Ufficiale di artiglieria, poi di Stato maggiore, studiò elettrotecnica al politecnico di Torino; maggiore, comandò un battaglione di bersaglieri, poi (1912-1915) il primo battaglione aviatori costituito in Italia. Nel 1915 era capo di Stato maggiore della 5a divisione; nel 1917, colonnello, scrisse due memoriali sulla condotta della guerra in atto; poiché le sue opinioni si rivelarono in più punti contrastanti con quelle del comando supremo, il D. lasciò il servizio attivo. Ribadì i propri concetti in un'Autodifesa e in alcuni articoli sul Popolo Romano. In congedo raggiunse il grado di generale di divisione. Tra gli altri scritti del D. ricordiamo: Difesa nazionale, Diario critico della guerra, Torino 1923, voll. 2; Sintesi critica della grande guerra: Probabili aspetti della guerra futura (1ª ed., Palermo 1928), raccolti ora nel volume Le profezie di Cassandra, a cura di G. Pàntano, Genova 1931. Ma l'opera che più di ogni altra caratterizza il pensiero del D. è Il dominio dell'aria (Roma 1921) in cui, precorrendo i tempi, propugnò la necessità di un'armata aerea potente, libera da legami organici con le aviazioni ausiliarie per l'esercito e per la marina, e capace di assolvere da sola compiti specifici. Il D. fu in Italia il primo (1920) a sostenere, in articoli nel Dovere (il settimanale da lui pubblicato a sue spese) che si dovesse degnamente onorare un "Milite ignoto". (tratto da www.treccani.it)


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CAUDRON G.3




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AEROPORTO DI TOMBETTA DI VERONA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman da ricognizione comandata dal Capitano Musellis. Partita la squadriglia nel giugno del 1915 e stabilitasi ad Asiago, il campo rimase libero e nell'agosto-settembre successivo vista la necessità di aumentare sensibilmente il numero di squadriglie in quel di Verona, si mise mano a diverse altre costruzioni di hangars, tanto nella pista di Tombetta quanto nel Capo di Marte, prossimo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e confinante con l'altro campo. Il 16 dicembre 1915 giunse da Aviano la 5^ Squadriglia da bombardamento Caproni che iniziò le operazioni belliche il 10 gennaio 1916 con una missione sul campo austriaco di Gardolo (Trento). Verso la fine del 1916, ultimati i lavori, il campo poteva ospitare 6 o 7 squadriglie. Il campo era limitato a nord dalla ferrovia, ad est dalla strada per Rovigo e Mantova che divergevano proprio davanti a Forte Porta Nuova. La strada per Mantova delimitava il campo a ovest. Lo spazio destinato alla pista da volo, in terra battuta, era sistemato lungo il lato maggiore del campo, in direzione est-ovest. I fari della stazione radioelettrica erano sistemati al fondo della pista di involo. Numerose le missioni degli equipaggi di Tombetta ha battere le posizioni austo-ungariche, in particolare sulle Giudicarie, sulle linee della Valle Isarco e sui campi di aviazione trentini, come Pergine, dove il 16 aprile del '16 trovò la fine un Farman italiano. L'aeroporto fu impiegato per tutto il conflitto ed ospitò numerosi reparti come la 1^ squadriglia Farman, dal 6 ottobre 1915. Nel 1916 sul campo erano schierate, oltre alla già menzionata 5^, la 30^ e la 31^ Squadriglia Farman, la 73^ e la 75^ Squadriglia Caccia. Nel 1917 arrivò anche la 9^ Squadriglia Caproni. Il campo di Tombetta fu demolito agli inizi degli anni '20 per far posto alla nuova stazione di Porta Nuova.




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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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AEROPORTO DI ASIAGO

Nei primi mesi di guerra la piccola aviosuperficie allora esistente era l’avamposto dell’aviazione italiana, ospitando fin dal 1915 una squadriglia di “Farman”. Fu presto abbandonato perchè troppo a ridosso del fronte




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AEROPORTO DI FELTRE




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AEROPORTO DI SANTA GIUSTINA (BL)


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AEROPORTO DI NOVE DI BASSANO (VI)

Nel mese di maggio 1916era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. La base era situata lungo la riva destra del Brenta all'altezza dell'attuale ponte per Cartigliano. Fu sede delle squadriglie 46a Farman e 49a Caudron per l'artiglieria e delle squadriglie 26a, 33a, 115a e 139a da ricognizione, nonché della 79a squadriglia da caccia. Nei primi mesi del 1918, il campo sarà assegnato ai francesi che vi opereranno con varie formazioni: AR22, AR254, BR221, SOP206 e 214.87 Con il loro ausilio i transalpini colmeranno i vuoti di uomini e mezzi accusati dall'aviazione italiana a causa delle perdite subite. A partire da marzo alcuni reparti francesi torneranno oltralpe, ma resteranno le squadriglie AR22 e AR254.


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46^ SQUADRIGLIA


Già 6^ Squadriglia di artiglieria, di stanza a Verona, questa unità assume la nuova denominazione il 15 aprile del 1916. Le viene assegnata la ricognizione della zona fra lo Stelvio e il Pasubio. E' formata da due sezioni di Farman a Verona con sei aerei e un distaccamento ad Asiago con una sezione Farman e una Caudron.Il 20 maggio 1916 la sezione di Asiago si sposta a Nove di Bassano, mentre le sezioni di Verona vanno a Castenedolo. L'11 luglio la 46^ va a Villaverla e il 25 luglio, il distaccamento di Nove diviene la nuova 49^ Squadriglia. La 46^ distacca una sezione a Feltre fino a fine anno, mentre il resto della squadriglia ritorna a Castenedolo. L'unità viene sciolta nel luglio 1917. (immagine: Un Farman Colombo della 46^ squadriglia. Nei primi mesi del conflitto gli aerei italiani non portavano le coccarde sulle ali superiori. da: I Reparti dell'Aviazione Italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELLUNO

L'aviosuperficie di Belluno fu realizzata a San Pietro al Campo dove si trova tuttora, tra la città e Ponte nelle Alpi e tra la strada regionale 50 ed il Piave. Essa ospitò le squadriglie 48a e 83a e dopo Caporetto diventò una base austriaca con le Flik 2D, 8D, 11D, 30J, 39D, e 53D.




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CAUDRON G.4




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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43^ SQUADRIGLIA


La 3^ Squadriglia Artiglieria diventa il 15 aprile 1916 la 43^ Squadriglia sulla base di Medeuzza. Il 12 giugno si trasferisce improvvisamente dal fronte carsico al Trentino e si stanzia a Castel di Godego. Il 12 luglio si sposta al campo di Feltre. Ritorna in Friuli il 23 luglio al campo di Sammarderchia sul fronte isontino della 3^ armata. In dicembre si trasferisce al campo di Bolzano del Friuli. Nel corso del 1916 esegue 254 voli di guerra. Il 23 settembre 1917 la squadriglia si trasferisce a Medeuzza, dove viene sciolta il 15 otobre 1917. Aveva volato con i Caudron G.3 e successivamente G.4. (immagine: Un Caudron della 43^ squadriglia con l'equipaggio di cui fa parte il caporale Vincenzo Contratti, da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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42^ SQUADRIGLIA

La 42^ squadriglia su Caudron G.3, già 2^ squadriglia Artiglieria, cambia numerazione il 15 aprile 1916 basata sul campo di Risano, presso Udine. Il 12 giugno 1916 viene improvvisamente spostata a Trissino, sul fronte trentino per rispondere all'offensiva nemica. Torna a Risano-Chiasottis il 23 luglio sul fronte della 3^ armata per la conquista di Gorizia. Nel corso del 1916 compie 370 voli di guerra, con 48 osservazioni di tiro e 322 ricognizioni. Al 1 gennaio 1917 è a Medeuzza e riceve una sezione di G.4. La 42^ viene sciolta il 15 ottobre 1917 dopo aver effettuato 850 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI TRISSINO (VI)

Nel maggio del 1917 la 50^ Squadriglia su Farman Colombo, cominciava ad operare sul nuovo campo di Trissino. Al reparto era in forza anche Amedeo Mecozzi che poi ritroveremo alla 78^ Squadriglia. Il campo che sino alla fine di luglio ospitò solo la 50^, era sistemato sulla riva destra dell'Agno a fianco del paese e sovrastato dalla villa Marzotto. Rimarrà in quella posizione anche dopo il conflitto, sino agli anni '60. La struttura si trovava all’ingresso del paese dopo il ponte vecchio sull’Agno, sulla destra, dove ora vi sono le scuole medie e le piscine. Vi stanziavano soldati italiani, inglesi e francesi. Il comando militare inglese aveva sede nella villa Da Porto, ora Marzotto. Il campo d’aviazione militare aveva un hangar in muratura dove il VII gruppo aeroplani (che fu costituito il 20 aprile 1916 come nuovo gruppo per l’artiglieria) si trasferì da Verona il 19 giugno 1916. Alla fine del 1916, proveniente da Feltre, si era stanziata la 46° squadriglia con velivoli FARMAN che serviva l’artiglieria pesante per le ricognizioni fotografiche in un teatro di operazioni di alta montagna particolarmente difficile. Il 10 maggio 1917 dalla 46° squadriglia si forma la 50° squadriglia assegnata al V corpo d’armata con due aerei FARMAN, poi rinforzati da un terzo. Successivamente i cinque piloti e sei aerei FARMAN, faranno parte del III gruppo e saranno assegnati al X corpo d’armata. Nel mese di maggio del 1917 la squadriglia eseguì 12 ricognizioni oltre a numerosi voli d’esercizio (per un totale di 42 ore di volo sull’Ortigara) servendo il XXVI corpo d’armata con ricognizioni e bombardamenti. Il 31 luglio 1917 la 50° squadriglia si trasferì da Trissino a Villaverla ma rimase ferma un mese per mancanza di apparecchi. (da: Tra Berici & Lessini, di Dina Tamiozzo)


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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTELLO DI CODEGO (TV)

Nel giugno del 1916 è operativo anche il campo di Castello di Godego, presso il quale si insedia la 43a Squadriglia Farman. La sua posizione è a poco più di un chilometro ad est del centro abitato. Vi si accede dal lato destro della strada che porta a Vallà. La base di Castello di Godego farà parte del complesso dei campi di fortuna previsti nella rotta aerea Torino - Pordenone per la consegna velivoli al fronte. Oltre alla 43a, ospiterà anche le squadriglie 35a, 27a e 48a con gli indistruttibili Caudron.


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49^ SQUADRIGLIA

Unità formata sul campo di Nove di Bassano il 191 luglio 1916 con elementi delle tre sezioni della 46^ lì lasciati. E' equipaggiata con nove Caudron G.3 al comando del capitano De Sanctis. A metà agosto riceve una sezione farman e continua ad operare per il rilevamento delle posizioni nemiche. Nel corso del 1916 la 49^ esegue 110 voli di guerra. La squadriglia è sciolta il 17 agosto 1917 avendo eseguito solo 87 voli bellici nel 1917. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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II SQUADRIGLIA

Costituita a Pordenone il 26 maggio 1915 su Macchi Parasol si mobilita il 2 luglio: A metà novembre si converte sul più sicuro Caudron e a fine anno passa sul campo di Chiasottis (Risano). Nel corso dell'anno effettua 247 voli di guerra. A metà marzo del 1916 si trasferisce a Sammardenchia e poi a fine mese a Risano. Il 15 aprile 1916 assume la nuova designazione di 42^ Squadriglia. (Tratto da: I Reparti dell’aviazione italiana nella Grande Guerra, 1999, di Roberto Gentilli, Paolo Varriale).

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