Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.7 - La 75^ Squadriglia Caccia

La squadriglia viene formata sul Campo di Tombetta il 1° maggio 1916 al comando del capitano Maffeo Scarpis ed assegnata al III Gruppo col compito della difesa aerea di Verona, sede di alti comandi e depositi militari. Alla nascita il reparto dispone dei piloti sottotenente Alessandro Buzio, sottotenente Mario De Bernardi e caporale Elia Liut, cui si aggiungeranno entro la fine del mese il capitano Ettore Croce, il sottotenente Paolo Michetti, il caporale Guido Consonni ed il volontario soldato Guido Nardini. In carico al reparto sono i Nieuport 1455, 1456, 1457, 1458 ed 1459. Il 3 maggio la squadriglia distacca una sezione, composta da Michetti, Croce e Liut, sul campo di Villaverla. La prima attività bellica del reparto ha luogo il 10 maggio, quando De Bernardi e Buzio compiono tre voli su allarme, senza pero incontrare il nemico. E opportuno ricordare come Mario De Bernardi sia all'inizio di una brillantissima carriera che lo vedrà collaudatore e detentore di record mondiali nel primo dopoguerra. I due piloti italiani incontrano i primi austriaci l'11, quando impediscono a due aerei di bombardare Verona mettendoli in fuga. Cinque giorni dopo, il 16, il cannone dà l'allarme e Buzio si alza nel cielo della città veneta con Nardini e Guido Consonni per respingere l'incursore. L'attacco dei cacciatori italiani è cosi veemente da costringere il biposto austriaco ad una fuga talmente precipitosa che l'osservatore lascia cadere fuoribordo la macchina fotografica, trovata in un campo nei pressi di Borgo Venezia. Ai piloti dei Nieuport giunge l'encomio del comandante della Piazza di Verona. Il 20 giugno un aereo austriaco lascia cadere sul campo di Tombetta una bomba con l'evidente scopo di colpire uno degli hangar, ma il tiratore austriaco ha fatto male i suoi calcoli e l'ordigno esplode a 50 metri dal bersaglio limitandosi a rompere vetri e ferendo un cavallo. La povera bestia viene vendicata il 27 da De Bernardi, Guido Consonni e Nannini, che in mattinata costringono il Brandemburg C.1 26.11 ad atterrare in territorio italiano nei pressi di Arzignano. I due aviatori vengono presi prigionieri e l'eco dell'abbattimento, oltre ad un nuovo encomio, spinge un gruppo di imprenditori veronesi ad indire una pubblica sottoscrizione per offrire un premio in denaro ai tre cacciatori. La riconoscenza della popolazione di Verona per chi ne vegliava i cieli si concretizza nella discreta somma di 1.750 lire per ciascuno degli abbattitori, che con grande generosità preferiscono destinarla al fondo per i mutilati di guerra. Il 18 agosto Scarpis viene trasferito alla Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare e cede il comando al capitano Mario Gordesco. Oltre a mantenere i cieli di Verona sgombri da ali con la croce nera, la squadriglia è anche impegnata in voli di scorta a bombardieri e ricognitori che si spingono in territorio austriaco, meritando anche in questo compito l'encomio dei comandi per il sostegno dato alle operazioni sul Pasubio in ottobre. L'attività di volo negli ultimi due mesi dell'anno è ostacolata dalle non buone condizioni del tempo, ma il reparto ha ugualmente modo di segnalarsi il 28 dicembre fornendo la scorta ad un dirigibile che incrocia fra Verona ed il Garda. Intanto a Gordesco era subentrato il capitano Salvatore Calori. Al suo comando sono i piloti Buzio, Consonni , De Bernardi, Liut, tenente Giovanni De Briganti, sottotenente Pietro Bergonzi, soldato Carlo Iannace e soldato Dante Nannini. L'unità ha in carico i Nieuport 11 1646, 1647, 1649, 1654, 1688, 1690 ed 1695. Nell'anno appena passato la squadriglia aveva eseguito 361 voli di guerra sostenendo 24 combattimenti e ottenendo una sola vittoria confermata. I primi quattro mesi del 1917 non permettono, a causa delle condizioni atmosferiche, una rilevante attività di volo. L'8 aprile Calori è sostituito dal capitano Antonio Bosio e due giorni dopo, il 10, essendosi il III Gruppo sdoppiato costituendo il IX, la 75^ passa in forza a questo. Il 24 il sergente Fermo Macchi attacca da solo tre aerei austriaci nei pressi di Levico e ne vede uno gettarsi a picco, forse colpito dalle pallottole della Lewis montata sopra l'ala del suo Nieuport 11 1646. Il 1 luglio per un errore di pilotaggio l'aspirante Alfredo Ghidotti cappotta e sfascia in decollo il Ni 2148 rimanendo fortunatamente incolume. Tre giorni dopo, il 14, Consonni mette sull'attenti il suo Ni 2204 a causa del terreno pesante. Anche in questo caso il pilota esce illeso dall'incidente ma l'aereo va fuori uso. La primavera e l’estate passano nei consueti impegni di scorta e crociere di protezione. Il 31 agosto la 3^ Sezione, finalmente riequipaggiata su SPAD, lascia il campo di Ghedi e passa distaccata a quello di Castenedolo. Il 22 ottobre due sezioni della squadriglia si distaccano e vanno a formare la nuova 72^, mentre la 75^ rientra al III Gruppo il 24 dello stesso mese. Con l'autunno è arrivato il maltempo, che ha una parte cosi importante nel nascondere ai ricognitori italiani i preparativi austro-tedeschi dell'Offensiva di Caporetto. La squadriglia, assieme a tutta l'aviazione italiana, è impegnata in frenetici voli sulle avanguardie imperiali che dilagano nella pianura friulana verso i fiumi del Veneto. Il 30 ottobre arriva a rinforzare il reparto la 1^ Sezione SVA col tenente Natale Palli, futuro pilota di D'Annunzio su Vienna, col suo SVA 6789. Al pilota piemontese, che perderà la vita il 20 marzo 1919 sul ghiacciaio della Gurra nel tentativo di raggiungere Parigi da S. Pelagio, si unisce presto un altro valoroso cacciatore, il sergente Giovanni Bartolomeo Arrigoni con lo SVA 6781. La mattina del 3 novembre il sergente Andrea Mancini mentre incrocia sul lago di Caldonazzo col suo Nieuport 17 3685, avvista un aereo austriaco e lo attacca. I colpi della sua arma probabilmente feriscono od uccidono il pilota e l'austriaco è osservato scendere apparentemente privo di controllo. Imbaldanzito dal successo Mancini sulla rotta di ritorno attacca altri due austriaci, ma l'inceppamento della sua mitragliatrice lo costringe a desistere. Il 18 novembre è invece Arrigoni ad avere la peggio in un combattimento e ad esser costretto ad un atterraggio d'emergenza con lo SVA in fiamme nei pressi di Villaverla. L'aereo cappotta ma il pilota riesce ad uscire incolume dal rottame portando seco il proprio portafortuna, II pupazzetto di "Fortunello", popolare eroe dei fumetti dell'epoca, ha forse però esaurito i propri poteri, e da sopra la bussola dove è appeso, non riesce più a proteggere il suo padrone il 4 agosto 1918, quando viene ucciso in un combattimento aereo sopra Romagnano. Il 7 dicembre Danieli parte con altri piloti della squadriglia per scortare un SAML, ma per un guasto al motore è costretto ad atterrare fuori campo nei pressi di Sanguinetto e rimane leggermente ferito. Il 16 il tenente Pietro Campanaro ha l'arma inceppata durante un combattimento sulla Val d'Assa e per sfuggire al nemico è costretto a gettare in vite il suo Nieuport. Il pilota italiano torna felicemente a Verona dopo aver fatto sosta a Villaverla per riempire i serbatoi. Il 30 dicembre il maresciallo Antonio Palpacelli ha un guasto al motore e scassa in atterraggio il suo Nieuport 3567.

 Alla fine dell'anno al comando di Bosio sono i piloti Arrigoni, Consonni, Mancini, Palli, Palpacelli, tenente Pietro Campanaro, tenente Pietro Danieli, tenente Argiro Mele, tenente Giuseppe Vanasco e sottotenente Carlo Rovedati. L'unità, oltre a cinque Nieuport 2, altra denominazione sovente usata per indicare il 17, e due SVA, dispone anche di una sezione di due Maurice Farman, ceduta dalla 50^, con i piloti sergenti Antonio Coda e Luigi Recchioni, l'osservatore sottotenente Raffaele Marini ed i mitraglieri Arturo Marzari e Randalli. Il compito di tale sezione è di decollare su allarme per intercettare di notte gli aerei austriaci che tentassero di attaccare Verona approfittando delle tenebre. Il Farman, per quanto decisamente obsoleto, di notte può avere ancora una qualche utilità, specie se si è convinti di essere soli in cielo e si viene a attaccati all'improvviso. Capita cosi una notte che un bombardiere austriaco attaccato da Coda e Marzari batta precipitosamente in fuga senza badare a chi o cosa gli spari contro. I primi voli del nuovo anno sono proprio dei due Farman, ma la notte di S. Silvestro non fu propizia ai due anziani velivoli. Sperdutisi nella nebbia, sono costretti entrambi ad atterrare fuori campo, ma mentre uno scende nei pressi di S. Lucia senza danni, quello di Coda e Marzari si sfascia cappottando e l'equipaggio rimane seriamente ferito. Alla fine di gennaio cominciano ad arrivare all'unita i nuovi caccia Nieuport 27, direttamente importati dalla Francia, non essendo il numero degli Hanriot sufficiente a riequipaggiare tutte le unita da caccia. Il freddo intenso è un nemico altrettanto pericoloso degli austriaci ed assai più insidioso. Il 25 gennaio il tenente Mele, al ritorno da un lungo volo di scorta, ha un malore e scassa in atterraggio il suo Ni 17 matricola 3698. In febbraio l'unità dispone di nove Nieuport col motore da 120 hp ( Nieuport 27), un Ni 2 ed un Maurice Farman. Il primo combattimento aereo del 1918 avviene il 27 febbraio, quando Guido Consonni e Palpacelli costringono a fuggire un austriaco che molesta il ricognitore che stanno scortando. Lo stesso Consonni decolla su allarme la mattina del 18 marzo ed avvista sul Baldo due aerei che si dirigono sul Corno d'Aquilio. Ne attacca uno, che dopo circa 100 colpi vede scendere sbandato verso il Baldo, ma non può seguirne la caduta perchè impegnato dall'altro. Dopo pochi colpi però il sergente italiano ha l'arma inceppata e deve sottrarsi al combattimento mettendo in vite il suo Nieuport 5750. La stessa cosa e per l'identico motivo è costretto a fare Mancini sul 5838. Lo stesso giorno l'unità si trasferisce sul campo di S. Luca. Intanto la linea di volo della squadriglia, composta come sappiamo da Ni 110 hp e Nieuport 27, viene rinforzata dal 25 marzo con l'assegnazione dei nuovi Hanriot Hd.1. Questo formidabile caccia dal caratteristico diedro dell'ala superiore e apprezzatissimo dai cacciatori italiani per le sue doti di robustezza, agilità e velocità ascensionale.  Al 1° aprile sono presenti al reparto tre Hanriot, le matricole 6199, 6220 e 6223, un Ni 2 e dieci Ni 120 hp. La sezione Farman, che ha anche due S.P.4, è intanto passata a far istruzione agli osservatori nella 61^ Squadriglia. Il 1° maggio arrivano all'unita i piloti capitano Raffaele Lioce, sergente Francesco Cutropia, caporale Carlo Novelli e soldato Manlio Manzolini. Il 14 maggio il reparto passa sul campo di Ganfardine, tra Verona e Villafranca. Il 18 maggio il sergente Augusto Levrero si trova a combattere contro tre aerei austriaci e per abbandonare il combattimento getta in vite il suo Ni 11326. Dal campo di Ganfardine decolla la mattina del 20 maggio il tenente Campanaro a bordo del Nieuport 11372 per scortare un ricognitore S.P. Nel cielo di Mori avvista tre caccia austriaci che si avvicinano e non visto riesce ad accostarsi alla sua coda a tutto motore. Campanaro continua a sparare fino a quando non vede distintamente l'elica del nemico fermarsi e l'aereo precipitare in vite. Per questa azione il pilota viene premiato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. II 15 giugno il reparto si trasferisce a Busiago inquadrato nella Massa di Manovra mentre l'ultima offensiva austriaca si sviluppa sul Grappa e sul basso Piave. Il 19 giugno, Bosio, Vanasco, Danieli e Spuri incrociano da Fonzago al Grappa e incrociano 5 velivoli nemici. Alla fine del combattimento uno degli austriaci precipita sul rovescio del Monte Cismon rivendicato da Vanasco con Bosio e Danieli, il quarto pilota, Spuri, caduto in vite dopo uno stallo per un'errata manovra, non era riuscito ad unirsi agli altri tre. Il 29 giugno il reparto torna a Ganfardine. Il 4 luglio il comando passa interinalmente a Lioce, e poi a pieno titolo il 20 al capitano Arturo Oddo. Il 14 luglio il Nieuport 11289 di Danieli attacca un austriaco su Coni Zugna e con 250 colpi lo costringe a planare velocemente. Il 28 agosto una sezione di Hd 1 viene distaccata a rinforzare la 71^ Squadriglia con i piloti Danielli, Gresino, Na­talini, Novelli, Spuri, sottotenente Pietro Cascina e sergente Francesco Bellina. L'ultima estate di guerra passa negli abituali voli di crociera ed allarme. Il 29 ottobre, negli entusiasmanti giorni di Vittorio Veneto, la squadriglia sostiene l'unica perdita della guerra, quando non rientra da un mitragliamento oltre il Piave il Nieuport 27 del sergente Bellina, come sappiamo distaccato presso la 71^ Squadriglia. Al cessare delle ostilità il reparto è al comando di Oddo sul campo di Ganfardine montato su Nieuport 27, matricole 11318, 11327, 19748, 19758, 19762, 19763, 19769, 19778, 19785, 19812, 19815, e sugli Hanriot 6156, 13248, 13269, 13298, 13347, 19215, 19248, 19264, 19333 e 19339. La compongono i piloti Calcina, Campanaro, Gresino, Lioce, Novelli, sottotenente Berti Giovambattista, sergente Enrico Ferrari, sergente Fortunato Sicco, caporale Attilio Aime, soldato Ferruccio De Paoli, soldato Raffaele Garicone, soldato Nunziato Greco, soldato Leonello Rizzotto e soldato Viapiana. Nell'ultimo anno di guerra la 75^ Squadriglia aveva compiuto 946 voli bellici sostenendo 30 combattimenti. Il reparto viene sciolto sul campo di Ganfardine nel marzo 1919.


Immagine: Verona Piazza d'Armi, Nieuport della 75^ Squadriglia Caccia, Fototeca USSME
72^ Squadriglia Caccia La 91^ Squadriglia Caccia

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AEROPORTO DI TOMBETTA DI VERONA

Nel 1913, dopo l'esaltante esperienza del Circuito Aereo Internazionale del 1910, si decise di dotare la città di Verona di un aeroporto militare. Verso la fine del 1914, quando si cominciarono ad organizzare le prime Squadriglie Farman 1912, si costituì il primo campo di Verona situato a Tombetta, e più precisamente sulla pista del trotter. Vi fu costruito un hangar tipo Gioia e una piccola casermetta ad uso officina, giacchè la truppa aveva trovato posto nel fortino Porta Nuova. Dall'11 luglio 1914 il campo di Tombetta fu sede della 12^ Squadriglia Farman da ricognizione comandata dal Capitano Musellis. Partita la squadriglia nel giugno del 1915 e stabilitasi ad Asiago, il campo rimase libero e nell'agosto-settembre successivo vista la necessità di aumentare sensibilmente il numero di squadriglie in quel di Verona, si mise mano a diverse altre costruzioni di hangars, tanto nella pista di Tombetta quanto nel Capo di Marte, prossimo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e confinante con l'altro campo. Il 16 dicembre 1915 giunse da Aviano la 5^ Squadriglia da bombardamento Caproni che iniziò le operazioni belliche il 10 gennaio 1916 con una missione sul campo austriaco di Gardolo (Trento). Verso la fine del 1916, ultimati i lavori, il campo poteva ospitare 6 o 7 squadriglie. Il campo era limitato a nord dalla ferrovia, ad est dalla strada per Rovigo e Mantova che divergevano proprio davanti a Forte Porta Nuova. La strada per Mantova delimitava il campo a ovest. Lo spazio destinato alla pista da volo, in terra battuta, era sistemato lungo il lato maggiore del campo, in direzione est-ovest. I fari della stazione radioelettrica erano sistemati al fondo della pista di involo. Numerose le missioni degli equipaggi di Tombetta ha battere le posizioni austo-ungariche, in particolare sulle Giudicarie, sulle linee della Valle Isarco e sui campi di aviazione trentini, come Pergine, dove il 16 aprile del '16 trovò la fine un Farman italiano. L'aeroporto fu impiegato per tutto il conflitto ed ospitò numerosi reparti come la 1^ squadriglia Farman, dal 6 ottobre 1915. Nel 1916 sul campo erano schierate, oltre alla già menzionata 5^, la 30^ e la 31^ Squadriglia Farman, la 73^ e la 75^ Squadriglia Caccia. Nel 1917 arrivò anche la 9^ Squadriglia Caproni. Il campo di Tombetta fu demolito agli inizi degli anni '20 per far posto alla nuova stazione di Porta Nuova.




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GUIDO NARDINI 1881 - 1928

Nacque a Firenze e prese il brevetto di pilota numero 590 in Francia il 22 agosto 1911 sul campo di Betheny. Il primo anno dopo l'entrata in guerra lo passò come meccanico collaudatore addestratore e dovette attendere il 26 maggio 1916 prima di poter essere assegnato alla 75ª Squadriglia da caccia, basata sul campo di Tombetta. L'11 maggio un ricognitore fu messo in fuga, mentre il 16, aiutato da Buzio e Consonni, Nardini non solo fece ritirare in tutta fretta il ricognitore nemico, ma questi stretto fra i tre arei italiani perse l'apparecchio fotografico che finì in un campo vicino a Borgo Venezia. Il 27 maggio invece fu il giorno della prima vittoria di Nardini: aiutato da De Bernardi, Buzio e Consonni, costrinse un ricognitore, un Brandemburg C.1 ad atterrare. Tutti e due i piloti austriaci furono catturati. I veronesi, entusiasti per il primo abbattimento della 75ª, donarono 1.750 lire a ciascuno dei quattro piloti autori della vittoria, i quali, all'unanimità, li ridonarono al fondo per i mutilati di guerra. Verso la fine dell'anno Nardini passò alla 78ª squadriglia caccia, sempre con Nieuport 11. Dopo un breve passaggio alla 131ª su Pomilio PC, inizialmente concepito come caccia di scorta e poi da ricognizione, il pilota fiorentino tornò a Istrana alla 78ª e alla caccia. Pur volando ancora con un Nieuport 11, ormai obsoleto, nel 1917, sul fronte trentino, Nardini ritrovò la vittoria: il 14 giugno, fra l'altopiano di Asiago e la Valsugana, alle 8.20, obbligò un velivolo nemico ad atterrare e venti minuti dopo ne abbatté un secondo, facendolo precipitare in fiamme nella Valsugana. Il 18 luglio, grazie anche all'aiuto di Magistrini, costrinse all'atterraggio un Brandemburg C.1, il pilota sopravvisse, l'osservatore rimase invece ucciso nel duello aereo. Finalmente, nella tarda estate del 1917, Nardini passò all'Hanriot HD.1.Con questo velivolo Nardini rivendicò tre vittorie ma gliene venne riconosciuta solo una. Ferito in duello l'asso fiorentino stette lontano dal fronte per diversi mesi. Nel 1918 tornò in attività in forza alla 91ª squadriglia, quella di Francesco Baracca. Gli inizi però non furono fra i più gloriosi, atterrando con il suo nuovo SPAD S.VII matricola 5807, per un guasto al motore cappottò distruggendo l'aereo. Evidentemente Nardini non fece mai pace con lo Spad visto che si fece assegnare un Nieuport 27 con il quale tornò alla vittoria il 3 maggio in qualità di gregario proprio di Francesco Baracca. Il 23 agosto ebbe un grave incidente, e non recuperò più l'operatività che ebbe prima dell'infortunio. A conflitto finito, a fronte delle 11 vittorie da lui rivendicate, gliene vennero confermate solo 6. Il pilota fiorentino meritò in totale una medaglia d'argento al valor militare e due di bronzo.(da: http://guidonardini.it/index.html)




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NIEUPORT NI.11 BEBE




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ALESSANDRO BUZIO




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MARIO DE BERNARDI 1893 - 1959

ufficiale dell'aeronautica militare. Fu il primo aviatore italiano che nella guerra 1915-18 abbatté un velivolo nemico. Aveva poco più di vent’anni quando nel 1914, il giovane De Bernardi si brevettò presso il Campo Scuola Volo di Aviano (Udine), dimostrando fin da subito una capacità non comune, unita ad una passione sconfinata per il volo. Nell'aprile 1915, durante il primo conflitto mondiale divenne allievo della Scuola Militare di Modena; a gennaio del 1916, Sottotenente effettivo nell'Arma del Genio, fu destinato al Battaglione Aviatori; il 20 marzo dello stesso anno conseguì il brevetto militare su apparecchio da caccia Nieuport ed assegnato alla 75^ Squadriglia dove fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per avere attaccato e colpito un apparecchio nemico, costringendolo all'atterraggio in territorio italiano. Successivamente fu scelto come pilota collaudatore degli aeroplani Pomilio. Così nel maggio 1917 effettuò il primo collegamento postale fra Torino e Roma con un volo di 3 ore e 15 minuti alla media, allora da primato, di 170 Km. all'ora. (continua: http://www.aeronautica.difesa.it/archiviovetrine_news/Pagine/MarioDeBernardiunavitaperilvolo.aspx)




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FARMAN MF-1914





FARMAN

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MARIO GORDESCO 1884 - 1920

Nato ad Arco (Arcola) della Spezia (12 dicembre 1884). S. Tenente dei Bersaglieri, conseguì il brevetto di pilota il 2 agosto 1912 e quello militare nel 1914. Aveva partecipato alla guerra italo - turca. Fu istruttore alla Scuola di S. Giusto indi a quella della Malpensa. Partecipò alla guerra contro l'Austria nella 75a Squadriglia, poi nella 80a indi Comandante del 13° Gruppo da Caccia, infine alla Scuola di Acrobazia di Furbara. Preparò e prese parte con Grassa al raid Roma - Tokio partendo da Gioia del Colle; i due aviatori decedevano a Bushir il 12 aprile 1920 per incidente di volo. Decorato di medaglia d'argento e di bronzo al valor militare; insignito della Croce di Cav. della Corona d'Italia; Croce del Sol Levante (Giappone) in memoria. Pioniere dell'Aeronautica Italiana. (da: http://www.earlyaviators.com/egordesc.htm)




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SPAD VII



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CAMPO DI AVIAZIONE DI GHEDI (BS)

Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA




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1^ Sezione SVA

La 1^ Sezione si costituisce formalmente a Castenedolo nel dicembre 1917, teoricamente della 86^ Squadriglia che però non viene mai formata. Passa poi alla 71^ Squadriglia di Sovizzo. Nel mese di marzo 1918 si sposta a Verona e il 12 maggio va a Ganfardine. A settembre passa al comando di Aldo Finzi. (Da: http://www.umbertosolettieditore.com/drupal/sites/default/files/palma%20di%20cesnola.pdf)




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ANSALDO S.V.A. VII

La serie dei velivoli SVA segna una pietra miliare per la tecnica aeronautica italiana con il passaggio dalla fase empirica al calcolo su precise basi scientifiche delle caratteristiche aerodinamiche e strutturali dell'aeromobile. Con lo SVA si giunse infatti a determinare sulla carta quali sarebbero state le caratteristiche dell'esemplare realizzato. Come ricognitore e bombardiere leggero fu insuperato, ed ammirato anche dagli avversari. La progettazione del nuovo aereo impegna, nell'estate 1916, gli ingegneri Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, con la collaborazione dell'ingegner Celestino Rosatelli. Nel dicembre 1916, al cantiere di Borzoli Mare cominciava la costruzione del primo esemplare, che differiva dal progetto originale per una diversa forma degli impennaggi e per l'adozione di un radiatore frontale unico. Il primo SVA venne trasferito da Borzoli al campo di Grosseto, dove, con l'allora sergente Mario Stoppani ai comandi, si staccò per la prima volta da terra il 19 marzo. Nell'estate, i primi esemplari venivano collaudati dai piloti militari. Ne emergeva un giudizio negativo sulle qualità manovriere dello SVA, anche se la sua velocità risultava ben superiore a quella dei caccia alleati Hanriot HD.1 e Spad S.VII. Alla luce di queste considerazioni, la D.T.A.M. e l'Ansaldo presero in considerazione l'opportunità di utilizzare lo SVA come aereo polivalente, adattandolo al bombardamento e alla ricognizione.




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S.A.M.L. S.2




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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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GABRIELE D'ANNUNZIO 1863 - 1938




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VOLO SU VIENNA 9 AGOSTO 1918

« Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposto, al comando del maggiore D'Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1.000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5:50, dopo aver superato non lievi difficoltà atmosferiche, raggiungevano alle ore 9:20 la città di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti. Sulle vie della città era chiaramente visibile l'agglomeramento della popolazione. I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno ad alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener-Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia partì compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientrò al campo di aviazione alle 12:40. Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt. »(Dal Comunicato del Comando Supremo del 10 agosto 1918)




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CAMPO DI AVIAZIONE DI SAN PELAGIO (PD)

Nelle praterie che si stendevano dietro il Castello di San Pelagio, in località Due Carrare (Pd) tra la fine del 1917 ed i primi mesi del 1918, venne allestito, in seguito alla ritirata di Caporetto, uno dei tanti campi di aviazione per sostituire quelli persi durante l’arretramento del fronte. Dapprima fu utilizzato come “Deposito”, poi come base di squadriglie. Dalla tarda primavera del 1918 fu sede del IV Gruppo Caproni con le squadriglie 5^, 8^ e 13^. Fu inoltre sede della 87^ squadriglia “La Serenissima”, dal suo insediamento avvenuto il 15 maggio 1918 al maggio 1919, anno in cui fu trasferita sul campo di Padova .




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SERG. PILOTA GIOVANNI BARTOLOMEO ARRIGONI M.A.V.M. (3)




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NIEUPORT 17




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SAVOIA POMILIO S.P.4




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HANRIOT HD.1




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CAMPO DI AVIAZIONE DI GANFARDINE (VR)

Costruito nella primavera del 1918 fu sede della 61^, 75^ 134^ Squadriglia e della 1^ Sezione SVA. Iniziò a funzionare dai primi di maggio del 1918 quando si decise di alleggerire il campo di Verona Tombetta. Compreso tra le frazioni di Ganfardine, Case Bassi e Colombare nel comune di Villafranca di Verona era costituito da un terreno a forma di "L" e divenne il più importante campo di volo veronese.




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GASTONE NOVELLI 1895 - 1919

Dopo aver completato gli studi fu assegnato ai Lancieri di Montebello. Chiese ed ottenne di essere destinato al Corpo aeronautico militare, prima come Osservatore d'aeroplano e poi come pilota, dopo avere frequentato un corso di pilotaggio alla scuola di Busto Arsizio. Viene assegnato ad un reparto caccia solamente nell'aprile 1917, la 81ª Squadriglia. Ottenne quindi la sua prima vittoria in combattimento il 3 giugno 1917, abbattendo un biposto Hansa-Brandenburg C.I. Dopo altre due vittorie e molte missioni di volo, nel giugno 1917 gli venne conferito il comando della 76ª Squadriglia Caccia. La 91ª Squadriglia aeroplani da caccia. Da sinistra; serg. Mario D'Urso, serg. Gaetano Aliperta, ten. Gastone Novelli, ten. Cesare Magistrini, cap. Bartolomeo Costantini, cap. Fulco Ruffo di Calabria, col. Pier Ruggero Piccio, ten. Guido Keller, magg. Francesco Baracca, ten. Ferruccio Ranza, ten. Mario de Bernardi, ten. Adriano Bacula, serg. Guido Nardini, sott. Eduardo Olivero. Successivamente, rimase ferito in un combattimento aereo e quindi in convalescenza per breve tempo, ma dopo la rotta di Caporetto ritornò al fronte, assegnato ora alla 91ª Squadriglia aeroplani da caccia, comandata da Francesco Baracca. Qui ottenne le altre vittorie, abbattendo cinque velivoli nemici, alcuni in collaborazione con altri piloti della squadriglia, ed effettuando svariate missioni di attacco al suolo e ricognizione. Alla fine della guerra con un totale di otto vittorie ufficialmente riconosciute, rimase al medesimo reparto quale ufficiale di carriera. Venne sanzionato con 10 giorni di rigore per avere eseguito acrobazie aeree sull'ippodromo dei Parioli a Roma. Morì il 3 giugno 1919 per un incidente di volo: in decollo da Padova, il motore si bloccò per un guasto e, nel tentativo di rientrare sul campo, l'aeroplano stallò e si capovolse al suolo urtando l'argine di un fosso; venne trasportato in ospedale, ma le lesioni subite risultarono mortali. L'aeroporto di Ravenna, il 19 giugno 1921, nel corso della prima edizione della Coppa Baracca (Trofeo Aviatorio collegato alle manifestazioni in memoria dell’asso italiano) fu intitolato a Gastone Novelli.




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NIEUPORT NI.27




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CAMPO DI AVIAZIONE DI VILLAVERLA (VI)

Alla fine dell’estate del 1915 L’Esercito decise di allestire un campo di aviazioni ai piedi dell’altopiano di Asiago, identificando un vasto appezzamento appena fuori il paese di Villaverla, delimitato a sud dalla roggia Verlata, a ovest dalla strada che collegava Villaverla a Thiene e a est dalla Villa Cà Ghellina. Quest’aerea si presentava con una sufficientemente lunga e piana radura con fondo abbastanza compatto per consentire le operazioni di volo e in posizione logisticamente ideale. Nei primi mesi del 1917 il campo disponeva di una pista lunga quasi 800 metri, la caratteristica torre di osservazione in legno, tre grandi aviorimesse miste in legno e muratura e almeno due hangar del tipo Mercandino oltre una serie di baracche di legno adibite a officine e locali di lavoro.(Immagine da: C'era una volta un campo di volo.. di Luigino Caliaro)




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HANSA BRANDENBURG C




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CAMPO DI AVIAZIONE DI CASTENEDOLO (BS)

L'aeroporto bresciano di Castenedolo si trovava nel territorio del comune di Montichiari, lungo la provinciale per Mantova. Assumerà quest'ultima denominazione dal 18 ottobre 1918. Tra gli aeroporti bresciani fu probabilmente il più attivo anche se ha lasciato poche tracce di sè dopo la conclusione della Grande Guerra. Il campo apparve sulla scena nella primavera del 196 quando vi trovò sede una sezione della 46^ Squadriglia da ricognizione. Il teatro operativo era piuttosto vasto: oltre alla difesa della città di Brescia, copriva il territorio montuoso che andava dallo Stelvio al Lago di Garda, il Tonale, l'Adamello, le Giudicarie, Riva, la valle del Sarca  e oltre fino al Pasubio. Il campo, di forma triangolare occupava il terreno compreso tra la provinciale per Mantova e la strada per Calvisano con tre hangar prefabbricati tipo Bessoneau e altrettanti in muratura disposti lungo il lato meridionale. Il personale di truppa aveva alloggio all'interno del campo di volo mentre gli ufficiali dapprima furono ospitati presso una villa situata lungo la strada per Montichiari, e a partire dal 10 giugno 1918 furono dislocati a Castenedolo quelli della 112^ Squadriglia,  e quelli in esubero alla Fascia D'Oro. Probabilmente gli ufficiali della 72^ Squadriglia rimasero nella precedente residenza. Al 1 maggio 1916 si trova schierata sul campo la 46^ squadriglia Caudron al comando del capitano Adorni e dotata di 7 velivoli. Il distaccamento agisce sulla Valle Lagarina e compie la prima missione il 22 maggio 1916. In giugno inizia le ricognizioni in Val Giudicaria e l'11 luglio si trasferisce a Villaverla. Al 1 settembre è di nuovo a Castenedolo. Nel luglio del 1917 si dispone lo scioglimento della squadriglia. Il 30 agosto si trasferisce a Castenedolo , da Ghedi, la 72^ Squadriglia Caccia, che poco dopo, il 20 settembre si trasforma nella120^ Squadriglia. Una nuova 72^ viene formata sul campo di Castenedolo il 22 ottobre 1917 e vi rimarrà, tranne  brevi pause per partecipare alla battaglia del Solstizio e all'offensiva finale fino al termine delle ostilità. Al 1 ottobre 1917 si trova sul campo anche la 37^ squadriglia equipaggiata con velivoli S.P.2 e S.P.3. Il mese successivo arrivò la 1^ Sezione della 134^. Al primo marzo 1918 ci sono schierate le squadriglie 37^, 62^, 72, 120^ ,  la 2^ sezione SVA e una sezione Difesa. (24)




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ANTONIO BOSIO 1885 - 1967

Antonio Bosio nasce a Cremona il 1° marzo 1885. A diciannove anni si arruola volontario e diviene sottotenente il 14 settembre 1906 con sede di servizio a Novara (5° Reggimento Lancieri). Tenente dal 1909, nel 1912 è comandato per un anno presso la Scuola di Applicazione di Cavalleria; nel febbraio 1914 passa al Battaglione Aviatori per frequentare il corso di pilota: ottiene il brevetto di pilota di Nieuport nell'ottobre 1914 e pilota militare dello stesso aeroplano nel marzo 1915. Allo scoppio del conflitto, il 24 maggio 1915, Bosio è assegnato all'8a Squadriglia Aviatori Nieuport, dove rimane fino allo scioglimento della squadriglia nell'agosto del 1915. Dopo un breve periodo trascorso in Francia per l'addestramento su caccia, torna in Italia ed è assegnato in successione a diversi reparti: come pilota presso la 71a Squadriglia Aeroplani e presso la 70a Squadriglia Aeroplani di stanza a Santa Caterina di Udine; dal 24 marzo del 1917 è comandante della 81a Squadriglia Aeroplani ad Arcade Treviso e dal 4 aprile della 75a Squadriglia Aeroplani di Verona; infine a partire dal 29 agosto 1918 comanda il 23° Gruppo Aeroplani da Caccia a San Luca di Treviso. (http://www.aeronautica.difesa.it/ORGANIZZAZIONE/CSMA/PASSATICSMA/Pagine/GenSABosio.aspx)

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GUIDO CONSONNI

Il caporale pilota Guido Consonni, bergamasco, entra a far parte della 75^ Squadriglia Caccia sul campo di Verona Piazza d'Armi fin dalla sua costituzione, il 1 maggio 1916. Il 16 maggio si alza in coppia con un altro velivolo pilotato dal soldato Nardini per respingere un incursione sulla città. L'attacco dei cacciatori italiani è così veemente da respingere il biposto austriaco ad una fuga talmente precipitosa che l'osservatore lascia cadere la macchina fotografica, trovata poi in un campo presso Borgo Venezia. Consonni e Nardini ricevono un encomio dal comandante la piazza di Verona. Il 27 maggio Consonni, insieme a Nardini e a De Bernardi costringono un Brandemburg austriaco ad atterrare nei pressi di Arzignano. L'impresa, oltre ad un nuovo encomio, spinge gli imprenditori veronesi ad indire una pubblica sottoscrizione per offrire un premio in denaro ai tre piloti. Il 14 luglio mette sull'attenti il suo Nieuport 2204 a causa del terreno pesante. Partecipa al primo combattimento aereo della squadriglia nel 1918, quando il 27 febbraio insieme a Palpacelli costringe alla fuga un velivolo nemico. La mattina del 18 marzo decolla su allarme ed avvista sul Baldo due aerei che si avviano sul Corno d'Aquilio. Ne attacca uno, che dopo circa 100 colpi vede scendere sbandando sul Baldo, ma non può seguirne la caduta perchè impegnato con l'altro. Dopo pochi secondi ha l'arma inceppata e deve sottrarsi al combattimento. Il 18 marzo si trasferisce sul campo di S. Luca (Tv). Al 30 giugno è in forza alla 71^ Squadriglia sul campo di Castelgomberto. Il 10 agosto rimane gravemente ferito, quando al ritorno da un missione il suo caccia si infila nei fili di una linea telefonica e cappotta sul terreno. Il sergente Guido Consonni, al termine delle ostilità è con la 91^ Squadriglia Caccia, la squadriglia degli Assi. Fu decorato con 2 Medaglie d'Argento al Valor Militare e una Medaglia di Bronzo. (Tratto da: I Reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra, di Roberto Gentilli e Paolo Varriale, Ufficio Storico AM).




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71^ SQUADRIGLIA CACCIA

Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ squadriglia caccia sul campo di Cascina Farello, nei pressi di Aquileia. Al comando del capitano Chiaperotti ha in dotazione Nieuport monoposto e biposto. Il 23 maggio viene trasferita a Villaverla per operare nel settore settentrionale. Nel 1916 aveva compiuto 523 voli di guerra sostenendo 74 combattimenti. Dopo Caporetto una sezione della squadriglia viene distaccata a Campoformido e il 23 novembre 1917 la squadriglia si ritira a Sovizzo. Il 16 dicembre riceve 12 nuovi velivoli SPAD e passa alle dipendenze del XVI Gruppo. Nel 1917 sostenne 1288 voli di guerra e 89 combattimenti. Il 10 maggio 1918 la squadriglia si sposta a Castelgomberto e il 16 ottobre sul campo di Gazzo. Dal 24 ottobre a 4 novembre 1918 compie 143 voli di guerra, principalmente mitragliamenti. Nel 1918 totalizzò 1183 voli bellici e 46 combattimenti. (Da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI BUSIAGO (TV)

Venne realizzato ad est del Brenta, tra San Giorgio in Bosco e Campo San Martino, nel giugno del 1918. Ospiterà due squadriglie da caccia, la 72^ e la 75^ e la 89^ SVA. La pista, lunga circa 500 metri in direzione nord - est, porta diritta alle colline del Montello. Per gli aviatori italiani pochi minuti di volo in linea retta sono sufficienti per giungere in zona di combattimento. Rimase in funzione fino all'estate del 1919. (Immagine: SVA della 89^ squadriglia. Da:http://www.lerisare.it/italian/galleria_aviocampo.php?iExpand1=22)




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61^ SQUADRIGLIA

La squadriglia fu costituita nell'agosto del 1917 ad Arcade su Savoia Pomilio S.P.4 e fu mobilitata il 5 settembre a Villaverla. Agli inizi di dicembre 1917 passa a Verona Tombetta. A maggio del 1918 va a Ganfardine dove rimane fino alla fine del conflitto. Nel 1918 effettuò solo 61 missioni.

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50^ SQUADRIGLIA


Viene costituita il 10 maggio 1917 dalla seconda sezione della 46^, di base a Trissino con velivoli Farman. Il 31 luglio 1917 va a Villaverla ma rimane ferma un mese per mancanza di apparecchi. Cessa le attività dal servizio di guerra il 7 ottobre e viene impiegata in un corso di addestramento per allievi osservatori. Il 25 novembre va da Villaverla a Verona ma viene sciolta l'11 novembre 1917. (Immagine: Il Farman Colombo MF 2692 della 50^ squadriglia nell'agosto del 1917 - Longoni. da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAMPO DI VOLO DI SAN LUCA DI PAESE (TV)

Il campo sorto in località San Luca - nel comune trevigiano di Paese - si sviluppava su un'area irregolare di 700x700 m. circa. Posizionato a ridosso del borgo omonimo veniva chiamato anche «di Padernello». Fu sede fin da metà marzo del 1918 delle squadriglie 78a, 79a, 115a e 139a. Tra marzo e maggio vi sarà destinata anche la 75a e in aprile diverrà base di una sezione di SVA. Da ottobre infine, anche il 34th Squadron e 6 Bristol fighter inglesi andranno ad aggiungersi alle formazioni operanti in loco. Su questa base volarono ben 11 assi dell'aviazione italiana. Quanto ai mezzi di cui disponevano le unità schierate a San Luca la situazione era quella che segue. Agli inizi del 1918 furono introdotti i primi Nieuport Ni 27 di produzione francese, per compensare la carenza delle forniture degli Hanriot. I nuovi velivoli vennero distribuiti a varie squadriglie tra le quali la anche 79a. La 78a invece volava sugli Hanriot HD1 e su alcuni Ni 17 superstiti. La 115a e la 139a operavano con i robusti SAML. La 139a poi, passò in quel periodo sui fragili Pomilio riducendo drasticamente le proprie attività. La 75a nel breve periodo in cui rimase a San Luca, era equipaggiata con i Ni 17, con qualche Ni 27 e con alcuni SVA. Mentre era dislocata presso la base trevigiana ricevette in carico 3 Hanriot, un Ni 17 e 10 Ni27, potendo così contare su un maggior numero di macchine di tipo diverso. Ogni squadriglia aveva assegnato un ben preciso settore del campo. La 79a era probabilmente posizionata lungo il lato est all'altezza di Casa Netto, mentre la 78a era sul lato nord-est divisa in tre sezioni. Tutte le formazioni erano provviste, per ogni singolo aereo, di propri hangar tenda modello Mercandino in tela oppure Sarzotto. Potevano inoltre contare su un hangar grande in tela tipo Bessoneau. Presso il riferimento 2 evidenziato sulla mappa, era impiantata la stazione telegrafica che con ogni probabilità serviva anche il comando del XV° gruppo ubicato a Paese presso Casa Onesti. I documenti dell'epoca lasciano intuire che il lato sud-ovest del campo era occupato da una serie di ricoveri Sarzotto, di tettoie, di hangar in tela e simili, che erano stati allestiti sul fondo di una cava dalla quale in precedenza i militari avevano estratta la ghiaia per realizzare i sottofondi delle baracche e per i lavori sull'area di decollo. Lo scivolo era posizionato verso il centro del campo. La cava è esistita fino agli anni '70 del secolo scorso. Nei pressi dell'incrocio del borgo di San Luca sembra fosse presente un altro hangar di grandi dimensioni. Comunque, tutto il lato ovest della base era occupato dalla ricognizione con le squadriglie 115a e 139a. Vi si trovava acquartierata anche la IV° Sezione SVA. L'area del campo era stata attrezzata con una serie di infrastrutture in cemento armato, per lo più vasche d'acqua e piazzole per mitragliatrici. Tre di questi serbatoi, benché ricolmati, sono tutt'ora esistenti. Gli ufficiali risiedevano nelle case signorili vicine. Racconta Mario Fucini di ritorno da una licenza: «..Trovai la 78a stabilita a San Luca, insieme con la 79a, bellissimo gruppo, conosciuto per la fedeltà nelle scorte, per la maestria dei piloti, alcuni già assi, cioè abbattitori di cinque o più aeroplani... In paese noi della squadriglia abbiamo una villetta per la mensa e l'alloggio ». Lo stabile occupato da Fucini e compagni è la villa Vettorello ora Scarpa, sita nella frazione di Porcellengo. La mensa si trovava invece ubicata presso la scuola elementare di Padernello. Con ogni probabilità, anche il complesso di Casa Onigo, nel Borgo di S.Luca era stato requisito dai militari. Sul lato Nord-Ovest del borgo, intorno alla cappella, erano posizionati i magazzini con le riserve di munizioni e l'autoparco inglese. Altre baracche erano state realizzate sui campi a sud di casa Bavaresco e attorno a casa Piva (ora Parolin). Di fronte era sistemato il comando del XXIII° Gruppo formatosi in luglio e indicato nella mappa con il riferimento 3. Forse, in questa stessa area, sorgeva anche il comando del campo. Sul lato sud-est presso la casa Netto, erano stanziati gli inglesi del 34th-Squadron, che avevano le cucine all'interno del casolare e un hangar. Nei pressi dell'abitazione erano state impiantate alcune baracche e scavate trincee. Sul lato sud, lungo la strada che fiancheggiava casa Netto, furono tagliati i gelsi all'altezza di 60 cm. per non ostacolare la visuale ai piloti durante l'atterraggio. Da queste note si ricava il ritratto di un complesso molto articolato. Del resto il campo di San Luca ospitò 4-5 squadriglie e una sezione SVA e quindi il suo sviluppo dovette essere notevole. Tutte le installazioni erano ben mimetizzate e non furono rilevate dalla ricognizione austrotedesca almeno fino al maggio del 1918. Agli inizi di giugno la 6a AK imperiale scoprì in fine la base, mentre l'11a collocò nella sua cartografia il campo in una posizione errata. Gli austriaci dell'armata trentina lo supponevano ad est della strada Paese-Porcellengo. L'errore fu con ogni probabilità causato dal fatto che in quella zona erano stati realizzati complessi lavori per la costruzione del Campo Trincerato di Treviso, le cui tracce sono individuabili ancora oggi. I resti dei trinceramenti sono visibili a sud del campo dove esiste ancora il rudere di una piazzola (fortino) in cemento armato. Il 22 giugno 1918, l'aeroporto fu bombardato. Alla fine dell'anno il XXIII° gruppo venne trasferito a Fossalunga e a guerra finita, nell'aprile del 1919, San Luca risultava non più utilizzato. Negli anni '50 la zona ospitò poi nell'aerea del comando di gruppo un deposito munizioni.




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OFFENSIVA DI CAPORETTO

Nell’autunno del 1917, con il fronte russo ormai inattivo, i tedeschi sono pronti ad affiancare gli austriaci per dare il colpo decisivo all’Italia. In gran segreto, ammassano uomini e mezzi su una linea che va dal Monte Rombon a Selo sull’Isonzo. L’offensiva e` guidata dal generale tedesco Otto Von Below. Gli italiani, colti di sorpresa, sono stavolta in grave svantaggio numerico. Alle 2 del mattino del 24 ottobre inizia il tiro a gas sulle prime linee italiane. All’alba, il bombardamento di artiglieria. Poi, in diversi punti del fronte, partono attacchi di fanteria che seguono la tattica dell’infiltrazione rapida. Il 25 ottobre le difese italiane crollano ovunque. L’interruzione di tutte le linee di comunicazione e la lontananza delle riserve, costringe i reparti italiani a una ritirata disordinata che presto diviene una rotta. Il 28 ottobre l’alto comando militare italiano tenta di attribuire la responsabilità della disfatta alla vilta` di reparti della seconda armata ma il capo del governo, Orlando, subito smentisce. Infine, tra l’8 e il 12 novembre, la seconda e la terza armata italiane sono costrette a posizionarsi sul Piave, mentre la quarta si attesta sul Monte Grappa e sul Montello.




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