Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.9 - Istruzione provvisoria pe rl'impiego della squadriglie da caccia

PREMESSA.L’Aviazione da Caccia ha tre compiti essenziali: 1) Permettere che i nostri aeroplani da ricognizione, da artiglieria, da bombardamento possano esplicare il loro mandato 2) Impedire che il nemico possa fare altrettanto 3) Partecipare ai combattimenti terresti Per ottenere teli risultati, che costituiscono la sua prima ragione di essere, deve ricercare il nemico e ovunque lo trovi impegnare combattimento e sconfiggerlo. Per l’illimitato campo di azione dei mezzi aerei non vi è numero di aeroplani che esercitando solo un’azione di difesa possa assolutamente impedire a un pilota deciso di raggiungere i suoi obiettivi. Non bisogna infine dimenticare quanto grande influenza morale abbia sulle nostre ( fanterie, nda) sottostanti la constatazione della supremazia aerea della nostra Aviazione da Caccia.

SERVIZI AFFIDATI ALL'AVIAZIONE DA CACCIA. Dobbiamo considerare a seconda delle circostanze i seguenti modi d’impiego dell’Aviazione da Caccia: - pattuglie offensive di crociera; - volo di allarme; - voli di scorta; - voli di mitragliamento di bersagli terresti. Quale che sia il servizio al quale gli apparecchi da caccia vengano adibiti, i voli di apparecchi isolati sono assolutamente da escludersi. Gli apparecchi da caccia devono essere sempre riuniti in pattuglie. Il numero degli apparecchi componenti la pattuglia dipende dalle speciali condizioni del momento, avuto riguardo alla forza e ai metodi di combattimento nostri e all’aviazione avversaria. Per ora la pattuglia, per esplicare bene la sua azione durante il combattimento e restare bene sotto la direzione e il controllo del capopattuglia, è bene sia formata da tre a cinque apparecchi secondo le circostanze suaccennate. Nella pattuglia gli apparecchi terranno la formazione a triangolo. Il capopattuglia in testa. Gli altri rispettivamente a destra e a sinistra indietro e sopra il capopattuglia come risulta dalle seguenti figure: Sarà però spesso necessario raggruppare un numero maggiore di apparecchi, e allora si riuniranno varie pattuglie la cui rispettiva posizione sarà di volta in volta fissata da chi ordina l’operazione secondo il servizio da compiere. Si tenga presente che un’ottima formazione di combattimento è costituita da due pattuglie una sopra all’altra. In tal caso il capo della pattuglia superiore deve regolarsi in modo da mantenersi 100-200 (metri, nda) circa sopra all’altra pattuglia e un po’ indietro e di fianco, in modo da vedere sempre la pattuglia inferiore e garantirla da sorprese durante il combattimento offensivo. In ogni pattuglia il capopattuglia deve avere un segnale ben visibile (sono buoni dei nastri lunghi applicati al timone o ai montanti), segnale che deve essere conosciuto dai componenti le pattuglie, e deve a sua volta conoscere i distintivi dei suoi piloti. In ogni pattuglia deve essere stabilito un sottocomandante nel caso il comandante debba abbandonare, per una ragione qualsiasi, la pattuglia. La formazione deve essere nei limiti del possibile mantenuta anche durante il combattimento, deve in ogni modo essere ripresa subito dopo. Il comandante la pattuglia deve, dopo ogni volo, far rilevare le deficienze riscontrate e studiate in modo di ovviarvi nei voli successivi. Ogni pilota deve saper funzionare da capopattuglia e da componente la pattuglia. Il capopattuglia deve riunire i propri piloti ogni volta prima della partenza e dare le indicazioni necessarie per la missione da compiere. Dovrà, quanto lo crede necessario, dare le istruzioni che crederà opportune per il buon funzionamento della pattuglia. I piloti componenti la stessa pattuglia devono partire immediatamente l’uno dopo l’altro, primo il capopattuglia. Il capopattuglia deve sempre pensare che i piloti che lo seguono devono prendere e mantenere la formazione in volo, quindi appena arrivati a 100 metri di altezza rallenterà al massimo la sua velocità orizzontale e ascensionale fintanto che i componenti la sua pattuglia non siano a posto. Riprenderà soltanto allora la sua salita ma senza sfruttare mai tutto il suo motore e regolandosi lui, in maniera da rendere agevole ai suoi piloti di mantenersi in formazione. D’altra parte i componenti la pattuglia dovranno, agendo sulla manetta dei gas, aumentare e diminuire in conseguenza la propria velocità. I piloti devono sempre migliorarsi in questo esercizio e non bisogna dimenticare che nel combattimento uno degli elementi necessari per il successo è la conoscenza perfetta del proprio motore che permette di variare, come è necessario, la velocità del proprio apparecchio in relazione alle manovre proprie e dell’avversario.

PATTUGLIE OFFENSIVE E DA CROCIERA.  Incrociando in una data zona del fronte debbono eseguire successive puntate offensive nel territorio nemico a 10 – 15 Km dalle linee, per dar battaglia e abbattere gli apparecchi nemici ovunque li incontrino. Potranno avere il compito di abbattere areostati da osservazione avversari. Di norma le nostre pattuglie devono attaccare le pattuglie avversarie soltanto quando trovandosi in posizione favorevole hanno maggiori probabilità di successo. Si tenga presente però che in speciali condizioni può essere utile di tentare ugualmente l’attacco anche quando ci si trovi in posizione sfavorevole, e questo, soprattutto quando l’avversario riconoscendo la nostra superiorità, come ora avviene, è moralmente scosso fin dall’inizio dell’attacco, per il solo fatto che essa si verifica.

VOLI PER ALLARMI.  Tali voli devono essere eccezionali ed eseguiti soltanto in casi speciali. Saranno di rendimento quando l’allarme è per apparecchi nemici a quota relativamente bassa o per apparecchi nemici addentratisi molto in nostro territorio. Anche per essi valgono le disposizioni riguardanti l’impiego normale in pattuglia.

VOLI DI SCORTA.  Hanno lo scopo di assicurare le esecuzioni delle speciali missioni devolute agli apparecchi da ricognizione lontana e da bombardamento. Compito difficile, delicato e che necessita speciale preparazione nel predisporlo, cura nell’eseguirlo. Se la scorta è incaricata di proteggere uno o più apparecchi da ricognizione deve possibilmente dividersi in due pattuglie come è previsto. In tal caso il capopattuglia più in basso dovrà stare 50 m circa sopra e dietro gli apparecchi da scortare senza mai perderli di vista. Da loro parte gli apparecchi da ricognizione se sono molto veloci devono anch’essi viaggiare a gas ridotti, per permettere alla scorta di mantenersi compatta, e se sono in due o più devono regolarsi secondo le norme indicate più sopra per le pattuglie. Se la scorta è incaricata della protezione di un nucleo da bombardamento, le pattuglie devono disporsi in maniera da circondare il nucleo da bombardamento e restare con parte degli apparecchi sull’obiettivo bombardato fino a quando il nucleo da bombardamento non sia riordinato e allontanato, dopo di che lo scorterà a tergo. Può essere talvolta utile inviare delle pattuglie offensive di crociera a incrociare sul luogo dove si può supporre di trovare maggior resistenza. In ogni modo in ambedue i casi suaccennati della scorta, essa ricordi che suo compito è di aiutare gli apparecchi da ricognizione e bombardamento a compier la loro missione e che quindi nello svolgersi degli eventuali combattimenti non deve lasciarsi trasportare lontano dagli apparecchi che essa deve proteggere. È più che in ogni altro caso necessario mantenere la formazione di volo e riprenderla al più presto nello svolgersi dell’azione.

VOLI DI MITRAGLIAMENTO DI BERSAGLIO TERRESTRE. Sono destinati soprattutto a demoralizzare le truppe avversarie nelle azioni difensive od offensive. Devono essere eseguiti per ciò a bassa quota e quando la presenza di truppe ammassate dia la sicurezza di raggiungere lo scopo prefisso. Possono essere utilmente eseguiti contro batterie in posizione, colonne in marcia (truppe e carreggio ) e contro accampamenti e servizi nelle retrovie. Anche in questi attacchi è necessario che si tengano presenti le norme per stare riuniti, tanto più che riesce difficile l’orientamento quando si è molto bassi sul terreno. Il tiro deve essere iniziato alla quota di 500 m al massimo e proseguire fino ai 200 m più o meno. È necessario però sempre accertarsi che la truppe contro cui si esegue il tiro siano quelle avversarie. D’altra parte quando più si è bassi tanto più è problematico l’intervento delle forze aeree avversarie e il tiro da terra contro più apparecchi è praticamente meno efficace che contro un solo apparecchio. Durante tali voli è misura precauzionale la presenza di una pattuglia offensiva a quota superiore sul posto dell’azione, per intervenire efficacemente contro forze avversarie che tentassero di ostacolarla. Se più pattuglie sono incaricate della stessa azione esse devono susseguirsi a brevi intervalli. Se sono fornite di bombe a mano esse saranno lanciate appena prima di iniziare il tiro.

COMBATTIMENTO. Nella pattuglia in volo il giudice esclusivo della situazione è il capopattuglia. Egli deve concentrare la sua attenzione per non lasciarsi sfuggire nulla di quanto può interessarlo. Lo scorgere gli apparecchi nemici è in pratica più difficile di quanto potrebbe credersi, soprattutto gli apparecchi avversari trovandosi alla stessa quota presentano il minimo profilo. È molto utile quando si opera in nostro territorio osservare gli scoppi dei proiettili della nostra artiglieria antiaerea. Se si è a quota molto alta però e si vedono gli scoppi bassi, prima di perdere quota occorre assicurarsi che gli apparecchi nemici non siano sopra di noi perché non bisogna dimenticare che le nostre batterie, alcune almeno, hanno un’ordinata massima non superiore ai 3000 – 4000 m . In ogni modo gli elementi più utili per il successo nel combattimento aereo sono : 1° La sorpresa. 2° La perizia nella manovra. 3° La precisione di tiro. La sorpresa non è molto facile ora che sono necessarie la formazioni multiple. In ogni modo è già agire di sorpresa riuscire ad avvicinarsi a una formazione avversaria essendo a una quota superiore a essa. Ricordare che non bisogna mai abbandonare la formazione per attaccare da solo. Anzi il capopattuglia che vedrà la propria pattuglia non perfettamente composta dovrà rallentare l’andatura, per essere raggiunto dagli altri alla distanza prescritta prima di iniziare l’attacco. Se si attacca una formazione avversaria sarà meglio concentrare i propri sforzi contro gli apparecchi che sono più lontani dagli altri. Fare in tal caso sempre attenzione di non lasciarsi poi attaccare dall’alto dal resto della formazione avversaria. Nelle disposizioni che darà il comandante la pattuglia prima della partenza, egli dovrà stabilire chi dei suoi piloti avrà l’incarico di rimanere sempre a quota superiore durante lo svolgersi del combattimento per attaccare a sua volta quelli che tentassero attaccare i primi apparecchi che hanno iniziato il combattimento. La tattica del combattimento aereo dipende dalla perizia individuale, ne si possono dare in proposito delle norme tassative. I piloti giovani tengano in ogni modo presente : 1° Che se si è attaccati non bisogna mai per nessuna ragione sfuggire l’avversario con una picchiata diretta che renderebbe il proprio avversario pressoché immobile per l’attaccante o con una scivolata d’ala o giro di vite che, facendo perder quota lo metterebbe in condizione sempre più svantaggiose. Ricordarsi che la quota è il primo vantaggio. 2° Che ogni attacco deve essere eseguito con la ferma determinazione di distruggere l’avversario. 3° Che nel tiro non basta picchiare il proprio apparecchio verso l’obbiettivo e sparare. Le parti vitali dell’apparecchio sono piccola cosa rispetto al bersaglio rappresentato dall’apparecchio stesso (motore – pilota – serbatoio). A ciò si aggiunga che il bersaglio è in moto e che quindi il tiro è ancora più difficile. Occorre, appena si intuisce l’attacco, mettere la mano sinistra alla manetta del gas, le dita della destra sulla leva delle armi, fissare lo sguardo lungo la linea di mira e servirsene con precisione. 4° Che le occasioni opportune per eseguire il tiro con l’arma veramente puntata sfuggono rapidamente. Occorre quindi concentrare la propria attenzione per non lasciarselo sfuggire e manovrare in maniera da tirare più dappresso che sia possibile. 5° Che nell’attacco contro un altro caccia conviene attaccare da dietro senza perdere il vantaggio della quota, perché una volta perduto è più difficile riacquistarla e avvicinarsi per tirare assolutamente a bruciapelo. 6° Che nell’attacco contro un apparecchio biposto bisogna cercare di collocarsi all’ultimo momento dietro e sotto il suo timone di profondità per restare defilato e avvicinarsi per eseguire il tiro a bruciapelo restando in quell’angolo morto.

AVVERTENZE. Il pilota deve : Prima della partenza: 1° Assicurarsi che i serbatoi benzina, oli o acqua siano riforniti. 2° Mettere l’arma (negli apparecchi con motori rotativi) in posizione bloccata, caricarla, assicurarsi che vi sia il prescritto numero di colpi. Se non si è assolutamente sicuri del regolare funzionamento dell’arma si dovrà procedere a tale verifica sparando alcuni colpi contro il fermapalle. 3° Assicurarsi dell’integrità dei comandi facendo funzionare brutalmente a terra le leve di comando. 4° Riscaldare il motore a regime ridotto prima di provarlo a pieno gas. 5° Provare se i contatti dei magneti funzionano esattamente. 6° Assicurarsi sempre bene con le cinghie. In volo : Ad alta quota ogni mezz’ora sparare un paio di colpi per non lasciare raffreddare troppo l’olio. Rivolgere spesso lo sguardo ai manometri della benzina, dell’olio, al termometro del radiatore. Non lasciar mai salire la temperatura dell’acqua tenendo conto anche delle differenti temperature di ebollizione alle varie quote. Pensare sempre che i motori negli apparecchi da caccia sono esuberanti alla necessità del volo e che essendo nella quasi totalità surcompressi soffrono grandemente nella marcia a pieno regime, e che devono quindi essere sfruttati al massimo unicamente durante il combattimento. Atterrando : Scaricare subito l’arma. Sbloccarla (negli apparecchi a motore rotativi). Riferire subito al motorista se il motore ha funzionato bene, al montatore se l’apparecchio è ben regolato facendo noto dettagliatamente ogni minimo inconveniente riscontrato, all’armaiolo sul funzionamento dell’arma e su qualsiasi inconveniente verificatosi durante il tiro ordinandone l’immediata completa pulizia e verifica del dispositivo e delle molle recupero. Appena sceso dall’apparecchio, se si sono avuti combattimenti, senza conferire con chicchessia (sotto la responsabilità del comandante la squadriglia) riempire i moduli “Rapporto di combattimento”. Speciali cure debbono essere poste nella preparazione dei nastri. È indispensabile allorché non si ricevono i nastri già pronti dai magazzini depositi (nel qual caso essi saranno stai confezionati sotto il controllo della sezione 6° del Comando Supremo) che nella confezione di essi il massimo scrupolo sia posto nella calibratura di ogni singola cartuccia, nella verifica di ogni maglione, nella perfetta posizione delle cartucce stesse nei relativi maglioni.

CONFERME DI APPARECCHI ABBATTUTI. È indispensabile che tutte le Squadriglie, gruppi, comandi d’Aeronautica seguano gli stesi criteri per fare omologare o no ai piloti dipendenti gli abbattimenti di aerei nemici. È assolutamente da escludersi che il pilota si rechi in persona a elemosinare delle dichiarazioni che, nella loro maggioranza o per l’incompetenza di chi le redige e per la loro provenienza non possono essere considerate valide. I Comandi d’Aeronautica hanno a loro disposizione nelle armate tutti i mezzi per avere le informazioni necessarie, ed è loro mansione di richiederle qualora non giungano subito. Per avere l’omologazione di un abbattimento occorrono almeno due conferme di osservatori di artiglieria o di palloni Drago o di prima linea che specificano in maniera indubbia che l’apparecchio è caduto in fiamme o che esso o in vista degli osservatori stessi, specificando in tal modo il punto preciso ove esso giace e se la nostra artiglieria lo batte. Fuori di tali casi potranno in via eccezionale essere ugualmente omologate vittorie quando prove irrefutabili possono rendere certa la distruzione dell’aereo nemico (deposizioni di prigionieri, dichiarazioni concordi di vari altri piloti che abbiano presenziato al combattimento – Caduto indubbiamente a picco dell’aereo, in vista di vari osservatori). Si ricordi inoltre che per avere l’omologazione dell’abbattimento di un drachen occorre che esso sia incendiato e che non basta che esso sia abbassato o sgonfiato.

6 giugno 1918 - Il Tenente Colonnello Ispettore delle Squadriglie da Caccia - Pier Ruggero Piccio

 


Immagine: Fulco Ruffo di Calabria
72^ Squadriglia Caccia La 91^ Squadriglia Caccia

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