Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.7 - La 75^ Squadriglia Caccia
La squadriglia viene
formata sul
Campo di Tombetta
il 1°
maggio 1916 al comando del capitano Maffeo Scarpis ed assegnata al III
Gruppo col compito della difesa aerea di Verona, sede di alti comandi e depositi
militari. Alla nascita il reparto dispone dei piloti sottotenente
Alessandro Buzio, sottotenente
Mario De Bernardi e caporale Elia Liut, cui si
aggiungeranno entro la fine del mese il capitano Ettore Croce, il
sottotenente Paolo Michetti, il caporale
Guido Consonni
ed il volontario
soldato
Guido Nardini. In carico al reparto sono i
Nieuport 1455, 1456,
1457, 1458 ed 1459. Il 3 maggio la squadriglia distacca una
sezione, composta da Michetti, Croce e Liut, sul campo di
Villaverla.
La prima attività bellica del reparto ha
luogo il 10 maggio, quando
De Bernardi e
Buzio compiono tre voli su
allarme, senza pero incontrare il nemico. E opportuno ricordare come
Mario De Bernardi sia all'inizio
di una brillantissima carriera che lo vedrà
collaudatore e detentore di record mondiali nel primo dopoguerra. I
due piloti italiani incontrano i primi austriaci l'11, quando impediscono a
due aerei di bombardare Verona mettendoli in fuga. Cinque giorni dopo, il
16, il cannone dà l'allarme e
Buzio
si alza nel cielo della città veneta con
Nardini e
Guido Consonni
per respingere l'incursore.
L'attacco dei cacciatori
italiani è cosi veemente da costringere il biposto austriaco ad una fuga
talmente precipitosa che l'osservatore lascia cadere fuoribordo la macchina
fotografica, trovata in un campo nei pressi di Borgo Venezia. Ai piloti dei
Nieuport giunge l'encomio del comandante della Piazza di Verona.
Il 20 giugno un aereo austriaco lascia
cadere sul campo di
Tombetta una bomba
con l'evidente scopo di colpire uno
degli hangar, ma il tiratore austriaco ha fatto male i suoi calcoli e
l'ordigno esplode a 50 metri dal bersaglio limitandosi a rompere vetri e
ferendo un cavallo. La povera
bestia viene vendicata il 27 da
De Bernardi,
Guido Consonni
e Nannini, che in
mattinata costringono il
Brandemburg C.1 26.11
ad atterrare in territorio italiano
nei pressi di Arzignano. I due
aviatori vengono presi prigionieri e l'eco dell'abbattimento, oltre ad un
nuovo encomio, spinge un gruppo di imprenditori veronesi ad indire una
pubblica sottoscrizione per offrire un premio in denaro ai tre cacciatori.
La riconoscenza della popolazione di Verona per chi ne vegliava i cieli si
concretizza nella discreta somma di 1.750 lire per ciascuno degli
abbattitori, che con grande generosità preferiscono
destinarla al fondo per i mutilati di guerra. Il 18 agosto Scarpis viene
trasferito alla Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare e cede il
comando al capitano
Mario Gordesco. Oltre a mantenere i cieli
di Verona sgombri da ali con la croce nera, la squadriglia è anche impegnata in voli di scorta a bombardieri
e ricognitori che si spingono in territorio austriaco, meritando anche in
questo compito l'encomio dei comandi per il sostegno dato alle operazioni
sul Pasubio in ottobre. L'attività di volo negli ultimi due
mesi dell'anno è ostacolata dalle non buone condizioni del tempo, ma il
reparto ha ugualmente modo di segnalarsi il 28 dicembre fornendo la scorta
ad un dirigibile che incrocia fra Verona ed il Garda. Intanto a
Gordesco
era subentrato il capitano Salvatore Calori. Al suo comando sono i piloti
Buzio,
Consonni
,
De Bernardi, Liut, tenente Giovanni De Briganti,
sottotenente Pietro Bergonzi, soldato Carlo Iannace e soldato Dante
Nannini.
L'unità ha in carico i
Nieuport 11 1646, 1647, 1649, 1654, 1688, 1690 ed
1695. Nell'anno appena passato la
squadriglia aveva eseguito 361 voli di guerra sostenendo 24 combattimenti e
ottenendo una sola vittoria confermata. I primi quattro mesi del 1917 non
permettono, a causa delle condizioni atmosferiche, una rilevante attività
di volo. L'8 aprile Calori è sostituito dal capitano Antonio Bosio e due
giorni dopo, il 10, essendosi il III Gruppo sdoppiato costituendo il IX, la
75^ passa in forza a questo. Il 24 il
sergente Fermo Macchi attacca da solo tre aerei austriaci nei pressi di
Levico e ne vede uno gettarsi a picco, forse colpito dalle pallottole della
Lewis montata sopra l'ala del suo
Nieuport 11 1646. Il 1 luglio per un errore
di pilotaggio l'aspirante Alfredo Ghidotti cappotta e sfascia in decollo il
Ni 2148 rimanendo fortunatamente incolume. Tre giorni dopo, il 14,
Consonni
mette sull'attenti il suo Ni 2204 a causa del terreno pesante. Anche in
questo caso il pilota esce illeso dall'incidente ma l'aereo va fuori uso.
La primavera e l’estate passano nei consueti impegni di scorta e
crociere di protezione. Il 31 agosto la
3^ Sezione, finalmente riequipaggiata su
SPAD, lascia il
campo di
Ghedi e
passa distaccata a quello di
Castenedolo.
Il 22 ottobre due sezioni
della squadriglia si distaccano e vanno a formare la nuova 72^, mentre la
75^ rientra al III Gruppo il 24 dello stesso mese. Con l'autunno è arrivato
il maltempo, che ha una parte cosi importante nel nascondere ai ricognitori italiani i preparativi austro-tedeschi
dell'Offensiva di Caporetto.
La squadriglia, assieme a tutta l'aviazione
italiana, è impegnata in frenetici voli sulle avanguardie imperiali che
dilagano nella pianura friulana verso i fiumi del Veneto. Il 30 ottobre
arriva a rinforzare il reparto la
1^ Sezione SVA col tenente
Natale Palli,
futuro pilota di D'Annunzio su
Vienna, col suo
SVA 6789. Al pilota
piemontese, che perderà la vita il 20 marzo 1919 sul ghiacciaio della Gurra
nel tentativo di raggiungere Parigi da
S. Pelagio,
si unisce presto un altro
valoroso cacciatore, il sergente
Giovanni Bartolomeo Arrigoni
con lo SVA
6781. La mattina del 3 novembre il sergente Andrea Mancini mentre incrocia sul
lago di Caldonazzo col suo
Nieuport 17 3685,
avvista un aereo austriaco e
lo attacca. I colpi della sua arma probabilmente feriscono od uccidono il
pilota e l'austriaco è osservato scendere apparentemente privo di
controllo. Imbaldanzito dal successo Mancini sulla rotta di ritorno attacca
altri due austriaci, ma l'inceppamento della sua mitragliatrice lo
costringe a desistere. Il 18
novembre è invece Arrigoni
ad avere la peggio in un combattimento e ad
esser costretto ad un atterraggio d'emergenza con lo
SVA in fiamme nei
pressi di
Villaverla. L'aereo cappotta ma il pilota riesce ad uscire
incolume dal rottame portando seco il proprio portafortuna, II pupazzetto
di "Fortunello", popolare eroe dei fumetti dell'epoca, ha forse però
esaurito i propri poteri, e da sopra la bussola dove è appeso, non riesce
più a proteggere il suo padrone il 4 agosto 1918, quando viene ucciso in un
combattimento aereo sopra Romagnano. Il 7 dicembre Danieli parte con altri
piloti della squadriglia per scortare un
SAML, ma per un guasto al motore è
costretto ad atterrare fuori campo nei pressi di Sanguinetto e rimane
leggermente ferito. Il 16 il
tenente Pietro Campanaro ha l'arma inceppata durante un combattimento sulla
Val d'Assa e per sfuggire al nemico è costretto a gettare in vite il suo
Nieuport. Il pilota italiano torna felicemente a Verona dopo aver fatto
sosta a Villaverla per riempire i serbatoi. Il 30 dicembre il
maresciallo Antonio Palpacelli ha un guasto al motore e scassa in
atterraggio il suo Nieuport 3567.
Alla fine dell'anno al comando di Bosio sono i piloti Arrigoni, Consonni, Mancini, Palli, Palpacelli, tenente Pietro Campanaro, tenente Pietro Danieli, tenente Argiro Mele, tenente Giuseppe Vanasco e sottotenente Carlo Rovedati. L'unità, oltre a cinque Nieuport 2, altra denominazione sovente usata per indicare il 17, e due SVA, dispone anche di una sezione di due Maurice Farman, ceduta dalla 50^, con i piloti sergenti Antonio Coda e Luigi Recchioni, l'osservatore sottotenente Raffaele Marini ed i mitraglieri Arturo Marzari e Randalli. Il compito di tale sezione è di decollare su allarme per intercettare di notte gli aerei austriaci che tentassero di attaccare Verona approfittando delle tenebre. Il Farman, per quanto decisamente obsoleto, di notte può avere ancora una qualche utilità, specie se si è convinti di essere soli in cielo e si viene a attaccati all'improvviso. Capita cosi una notte che un bombardiere austriaco attaccato da Coda e Marzari batta precipitosamente in fuga senza badare a chi o cosa gli spari contro. I primi voli del nuovo anno sono proprio dei due Farman, ma la notte di S. Silvestro non fu propizia ai due anziani velivoli. Sperdutisi nella nebbia, sono costretti entrambi ad atterrare fuori campo, ma mentre uno scende nei pressi di S. Lucia senza danni, quello di Coda e Marzari si sfascia cappottando e l'equipaggio rimane seriamente ferito. Alla fine di gennaio cominciano ad arrivare all'unita i nuovi caccia Nieuport 27, direttamente importati dalla Francia, non essendo il numero degli Hanriot sufficiente a riequipaggiare tutte le unita da caccia. Il freddo intenso è un nemico altrettanto pericoloso degli austriaci ed assai più insidioso. Il 25 gennaio il tenente Mele, al ritorno da un lungo volo di scorta, ha un malore e scassa in atterraggio il suo Ni 17 matricola 3698. In febbraio l'unità dispone di nove Nieuport col motore da 120 hp ( Nieuport 27), un Ni 2 ed un Maurice Farman. Il primo combattimento aereo del 1918 avviene il 27 febbraio, quando Guido Consonni e Palpacelli costringono a fuggire un austriaco che molesta il ricognitore che stanno scortando. Lo stesso Consonni decolla su allarme la mattina del 18 marzo ed avvista sul Baldo due aerei che si dirigono sul Corno d'Aquilio. Ne attacca uno, che dopo circa 100 colpi vede scendere sbandato verso il Baldo, ma non può seguirne la caduta perchè impegnato dall'altro. Dopo pochi colpi però il sergente italiano ha l'arma inceppata e deve sottrarsi al combattimento mettendo in vite il suo Nieuport 5750. La stessa cosa e per l'identico motivo è costretto a fare Mancini sul 5838. Lo stesso giorno l'unità si trasferisce sul campo di S. Luca. Intanto la linea di volo della squadriglia, composta come sappiamo da Ni 110 hp e Nieuport 27, viene rinforzata dal 25 marzo con l'assegnazione dei nuovi Hanriot Hd.1. Questo formidabile caccia dal caratteristico diedro dell'ala superiore e apprezzatissimo dai cacciatori italiani per le sue doti di robustezza, agilità e velocità ascensionale. Al 1° aprile sono presenti al reparto tre Hanriot, le matricole 6199, 6220 e 6223, un Ni 2 e dieci Ni 120 hp. La sezione Farman, che ha anche due S.P.4, è intanto passata a far istruzione agli osservatori nella 61^ Squadriglia. Il 1° maggio arrivano all'unita i piloti capitano Raffaele Lioce, sergente Francesco Cutropia, caporale Carlo Novelli e soldato Manlio Manzolini. Il 14 maggio il reparto passa sul campo di Ganfardine, tra Verona e Villafranca. Il 18 maggio il sergente Augusto Levrero si trova a combattere contro tre aerei austriaci e per abbandonare il combattimento getta in vite il suo Ni 11326. Dal campo di Ganfardine decolla la mattina del 20 maggio il tenente Campanaro a bordo del Nieuport 11372 per scortare un ricognitore S.P. Nel cielo di Mori avvista tre caccia austriaci che si avvicinano e non visto riesce ad accostarsi alla sua coda a tutto motore. Campanaro continua a sparare fino a quando non vede distintamente l'elica del nemico fermarsi e l'aereo precipitare in vite. Per questa azione il pilota viene premiato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. II 15 giugno il reparto si trasferisce a Busiago inquadrato nella Massa di Manovra mentre l'ultima offensiva austriaca si sviluppa sul Grappa e sul basso Piave. Il 19 giugno, Bosio, Vanasco, Danieli e Spuri incrociano da Fonzago al Grappa e incrociano 5 velivoli nemici. Alla fine del combattimento uno degli austriaci precipita sul rovescio del Monte Cismon rivendicato da Vanasco con Bosio e Danieli, il quarto pilota, Spuri, caduto in vite dopo uno stallo per un'errata manovra, non era riuscito ad unirsi agli altri tre. Il 29 giugno il reparto torna a Ganfardine. Il 4 luglio il comando passa interinalmente a Lioce, e poi a pieno titolo il 20 al capitano Arturo Oddo. Il 14 luglio il Nieuport 11289 di Danieli attacca un austriaco su Coni Zugna e con 250 colpi lo costringe a planare velocemente. Il 28 agosto una sezione di Hd 1 viene distaccata a rinforzare la 71^ Squadriglia con i piloti Danielli, Gresino, Natalini, Novelli, Spuri, sottotenente Pietro Cascina e sergente Francesco Bellina. L'ultima estate di guerra passa negli abituali voli di crociera ed allarme. Il 29 ottobre, negli entusiasmanti giorni di Vittorio Veneto, la squadriglia sostiene l'unica perdita della guerra, quando non rientra da un mitragliamento oltre il Piave il Nieuport 27 del sergente Bellina, come sappiamo distaccato presso la 71^ Squadriglia. Al cessare delle ostilità il reparto è al comando di Oddo sul campo di Ganfardine montato su Nieuport 27, matricole 11318, 11327, 19748, 19758, 19762, 19763, 19769, 19778, 19785, 19812, 19815, e sugli Hanriot 6156, 13248, 13269, 13298, 13347, 19215, 19248, 19264, 19333 e 19339. La compongono i piloti Calcina, Campanaro, Gresino, Lioce, Novelli, sottotenente Berti Giovambattista, sergente Enrico Ferrari, sergente Fortunato Sicco, caporale Attilio Aime, soldato Ferruccio De Paoli, soldato Raffaele Garicone, soldato Nunziato Greco, soldato Leonello Rizzotto e soldato Viapiana. Nell'ultimo anno di guerra la 75^ Squadriglia aveva compiuto 946 voli bellici sostenendo 30 combattimenti. Il reparto viene sciolto sul campo di Ganfardine nel marzo 1919.
WWW.IL FRONTE DEL CIELO.IT
Realizzato nel 1915 a nord della cittadina, durante il primo conflitto mondiale fu sede di reparti di bombardieri Caproni e di ricognitori SVA
×