Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.5 - Tre Semplici Assi

Non tutti gli «assi» erano di nobile origine o appartenevano a famiglie della buona borghesia. Durante la Grande Guerra a differenza di quanto accadeva per il resto delle forze armate il reclutamento dei piloti avveniva in tutte le armi e ad ogni livello a prescindere dal grado. Accadeva perciò che in una squadriglia vi fossero piloti in possesso del rango di ufficiale, altri di quello di sottufficiale ed altri ancora semplici militari di truppa. La circostanza era piuttosto normale se si considera che all'inizio l'aviatore era considerato una sorta di «autista» che «conduceva» l'aereo quasi fosse stato un specie di «chauffeur». In questi casi, ed in particolar modo dopo Caporetto, il rapporto gerarchico tra piloti ufficiali veniva tranquillamente messo da parte e sostituito da una cameratesca amicizia. In questa situazione si trovarono tre aviatori, due piemontesi e uno romagnolo, tutti di umili origini. Ognuno di loro aveva condiviso la triste esperienza dell'emigrazione. Tutti e tre erano appassionati di meccanica e - quasi coetanei - si vennero a trovare come soldati di truppa nelle due squadriglie gemelle di San Luca, la 78^ e la 79^. Si trattava di Antonio Reali, Antonio Chiri e di Guglielmo Fornagiari.

Antonio Reali, piemontese di Osegna, fece parte della 79^ fin dalla sua formazione ad Arcade provenendo dal Genio. Pur riscuotendo l'apprezzamento dei superiori, non riuscì a ottenere una vittoria prima del 14 gennaio 1918, quando assieme ad Imolesi. abbattè in Valstagna un biposto. In precedenza, il 10 gennaio aveva però rischiato di essere abbattuto dalla pattuglia guidata dall'asso austro-ungarico Linke-Crawford durante la scorta a un SAML della 115^ Squadriglia, rientrando alla base con il suo caccia danneggiato. Dopo aver aspettato un anno per la sua prima vittoria, raggiunse il rango di «asso» in soli 19 giorni. Il 25 gennaio dichiara di aver abbattuto un velivolo austriaco nei pressi di Monte Verena. Si trattava dell'Albatross 153.70 pilotato da Franz Lahner della Flik 55J  da cui l'aviatore uscì illeso. Tuttavia la vittoria non fu accreditata. Il 28 gennaio rivendica una doppietta durante una crociera di protezione sull'altopiano a bordo di un Nieuport 27. Le vittorie gli furono convalidate. Il 30 gennaio Reali è di scorta ad un Savoia Pomilio sul Sasso Rosso assieme a Giovanni Nicelli, quando avvistano e attaccano risolutamente il ricognitore austriaco e il suo caccia di scorta. Il ricognitore viene abbattuto e il caccia messo in fuga. Appena 30 ore dopo, Reali si laurea asso abbattendo un altro aereo austriaco nella zona di Asiago. Sul suo aereo portava come insegna un fez. Un'altra "doppietta" fu ottenuta il 20 giugno. Il 4 ottobre 1918 ottenne l'ultimo successo in coppia con Edmondo Lucentini, abbattendo Josef Berggold della Flik 56J che morì nonostante si fosse lanciato col paracadute. Concluse il conflitto con 11 vittorie riconosciute pur avendone rivendicate più di 30. Scomparve nell'ombra, salvo partecipare alla guerra d'Etiopia come riservista. Raggiunse il grado di capitano. Dopo il secondo conflitto mondiale continuò a lavorare come artigiano fino al 1975 quando venne a mancare.

Antonio Chiri, era un montanaro, e dopo aver prestato servizio in artiglieria, si offre volontario per il servizio in aviazione ed è ammesso alla scuola di pilotaggio di Pisa S. Giusto il 18 aprile 1915. Raggiunse la 77^ Squadriglia nel giugno del 1916 per transitare subito dopo nella 78^. Il 29 novembre Chiri ha un primo contatto con l'aviazione avversaria quando, in crociera sull'Altopiano mette in fuga, assieme ad un compagno, un nemico che picchia verso Pergine. Il 19 marzo 1917 ottenne la sua prima vittoria quando, durante un volo di caccia, attacca ed abbatte un Brandenburg della Flik 21. Per la seconda vittoria deve attendere l'estate quando libera su Lokve un Savoia Pomilio da un caccia che lo attaccava. L'abbattimento fu confermato dal ricognitore. Un altro abbattimento su Moriago il 20 novembre non venne confermato, mentre il 10 dicembre si unisce a Scaroni e Masiero nell'attacco ad un Aviatik C.I della Flik 58 che va ad infrangersi in fiamme presso Villa Ancillotto. Chiri diventò un «asso» proprio con la famosa battaglia aerea di Istrana del 26 dicembre 1917 quando ottenne la quinta vittoria. Assieme ad un altro Hanriot abbattè un nemico fra Montebelluna e Biadene. La sua insegna era la coda nera. Duellò con Franz Lahner poco dopo Reali ed ebbe la meglio e partecipò con altri all'abbattimento di Franz Graser, ma queste vittorie non gli furono riconosciute. Concluse la guerra con 6 successi su 13 rivendicati. Dopo il conflitto ebbe un terribile incidente nel dicembre del 1918 a Vittorio Veneto. Decollato da San Giacomo si trovò con i comandi bloccati e precipitò su alcuni curiosi uccidendoli. Rimase gravemente ferito e si riprese dal coma dopo ben 16 giorni. Venne però dichiarato inabile al servizio. Riuscì comunque a rientrare nei ranghi come riservista e malgrado i postumi dell'incidente continuassero a dargli problemi ad una gamba, continuò a volare come istruttore nella scuola idrovolanti di Como. Il nuovo incarico però non durò molto a lungo e Antonio Chiri dovette ritornare alla vita civile divenendo un tranquillo funzionario delle Poste. Si è spento nel 1971.

 Guglielmo Fornagiari veniva dalla campagna romagnola, da Lizzano Belvedere. Emigrato in Francia dove lavorava come meccanico, nel 1912 venne richiamato in Italia per il servizio militare. Piccolo di statura e molto vivace fu assegnato al «Battaglione Aviatori» e nel 1915 lavorava ad Aviano come meccanico sui Caproni; Lì conobbe un altro asso di cui divenne amico, Attilio Imolesi. Passato al pilotaggio tornò al fronte nel marzo 1916 come sergente pilota e  transitò come Antonio Chiri alla 77^ Squadriglia e poi alla 78^ a Istrana. Fornagiari colse la sua prima vittoria aerea il 19 giugno 1917 nel corso di un volo di scorta ai Caproni. Attaccò un Brandenburg della Flik 17 mentre sparava sui bombardieri e colpì a morte il pilota. Il velivolo austriaco precipitò su Braida. Il 22 agosto 1917 rivendicò l'abbattimento di un nemico su Ternova, ma l'esito del combattimento non fu confermato. Il 3 ottobre attaccò ed abbattè un nemico sul monte Glogogiag insieme ad uno Spad. Dopo i fatti di Caporetto tornò in azione il 13 novembre di nuovo alla scorta di un Savoia Pomilio nella zona di Ponte della Priula. Si trovò a combattere alla battaglia di Istrana, il 26 dicembre 1917, e riuscì ad abbattere un aereo su Falzè insieme a Masiero; Fornagiari in squadriglia era descritto come un uomo dal coraggio quasi sconsiderato in cielo, ma a terra una persona molto semplice, gentile e affettuosa. Partecipò allo scontro con Josef Kiss e Bohumin Munzar superando le 200 azioni di guerra. L'ultima vittoria la ebbe il 23 agosto 1918. Fornagiari, la cui insegna era un guidone nero, volava con un revolver ed un pugnale sempre pronti per qualsiasi emergenza. In settembre lasciò il fronte passando ai reparti impegnati nella difesa di Milano e Padova e per finire poi la guerra al deposito di Poggio Renatico. Finito il conflitto con 7 vittorie su 13 rivendicate continuò una tranquilla carriera militare fino al 1935. Fu quindi istruttore presso l'aeroclub di Vercelli fino al 1941. Si ritirò poi in pensione venendo a mancare nel 1956.

 

Immagine: Marziale Cerutti
I Gregari di Baracca 72^ Squadriglia Caccia

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78^ SQUADRIGLIA CACCIA

Formata con ordine del 29 giugno 1916 si mobilita sul campo della Comina su nieuport Bebè il 15 agosto. Il 3 settembre 1916 si trasferisce sul campo di Istrana. Durante il suo primo anno la squadriglia eseguiva 211 voli di guerra con 11 combattimenti. Il 10 agosto 1917 è sul campo di Borgnano (Cormons) per appoggiare la grande offensiva sull'Isonzo che porta alla conquista della Bainsizza. Con la ritirata passa al campo della Comina il 28 ottobre e poi si stabilisce definitivamente a Istrana il 9 novembre. A qual tempo aveva già compiuto 512 voli di caccia, 456 di crociera, 215 di scorta con 106 combattimenti aerei e l'abbattimento di 18 velivoli nemici. Il 15 marzo 1918 si sposta di nuovo, da Nove di Bassano, dove era arrivata il 16 febbraio, a S. Luca a disposizione della 8^ armata.




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79^ SQUADRIGLIA CACCIA

Ne viene iniziata la costituzione nel novembre del 1916 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade e fu dichiarata pronta il 12 gennaio 1917. L'unità montata sui Nieuport 80 hp effettua le prime missioni di guerra intorno al 20 gennaio. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre l'unità riceve i nuovi Niieuport 27 e il 2 novembre si trasferisce a Nove di Bassano. Nel 1917 la squadriglia compie 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti. Nel marzo del 1018 si trasferisce sul campo di S. Luca di Treviso, dove si trova schierata all'armistizio. La 79^ il cui distintivo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, durante il 1918 eseguì 2910 voli di guerra e 158 combattimenti aerei.




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CAMPO DI VOLO DI SAN LUCA DI PAESE (TV)

Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fin da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78a, 79a, 115a e 139a. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75a e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infine, anche il 34th Squadron e 6 Bristol fighter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79a. La 78a invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115a e la 139a operavano con i robusti SAML. La 139a poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75a nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79a era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78a era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafica che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto, di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo. Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fino agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115a e 139a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli ufficiali risiedevano nelle case signorili vicine. Racconta Mario Fucini di ritorno da una licenza: «..Trovai la 78a stabilita a San Luca, insieme con la 79a, bellissimo gruppo, conosciuto per la fedeltà nelle scorte, per la maestria dei piloti, alcuni già assi, cioè abbattitori di cinque o più aeroplani... In paese noi della squadriglia abbiamo una villetta per la mensa e l'alloggio ». Lo stabile occupato da Fucini e compagni è la villa Vettorello ora Scarpa, sita nella frazione di Porcellengo. La mensa si trovava invece ubicata presso la scuola elementare di Padernello. Con ogni probabilità, anche il complesso di Casa Onigo, nel Borgo di S.Luca era stato requisito dai militari. Sul lato Nord-Ovest del borgo, intorno alla cappella, erano posizionati i magazzini con le riserve di munizioni e l'autoparco inglese. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th-Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fiancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole. Tutte le installazioni erano ben mimetizzate e non furono rilevate dalla ricognizione austrotedesca almeno fino al maggio del 1918. Agli inizi di giugno la 6a AK imperiale scoprì in fine la base, mentre l'11a collocò nella sua cartografia il campo in una posizione errata. Gli austriaci dell'armata trentina lo supponevano ad est della strada Paese-Porcellengo. L'errore fu con ogni probabilità causato dal fatto che in quella zona erano stati realizzati complessi lavori per la costruzione del Campo Trincerato di Treviso, le cui tracce sono individuabili ancora oggi. I resti dei trinceramenti sono visibili a sud del campo dove esiste ancora il rudere di una piazzola (fortino) in cemento armato. Il 22 giugno 1918, l'aeroporto fu bombardato. Alla fine dell'anno il XXIII° gruppo venne trasferito a Fossalunga e a guerra finita, nell'aprile del 1919, San Luca risultava non più utilizzato. Negli anni '50 la zona ospitò poi nell'aerea del comando di gruppo un deposito munizioni.




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GUGLIELMO FORNAGIARI 1892 - 1956

Nato a Lizzano in Belvedere, poco si conosce della sua vita prima di trovarlo come pilota da caccia presso la 78^, il 3 settembre 1916. l'8 gennaio del 1917 esegue una scorta di Caproni che vanno a bombardare la zona di San Daniele al Carso. I caccia hanno una serie di scontri con i nostri che riescono a tenerli a distanza dai bombardieri. Il 27 giugno 1917 accadde la tragedia di Fossalunga. Il 22 agosto 1917, ottenne la sua prima vittoria certificata sul cielo della Bainsizza. Dopo Caporetto passarono al campo della Comina, poi raggiunsero Istrana. Il 26 dicembre prende parte alla battaglia di Istrana. Stanziata sul campo di S. Luca la 78^ partecipa al contrasto dell'offensiva austriaca del giugno 1918:il giorno 15 Fornagiari ottiene una vittoria nei pressi di Barche, mentre il 18 replica presso S. Salvatore ai danni di un ricognitore nemico. In totale gli furono accreditate 6 vittorie su 9 reclamate. Decorato di 2 Medaglie d'Argento al Valor Militare e 1 di Bronzo. (Nell'immagine: Fornagiari, Brenta e Magistrini. 1916 Archivio Ballista, tratta da "Il Fronte del Cielo")




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ANTONIO CHIRI 1894 - 1971

Nato a Locana allo scoppio della guerra fu arruolato in un reggimento di artiglieria. Ottenuto il brevetto di pilota nel magio del 1916, fu assegnato, nel novembre, alla 78^ Squadriglia. Sergente, ottenne la sua prima vittoria il 19 marzo 1917 sull'altopiano di Asiago. Due altre vittorie, con la quinta per farne un asso, l'ottenne durante la battaglia di Istrana. Il 18 agosto 1918, ottenne la sesta ed ultima vittoria. Decorato con tre Medaglie d'Argento al Valor Militare. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale.)




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ANTONIO REALI 1891 - 1975

Antonio Reali fu un asso dell’aviazione italiana durante la Guerra mondiale del 1915-18. Gli furono attribuite undici vittorie, mentre altre 22 non furono poi confermate. Nato a Ozegna fu arruolato come soldato nel Genio. Successivamente fu trasferito al Corpo Aeronautico Militare dove frequentò la scuola di volo di Coltano (Pi). Conseguì il brevetto di base su un Farman 1912 in data 1 luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Reali fu assegnato alla 79^ Squadriglia il 14 gennaio 1917. La prima vittoria aerea, non confermata, giunse il 3 giugno 1917, e per vedersi riconosciuta una vittoria ufficiale, dovette attendere la quarta, il 14 gennaio 1918. Il 1 febbraio 1918 era già un asso, con quattro vittorie confermate su cinque. Poi, dal 4 febbraio al 17 giugno ebbe nove vittorie consecutive non confermate. Dal giorno successivo e fino all’8 ottobre, Reali reclamò undici vittorie, solo due delle quali gli furono riconosciute. Fu decrato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lasciò il servizio nel 1919 e rientrò in aviazione nel 1923.




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CAMPO DI VOLO DI ARCADE

Nonostante debba la sua denominazione alla località di Arcade, il campo di volo conosciuto con il nome del paese trevigiano si trovava in effetti molto più vicino ai centri di Povegliano e Visnadello. L'aviosuperficie era stata realizzata su un'area di 460 per 380 metri circa, conosciuta come i campi bianchi , toponimo che con ogni probabilità aveva tratto origine dalle caratteristiche del terreno che si presentava sassoso, in quanto anticamente interessato dal corso del fiume Piave. I lavori per la costruzione del nuovo aeroporto iniziarono 26 ottobre 1916. Il campo divenne operativo nelle settimane seguenti venendo scelto per addestrarvi la nuova 79° Squadriglia poi destinata a Istrana e successivamente a Paese (San Luca). (Vedi scheda)




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MARZIALE CERUTTI 1895 - 1946

Sergente pilota gli furono accreditate 17 vittorie nella Grande Guerra, inclusa la 13^, un draken abbattuto il 31 giugno 1918. Bresciano, appartenente alla 79^ Squadriglia, il suo velivolo era caratterizzato dalle lettere "MIR" dipinte sulla fusoliera posteriore, che stavano per "Marziale Imperatore Romano", più una carta da gioco stilizzata.




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FRANK LINKE-CRAWFORD 1893 - 1918

Frank Linke-Crawford fu trasferito al Corpo Aereo dell'esercito austro-ungarico nel dicembre dell 1915, proveniente da un reggimento di cavalleria con il quale aveva combattuto sul fronte orientale. Avviato alla frequenza del corso di pilotaggio nel settembre del 1916, giunse al reparto, la Flik 12, nel gennaio del 1917. Sul fronte isontino partecipò a numerose missioni di ricognizione e bombardamento. Il 2 agosto 197, a bordo dell'Aviatik C.I 37-08 senza osservatore, fu abbattuto probabilmente da Pier Ruggero Piccio. Il 4 agosto fu inviato presso la Flik 14 e fino alla fine dell'anno ottenne 13 vittorie complessive. Nel dicembre del 1917 assunse il comando della Flik 60J, con la quale ottenne altre 14 vittorie prima di essere colpito a morte il mattino del 30 luglio 1918 a bordo del velivolo Aviatik D.I., nel corso di un combattimento con due apparecchi italiani Hanriot Hd.1 della 81^ squadriglia. Era soprannominato il Falco di Feltre (Der Falke von Feltre).




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FRANZ LAHNER 1893 - 1966

Pilota austriaco della Flik 55 accreditato di 5 vittorie complessive. Ottenne la sua prima vittoria il 18 novembre 1917 ai danni di un Nieuport nel cielo di Arsiero




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Al comando di Josef von Maier opera sul fronte isontino dall'aeroporto di Aisovizza (Ajdovščina). Della squadriglia fanno parte assi come Julius Arigi e George Von Kenzian. Nel novembre del 1917 si sposta sul fronte trentino a Pergine, dove arriva anche un altro asso, Josef Kiss. Il 15 novembre 1917, Arigi, in collaborazione con Von Maier e Kiss abbatte tre trimotori italiani e nei tre giorni successivi rivendicano altre 6 vittorie. (Immagine e testo tratti da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_55.htm)




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FLIEGERKOMPANIE 56J (FLIK 56J)

Squadriglia da caccia che operò dapprima sul fronte dell'Isonzo dal campo di Villach. Dopo Caporetto si trasferì a Campoformido, poi a S. Fior de Sopra e Pianzano. Del reparto faceva parte l'asso Benno Fiala. (Testo tratti da: http://www.vrtulnik.cz/ww2/flik_56.htm.) ×

77^ SQUADRIGLIA CACCIA

La 77^ squadriglia Nieuport è formata il 31 maggio 1916 al campo della Comina. Al Comando del capitano Piccio è armata con velivoli Nieuport 10 ed inizia i voli di guerra nel luglio 1916, andando intanto a riequipaggiarsi con i Nieuport 11. In agosto si trasferisce al campo di Cascina Farello con il compito di fornire protezione agli idrovolanti della Marina. Nel corso del 1916 eseguiva 526 voli di guerra sostenendo 30 combattimenti e abbattendo due velivoli avversari e un Draken. Nel marzo del 1917 l'unità si trasferisce al campo di Aiello e riceve i primi SPAD. Nel corso dell'offensiva di agosto il reparto effettua ben 398 voli di caccia, scorta e crociera, sostenendo 20 combattimenti e abbattendo tre aerei nemici. Dopo Caporetto si ritira ordinatamente alla Comina, quindi ad Arcade e infine si assesta a Marcon a difesa della 3^ armata. Da Caporetto alla fine del conflitto la squadrigflia effettuò 372 voli di caccia, 667 di scorta, 1466 crociere e 44 ricognizioni fotografiche per un totale di 2549 voli bellichi cui occorre aggiungere 47 missioni contro i Draken. Ebbe cinque assi conclamat: Ancillotto, Lombardi, Cabruna, Rizzotto e Allasia. Sarà sciolta nel maggio 1919.



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FRANZ GRASER 1892 - 1918

Gräser entrò nell'esercito nel 1914 prendendo parte alle operazioni sul fronte orientale dove rimase ferito. Volontario nel corpo aereo nel 1916, fece parte della Flik 2 operativa sul fronte isontino (probabilmente come osservatore), dove ottenne la sua prima vittoria aerea con l'Hansa-Brandeburg C.I (28.58). Trasferito alla Flik 32 nel maggio del 1917, Gräser fu addestrato al pilotaggio dal maresciallo Franz Fraueneder che disse di lui cge ra un "pilota nato". Il 1 ottobre 1917 raggiunse, come pilota, la 42J, e sebbene non ricevette mai il brevetto di pilota, conseguì 16 vittorie volando con l'Albatros D.III. Cadde in azione durante una missione di scorta, dalle parti di Treviso ad opera di Antonio Chiri.



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BATTAGLIONE AVIATORI

Dopo la positiva esperienza sull'impiego dell'aviazione in operazioni belliche in Libia nella guerra Italo - Turca definitivamente conclusa il 18 ottobre 1912, il Senato approva la legge n. 698 il 27 giugno 1912, grazie alla quale l'Esercito creava il Servizio Aeronautico presso la Direzione Generale Genio e Artiglieria del Ministero Della Guerra. Per cui il 1° luglio 1912 si costituì il Battaglione Aviatori a Torino con sede in via Maria Vittoria presso la Caserma Lamarmora e sede operativa il Comando Militare dell’Aerodromo di Mirafiori. Al Battaglione il comando degli aerei mentre al preesistente Battaglione Specialisti del Genio di Roma il comando sui dirigibili e gli aerostati. L’Aeroporto di Mirafiori di Torino era stato inaugurato nel 1911 in occasione del 50° Anniversario dell’Unità D’Italia e divenne anche il Campo scuola del Battaglione. Inoltre il Battaglione Aviatori comprendeva altre tre scuole collocate a Pordenone, Aviano, Somma Lombardo e cinque Squadriglie impegnate in Libia. Alla fine della guerra Italo Turca, le Squadriglie furono dislocate in diverse località italiane. Il primo Comandante del Battaglione Aviatori fu il Tenente Colonnello Vittorio Cordero Di Montezemolo con vice il Maggiore Giulio Douhet il quale assumerà il pieno comando nel 1913 (formalmente dal settembre 1912). Il 3 giugno 1913 la prima grande parata aerea militare col decollo in sequenza di 32 aeroplani appartenenti ad otto Squadriglie con velivoli Bleriot, Nieuport e Farman per formare in cielo una grande formazione d’attacco. La SIT di Torino costruì 25 di questi aeroplani. Il giovane Francesco Baracca appartenne al Battaglione e imparò a volare all’Aeroporto di Mirafiori, divenendo in seguito il più grande Asso della Grande Guerra. Il Battaglione fu sciolto nel 1915 a causa della riorganizzazione del Corpo Aeronautico e dell’imminente ingresso dell’Italia nella Grande Guerra avvenuta il 24 maggio 1915. L'ultimo schieramento del Battaglione Aviatori del 1914 era : 1° Squadriglia su aeroplani Nieuport presso il Comando Battaglione Aviatori a Venaria Reale di Torino, 1° Gruppo ad Aviano (comprendente la 2°, 3°, 13°, 14° Squadriglia su aeroplani Bleriot), 2° Gruppo a Pordenone (comprendente la 5°, 6°, 8° Squadriglia su aeroplani Nieuport), 3° Gruppo a Padova (4° Squadriglia su Bleriot, 7° Squadriglia su Nieuport), 1° Sottogruppo Biplani a San Francesco al Campo di Torino (9°, 10° Squadriglia su aeroplani Farman), 2° Sottogruppo Biplani con la 11° Squadriglia Farman a Brescia, 12° Squadriglia Farman a Verona e la 16° Squadriglia Bleriot Autonoma di Piacenza. Per la Grande Guerra il Battaglione fu riorganizzato nel Battaglione Squadriglie Aviatori.




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AEROPORTO DI AVIANO

Con l’entrata in guerra le Squadriglie del 1° Gruppo di Aviano furono subito in azione segnalando la presenza di truppe nemiche e iniziando i primi bombardamenti contro ammassamenti di truppe e contro batterie nemiche. Spettò ad un equipaggio della XIV Squadriglia Bleriot il primo avvistamento di un velivolo nemico e alla 3^ Squadriglia l’onore di avere il primo pilota ferito dal tiro dei fucili austriaci. Nell’agosto del 1916 Aviano divenne sede delle squadriglie del IV Gruppo Caproni ed un seguito anche dell’XI Gruppo. Al 1 gennaio del 1917 cinque delle nove squadriglie del IV Gruppo erano di stanza ad Aviano (2^, 3^, 4^ 6^ e 7^). Da Aviano partirono molte audaci azioni; Ricordiamo quella del 2 agosto 1916 quando 24 trimotori attaccarono in tre ondate successive la città di Fiume; quella del 2 agosto 1917 quando l’attacco fu portato contro la piazzaforte di Pola, e poi azioni su Trieste, Vippach, Lubiana, Idria, Assling e Villach, tanto per citarne alcune. Al 18 agosto 1917 al campo di Aviano erano stanziate le seguenti Squadriglie: 2^, 3^, 4^, 6^, 7^ e 15^. Il 31 ottobre 1917, a seguito del disastro di Caporetto, giunse l’ordine di abbandonare l’aeroporto. L’ultimo Caproni si levò in volo alle 18.00 per raggiungere Padova. Il campo fu occupato dagli austriaci che vi basarono i reparti da bombardamento notturno, le Flik 103/G, 104/G e 105/G (Da: Aviano Nido di Aquile, 1911-2001 di Carlo Lucchini)




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ATTILIO IMOLESI 1890 - 1918

Meccanico di automobili cesenate si arruolò volontario allo scoppio della guerra e fu assegnato con compiti tecnici all'aeroporto di Aviano. Lavorò sui bombardieri Caproni e fu ammesso, a domanda, alla scuola di pilotaggio alla fine del 1915. Dopo una breve parentesi presso la Sezione Difesa di Rimini, chiese ed ottenne il trasferimento al fronte vero e proprio e fu assegnato alla 79^ Squadriglia Caccia. Il 26 aprile 1917, appena promosso caporale, ottenne la sua prima vittoria a bordo del suo Nieuport 17 in uno scontro in cui si trovò gregario di Francesco Baracca.. Un mese dopo, il 26 maggio, perse di vista in una nube su Nabresina il biposto che stava scortando e fu colpito dalla contraerea. Una seconda vittoria fu ottenuta il 26 settembre presso Asiago, abbattendo un biposto dopo aver messo in fuga il caccia di scorta. Diventò un asso l'11 gennaio 1918 rivendicando una vittoria in compagnia di Ciotti e Costantini, e un ultimo successo fu colto il 14 sulla Valstagna. Il 14 marzo 1918 il suo Nieuport 27 precipitò durante un volo a bassa quota, forse per il cedimento dell'attacco della pedaliera. L'asso morì all'ospedale di Marostica. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)




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CAMPO DI ISTRANA (TV)

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. Il Battaglione Aviatori aveva ricercato in quest'area terreni da trasformare in campi di volo fin dal 1913. Il 21 giugno del 1915, il capitano Attilio Ranza fu a Vedelago per verificare alcuni siti segnalati allo scopo. L'area su cui realizzare la base venne decisa ai primi di giugno dell'anno successivo. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani, su di una superficie rettangolare che aveva il lato maggiore di 620 metri e quello minore di 480. Il campo, che può essere considerato un tipico esempio di struttura aeroportuale dell'epoca, era provvisto di una baracca Ufficiali e di uffici di compagnia, costruiti interamente in legno, compresi i pavimenti. Vi erano poi gli hangar per i velivoli. Due accoppiati di tipo Centocelle, che misuravano 36,2 metri di lunghezza e 25,53 metri di larghezza. Erano realizzati con ritti in legno e capriate, sempre in legno, della misura di 18,1 metri. La struttura era prefabbricata con pareti sia in muratura che in legno, con il pavimento in catrame spalmato e con portoni scorrevoli sempre in legno. Vi era poi, come previsto, un terzo hangar, destinato all'alloggiamento della truppa, dello stesso tipo e dimensioni dei due precedenti ma edificato più a sud, alla prevista distanza di 18,2 metri, tale che lo spazio fra le strutture potesse agevolmente venire ricoperto per installare un quarto hangar. Era stata inoltre realizzata una tettoia chiusa a cinque elementi per il ricovero di aerei. Le strutture erano completate dal corpo di guardia con l'annesso deposito carburanti, una costruzione di forma quadrata alta quattro metri e con un lato di 7 m. e 75 cm. La prova delle armi di bordo aveva reso inoltre necessaria la realizzazione di due parapalle che si trovavano nel lato sud dell'aeroporto. Infine numerosi baraccamenti furono approntati fra gli hangar ed altre infrastrutture costruite attorno a casa Quaglia. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. La «battaglia di Istrana» vide affrontarsi decine di velivoli italiani e tedeschi e l'eco di quell'episodio fu tale da fargli conquistare un'illustrazione di Achille Beltrame, sulla prima pagina della Domenica del Corriere, onore che spettava solo agli avvenimenti di assoluto rilievo. L'incursione dei velivoli con la croce di ferro causò sensibili danni alle strutture del campo. Andarono distrutti l'hangar che veniva utilizzato come alloggiamento per la truppa e la baracca degli ufficiali. Divenne allora chiara la necessità di decentrare gli aerei su piste secondarie per renderli meno vulnerabili a futuri, sempre più probabili, attacchi. Tra gennaio e febbraio del 1918 le operazioni di spostamento dei mezzi ebbero inizio, verso i nuovi campi all'uopo realizzati, presso Paese (S.Luca) e Quinto. Nel successivo mese di aprile l'intero campo sembrò in procinto di essere trasferito a sud della Postumia Romana e, più precisamente, sui terreni ad est della Casa Rossi. Vennero iniziati i lavori per la costruzione delle necessarie fondazioni. Verso la fine del mese gli hangar della «vecchia» base, furono mimetizzati con motivi diversi. Appare lecito ipotizzare che questi lavori debbano avere in qualche modo tratto in inganno la ricognizione austrotedesca poiché i bombardieri germanici diminuirono la frequenza dei loro attacchi su ciò che restava del campo originale per andare a concentrarsi sulle infrastrutture in corso di realizzazione a sud della Postumia Romana che, nella notte, risultavano più evidenti. In breve tempo tutte le costruzioni furono mimetizzate e stando a quanto riferiscono le testimonianze raccolte in loco, venne iniziata la costruzione di nuove strutture che fra la popolazione che viveva intorno al campo erano note come «hangar finti». La complessa serie di mascheramenti che vennero posti in atto sembra avere effettivamente dato i frutti sperati. La carta della zona che fu compilata dalla ricognizione austriaca a seguito della missione 33/998 del 26 agosto 1918, non riesce infatti più a dare una chiara collocazione al campo di Istrana il cui posizionamento in precedenza era perfettamente noto. Su Istrana operarono anche reparti inglesi e squadriglie italiane da ricognizione.




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JOSEF KISS 1896 - 1918

Nativo di Bratislava, allo scoppio della grande guerra lasciò la scuola e si arruolò. Il 26 ottobre 1914 raggiunse il 72° Reggimento fanteria nel settore dei Carpazi Meridionali. Mentre era convalescente per una grave ferita, gli fu concesso di iniziare l'addestramento come pilota, prima a Pandorf e poi a Wiener-Neustadt. Alla fine di aprile 1916 Kiss raggiunse la Flik 24, agli ordini del capitano Studeny, per operare in supporto alla 11^ armata. La Flik 24 era dislocata a Pergine, sul fronte trentino. Kiss ottenne la sua prima vittoria aerea il 20 giugno ai comandi di un Hansa Brandenburg C.I (il 61.23) con il tenente Gerog Kenzian nel seggiolino posteriore. In questa occasione attaccò un biposto Farman da ricognizione e lo costrinse ad atterrare nei dintorni del Monte Cimone. Il 25 agosto ai comandi di un altro Hansa Brandenburg (il 26.29) attaccò un bombardiere Caproni. Nonostante fosse sdtato colpito da oltre 70 colpi dal velivolo italiano, Kiss lo costrinse ad atterrare rovinosamente nei pressi di Pergine. Una terza vittoria seguì il 17 settembre ai danni di un altro Caproni. Per la quarta vittoria dovette aspettare nove mesi. Intanto però la sua aggressività e la sua abilità non erano passate inosservate e gli era stato assegnato un monoposto dacaccia Hansa Brandenburg D.I. Con una macchina di questo tipo, la 28.37, il 10 giugno 1917 abbattè un Nieuport nei pressi di Asiago., e quattro giorni dopo conseguì la sua quinta vittoria, costrngendo ad atterarre un biposto SAML presso Roana. Con lo stesso velivolo ebbe la meglio il 13 luglio di un biposto Pomilio. L'11 settembre ottenne l'ultima vittoria con la Flik 24, sempre ai danni di un biposto SAMl presso Asiago. Nel mese di novembre fu trasferito alla Flik 55J, sempre dislocato a Pergine. Integratosi molto bene in questa unità d'elite trala metà di novembre 1917 e la fine di gennaio 1918 riuscì' ad aggiungere altre 12 vittorie al suo totale. La sua diciannovesima ed ultima vittoria, un SAML della 115^ squadriglia, fece di Kiss il pilota ungherese con il più alto bottino. Il 27 gennaio si alzò in volo per affrontare un solitario caccia italiano ma ben presto si trovò impegnato in combattimento con tre avversari, probabilmente tre Hanriot della 78^ squadriglia. Dopo quasi dieci minuti di manovra e con le mitragliatrici inceppate, fu gravemente ferito all'addome, ma riuscì a disimpegnarsi e ad atterrare a Pergine. Dopo una convalescenza troppo breve, Kiss rientrò in servizio il 24 maggio, e ancora troppo debole, decollò con il Phonix DIIa 422.10 insieme ad altri tre velivoli e si trovò impegnato in un violento combattimento. Fu abbattuto e ucciso da un caccia britannico, probabilmente pilotato dal sottotenente Birks del 66^ Squadron. (Da: Gli Assi Austro-Ungarici della Grande Guerra, di Christopher Chant)




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SAML S1 AVIATIK

Nel 1913 la Società Anonima Meccanica Lombarda (SAML) cominciò ad interessarsi al mondo dell'aviazione. Il 6 gennaio 1915 avvenne un incontro tra la direzione della ditta e l'ingegnere svizzero Robert Wild che offrì la propria esperienza di progettista maturata presso la fabbrica di aeroplani Aviatik Gmbh di Muehlhausen (oggi Mulhouse) in Alsazia. per la realizzazione di un velivolo derivato dal più recente modello realizzato dalla ditta tedesca, il BII del 1914. Il 31 maggio era pronto per il collaudo il primo prototipo spinto da un motore Samlson da 135 CV, 9 cilindri a stella. Furono costruite 3 serie produttive (A1, A2, A3) con motorizzazioni diverse per un totale di 568 esemplari. La produzione passò poi ai Modelli S1 (con cambiamenti nella forma alare e nella motorizzazione) e S2 (riduzione dell'apertura alare, nuovo armamento e motore) per complessivi 657 velivoli



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115^ SQUADRIGLIA

Mobilitata ad Arcade il 17 agosto 197 fu dotata di SAML con motore Fiat A12 da 200 hp e il 23 agosto si trasferisce a Nove di Bassano con due sezioni mentre una terza viene schierata a Cavazzo Carnico. Già il 30 di agosto le due sezioni di Nove si portano a Villaverla. A settembre nuovo movimento, due sezioni tornanao a Nove, e la 3^ rimane a Villaverla. La squadriglia si riunissce il 20 ottobre su questo campo. L'8 dicembre 1917 la 115^ si trasferisce a San Pietro in Gù nell'ambito del XII Gruppo.Dal 4 giugno 1918 la squadriglia inizia a riequippaggiarsi con i Pomilio e il 5 agosto si trasferisce a Fossalunga. Da: (Gli Assi Austro-Ungarici della Grande Guerra, di Christopher Chant)




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ALBATROSS D.III




Apparso per la prima volta nella primavera del 1917 sul fronte occidentale, fu prodotto in circa 1900 esemplari. LUNGHEZZA: 7,33 m; LARGHEZZA: 9,05 m; ALTEZZA: 2,98 m; PESO: 886 kg a pieno carico; MOTORE: 1 Mercedes D.III a 6 cilindri in linea raffreddato a liquido di 175 HP; VELOCITA': 175 km/h; DISTANZA: 350 KM; QUOTA MAX: 5500 M; VELOCITA' ASCENSIONALE: 886 piedi/minuto

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NIEUPORT NI.27




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SAVOIA POMILIO SP




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GIOVANNI NICELLI 1893 - 1918

Nato a Lugugnano Val d'Arda (Pc) arruolato come motorista nel Battaglione Aviatori, frequentò il corso di pilotaggio e nel gennaio 1917 conseguì il brevetto di pilota militare. Con il grado di caporale fu assegnato alla 79^ squadriglia caccia sul campo di Istrana. Promosso sergente in giugno ottenne la sua prima vittoria il 25 ottobre, ma entro la fine dell'anno ne aveva aggiunte altre due al suo palmares. Il 30 gennaio 1918 abbattè insieme a Reali un biposto, visto cadere in vite e perdere le ali presso Costalunga. Il 5 febbraio , da solo, fece precipitare un Brandenburg C.I presso Case Girardi e il 22 abbattè un Phonix. Le ultime due vittorie le ottenne il 4 maggio. Il giorno successivo a Nicelli venne chiesto dal suo comandante di effettuare un'esibizione di fronte ad un gruppo di ufficiali alleati in visita. L'asso, giunto al vertice di un looping, perse una delle ali inferiori e si fracassò nel cortile di una casa di Porcellengo. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale, Nell'immagine: Nicelli, a sinistra, con Cerutti)




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PISA SAN GIUSTO

La storia del volo a Pisa ha inizio nel 1909 grazie alle attività intraprese dai fratelli pisani Ugo e Guido Antoni. Protagonisti di studi e di costruzioni aeronautiche pionieristiche di indiscusso valore tecnico, impiantarono nel 1911 quello che è divenuto uno dei più importanti campi di volo italiani: l’aeroporto di Pisa San Giusto. Dopo i primi esperimenti e le prime manifestazioni aeree svolte nella Tenuta Reale di San Rossore e che portarono nel 1911 al primo sorvolo della Torre di Pisa da parte dell’aviatore Mario Cobianchi, alla vigilia della 1a Guerra Mondiale il campo di San Giusto divenne sede di una scuola militare di pilotaggio e di tiro. Il crescente fabbisogno di piloti da impiegare al fronte, portò all’allestimento poco dopo di una seconda scuola di volo sul vicino campo di Coltano, nei pressi del celebre Centro Radio inaugurato da Guglielmo Marconi. E’ di questo periodo il primo esperimento di posta aerea sulla rotta Torino-Pisa-Roma, portato a termine il 25 maggio 1917. Nel 1918 entrò in funzione presso la vicina cittadina di Pontedera anche un Aeroscalo militare per dirigibili, destinato ad attività di pattugliamento costiero e di cantiere per il montaggio di nuovi esemplari di produzione. Tale installazione avrebbe funzionato per quasi un decennio, fino all’epoca di dismissione della specialità dirigibili nella seconda metà degli anni ’20. Terminata la guerra, il 23 giugno 1921 l’aeroporto di San Giusto venne intitolato alla memoria del sergente pilota Arturo Dell’Oro, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare.




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CIRE' DI PERGINE

Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione costruì uno dei suoi più importanti aeroporti del fronte italiano, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Nel Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell’I.R. Aviazione, la ‘’Flik 24’’ e la ‘’Flik 55j’’, in cui ebbero la sorte di incontrarsi tre dei più famosi ‘’assi’’ che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché József Kiss (ungherese).




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HANSA BRANDENBURG C-I




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FLIEGERKOMPANIE 21 (FLIK 21)

Nel marzo del 1916 fu inviata nel Trentino sul campo di Gardolo, per la preparazion dell'offensiva di maggio e posta sotto il comando della 11^ armata.

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SILVIO SCARONI 1893 - 1977

Nato a Brescia ebbe il primo contatto con l'aviazione nel 1909 durante il circuito aereo di Brescia e nel 1915 quando prestava servizio in artiglieria rispose subito alla richiesta di volontari per il Battglione Aviatori.Ottenuto il brevetto nell'ottobre del 1915 fu trasferito come sergente pilota alla 4^ squadriglia per l'artiglieria. Passato ufficiale fu assegnato alla 43^ Squadriglia. Passò poi, nei giorni di Caporetto alla 76^ Squdriglia Caccia ed abbattè un primo velivolo il 14 novembre a bordo di un Hanriot Hd.1. In meno di un mese diventò un asso e il 26 dicembre rivendicò tre vittorie durante la battaglia aerea di Istrana. La decima vittoria arrivò il 28 gennaio 1918, la quindicesima il 22 maggio e la ventesima il 25 giugno. Sopravvisuto per poco ad un combattimento con un caccia austriaco il 12 luglio 1918, fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare. In totale gli furono accreditate 26 vittorie. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)




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GUIDO MASIERO 1895 - 1942

Nato a Padova si arruolò volontario nel 1913 nel reggimento "Lancieri di Novara". Nel 1915 raggiunse la 7^ Voisin sul campo di Santa Maria La Longa nel 1915 per frequentare la scuola di pilotaggio. Ottenuto il brevetto Masiero si fece le ossa con missioni di ricognizione e bombardaemnto sul Carso. Il 4 marzo 1917 la squadrigli, nel frattempo diventata 26^, fu sciolta e il sottotenente Masiero, con 58 voli di guerra all'attivo, venne per breve tempo assegnato alla 103^Squadriglia per poi passare alla Malpensa per l'addestramento sui Nieuport. Inviato poi a Ponte San Pietro per il passaggio sul nuovo SVA tornò al fronte dopo Caporetto. Giunto alla 78^ Squadriglia il 2 novembre 1917, già il 13 abbatteva un DFW presso Arcade. Entro una settimana aveva rivendicato altre due vittorie di cui solo una fu confermata. Divenne un asso durante la battaglia di Istrana quando condivise altri due abbattimenti. Il 29 marzo passò a far parte della 3^ sezione SVA a Isola di Carturo con i gradi di tenente. Dopo la guerra fece parte, il 14 febbraio 1920, del gruppo di piloti che da Roma partirono per raggiungere Tokio. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale. Immagine: Masiero, a destra, con Ferrarin a Tokio 1920, da www.aeronautica.difesa.it)




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AVIATIK C-I




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FLIEGERKOMPANIE 58 (FLIK 58)

Operativa dal 1916 sul fronte isontino ebbe come base Casarza della Delizia e poi Ghirano.

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HANRIOT HD.1




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CAPRONI CA.300




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FLIEGERKOMPANIE 17 (FLIK 17)

Ai primi di giugno del 1915 la neocostituita Flik 17 venne posta alle dipendenze del Landesverteidigungkommando Tirol (Comando della Difesa territoriale del Tirolo), montata su apparecchi Fokker per la ricognizione d'artiglieria e apparecchi Lloyd per le ricognizioni a distanza. A metà giugno venne dislocata, dopo alcune ricognizioni di campi non adatti presso la Mendola e il Bondone, sul campo di esercitazione a ovest di gardolo. Per la ricognizione d'artiglieria le venne messo a disposizione un campo di volo sull'altopiano di Folgaria, che utilizzò fino a metà luglio 1915. A metà febbraio 1916, insieme alle Flik 7 e 16, effettuò un incursione su Milano. Dal 20 maggio 1916 fu posta sotto la 11^ Armata. Il primo velivolo italiano abbattuto dal reparto, da un Lohner B.VII (17.36) con a bordo il tenente Rudolf Szepessy-Sokollu Baron e Negyes Reno, fu un Caudron. Nel marzo del 1917 fu trasferito all'unità l'asso Otto Jäger, che ai primi di maggio, dopo una serie di incidenti, ebbe le gambe rotte dall'impatto con un elica in rotazione. la sua carriera militare. Un'elica in rotazione è purtroppo rotto entrambe le gambe. Il 13 lug 1917, József Bacio della Flik 24 velivoli costrinse un Savoia-Pomilio etichettato SP 4530 SP2 della 26^ Squadriglia ad atterrare a Levico. Al combattimento partecipò anche il pilota della Flik 17, Karl Mayer con l'osservatore Erich Kuehne a bordo di un Hansa-Brandenburg CI. Dal luglio 1917 fu ridenominata 17D (Tratto da: L'Aeronautica italiana nella Grande Guerra, 2007, di Gerald Penz)


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