Il Fronte del Cielo - Osservazione e Ricognizione - 7.5 - L'anno di Caporetto

L’organizzazione dell’aviazione italiana raggiunse un livello rispettabile nel corso del 1917, con 44 squadriglie presso l’esercito operante e un programma di ampliamento piuttosto ambizioso che prevedeva di portare a 30 le squadriglie di artiglieria. Ma il comando delle squadriglie fu sciolto nell’aprile del 1917 con la sottomissione delle squadriglie ai comandi d’aeronautica di armata e la perdita della connotazione con una conseguente diversificazione dei compiti che furono ampliati portandoli alla ricognizione tattica, osservazione del tiro e collegamento con la fanteria. La ricognizione ebbe una diversa denominazione riferita al proprio livello con squadriglie di armata cui competeva l’esplorazione strategica e quelle di corpo d’armata limitate alla sfera tattica. Pur nelle sue forme roboanti, in una circolare del maggio 1917 il comandante (da fine marzo) dell’Ufficio Servizi Aeronautici Maggior Generale Andrea Maggiorotti metteva in chiaro che: “ (…) la ricognizione è la missione più utile, più necessaria, direi quasi più santa, ed è essa in special modo che giustifica la creazione dell’Arma, perché essa è quella che guida i poderosi colpi delle nostre bocche da fuoco e guida gli slanci delle nostre truppe” riconoscendo così il ruolo fondamentale di questa forma di attività aerea anche rispetto alle altre cui il comandante dell’Ufficio Servizi Aeronautici dedicava meno spazio nel suo scritto. L’”Istruzione sul servizio di ricognizione” coincide come data di diffusione con l’inizio della decima batttaglia dell’Isonzo, una delle maggiori operazioni del Regio esercito nella prima guerra mondiale, istruzione che confermava come strumenti della ricognizione la tavoletta quadrettata per l’individuazione degli obiettivi e dei colpi e il radiotelegrafo per comunicare i dati con un apposito codice, nonché la macchina fotografica. La circolare precisava altresì che la fascia tattica dei corpi d’armata andava dai 15 ai 20 chilometri, mentre le ricognizioni più profonde a livello quindi strategico erano ordinate dalle armate e dal Comando Supremo. La 10^ offensiva dell’Isonzo, una delle due ultime grandi offensive isontine di Luigi Cadorna, lanciata nel maggio, fu appoggiata dall’attività di ricognizione che provvide ad acquisire uno studio preliminare del terreno mentre le migliori ed esperte squadriglie furono assegnate al servizio di artiglieria, adeguatamente protette dalla caccia che sostenne parecchi scontri; il solo II Gruppo, a nord del Vippacco, ebbe 127 combattimenti e 10 abbattimenti. Era strutturato su 5 squadriglie e una sezione da ricognizione, 2 squadriglie e 3 sezioni da caccia ( 21^, 22^, 40^ e 27^ a Campoformido, 30^ Farman a Chiasellis). Il VI Gruppo, ( 41^, 45^, a Oleis, 24^ e 29^ a Cavazzo Carnico), era dotato di 4 squadriglie da ricognizione. Con la 3^ Armata operò invece il I Gruppo con 6 squadriglie da ricognizione e 2 squadriglie e una sezione da caccia. Vi era inoltre il V Gruppo che intervenne nella battaglia con le vecchie Squadriglie d'Artiglieria 42^, 43^ e 44^. Il servizio d'artiglieria fu fornito dalla 41^ e 45^ Squadriglia. Due appaiono i dati più rilevanti dell’offensiva nel suo aspetto aereo: le 86 sortite  effettuate per dirigere il fuoco dell’artiglieria soprattutto con vecchi aerei Caudron G.3 non facilmente sostituibili dal Savoia Pomilio, dati i problemi che questo velivolo continuava a mostrare,  e l’uso esteso della fotografia aerea per preparare l’offensiva come per controllare lo stato delle difese sempre più profonde e complesse. L'estate del 1917 è anche l'estate dell' Ortigara, dal nome della brulla montagna che simboleggia e riassume in sè, il sacrificio della 6^ Armata. Vi parteciparono le squadriglie del VII Gruppo ( 32^ e 49^ Squadriglia, a Nove di Bassano) ma anche unità sottratte alla 1^ (50^ Squadriglia a Trissino, 24^ Squadriglia a Casoni, Sezione Farman della 48^) e alla 4^ Armata.

La successiva offensiva d’agosto, meglio nota come Battaglia della Bainsizza, fu la copia della 10^, con lo svantaggio del manifestarsi della crisi delle eliche del Pomilio che non arrivavano in numero sufficiente e che soffrivano di carenze di lavorazione, con immaginabili conseguenze, ma anche con i problemi dell’ormai vetusto Caudron G.3. Tuttavia furono compiuti dalla 2^ Armata ben 915 voli di ricognizione, compresi quelli effettuati prima della battaglia per lo studio del terreno, e 300 come servizio di artiglieria. Le perdite furono relativamente alte, 50 velivoli colpiti e 30 incidentati per avarie ai motori. La 3^ Armata del Duca d’Aosta che era assai meno cospicua della 2^ del Generale Capello, ebbe naturalmente meno velivoli a disposizione e portò a termine 220 missioni di ricognizione e 97 di artiglieria. Provenienti dai Centri di Formazione arrivarono in questo periodo al fronte dell'isonzo le Squadriglie 27^, 28^, 33^ e 36^ tutte su S.P.3. Mentre ancora cadevano le granate sulla Bainsizza, due nuovi velivoli SIA 7B da ricognizione arrivarono a Campoformido per la valutazione, che fu nel complesso positiva. Tuttavia una volta entrati in produzione si rivelarono un completo fallimento progettuale ma soprattutto di lavorazione, al punto da far chiedere al Comandante Superiore di Aeronautica, Generale Bongiovanni la loro radiazione dal servizio. Con questi arrivi e con la ridistribuzine di alcune squadriglie, la composizione dei Gruppi della 2^ e 3^ Armata fu profondamente modificata. Alla vigilia della battaglia, il II Gruppo a Campoformido aveva perso la 30^ Farman sciolta l'11 luglio, la 111^ SAML destinata in Macedonia, conservando le squadriglie Savoia Pomilio 21^, 22^ e 40^ in aggiunta alla nuova 33^. L'altro gruppo della 2^ Armata, il VI, univa alle squadriglie 41^ e 45^ di Oleis, e a quelle di Cavazzo Carnico ( 24^, 29^, sezione della 113^ e sezione della 83^, le squadriglie di nuova formazione 27^ e 36^ entrambe su S.P.3 a Chiasellis e Oleis. Delle squadrilie da ricognizione, tutte su S.P.3 ad eccezione della 45^ Farman e 132^ Pomilio, alla fine di lugllio soltanto sei, 21^, 22^, 35^, 40^, 41^, 45^, erano dotate di stazioni radiotelegrafiche di borso e nella misura massima di 5 velivoli per squadriglia. In totale erano defficienti e disponibili solo 34 macchine. Nell'Armata del Duca d’Aosta il servizio di corpo d'armata fu affidato al V Gruppo, articolato nelle squadriglie 42^, 43^ e 44^ Caudron G.3, 28^, 38^ e 39^ SP. Nel mese di settembre il Comando Supremo fu costretto a rivedere la propria posizione rispetto alle squadriglie di artiglieria, constatato che esse servivano; di conseguenza il 20 ottobre, alla vigilia di Caporetto, furono reintrodotte le squadriglie di artiglieria dedicate, con un progetto di inserimento di una squadriglia per corpo d’armata e due per armata, da equipaggiare con il sunnominato SIA 7B, con il nuovo S.P.4 e con osservatori d’artiglieria. L’organico previsto era di nove velivoli con 9 piloti e 18 osservatori, compresi 6 allievi. La ricognizione fu affidata a due squadriglie per armata, ognuna strutturata su 12 velivoli con 12 piloti e 12 osservatori.

 Quando avvenne la rottura del fronte, l’attività dell’aviazione da ricognizione divenne frenetica sia per cercare di raccogliere notizie sui movimenti dell’avversario sia per attaccare le colonne nemiche avanzanti allo scopo di frenarle, e subendo in questo sforzo rilevanti perdite. Il 27 ottobre caduto Monte Maggiore e la terza linea di difesa, fu ordinato l’abbandono dei 14 campi di aviazione schierati verso l’Isonzo con la conseguente perdita di molto materiale e di molti velivoli a causa del carattere di staticità che la guerra aveva assunto in tutto il periodo precedente e la difficoltà di trasferimento di tutti i velivoli e i materiali nella fiumana della caotica ritirata della 2^ Armata. La ritirata complessiva coinvolse 22 campi di aviazione e la perdita di oltre 100 velivoli tra quelli abbandonati e quelli persi in azione o per incidenti. La riorganizzazione fu abbastanza rapida, se si considera che, di fatto fuori combattimento l’elefantiaca 2^ Armata, i mezzi disponibili di quest’ultima vennero assegnati alla 4^ il cui compito era la difesa del tratto più delicato del fronte, ovvero il massiccio del Grappa. Una grave perdita furono i materiali di trasmissione, ma i collegamenti furono rapidamente rimessi in funzione. Con la 4^ Armata si schierarono il II, il VI e il XII Gruppo Aeroplani e i Gruppi Sezioni Aerostatiche II e VII; il I, V e XIII Gruppo Aeroplani e i Gruppi III e IV Sezioni Aerostatiche furono posti alle dipendenze della contigua 3^ Armata che si era schierata lungo il Piave. In coincidenza con la fine della ritirata furono gonfiati i palloni per riavviare l’attività sulla linea d’arresto del Grappa-Piave. Le squadriglie da ricognizione, ora in generale dotate di S.P.3, ma tutt’altro che a pieni organici, effettuarono la mappatura fotografica delle linee austriache oltre il Piave con particolare attenzione alle artiglierie e offrirono rapidamente interessanti missioni di assistenza al tiro d’artiglieria contro le passerelle sul Piave, che furono costantemente sorvegliate per la loro importanza nello stabilire e sostenere le teste di ponte austriache.


Da: (1) "Ali sulle trincee, Ricognizione tattica ed osservazione aerea nell'aviazione italiana durante la Grande Guerra, di Basilio Di Martino, 1999, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare; (2) "L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale" Atti del convegno Roma 21-22 novembre 2007, La nascita e lo sviluppo dell'aviazione da ricognizione, di Alessandro Massignani. Aeronautica Militare - Ufficio Storico. Immagine. Caudron G.3 1917 (Per gentile concessione della famiglia Galetto)


 
1916 1918

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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41^ SQUADRIGLIA


La 1^ Squadriglia Artiglieria, il 15 aprile 1916, diventa 41^ Squadriglia. Equipaggiata con i Caudron G.3 è di stanza a Risano. L'8 agosto va a Bolzano del Friuli. Nel corso del 1916 esegue 468 voli di guerra. Il 1 gennaio 1917 è a Oleis. Nel corso del 1917, per la crisi dei materiali, compie solo 129 voli di guerra. Praticamente si scioglie nell'ottobre 1917 al Centro di formazione di Ghedi.

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44^ SQUADRIGLIA

La 4^ Squadriglia Artiglieria diventa il 15 aprile 1916 la 44^ Squadriglia sulla base di Gonars. Nel corso del 1916 esegue 402 voli di guerra di cui 106 osservazioni del tiro. Verso la metà del 1917 riceve alcuni bimotori G.4. Il reparto viene sciolto il 10 novembre 1917. Nel corso del suo ultimo anno compiva 125 voli di guerra. da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAUDRON G.3




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38^ SQUADRIGLIA

Quasi pronta per la mobilitazione nell'agosto 1916 la prima 38^ su Farman, diventa invece 101^ per la difesa di Bari. Una nuova 38^ è costituita a Taliedo nel dicembre 1916 su Savoia Pomilio S.P.2 e si mobilita agli inizi del 1917, cioè il 30 gennaio a Campoformido. Inizia i voli di guerra da Risano il 4 marzo 1917. Nel settembre si converte interamente sullo S.P.3, si ritira, dopo Caporetto attraverso Arcade fino a Ponte San Pietro (Bg). Il 3 novembre viene rimandata in linea a Ca' Tessera e inizia a riequipaggiarsi sul SIA 7b. Nel corso del 1917 effettua circa 150 voli di guerra. Il velivolo è problematico e gli incidenti falcidiano il reparto. Ad aprile viene dotata del nuovo modello SIA 7b2 ma le cose non migliorano. Il 28 maggio 1918 si sposta a Malcontenta e si impegna nel corso della battaglia del Piave. A giugno la squadriglia inizia a convertirsi sul Pomilio. Vola anche con i velivoli inglesi Re.8. Nel corso dell'ultimo anno di guerra compie 291 voli bellici, che portano il totale a 433. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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LUIGI CADORNA 1850 - 1928

Nominato capo di stato maggiore nel luglio 1914, impose all'esercito una dura disciplina militare e fu destituito dopo la disfatta di Caporetto (nov. 1917). Senatore dal 1913, dopo la guerra fu collocato a riposo e nominato maresciallo d'Italia (1924). Nel luglio 1914 fu chiamato a sostituire il gen. A. Pollio come capo di stato maggiore, durante i dieci mesi di neutralità si adoperò a restituire all'esercito l'efficienza necessaria per partecipare, occorrendo, alla guerra. Entrata l'Italia in guerra (1915), C., perseguendo una tattica di logoramento dell'avversario, si pose in difensiva dallo Stelvio al medio-alto Isonzo e passò all'offensiva nella regione isontina. I principali successi ottenuti sotto il suo comando (caratterizzato peraltro da durissima disciplina e da scarsa considerazione delle esigenze umane del soldato) furono: l'arresto dell'offensiva austriaca nel Trentino (primavera 1916), la conquista di Gorizia, dovuta a un'improvvisa azione ad oriente, e la vittoria alla Bansizza (estate 1917). L'offensiva di Caporetto (ott. 1917) costrinse C. a ordinare il ripiegamento dello schieramento orientale dell'esercito dietro il Piave. Lasciato il comando l'8 nov. 1917 in seguito a questi avvenimenti e sostituito dal gen. A. Diaz, fu nominato membro del Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, ma nel febbr. 1918 fu richiamato in Italia, a disposizione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto, e nel 1919 collocato a riposo. Senatore del Regno dal 1913, nel 1924 fu nominato maresciallo d'Italia. (www.treccani.it)




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AEROPORTO DI CAMPOFORMIDO

L’attività di volo in Friuli con i più pesanti dell’aria ha inizio sul campo de La Comina nel 1910. Nel 1911 viene costruito, nel campo di San Quirino dalla Società milanese Helios, il monoplano “Friuli”. Il 9 luglio 1911 il primo aeroplano sorvola la città di Udine dopo essere decollato dalla Piazza d’Armi cittadina. Il pilota è il palmarino Alfredo Cavalieri titolare del brevetto italiano n° 17. Alle 06.45 del 31 luglio 1913 atterra il primo aeroplano a Campoformido. E’ il Bleriot del Cap. Gino Zanuso che prende terra nei prati di San Canciano. Per tutto il 1913 i prati di San Canciano sono sede di attività aeronautica addestrativa da parte delle unità di volo del Battaglione Aviatori del Regio Esercito Nel 1915 il conflitto per l’Italia è inevitabile e vengono condotte delle prove di mobilitazione generale. La Direzione Generale per l’Aeronautica incarica il S.Ten. Pilota Giulio Laureati di individuare in Friuli i terreni più idonei per ospitare dei campi d’atterraggi Laureati segnala, nei pressi di Campoformido , quattro distese prative: Due nei pascoli di San Canciano, Una fra Bressa e Campoformido e una posta a 1 Km da Campoformido. Il 18 maggio 1915 a Campoformido iniziano ad insediarsi le Squadriglie italiane con velivoli monoplani Nieuport , poi sostituiti dai biplani Farman 1914 e dai Nieuport 10. Alle originarie aviorimesse in legno si uniscono hangar metallici, in cemento armato e muratura. Alle squadriglie da ricognizione e da caccia, si affiancano quelle da bombardamento equipaggiate con i Caproni Ca.3. A seguito dello sfondamento della Conca di Plezzo ,i campi di volo di Campoformido e Santa Caterina vengono abbandonati. Viene distrutto tutto il possibile. Le aviorimesse in legno vengono date alle fiamme e i velivoli inefficienti resi ulteriormente inservibili o incendiati . Nel 1918, l’aeroporto, occupato dalle truppe austriache diviene sede di Squadriglie da addestramento, scuola di volo per piloti e osservatori, deposito di materiali aeronautici e sede di supporto per unità aeree di passaggio. Dopo un anno ha termine l’occupazione austroungarica e il 1 novembre 1918 gli ultimi reparti di volo nero crociati lasciano Campoformido. (tratto da "Il Cielo di Campoformido, di Roberto Bassi)


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AEROPORTO DI CASONI DI MUSSOLENTE (VI)

A giugno del 1917 risultava in attività anche il campo di Casoni di Mussolente che era stato ricavato in un'ampia zona agricola a sudest dell'abitato ed tra la strada che conduce verso ca' Rainati (lato sud), l'attuale via Aeroporto - chiamata allora «strada Nuova» (lato est) e Villa Bergamo, conosciuta a quell'epoca come Villa Barbieri. Il campo aveva una larghezza di 400 m. Era una base organica è molto usata per la vicinanza con il monte Grappa. Qui ebbero sede le squadriglie: 26a bis (conosciuta per avere come insegna un fumetto allora in voga e il motto «come ti erudisco il pupo»), 22a, 24a, 36a, 62a, 113a, 114a, 132a e 133a. I reparti che però più segnarono la storia di questo aeroporto furono la coppia di squadriglie 76a e 81a, che seppero battersi ottenendo risultati anche migliori di altri reparti più noti.(Immagine dal sito http://www.pfarrout.com/index.html)


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LUIGI BONGIOVANNI 1866 - 1941

Nato a Reggio Emilia è stato un generale e politico italiano. Dopo gli studi all'Accademia militare di Torino, fu nominato sottotentente di Artiglieria. Entrato nel Corpo di Stato Maggiore come capitano, partecipò dal 1901 al 1905 alla missione italiana in Giappone. Tra il 1911 e il 1912 partecipò con il ruolo di Capo di Stato Maggiore della seconda divisione speciale alla guerra italo-turca, guadagnandosi la promozione a tenente colonnello nel novembre del 1912. Nel 1914 fu inviato a Berlino come addetto militare, ruolo che ricoprirà fino all'anno successivo. Nel 1915, dopo che fu promosso colonnello, partecipò alla prima guerra mondiale con il ruolo di capo di Stato Maggiore del sesto e poi del secondo corpo d'armata, meritandosi numerosi riconoscimenti e la promozione a maggior generale. Esercitò il ruolo di comandante della brigata Firenze sul fronte dell'Isonzo, mentre comandò la terza divisione nelle battaglie di Kuk – Vodice e Bainsizza. Divenuto capo del settimo corpo d'armata il 7 ottobre 1917, partecipò alla battaglia di Caporetto difendendo la dorsale del Kolovrat. Nell'estate del 1919 fu preposto al comando del Corpo di spedizione italiano in Anatolia. Nel 1922 fu nominato governatore della Cirenaica, mantenendo tale carica fino al 1924. Nel 1929 fu nominato senatore del Regno d'Italia. Morì a Roma nel 1941. Fu amico di Gabriele D'Annunzio con il quale ebbe una corrispondenza epistolare.

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22^ SQUADRIGLIA


Formata ad Arcade nel febbraio 1917 giunge uin zona di guerra il 2 marzo sull'aeroporto di Campoformido. Era dotata di S.P.3 e compì la sua prima missione bellica il 23 aprile con un volo su Cormons. Ritirata dopo Caporetto si trasferisce il 27 ottobre ad Aviano, mentre il 31 raggiunge Ghedi. Già il 3 novembre è rispedita in linea a Istrana assegnata al XII Gruppo. All'armistizio la 22^ è a Casoni con quattro PE. Nel corso del 1918 ha effettuato 195 voli di guerra.(Immagine: Un Pomilio PE della 22^. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI VOLO DI CAVAZZO CARNICO (BL)




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AEROPORTO DI NOVE DI BASSANO (VI)

Nel mese di maggio 1916era entrato in funzione il campo di Nove di Bassano. Anche questo aeroporto venne allestito per supportare il settore degli altipiani particolarmente colpito in primavera. La base era situata lungo la riva destra del Brenta all'altezza dell'attuale ponte per Cartigliano. Fu sede delle squadriglie 46a Farman e 49a Caudron per l'artiglieria e delle squadriglie 26a, 33a, 115a e 139a da ricognizione, nonché della 79a squadriglia da caccia. Nei primi mesi del 1918, il campo sarà assegnato ai francesi che vi opereranno con varie formazioni: AR22, AR254, BR221, SOP206 e 214.87 Con il loro ausilio i transalpini colmeranno i vuoti di uomini e mezzi accusati dall'aviazione italiana a causa delle perdite subite. A partire da marzo alcuni reparti francesi torneranno oltralpe, ma resteranno le squadriglie AR22 e AR254.


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27^ SQUADRIGLIA

Nata il 1° aprile 1913 come 10° Squadriglia Farman e divenuta il 15 aprile 1916 27a Squadriglia Aeroplani. Durante quel conflitto la squadriglia compì 925 voli di guerra fra ricognizioni e bombardamenti. Sciolta il 29 novembre 1918 veniva ricostituita attorno al 1923.




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50^ SQUADRIGLIA


Viene costituita il 10 maggio 1917 dalla seconda sezione della 46^, di base a Trissino con velivoli Farman. Il 31 luglio 1917 va a Villaverla ma rimane ferma un mese per mancanza di apparecchi. Cessa le attività dal servizio di guerra il 7 ottobre e viene impiegata in un corso di addestramento per allievi osservatori. Il 25 novembre va da Villaverla a Verona ma viene sciolta l'11 novembre 1917. (Immagine: Il Farman Colombo MF 2692 della 50^ squadriglia nell'agosto del 1917 - Longoni. da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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32^ SQUADRIGLIA


La 32^ Farman nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Villaverla. Il 4 luglio 1917 si trasferisce sul campo di S. Pietro in Gù. Il 24 febbraio 1918 l'unità va a Nove di Bassano dove in marzo finalmente si riequipaggia con gli S.P.3. Il 13 marzo però torna a San. Pietro in Gù. In aprile si riequipaggia con i SIA 7b ma ad aprile i voli sono sospesi e la squadriglia rimane inattiva per un breve periodo. (Immagine: I SIA 7b della 32^ con lo stemma di reparto, un cupido vestito col frac come un frequentatore di tabarin, tratto da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM).

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LUIGI CAPELLO 1859 - 1941


Nato a Roma, durante la Prima guerra mondiale si distinse guidando le sue truppe in una serie di costose offensive sul fronte dell'Isonzo che si conclusero con limitati successi tattici soprattutto a Gorizia e sulla Bainsizza. Assegnato al comando della II Armata, venne sorpreso nelle fasi iniziali della battaglia di Caporetto e non riuscì a fermare l'avanzata del nemico prima di essere costretto a cedere il comando per seri motivi di salute. Considerato responsabile della disfatta, non ritornò più in servizio. Nonostante la sconfitta, Luigi Capello è stato ritenuto uno dei migliori generali alleati della prima guerra mondiale[1]; dotato di una personalità dominante e di un carattere irrequieto e passionale, il generale dimostrò intelligenza e capacità tattica e strategica. Dotato di grande spirito offensivo, prescrisse una serie di attacchi frontali che costarono elevatissime perdite ai suoi soldati, ma secondo lo scrittore Mario Silvestri egli fu, per perspicacia, spirito d'iniziativa e capacità di analisi, "di gran lunga il migliore dei comandanti d'armata dell'esercito italiano"[2]. Dopo la fine della Grande Guerra, si accostò in un primo tempo al Fascismo per poi divenirne fermo oppositore ed essere coinvolto nel 1925 nel fallito attentato contro Mussolini organizzato dal deputato social-unitario Tito Zaniboni

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33^ SQUADRIGLIA

Già 2^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento di Campoformido, equipaggiata con velivoli Farman, diventà 33^ il 15 aprile 1916. Impiegata nella difesa di Udine compie, nel 1916, 1105 voli di guerra. Viene sciolta il 5 maggio 1917, dopo aver compiuto 185 voli nell'anno. La 33 bis si forma a San Pelagio su S.P.2 e S.P.3 nel luglio 1917. Il 14 settembre passa al VII Gruppo e si trasferisce a Nove di Bassano. Il 1 novembre va a Villaverla, il 12 a San Piero in Gu e il 13 dicembre di nuovo a Nove di Basssano. Nel corso del 1917 effettua 92 missioni di guerra di cui 30 dopo la nuova formazione. A metà maggio 1918 inizia a riequippaggiarsi con i SIA 7b. Il 1 luglio 1918, è sempre basata a San Piero in Gù. Compie l'ultima azione di guerra il 2 novembre con un bombardamento su Levico. Complessivamente nel conflitto aveva eseguito 1644 voli di guerra. Fu sciolta il 6 febbraio 1919. (Da: I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Roberto Gentilli, Paolo Varriale. Ufficio Storico AM) le Sezioni aerostatiche ebbero un ruolo importante. Il 4 novembre 1918 le sezioni campali erano 44. (Tratto da: I più leggeri dell'aria: Dirigibili e Palloni 2012, di Basilio Di Martino)

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46^ SQUADRIGLIA


Già 6^ Squadriglia di artiglieria, di stanza a Verona, questa unità assume la nuova denominazione il 15 aprile del 1916. Le viene assegnata la ricognizione della zona fra lo Stelvio e il Pasubio. E' formata da due sezioni di Farman a Verona con sei aerei e un distaccamento ad Asiago con una sezione Farman e una Caudron.Il 20 maggio 1916 la sezione di Asiago si sposta a Nove di Bassano, mentre le sezioni di Verona vanno a Castenedolo. L'11 luglio la 46^ va a Villaverla e il 25 luglio, il distaccamento di Nove diviene la nuova 49^ Squadriglia. La 46^ distacca una sezione a Feltre fino a fine anno, mentre il resto della squadriglia ritorna a Castenedolo. L'unità viene sciolta nel luglio 1917. (immagine: Un Farman Colombo della 46^ squadriglia. Nei primi mesi del conflitto gli aerei italiani non portavano le coccarde sulle ali superiori. da: I Reparti dell'Aviazione Italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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28^ SQUADRIGLIA

Già 11^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento diventa 28^ il 15 aprile 1916. Il 24 aprile si trasferisce a Villaverla nell'ambito del III Gruppo e va in azione sul fronte trentino. Alla fine di maggio si sposta sul campo di Bassano, mentre il 30 luglio è trasferita a Chiasellis riassegnata al I gruppo sul fronte isontino. Nel corso del 1916 effettua 340 voli di guerra, di cui 24 da bombardamento. Il 10 marzo 1917 arriva l'ordine di scioglimento e la squadriglia versa i vecchi Farman a Taliedo. Nel 1917 aveva eseguito 51 voli di guerra. Si ricostituisce a Arcade il 7 luglio 1917 e il 9 luglio è di nuovo a Chiasellis. Il 15 va a Santa Maria La Longa e il 17 entra in azione. Con la ritirata la 28^ viene rimandata a Tessera e il 9 novembre si sposta sul campo di Marcon. Il 3 febbraio 1918 riceve i primi SIA 7b1. Dopo il bombardamento del campo di Marcomn, il 24 luglio, la squadriglia si trasferisce a Malcontenta e rientra in azione alla fine di luglio con nuovi aerei. (da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)




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30^ SQUADRIGLIA

Già 6^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento Farman basata a Chiasellis, la 30^ nasce il 15 aprile 1916 al comando del capitano Olivo. Il 25 aprile l'unità è sul campo di Tombetta di verona, assegnata al fronte della 1^ armata. Tra i suoi piloti Antonio Locatelli, Dell'Oro, Ancillotto. La 30^ darà all'Aeronautica Militare tre Medaglie d'Oro e un capo di stato maggiore. Il 21 luglio 1916 il reparto ritorna a Chiasellis. Durante il 1916 aveva effettuato 302 voli di guerra sostenendo 15 combattimenti. Viene sciolta il 15 luglio 1917. Il 5 ottobre 1918 inizia a Riva di Chieri la formazione di una nuova 30^, ma la sua costituzione viene sospesa il 7 dicembre successivo. (da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI OLEIS (UD)

Il Campo di Oleis nacque sulla strada per Cividale, dove alla fine del 1915 troviamo la 1^ e la 5^ Squadriglia Artiglieria su velivoli Caudron G.3. Il 28 marzo 1916 vi giunse la 7^ Squadriglia Artiglieria. Con la nuova numerazione, al 1 maggio le squadriglie presenti sono la 45^ e la 47^ Caudron. Oleis fu anche la sede del VI Gruppo. Al 1 agosto 1917 il campo ospita la 41^ Squadriglia su SP e la 45^ su Farman, mentre al 1 ottobre la 41^ risulta sostituita dalla 36^. (Fonte Piero Sorè, L'Aviazione del Nord-Est, Apostolo Editore)

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132^ SQUDRIGLIA

Formata nel luglio 1917 a Padova ed equipaggiata con i nuovi Pomilio PC và al fronte nella stessa estate a Campoformido assegnata alla 3^ Armata. Dopo Caporetto ripiega ad Aviano e il 30 olttobre a Casoni di Mussolente (Vi). Il 17 febbraio 1918 si trasferisce a Isola di Carturo a disposizione della 4^ Armata e riceve i nuovi apparecchi Pomilio PE. In totale la 132^ compì 275 voli di guerra.

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43^ SQUADRIGLIA


La 3^ Squadriglia Artiglieria diventa il 15 aprile 1916 la 43^ Squadriglia sulla base di Medeuzza. Il 12 giugno si trasferisce improvvisamente dal fronte carsico al Trentino e si stanzia a Castel di Godego. Il 12 luglio si sposta al campo di Feltre. Ritorna in Friuli il 23 luglio al campo di Sammarderchia sul fronte isontino della 3^ armata. In dicembre si trasferisce al campo di Bolzano del Friuli. Nel corso del 1916 esegue 254 voli di guerra. Il 23 settembre 1917 la squadriglia si trasferisce a Medeuzza, dove viene sciolta il 15 otobre 1917. Aveva volato con i Caudron G.3 e successivamente G.4. (immagine: Un Caudron della 43^ squadriglia con l'equipaggio di cui fa parte il caporale Vincenzo Contratti, da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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42^ SQUADRIGLIA

La 42^ squadriglia su Caudron G.3, già 2^ squadriglia Artiglieria, cambia numerazione il 15 aprile 1916 basata sul campo di Risano, presso Udine. Il 12 giugno 1916 viene improvvisamente spostata a Trissino, sul fronte trentino per rispondere all'offensiva nemica. Torna a Risano-Chiasottis il 23 luglio sul fronte della 3^ armata per la conquista di Gorizia. Nel corso del 1916 compie 370 voli di guerra, con 48 osservazioni di tiro e 322 ricognizioni. Al 1 gennaio 1917 è a Medeuzza e riceve una sezione di G.4. La 42^ viene sciolta il 15 ottobre 1917 dopo aver effettuato 850 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI TRISSINO (VI)

Nel maggio del 1917 la 50^ Squadriglia su Farman Colombo, cominciava ad operare sul nuovo campo di Trissino. Al reparto era in forza anche Amedeo Mecozzi che poi ritroveremo alla 78^ Squadriglia. Il campo che sino alla fine di luglio ospitò solo la 50^, era sistemato sulla riva destra dell'Agno a fianco del paese e sovrastato dalla villa Marzotto. Rimarrà in quella posizione anche dopo il conflitto, sino agli anni '60. La struttura si trovava all’ingresso del paese dopo il ponte vecchio sull’Agno, sulla destra, dove ora vi sono le scuole medie e le piscine. Vi stanziavano soldati italiani, inglesi e francesi. Il comando militare inglese aveva sede nella villa Da Porto, ora Marzotto. Il campo d’aviazione militare aveva un hangar in muratura dove il VII gruppo aeroplani (che fu costituito il 20 aprile 1916 come nuovo gruppo per l’artiglieria) si trasferì da Verona il 19 giugno 1916. Alla fine del 1916, proveniente da Feltre, si era stanziata la 46° squadriglia con velivoli FARMAN che serviva l’artiglieria pesante per le ricognizioni fotografiche in un teatro di operazioni di alta montagna particolarmente difficile. Il 10 maggio 1917 dalla 46° squadriglia si forma la 50° squadriglia assegnata al V corpo d’armata con due aerei FARMAN, poi rinforzati da un terzo. Successivamente i cinque piloti e sei aerei FARMAN, faranno parte del III gruppo e saranno assegnati al X corpo d’armata. Nel mese di maggio del 1917 la squadriglia eseguì 12 ricognizioni oltre a numerosi voli d’esercizio (per un totale di 42 ore di volo sull’Ortigara) servendo il XXVI corpo d’armata con ricognizioni e bombardamenti. Il 31 luglio 1917 la 50° squadriglia si trasferì da Trissino a Villaverla ma rimase ferma un mese per mancanza di apparecchi. (da: Tra Berici & Lessini, di Dina Tamiozzo)


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SIA 7b


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SAVOIA POMILIO S.P.3


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24^ SQUADRIGLIA

Viene costituita nel febbraio del 1917 su velivoli S.P.2 e assegnata al campo di Cavazzo Carnico. Il 7 giugno è trasferita a Casoni per partecipare all'offensiva sull'Ortigara e ritorna a Cavazzo dal 21 luglio. Dopo Caporetto viene inviata nelle retrovie per essere ricostituita. Nel 1917 eseguì 179 voli di guerra. Ricostituita a Ghedi nel febbraio del 1918 con i velivoli SIA 7b torna in zona di guerra a Cavazzo il 2 marzo 1918. Viene divisa in tre sezioni, la 1^ a Marcon, la seconda a Casoni, e la terza a Nove di Bassano.




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CHIASELLIS (UD)

A Chiasiellis trovarono sede due squadriglie da ricognizione e una era di stanza a Lavariano. I primi aeroporti erano costituiti da una lunga pista messa a livello da operai civili, alcuni hangar per gli aerei, una torre di osservazione e dalle baracche per i soldati.




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49^ SQUADRIGLIA

Unità formata sul campo di Nove di Bassano il 191 luglio 1916 con elementi delle tre sezioni della 46^ lì lasciati. E' equipaggiata con nove Caudron G.3 al comando del capitano De Sanctis. A metà agosto riceve una sezione farman e continua ad operare per il rilevamento delle posizioni nemiche. Nel corso del 1916 la 49^ esegue 110 voli di guerra. La squadriglia è sciolta il 17 agosto 1917 avendo eseguito solo 87 voli bellici nel 1917. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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EMANULE FILIBERTO VITTORIO DI SAVOIA-AOSTA 1869 - 1931

Tra le maggiori figure italiane della Grande Guerra fu il comandante della 3^ Armata riportando numerose vittorie che gli valsero il singolare soprannome di Duca Invitto. Iniziò la carriera militare a Napoli nel 1905 col grado di capitano e nella guerra fu generale. La Terza Armata, insieme alla Seconda, riuscì ad effettuare un parziale sfondamento delle linee austriache ed a conquistare Gorizia nella sesta battaglia dell'Isonzo (Battaglia di Gorizia). Dopo la disfatta di Caporetto la sua Armata dovette ritirarsi insieme alle altre sulla linea del Piave.




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10^ BATTAGLIA DELL'ISONZO 12 - 28 MAGGIO 1917

La decima Battaglia dell'Isonzo, 12 - 28 maggio 1917 Alla 2a Armata venivano assegnati come obiettivi le colline alle spalle di Gorizia su cui si erano ritirati gli austriaci: erano il Monte San Marco, il Santa Caterina, il Monte Santo più a nord il Kuk, il Kobilek il Vodice. Per la 3a Armata la lotta doveva riprendere contro i Monti Stol e Hermada veri capisaldi del sistema difensivo nemico per aprire la strada verso Trieste. Il 12 maggio alle 4 del mattino le artiglierie italiane aprono il fuoco che continuerà sino al pomeriggio del 14 (furono utilizzati 2.300 cannoni e 1.000 bombarde che in 2 giorni spararono circa 1.000.000 di colpi), quando le fanterie della 2a Armata e della zona di Gorizia iniziano l'attacco. La lotta che con alterne vicende si protrae violentissima sino al 22 maggio porta all'ampliamento della testa di ponte di Plava, alla conquista della dorsale Kuk-Vodice, alla conquista di importanti posizioni alle spalle di Gorizia. Particolarmente aspra fu la lotta ingaggiata dalla Brigata "Campobasso" per la conquista del Monte Santo. I due Reggimenti 229° e 230° tra il 14 e il 15 maggio ebbero fuori combattimento 1.517 uomini di truppa e 36 ufficiali. Il 23 maggio entrano in azione sul Carso le truppe della 3a Armata. Il 28 maggio terminava la battaglia: le perdite subite ammontarono a circa 44.000 uomini fuori combattimento mentre per gli austriaci furono circa 76.000. Durante la battaglia si palesò subito il grave problema del munizionamento: infatti nel 1917 era cresciuto il numero della artiglierie impiegate, ma il quantitativo dei proiettili giornalieri per ciascuna bocca da fuoco era rimasto quello del 1916. Ciò indusse Cadorna ad ordinare il 17 maggio che l'impiego delle artiglierie si dovesse ritenere in massima vietato su tutta la fronte ove non fossero in corso nostre azioni offensive o difensive. Dopo i molti incontri diplomatici tra il gennaio e l'aprile del 1917 l'arrivo della primavera fece riprendere le azioni militari. Sul fronte occidentale "L'Operazione Nuvelle" fallì totalmente e la situazione nelle Fiandre non cambiò. In Italia invece cominciarono i preparativi per una nuova offensiva sull'Isonzo che si sarebbe scatenata solamente dopo essersi assicurati l'immobilità austroungarica sul fronte trentino. La Decima Battaglia dell'Isonzo doveva essere nei piani di Cadorna, lo scontro che avrebbe permesso all'Italia di gettare le basi per la conquista di Trieste. Per questo motivo venne preparata un'azione in grande stile che prevedeva l'attacco della 3a Armata alla LINEA TRSTELJ-MONTE HERMADA, mentre tre corpi d'armata alla guida del reintegrato Gen. Capello, avrebbero dovuto conquistare il Monte Santo e il San Gabriele, alture alle spalle di Gorizia. L'intraprendente Capello propose una variante al piano iniziale, ovvero la creazione di una testa di ponte 10 km a nord della quota 383 nei pressi di Plava e l'attacco dei monti attraverso l'arido Altopiano di Bainsizza. Si puntava tutto sull'effetto sorpresa: Borojevic, costretto a schierare pochi soldati, non si sarebbe mai aspettato una discesa italiana attraverso quella zona priva di qualsiasi via di comunicazione. Il 12 maggio un fitto bombardamento verso le linee asburgiche anticipò come sempre l'imminente attacco italiano che scattò esattamente a mezzogiorno. Capello lanciò i suoi uomini contro la quota 383, che benché difesa da un solo battaglione resistette per diverse ore prima di essere occupata. L'avanzata verso la cima successiva il Monte Kuk fu molto difficile dato l'ottimo posizionamento difensivo dei soldati austroungarici. La situazione rimase a lungo bloccata nonostante l'intervento delle batterie sul Sabotino, nascoste nelle numerose gallerie costruite l'anno precedente. Nel giro di poche ore la cima venne persa riconquista e ancora una volta persa. Capello lanciò due battaglioni sull'Altopiano, ma questi non riuscirono a penetrare fallendo così l'aggiramento della linea Monte Kuk-Monte Vodice-Monte Santo. Vista la situazione, Cadorna decise di sospendere questo attacco, ma il Gen. Capello ancora una volta lo convinse che l'operazione era possibile. I fatti inizialmente gli dettero ragione: il 17 maggio cadde il Monte Kuk ed il 18 maggio i soldati polacchi furono costretti a lasciare la cima del Monte Vodice. Ma proprio quando venne la volta del Monte Santo l'avanzata si fermò: i soldati italiani non riuscirono più a muoversi dalle loro nuove posizioni e gli attacchi verso l'ultimo crinale fallirono completamente. (Da "www.tuttostoria.net)

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21^ SQUADRIGLIA

Costituita nel marzo del 1917 al Centro Formazione Squadriglie di Ghedi su S.P.2 viene mobilitata il 10 aprile 1917 a Campoformido. Inizia i voli di guerra il 23 aprile con una ricognizione su Cormons. In agosto partecipa alla battaglia della Bainsizza compiendo un totale di 99 missioni. Dopo Caporettosi sposta a Aviano e poi a Ponte San Pietro per essere ricostituita su SIA 7B. La nuova 21^ viene ricostituita il 15 marzo 1918, ma subito sciolta. Il 15 settembre viene di nuovo messa in formazione su SAML e destinata a Isola di Carturo, ma inizia il trasferimento solo il 7 ottobre e si mobilita il 18. Nel febbraio 1919 andava a Casoni e successivamente sciolta. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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40^ SQUADRIGLIA

Una prima 40^ Voisin pronta nell'agosto 1916 si mobilita a Firenze ma assume il nuovo nome di 105^. Una nuova 40^ si forma al Centro Formazione Squadriglie di Ghedi come 40^ bis e viene costituita il 16 dicembre 1916 su S.P.2. Giunge a Campoformido il 12 marzo 1917 e inizia i voli di guerra il 16 aprile. In agosto il reparto inizia a ricevere gli S.P.3 che usa nella battaglia della Bainsizza. Il 29 ottobre arretra dapprima a Aviano e quattro giorni dopo a Ponte San Pietro. per riequipaggiarsi con i SIA7B. La 40^ è ricostituita nel marzo del 1918 e assegnata a Castenedolo. Inizia i voli di guerra il 23 marzo. Il 15 maggio è trasferita a Civitate Camuno ma in breve è priva di apparecchi. Il 7 luglio è rimandata al Centro Formazione Squadriglie di Ghedi per essere sciolta. In complesso nel corso della guerra esegue circa 300 missioni operative. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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45^ SQUADRIGLIA

La 45^ Squadriglia era la 5^ Squadriglia Artiglieria che cambia designazione il 15 aprile 1916. E' dotata di Caudron G.3 e di stanza a Oleis. A giugno lascia i Caudron e si riequipaggia con i Farman. Nel corso del 1916 esegue 346 volidi guerra, scatta 180 fotografie, sostiene sette combattimenti. Sciolta il 30 settembre 1917, la 45^ rimane però in zona di guerra fino a tutto ottobre per poi sciogliersi dopo Caporetto. In totale nel corso del conflitto eseguiva 680 voli di guerra. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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29^ SQUADRIGLIA

La 4^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento di Tolmezzo il 15 aprile 1916 diventa 29^ e si trasferisce al campo di Cavazzo Carnico il 26 aprile. Il 17 maggio esegue la prima missione di combattimento. Nel corso del 1916 la 29^ Squadriglia effettuava ben 409 voli di guerra e sossteneva 14 combattimenti. Viene sciolta il 21 settembre 1917 dopo aver effettuato, nell'anno, 134 voli di guerra. Rimessa in formazione a Riva di Chieri il 31 agosto 1918 ma non farà in tempo a partecipare al termine delle ostilità. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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11^ BATTAGLIA DELL'ISONZO 17 - 31 AGOSTO 1917

La decima Battaglia dell'Isonzo, 12 - 28 maggio 1917 Dopo la Decima Battaglia gli austriaci si erano ritirati su una linea di collina che andava da Tolmino, coi Monti Santa Lucia e Santa Maria, al San Daniele - San Gabriele, appoggiandosi agli altopiani di Ternova e Bainsizza, che costituivano il terreno necessario al movimento delle loro truppe. Il piano di azione italiano prevedeva la conquista dei due altopiani da parte della 2a Armata del Gen. Capello, mentre la 3a Armata del Duca d'Aosta doveva superare la difesa del Monte Hermada aprendosi la strada verso Trieste. Il 17 agosto alle 6 del mattino tutti i cannoni delle due armate aprivano contemporaneamente il fuoco dal Mrzli al mare. Sull'Isonzo nei pressi di Caporetto gli italiani avevano costruito uno sbarramento artificiale per diminuire la portata del fiume e permettere il gittamento di passerelle sulle quali la notte del 19 agosto passavano le truppe del XXVII e del XXIV Corpo d'Armata. Dopo due giorni di lotta con alterne fortune, la battaglia riprendeva vigore spostandosi verso l'Altopiano della Bainsizza ove maggiori erano i nostri successi. Trovandosi però la testa di ponte austriaca di Tolmino e l'Altopiano di Ternova a est nordest e la battaglia in movimento verso sud i veri obiettivi si stavano allontanando. Nonostante notevoli contrattacchi austriaci l'avanzata italiana era in pieno svolgimento su tutta la linea d'attacco mentre gli austriaci non avevano più riserve per contrastare la 3a Armata verso Trieste. Il Gen. Borojevic preso atto della situazione, ordinava il ritiro delle truppe austriache su una nuova linea difensiva alle spalle dell'Altopiano della Bainsizza. Ma il 25 agosto per gli austriaci arrivavano importanti rinforzi dalla Galizia e la battaglia entrava in una fase di esaurimento per concludersi definitivamente il 31. L'11a Battaglia dell'Isonzo era costata agli italiani circa 144.000 uomini messi fuori combattimento tra morti feriti e dispersi mentre per gli austriaci furono 85.000. Vennero sparati circa 4.000.000 di proiettili da parte dell'artiglieria italiana e circa 2.000.000 da quella austriaca che ebbe oltre il 38% dei suoi cannoni fuori uso. La consapevolezza da parte austriaca di non poter sostenere un altro urto italiano, spinse i comandi a chiedere aiuto all'alleato tedesco. All'inizio di agosto Cadorna preparò una nuova offensiva sull'Isonzo che in termini numerici avrebbe dovuto essere la più grande mai vista prima. Sicuro che in Trentino non ci sarebbero stati nuovi attacchi da parte degli uomini di Carlo I, il generale spostò dodici divisioni sull'Isonzo ed attese pazientemente che le industrie italiane rifornissero di munizioni sufficienti i 3.750 cannoni e le 1.900 bombarde concentrate in un solo punto: l'Altopiano della Bainsizza. Si trattava di una novità: mai prima di allora un attacco italiano era stato previsto in un'unica zona del fronte. Le esperienze precedenti avevano suggerito di lasciar perdere momentaneamente la linea Trstelij-Monte Hermada ben difesa dagli austroungarici e concentrare tutta l'offensiva tra Gorizia e Tolmino in modo da cogliere impreparato l'esercito di Borojevic. Il fronte italiano disponeva in quel momento di più di mezzo milione di soldati pronti ad attaccare. Nei primi giorni di agosto ci fu un bombardamento intensissimo tra l'altopiano e il Monte Hermada con bombe lanciate anche da batterie galleggianti allestiste a Punta Sdobba, sulla foce dell'Isonzo, e l'utilizzo massiccio dell'aviazione. All'alba del 19 agosto iniziò l'attacco con la fanteria. La 3a Armata avanzò leggermente ad est raggiungendo le macerie del villaggio di Selo, mentre sulla Valle del Vipacco non ci fu alcun progresso. La 2a Armata si addentrò invece per svariati chilometri all'interno dell'Altopiano della Bainsizza, riuscendo a far prigionieri più di 11.000 uomini e facendo propri decine di cannoni nemici. Tutti i membri del Comando Supremo erano sorpresi dalla facilità di questa operazione. La stessa situazione si presentò una volta arrivati ai piedi del Monte Santo il 24 agosto. In pochissimi minuti un reggimento italiano raggiunse la cima e prese così definitivamente il possesso di questa collina. L'entusiasmo arrivò fino alle sedi dei Paesi Alleati e Lloyd George si convinse che la Grande Guerra fosse ad una svolta definitiva. Ma nei giorni seguenti quella che sembrava un'inarrestabile avanzata si interruppe bruscamente. L'Altopiano della Bainsizza dimostrò di essere un terreno molto difficile da attraversare e l'esercito impiegò diversi giorni per spostare gli armamenti pesanti. Inoltre l'ultimo obiettivo di questa operazione il Monte San Gabriele era ben presidiato dagli austroungarici. Nei successivi 20 giorni si susseguirono diversi attacchi che costarono la vita a 25.000 soldati italiani ma la cima non fu conquistata. Il 19 settembre fu evidente che non ci sarebbe stata più alcuna avanzata e l'offensiva venne sospesa. (Da "www.tuttostoria.net)

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36^ SQUADRIGLIA FARMAN


Costituita nel maggio del 1916 a Pordenone, viene trasferita a S. Maria La Longa. Compie il primo volo di guerra il 15 giugno nel settore carsico. Nel corso del 1916 effettua 259 voli di guerra. La squadriglia, dotata di Farman si scioglie il 17 luglio 1917. (Immagine: S.P.3 della 36^. Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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111^ SQUADRIGLIA

La 111^ Squadriglia è formata al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade nel marzo 1917. A metà aprile si trasferisce sul campo di Campoformido e inizia il servizio di guerra il 21 aprile. Il primo volo di guerra lo compie il 2 maggio. E' dotata di velivoli SAML. Il 31 luglio tutto il personale è trasferito a Taliedo per essere trasferita, dal 30 agosto in Macedonia. Il 5 ottobre una sezione arriva a Dudular e il giorno 8 i primi aerei arrivano a Sakulevo. Il primo volo operativo avviene il 27 ottobre. Il 13 agosto 1918 l'unità si sposta a da Kumian al nuovo campo avanzato di Bac. Il 7 settembre va in volo il primo Pomilio PE destinati a sostituire i vecchi SAML e il 13 settembre arrivano anche i primi due SVA. Oltre 600 missioni di guerra di cui 257 ricognizioni in Macedonia, oltre 3000 fotografie, 90 direzioni del tiro e 145 bombardamenti. Rimane a Bac fino a tutto dicembre 1918. Torna in Italia nell'agosto del 1919 e viene sciolta.(Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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S.A.M.L. S.2




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113^ SQUADRIGLIA

Costituita il 18 marzo 1917 a Torino a fine mese si sposta ad Arcade e a partire dal 28 aprile si addestra sugli aerei a Campoformido. Si mobilita il 10 maggio 1917 con una sezione a Campoformido ed una a Feltre. Dopo Caporetto la 113^ va a S. Giustina Bellunese il 28 ottobre, a Nove di Bassano il 3 novembre e a Casoni l'11. All'inizio del 1918 riceve i nuovi SAML e il 28 febbraio va a Medole (Mantova). In complesso le sono attibuiti 458 voli di guerra.




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83^ SQUADRIGLIA

Questa squadriglia è un reparto particolare in quanto viene costituita il 5 maggio 1917, con più sezioni che operano separatamente. La 1^ sezione è costituita per la Macedonia. Il 10 dicembre questa sezione viene trasformata in squadriglia, assumento il numero 73. La 2^ e la 3^ sezione sono costiuite ad Arcade e inviate, rispettivamente, a S. Pietro in Campo (Belluno, e a Cavazzo Carnico. Il primo volo di guerra della 2^ sezione ha luogo il 10 maggio 1917. La 3^ sezione arriva a Cavazzo il 16 maggio e compie il primo volo di guerra il 19. Dopo Caporetto la 83^ trasferisce tre aerei a Feltre. L'11 novembre le due sezioni si trasferiscono a Marcon. Il 1 dicembre l'unità riceve i primi Ni.27 Monocoque. Il 18 marzo 1918 si sposta da Marco, mandando la 1^ Sezione a S. Pietro in Gù e la 2^ a Castenedolo. Il 4 ottobre entra a far parte del nuovo XXIV Gruppo spostandosi da S. Pietro in Gù a Poianella. In totale nel corso del 1918 ha effettuato oltre 2500 voli.(Immagine: Nieuport XI della 83^ Squadriglia, 2^ Sezione a Belluno nell'estate del 1917. Da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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35^ SQUADRIGLIA


La 35^ Squadriglia Voisin viene allestita nell'aprile del 1916 a Padova e si sposta ad Aviano per addestrarsi. Il 1 maggio 1916 viene stanziata a Chiasellis ed iniziano i voli di guerra. Il 16 agosto la squadriglia si trasferisce a Campoformido. Per la sostituzione del Voisin la squadriglia viene ritirata dalla zona di guerra e sciolta in data 16 marzo. Dall'aprile del 1917 una nuova 35^ Squadriglia bis è in costituzione sull'aeroporto di Ghedi su velivoli Pomilio. La nuova squadriglia va al fronte solo in estate sul campo di S. Giustina. Per la incompletezza del campo, le due sezioni vengono portate a S. Piero (Belluno) e poi di nuovo a S. Giustina (28 giugno). La squadriglia esegue il primo volo di guerra il 12 luglio 1917. Ritirata dopo Caporetto riesce a portare 6 dei suoi 12 velivoli a Campoformido, e il 28 ottobre si sposta ad Aviano. Con un solo velivoli raggiunge poi Ponte San Pietro. Il 3 novembre viene rimandata a Istrana e dopo un breve periodo si sposta a Castel di Codego. All'inizio del 1918 inizia il passaggio sul SIA 7b. Il 14 maggio si sposta al campo di Piano di Camuno. Svolge l'ultima azione il 23 giugno e il 24 arriva l'ordine di versare i suoi SIA. L'ordine di scioglimento arriva il 10 luglio 1918. (Immagine: Voisin8 della 35^ Squadriglia a Campoformido. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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39^ SQUADRIGLIA


La 39^ Squadriglia, quasi pronta per la mobilitazione nell'agosto 1916 su Farman, diventa invece la 102^ per la difesa territoriale. La nuova 39^ è in formazione ad Arcade su SP2 nel gennaio 1917 e lla fine di marzo va al I gruppo a Sammardenchia. Inizia i voli di guerra l'11 aprilee a maggio comincia ad essere eauipaggiata con gli SP3. Attiva nell'offensiva di agosto dopo Caporetto ripiega ads Aviano, Ghedi. Dall'11 novembre ricomincia le azioni da Cà Tessera. Viene detta "La Squadriglia di Zenson" perchè con la sua azione contribuisce alle operazioni per annientare l'infiltrazione nemica all'ansa di Zenson sulla riva destra del Piave. Il 14 maggio 1918 viene trasferita a Malcontenta per disinpegnare il servizio d'artiglieria per il XXVIII Corpo d'Armata.Durante l'estate effettua il passaggio sui Pomilio PE. Nel corso del conflitto effettua 725 voli di guerra, di cui 510 negli ultimi 12 mesi di guerra. (Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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SAVOIA POMILIO S.P.4




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