Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.2 - Gli Assi e le Tecniche della Caccia
Nel 1913 alla fiera dell'aria di Juvisy, un grande pioniere francese, Adolphe Pegoud, mostrava per primo una nuova figura, il «Looping» (o giro della morte). In seguito egli sviluppò anche la rotazione sull'asse longitudinale, il «Tonneau», creando le due figure fondamentali dell'acrobazia. Queste nuove manovre furono considerate poco più che esibizioni da circo e soltanto il tedesco Oswald Boelke, a guerra iniziata applicava le tecniche acrobatiche ai primi scontri aerei. Grazie alla sua intuizione Oswald Boelke sviluppò in seguito i principi della caccia da cui trasse il prontuario in otto punti del buon cacciatore, che recitava pressapoco così: 1. cerca di attaccare sempre da una posizione di vantaggio, possibilmente con il sole alle spalle; 2. una volta iniziato vai fino in fondo all'attacco; 3. spara solo a breve distanza, e quando sei certo di colpire; 4. tieni sempre sotto controllo l'avversario; 5. è essenziale assalire sempre l'avversario dalle spalle; 6. se sei attaccato in picchiata non cercare di sfuggire ma passa da attaccato a cacciatore; 7. sopra le linee tieni sempre presente dove sono quelle amiche; 8. come principio, attaccare sempre in gruppi di 4 o 6 se i nemici si dividono fare lo stesso evitando di concentrarsi in tanti sullo stesso aereo. Da questi punti si può sintetizzare che: Il cacciatore deve potersi avvicinare alla sua preda di sorpresa, possibilmente dal lato posteriore, sparare solo brevi raffiche con la certezza di colpire il bersaglio. Se è lui ad essere attaccato, si deve liberare della pressione avversaria con una delle due manovre acrobatiche base, in maniera da ritardare e obbligare l'antagonista a trovarsi più avanti passando da cacciatore a cacciato. Oswald Boelke nel 1915 volava con un altro grande pilota, Max Immelmann. Quest'ultimo sviluppò una sua manovra per sorprendere il nemico che fondeva mezzo tonneau con mezzo Looping. In quel periodo i due trasferirono le proprie conoscenze a Fiesler, in Macedonia, ma poco dopo Max Immelmann perse la vita. L'anno seguente Oswald Boelke prese il comando di una nuova squadriglia, la «Jasta 2». Del reparto facevano parte anche Richtofen, Udet e Goering. La formazione che metteva in pratica le regole del capo, diventò famosa per i risultati e per il continuo peregrinare meritando il nome di «Circo Volante». In seguito, dopo la morte di Oswald Boelke le sue tecniche di combattimento manovrato si diffusero in tutti i reparti e nelle altre aviazioni belligeranti diventando le nozioni principali della «caccia». Nata la specialità, il passo conseguente fu l'elevazione del pilota dal rango di semplice «autista» di aeroplani a quello di «cavaliere dell'aria», combattente destinato a proteggere coloro i quali a terra temevano il pericolo proveniente dall'alto. La naturale spinta di ciascuno ad essere il migliore fu ufficializzata dal titolo di «asso», che era l'appellativo che spettava al pilota che aveva abbattuto almeno cinque avversari. Le modalità con cui venivano conteggiate le vittorie erano diverse. A stimolare l'emulazione fra i piloti, specialmente all'inizio, contribuirono i diversi premi in denaro messi in palio da riviste, giornali ed associazioni cittadine. Sia gli alleati che i tedeschi semplicemente consideravano «abbattuto» un aereo che soccombeva in combattimento e che anche se non colpito perdeva quota (finendo fuori controllo), anche se non veniva provato il contatto con il terreno. Le regole Italiane erano molto più rigide. Specialmente all'inizio era richiesto che fossero presentate oltre alle testimonianze dell'abbattimento, anche elementi certi del avvenuto contatto col terreno. I piloti cercavano anche di recuperare una prova tangibile dell'aereo vinto per comprovare il successo. Questo li portava inevitabilmente a cercare di abbattere i nemici dentro linee Italiane e a raggiungere al più presto la zona dell'atterraggio per ricavarne un reperto e le testimonianze dirette. In seguito vista la palese difficoltà di gestire questa procedura, ci si limitò alle testimonianze sia di volo che di terra. Nel 1919 fu compilata una classifica degli assi Italiani, da Luigi Bongiovanni, (riportata in seguito) che usò criteri severi per l'assegnazione delle vittorie, e generalmente, ci fu una riduzione degli abbattimenti riconosciuti. Ci furono anzi reparti come la 78^ e la 79^ di San Luca che ebbero un forte taglio di vittorie e che provocarono scontenti da parte di coloro i quali si sentirono discriminati. Tra gli assi italiani è interessante notare che la maggioranza (32/45) di essi operò sui campi di Istrana, San Luca e Quinto . Va ricordato che per questi campi passarono in quegli anni, tre futuri capi di Stato maggiore dell'Aeronautica: Piccio, Bosio e Fougier. Inoltre su 45 assi 6 erano veneti o del Nordest.
WWW.IL FRONTE DEL CIELO.IT